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GIOVEDÌ 1 DICEMBRE 2011 ANNO 136 - N. 285 In Italia con "Sette" EURO 1,50 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 6339 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 Fondato nel 1876 www.corriere.it Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 Parla Ozpetek Le idee e il futuro Con Sette «Racconto la paura Editori, coraggio: Maestri del pensiero e rifiuto la morte» imparate a dire «no» Benedetto Croce di Valerio Cappelli a pagina 51 di Roberto Calasso alle pagine 44 e 45 Oggi in edicola a 1,50 euro più il prezzo del quotidiano INTERVENTI EFFICACI ED ESEMPI UTILI CIÒ CHE CONTA È LA QUALITÀ di ALBERTO ALESINA e FRANCESCO GIAVAZZI Il premier: pareggio di bilancio nel 2013, no ai riti del passato prima delle riforme «Troppi rischi, agire subito» Monti a Bruxelles. Banche centrali in campo, su le Borse Risparmio REDDITI, CASE E AUTO: RADIOGRAFIA DEGLI ITALIANI 11201> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 Gli interventi di politica economica che il governo annuncerà lunedì sono cruciali per l Italia e per il futuro dell euro. Non è un esagerazione dire che il mondo intero ci sta guardando con apprensione. Queste misure, tuttavia, produrranno effetti molto diversi fra loro a seconda di come saranno congegnate. Potrebbero essere deflattive, cioè accelerare la caduta dei consumi e degli investimenti, e spingere l Italia in recessione. Se così fosse gli spread, anziché ridursi, aumenterebbero, creando un circolo vizioso. Oppure potrebbero segnare una svolta, comunicare agli investitori e al mondo intero che l Italia ha capito l origine dei suoi mali, che è disposta a lavorare di più, a pagare le imposte con più equità, a evitare l assistenzialismo riducendo la spesa pubblica. È vero che le politiche per la crescita hanno bisogno di tempo per produrre effetti concreti, ma gli investitori guardano lontano: l annuncio credibile di riforme incisive potrebbe avere effetti immediati sugli spread e quindi sul costo del debito pubblico e sulla disponibilità di credito per le aziende. È accaduto in molti Paesi. Ma come fare? Innanzitutto bisogna smetterla di pensare solo alla cifra finale: una manovra di 20 miliardi sì, di 15 o 25 no! La composizione della manovra sarà molto più importante del saldo finale. Misure per 25 miliardi, ma che potrebbero accelerare la recessione, finirebbero per ridurre di molto le entrate facendo saltare il saldo previsto. Una manovra più leggera, ma che aiutasse la crescita, potrebbe invece valere molto di più. Gli interventi più efficaci sono quelli che inducono a lavorare di più, perché più a lungo si lavora, meno lo Stato spende, e più aumenta il reddito e quindi la capacità di spesa delle famiglie. Quindi è giusto innalzare l età della pensione e riformare con equità le pensioni di anzianità. Ed è meglio prevedere un anno di lavoro in più che cancellare l adeguamento per l inflazione di chi già è in pensione, una misura che invece ridurrebbe i consumi. Bene anche una tassazione preferenziale per le donne (annunciata dal presidente del Consiglio nel suo discorso alle Camere) che incentiverebbe sia le donne a partecipare al mercato del lavoro, sia le imprese ad assumerle, sia le coppie a riequilibrare i compiti all interno della famiglia, liberando risorse femminili oggi sprecate. E meglio tassare di più gli immobili (in modo progressivo) e meno il lavoro. Va nella medesima direzione la modifica dei contratti di lavoro e l introduzione di un contratto unico che riduca la precarietà dei giovani. L incertezza in cui essi oggi vivono non consente di «prendere in mano la vita», formare una famiglia, accendere un mutuo: anche questo limita i consumi per non parlare della qualità della loro vita. Ma l aspetto più importante perché la manovra non ci faccia cadere nella spirale della deflazione è trasmettere il senso che si è voltata pagina. Per questo gli interventi sui costi della politica e sulla trasparenza delle nomine pubbliche (Finmeccanica) è tanto importante. I cittadini devono esser convinti che si è voltata pagina anche per i politici e per chi gode di privilegi ingiusti. E lo si faccia senza esitazione. Gli spread sono influenzati molto da aspetti psicologici, dalle aspettative sul futuro, dalla fiducia nel Paese. La fiducia non la si riconquista con un saldo di 25 invece che 20 miliardi, ma con un pacchetto di riforme che segnali una svolta vera. La manovra, che verrà approvata in fretta, sarà una «cura di lungo periodo» di cui beneficeranno i cittadini, i giovani e chi «non è ancora nato». Il premier Monti a Bruxelles: troppi rischi, bisogna agire subito, pareggio di bilancio nel 2013. Banche centrali in campo contro la crisi, Borse in rialzo. IL (DEBOLE) TRIUMVIRATO PER DIFENDERE L EURO di FEDERICO FUBINI Q ualcosa vorrà pur dire se Goldman Sachs, l archetipo della banca di Wall Street, a questo punto rovescia il suo giudizio sui Bund. Erano l ultimo rifugio su fondamenta di granito, ora sono diventati merce da vendere come fossero carta «italiana». Gran Bretagna Pensioni e welfare: il più grande sciopero dagli anni 70 di FABIO CAVALERA Due milioni di lavoratori del pubblico impiego hanno scioperato nel Regno Unito per protestare contro la riforma delle pensioni statali proposta dal governo: maggiori versamenti del 3% e assegno calcolato sulla media retributiva dell intera carriera lavorativa, non più sulle ultime buste paga. (Nella foto, un cartello con la scritta «Giù le mani dalle nostre pensioni» appoggiato al monumento dedicato agli eroi della Battaglia d Inghilterra, 1940-1941, a Londra). A PAGINA 6 Giannelli Un decreto (che va cambiato) impedisce di mettere in galera i tombaroli Parlamentare del Pd «Sono senatore» Supera i controlli e si porta in aereo lo spumante di ALESSANDRA ARACHI A PAGINA 15 Ambiente Durban lancia l allarme acqua Accuse all Italia: sprechi esagerati In primo piano Previdenza e tasse Così gli «invisibili» tornano in gioco Il grande inganno delle regole che frenano il credito di MASSIMO MUCCHETTI LA ZONA GRIGIA DEI NUOVI BOSS di GIOVANNI BIANCONI Nella «zona grigia» i boss s incontrano o hanno contatti con magistrati, politici, avvocati, medici, esponenti delle forze dell ordine da cui succhiano favori, informazioni e prestazioni (debitamente ricambiate) che contribuiscono al rafforzamento dei clan. A PAGINA 23 A PAGINA 33 A PAGINA 48 Appalti e rifiuti di ENRICO MARRO Denunciano redditi inferiori rispetto ai lavoratori dipendenti, ma hanno una ricchezza immobiliare maggiore. Un indagine della Uil sui numeri delle Finanze riguardanti tenore di vita, investimenti e case conferma come l evasione fiscale «sia più alta nelle categorie non sottoposte al sostituto d imposta». Risulta tra l altro che i lavoratori dipendenti hanno in media un reddito di 21.098 euro, i pensionati di 14.586 e gli autonomi di 19.504. A PAGINA 17 Dieci arresti, a un magistrato hotel gratis e prostitute di LUIGI FERRARELLA Magistrati in tabaccheria per fax anti intercettazioni, o in hotel con escort pagate dai boss i cui parenti cercano notizie dagli 007: dieci arresti di ndrangheta tra Milano e la Calabria. ALLE PAGINE 22 E 23 Gori, Vecchi Predoni dell arte, impuniti per legge di GIAN ANTONIO STELLA talia, saccheggio del paradiso dell arte». Il nuo- «I vo ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi si stampi in testa questo titolo del Mundo. E cambi finalmente, subito, una legge infame. Quella che consente di arrestare un pensionato che ruba scatolette di tonno al supermercato ma non il trafficante che ha in mano il Cratere di Eufronio o altri pezzi da milioni di euro. CONTINUA A PAGINA 31 DA PAGINA 2 A PAGINA 5 CONTINUA ALLE PAGINE 2 E 3 REUTERS / TOBY MELVILLE di ALESSANDRA MANGIAROTTI di DARIO DI VICO A PAGINA 16 Giudici, politici e 007: la rete della ndrangheta dalla Calabria a Milano In cella per tangenti il vicepresidente del Consiglio lombardo di CLAUDIO DEL FRATE Il vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, Franco Nicoli Cristiani (Pdl), 68 anni, è stato arrestato a Brescia per una presunta tangente da 100 mila euro nell ambito di un inchiesta su appalti e traffico di rifiuti. Il pagamento della cifra sarebbe stato perfezionato a Milano, nel ristorante milanese «da Berti». Che, come recita il sito Internet del raffinato locale, era anticamente conosciuto con il nome di «"osteria dei ladri", per l abile professione dei suoi frequentatori». ALLE PAGINE 24 E 25 Brontesi

Giovedì 1 Dicembre 2011 Corriere della Sera 2 Primo Piano # Il debito L Ecofin Bruxelles A lato, il premier Mario Monti con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. A destra, con Mario Draghi Monti all Ue: manovra lunedì Agire ora o conseguenze gravi Il premier: «Cercherò di seguire i sondaggi il meno possibile» Il viceministro Quell ipotesi degli swap sul debito DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BRUXELLES In attesa che il prossimo vertice dei capi di governo dell Ue decida come frenare collettivamente l attacco della speculazione ai titoli di Stato italiani e degli altri Paesi a rischio, a Roma stanno valutando tutto quello che possono fare a livello nazionale. Il neo-viceministro dell Economia Vittorio Grilli, che con la direzione generale del ministero ha dovuto lasciare (per incompatibilità) anche gli incarichi europei al vertice del comitato Ecofin e del fondo salva Stati, ha detto che vengono considerate «tutte le idee». In particolare ha confermato attenzione all ipotesi di ricorrere a quello che ha definito in gergo finanziario «debt equity swap». In pratica consentirebbe di accettare i titoli di Stato come pagamento delle privatizzazioni e delle altre vendite di beni pubblici in arrivo (orientativamente stimate in 5 miliardi di euro l anno per tre anni). In questo modo, oltre a gratificare quanti hanno dato fiducia all Italia mantenendo il possesso dei titoli di Stato, il rientro dei Btp e dei Cct degli acquirenti garantirebbe l uso degli introiti esclusivamente per ridurre il debito pubblico e la conseguente spesa per gli interessi. I.C. DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BRUXELLES Per quella che definisce «una vasta operazione di politica economica», che verrà approvata lunedì prossimo, Mario Monti parla espressamente di «cura di lungo periodo», di cui beneficeranno i cittadini, gli italiani, i giovani e anche coloro «che non sono ancora nati». Non è una notazione indifferente e lo stesso presidente del Consiglio rimarca che i colleghi europei, durante le riunioni finanziarie, gli hanno in sostanza invidiato «la straordinaria ampiezza della fiducia in Parlamento» e il consenso che in questo momento riscuote nel Paese, «anche se cercherò di seguire i sondaggi il meno possibile». Ma il fatto di citare nell ordine i cittadini, gli italiani, i giovani e le generazioni venture non è evidentemente casuale: «La maggiore innovazione» delle riforme sarà «sul lato delle crescita». E anche se in Italia si levano le prime critiche, da sindacati e dal Pd, sulle indiscrezioni filtrate in tema di previdenza, Monti rimarca proprio questo Il programma La «cura di lungo periodo» Pacchetto di misure entro Natale I timori di Sarkò, i vincoli della Merkel Il «triumvirato debole» con il premier SEGUE DALLA PRIMA Secondo gli analisti di Goldman si può arrivare a un rendimento dei bond decennali di Berlino fino al 2,80%, quando invece viaggiavano sotto al 2% una settimana fa: il consiglio ora è di «venderli direttamente allo scoperto». Qualcosa vorrà pur dire, ma forse non sono solo cattive notizie. Gli analisti di Goldman si sono convinti che l Europa stia accelerando verso il finale di partita e l esito più probabile sarà una qualche messa in comune dei La manovra che il presidente del consiglio Mario Monti ha definito «la cura di lungo periodo», potrebbe essere del valore dai 12 ai 20 miliardi di euro. Rigore, crescita ed equità i tre temi su cui sta lavorando l esecutivo La manovra che arriverà in consiglio dei ministri il 5 dicembre, diventerà legge entro Natale. Tra i temi su cui si sta lavorando la stretta sulle pensioni, il ritorno dell'ici, la patrimoniale sulle grandi ricchezze e un piano per la crescita Retroscena In campagna elettorale, l inquilino dell Eliseo potrebbe diventare sempre meno aperto ai compromessi debiti. Magari attraverso una forma di «eurobond» o grazie ad acquisti massicci da parte della Bce. Forse di tutti i debiti o più probabilmente solo di una parte di essi. Tramite garanzie piene all emissione o magari solo dimezzate. Ma Goldman Sachs ritiene che la Germania dovrà comunque farsi carico di un parte (importante) del riequilibrio di un unione monetaria di cui la crisi ha messo a nudo le falle strutturali. Angela Merkel lo sa. Il 23 settembre al Bundestag la cancelliera tedesca ha ricordato ai suoi deputati che il Conti in ordine Il premier ha ribadito ieri al consiglio Ecofin che sarà garantito il pareggio di bilancio nel 2013 La telefonata di Christine e il no dell Italia crollo della fiducia nell euro è sì colpa dei Paesi indisciplinati e poco competitivi; ma anche ha aggiunto di «carenze fondamentali nella costruzione dell unione economica e monetaria». Pesa la mancanza di un sistema di vigilanza bancaria e gestione del debito comuni, non solo di ingranaggi più duri per imporre la disciplina. L implicazione è che prima o poi anche la Germania dovrà accettare questa realtà: così pensa Goldman Sachs quando dice che il debito di Berlino è meno solido di prima, proprio perché sta diventando meno tedesco e più europeo. Quando però ha visto Mario Monti e Nicolas Sarkozy, Merkel ha fatto capire che non sarà così semplice. Lei non è la Germania: ne è solo il volto dato: il governo ritiene di avere dalla sua parte un consenso non indifferente, al di là delle legittime richieste dei corpi intermedi e di rappresentanza. E' una dimostrazione di forza e al contempo di fiducia nelle proprie capacità, nel mandato ricevuto dal Parlamento. «Agli italiani aggiunge ancora il premier dirò sempre quello che facciamo». Certo, «ci saranno consultazioni» con i sindacati, prima del varo delle misure, «nei limiti del tempo consentito» da una tabella di marcia che è dettata dall urgenza della crisi e che ha i caratteri del «record di velocità», ma nel quadro di una linea tracciata e ineludibile, il cui approdo, come ha ribadito ieri il premier all Ecofin, è il pareggio di bilancio nel 2013. Ecco perché la parola «consultazioni», in bocca al premier, nel corso della conferenza stampa nel Palazzo del Consiglio europeo, con a fianco il neo viceministro all Economia, Vittorio Grilli, è quasi un'incidentale. Il concetto principale è un altro, ovvero quello dell «appello», lui dice così, che si appresta a rivolgere al Parlamento e all intero Paese, «per dire che siamo in una situazione straordinaria» e per invocare «un senso collettivo di urgenza e responsabilità», viceversa, avverte ancora, «le conseguenze sarebbero molto gravi per tutti». Se il concetto non fosse ancora chiaro Monti ne aggiunge un altro: sia il Parlamento che le parti sociali, che pure «stanno su livelli diversi» di rappresentanza («il primo ad un livello più alto»), hanno «dietro di loro i cittadini», che in questo momento «sembrano apprezzare il lavoro di un gruppo di persone che si apprestano a fare delle cose che le ritualità del passato non ha consentito». Insomma non saranno alcune resistenze, o le legittime aspirazioni di dialettica sociale, o se vogliamo «le ritualità» del passato, a fermare il ventaglio di riforme che il governo si appresta a varare, per ritornare venerdì prossimo in Europa con un pacchetto di misure chiare e definite. Riforme che «avranno effetti sul disavanzo pubblico a breve termine, anche per reagire ad un eventuale deterioramento del ciclo economico»; anche se a questo proposito Monti continua a non svelare l entità dell correzione che sarà data ai conti pubblici. La settimana prossima, alla fine del Consiglio europeo, «un appuntamento fondamentale», sarà stato impostato il grosso del lavoro per reagire alla crisi: dall Italia e dagli altri partner, sottolinea il capo del governo, e allora «vedremo la reazione dei mercati, che non che incassa critiche di ogni tipo dal resto del mondo. Ma la Germania con la quale la cancelliera deve confrontarsi ogni giorno le sta opponendo almeno quattro ostacoli. I primi due riguardano le resistenze nel suo stesso gruppo parlamentare CDU-CSU e degli alleati liberali. Ma gli altri due sono più delicati perché coinvolgono le sacre istituzioni indipendenti della Repubblica, la Corte costituzionale di Karlsruhe e Gli ostacoli tedeschi La cancelliera deve tenere conto del ruolo della Corte costituzionale e di quello della Bundesbank sono divinità ma nemmeno devono essere demonizzati, perché hanno il pregio di essere un indicatore di quello che si sta facendo». A quell appuntamento il presidente del Consiglio vuole arrivare nelle migliori condizioni possibili («nei prossimi giorni sia la Merkel che Sarkozy faranno dei discorsi importanti sul futuro dell Unione, io invece parlerò con le misure»), nel contesto di una Ue capace di riformarsi («ci saranno dei cambiamenti limitati ai Trattati») e che «non ha bisogno di essere imbrattata da politici nazionali che scaricano le responsabilità ad altri». Marco Galluzzo la Bundesbank. In settembre la Corte ha fissato limiti stretti a ogni trasferimento di fondi a altri Stati. E negli ultimi mesi già due Bundesbänker hanno sbattuto la porta e se ne sono andati disgustati dai (timidi) aiuti della Bce a Italia, Spagna o Grecia: lo ha fatto il presidente Axel Weber a primavera e il capoeconomista tedesco della Bce Jürgen Stark in estate. Che credibilità resterebbe a Angela Merkel in caso di nuove dimissioni alla Buba? Non molta più di quella di cui oggi dispone Sarkozy. Il presidente francese, seconda forza del «triumvirato» che giovedì scorso si è riunito a Strasburgo, sta entrando in campagna elettorale sotto la peggiore delle congiunzioni astrali. François Hollande, il suo sfidante socialista, è avanti nei

Corriere della Sera Giovedì 1 Dicembre 2011 Primo Piano 3 # Manovre a confronto Il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, con i ministri delle Finanze spagnolo e francese, Elena Salgado e François Baroin ieri in apertura del consiglio Ecofin. I tre Paesi sono di recente intervenuti con misure sui conti pubblici per ammortizzare l impatto della crisi dell euro Il vertice dei ministri Manca ancora la chiarezza sui meccanismi di sostegno dei Paesi in difficoltà e sul ruolo di Bce e Fmi L Europa rilancia il Fondo salvataggi Grilli: funzionerà dalle prossime settimane. Stallo sulla sorveglianza 91,7% il debito pubblico della Francia in rapporto al Pil nel 2013 secondo la Commissione europea 5,8% il deficit pubblico della Francia in rapporto al Pil nel 2011 secondo la Commissione europea sondaggi in vista del voto per l Eliseo il 6 maggio. E l economia, forse già in recessione, va anche peggio di come sembra: la disoccupazione è inchiodata al 10% anche escludendo dal conto i milioni di giovani che un lavoro non l hanno mai visto. Il deficit pubblico nel 2013, sopra il 5% del Pil, promette di essere in linea con quello greco e lontano anni luce dal pareggio di bilancio italiano. E il debito in tre anni sta salendo di dieci punti, una dinamica potenzialmente esplosiva sopra il 90% del Pil. Per non parlare degli scricchiolii delle banche che minacciano appelli al salvataggio. Non sono dati da «tripla A», sono dati da contagio finanziario che può far rotolare la testa di un leader anche a Parigi. Non è un equazione che permetta a Sarkozy di fare campagna da «buon cittadino» d Europa disposto ai compromessi. Si spiegano così gli sguardi di panico del presidente a Strasburgo e le forzature di questi giorni. La più evidente è la campagna per imporre il (bravo) francese Benoît Coeuré come capoeconomista della Bce al posto del tedesco Jörg Asmussen, come fosse una buona idea irritare la Germania propria quando invece va convinta. Ma la forzatura più sottile è anche la partita dietro le quinte di Sarkozy per spingere l Italia a chiedere un aiuto al Fondo monetario internazionale, nella speranza di fermare il contagio sui passi alpini di Tenda e di Briga. Domenica scorsa il direttore del Fmi, l ex ministro francese Christine Lagarde, ha chiamato Mario Monti per sollecitarlo. Il premier ha cortesemente declinato: è lui il terzo uomo del triumvirato debole d Europa, ma forse è quello che oggi può permettersi il più ampio spazio di manovra a Bruxelles e nella sua capitale. La sua speranza è che la somma di tre debolezze produca, se non una forza, almeno un equilibrio per non andare a fondo. Federico Fubini twitter@federicofubini I protagonisti Berlino Angela Merkel Parigi Nicolas Sarkozy Fmi Christine Lagarde Fondo Efsf Klaus Regling Le condizioni della Merkel 1La cancelliera tedesca Angela Merkel potrebbe dare un primo via libera ad un maggior ruolo della Banca Centrale europea per il salvataggio dell euro, a condizione che diventi più stringente la vigilanza incrociata sui bilanci nazionali Le pressioni di Parigi su Roma 2La Francia di Nicolas Sarkozy nelle scorse settimane ha visto in bilico il giudizio della tripla A, la massima valutazione della agenzie di rating. Parigi spinge perché l Italia chieda l intervento dell Fmi e perché la Bce diventi un prestatore di ultima istanza Fondo monetario, la via dei prestiti 3Il Fondo monetario internazionale (nella foto, il direttore Christine Lagarde) potrebbe mettere in campo un prestito per sostenere le eventuali difficoltà di Paesi come Italia e Spagna. Ma non ce n è stata richiesta e l Fmi non ha risorse sufficienti Fondo salvataggi in difficoltà 4Sul tavolo dell Ecofin di ieri anche il Fondo salvataggi, lo strumento messo a punto per far fronte alle situazioni di difficoltà. Finora è intervenuto per Irlanda, Portogallo e Grecia. Ma il fondo fatica a finanziarsi a sufficienza DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BRUXELLES Le divisioni tra Germania e Francia, dalla riforma dei Trattati al maggiore coinvolgimento anticrisi della Bce di Mario Draghi e del Fmi di Washington, non hanno consentito all Eurogruppo/Ecofin dei ministri finanziari di concludere accordi significativi su come salvare l euro dagli attacchi della speculazione. Le decisioni fondamentali su come aiutare l Italia e gli altri Paesi in difficoltà sono state rinviate al Consiglio dei capi di Stato e di governo in programma l 8 e il 9 dicembre prossimi a Bruxelles. In quella sede sono state spostate anche le pressanti richieste di sostegno al sistema bancario in grave crisi di liquidità. Il vicepresidente della Commissione, il finlandese Olli Rehn, ha parlato di «dieci giorni cruciali per l Eurozona», che possono portare «al rafforzamento delle euro» o alla «graduale disintegrazione di cinquant anni di integrazione europea». Il premier e ministro dell Economia Mario Monti, insieme al viceministro Vittorio Grilli, ha utilizzato la doppia riunione a Bruxelles per confermare l impegno del suo governo a varare lunedì 5 dicembre un piano di risanamento che rispetta gli impegni di rigore finanziario del precedente governo e punta maggiormente su «riforme per la crescita e l equità sociale». Monti ha garantito un «quid in più» per mantenere il «non facile» pareggio di bilancio nel 2013 anche con una crescita minore del previsto. Il premier e Grilli non hanno voluto quantificare a quanto ammonterà questa manovra aggiuntiva richiesta da Bruxelles. Monti rilanciato gli eurobond e ha ammesso che non c è accordo sul maggiore coinvolgimento della Bce, del Fmi e del fondo salva Stati (Efsf). La Francia preme. Ma la Germania sembra disponibile ad aperture solo dopo aver ottenuto la possibilità di «commissariare» i Paesi dell Eurozona con i conti pubblici fuori controllo. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha confermato solo l accordo dell Eurogruppo a maggiori finanziamenti dei singoli Paesi al Fmi, che può poi usarli nelle azioni anticrisi. «Non si è parlato di ruolo della Bce come prestatore di ultima istanza e non c è ancora chiarezza sul ruolo di Bce, Efsf, Fmi per contribuire a breve termine alla soluzione dei problemi», ha affermato Monti, confermando di aver avuto a Bruxelles un incontro bilaterale di cortesia simile a quelli con vari ministri presenti anche con il responsabile per l Europa del Fmi. Ha però smentito le voci di inizio della trattativa con l istituzione di Washington per un megaprestito all Italia e ha indicato il previsto arrivo della missione di controllo Fmi a Roma a dopo il vertice del 9 dicembre. Grilli ha detto di attendersi «nelle prossime settimane» che il fondo salva Stati possa intervenire operativamente a difesa dei titoli degli Stati in difficoltà con le nuove funzioni di garanzia al 20-30% (sulle nuove emissioni) e di acquisto sul mercato. Starà al summit però decidere se aumentare l attuale importo verso i mille miliardi ritenuti necessari da vari governi. Ivo Caizzi

Giovedì 1 Dicembre 2011 Corriere della Sera 4 PERFORMANCE SULLA PUNTA DELLE DITA TACTILE TECHNOLOGY Sfiora il vetro tattile per provare l innovativa esperienza di un orologio sportivo con 11 funzioni tra cui bussola, marea, cronografo split e lap. IN TOUCH WITH YOUR TIME bussola lap split Scopri di più sul sito www.t-touch.com

Corriere della Sera Giovedì 1 Dicembre 2011 Primo Piano 5 L euro Il credito La ripresa americana procede, ma il ritmo di crescita si mantiene tra il lento e il moderato Ben Bernanke, presidente della Fed Banche centrali in campo, le Borse volano Intervento di Fed e Bce. Milano su del 4,38%. Spread a 474. Corre Wall Street Tajani L Europa per le pmi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES È davvero una scommessa, specie in tempi in cui si parla di credit crunch, disoccupazione che sale ancora, e cassa integrazione che non basta più a nascondere le falle del lavoro. È una scommessa, ma la Commissione Ue ha deciso di puntare lo stesso: 2,5 miliardi per aiutare le piccole e medie imprese, facilitare il loro accesso alla finanza e ai mercati dentro e fuori la Ue, e creare nuove iniziative soprattutto nel campo dell internazionalizzazione, sono il portafoglio-budget del «Programma per la competitività» presentato ieri. L obiettivo ufficiale messo nero su bianco è quello di assistere almeno 39 mila aziende ogni anno dal 2014 al 2020, aiutandole a creare o salvare 29.500 posti di lavoro e a lanciare 900 servizi o progetti di business. «Facilitare l accesso delle piccole e medie imprese alla finanza, ai mercati e all imprenditoria ha detto il vicepresidente della Commissione e commissario Ue all Industria Antonio Tajani è la chiave per superare la crisi. Il programma aiuterà a sprigionare il potenziale di crescita delle aziende, e dunque quello dell economia europea». Più ampia la platea del nuovo piano: gli imprenditori che godranno di un accesso più facile alle fonti di finanziamento; i cittadini che desiderano mettersi in proprio; e i governi, o le autorità competenti degli Stati Ue, che potranno contare su una guida per i loro tentativi di riforma nel campo delle piccole e medie imprese. L.Off. «Financial Times» Le critiche di Roubini e l elogio di Feldstein ROMA Aprono negative ma poi le Borse europee cambiano direzione e chiudono in deciso rialzo con Piazza Affari che addirittura mette a segno un guadagno del 4,38%. Anche il mercato dei titoli di Stato si distende e le pressioni in particolare sui Btp si attenuano determinando nei decennali una discesa dei rendimenti poco sopra al 7% e dello spread coi Bund tedeschi a 474 punti. La svolta arriva nel primo pomeriggio quando sui mercati si riversa la notizia di un intervento concertato delle banche centrali di Usa, Europa, Gran Bretagna, Canada, Giappone e Svizzera. L iniziativa la diminuzione dello 0,50% delle commissioni sugli swap in dollari è importante perché è diretta a fornire liquidità al sistema bancario e finanziario globale. E ad attenuare di conseguenza «le restrizioni sull'accesso al credito a imprese e famiglie» così da sostenere l economia in una fase in cui crescono i timori di una recessione. Inoltre, la Bce, la Bank of England, la Banca del Giappone, e la Banca nazionale svizzera continueranno «ad offrire aste a tre mesi» e «come misura d'emergenza» nel caso le condizioni del mercato lo richiedessero, convengono fin da ora «di stabilire accordi bilaterali di swap temporanei» per fornire liquidità in ogni area in qualsiasi delle rispettive valute. Plaude il governo di Washington: «Tali azioni contribuiranno ad allentare la pressione sul sistema finanziario europeo e a rafforzare la ripresa economica globale» commenta il segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner che certo conosce le ultime previsioni di crescita Usa «tra il lento e il moderato» fornite dal Beige book della Fed. In Europa c è meno entusiasmo: l'azione a sostegno della liquidità del sistema da parte delle Banche centrali «è stato molto utile, ma non sufficiente per affrontare alla radice le cause» della crisi del debito dell'eurozona, dice il ministro delle Finanze polacco, presidente di turno dell Ecofin, Jacek Rostowski. La reazione delle Borse è comunque immediata, l euforia prende il posto della depressione determinata dall incertezza sugli esiti dell Ecofin in svolgimento a Bruxelles per individuare le soluzioni per le crisi dei debiti sovrani. Wall Street apre in forte rialzo e dà un ulteriore spinta alle borse del Vecchio Continente che, come si è detto, riprendono vitalità: Milano chiude in rialzo del 4,38% trainata di titoli bancari, Francoforte avanza del 4,98%, Parigi e Amsterdam del 4,22%, Londra del 3,16% e Madrid del 3,96%. La borsa di New York termina in serata con un guadagno del 4,24%. L amministratore delegato Fiat-Chrysler Anche l euro torna a salire chiudendo sopra 1,34 dollari. La mossa coordinata delle banche centrali irrompe pure sul mercato mobiliare, dove i titoli italiani sin dalla mattina si muovono su uno spread con i bund tedeschi sopra i 500 punti. Anche in questo settore l inversione di rotta è repentina, le condizioni migliorano e in chiusura lo spread per i decennali si contrae fino a 474,1 punti con un rendimento pari a 7,02% dopo aver toccato il 7,38%. Sul fronte della liquidità si muove anche l Italia, sbloccando il Conto disponibilità del Tesoro presso la Banca d Italia Marchionne: fiducia in Monti, può fare storia MILANO «È tempo di lasciarlo lavorare». Così ieri Sergio Marchionne sul governo a guida Mario Monti. «La storia italiana è fatta di capitoli scritti da uomini che sono stati in grado di combattere per il cambiamento invece di proteggere lo status quo ha detto l amministratore delegato di Fiat e Chrysler. Ho grande (g.str.) Ieri aveva pubblicato un commento molto critico verso l Italia, firmato da Nouriel Roubini («È sempre più chiaro che il debito pubblico italiano ha scritto l economista è insostenibile e ha bisogno di una ristrutturazione ordinata per evitare un default disordinato»). Ma oggi sul «Financial Times» si torna a parlare di noi con toni ben più ottimistici. E con la voce di Martin Feldstein: il professore di L analisi L economista Martin Feldstein fiducia, il premier Mario Monti può essere fra questi». E poi ha aggiunto: «Io non faccio parte di un partito politico, non ho ambizioni politiche, mi occupo solo dell'efficienza del sistema: su Monti dico chiaro, è tempo di lasciarlo lavorare, spero che il Parlamento abbia la saggezza di non fermare il suo lavoro». Harvard, ex consigliere economico del presidente Usa Ronald Reagan, per cui l Italia può salvare la propria sovranità economica e l euro puntando al pareggio di bilancio con una manovra di appena il 3% del Pil e rimuovendo gli ostacoli alla crescita economica, riducendo in modo costante il peso del debito. E precisa Feldstein dalle colonne del quotidiano finanziario britannico senza chiedere aiuto o come da tempo chiede la Bce per ottenere certezza sui saldi. Un'operazione di «mero adempimento tecnico», «da non mettere in relazione con quanto comunicato oggi dalla Bce e dalle altre banche centrali» precisa il ministero di via XX settembre. Di fatto però gli investitori selezionati, con le banche in testa, potranno beneficiare dell impiego di tali risorse, o meglio dell ammontare che eccede la soglia massima remunerata da Bankitalia, perché il Tesoro farà una o due aste overnight al giorno, senza richiedere collaterali in garanzia. Ieri ad esempio ha assegnato 5,38 miliardi di euro attraverso due aste: 1,98 miliardi al tasso del 2% nella prima e 3,40 miliardi allo 0,99% nella seconda. Stefania Tamburello finanziamenti alle istituzioni internazionali. La situazione italiana è infatti «totalmente diversa da quella greca». In Italia, è l opinione di Feldstein, se le riforme aumentassero il tasso di crescita al 2%, quel fattore insieme a un bilancio in equilibrio a lungo termine «farebbero calare il debito pubblico dall attuale 120% del Pil a circa il 65% in 15 anni».