UGO FOSCOLO (Zante, 1778 Londra, 1827) La vita Nasce a Zante (l'antica Zacinto), una delle isole Ionie allora appartenente alla Repubblica Veneta, il 6 febbraio 1778 dal medico Andrea Foscolo, di antica famiglia veneziana, e dalla greca Diamantina Spathis. Il suo nome di battesimo è Niccolò, ma dal 1795 preferisce farsi chiamare Ugo. Dopo la morte improvvisa del padre (1788), si trasferisce a causa delle difficoltà economiche, con la madre e i suoi tre fratelli, nella mondana salottiera e letteraria Venezia. Studia i classici greci e latini e gli scrittori italiani e stranieri, mostrando tra l'altro un vivo interesse per i filosofi del Settecento. Grazie al suo sdegnoso fascino, rapidamente riesce a farsi ammettere nei salotti dell'aristocrazia, tra cui quello assai esclusivo della bellissima e brillante Isabella Teotochi Albrizzi, con cui, lui sedicenne, lei trentaquattrenne, ha un'ardente relazione amorosa. Conosce il maggior poeta preromantico, Ippolito Pindemonte, si lega di amicizia con Melchiorre Cesarotti. Dopo la discesa dei francesi in Italia, sotto l'influenza delle idee giacobine s'impegna nell'attività politica, suscitando i sospetti del governo veneto. Nell'aprile del '97 fugge e si arruola nell'esercito napoleonico. A maggio, dopo l'arrivo dei francesi e l'instaurazione del regime democratico, fa ritorno a Venezia e vi svolge un'intensa attività politica fino all'amara delusione del trattato di Campoformio (1797). Venduta la sua patria all'austria, lascia per sempre Venezia e la madre. Parte in volontario esilio, per la capitale della Repubblica Cisalpina, Milano, dove si lega ai più attivi gruppi giacobini italiani, conosce il vecchio Parini e diviene amico di Vincenzo Monti, famoso poeta neoclassico, con la cui moglie vive un'intensa e infelice relazione d'amore. Combatterà ancora a fianco dei francesi contro gli austriaci e dopo la battaglia di Marengo, si stabilisce a Milano. A Firenze nel 1801 si innamora di Isabella Roncioni, promessa ad un nobile e ricco marchese. Rientrato a Milano (1801-1803), intreccia una relazione amorosa con Antonietta Fagnani Arese. La sua naturale irrequietezza e le crescenti difficoltà economiche lo inducono nel 1804 a recarsi in Francia, per partecipare all'invasione dell'inghilterra. Dalla relazione con la giovane inglese, Lady Mary Hamilton, nasce una figlia di nome Mary, ma che egli chiamerà sempre Floriana. Avendo poi Napoleone rinunciato all'impresa contro l'inghilterra, ritorna a Milano. E a seguito della liberazione del Veneto dal dominio austriaco, corre a Venezia a rivedere la madre. Continua intanto una vita piena di passioni e relazioni amorose con Marzia Martinengo, Maddalena Bignami e Francesca Giovio. Ottiene la cattedra di Eloquenza, ma la cattedra viene soppressa pochi mesi dopo. Foscolo ricade in nuove difficoltà economiche; nel 1812 ripara a Firenze, dove corteggia la bella Eleonora Nencini e intrattiene una dolce relazione amorosa con Quirina Mocenni. Al crollo del regime napoleonico rientra a Milano per riprendere il suo posto nell'esercito e difendere il Regno Italico. In un primo momento si mette a disposizione del viceré Eugenio Beauharnais. Poi, invece, quando gli austriaci entrano a Milano è sul punto di accettare la proposta di preparare per loro un periodico, ma, tenendo fede ai suoi principi di «libero scrittore», fugge da Milano e prende la via dell'esilio. Si stabilisce alla fine del 1816 a Londra. Qui inizialmente viene accolto con favore nei circoli letterari e culturali, ma presto, per il desiderio di vivere in un ambiente di raffinata eleganza, si avventura in imprese economiche rovinose. Dopo aver passato un breve periodo in prigione a causa dei debiti contratti, è costretto a vivere sotto falso nome per non farsi raggiungere dai creditori. La vicinanza amorosa della figlia Floriana e l'affetto di alcuni pochi amici vengono a temperare la solitudine, i disagi, le tristezze e la malattia degli ultimi anni. Niccolò Ugo Foscolo muore, per idropisia, il 10 settembre 1827 e solamente dopo
l'unità d'italia, nel 1871, le spoglie sono state collocate a Firenze, nella chiesa di Santa Croce, accanto ai grandi italiani. La vita di Foscolo è una biografia romantica, la testimonianza di un grande esempio di coerenza e lealtà, di fedeltà assoluta ai propri ideali, che mai tradì, al punto di lasciarsi alle spalle la fama e l ammirazione conquistate e fuggire in un esilio di miseria e privazioni pur di non chinare la testa vilmente agli austriaci. Della sua vita è necessario sottolineare la nascita in un luogo greco che gli fece amare il mondo classico; la sua vita di soldato che ci fa capire il suo attivismo, l eroismo, il patriottismo; l amore per Venezia e i suoi ideali politici che condizionarono gran parte della sua vita; le sue scelte poetiche tra neoclassicismo e preromanticismo. Nel Foscolo la vita e l'arte sono indissolubilmente legate: L ode a Bonaparte liberatore testimonia la sua fiducia, poi tradita, in Napoleone, le Ultime lettere di Jacopo Ortis testimoniano del suo esilio da Venezia e la sua delusione politica, i Sonetti sono frammenti della sua vita, e così via. Le opere I primi frutti della sua indole ribelle furono il Tieste, una tragedia alfierana densa di furore libertario e A Bonaparte liberatore, ode in cui salutava la venuta del condottiero illudendosi che avrebbe liberato l Italia. Le ultime lettere di Jacopo Ortis sono la prima opera compiuta di Foscolo; è un romanzo epistolare, cioè articolato in una serie di lettere che il protagonista, Jacopo Ortis, invia all amico Lorenzo Alderani, dai Colli Euganei, dove si è rifugiato dopo il trattato di Campoformio, con cui Bonaparte cede Venezia all'austria (1797). Attraverso le lettere si sviluppa anche il tema amoroso: Jacopo incontra Teresa, già promessa sposa ad Orlando e se ne innamora senza speranza e quando la donna si sposa, Ortis, disperato per la delusione amorosa, ma anche per quella patriottica, si uccide. Il romanzo ha un carattere autobiografico, sia per la vicenda politica, sia per quella amorosa, in cui si adombra la sua passione non corrisposta per Teresa Pickler, la moglie dell amico Vincenzo Monti. Sono presenti però anche influssi letterari di altre opere, come I dolori del giovane Werther di W. Goethe e La Nuova Eloisa di J.J. Rousseau, le cui trame vertono sulla disillusione amorosa. Ciò che rende nuova l opera, è il tema del dolore per la perdita della patria, il sentirsi privati del retroterra culturale che ogni uomo deve avere, quale sicuro punto di riferimento della propria esistenza e senza il quale non vi può essere che la morte. L opera esprime un disagio esistenziale e politico personale e di un intera generazione, vittima di illusioni continuamente spente e riaccese dall ambiguità della politica napoleonica. Con l Ortis Foscolo si inserisce in una dimensione europea, grazie agli spunti provenienti da altre letterature, per la volontà dell autore di porre la cultura italiana su un piano meno provinciale. L opera presenta, però, diversi caratteri negativi: l eccessiva passionalità, l esagerata enfasi oratoria, la mancanza di organicità tra i temi dell amore, della politica, della critica alla società, dell ammirazione per i grandi del passato. Il romanzo fu molto caro a Foscolo per la forte vena di soggettivismo in esso presente: il protagonista è Jacopo - Foscolo, ma mentre Jacopo si suicida perché è, in ultima analisi, un asociale che rifiuta la realtà (benché alcuni critici lo considerino l emblema dell animo nobile che
coraggiosamente si pone contro la realtà a costo della vita), Foscolo reagisce ad essa, attraverso un attiva lotta politica ed un intensa partecipazione ai fatti del tempo. I Sonetti sono dodici e scritti fra il 1798 e il 1803. In essi F. riprende i temi dell Ortis e soprattutto i primi otto hanno toni tragici e melodrammatici. Gli ultimi quattro, A Zacinto, Alla Sera, In morte del fratello Giovanni, Alla Musa, i più famosi, fondono in modo rigoroso dal punto di vista stilistico il sentimento con i temi. I temi ricorrenti sono la passione amorosa, la meditazione sulla propria vita, il ricordo del fratello suicida, temi che rappresentano l aspetto più romantico di Foscolo. I momenti di pura contemplazione della bellezza, invece, costituiscono l aspetto neoclassico del poeta. Temi della cultura classica greca, come il culto del sepolcro, si arricchiscono della sensibilità nordica e della lezione della poesia sepolcrale inglese. Il neoclassicismo foscoliano in effetti si arricchisce di spunti moderni: la morte è un momento di pace, il sepolcro è il luogo in cui si attua una corrispondenza di amorosi sensi e si riunisce idealmente la famiglia, l esilio e l amor di patria, tutti temi già presenti nell Ortis, ma ora espressi con maggior meditazione e maturità interiore grazie all influsso dei classici latini e greci. Le Odi sono due: A Luigia Pallavicini caduta da cavallo All'amica risanata. Scritte tra 1800 e il 1803, rappresentano la più autentica espressione dell adesione di Foscolo al Neoclassicismo. Nella prima si parla soprattutto della bellezza, difatti in quest'opera la preoccupazione del poeta è quella di vedere ritornare l'antica bellezza nella donna ferita ed esorta le Grazie (divinità) a guarire la sua donna, la quale caduta da cavallo come la Dea Diana guarirà più bella di prima. Nella seconda ode festeggia la guarigione della sua donna, Antonietta Fagnani Arese, dopo una malattia. In entrambe le odi le donne sono trasfigurate in dee, per poter celebrare la bellezza non come attributo umano, ma divino, in grado di svolgere una funzione rasserenatrice e civilizzatrice. La celebrazione del mito della bellezza che serve a consolare gli uomini rappresenta la concretizzazione poetica delle tesi di Winckelmann. Dei Sepolcri è un carme il cui fondamento è costituito dalla teoria delle illusioni. Scritto nel 1806, influirono sulla sua stesura sia la diffusione della poesia sepolcrale in Italia, sia la particolare sensibilità di Foscolo per il tema della tomba (Vedi A Zacinto, In morte del fratello Giovanni), sia l amicizia con il poeta Ippolito Pindemonte che intendeva scrivere un poemetto sui cimiteri, sia, infine, l Editto di Saint Cloud, legge con cui Napoleone poneva i cimiteri lontani dalle città e fissava principi egualitari anche per i cimiteri, con l abolizione di scritte sulle tombe, proibendo la differenza tra morti comuni e morti illustri. Il carme presenta una struttura a quadri (quattro più l introduzione) ed in ognuno di essi espone una sua tesi sulla funzione del sepolcro, tesi arricchita da esempi - simbolo del concetto espresso dal poeta.
Nell esordio Foscolo, sulla base delle tesi materialistiche e meccanicistiche (tutto è materia e tutto è destinato a finire), nega il valore della tomba per il morto e ne asserisce l utilità per i vivi (corrispondenza di amorosi sensi), il valore affettivo- familiare, il valore civile, il valore patriottico, il valore artistico. Si tratta sempre di illusioni: la prima (valore affettivo- familiare) è propria del vivo, che spera di continuare a vivere nel ricordo dei cari grazie alla tomba ed è anche l illusione sentimentale e privata del poeta [esempio: Parini]; la seconda (valore civile) riprende dal filosofo Gian Battista Vico la concezione di un umanità uscita da uno stato di barbarie con la creazione delle istituzioni e delle tombe [esempio: Nelson]; la terza (valore patriottico) è legata alla sfiducia che Foscolo provava per la classe politicosociale (aristocrazia e borghesia) che avrebbe dovuto condurre la società al miglioramento facendo da guida alla nazione nella lotta per l indipendenza e invece si dimostrava senza spina dorsale; la quarta (valore artistico) evidenzia la capacità delle tombe degli artisti di ispirare grande poesia [esempi: Machiavelli, Michelangelo, Galilei, Dante, Petrarca, Alfieri, gli eroi greci] Infine, però, anche il sepolcro è destinato ad essere distrutto dalla furia inesorabile del tempo e ciò che resterà immortale sarà solo la poesia [esempio: Omero]: nasce una nuova e più profonda illusione, la funzione eternatrice della poesia, oltre a quella consolatrice. Nel Carme s intrecciano motivi illuministici, motivi preromantici e motivi neoclassici. Sono illuministici i temi del Materialismo, del sensismo, la struttura argomentativa razionale e rigorosa; sono preromantici l attenzione alla componente irrazionale della vita umana, fatta di illusioni, paure, sogni, sentimenti, il sentimento romantico della morte e quello delle illusioni che ci permettono di sopravvivere, la descrizione dei cimiteri; sono neoclassici i riferimenti mitologici, la concezione della poesia, l ammirazione per il mondo antico. La teoria delle illusioni Dopo il trattato di Campoformio e con il fallimento della Rivoluzione francese, Foscolo diventa consapevole della vera essenza dello Stato: lo Stato non può essere libero, come affermava l Illuminismo, poiché deve necessariamente instaurare nella società un rapporto di forza, affinché questa obbedisca alle leggi. Crolla l ideale della collaborazione tra sovrani ed intellettuali, crolla l idea che lo Stato possa garantire il progresso sociale. Si sviluppa in Foscolo, quindi, un forte pessimismo scaturito dalla consapevolezza che i rapporti sono dominati dalla forza. Tuttavia il poeta è convinto che negli uomini esistano delle facoltà (come già affermava Rousseau), delle capacità, proprie della natura umana, di creare nel mondo esterno gli elementi della propria sopravvivenza e conservazione. Fra queste facoltà primeggia quella di crearsi dei valori di vita, quali l amore per la patria, il senso della famiglia, l ideale del sepolcro. Tali valori per il poeta sono illusioni, in quanto frutto del sentimento, del cuore e destinati ad essere distrutte continuamente dalla ragione. Il nostro cuore, tuttavia, le fa costantemente rinascere poiché solo esse giustificano la realtà e costituiscono il motivo per continuare a vivere. In tal senso si può parlare di una vera e propria religione laica, poiché nelle illusioni l uomo ha fede e solo grazie ad esse può accettare e giustificare la realtà.
Le Grazie sono un carme articolato in tre canti: il primo a Venere, espressione mitologica della bellezza; il secondo a Vesta, dea del focolare domestico, e il terzo a Pallade, dea delle arti. L idea nacque quando Foscolo vide lo scultore Canova lavorare intorno al gruppo delle Grazie. Con quest'opera il poeta canta gli aspetti più nobili della civiltà umana, che sono state insegnati agli uomini dalle Grazie, le tre figlie di Giove: la bellezza, l arte, la civiltà, la poesia. Nelle Grazie Foscolo sostituisce al mondo appassionato e drammatico dei Sepolcri, il sogno consolatore di un mondo sereno, perfetto, incorruttibile ed armonico, quello dell antica Ellade; all esaltazione di valori quali l eroismo, la passione, l amore per la patria e la funzione civile delle tombe, la celebrazione della poesia nella sua funzione civilizzatrice e consolatrice; al riferimento costante alla realtà, alla storia e alla politica, la mancanza totale di precisi riferimenti spaziali o temporali. La materia delle Grazie perde il carattere autobiografico e diventa universale, esprimendo non solo la piena adesione al Neoclassicismo, ma anche la delusione storica di Foscolo e l esigenza di staccarsi dal mondo contemporaneo per rifugiarsi in un mondo dalla bellezza ideale, un paradiso irrimediabilmente perduto, che può essere sognato con nostalgia e malinconia, ma anche con la consapevolezza che non può essere ricreato nel presente. La poetica La posizione estetica di Foscolo è espressa dallo stesso poeta nel commento alla traduzione della Chioma di Berenice del poeta greco Callimaco. La poesia deve essere la sintesi di due momenti, il passionato e il mirabile. Il primo è generato dal cuore e dal sentimento, il secondo è la bella forma, il meraviglioso, che viene tratto dalla mitologia e dalla cultura classica. In altre parole la parte sentimentale della poesia deve essere espressa non in modo tumultuoso e disorganico, ma, seguendo la lezione dei classici, in modo armonioso ed equilibrato. Inoltre alla poesia viene attribuito un ruolo fondamentale: essa è l unica, quando anche le tombe saranno distrutti dalla furia del tempo, a rendere eterni ed immortali, a far rivivere l uomo attraverso le sue opere. Per questo essa è la regina delle illusioni, alimentatrice di valori e ed eternatrice di virtù.