Contaminazione del miele con antibiotici provenienti da liquame zootecnico. Luciano Ricchiuti
Obiettivo della ricerca Lo scopo della ricerca è quello di verificare se le api di alveari posti nelle medesime condizioni in cui avviene il normale processo produttivo, trovandosi nelle vicinanze di liquami contaminati con antibiotici, ne trasferiscano residui al miele.
Quadro normativo Il REGOLAMENTO (UE) N. 37/2010, che stabilisce i limiti massimi residuali (LMR) delle sostanze farmacologicamente attive negli alimenti di origine animale, non prevede un LMR per gli antibiotici nel miele, e nell UE non sono stati autorizzati farmaci contenenti antibiotici per il controllo delle malattie delle api. Per questo motivo, l eventuale rilevamento da parte delle autorità competenti di residui di questi principi attivi nel miele posto in commercio, comporta gravi sanzioni nei confronti del produttore.
Ipotesi prospettate Le api possano utilizzare le raccolte di acque reflue zootecniche per l approvvigionamento idrico indispensabile alla sopravvivenza dell alveare, preferendole in alcuni casi alle acque chiare, a motivo della loro ricchezza in sali minerali. I residui degli antibiotici presenti nei liquami possano ritrovarsi nel miele destinato al consumo umano. Questo a prescindere da eventuali trattamenti illeciti effettuati dall apicoltore contro le malattie batteriche dell alveare, la peste americana e la peste europea (Richter et al., 2005, Ilari, 2011).
Attività in apiario Il test è stato eseguito dal 9 agosto al 3 ottobre 2013 presso la Sezione di Isernia, dell Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell Abruzzo e del Molise G.Caporale. Sono stati utilizzati sei alveari di Apis mellifera ligustica e le arnie (Dadant Blatt da 10 favi) sono state disposte su una fila, distanziate l una dall altra di circa un metro. Ogni arnia è stata contrassegnata con una lettera e un numero secondo questo ordine: A1, B1, C1, A2, B2, C2
Attività in apiario Le colonie, precedentemente selezionate in modo da risultare omogenee per consistenza della popolazione, occupavano tutti i favi e tutte avevano una regina efficiente, nata nel giugno del 2013. Nessuna delle colonie presentava segni clinici di patologie in atto, e nell apiario dal quale provenivano non erano mai stati usati antibiotici
Attività in apiario Il 12 agosto, a sei metri di distanza dall apertura di volo degli alveari, sono stati collocati due recipienti contenenti ciascuno 200 litri di liquami di suino provenienti da una azienda del Comune di Isernia che detiene circa 2500 capi di bestiame, recentemente non sottoposti a trattamenti con antibiotici.
Attività in apiario Ai liquami è stato addizionato un quantitativo pari a 30 grammi di Ossitetraclina in modo da raggiungere la concentrazione di 75 mg/l. Tale concentrazione è quella riscontrata da alcuni autori nei liquami provenienti dalle vasche di raccolta di allevamenti trattati prima che inizi il processo di degradazione degli antibiotici (Mantovi et al., 2008).
Attività in apiario Sulla superficie libera dei liquami sono stati posti dei supporti in polistirolo come base di appoggio per le api che volessero approvvigionarsi di acqua.
Attività in apiario Il 13 agosto su ogni alveare è stato collocato un melario vuoto da 9 favi, separato dal nido mediante una griglia escludi regina, in maniera da evitare la deposizione di covata nei favi da melario. Sugli alveari contrassegnati dalle lettere B e C è stato collocato un nutritore cilindrico della capacità di 2 litri, al nutritore potevano accedere solo le api provenienti dall alveare sul quale essi erano stati collocati.
Attività in apiario Per tre settimane agli alveari del gruppo B e C sono stati somministrati a cadenza settimanale, un litro di sciroppo di saccarosio 1:1. Successivamente, per altre tre settimane, sempre a cadenza settimanale, agli alveari del gruppo B si è continuato a somministrare semplice sciroppo zuccherino, mente per gli alveari del gruppo C, allo sciroppo sono stati aggiunti 200 mg del principio attivo ossitetraciclina, come indicato dalla scheda di utilizzo della Terramycin Soluble Powder consultabile sul sito della U.S. Food and Drug Administration per il controllo e la terapia della Peste Americana e della Peste Europea, come consentito dalla legge degli Stai Uniti (USFDA, 2001).
Attività in apiario Per tutta la durata dell esperimento sono state effettuate a diverse ore del giorno per 10 minuti circa, una serie di osservazioni mirate a valutare l attività di volo delle api e l eventuale presenza di queste nei contenitori di liquami. Per tutto il periodo sono stati raccolti i dati meteorologici, umidità, temperatura e precipitazioni, registrati da una stazione meteorologica collocata a meno di un chilometro in linea d aria dall apiario.
Attività in mieleria Il 3 ottobre tutti i melari, identificati con la stessa sigla degli alveari, sono stati sottoposti alle operazioni di smielatura. Durante tutte le fasi di trasporto e smielatura i tre gruppi sono stati tenuti separati tra loro e per quest ultima sono stati utilizzati uno smielatore radiale composto da sedici favi e un filtro in rete metallica. I favi provenienti dai melari dello stesso gruppo sono stati smielati e filtrati insieme
Attività in mieleria E stato smielato per primo il gruppo A, a seguire il gruppo B e per ultimo il gruppo C. Tra le diverse smielature le attrezzature utilizzate sono state lavate con acqua corrente e asciugate con carta asciugamani. Il miele prodotto è stato raccolto in contenitori in plastica con tappo a chiusura ermetica identificati con la lettera del gruppo corrispondente
Test in laboratorio Per ciascun gruppo A, B e C è stato prelevato un campione di miele da sottoporre alla ricerca di ossitetraciclina, alla determinazione delle caratteristiche chimico-fisiche e all analisi melissopalinologica. I livelli di ossitetraciclina presenti nei liquami sono stati verificati dopo 30 e 120 giorni dalla contaminazione, effettuando un pool ottenuto da entrambi i contenitori.
Risultati del test in campo Per quanto riguarda le temperature, Il mese di agosto del 2013, in base alle medie estrapolate dai dati storici di Isernia (serie >30 anni) è risultato in un range di anomalia positiva compreso tra +0.85 e +1.74, particolarmente anomali sono risultati i valori di temperatura massima. Relativamente alle precipitazioni, si sono attestate leggermente al di sotto della norma. Il mese di settembre 2013 è risultato in un range di anomalia positiva compreso tra +0.21 e +0.81. Anche in questo caso risultano particolari anomalie per i valori di T massima. Le precipitazioni sono state nella norma (dati forniti da Meteo Molise).
Risultati del test in campo Per tutto il periodo della sperimentazione è stata osservata una buona attività di volo degli alveari, soprattutto nelle prime ore della mattinata, in corrispondenza verosimilmente della maggiore disponibilità delle risorse nettarifere. In nessuno dei periodi di osservazione è stata rilevata la presenza di api nei contenitori dei liquami
Risultati del test in campo Tutti gli insetti osservati appartenevano all ordine dei ditteri. E stata più volte rilevata e fotografata la presenza di Eristalis tenax, un dittero appartenente alla famiglia Syrphidae. Questo insetto può essere facilmente scambiato per un ape, in inglese viene infatti comunemente chiamato drone fly, cioè mosca fuco
Risultati ossitetraciclina nei liquami
Risultati ossitetraciclina nel miele Campione Nutrizione zuccherina Trattamento con ossitetraciclina Contenuto in ossitetraciclina (ppm) A NO NO 0,007 B SI NO 0.009 C SI SI 73,096
Discussione L alveare, come tutti gli organismi viventi, ha bisogno di acqua per sopravvivere. L acqua importata dall esterno viene utilizzata non solo per mantenere l equilibrio osmotico delle api adulte, ma anche per reidratare il miele che viene somministrato alle larve, e per abbassare la temperatura interna del nido nelle giornate più calde (Winston, 1987). In ogni caso essa non viene utilizzata per la produzione del miele, che al contrario, nel processo di maturazione deve essere disidratatto fino al raggiungimento di un tasso di umidità inferiore al 18% (Persano Oddo etc.).
Discussione Uno studio effettuato in Croazia nel l estate del 2007 ha determinato che il consumo medio giornaliero di acqua per alveare è di 120 ml (HEGIĆ and BUBALO, 2007) Molti autori (Kiihnholz. and Seeley, 1997) ; Nicolson, 2008) hanno condotto studi sui meccanismi che regolano l attività di raccolta di acqua da parte delle api bottinatrici. In un esperimento effettuato da Lindauer nel 1954 è stato possibile contare fino ad oltre 145 voli di approvvigionamento di acqua per ora di un singolo alveare, presso una fonte di acqua collocata a 4 metri di distanza (Seeley, 1995),
Discussione Nel corso delle nostre indagini, nonostante avessimo ben sei alveari collocati a sei metri di distanza da una possibile fonte di rifornimento idrico rappresentata dai reflui zootecnici, e benché ci trovassimo in estate, con temperature più alte e precipitazioni più basse della media, in presenza di una buona attività di volo delle api, non siamo mai riusciti ad osservare una singola ape approvvigionarsi di acqua sui liquami.
Discussione Viceversa in un altro contesto, sette alveari collocati a circa 40 metri da una pozza di acqua piovana, abbiamo riscontrato una intensa attività di approvvigionamento idrico da parte delle api bottinatrici durante le ore centrali di una giornata estiva
Discussione Partendo da questa considerazione, ci si aspetterebbe che i campioni provenienti dagli alveari del gruppo A e B, non presentino tracce di ossitetraciclina, cosa che invece è smentita dai test di laboratorio.
Discussione La causa di questa apparente anomalia, a nostro avviso, potrebbe essere rappresentata dal fenomeno della deriva delle api. E stato documentato che vi sono fattori molteplici che influenzano la percentuale di errori. Le condizioni del nostro apiario, con arnie disposte in fila lineare, a distanza di un metro l una dall altra, di forma, dimensione e colore uguale, con le entrate rivolte verso la stessa direzione di volo, costituiscono un fattore che aumenta il fenomeno della deriva
Discussione Secondo un modello costruito in uno studio condotto in Austria, in estate, negli alveari di un apiario composto da arnie disposte in fila, tutte di colore bianco, a 26 cm di distanza l una dall altra, si arriva a una presenza media del 22% di api estranee, mentre negli alveari capofila questa percentuale arriva fino al 42% (Pfeiffer & Crailsheim, 1998).
Conclusioni Poiché l antibiotico a disposizione degli alveari del gruppo C era raggiungibile solo dalle api provenienti dall interno dell alveare stesso, la nostra ipotesi è che questo sia stato veicolato agli alveari degli altri gruppi dalle api che sono rientrate nelle arnie vicine.
Conclusioni Se ciò fosse vero, si prospetterebbe una ipotesi ben più inquietante rispetto a quella che ci eravamo proposti di verificare. Trattando illecitamente con antibiotici un alveare, non solo si contamina il miele prodotto da quell alveare, ma si rischia di contaminare anche quello degli alveari dello stesso apiario.
Conclusioni Per avere la necessaria conferma a ciò che deduciamo dai risultati del presente lavoro, sono in corso ulteriori studi.
Grazie infinite per l attenzione!