Dipartimento Chirurgico UU.OO. Ortopedia Traumatologia FOGLIO INFORMATIVO RICOSTRUZIONE DEL LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE Riparazione artroscopica Descrizione Il ginocchio è un'articolazione particolarmente sollecitata durante l'attività sportiva e spesso va incontro a distorsioni che possono determinare lesioni delle strutture capsulo legamentoso o meniscali. La stabilità del ginocchio è garantita soprattutto da quattro legamenti che sono: il crociato posteriore, il crociato anteriore e i collaterali mediale e laterale. Un'altra struttura particolarmente delicata è rappresentata dai menischi, due per ogni ginocchio, classicamente chiamati menisco mediale e menisco laterale. I due legamenti crociati (Anteriore e posteriore) hanno la funzione di impedire il movimento di traslazione anteriore e posteriore della tibia rispetto al femore. Le distorsioni del ginocchio determinano sovraccarichi sia sui menischi che sui legamenti che possono portare alla rottura dei legamenti o delle strutture meniscali. La lesione dei legamenti collaterali ha abitualmente un decorso favorevole e prevede un trattamento non chirurgico. La lesione dei legamenti crociati purtroppo non evolve in una guarigione spontanea e, particolarmente per quanto riguarda il crociato anteriore, è causa di una sintomatologia più marcata, con sensazione di instabilità articolare. Obiettivo dell intervento è quello di ripristinare una biomeccanica del ginocchio il più possibile fisiologica, riparando il legamento crociato anteriore lesionato. Dipartimento Chirurgico UU.OO. Ortopedia Traumatologia ricostruzione LCA REV 1 Pagina 1 di 5
Tecniche chirurgiche Le tecniche chirurgiche che mirano alla ricostruzione del crociato si eseguono presso il nostro centro in artroscopia, cioè una tecnica mini invasiva che prevede solo piccoli incisioni per accedere allo spazio articolare. Un'incisione di qualche centimetro risulterà comunque necessaria per eseguire il prelievo del nuovo legamento da impiantare, che può essere ricavato dalla parte centrale del tendine rotuleo o dalla regione inserzionale dei tendini del muscolo gracile e del muscolo semitendinoso. Una volta preparato il neo-legamento si creano i tunnel ossei a livello della regione articolare di tibia e femore, attraverso i quali il trapianto viene inserito e stabilizzato. L'intervento viene solitamente eseguito in anestesia spinale. L'anestesia può però essere personalizzata previo colloquio con il medico anestesista. Sistemi di stabilizzazione dell'impianto La stabilizzazione del neolegamento all'osso sia sulla tibia che sul femore è un passaggio fondamentale per ottenere una perfetta guarigione. I sistemi più diffusi prevedono l'utilizzo di viti a interferenza, sistemi a sospensione o piccoli chiodini in materiale biocompatibile. Le viti a interferenza sono visi che si interpongono tra l'osso e il trapianto, creando un'attrito tale da non permetterne più il movimento. Possono essere utilizzate sia sella fissazione sulla tibia che sulla fissazione femorale, non di rado vengono impiegate per rinforzare una fissazione con altri sistemi. Dipartimento Chirurgico UU.OO. Ortopedia Traumatologia ricostruzione LCA REV 1 Pagina 2 di 5
I sistemi a sospensione utilizzano un piccolo bottone metallico con un filo ad alta resistenza che aggancia il trapianto, vengono utilizzati per la fissazione femorale e fanno perno sulla corticale ossea femorale. I sistemi con piccoli chiodini (Pin) prevede che tali sistemi trapassino il trapianto e lo stabilizzino all'osso attorno al tunnel. Non esiste in letteratura un sistema di fissazione ottimale e l'utilizzo di uno rispetto ad un altro può essere calibrato sulle esigenze del paziente e le abitudini del chirurgo. Tecnica del portale antero mediale La creazione dei due canali ossei è forse il passaggio più importante per il conseguimento di un ottimale risultato funzionale. La tecnica del portale antero -mediale permette di creare i due tunnel indipendentemente l'uno dall'altro, permettendo al chirurgo di posizionarli nella regione di tibia e femore che ritiene più idonea. Dipartimento Chirurgico UU.OO. Ortopedia Traumatologia ricostruzione LCA REV 1 Pagina 3 di 5
Probabilità di successo I candidati ideali per la ricostruzione chirurgica dell LCA sono i pazienti con una lesione acuta che conducono una vita attiva, e quelli con un deficit cronico dell LCA che crei una instabilità funzionale capace di danneggiare le strutture articolari. Generalmente si tratta di individui fra i 15 e i 40-45 anni d età che praticano sport. L'intervento ha un tasso di successo molto elevato, con il ritorno all'attività sportiva pre-trauma in più dell'85% dei pazienti. Eventuali condizioni morbose concomitanti che costituiscono ulteriore fattore di rischio... Protocollo post-operatorio Alla dimissione Le verrà consegnata un informativa che spiegherà con precisione gli esercizi di recupero muscolare e articolarità che dovranno essere svolti dal paziente al domicilio o presso un centro di fisioterapia di fiducia. Il paziente acquisirà nelle settimane una progressiva autonomia, con il recupero completo (Ripresa delle attività sportive ad alta richiesta funzionale) a circa 6-8 mesi dall'intervento. Possibili complicanze - Infezione della ferita. Si tratta di un evento raro ma possibile, può richiedere la somministrazione di antibioticoterapia - Sindrome compartimentale, evento rarissimo, richiede l'esecuzione di fasciotomia in urgenza (Intervento che prevede l'incisione delle fasce muscolari della gamba) per tutelare le strutture vascolo nervose. - Durante la procedura si può assistere a complicanze specifiche legate alle manovre di espianto del neolegamento. Nello specifico le complicanze possono essere differenti in base al trapianto utilizzato: - Tendine rotuleo: - Frattura della rotula che necessita una sintesi - Frattura della regione prossimale della tibia - Gracile e Semitendine: - Rottura dei tendini durante il prelievo - Tendini troppo piccoli che non garantiscono un trapianto adeguato - Non si può escludere che intra-operatoriamente si debba cambiare il tipo di trapianto, permettendo comunque una buona riuscita dell'intervento. - Frequentemente il paziente riferisce scarsa sensibilità cutanea a livello della regione laterale del ginocchio, che può permanere per mesi. Tale condizione è legata alla sofferenza di piccole strutture nervose superficiali. - Tutte le procedure chirurgiche ortopediche interessanti gli arti inferiori hanno un discreto rischio di trombosi venosa profonda, soprattutto nei primi giorni post-operatori. Per questo il paziente dovrà eseguire profilassi con Eparina a basso peso molecolare, eseguendo delle piccole iniezioni sottocute nei giorni successivi all'intervento. - Durante la procedura possono essere lesionate in casi rarissimi strutture vascolo nervose, anche importanti. - Rigidità articolare: Anti-infiammatori, fisioterapia e mobilizzazione di rotula, eventuale sbrigliamento chirurgico - Sindrome del ciclope: Rigidità e dolore in estensione causata da una calcificazione a livello della spina tibiale anteriore, può richiedere un nuovo intervento artroscopico di regolarizzazione chirurgica. - Emartro: Versamento di sangue a livello articolare - Ri-rottura del legamento: Purtroppo il nuovo legamento è sottoposto alle medesime sollecitazioni del legamento naturale, un trauma può provocarne la rottura e richiedere un nuovo intervento di ricostruzione. Eventuali alternative terapeutiche L'intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore ha come obiettivo ridurre la sintomatologia e l'usura a medio-lungo termine del ginocchio. Le alternative, comunque non altrettanto valide, consistono in un intenso lavoro di rinforzo della muscolatura quadricipitale, eventualmente assistito da fisioterapista. Dipartimento Chirurgico UU.OO. Ortopedia Traumatologia ricostruzione LCA REV 1 Pagina 4 di 5
Possibili conseguenze derivanti dal rifiuto dell atto sanitario Persistenza del dolore, graduale peggioramento fino a blocchi articolari, ipotonotrofismo della muscolatura della coscia, instabilità articolare e artrosi precoce, difficoltà ad eseguire attività sportive in carico. Eventuali conseguenze temporanee e permanenti prevedibili, eventuali ricadute nell ambito della vita famigliare e sociale, e sulle attività occupazionali Il tempo medio di degenza in ospedale è di 2 notti post-operatorie Un lavoro sedentario può essere ripreso dopo 2-3 settimane; Una attività lavorativa pesante necessita di 2 mesi; I punti di sutura sono rimossi 12-14 gg dopo l intervento; In generale la cicatrice è limitata agli accessi artroscopici e alla cicatrice in sede di prelievo; la cicatrice non va bagnata per 15 gg; Si riprende la guida dopo almeno 40 gg dall intervento Allungano i tempi di ripresa le eventuali possibili complicanze già citate. La riabilitazione corretta svolge un ruolo fondamentale per il raggiungimento di un buon risultato. I medici del reparto di ortopedia sono a disposizione per qualsiasi chiarimento riguardo l'intervento, i tempi di recupero, le possibili complicanze e l'attività riabilitativa. Data... FIRMA DEL PAZIENTE.. NOTA BENE In caso di acquisizione del consenso con la collaborazione di mediatore - interprete è richiesta, oltre alla firma del paziente, anche quella del mediatore stesso per attestare che il paziente ha compreso quanto contenuto nel foglio informativo dati identificativi del mediatore (nome cognome e data di nascita) FIRMA DEL MEDIATORE INTERPRETE Dipartimento Chirurgico UU.OO. Ortopedia Traumatologia ricostruzione LCA REV 1 Pagina 5 di 5