DIREZIONE GENERALE TERRITORIO E URBANISTICA FRANA DI BEMA: COMPLETAMENTO DELLE OPERE IDRAULICHE, CONSOLIDAMENTO DEI VERSANTI E COSTRUZIONE DEL RACCORDO ALLA SS 405, NEI COMUNI DI BEMA E COSIO VALTELLINO (SO), nell'ambito degli interventi previsti dal "Piano per la difesa del suolo e il riassetto idrogeologico" della Valtellina e delle adiacenti zone delle Province di Bergamo, Brescia, Como e Lecco, in attuazione dell'art. 3 della l. 102/1990. Autorità proponente: Comune di Bema. VERIFICA AI SENSI DELL'ART. 1 COMMA 6 E DELL'ART. 10 DEL D.P.R. 12.04.1996. IL DIRIGENTE DELL'UNITA' ORGANIZZATIVA PRESO ATTO del decreto n. 13393 del 24 maggio 2000 a firma del Presidente della Giunta Regionale, con il quale sono state attribuite le competenze all'assessore al Territorio e urbanistica; della deliberazione della Giunta Regionale n. VII/4 del 24 maggio 2000 con la quale sono state costituite le Direzioni Generali e nominati i Direttori; del decreto del direttore Generale della direzione Territorio e urbanistica n. 557 del 10 gennaio 2001 con il quale il Dirigente dell'unita' Organizzativa Sviluppo sostenibile del territorio è stato delegato a firmare gli atti e i provvedimenti rientranti nelle specifiche competenze attribuite con la d.g.r. n. 2764 del 22 dicembre 2000 "Aggiornamento dell'assetto organizzativo della Giunta Regionale"; VISTO il d.p.r. 12 aprile 1996 "Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'art. 40 comma 1, della legge n. 146/1994, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale", nel seguito richiamato semplicemente come "atto di indirizzo"; VISTA la l.r. 20/1999 "Norme in materia di impatto ambientale"; VISTE le deliberazioni della Giunta regionale: - 2 novembre 1998 n. VI/39305, avente ad oggetto "Approvazione documento circa la ricognizione delle procedure amministrative previste dal d.p.r. 12 aprile 1996 e dalla Direttiva del Consiglio del 27 giugno 1985 n. 337/85/CEE"; - 27 novembre 1998 n. VI/39975 relativa, tra l'altro, alle modalità di attuazione della procedura di verifica di cui al citato atto di indirizzo e coordinamento; - 5 febbraio 1999 n. VI/41269, recante modifiche alla citata d.g.r. n. VI/39975, nonché integrazioni alla d.g.r. del 3 dicembre 1998 n. VI/40137 concernente gli atti spettanti alla dirigenza della direzione Generale Urbanistica; preso atto: a) che il 29.10.2001 è pervenuta alla Struttura Valutazione impatto ambientale della U.O. Sviluppo sostenibile del territorio della D.G. Territorio e urbanistica - da parte del Comune di Bema - la richiesta di verifica, ai sensi dell'art. 1.6 dell'atto di indirizzo, della assoggettabilità alla procedura di valutazione dell'impatto ambientale del progetto "frana di Bema: completamento delle opere idrauliche, consolidamento dei versanti e costruzione del raccordo alla SS 405", nei comuni di Bema e Cosio Valtellino, in attuazione del "Piano per la difesa del suolo e il riassetto idrogeologico" della Valtellina e delle adiacenti zone delle Province di Bergamo, Brescia, Como e Lecco, previsto dall'art. 3 della l. 102/1990; b) che tale intervento riguarda diverse tipologie progettuali previste nell'allegato B [punto 7] all'atto di indirizzo, in quanto comprensivo di interventi riconducibili a "opere di regolazione del corso dei fiumi e dei torrenti, canalizzazione e interventi di bonifica ed altri simili destinati ad incidere sul regime delle acque, " [lett. o)], o "strade extraurbane secondarie" [lett. g)];
c) che, in attuazione delle disposizioni della citata l. 102/1990 e della l. 183/1989 sulla difesa del suolo, con il d.p.c.m. 24.05.2001 - emanato anche sulla base del parere n. 356 del 10.10.2000 della Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale del Ministero dell'ambiente - è stata approvata la "integrazione e revisione allo schema previsionale e programmatico (secondo stralcio o "stralcino") per la difesa del suolo ed il riassetto idrogeologico della Valtellina ", nel cui allegato elenco di interventi compare quello di cui trattasi (scheda MO/4/1); d) che il menzionato parere della Commissione VIA del Ministero dell'ambiente esplicita per il progetto in esame la necessità di svolgere la procedura di verifica di cui all'art. 1 comma 6 ed all'art. 10 dell'atto di indirizzo, ai sensi della l.r. 20/1999; e) che tale progetto non è localizzato in area protetta come definita ai sensi della l. 394/1991; VISTO il rapporto di verifica prodotto dal proponente e costituito da: - relazione sugli effetti ambientali e documentazione fotografica (doc. 1) - progetto preliminare (dicembre 1998): planimetrie, profili, sezioni delle opere idrauliche, stradali e di consolidamento dei versanti (doc. 2 12) - comparazione delle alternative per il collegamento stradale tra Bema e il fondovalle (dicembre 1996 - doc. 13) - indagini geologica-geomorfologica, geomeccanica (giugno 2000 - doc. 14 17) - indagine geologica, idrogeologica, geotecnica (luglio 2001 - doc. 18); RILEVATO che il progetto in esame si inserisce nel quadro della sistemazione dei dissesti idrogeologici della parte bassa della Val Gerola, appena a monte del congiungimento tra questa e la Valle di Albaredo, dove si uniscono i due rami del torrente Bitto che quindi sfocia nell'adda a Morbegno; la situazione di tale ambito, sul versante Orobico della Valtellina, è così riassumibile: ú sul dosso compreso tra le Valli di Gerola e di Albaredo è posto l'abitato di Bema, alla quota di 800 msm; il paese è raggiungibile dal fondo della Valtellina attraverso la SP 5 Morbegno - Passo S. Marco - Val Brembana, che sale in destra del t. Bitto, e una diramazione che attraversa il ramo di Albaredo e quindi percorre un lungo tratto a sezione ridotta, scavato nella ripida parete rocciosa, fortemente fratturato per motivi tettonici, in zona che può essere definita come cataclastica; i continui franamenti e cadute di materiale causano frequenti interruzioni della strada (aperta solo 5 ore al giorno per disposizione della Provincia) che isolano completamente il Comune di Bema; nel 1993 la "Commissione grandi rischi" della Protezione Civile ha ritenuto necessario l'abbandono della strada attuale, invitando a ricercare un tracciato alternativo; ú sull'altro ramo del Bitto - quello di Gerola - i ben noti eventi alluvionali del luglio 1987 hanno esaltato i fenomeni di dissesto del versante destro, in particolare le due frane (raggruppate storicamente nella denominazione "frana di Bema") poste tra il torrente (q. 400 450 msm) e l'abitato, e la cui nicchia di distacco coinvolge terreni profondi; il movimento del 1987 (500.000 m³) ha minacciato lo sbarramento del corso d'acqua, per cui fu disposta l'evacuazione di numerosi abitanti di Bema e di Morbegno; ú in seguito a ciò sono stati realizzati un canale di gronda sopra la frana e una galleria di by-pass sul versante sinistro, lunga 1.300 m a partire dalla q. 445, che consente di deviare verso valle, facendola confluire sempre nel ramo di Gerola alla q. 374, una portata di 400 m³/s, superiore a quella giudicata catastrofica; altri interventi sono in corso: - regimazione del torrente mediante la costruzione di nuove briglie e difese di sponda e il consolidamento delle esistenti - completamento di opere connesse al by-pass: manufatti di imbocco e sbocco, compresa traversa di regolazione del funzionamento a monte - pista di cantiere dall'abitato di Bema all'imbocco del by-pass, con sei tornanti in destra del torrente; PRESO ATTO che
gli interventi proposti costituiscono una "soluzione integrata" comprendente il completamento delle opere idrauliche, il consolidamento del versante in frana (che richiede l'apporto di 100.000 m³ di materiale inerte), il collegamento stradale per Bema alternativo all'attuale; tali opere sono descritte nella relazione generale allegata al rapporto di verifica (doc. 2) e nelle relative tavole grafiche di riferimento; le opere di regimazione idraulica consistono in: - arginature in sponda destra del Bitto di Gerola, e in misura minore in sinistra, con massi ciclopici a secco, anche con lo scopo di formare il piede del consolidamento delle pendici; - formazione del rilevato stabilizzante della zona franosa, da realizzare sfruttando lo smarino della galleria stradale in progetto, e da completare con drenaggi, inerbimenti e piantumazioni come descritto nei documenti di progetto; - costruzione di un "inghiottitoio", posto tra la frana di monte e quella di valle, con la funzione di scarico delle acque nella galleria di by-pass nel caso di franamento e ostruzione dell'alveo fra l'imbocco del by-pass stesso e quello dell'esistente galleria di accesso e manutenzione; si tratta di un pozzo lungo 70 m con pendenza del 14%, con una presa principale a q. 429, una secondaria 60 m più a monte a q. 432, scarico nella galleria a q. 417; il progetto del nuovo accesso viario dal fondovalle a Bema consiste nella costruzione di un tracciato che parte poco dopo la progr. km 2 della SS 405 "della Val Gerola" (Morbegno - Gerola Alta) a q. 393 msm e percorre a mezza costa il versante boscato per 670 m in forte pendenza, portandosi a q. 460; da qui è prevista una galleria lunga 1.532 m, che passa al di sotto dell'abitato della frazione Sacco di Cosio Valtellino ed esce nella valle del Bitto di Gerola a q. 452; la pendenza della galleria è quindi dello 0,52% in discesa verso il torrente; attraversato il torrente, si imbocca l'attuale pista di cantiere, in via di ristrutturazione, che sale a Bema con sei tornanti in 3.400 m; ponte, galleria e strada all'aperto hanno carreggiata di 5,50 m con banchina da 1,00 m; riguardo alle alternative di progetto per il collegamento stradale, lo studio di fattibilità del 1996 individuava e confrontava tra loro 5 soluzioni, che prevedevano tutte una galleria, e tra queste una comprendente anche la riqualificazione di parte del tracciato attuale sul versante della Valle di Albaredo (v. doc. 13); successivamente sono state avanzate una sesta (quella prescelta e oggetto della presente procedura di verifica) e una settima soluzione, consistente nella costruzione di una strada a mezza costa discendente il versante sinistro della Valle di Gerola dalla frazione Sacco di Cosio Valtellino fino all'attraversamento del torrente, con 8 tornanti su un dislivello di 270 m e pendenza del 10%; la documentazione prodotta rende conto della scelta operata e delle relative motivazioni, in termini tecnici, ambientali ed economici; il ponte sul Bitto di Gerola è previsto con tre luci di 12+24+12 m, l'impalcato costituito da due travi in ferro a doppio T (altezza variabile da 0,7 1,4 m), soletta in pannelli alveolari precompressi, solettina di ripartizione in c.a. gettata in opera; le pile sono costituite da due pilastri quadrati di sezione 0,8x0,8 m, irrigiditi da travi trasversali alle quote di 5, 10, 15 e 20 dal plinto di fondazione (sezione 7x2,5 m), il quale poggia su 20 pali trivellati f 400; le quote dell'intradosso del ponte (450 msm) e dell'alveo (429 msm) sono poste in funzione della posizione del by-pass idraulico, allo scopo di mantenere il piano viabile superiore al livello delle acque d'invaso nell'ipotesi di occlusione del torrente (il ponte è previsto subito a valle dell'inghiottitoio in progetto); riguardo alla galleria, dalle indagini geologiche, idrogeologiche, geotecniche e geomeccaniche sopra elencate, e in particolare dalla indagine geomeccanica parte del progetto esecutivo (doc. 16), emergono indicazioni e raccomandazioni per l'affinamento progettuale, la conduzione delle operazioni di scavo, i necessari monitoraggi; per tali elementi si rimanda ai rispettivi elaborati; CONSIDERATO che in merito al progetto e ai suoi effetti sull'ambiente - valutato il complesso delle informazioni che emergono dalla documentazione prodotta e dall'esame sopralluogo, e sentite la Struttura Progetti speciali e monitoraggio idrogeologico e la Struttura Pianificazione paesistica della D.G. territorio e urbanistica - si rileva quanto segue:
Relativamente alle caratteristiche e alle dimensioni del progetto: ú il progetto del collegamento stradale, che è l'opera più rilevante tra quelle in programma, appare adeguatamente supportato da studi e indagini di carattere geologico, idrogeologico, geotecnico e geomeccanico; la ricerca e la comparazione di diverse alternative ha dovuto tener conto della pratica impossibilità di riproporre - per le condizioni di instabilità del versante - un accesso a Bema dalla Valle di Albaredo; ú definita l'opportunità di spostare l'accesso verso la Valle di Gerola, la scelta di una delle soluzioni in galleria risponde all'esigenza di definire un tracciato che sale con continuità da Morbegno a Bema, mentre la soluzione all'aperto richiede la salita a Sacco e la ridiscesa fino al torrente, aumentando sensibilmente la lunghezza del percorso e incidendo un versante che appare comunque opportuno mantenere il più possibile inalterato; ú lo smarino della galleria non richiede in questo caso la ricerca di aree per lo smaltimento, potendo essere completamente utilizzato per la sistemazione al piede della frana; i cantieri già aperti per le opere in corso mettono inoltre a disposizione aree di supporto per il nuovo intervento e idonee allo stoccaggio provvisorio dei materiali; ú l'emissione di gas di scarico delle macchine operatrici e i rumori in fase nei cantieri all'aperto risultano di modesta entità e tali da non generare effetti significativi sull'ambiente; la limitazione delle vibrazioni indotte dallo scavo della galleria sui centri abitati (quello di Sacco si trova comunque sopra una copertura minima di 220 m) è affidata all'uso di microcariche esplosive a bassa velocità; ú per le venute d'acqua durante lo scavo della galleria è previsto lo smaltimento nel torrente Bitto; nei cantieri all'aperto si dovrà evitare il ruscellamento selvaggio delle acque; ú riguardo al rischio di incidenti in fase di costruzione, esso deve essere considerato significativo soprattutto riguardo alla galleria e alla esecuzione delle opere presso il piede della frana; pertanto tale aspetto dovrà essere particolarmente approfondito nell'organizzazione dei cantieri e nella definizione del piano di sicurezza; ú relativamente alla "fase di esercizio", appare sostenibile la valutazione di una non significatività degli effetti dovuti al traffico sulla nuova strada - assolutamente limitato, con qualche punta solo in occasione di "sagre" a Bema - così come al movimento di mezzi adibiti alla manutenzione delle opere ed alle relative emissioni in termini di gas e di rumore; Circa l'ubicazione del progetto: ú la capacità di rigenerazione delle risorse naturali va ricondotta in primo luogo alla accuratezza delle operazioni di ripristino e sistemazione delle aree interessate dalla fase di costruzione, e particolarmente la sistemazione delle scarpate, il ripristino delle aree di cantiere, la manutenzione delle piste permanenti di servizio; ú la relazione geologica evidenzia come il drenaggio indotto dalla galleria potrebbe comportare la riduzione della portata di sorgenti che, tuttavia, non risultano captate e utilizzate; è previsto un impatto negativo temporaneo rappresentato dall'aumento di tobidità delle acque del torrente in fase di costruzione, come del resto avviene per gli interventi attualmente in corso; il nuovo ponte in progetto non risulta tale da modificare il regime del torrente; è comunque opportuno verificarne la rispondenza alle disposizioni emanate dall'autorità di bacino del Po; ú l'intervento sulla vegetazione arborea - soprattutto quello finalizzato alla realizzazione del tratto di strada dalla SS 405 all'imbocco della galleria - è opportuno sia definito nelle modalità esecutive, nei ripristini e nelle compensazioni possibili anche presso altre aree d'intervento (es. intorno al nuovo ponte e al raccordo tra l'attuale pista di cantiere in destra del Bitto e la strada che risale a Bema) in fase autorizzativa e in accordo con l'autorità forestale; ú relativamente agli effetti sul paesaggio, le opere che determinano modifiche dell'aspetto esteriore dei luoghi sono soprattutto gli imbocchi della galleria, il ponte sul Bitto, il consolidamento dei versanti; le aree di intervento sono soggette al vincolo paesistico ai sensi dell'art. 146.1, lett. c) e g),
del d.lgs. 490/1999; si ritiene - dato che la documentazione prodotta non ne dà una rappresentazione sufficientemente approfondita - che ricorrano i presupposti per affinare la progettazione esecutiva, in coerenza con le esigenze di tutela del contesto vincolato, in sede di autorizzazione paesistica secondo quanto previsto dalla l.r. 18/1997 (art. 2.1: opere di interesse regionale); ú anche sotto l'aspetto paesistico è da rilevare che l'ipotesi di collegamento stradale sul versante sinistro della Valle di Gerola, con la formazione di un ripido tracciato a mezza costa con 8 tornanti, risulta di notevole impatto visivo rispetto alla soluzione proposta in progetto; ú riguardo alla sistemazione e al consolidamento del piede della frana, oltre alla cura particolare da porre nella realizzazione dei drenaggi, nelle operazioni di rinverdimento / rimboschimento si dovranno adottare le tecniche dell'ingegneria naturalistica, con riferimento al relativo "quaderno delle opere tipo" di cui alla d.g.r. VI/48740 del 29.02.2000; ú si osserva infine che, dati i presupposti del progetto in esame, risultano particolarmente importanti il monitoraggio dell'evoluzione dei fenomeni di dissesto e l'assidua e accurata manutenzione delle opere; dovrà pertanto essere sviluppato, qualora non già attivo, un piano di monitoraggio, di manutenzione e di gestione delle opere sia strutturali che di ingegneria naturalistica; RITENUTO: ú che la proposta progettuale risulta congruente sia con gli obiettivi del Piano di cui alla L. 102/1990 sia con la relativa scheda di Piano MO/4/1 (aggiornamento del 01.12.1999); ú che nel complesso, l'insieme degli interventi proposti appare sostanzialmente sostenuto dall'assetto dei luoghi, e in particolare dalle condizioni di pericolosità e di rischio presenti lungo l'attuale strada di accesso all'abitato di Bema, come illustrato nella documentazione geologica e geotecnica cui fa riferimento il rapporto sugli effetti ambientali; ú che i diversi interventi sono descritti con dettaglio non uniforme, e alcuni aspetti - segnatamente l'inserimento delle opere nel contesto paesistico - necessitano di approfondimenti nel progetto esecutivo; ú che le informazioni prodotte dal proponente e la loro esposizione consentono comunque una sufficiente comprensione delle caratteristiche del progetto e l'individuazione e valutazione dei principali effetti che esso può avere sull'ambiente, in coerenza con la prescrizione di cui all'art. 10.1 dell'atto di indirizzo; ú che pertanto non sussistono elementi, legati alla realizzazione del progetto degli interventi di sistemazione della frana di Bema e di realizzazione del nuovo collegamento stradale, che possano causare effetti sull'ambiente tali da richiedere lo svolgimento della procedura di valutazione dell'impatto ambientale prevista dall'art. 5 dell'atto di indirizzo; DECRETA 1. Di esprimere, ai sensi dell'art. 10 del d.p.r. 12.04.1996, determinazione di esclusione dalla procedura di valutazione d'impatto ambientale del progetto "frana di Bema: completamento delle opere idrauliche, consolidamento dei versanti e costruzione del raccordo alla SS 405", nei comuni di Bema e Cosio Valtellino, in attuazione del "Piano per la difesa del suolo e il riassetto idrogeologico" della Valtellina e delle adiacenti zone delle Province di Bergamo, Brescia, Como e Lecco, previsto dall'art. 3 della l. 102/1990, secondo le soluzioni progettuali indicate negli elaborati prodotti dal Proponente, a condizione che siano rispettate le indicazioni e le prescrizioni di cui alle precedenti considerazioni - che si intendono qui riportate - e segnatamente legate alla necessità di affinare la progettazione esecutiva, in funzione del migliore inserimento paesistico delle opere, in sede di autorizzazione ai sensi del d.lgs. 490/1999 e secondo quanto previsto dalla l.r. 18/1997. 2. Di provvedere alla trasmissione del presente decreto al Comune di Bema, proponente, al Comune di Cosio Valtellino, alla Provincia di Sondrio, alla Comunità Montana Valtellina di Morbegno,
nonché alla Struttura Progetti speciali e monitoraggio idrogeologico della D.G. Territorio e urbanistica, per la prosecuzione degli adempimenti riferiti al "Piano di riassetto idrogeologico" della Valtellina e delle zone adiacenti (l. 102/1990). 3. Di provvedere altresì all'inserimento del presente decreto nell'apposito registro e nell'elenco da pubblicarsi periodicamente sul B.U.R.L., ai sensi dell'art. 1 comma 9 e dell'art. 10 comma 3 del d.p.r. 12.04.1996. U. O. Sviluppo Sostenibile del Territorio f.to Alberto De Luigi