L ospedale da campo dell Ana

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI L ospedale da campo dell Ana Il professor Pantaleo Lucio Losapio tratteggia la storia della struttura da lui diretta e ne descrive il funzionamento di Francesco Lamberini L ospedale da campo dell Associazione nazionale Alpini può essere considerato sicuramente uno dei fiori all occhiello dell articolata ed efficace macchina dei soccorsi che contrassegna il nostro Paese. Nato negli anni Ottanta dalle esperienze vissute da medici ed infermieri, alpini e non, nei terremoti del Friuli (1976) e dell Irpinia (1980), a fondarlo, su incarico di Leonardo Caprioli, allora presidente dell Ana, è stato il professor Pantaleo Lucio Losapio, a quei tempi aiuto ospedaliero. Losapio, 71 anni, è ancora oggi direttore dell ospedale e parlare con lui di questa prestigiosa struttura consente di ripercorrere i progressi che l hanno contrassegnata in oltre un trentennio di attività e di mettere a fuoco le tappe più significative degli aiuti offerti alle popolazioni colpite da calamità. A Losapio, dunque, si addice di certo la definizione di medico in prima linea. Nel ricordare le sue innumerevoli esperienze lui stesso am- Terremoto in Armenia 1988. Il Prof. Losapio con in braccio una bambina I T A L I A N A

Maremoto Sri Lanka 2005. Rifornimenti per l Ospedale da campo ANA mette: Ho lasciato il cuore in tanti posti. A livello logistico l ospedale da campo dell Ana ha la sua sede direttiva con sala operativa a Bergamo, nel presidio Matteo Rota degli Ospedali Riuniti. Quella stanziale, invece, sorge presso il 3 Reggimento Aquila dell aeroporto di Orio al Serio, dove tutti i materiali sono stoccati a partire dal grande ospedale a quello che è definito l ospedale leggero, ovvero un Pma di livello modulabile in funzione 53 Maremoto Sri Lanka 2005. Visita del Prof. Losapio agli ambulatori dell Ospedale da campo QUADERNI DI PROTEZIONE CIVILE LE MAXI EMERGENZE SANITARIE 3

I T A L I A N A Mezzi della Colonna mobile dell emergenza, pronto a partire nel giro di sette ore per l estero, ma utilizzabile anche sul territorio nazionale. Sempre in sede stanziale ci sono poi una serie di automezzi medicalizzati e logistici per i trasporti leggeri e le macchine di movimento per il caricamento delle autocolonne. Tutto è comunque predisposto affinché in caso di calamità le varie strutture possano essere imbarcate sia su aerei sia trasferite via terra. Per l estero dice Losapio vengono utilizzati quasi sempre dei velivoli, ma ci sono state anche eccezioni. Per esempio, in un paio di operazioni, in Armenia e in Albania, durante la guerra del Kossovo, le autocolonne sono state trasferite via nave in quanto composte da strutture pesanti. Quello che noi oggi proponiamo suggerisce Losapio è che, ultimata la primissima fase di emergenza caratterizzata mediamente da 48-72 ore, dovrebbe esaurirsi la competenza del 118. Da quel momento noi siamo pronti a intervenire modularmene con una delle tante strutture che abbiamo, cioè l ospedale da campo leggero, quello pesante oppure componenti singole per l assistenza locale. La precisazione giunge opportuna poiché sono ancora in corso di definizione con il Dipartimento della Protezione civile, nonché con la Regione Lombardia, i tempi di intervento e i ruoli che riguardano il 118 e l ospedale da campo dell Ana, inteso quest ultimo come struttura nel suo complesso in quanto coinvolge anche la colonna mobile e i singoli moduli. Una volta superata la fase dell impatto con un evento calamitoso che vede in prima linea il 118 dice dal canto suo Ugolino Ugolini, direttore operativo e sanitario dell ospedale da campo segue inevitabilmente il periodo della post emergenza che necessita di una struttura di tipo ospedaliero in grado di offrire quei servizi sanitari ordinari venuti a mancare e di cui la popolazione ha bisogno. Pertanto ci auguriamo che venga definitivamente codificato quell avvicendamento che vede subentrare al 118 i volontari della nostra Associazione, in grado di garantire un attività con caratteristiche ospedaliere. È dunque opportuno che il Dipartimento e le Regioni si accordino per considerare automatico questo tipo di sinergia, anche nell ottica di garantire nel tempo gli opportuni sostegni. Le strutture finalizzate a prestare soccorso alle popolazioni vengono calibrate, ovviamente, a seconda dell intensità dell evento calamitoso e della sua estensione. In caso di fenomeno ben localizzato viene inviato sul posto il cosiddetto M.A.P.I. H (Modulo abitativo di pronto impiego ad uso sanitario), rapidamente installabile con pronto soccorso e ambulatorio per le visite mediche. Quando invece si verificano calamità maggiori gli interventi sono attuati con posti medici avanzati dal 1 al 3 livello (quest ultimo definito anche ospedale

L Ospedale da campo ANA leggero dal Dipartimento, e dotato di sala operatoria) a seconda delle locali necessità. Quando infine si manifestano calamità di tali proporzioni da distruggere le strutture sanitarie locali, viene inviato il grande ospedale, come è avvenuto per esempio in Umbria. Per tutelare questo territorio si è provveduto ad attivare un Pronto soccorso H-24, a mettere a disposizione ambulatori per i medici di base e ad aprire una farmacia. Interventi simili sono stati attuati, in tempi più recenti, anche in Abruzzo. In sede internazionale il grande ospedale è sbarcato in Armenia, in occasione di uno dei più terrificanti terremoti dello scorso secolo che ha raso al suolo gran parte di quella regione. Può essere considerata questa la prima grande missione in cui la struttura è stata utilizzata per il pronto soccorso, la diagnostica, gli ambulatori specialistici e la chirurgia. Io stesso sottolinea Losapio durante la mia attività di chirurgo plastico ho operato numerosi bambini con malformazioni facciali. Successivamente ci siamo spostati in Albania dove è stato necessario eseguire numerosi interventi ma anche far nascere tanti bambini. I parti ci hanno impegnato un po ovunque. QUADERNI DI PROTEZIONE CIVILE LE MAXI EMERGENZE SANITARIE 3

I T A L I A N A Ricordo che solo nello Sri Lanka ne sono venuti alla luce circa 300 durante la nostra permanenza. Attualmente dice Pantaleo Lucio Losapio siamo giunti alla quarta versione di questa struttura, in pratica completata rispetto alle versioni precedenti che l hanno vista utilizzata a moduli nelle varie missioni, nazionali e internazionali. Moduli che di volta in volta sono stati lasciati sul posto e poi sostituiti. L ultima tipologia di ospedale da campo, definita anche maggiore, è stata presentata a settembre 2010 a Milano, alla presenza delle massime autorità, durante le giornate nazionali di Protezione civile. Numeroso il pubblico che successivamente ha avuto modo di visitare il complesso. Si tratta di un grande ospedale dotato di accettazione e Pronto soccorso che introducono un articolato itinerario contrassegnato da diverse componenti sanitarie e tecnico-logistiche. Molti sono gli ambulatori specialistici a disposizione, come Otorino, Oculistica, Radiologia, Chirurgia, Ginecologia e Pediatria, che fanno leva su alte tecnologie. Quest ultime sono posizionate in ambienti a parete fissa, tipo container, ma che si presentano di aspetto più raffinato. Di persone disposte a partire per le missioni dice Losapio ne abbiamo tante, ma sono 112 quelle sempre pronte a gestire l operatività dell ospedale da campo. Dopo l esperienza in Sri Lanka è subentrato a darci una grossa mano l Aispo (Associazione italiana solidarietà tra i popoli) dell ospedale San Raffaele di Milano, nosocomio con cui già dal 2006 abbiamo un accordo operativo a livello di disponibilità di personale sanitario. Inoltre siamo sempre grati agli Ospedali Riuniti di Bergamo per il fondamentale sostegno che ci ha sempre dato fin dai primi anni della nostra attività.