IL CACCIATORE: PRODUTTORE PRIMARIO SITUAZIONE REALE

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Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'emilia Romagna "Bruno Ubertini Evento formativo IL CACCIATORE: PRODUTTORE PRIMARIO SITUAZIONE REALE Paolo Lanfranchi Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria Brescia, 5 ottobre 2010

- SITUAZIONE REALE paolo.lanfranchi@unimi.it

Capo di Ponte (Roccia Grande di Naquane), 5000 a.c.

* *Sguisèta (Pispola, Anthus pratensis) Brescia, ottobre 2009

IL CACCIATORE: PRODUTTORE PRIMARIO premesse - componente venatoria - adeguamento culturale e tecnico valenza socio-economica - fonte di reddito complementare - potenzialità per aree marginali consumatore - caratteristiche nutrizionali ed organolettiche - necessarie garanzie sanitarie salute ambientale - sistema produttivo a basso impatto

POPOLAZIONI A VITA LIBERA - consistenza ungulati cacciati in Italia - 2001* 2005** CAMOSCIO 123.400 136.769 CERVO 43.695 62.913 CAPRIOLO 336.000 425.874 MUFLONE 10.639 15.007 CINGHIALE 300.000-450.000 600.000 DAINO 21.600 / *Pedrotti et al. (2001). Biologia e Conservazione della Fauna, 109: 7-128 ** Dati Ispra 2005

CACCIA passione - emozioni e reazioni emotive convinzioni diffuse non sempre corrette - es. utilità saline, foraggiamenti, ecc. tradizioni consolidate - realtà storica ed attualità GESTIONE FAUNISTICA solida programmazione tecnico-scientifica - definire/attuare adeguati strumenti operativi - uso sostenibile delle risorse faunistiche finalità e priorità - prelievo venatorio / produzioni primarie

PRELIEVO VENATORIO - effetti indesiderati caccia di selezione - Bighorn o (arco di 30 anni) - diminuzione peso - trofei meno sviluppati - causa: abbattuti soggetti di alta genealogia in età precedente al loro picco riproduttivo! Coltam et al. (2003). Nature, 426: 655-658 Cervidi selvatici - struttura sociale alterata - diminuzione età media maschi - impatto su dinamica popolazione Milner et al. (2007). Conserv. Biol.21:36-47

IL CACCIATORE: PRODUTTORE PRIMARIO - aspetti etici - Il senso di un giusto comportamento venatorio non si acquisisce con il semplice esercizio della caccia nel senso primitivo del termine. Esso è il risultato dell`esperienza e della preparazione del cacciatore www.caccia-ti.ch pianificazione attività - censimenti, calendari venatori, entità prelievi momenti operativi - avvicinamento - modalità abbattimento - dissanguamento - eviscerazione, smaltimento scarti, ecc.

ANIMALI ABBATTUTI IN RAPIDA SEQUENZA - livello di stress - 120 100 80 CORTISOLO m m o l / l 60 40 20 0 0 2 5 10 20 min Sartorelli et al., 1997. Hystrix, 9: 39-44

TUTELA DEL CONSUMATORE - aspetti sanitari - volontà e capacità del Cacciatore - problemi intrinseci alla realtà di campo necessità di approfondire conoscenze - diagnosi di base e molecolare - quadro epidemiologico non solo malattie soggette a denuncia carica microbica contaminanti ambientali

PATOLOGIE INFETTIVE EMERGENTI anni 1940-2004 Incremento significativo nel tempo HIV e picco max anni 80 Zoonosi 60.3% Zoonosi e animali selvatici 71.8% Jones et al. (2008). Nature, 451: 990-993

PIOMBO ED ATTIVITA VENATORIA 30 cervi a coda bianca (Odocoileus virginianus) caratteristiche proiettile - cal. 7mm. Remington magnum (150 grani, 9720 mg) - palla: piombo 68%; camicia di rame (32%) media di 136 frammenti in tutte le carcasse carne somministrata a suini picco ematico a 48h di 2.29 µg/dl Uomo adulto aumento rischio cardiovascolare Bambini alterazioni neurologiche Hunt et al. (2009). PLoS ONE, 4: e5330

PIOMBO ED ATTIVITA VENATORIA Hunting with lead: Association between blood lead levels and wild game consumption. Ipbal et al. (2009). Environ Res. 109: 952-959 The cognitive and health effects from lead exposure can persist for many years. In the US, the Centers for Disease Control and Prevention have set the lead level of concern at 10 micrograms per deciliter of blood. Some experts believe there is no level of lead exposure that is safe for people (CDC 2007).

SICUREZZA ALIMENTARE Tipologia di consumatore - occasionale - abituale Modalità nel consumo - ricette tradizionali (lunga cottura)* - crude/poco cotte - salumi freschi/stagionati *Ontario Hunter Education Program (www.ohep.net)

LEGISLAZIONE (DDGS 5593; 27/5/2010) - tutela consumatore - autoconsumo: nessun controllo - cacciatore, nuclei familiari, amici - carnieri (legali) anche di più capi cessione a consumatore finale/dettagliante - no responsabilità per il cacciatore - 1 capo selv.grossa/100 capi selv. piccola/anno - carne di selvaggina selvatica - non è richiesto di indicare il peso - indicata la zona di caccia - eventuali capi eccedenti? laboratori di trasformazione carni - presenza limitata sul territorio

Società Italiana di Ecopatologia della Fauna www.sief.it W.Dini (1999). Disciplina sanitaria della commercializzazione delle carni di selvaggina cacciata (D.P.R. 607 17.10.1996). SIEF notizie n.1 Corso di formazione Ispezione delle carni di selvaggina: problemi? Facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna, 24 giugno 2009

IL CACCIATORE: PRODUTTORE PRIMARIO Realtà attuale: conclusioni. 1 attività con notevoli potenzialità di sviluppo - bassi costi di produzione - prodotto apprezzato (ad oggi di nicchia) sicurezza alimentare -filiera produttiva di per sé complessa - armonizzare procedure a livello comunitario apporto basilare del mondo venatorio - presa di coscienza reale - non solo controlli biometrici - definizione di linee guida - legislazione/autocontrollo

IL CACCIATORE: PRODUTTORE PRIMARIO Realtà attuale: conclusioni. 2 MEDICO VETERINARIO: RUOLO STRATEGICO opportunità per la competenza sanitaria - passato: assenza di fatto in ambito faunistico - oggi: realtà (anche istituzionale) in evoluzione centri di controllo/lavorazione carni - non solo controlli ispettivi da legislazione - osservatori epidemiologici - valutazione morfobiometrica/zoognostica - rilievi a livello di dinamica di popolazione - sistemi di caccia e modalità del prelievo apporto concreto per la salute ambientale