CAPITOLO 6 IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELL AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA



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CAPITOLO 6 IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELL AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA

189 IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELL AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA 6.1 Premessa Il Sistema Informativo Territoriale (SIT) dell Autorità di Bacino della Basilicata ha come obiettivi fondamentali quelli di fornire una conoscenza aggiornata ed integrata delle realtà esistenti all interno del territorio di competenza e di essere uno strumento operativo per le attività di pianificazione e di verifica degli interventi che si vogliono porre in essere e mantenere sotto controllo. Nell organizzazione del SIT particolare attenzione è stata posta nella scelta di metodologie e strumenti in grado di garantire una gestione aperta e flessibile dello stesso e di ottenere uno strumento funzionale alla corretta gestione dei dati relativi ai Piani Stralcio che l AdB nel corso degli anni ha elaborato. L Autorità di Bacino della Basilicata, inoltre, ai sensi dell art. 8 della L.R. 2/2001, provvede alla gestione del Centro Distribuzione Cartografia, svolgendo attività di catalogazione, conservazione, aggiornamento, diffusione ed elaborazione del patrimonio cartografico regionale complessivo, in formato cartaceo e numerico. 6.2 Banche dati e strumenti software per la gestione del PAI Il patrimonio informativo è costituito da un insieme di strati informativi di base e tematici. Il sistema di coordinate utilizzato è UTM ED50 fuso 33. Per quanto riguarda gli strati informativi di base, essi sono costituiti da cartografia a varie varie scale e da ortofoto. In particolare sono presenti nel SIT: - cartografia IGM in scala 1:50.000 in formato raster, acquisita dalla

190 Capitolo 6 Regione Basilicata; - cartografia tecnica regionale numerica in scala 1:10000 e 1:5000 prodotta dalla Regione Basilicata per una limitata porzione del territorio regionale; - cartografia tecnica numerica in scala 1:5000 e 1:1000 prodotta da alcune comunità montane con il contributo della Regione Basilicata; - ortofoto digitali ex-aima (1997) fornite dal Ministero dell Ambiente; - ortofoto digitali prodotte dall AdB nel corso degli anni 2003-2006 nell ambito delle attività di rilievo topografico di sezioni trasversali dei principali corsi d acqua. Gli strati informativi tematici sono costituiti da informazioni in formato vettoriale e raster ricavate da diverse fonti e possono raggrupparsi nelle seguenti aree: - idrografia; - limiti amministrativi; - fenomeni di dissesto idrogeologico; - interventi di manutenzione idraulica; - intersezioni di infrastrutture con il reticolo idrografico; - aree a rischio idrogeologico. Per quanto riguarda l idrografia sono disponibili: - reticolo idrografico digitalizzato da cartografia IGM 1:25.000 (fonte : Università degli Studi della Basilicata) e gerarchizzato secondo il metodo di Horton-Strahler; - reticolo idrografico digitalizzato dalle ortofoto ex-aima e limitato alle aste principali e ai principali affluenti; - limiti degli invasi artificiali ricavati mediante digitalizzazione delle ortofoto ex-aima; - limiti di bacino acquisiti in precedenza dalla Regione Basilicata. I limiti amministrativi dei comuni ricadenti nelle 5 province di: Potenza, Matera, Bari, Taranto e Cosenza e completi di isole amministrative sono stati acquisiti dall ISTAT. Per quanto riguarda i fenomeni di dissesto idrogeologico sono disponibili: - i limiti delle aree soggette a fenomeni franosi (circa 300 Kmq). Tali limiti sono stati ottenuti utilizzando informazioni derivanti da strumenti urbanistici comunali, strumenti di pianificazione e programma-

Il sistema informativo territoriale dell Autorità di Bacino della Basilicata 191 zione di settore nonché da segnalazioni provenienti da altri enti operanti sul territorio; - le ubicazioni degli eventi calamitosi storicamente verificatisi, desunti da informazioni derivate dal Progetto AVI - Catalogo delle informazioni sugli eventi di inondazione realizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nell ambito del Sistema Informativo sulle Catastrofi Idrogeologiche. Nel corso degli anni, successivamente alla stesura del primo PAI, sono state eseguite verifiche puntuali mediante sopralluoghi sulle aree interessate da fenomeni di dissesto e ad ogni area è stata associata una scheda descrittiva (derivata dal Progetto IFFI - Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia) contenente tra l altro informazioni su: - geologia; - classificazione dell evento franoso; - beni presenti sull area in dissesto; - le ubicazioni di un congruo numero di infrastrutture (edifici vari e rete viaria) ricadenti nelle summenzionate aree. Per quanto riguarda gli interventi di manutenzione idraulica proposti e facenti parte del PAI sono disponibili i seguenti strati informativi: - interventi di tipo trasversale; - interventi di tipo longitudinale. Gli strati informativi relativi alle aree a rischio idrogeologico sono: - aree a rischio di versante, differenziate per classe di rischio. La classificazione è stata ottenuta considerando alcune informazioni associate alla singola area e altre informazioni relative agli elementi di valore in esse contenute; - aree a rischio idraulico, differenziate per periodo di ritorno (30, 200, 500). Le rispettive fasce di pertinenza sono state determinate con metodologie di modellazione idrologica ed idraulica sempre più dettagliate in funzione della disponibilità dei dati provenienti dall attività di rilievo topografico richiamata in precedenza. I software utilizzati per la organizzazione e gestione dei dati sono i seguenti: - ArcView GIS, con estensioni di funzionalità sviluppate ad hoc; - GESTPAI, applicazione sviluppata ad hoc. ArcView GIS è un software GIS desktop trai più diffusi e già in uso presso altri uffici regionali e presso il Ministero dell Ambiente. Esso è in grado di gestire dati raster in diversi formati e dati vettoriali nei

192 Capitolo 6 formati ESRI coverage e shapefile e Autodesk DWG e DXF. In particolare tutti gli strati informativi vettoriali creati e utilizzati nell ambito del SIT sono nel formato shapefile. Si tratta di un formato proprietario ESRI la cui descrizione tecnica è stata resa pubblica dalla stessa ESRI al fine di diffonderne il suo uso. A seguito di tale scelta, molti altri software sono in grado ad oggi di leggere e produrre shapefile e ciò garantisce la possibilità per l AdB di scambiare dati anche con enti non in possesso di ArcView. Per quanto riguarda le informazioni alfanumeriche associate ai dati vettoriali, il modello shapefile prevede l utilizzo di tabelle in formato dbf (formato tra i più comuni e gestibile anche con le applicazioni Microsoft Excel e Microsoft Access). ArcView è inoltre in grado di connettersi anche ai più diffusi sistemi di gestione di database (Microsoft Access, Microsoft SQL Server, Oracle ed altri) e ciò garantisce la possibilità di collegare in modo dinamico ai dati vettoriali anche informazioni contenute in database creati e gestiti per altri scopi ma rilevanti per l AdB. GESTPAI è una procedura software, sviluppata in ambiente Visual Basic, per la gestione della componente alfanumerica dei dati relativi agli areali a rischio nonché dell iter amministrativo degli aggiornamenti annuali del PAI. Essa si integra con gli archivi geometrici degli areali a rischio e consente una agevole e funzionale gestione di tutte le attività amministrative connesse con il PAI (istanze di modifica, commissioni tecniche, verbali, determine dirigenziali, gestione delle osservazioni, delibere di adozione e approvazione).