THE REAL EFFECT OF BANKING CRISES

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Transcript:

THE REAL EFFECT OF BANKING CRISES Giovanni Dell Ariccia, Enrica Detragiache, Raghuram Rajan ECONOMIA MONETARIA INTERNAZIONALE Anno Accademico 2009/2010 Alessandro Paci Valentina Peruzzi Mariangela Scorrano Fabiana Screpante 1

INDICE Introduzione Nesso di causalità Direzioni di causalità Canali di trasmissione Metodologia Critiche al modello Shock asimmetrici Balance sheet effect Crisi valutarie Quando la crisi bancaria ha effetti peggiori Paesi emergenti vs Paesi sviluppati Altri indicatori Interventi sul canale del credito Conclusioni 2

Le crisi bancarie hanno un impatto negativo sul PIL 1) Crisi bancarie ed economiche si verificano spesso nello stesso momento, ma qual è il nesso di causalità? 2) Se le crisi bancarie influenzano l attività economica, in quali circostanze provocano effetti peggiori? Secondo alcuni autori la perdita in termini di output è superiore ai dieci punti percentuali del PIL, secondo altri è nell ordine del 2%. Ciò è dovuto a problemi di misurazione e all endogenità esistente tra crisi bancaria e contrazione del reddito. Per questo è necessario isolare gli episodi di crisi bancarie da altri fattori. 3

Misurazioni effettuate da Reinhart e Rogoff sulla durata e le perdite a seguito delle crisi bancarie stimano: Diminuzione dei prezzi delle abitazioni per 6 anni del 35% Diminuzione dei prezzi azionari per 3 anni del 56% Aumento del debito pubblico per 3 anni Aumento della disoccupazione per 4 anni del 7% Ma chi sopporta gli effetti di una crisi bancaria? Stakeholder della banca: azionisti depositanti debitori e creditori Contribuenti 4

1. CRISI BANCARIE ED ECONOMICHE SI VERIFICANO SPESSO NELLO STESSO MOMENTO. La letteratura economica, basata su studi empirici, mostra che il credito al settore privato e la produzione aggregata, nei fatti, diminuiscono durante le crisi bancarie. MA QUAL E IL NESSO DI CAUSALITA? Nel legame tra turbolenze nel settore bancario e domanda aggregata esiste un fondamentale problema di identificazione: direzione di causalità meccanismi di propagazione 5

Da un lato è possibile che il rallentamento dell attività economica sia indotto dalla crisi bancaria tout court, attraverso una riduzione dell offerta di credito. Dall altro lato, si può anche ipotizzare che il meccanismo causale sia esattamente l inverso, ovvero che sia la riduzione della domanda aggregata a tradursi in una minore domanda di credito. Occorre tuttavia precisare che le crisi bancarie possono esercitare effetti negativi sull attività economica anche attraverso canali diversi dal credito: paralisi del sistema dei pagamenti svalutazione del tasso di cambio. 6

IL PROBLEMA DELL'IDENTIFICAZIONE NON SI ESAURISCE NELL INDIVIDUAZIONE DI UNA DIREZIONE UNIVOCA DI CAUSALITÀ. L output e il credito bancario si riducono in corrispondenza di una crisi bancaria anche in assenza di un effetto causale diretto. Gli stessi shock negativi che generano problemi per le banche possono causare il declino della domanda aggregata, inducendo le imprese a ridurre investimenti e quindi la domanda di credito bancario. Questi shock possono aumentare l incertezza e indurre le stesse a rimandare le decisioni di investimento. Intrinseca prociclicità del sistema finanziario che amplifica le fluttuazioni dell attività economica. 7

Bank lending channel CANALI DI TRASMISSIONE Questo meccanismo è il canale di trasmissione delle crisi bancarie all economia più tradizionale, in quanto ha come origine la diminuzione delle passività delle banche cui sono connesse le corse agli sportelli. Bank capital channel La caratteristica del maturity mismatch fa sì che un aumento del tasso di interesse si traduca in una perdita per le banche e dunque in un deterioramento del capitale. La quantità di credito erogato deve, dunque, ridursi. Broad credit channel Riguarda gli effetti di shock negativi sulla posizione finanziaria netta dei prenditori di fondi; questi shock aumentano il costo del finanziamento esterno a causa del peggioramento della creditworthiness dei debitori, che comporta un aumento dei rischi di azzardo morale e dei costi di monitoraggio. Da ciò risulta una riduzione della domanda per investimenti da parte dei prenditori di fondi. 8

Volendo mostrare che il nesso di causalità ha origine dal settore bancario, per esaminare i suoi effetti sull economia reale, ci limitiamo a identificare gli effetti diretti dovuti al bank lending channel e al bank capital channel. L analisi empirica riguarda 41 paesi nel periodo che va dal 1980 al 2000. La metodologia di stima si collega alle verifiche empiriche sul canale creditizio à la Rajan e Zingales denominata difference in difference approach. Tipicamente, se esiste un effetto autonomo del deterioramento del settore bancario sull output, questo farà sì che nei periodi di stress finanziario i settori che dipendono più intensamente dai prestiti bancari mostrino una performance peggiore. 9

La dipendenza da fonti esterne può essere misurata in 3 modi: 1) Quota degli investimenti non finanziati da utili non distribuiti (autofinanziamento) 2) Dimensione media delle imprese 3) Apertura verso l estero, ipotizzando che le imprese che esportano maggiormente abbiano più possibilità di reperire fonti di finanziamento. 10

I risultati ottenuti mostrano che le crisi bancarie esercitano effetti reali mediante una contrazione nell offerta di credito. Organizzando il campione sulla base della distribuzione della dependance on external finance, emerge che, quando si verifica una crisi, i settori che dipendono maggiormente dal finanziamento esterno registrano una perdita nel tasso di crescita dell'output di oltre l'1% maggiore rispetto ai settori con vincoli di finanziamento inferiore. 11

METODOLOGIA Il metodo utilizzato per valutare l effetto di una crisi bancaria sull economia reale consiste nel costruire una regressione tra il livello di dipendenza finanziaria in relazione alla variabile crisi bancaria per determinare la variazione in termini di crescita del valore aggiunto dell impresa. La variabile Crisi Bancaria assume valore 1 nel primo anno di crisi e nei successivi due ipotizzando che gli effetti reali della crisi bancaria siano dissipati dopo 4 anni. 12

RISULTATO: Si ottiene è che il valore di α è negativo e significativo al livello 95% indicando che le imprese maggiormente dipendenti da fonti esterne subiscono una perdita maggiore in termini di crescita di valore aggiunto rispetto a quelle che sono meno finanziariamente dipendenti. 13

UNA MISURA ALTERNATIVA ALL INDICE DI RAJAN E ZINGALES: LA DIMENSIONE AZIENDALE Le piccole imprese tendono a fare più affidamento sul finanziamento bancario domestico piuttosto che le grandi imprese. Gli autori, non avendo a disposizione un campione di dati adeguato alla valutazione della dimensione, hanno costruito una variabile utilizzando il numero di dipendenti per impresa. Partendo dal presupposto che le imprese con un maggior numero di impiegati per stabilimento sono considerate grandi, esse saranno meno dipendenti dalle banche. I risultati indicano che i settori dominati dalle grandi imprese riescono a contenere meglio la contrazione della produzione. Diversamente dall indice à la Rajan Zingales, che è comune a tutti i paesi, questa misura alternativa permette di cogliere le differenze tra gli Stati. 14

CRITICHE AL NESSO DI CAUSALITA SHOCK ASIMMETRICI Tipicamente i settori che dipendono più massicciamente dal finanziamento bancario sono maggiormente rappresentati nel portafoglio delle banche rispetto agli altri. Uno shock asimmetrico che colpisce questi settori potrebbe, quindi, causare sia la crisi bancaria che il rallentamento della crescita. Dall analisi condotta, risulta che, a seguito di una crisi bancaria, settori industriali che rappresentano anche piccole quote del portafoglio bancario hanno avuto performance peggiori nei periodi di crisi. 15

CRITICHE AL NESSO DI CAUSALITA BALANCE SHEET EFFECT La critica deriva dal cosiddetto balance sheet effect : la crisi bancaria deriva dalla cattiva salute dei prenditori di fondi piuttosto che da problemi interni delle banche stesse. Recessione economica Valore delle garanzie Prestiti Per vedere se c è effettivamente un effetto legato alla recessione sulla variazione del valore aggiunto il metodo è quello di inserire una nuova variabile all interno del modello di regressione. Il coefficiente α diventa effettivamente più piccolo ma rimane significativo al livello 95%; β invece non è significativo. 16

CRITICHE AL NESSO DI CAUSALITA CRISI VALUTARIE Esistono molti episodi svalutazioni del tasso di cambio e crisi bancarie (Twin crises). Le imprese che possiedono molti debiti in valuta estera, a seguito di una svalutazione del cambio, subiscono un forte effetto di bilancio. I debiti esplodono e non riuscendo a ripagarli causano crisi bancarie. Il risultato è molto lontano dalle previsioni: α è sempre negativo e significativo mentre γ è addirittura positivo, tuttavia non è significativo. 17

2. DATO CHE LE CRISI BANCARIE INFLUENZANO L ATTIVITÀ ECONOMICA, IN QUALI CIRCOSTANZE PROVOCANO EFFETTI PEGGIORI? Sulla base di studi effettuati, si evidenzia come tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo non esistano significative differenze né nelle cause né negli effetti della crisi. Tuttavia, laddove i due sottogruppi di paesi vengono esaminati separatamente, emerge che le crisi bancarie esercitano effetti reali più profondi nelle economie emergenti: questo sulla base delle caratteristiche dell economia e sull importanza del settore bancario all interno di un paese. 18

Da un lato, si osserva che la ricaduta occupazionale è più mite, per effetto di maggiore flessibilità dei salari. Dall altro, la contrazione nel reddito risulta più severa, perché questi paesi sono più inclini a subire rapide variazioni nella disponibilità di fonti di finanziamento esterne. Un tessuto industriale che dipende dal finanziamento esterno risente di una crisi bancaria in misura più contenuta se può ricorrere all emissione di titoli, al mercato azionario o ai mercati dei capitali internazionali. La minore incidenza delle nazionalizzazioni di banche in difficoltà nei paesi sviluppati rispetto a quelli meno avanzati, risulta anch essa coerente con quest interpretazione. Nei paesi in via di sviluppo, la via per la sopravvivenza degli istituti bancari consiste, con maggiore frequenza, nell intervento pubblico di salvataggio diretto. 19

Scomponendo il coefficiente α, quello che risulta è che per i paesi avanzati tale parametro perde di significatività, mentre per i paesi in via di sviluppo questo è addirittura ancor più significativo di quello globale. Questo perché, nei paesi sviluppati, ad incidere sugli effetti reali, è la recessione piuttosto che la crisi bancaria stessa, mentre nei paesi in via di sviluppo, l incidenza della crisi bancaria è maggiore rispetto agli effetti del ciclo economico a causa della forte dipendenza dell economia dallo stato di salute delle banche. In termini di perdita di valore aggiunto, ciò si traduce in una riduzione di 1,5% tra industrie che dipendono maggiormente da fonti esterne e quelle che ricorrono più all autofinanziamento. 20

ALTRI INDICATORI COSTI FISCALI Essi però hanno principalmente un effetto redistributivo della ricchezza. INVESTIMENTI Si registra una crescita degli investimenti, nei settori che non ricorrono a fonti esterne, di 4 punti percentuali maggiore rispetto a quella nei settori dipendenti da fonti di finanziamento esterne. OCCUPAZIONE Si rileva un incremento della stessa più lento nei settori più dipendenti da finanziamenti esterni. Inoltre, l effetto è più pronunciato nei paesi in via di sviluppo. 21

CRESCITA DEL NUMERO DI AZIENDE Il vantaggio di considerare questo indicatore si lega alla sua minore sensibilità agli effetti di bilancio in quanto sulle nuove imprese non incidono le passività pregresse. Mentre nelle economie avanzate, questo indicatore non ha particolare significatività, gli effetti della crisi sulla crescita delle imprese sono evidenti nei paesi in via di sviluppo. Infatti, la nascita di nuove imprese in settori che dipendono strutturalmente da fonti esterne è minore dello 0.6% rispetto alla nascita nei settori che ricorrono in misura minore a finanziamenti bancari. 22

INTERVENTI SUL CANALE DEL CREDITO Si distinguono sei categorie di interventi: Garanzia dei depositanti (garanzie sia esplicite che implicite, cioè quando il sistema bancario è pubblico); Immissione di liquidità in via continuativa; Interventi di tolleranza di tipo A (quando le banche insolventi o illiquide vengono autorizzate a continuare la loro attività per almeno 12 mesi senza restrizione); Interventi di tolleranza di tipo B (tolleranza sussidiaria alla A in casi particolari); Ripetute ricapitalizzazioni; Iniziative per aziende o privati, prenditori di fondi, sponsorizzate dal governo. 23

CONCLUSIONI Nei settori più dipendenti da fonti di finanziamento esterne, il valore aggiunto, gli investimenti e il numero di imprese crescono meno rispetto agli altri settori. Le contrazioni del reddito sono particolarmente significative e raggiungono percentuali a due cifre del livello iniziale di PIL. Le perdite in termini di output, seppur sempre positive e significative, sono più contenute, collocandosi entro il 2%. La discrepanza tra queste due misure, rispettivamente di correlazione e di causalità, è attribuibile a un problema di endogeneità tra crisi bancaria e rallentamenti dell output. In un ottica di lungo periodo, è cruciale mitigare ex-ante la prociclicità del sistema finanziario. Infatti, i salvataggi possono determinare ex-ante incentivi perversi i quali possono essere solo parzialmente mitigati da regolazioni e supervisioni. 24

BIBLIOGRAFIA -Dell'Ariccia Giovanni, Detragiache Enrica, Rajan Raghuram, 2008, The real effect of banking crises, Journal of Financial Intermediation, 17(1): 89-112 -Carpinelli Luisa, 2009, Effetti reali delle crisi bancarie: una rassegna della letteratura, Occasional Paper n 55, Banca d'italia 25

GRAZIE PER L ATTENZIONE! 26