AUSER DI PESCHIERA BORROMEO Anno Accademico La civiltà egizia A cura di Società Cooperativa Archeologica

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AUSER DI PESCHIERA BORROMEO Anno Accademico 2006-2007 La civiltà egizia A cura di Società Cooperativa Archeologica 1) La storia dell Antico Egitto: dalla preistoria all Epoca Tarda 2) Lo scriba e la scrittura 3) Religione e magia 4) Deir el-medina: gli artigiani del faraone 5) La donna nell Antico Egitto

La storia dell Antico Egitto dalla Preistoria all Epoca Tarda Epoca predinastica (dal 4000 a.c. circa alla Dinastia 0 3000 a.c. circa) e Epocaprotodinastica (Dinastia I e II 3007-2682 a.c.) L evento più significativo di questa remotissima fase fu l unificazione di tutta la Valle del Nilo, dell Alto e del Basso Egitto, nelle mani di un unico sovrano. L unificatore del paese sarebbe da identificarsi con il sovrano Narmer. Antico Regno (Dinastie III-VI, 2682-2191 a.c.). L Antico Regno è noto come età delle piramidi. Dalla terza dinastia i faraoni si fanno seppellire all interno di strutture piramidali. La tradizione attribuisce all architetto Imhotep al servizio del faraone Gioser la prima piramide a gradoni. Questo tipo di monumento raggiungerà la perfezione con i faraoni della IV dinastia: Cheope, Chefren e Micerino. I Periodo Intermedio (2145-2020 a.c.) E caratterizzato da una sempre maggiore autonomia dei signorotti locali e da un indebolimento del potere centrale, dovuto anche a una serie di carestie e inondazioni. Medio Regno (Dinastie XI e XII, 2119-1783 a.c.) Con i principi tebani della XI dinastia comincia il processo di riunificazione del paese, che sarà poi completato dai sovrani della XII dinastia. In questo periodo l Egitto raggiunge una grande stabilità e floridezza, che si riflette in tutti gli aspetti della cultura egizia, tanto che il medio regno è considerato l età classica della civiltà egizia. Secondo Periodo Intermedio (1794-1550 a.c.) E caratterizzato dalle dinastie degli Hyksos, genti asiatiche che per circa duecento anni si infiltrarono da Avaris, loro capitale nel Delta, fino a Tebe. Nuovo Regno (Dinastie XVIII, XIX e XX 1550-1070 a.c.) La vittoria sugli Hyksos inaugura l inizio del Nuovo Regno, celebrando una nuova dinastia forte e capace di opporsi alle minacce esterne. Per circa cinquecento anni l Egitto sarà una superpotenza nel panorama del Vicino Oriente Antico. A quest epoca appartengono faraoni come Tutankhamon e Ramesse II. Terzo Periodo Intermedio (Dinastie XXI, XXII, XXIII, XXIV e XXV 1070-664 a.c.) Il Nuovo Regno si chiude con un forte indebolimento del potere centrale che causa una divisione del paese tra nord, nelle mani del faraone e sud, nelle mani del clero di Amon. Epoca Tarda (Dinastie XXVI, XXVII, XXVIII, XXIX, XXX 664-342 a.c.) La riunificazione del Paese si deve ai principi della città di Sais nel nord del Paese, che inaugurano l ultimo periodo di grande splendore dell Egitto faraonico. Sarà la vittoria di Alessandro Magno nel 332 a.c. a segnare la fine dell indipendenza del paese. Epoca greco-romana (332 a.c.-395 d.c.) L influenza greca prima e poi quella romana diedero vita a una nuova realtà culturale, mentre l eredità della cultura faraonica restò custodita nei templi fino agli editti dell imperatore Teodosio (391-392 d.c.) che bandiva definitivamente il paganesimo, ordinando la chiusura dei templi pagani. Lo scriba e la scrittura I primi documenti scritti giunti fino a noi risalgono al periodo predinastico, intorno al 3200 a.c.. L uso di questa lingua è attestato fino all XI secolo d.c., quando il copto, ovvero l ultima fase della lingua egiziana, venne sostituito dall arabo. L egiziano viene solitamente diviso in alcune fasi linguistiche, con strutture grammaticali, ortografia e lessico in parte differenti. Antico Egiziano: la lingua usata durante l Antico Regno (2900-2134 a.c. circa) Medio Egiziano: è considerato la lingua classica dell Antico Egitto; le prime attestazioni risalgono al Primo Periodo Intermedio e rimarrà in uso sino a metà della XVIII dinastia (2134-1464 a.c.) Neo-egiziano: lingua documentata a partire dal regno di Akhenaton e molto usata in testi privati e amministrativi. Questa fase linguistica presenta caratteristiche molto diverse rispetto alle fasi precedenti e si è sviluppata dalla lingua parlata in uso durante il Medio Regno (1364-700 a.c.)

Demotico: questo termina indica sia una fase linguistica che un tipo di scrittura. Venne utilizzata a partire dalla XXVI dinastia (664 a.c.) ed è attestata sino al V secolo d.c. Copto: è la fase finale della lingua egiziana, scritta con l onciale biblico, ovvero l alfabeto greco maiuscolo, a cui furono aggiunti alcuni segni presi dal demotico per esprimere suoni tipici dell egiziano, ma sconosciuti al greco. Il copto è attestato dal III all XI d.c. Nell Antico Egitto esistevano anche diversi tipi di scrittura: Geroglifico: i geroglifici sono segni di tipo figurativo, ovvero rappresentano oggetti ed esseri animati. I segni geroglifici non hanno tutti la medesima funzione: infatti alcuni indicano dei suoni (fonemi), altri invece indicano effettivamente ciò che rappresentano (ideogrammi). Dunque il sistema geroglifico è un tipo di scrittura misto. Era utilizzato soprattutto per le iscrizioni incise o dipinte sulle pareti delle tombe o su altri monumenti. A partire dall epoca greca divenne la scrittura utilizzata soprattutto per i testi sacri incisi sulle pareti dei templi ed è per questo che i greci chiamarono questo tipo di scrittura geroglifico, ovvero sacri segni incisi. Il numero dei segni geroglifici in epoca faraonica era di circa 750, numero che aumenta fino a circa 1000 in epoca tolemaica. I primi esempi di testi in geroglifico appaiono attorno al 3200 a.c. su etichette per vasi, mentre l ultima iscrizione nota è quella del tempio di File risalente al 394 d.c. I segni geroglifici possono essere scritti da destra a sinistra (scrittura sinistrorsa) o da sinistra verso destra (scrittura destrorsa) in orizzontale o in verticale. Per capire la direzione di lettura bisogna osservare i segni che hanno un verso, per esempio uomini o animali, che sono rivolti verso il punto in cui inizia l iscrizione. Ieratico: era la forma corsiva della scrittura geroglifica; venne introdotta contemporaneamente alla grafia geroglifica e rimase in uso fino al 600 a.c., quando venne sostituto dal demotico. Era impiegato per trascrivere i testi amministrativi e secolari. Dal 600 a.c. al III d.c. venne utilizzato per i testi religiosi e fu per questo che i Greci la chiamarono ieratica, ovvero scrittura sacra, definizione che non corrisponde alla sua funzione originaria. All inizio lo ieratico era scritto solo in verticale, ma a partire dal Medio Regno divenne predominante la disposizione dei segni in orizzontale. A differenza del geroglifico è sempre orientato da destra verso sinistra. Demotico: nel corso del Nuovo Regno la scrittura ieratica si evolse in due diverse tendenze grafiche, da una parte una scrittura standardizzata, dall altra una scrittura più rapida e corsiva. Da quest ultima durante il Terzo Periodo Intermedio si svilupparono due varianti di corsivo: lo ieratico anormale nel Sud e il demotico nel Delta. Con la XXVI dinastia il demotico divenne la scrittura ufficiale dell amministrazione e si diffuse in tutto il paese. Era costituito da segni ancora più corsivi rispetto a quelli ieratici ed era scritto in orizzontale, da destra verso sinistra. Copto: è formato da 24 segni dell onciale biblico più sei-otto segni demotici. E disposto su linee orizzontali, da sinistra a destra. Al contrario delle fasi linguistiche sopra citate, segna le vocali. Infatti uno dei problemi della lingua egiziana è dato dal fatto che non venivano scritte le vocali e questo causa una conoscenza imprecisa della lingua da parte dei moderni, che ha portato gli studiosi ad adottare un sistema convenzionale di lettura che pone una e tra un suono consonantico e l altro. I supporti scrittori utilizzati erano diversi a seconda della funzione e della finalità dei testi. Oltre ai fogli di papiro, materiale costoso e prezioso, gli antichi Egiziani potevano utilizzare gli ostraka (ovvero frammenti di terracotta o schegge di calcare che non avevano alcun costo), tavolette di legno o di calcare stuccato. che potevano essere cancellate e riutilizzate. Questi ultimi supporti poco costosi erano usati soprattutto per i testi in ieratico. Per secoli e secoli i geroglifici divennero incomprensibili, si dimenticò che si trattasse di una scrittura fino a interpretarli come segni carichi di significati magicil evento chiave per la loro decifrazione fu la scoperta della Stele di Rosetta, rinvenuta dai soldati di Napoleone nel 1799 a Rosetta, un villaggio sul Delta. Questo importante reperto è una lastra in granito nero che porta

inciso un testo bilingue: un decreto di Tolomeo V datato al 196 a.c. Il testo è riportato in tre scritture: geroglifico, demotico e greco. Dopo la sconfitta di Napoleone la stele passò di proprietà agli Inglesi e dal 1802 è conservata al British Museum di Londra. Un giovane linguista francese, Jean Francois Champollion, studiando le copie della stele di Rosetta e di altri testi, soprattutto le titolature dei faraoni, giunti in Europa dall Egitto aprì la strada alla completa comprensione dei testi egiziani. Champollion espose la sua teoria sulla decifrazione dei geroglifici il 27 settembre 1822 nella famosa Lettre a Monsieur Dacier. Alla scrittura egiziana è legata l immagine dello scriba, rappresentato sempre seduto a gambe incrociate con tavoletta o papiro srotolato sulle gambe intento a tracciare i segni con uno stilo sul suo supporto scrittorio. La figura dello scriba godette di grande prestigio nella società egiziana tanto che diventare scriba era sicuramente uno dei mestieri più auspicabili. L apprendimento della scrittura iniziava in tenera età e proseguiva per parecchi anni, caratterizzati da un applicazione intensa, costante e faticosa, non priva di dure punizioni corporali. La pratica della scrittura era destinata ai pochi privilegiati che per nascita appartenevano agli strati sociali più elevati. Religione e magia Nella religione degli antichi Egiziani vi era una netta divisione tra culto ufficiale, sul quale vi sono molti documenti, e culto popolare, meno documentato. Secondo la religione tradizionale il faraone era l unico intermediario tra dei e uomini e i sacerdoti agivano su delega del sovrano. Il culto serviva a garantire l ordine cosmico, identificato nella dea Maat. Il re garantiva agli dei la soddisfazione delle loro necessità e perciò costruiva templi e non faceva mancare offerte, ottenendone in cambio benessere per il proprio popolo. Il pantheon egiziano era ricco di divinità, al vertice delle quali vi era il demiurgo, ovvero il dio creatore, che variava in base alla zona geografica; infatti vi erano tre cosmogonie principali. Cosmogonia eliopolitana. Il dio locale di Eliopoli era Atum, il sole. Atum si creò nascendo dal Nun, l oceano primordiale simbolo del caos. Con lo sputo egli creò la prima coppia divina Shu e Tefnut, rispettivamente dio dell aria e dea dell umidità. Shu e Tefnut diedero vita a Geb, dio della terra e Nut, dea del cielo, da cui nacquero Iside, Osiride, Nefti e Seth. Queste nove divinità, da cui poi ebbe origine tutto il resto, costituiscono l Enneade eliopolitana. Cosmogonia di Ermopoli. Nelle acque del Nun esistevano, prima della creazione, otto dei divisi in quattro coppie; essi costituivano il caos e il disordine cosmico ed erano: Nun e la sua paredra Naunet, Huh e Hauhet, Kuk e Kauket, Ammone e Amaunet. Questi dei, che costituivano l Ogdoade di Ermopli, crearono un uovo che venne deposto su una collina emergente dalle acque primordiali e da cui nacque Thot, dio da cui ebbe inizio la creazione vera e propria. Thot era il dio locale di Ermopoli. Cosmogonia menfita. Il dio Ptah vagava nel Nun e fermandosi sulla collina primordiale detta Ta-Tenen ovvero collina che si solleva, creò prima tutti gli dei, poi il mondo servendosi del pensiero e della parola. Nella sua forma di dio creatore Ptha veniva chiamato Ptah-Ta-Tenen. Uno dei miti più conosciuti vede come protagonista il dio Osiride. Secondo la tradizione Osiride era un re mitico, colui che insegnò agli uomini l agricoltura, la religione e la legge. Il suo potere ingelosì il fratello Seth che decise di eliminare Osiride. Durante una festa il cattivo Seth fece portare un sarcofago che offrì come dono a colui al quale si fosse adattato. Quando Osiride provò, Seth lo chiuse all interno della cassa e la bara fu gettata nel Nilo e, trasportata dalla corrente, giunse a Biblo, fermandosi tra i rami di un arbusto. Cresciuto l albero fu usato dal re di Biblo per fare una colonna del suo palazzo. Iside, moglie di Osiride, riuscì a liberare il marito dopo varie peripezie, ma Seth si accorse dell accaduto e, preso il corpo del fratello, lo tagliò in diverse parti che disperse per tutto l Egitto. Iside allora aiutata dalla sorella Nefti raccolse tutte le parti del marito e, utilizzando le sue arti magiche, riportò in vita per breve tempo Osiride e concepii il figlio Horo, legittimo erede al trono. In seguito Osiride, ormai defunto, diverrà il

sovrano del regno dei morti. Il mito continua con la lotta tra Seth e Horus, che si conclude con la vittoria da parte di quest ultimo. Durante una delle battaglie si narra che Seth strappò l occhio al rivale. Horus riuscì comunque, grazie all aiuto del dio Thot, a curare l occhio ferito e a riposizionarlo al proprio posto. Proprio basandosi su questo episodio mitico l amuleto che riproduce l occhio di Horus, chiamato Udjat, era simbolo di salute e di protezione magica. In matematica invece l occhio integro indicava l intero, mentre le varie parti in cui secondo il mito era stato diviso da Seth rappresentavano le frazioni in base due. Parte integrante della religione egiziana era inoltre la magia, identificata nel dio Heka, rappresentato spesso come un fanciullo che si porta il dito alla bocca e con la treccia della fanciullezza che spunta dalla tempia. La magia era considerata un dono divino fatto dagli dei agli uomini per difendersi dagli eventi nefasti. Una definizione tratta da un testo egiziano spiega bene cosa era per gli antichi Egiziani la magia: Il dio ha donato agli uomini heka (la magia) come arma per difendersi dagli avvenimenti. Gli strumenti magici più utilizzati erano gli amuleti, che dovevano proteggere i vivi e i morti. Il loro valore magico era determinato da elementi come la forma, il colore, il materiale ed eventuali formule magiche incise su di essi. Nel caso dovessero proteggere i defunti, gli amuleti venivano posizionati tra le bende delle mummie per accompagnare il defunto durante il viaggio verso il mondo dell aldilà. Molti amuleti rappresentano divinità, in forma animale, umana e mista; altri amuleti possono rappresentare parti del corpo umano o animali. Tra gli amuleti più importanti se ne citano alcuni qui di seguito: Anello shen. Rappresenta una corda annodata ad anello; simbolo del percorso solare suggerisce la continuità del tempo. L evoluzione più conosciuta di questo amuleto è il cartiglio, ovvero la corda entro cui erano scritti i nomi reali. Pilastro djed. Riguardo il suo significato esistono diverse ipotesi; probabilmente rappresenta un albero stilizzato con i rami potati. Questo amuleto viene messo in relazione con Osiride, in particolare ne rappresenta la colonna vertebrale. Ha la forma di un segno geroglifico il cui significato è stabilità. Scarabeo. Rappresenta lo scarabeo stercorario che per natura fa rotolare una palla di sterco animale con le zampe posteriori nascondendola sottoterra. Gli Egiziani paragonarono il rotolare della palla di sterco al ciclo del disco solare, spinto da Khepri, il sole nascente. Era per loro simbolo di rinnovamento e di rinascita dopo la morte. Un tipo particolare di amuleto era lo scarabeo del cuore, posizionato tra le bende della mummia sul petto. Questo amuleto recava inciso il capitolo 30 del Libro dei Morti, che aveva lo scopo di non indurre il cuore a deporre contro il defunto durante la pesatura del cuore. Durante questa cerimonia il cuore del defunto veniva pesato e sull altro piatto della bilancia veniva messa una piuma di struzzo, simbolo della dea della giustizia Maat, per stabilire se era privo di colpe e quindi poteva accedere al mondo dell aldilà. Cuore. Questo organo era considerato sede della forza vitale e dell intelligenze, dunque era l organo più importante del corpo umano. Per evitare che il cuore del defunto venisse rapito o distrutto ne veniva fatto un sostituto in pietra, posto tra le bende. Tutti gli amuleti che rappresentano le parti del corpo avevano una funzione simile a questa. Gli Egiziani rappresentavano il cuore come una specie di vaso con due appendici ai lati; alcuni ritengono che fosse la rappresentazione del cuore bovino. Il termine egiziano per indicare il cuore è ib. Scettro uadj. Rappresenta una pianta di papiro con il fiore aperto e simboleggiava la giovinezza e la nuova fioritura, nonché la rinascita dopo la morte. Il termine uadj significa verde, colore della vegetazione e quindi della rinascita e l amuleto aveva la funzione di dare nuovo vigore al defunto. Deir el-medina: gli artigiani del faraone Il villaggio fu fondato all inizio della XVIII dinastia per ospitare a Tebe sulla riva occidentale del Nilo, gli operai che si dedicarono alla costruzione delle tombe reali della Valle dei re e delle

Regine. Il villaggio rimase in vita per più di quattro secoli, dal 1540 a.c. al 1070 a.c. circa. Il termine arabo Deir el-medina, nome attuale del sito, significa convento della città a ricordo di un convento edificato dai Copti nel VI d.c., mentre il nome antico del villaggio era Pa demi, che in antico egiziano significa la cittadina. La pianta del villaggio, che subì diversi ampliamenti nel tempo, era regolare e l impianto urbano, inizialmente creato con uno schema a trapezio, ebbe popi una forma rettangolare a grata. Il villaggio era circondato da alti bastioni di protezione, che avevano anche la funzione di essere i muri esterni delle abitazioni. Le case erano in mattoni crudi ed erano strutturate con diverse camere, piuttosto schematiche e ricorrenti: la sala del letto chiuso, la sala del divano, la sala delle donne, la cucina. Le abitazioni erano dotate di una scala interna che portava sul tetto e in diversi ambienti posti sotto terra con funzione di cantina. All interno del villaggio alloggiavano persone di ceto sociale differente, operai semplici, come scalpellini e manovali, ma anche capisquadra e scribi. Nonostante questa diversificazione sociale gli scavi hanno evidenziato che non vi era una grande differenza tra le abitazioni dei superiori e quelle dei subalterni. L importanza archeologica di questo sito è determinata dal fatto che sono stati rinvenuti moltissimi documenti riguardanti la vita quotidiana della comunità, reperti oggi conservati al Museo Egizio del Cairo, al British Museum di Londra e soprattutto al Museo Egizio di Torino, grazie agli scavi effettuati da Ernesto Schiapparelli, agli inizi del Novecento. La donna nell Antico Egitto La donna nella società egizia era una persona a pieno titolo giuridico: aveva diritti, proprietà, poteva esercitare la sua influenza sui figli. Le donne sposate erano considerate uguali al marito dal punto di vista giuridico. Anche nel culto funerario la donna è considerata un individuo a sé stante e nelle statue che rappresentano i coniugi le dimensioni sono simili. Il divorzio è attestato sia a causa del ripudio del marito sia per volere della donna. La donna in caso di separazione riceveva una parte dei beni in comune e poteva risposarsi. L accusa più grave era l adulterio; nel caso in cui la donna risultava innocente riceveva dal marito un indennizzo. Diverse sono anche le attività svolte dalla donna. In molte scene di agricoltura si vedono rappresentate dame nell atto di raccogliere, pulire e macinare il grano. La donna partecipava anche alla produzione dei principali beni di sussistenza: pane e birra, così come svolgeva le attività legate alla tessitura. Si trovano anche immagini di donne che vendono al mercato, cosa che scandalizzò i Greci i quali scrissero che gli uomini egiziani erano ridicoli poichè se ne stavano seduti accanto al focolare, mentre le donne trattavano tutti gli affari. La donna dea Nelle entità femminili sono proiettate fin dalle origini del pensiero religioso le concezioni che stanno alla base della vita e dell organizzazione sociale. La nozione del femminile e la complementarietà dei due sessi sono essenziali per affermare l equilibrio cosmico, come dimostrano le cosmogonie in cui sono sempre presenti coppie divine. Fra le divinità femminili una importanza particolare rivestono Iside, madre divina per eccellenza, Nut, dea del cielo, Meskhemet, dea delle nascite. La cosmesi Nella cultura antico-egiziana la pulizia aveva molto importanza per motivazioni non solo estetiche, ma anche simboliche. I cosmetici erano considerati beni essenziali, tanto che venivano dati agli operai come salario. Fra i profumi egiziani famosi in tutto il mondo il più noto era il kapet, che i greci dicono fosse un composto a base di uva, miele, vino. Profumi e incensi erano considerati sostanze divine, dunque la loro produzione era legata all aspetto rituale e religioso. Importante era anche il trucco per gli occhi ottenuto da malachite o galena stemperati in acqua. La dea della bellezza e quindi anche della cosmesi era Hathor, de a vacca-celeste assimilata a Iside per il suo forte legame con la maternità e la femminilità. Gli oggetti rituali a lei legati sono lo specchio, la collana menat e il sistro. La donna nel tempio

Le donne erano accolta nel tempio indipendentemente dal suo stato sociale: musicanti e danzatrici accompagnavano le cerimonie. Fin dall Antico Regno troviamo titoli sacerdotali femminili e testimonianze che le sacerdotesse erano retribuite e considerate allo stesso modo dei sacerdoti. La regina La figura della regina in quanto madre del sovrano riveste un ruolo fondamentale in tutta la storia egiziana. Oltre al ruolo di regina madre importantissimo era anche quello di grande sposa reale. La stessa corona portata dalla regina richiama l avvoltoio animale sacro alla dea Nut. Nel Nuovo Regno aumenta l importanza della regina tanto che porta il titolo di Signora delle due terre titolo uguale a quello assunto dal faraone. In linea teorica non era impossibile per le donne divenire sovrano del paese, ma questa eventualità non fu mai ben vista. In realtà sappiamo che spesso alcune regine furono fondamentali nella politica del regno e influirono grandemente nelle decisioni prese dal marito. E il caso per esempio della bellissima Nefertiti moglie di Akhenatom o di Nefertari sposa del grande Ramesse II. BIBLIOGRAFIA Opere di carattere generale AA.VV. Egitto. La terra dei Faroni, Konemann, Milano 1999 S. Pernigotti, L Egitto Antico, La Mandragora, Imola, 1996 A.K. Bowman, l Egitto dopo i Faraoni, Giunti, Firenze, 1998 A. Grimal, Storia dell Antico Egitto, Laterza, Bari, 1990 B.G. Trigger et alii, Storia sociale dell Antico Egitto, Laterza, Bari, 2000 Monografie C.Aldred, Akhenaton, Il faraone del sole, Newton Compton, Roma, 1996 C. Desroches Noblecourt, Ramsete II, figlio del sole, Sperling & Kupfer, Milano, 1998 N. reeves, Tutankhamon, Il re, il ritrovamento della tomba, il tesoro, Mondadori, Toledo, 1992 Cataloghi Nefertari Luce d Egitto, Leonardo Arte, 1996 Kemet. Alle sorgenti del tempo, Electa, Milano 1998 Egitto. Dalle piramidi ad Alessandro Magno, ed. Biblioteca di via Senato, Milano, 2002 Faraoni, Bompiani, Milano, 2002 Decifrazione R. Solé-D. Valbelle, La stele di Rosetta e l Egitto si mise a parlare. Pratiche Editrice, Torino, 1999 Letteratura E. Bresciani, Letteratura e poesia dell Antico Egitto, Ed. Einaudi, Torino, 1990 S. Donadoni, La letteratura egizia, Santoni Accademia, Milano, 1967 Religione W. Budge, Magia egizia, Newton Compton ed., Roma, 1980 D. Ferrari. Gli amuleti dell Antico Egitto, La Mandragora, Imola, 1996 E. Hornung, Gli dei dell antico Egitto, Roma, 1992 G. Racket, Il libro dei morti degli antichi Egizi, Piemme, ed., Alessandria, 1997 C. Traunecker, Gli dei dell Egitto, Xenia ed., Milano, 1994