PESCA Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore della pesca; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Il valore aggiunto prodotto dalla pesca rappresenta una quota modesta del Pil italiano, pari allo 0.1 per cento, anche se in alcune regioni il peso è più rilevante. Nel corso degli anni novanta l andamento dell attività produttiva del settore è stato di sostanziale stabilità; con il nuovo decennio, però, la dinamica del valore aggiunto ha seguito invece un trend calante. Tra il 2001 ed il 2005 il valore aggiunto si è difatti ridotto del 7.7 per cento all anno, in media. Nella seconda metà del decennio si è invece osservata una stagnazione: tra il 2006 ed il 2010 il tasso medio di variazione annua è stato pari allo 0.1 per cento, che però è il risultato di una contrazione molto intensa nel 2008 (-15.9 per cento) alla quale è seguito un recupero (nel biennio 2009-2010 l incremento complessivo è stato del 14 per cento). Lo scenario di previsione per il medio periodo prefigura un proseguimento delle tendenze di lungo periodo, al netto delle oscillazioni dell ultimo triennio: l attività produttiva è pertanto prevista continuare a calare. Nel periodo tra il 2011 ed il 2015 il valore aggiunto nel settore della pesca si ridurrà in media del 3.9 per cento all anno. 1 Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1
Valore Aggiunto (*) Variazioni % annue 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20,0 93 96 99 02 05 08 11 14 (*) A prezzi costanti La produttività del lavoro 2 è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia. Esaminando l andamento della produttività nel settore della pesca si possono individuare due fasi: fino alla fine della prima metà degli anni novanta, la produttività del lavoro nel settore è andata crescendo (sebbene nella seconda metà degli anni ottanta si fosse osservato un periodo di stasi). Tra il 1991 ed il 1995 la produttività era cresciuta a tassi medi annui dell 8.3 per cento; questo era stato reso possibile anche da un certo progresso tecnico oltre che con l espulsione di manodopera. Tale tendenza si è interrotta con il nuovo decennio, in consonanza con le evoluzioni osservate nell attività produttiva. La dinamica della produttività ha cominciato difatti a mostrare un trend decrescente. Tra il 2001 ed il 2005 la produttività si è ridotta del 7 per cento in media all anno, mentre tra il 2006 ed il 2010 la flessione in media è stata dello 0.1 per cento all anno (anche in questo caso, risultato di una caduta marcata nel 2008 e da un recupero nel biennio successivo). Al netto di queste oscillazioni, però, la tendenza resta sostanzialmente negativa. Nel medio termine, la produttività è prevista continuare a muoversi lungo questo trend cedente evidenziato negli ultimi anni. 2 La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2
Produttività del lavoro Livello, 1980=1 2,50 2,30 2,10 1,90 1,70 1,50 1,30 1,10 0,90 80 84 88 92 96 00 04 08 12 Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. L andamento delle unità di lavoro è stato in controtendenza a quello della produttività, almeno fino alla fine degli anni novanta. A partire dal nuovo decennio, la domanda di lavoro nel settore della pesca è rimasta stagnante. Tra il 2001 ed il 2005 il tasso di variazione media annua è stato di 0.7 punti percentuali; nel periodo successivo (2006-2010) si è osservato un modesto incremento, pari allo 0.3 per cento in media all anno, che però non è stato sufficiente a riportare le unità di lavoro che sui livelli di inizio decennio. Il rimbalzo dei livelli produttivi osservato nell ultimo biennio è stato difatti quasi interamente assorbito da un recupero della produttività. Si ritiene che in prospettiva sarà ancora la produttività ad assorbire le variazioni della produzioni: la caduta prevista nel medio termine per la produzione si tradurrà in una contrazione della produttività, mentre la correzione delle unità di lavoro dovrebbe risultare più contenuta. Nel periodo tra il 2011 ed il 2015 la variazione annua sarà, in media, nulla. 3 L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 3
L evoluzione dell occupazione negli ultimi anni è apparsa lievemente migliore di quella delle unità di lavoro, probabilmente per effetto della riduzione degli orari di lavoro. La dinamica occupazionale appare più vivace di quella delle unità di lavoro, anche in prospettiva. Nel medio termine, gli occupati sono previsti crescere dello 0.4 per cento all anno, in media: nel 2015, i nuovi addetti nel settore della pesca saranno 1200. Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia 90 85 80 75 70 65 60 55 50 45 40 Unità di lavoro Occupati totali 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP 2001. 4
L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** 2010-2015** 505 429-76 88 109 21 994 891-103 151-36 -187 926 823-103 51.460 52.812 1.352 2.361 2.689 328 1.215 1.141-75 Totale occupazione 57.700 58.858 1.158 *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 5