NGN2: accesso e impiantistica



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TECNOLOGIE SPECIALE NGN2 NGN2: accesso e impiantistica MARCO URZIO SAVERIO ORLANDO STEFANO PANATTONI Nel presente articolo vengono illustrate le soluzioni tecnologiche che sono alla base del dispiegamento di architetture FTT/FTTCab con una progressiva introduzione di infrastrutture e tecnologie ottiche nel cosiddetto ultimo miglio. Tale evoluzione, per quanto onerosa in termini di investimenti e di logiche riorganizzative, si impone come necessaria per mantenere il ruolo di primattore di Telecom Italia nel mercato TLC. 1. Introduzione Nel prossimo futuro, tutti gli attori operanti nel mercato delle TLC dovranno adeguare le proprie piattaforme alla crescente richiesta di servizi da parte del mercato; tale evoluzione avverrà sia in termini di tipologia di offerta, secondo il paradigma triple/quadruple play, sia in termini di quantità di banda supportata e qualità del servizio (QoS). Sebbene tutti i segmenti della rete di TCL siano impattati da questo salto tecnologico, la rete di accesso è senza dubbio la porzione di rete sulla quale si concentrano alcune delle maggiori sfide tecnologiche, che inevitabilmente richiederanno agli Operatori di rete uno sforzo finanziario non trascurabile. Telecom Italia, per essere in grado di fornire bitrate elevati ad un mercato di massa, ha deciso di far evolvere l architettura della rete di accesso introducendo le tecnologie più performanti sia nella porzione di rete in rame (VDSL2), sia prevedendo l'introduzione di tecnologie ottiche (GbE Gigabit Ethernet e GPON Gigabit Passive Optical Network). Questa evoluzione delle architetture prevede l avanzamento della fibra ottica agli armadi stradali di distribuzione FTTCab (Fiber To The Cabinet), all edificio FTT (Fiber To The uilding) o all abitazione FTTH (Fiber To The Home) (figura 1). Tale evoluzione, in termini architetturali, conduce alla realizzazione di una rete ottica sempre più distribuita, con una larga diffusione di elementi attivi sempre più prossimi ai clienti finali. Al fine di ridurre i costi operativi (OPEX), sarà inoltre necessario prevedere l introduzione nei nodi distribuiti in rete (al Cabinet e al uilding) di adeguate tecnologie che consentano di facilitare ed automatizzare, per quanto possibile, le fasi di provisioning ed assurance (permutatori automatici ADF, sistemi di relè ST&T). NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 29

Access Residential Metro SME usiness ackone CO PoP Copper Access Copper Metro FTTCab ackone CO PoP Cabinet FTT FTTH Metro FTTH Access ackone CO PoP FTT Fiber To The uilding FTTcab Fiber To The Cabinet FTTE Fiber To The Exchange 2. Le tecnologie abilitanti in rete di accesso 2.1 Tecnologia VDSL2 FTTE FTTCab FTT FTTH Sito di centrale Fibre Loop Copper Loop Primaria (200-3000m) Una delle tecnologie trasmissive abilitanti l evoluzione della rete di accesso in rame in ottica NGN2 è il VDSL2. Tale tecnologia, allo studio nelle sue prime versioni dal 1995, si è consolidata in ambito normativo nel febbraio 2006, con il rilascio in ambito normativo ITU-T della raccomandazione G.993.2: tale standard ha introdotto significativi miglioramenti rispetto ai sistemi VDSL di prima generazione, introducendo molte delle funzionalità, tra cui ricordiamo le più significative: modalità di trasporto a pacchetto basato anche su standard EFM 802.3ah, che permette il trasporto nativo di frame Ethernet in maniera efficiente, rispetto alle tradizionali tecniche PTM basate su incapsulamento HDLC proprie del VDSL di prima generazione; possibilità di gestione della PSD (Power Spectral Density) del segnale VDSL2. In particolare è data la possibilità ad un Operatore di definire una propria PSD inferiore rispetto a quella massima ammessa dallo standard, al fine di rispettare specifiche regole di Spectrum Management. Inoltre, sono disponibili meccanismi di Power ack-off (PO), in grado di permettere la coesistenza nello stesso binder di sistemi VDSL2 da cabinet con altri sistemi broadband dispiegati da centrale; Cabinet VDSL2 FTTH Fiber To The Home PoP Point of Presence Secondaria (100-700m) Rete di edificio ADSL2+ 3-20 Mbps <1 Mbps VDSL2 12M 25-50 M 2-10 M VDSL2 30M 50-100 M 25-40 M 0.1-1.0 Gbps FIGURA 1 Prestazioni delle tecnologie xdsl. Evoluzione delle architetture d accesso: dalla fibra in centrale, FTTE a soluzioni con fibra verso l utente: FTTCab, FTT e FTTH. possibilità di effettuare il bonding di più doppini: tale soluzione permette di affasciare più linee VDSL2, che realizzano così un unico flusso trasmissivo equivalente. Il piano spettrale associato alla tecnologia trasmissiva VDSL2 non è univoco ma, come indicato nella raccomandazione ITU- T G.993.2, può essere di due tipologie, a seconda di quali e quante portanti dello spettro VDSL2 vengano attribuite al trasporto del flusso upstream o al flusso downstream. La coesistenza di sistemi con piani spettrali differenti in sistemi vicini (quindi come minimo nello stesso settore di cavo) non è perseguibile, poiché l utilizzo di uno stesso tono da un sistema in upstream e da un altro in downstream genererebbe rumore NEXT (Near End Cross Talk), il che renderebbe inutilizzabile quella parte di spettro. Poiché non sarebbe opportuno né gestibile suddividere la rete di accesso in aree colorate con piani spettrali diversi, è necessario definire un solo piano spettrale per il deployment della tecnologia VDSL2. Nella figura 2 è riportata la rappresentazione grafica dei due piani spettrali ad oggi definiti per il VDSL (1 e 2) per lo spettro fino a 12 MHz, con la maschera adottabile in Italia, che prevede la coesistenza del VDSL2 con il servizio POTS (M2x-A). La maschera M2x-A è l unica possibile in Italia per garantire la compatibilità con i sistemi già dispiegati della famiglia xdsl ed esclude l uso di sistemi a cancellazione d eco. Come si vede dalla figura 2, il piano spettrale 998 favorisce maggiormente la banda in direzione downstream, e risulta quindi più idoneo nel caso si and Plan 997 US0 DS1 US1 DS2 US2 0.025 0.138 3 5.1 7.05 12 MHz and Plan 998 US0 DS1 US1 DS2 US2 0.025 0.138 3.75 5.2 8.5 12 MHz DS US DownStream UpStream FIGURA 2 Piani spettrali 997 e 998 per il VDSL2 (fino a 12 MHz). 30 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

vogliano portare sul VDSL2 servizi fortemente asimmetrici (es. servizi di tipo IP-TV); questo pertanto viene assunto come piano spettrale di riferimento per il mercato italiano. Recentemente (aprile 2007) sono state definite in ambito normativo (ITU- T) le estensioni dei piani spettrali fino alla frequenza di 30 MHz; in figura 3 sono rappresentati quelli di maggior interesse. o Splitter ODN o o NT SPECIALE NGN2 and Plan 998 12a and Plan 998E17 standard DS1 US1 DS2 US2 US3 DS3 0.138 3.75 5.2 8.5 12 14 17.6 MHz and Plan 998E30 DS1 US1 DS2 US2 US3 DS3 US4 DS4 0.138 3.75 5.2 8.5 12 14 21.4 24.9 30 MHz DS US DownStream UpStream Central Office NT ODN Network Termination o Optical Distribution Network Optical Line Termination Optical Network Termination Optical Network Unit Cabinet Curb uilding NT Home FIGURA 3 Piani spettrali 998 per il VDSL2 (estensione fino a 30 MHz). FIGURA 5 Struttura generale di una rete PON. 2.2 Tecnologia ottiche in rete d accesso 2.3 Soluzioni PON di nuova generazione: le GPON Le tecnologie ottiche da adottarsi in rete di accesso differiscono a seconda dell architettura di rete che si intende adottare (figura 4). FTTCab Metro Feeder FTT Metro Feeder GbE Central office GPON Central office FTT Fiber To The uilding FTTcab Fiber To The Cabinet GbE Gigabit Ethernet GbE GPON FIGURA 4 Tecnologie ottiche in rete d accesso. Street Cabinet Splitter Ottico In particolare in un contesto FTTCab, in cui le sottendono diverse centinaia di clienti, si ritiene vantaggioso l impiego di interfacce GbE, eventualmente in associazione con tecniche WDM (Wavelength Digital Multiplexing), qualora ci fosse l esigenza o l opportunità di ridurre il numero di fibre ottiche da impiegarsi nella rete ottica primaria. Viceversa, in un contesto FTT, la numerosità di clienti raccolti da ciascuna unità remota (alcune decine) suggerisce l impiego di tecnologie ottiche passive punto-multipunto, quali le GPON che vengono brevemente descritte nel paragrafo successivo. Una rete ottica passiva PON (Passive Optical Network) è una rete di accesso caratterizzata dall assenza di apparati attivi al di fuori delle sedi ove sono collocate le (Optical Line Termination) e le - (Optical Network Termination - Optical Network Unit) rispettivamente. È in genere basata su topologie di rete ad albero, realizzate mediante l uso di ripartitori ottici di tipo passivo (splitter GPON Gigabit Passive Optical Network Optical Line Termination Optical Network Unit ottici). La struttura generale di una rete PON è rappresentata nella figura 5. La soluzione tecnica di accesso al mezzo condiviso utilizzata dai sistemi PON è la TDM/TDMA (Time Division Multiplexing/Time Division Multiple Access), schematizzata in figura 6. Nella direzione Downstream (rete-utente) la genera un flusso continuo in TDM di pacchetti indirizzati alle diverse in modo broadcast. Tutte le ricevono quindi l intero traffico Downstream, ma acquisiscono solo quello relativo al proprio identificativo. enchè questo meccanismo sia sicuro per la privacy dei dati, in quanto cablato nella, alcune tecnologie, come la GPON, consentono anche di criptare i dati in modo molto efficace con l AES (Advanced Encryption System) a 128 bit. In assenza di traffico utile, la genera traffico Idle per garantire la continuità trasmissiva e consentire alle / di estrarre il clock dai dati Downstream. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 31

TDM TDMA A C TDM A C TDMA Operation Line Termination Optical Network Termination Time Division Multiplexing Time Division Multiple Access A C A C A C FIGURA 6 Principio di funzionamento della tecnica TDM/TDMA. Nella direzione Upstream (utente-rete) sorge il problema di sincronizzare la trasmissione di tutte le fra di loro, in modo da evitare che i segnali ottici inviati dalle terminazioni di rete, e combinati passivamente nella ODN (Optical Distribution Network), si sovrappongano tra loro in corrispondenza della per effetto delle differenti lunghezze fisiche di ciascun percorso, delle variazioni della velocità di propagazione ottica, a causa della temperatura, e delle variazioni nel tempo delle caratteristiche dei componenti. Questo problema viene risolto per mezzo della procedura di Ranging, con la quale la calcola il tempo di ritardo effettivo verso/da ciascuna (round trip delay) e comunica questa informazione alle varie. Le singole a questo punto, prima di trasmettere il burst di informazione, che compete loro, introducono un opportuno ritardo, in modo tale da porsi virtualmente tutte alla medesima distanza dalla (la massima consentita) indipendentemente dalla loro effettiva collocazione fisica. Questa operazione va ripetuta periodicamente, per permettere l installazione di nuove, tramite l apertura di una breve Silent Window, che non ha impatto sul normale funzionamento della rete. Vengono inoltre compensate in modo dinamico (Dynamic Ranging) le eventuali variazioni nel tempo del ritardo di propagazione (dovuto per esempio alla variazione di lunghezza dei cavi con A C A C A C la temperatura). Le singole a questo punto possono utilizzare un opportuna porzione della banda disponibile nella direzione Upstream a loro assegnata dalla per mezzo dei cosiddetti Grant. Tale assegnazione potrà essere semirigida, cioè assegnata in modo statico dal gestore di rete, oppure dinamica, cioè assegnata dalla sulla base delle contingenti esigenze di banda espresse dalle : in questo caso si parla di Dynamic andwidth Assignment (DA). L insieme di questi meccanismi, che consentono un efficiente uso della banda Upstream e l assenza di collisione dei pacchetti, è denominato MAC (Media Access Control). Se si vuole minimizzare l uso della fibra ottica, le soluzioni PON possono sfruttare la condivisione di un singolo portante per entrambi i versi di trasmissione, utilizzando le due finestre di trasmissione ottica a 1260-1360 nm nella direzione Upstream e 1480-1500 nm nella direzione Downstream. Questa soluzione richiede l impiego di accoppiatori/disaccoppiatori WDM (Wavelength Division Multiplexer), che solitamente sono integrati negli apparati di rete. Grazie al progresso tecnologico, i più recenti sistemi PON possono accedere al portante fisico tramite un componente unico denominato Diplexer, in cui sono integrati il trasmettitore ottico, il ricevitore ottico e il filtro ottico WDM. Nella direzione Downstream è possibile utilizzare una gamma di lunghezze d onda da 1540 a 1565 nm, denominata Enhancement and, per servizi video diffusivi con modulazione analogica (usata negli USA) o digitale (allo studio in Europa). Gli estremi della Enhancement and sono, oggi, in fase di revisione per quanto riguarda gli apparati GPON, in modo da consentire la condivisione della stessa rete in fibra con sistemi WDM di nuova generazione. 3. La nuova infrastruttura 3.1 Deployment di fibra in accesso L evoluzione della rete di accesso verso architetture FTTCab e FTT (figura 1) comporta il dispiegamento di una rete ottica sempre più capillare; al fine di minimizzare l impatto economico di un tale salto generazionale nella struttura della rete di distribuzione, è opportuno iniziare il dispiegamento della nuova rete nei contesti territoriali, ove sia maggiore la disponibilità di infrastrutture, sia in termini di tubazioni sia in termini di fibre ottiche. In ogni caso è importante perseguire delle metodologie di posa che, oltre a contenere i costi d installazione, permettano di limitare l impatto ambientale. In tali contesti le tecniche sono: la posa aerea su facciata degli edifici; il no-dig leggero o altri metodi alternativi (es. posa nelle tubazioni del gas, dell acqua potabile, delle fognature) che presentano però aspetti tecnici e normativi ancora da approfondire. 32 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

Come anticipato nello scenario FTT/Curb si prevede l utilizzo della tecnologia GPON (figura 7); in particolare lo schema impiantistico che si prevede di adottare comprende una dislocata a livello di centrale ed una rete di distribuzione ottica (ODN) con un primo livello di splitting (1:2) collocato in centrale ed un secondo livello di splitting (2:16 o 2:8) collocato in rete; tale schema consente di: raccogliere fino ad un massimo di 32 per singola ; abilitare la realizzazione di uno schema di protezione per la rete ottica primaria (impiego di diramatori 2:N ed adozione dello schema di protezione di tipo, fino al primo splitter, previsto nella raccomandazione ITU-T G.983.5); agevolare la scalabilità verso l offerta di servizi a maggiore bitrate (eliminando il primo livello di splitter in centrale e riducendo di conseguenza il numero di utenti attestati alla singola interfaccia GPON). Le terminazioni della rete ottica presso il cliente () non solo saranno dislocate all interno degli edifici (figura 8) o in prossimità di questi ultimi (FTTCurb, figura 9), ma saranno anche alimentate in Splitter ottico 1:2 Splitter ottico 2:16 o 2:8 loco ed avranno la capacità di gestire alcune decine di utenti. La dislocazione distribuita delle, e l esigenza di contenere al massimo i costi operativi di provisioning ed assurance richiede l adozione all interno delle di una soluzione impiantistica denominata ST&T (Switching, Termination and Testing), basata sull impiego di relè controllati da remoto e di un unità di testing di livello fisico MELT xwdm SGU/SL 2:16 TX 1:2 Area di Splitter GbE Gigabit Ethernet GPON Gigabit Passive Optical Network Optical Line Termination Optical Network Unit nxgbe 1:2 GPON 2:16 FIGURA 7 Schema impiantistico per le architetture di tipo FTT/GPON. Rete primaria Rete secondaria SGU Stadio di Gruppo Urbano SL Stadio di Linea xwdm x Wavelength Digital Multiplexing (MEtallic Line Testing) secondo lo schema riportato in figura 12. In questa architettura, a valle della, è previsto l utilizzo del rilegamento in rame esistente fino alla prima borchia d utente (terminazione all interno dell appartamento) e le brevi distanze in rame da percorrere (centinaia di metri) consentono di sfruttare appieno le potenzialità trasmissive offerte dalla tecnologia VDSL2. SPECIALE NGN2 Alimentazione elettrica 24 (1) F.O. Rete secondaria in rame 24 Optical Network Unit Giunto A 11/10 12 Raccordi di abbonato (colonna montante) Terminazione interna della rete in rame maggiore di 10 cp f.o - Rete Secondaria Salita verticale Optical Network Unit FIGURA 8 Esempio di cabinet all interno dell edificio per soluzioni FTT. FIGURA 9 Esempio di cabinet esterno all edificio per soluzioni FTTCurb. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 33

Laddove non siano disponibili infrastrutture in rete di accesso o richieste di servizi sufficienti a giustificare soluzione di tipo FTT/Curb, l architettura di riferimento sarà di tipo FTTC; in questo caso la sarà collocata in corrispondenza dell attuale armadio di distribuzione della rete in rame (figura 10), che dovrà, di conseguenza, essere raggiunto dalla fibra ottica. L armadio ripartilinea, in questo caso, verrà sostituito da un nuovo cabinet, che è predisposto per servire fino a 400 utenti; al suo interno, oltre alla, saranno CENTRALE alloggiati: le attestazioni delle coppie entranti e uscenti afferenti all armadio ripartilinea; un ADF (Automatic Distribution Frame) per la connessione automatica delle linee; l elettronica necessaria all alimentazione dei vari apparati. L avvio di questa migrazione avverrà a valle del superamento di alcuni punti critici, quali l elevato consumo delle schede VDSL2, i costi elevati, la scarsa maturità ed ingombro dell ADF. GE Scorta cavo F.O. (20 mt) in prossimità dell'armadio FTTcab da collegare buona affidabilità ed alle ottime performance); mechatronic (ottima scalabilità fino a diverse migliaia di linee, ma con possibili problemi in caso di urti e vibrazioni); microrobot (progressivamente in abbandono, a causa della bassa affidabilità e dei lunghi tempi 4 F.O. GE Gigabit Ethernet Optical Network Unit Area di armadio RL rame FTT Cab Cab Rete secondaria in rame Collegamento in rame Armadietto Rete secondaria in rame FIGURA 10 Schema della soluzione FTTCab con sistema GbE. Edificio con terminazione di rete in rame interna RAME Edificazioni terminazioni di rete in rame esterna 3.2 Elettronica distribuita (, ADF, ST&T) L evoluzione della rete di accesso verso architetture FTTCab ed FTT comporta due aspetti fondamentali: l introduzione di fibra ottica al posto della rete in rame (aspetto tanto più critico quanto più ci si avvicina alla casa dell utente); la dislocazione sul territorio di apparati attivi. In particolare, per quanto concerne l ultimo punto, occorre precisare che per le architetture FTTCab, la soluzione tipica prevede l installazione di un nuovo cabinet, contenente una in grado di supportare fino a un massimo di 400 porte VDSL2, collegata ad un ADF di tipo Anyto-Any, mentre per le architetture FTT, la soluzione standard prevede l installazione (all interno del building o nelle immediate vicinanze) di una piccola in grado di supportare alcune decine di porte VDSL2, collegata ad una unità ST&T. L ADF è costituito da una serie di matrici di commutazione (organizzate in un singolo stadio o in più stadi, a seconda del numero di linee da connettere) e può essere realizzato con diverse tecnologie: relay (attualmente i più utilizzati, grazie alla richiesti per lo switch); MEMS (tecnologia ancora in fase di sviluppo, dalle buone prospettive, ma che ancora rappresenta un incognita dal punto di vista affidabilistico). L ADF si collega da un lato alla rete secondaria (linee che vanno verso gli utenti finali) e dall altro alle porte della e della rete primaria. I principali vantaggi associati all utilizzo di tale apparato sono: abbattimento dei tempi (e dei costi) di provisionig di nuovi servizi, grazie alla permuta automatica gestibile da remoto (obiettivo di cabinet zero touch ); riduzione degli OPEX di assurance, in conseguenza del fatto che la permuta automatica non è affetta dalla probabilità di errore umano associato all operatività manuale; ricerca guasti e testing da remoto; aumento complessivo della qualità del servizio; mantenimento di un Data ase semplificato, con minori rischi di dati inconsistenti. Ad oggi esistono due soluzioni principali per l ADF da impiegare in contesti FTTC: 1) Any-to-Any (A2A): ciascuna porta di ingresso può essere connessa a ciascuna porta di 34 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

uscita (figura 11). Tale soluzione comporta l evidente vantaggio di massima flessibilità, anche se rende più complessa l architettura dell apparato (aumento degli stadi di commutazione intermedi), comportando di conseguenza l aumento dei prezzi. 2) Any-to-Many (A2M): consente la connessione delle linee in ingresso ad un numero limitato di linee in uscita verso servizi speciali. In questo caso, a fronte di una riduzione dei prezzi, occorre prevedere l eventualita di situazioni di blocco. Le problematiche legate all introduzione di permutatori automatici nei cabinet stradali riguardano prevalentemente la maturità ed il costo attuale del prodotto. Venendo incontro alle comuni esigenze di approfondimento di tali aspetti, su proposta di Telecom Italia, si è costituito un gruppo di lavoro che coinvolge alcuni dei principali Operatori del settore TLC. Tale gruppo ha emesso una RFI (Request For Information) congiunta sull ADF per applicazioni in cabinet stradali che ha coinvolto diversi (12) vendor. Questa attività ha consentito l avvio dello sviluppo di una nuova Norma in ETSI ATTM. Nell ambito del deployment di architetture FTT, la soluzione ST&T (Switching, Termination and Testing) da collegare alla, rappresenta una proposta innovativa sviluppata da Telecom Italia con l obiettivo principale di ridurre i costi associati alla fornitura della larga banda all utenza del building. In figura 12 è riportato uno schema di funzionamento della soluzione ST&T; come si può notare, sono presenti alcuni switch che consentono di porre ciascuna linea di utente nei seguenti stati: Pass Through: conessione diretta tra linea di utente e linea verso la Centrale; POTS + VDSL2: l utente risulta collegato al POTS splitter, che separa il segnale associato alla VDSL2 da quello N riceve associato alla Centrale; VDSL2 Only: l utente è direttamente collegato alla porta VDSL2 della VDSL2 (si osserva che in tal caso viene a mancare la condizione di lifeline); VDSLx VDSL2 MELT: la linea di utente è connessa ad un apparato di testing che effettua il troubleshooting (in questo stato, naturalmente l utente non può fruire di nessun servizio); User Disconnected: la linea di utente è disconnessa dalla rete. Tale soluzione, rispetto ad un permutatore ADF Automatic Distribution Frame Optical Network Unit VDSL Very high bit rate Digital Subscriber Line FIGURA 11 Esempio di schema ADF A2A. Secondary Network GPON OTU-R Powering A 1 0 VDSL #1 VDSL #2 VDSL #n MELT PS #1 PS #2 PS #n 1 0 GPON Gigabit Optical Network Unit MELT MEtallic Line Testing VDSL Very high bit rate Digital Subscriber Line FIGURA 12 Schema di principio della soluzione ST&T. ADF 600 x 600 C 1 0 600 lines customer side To the Customers SPECIALE NGN2 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 35

automatico, è rigida nel senso che non consente di effettuare permute delle linee, ma solamente cambiamenti di stato per ciascuna linea. I principali vantaggi associati all adozione della soluzione ST&T sono: costi ridotti rispetto all adozione di un ADF, provisioning automatico di nuovi servizi, testing da remoto. 3.3 Consumi Negli ultimi anni la tematica dei consumi di energia elettrica ha assunto importanza sempre più rilevante, a causa dei molteplici problemi associati quali: il continuo incremento del costo unitario dell energia elettrica (in Italia, dal 2000 al 2005 è praticamente raddoppiato) ha elevato in maniera esponenziale l attenzione al consumo soprattutto da parte delle imprese; il consumo di energia è naturalmente correlato al problema dell approvvigionamento (si prevede, nei prossimi anni, un probabile picco nel costo del petrolio con costi che potrebbero considerevolmente aumentare rispetto ai livelli attuali): sono in costante crescita le attività volte alla ricerca di fonti energetiche alternative di tipo rinnovabile (energia eolica, fotovoltaica, ); l utilizzo di fonti energetiche tradizionali comporta un sempre più pesante impatto sulle condizioni ambientali: a livello mondiale, si stanno moltiplicando azioni (come il protocollo di Kyoto) volte a ridurre via via le emissioni. La stessa Unione Europea è fortemente impegnata su tale fronte, con proprie Direttive in materia di ambiente ed energia (efficienza energetica). (1) GWh 2000 Cfr. ilancio Sostenibilità 2006 per il Gruppo Telecom Italia, p. 154. Network Consumption ADSL Narrowband equipments TODAY ADSL Asymmetric Digital Subscriber Line FTTx Fiber To The x VDSL Very high bit rate Digital Subscriber Line FIGURA 13 Evoluzione dei consumi della rete di accesso verso NGN2. INERTIAL TREND VDSL2 (FTTx) OPTIMIZED TREND Per quanto concerne Telecom Italia, essendo quest ultima il secondo maggiore acquirente di energia a livello nazionale (~2 TWh all anno, pari a quasi l 1% del consumo di energia elettrico nazionale 1 ), è evidente come oggi, più che mai, sia impegnata sul fronte della riduzione dei consumi. D altro canto, il progetto NGN2, che prevede l evoluzione della rete di accesso verso nuove architetture, pone l Azienda di fronte a nuove ed importanti sfide. Infatti, il progressivo aumento della penetrazione della larga banda, se da un lato comporta un ovvio ed auspicabile incremento dei ricavi, dall altro implica l introduzione in rete di apparati attivi e dunque, in ultima istanza, un rischio di aumento complessivo nell assorbimento di energia. Risulta pertanto imperativo poter disporre di sistemi xdsl a basso consumo. In figura 13 è riportato il trend prospettico di evoluzione dei consumi per la rete di accesso di Telecom Italia. Come si può notare, in una prima fase si assiste ad un aumento del livello complessivo di energia assorbita: ciò è legato alla cosiddetta fase di overlay, nella quale la richiesta di nuova connessione a larga banda viene soddisfatta, dal punto di vista tecnico, collegando la linea di utente ad uno splitter, che separa la componente narrowband (diretta verso la centrale) dalla componente broadband (diretta verso il DSLAM). In ultima istanza, pertanto, tale operazione si traduce nell aggiungere al consumo della vecchia porta il consumo della nuova porta broadband. Solamente il successivo passaggio alla fase di Total Replacement, in cui la linea di utente viene direttamente connessa alla porta del DSLAM con 36 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

l abbandono delle interfacce PSTN tradizionali, consente a fronte di una previsione di progressiva riduzione dei consumi unitari del VDSL2 nel tempo, un saving netto di consumo. Da ciò deriva l opportunità di porre in atto tutte le possibili azioni di push nei confronti dei vendor (a livello sia di sistema che di chipset di apparato), al fine di ottenere un loro pieno committment verso la realizzazione di apparati poco energy hungry. Inoltre Telecom Italia è attiva presso la Commissione Europea ed i principali enti di standardizzazione, quali ITU-T SG 15, ETSI TM6, ETSI EE2 ed ETNO Energy Task Team, per la definizioni di documenti e raccomandazioni, condivisi tra Operatori TLC e costruttori, per effettuare azioni volte alla riduzione dei consumi degli apparati broadband. 4. Conclusioni Sono stati illustrati il percorso evolutivo verso le nuove architetture della rete di accesso e le problematiche di tipo tecnico/impiantistico che questo comporta. Tale percorso prevede una progressiva introduzione in rete di soluzioni ottiche (es. GbE, GPON) e soluzioni innovative in rame (VDSL2), al fine di abilitare al più presto la fornitura di servizi multimediali evoluti sempre più necessitanti di banda. La distribuzione di apparati attivi in rete impone altresì un attenta analisi del contenimento dei costi operativi e dei consumi energetici; a tale scopo Telecom Italia prevede l introduzione, nei propri nodi di rete da dispiegare sul territorio (al Cabinet e al uilding) di adeguate tecnologie, rispettivamente permutatori automatici ADF e sistemi di relè ST&T, che consentano di facilitare ed automatizzare le fasi di provisioning ed assurance. marco.burzio@telecomitalia.it saverio.orlando@telecomitalia.it stefano.panattoni@telecomitalia.it ACRONIMI A2A Any to Any A2M Any to Many ADF Automatic Distribution Frame ADSL Asymmetric Digital Subscriber Line AES Advanced Encryption System DA Dynamic andwidth Assignment DS DownStream DSLAM Digital Subscriber Line Access Multiplexer FTT Fiber To The uilding FTTCab Fiber To The Cabinet FTTE Fiber To The Exchange FTTH Fiber To The Home FTTx Fiber To The x GbE Gigabit Ethernet GPON Gigabit Passive Optical Network MAC Media Access Control MELT MEtallic Line Testing NEXT Near End Cross Talk NGN2 Next Generation Network 2 NT Network Termination ODN Optical Distribution Network Optical Network Termination Optical Network Unit PO Power ack-off PON Passive Optical Network PoP Point of Presence PSD Power Spectral Density QoS Quality of Service RFI Request For Information SGU Stadio di Gruppo Urbano SL Stadio di Linea ST&T Switching, Termination and Testing TDM Time Division Multiplexing TDMA Time Division Multiple Access US UpStream VDSL Very high bit rate Digital Subscriber Line WDM Wavelength Digital Multiplexing xwdm x Wavelenght Digital Multiplexing SPECIALE NGN2 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 37

Marco urzio ingegnere elettronico, è responsabile dell area Wireline Access Infrastructure Innovation di TILab, con l obiettivo di abilitare l impiego di soluzioni innovative di rete e sistemi basati su tecnologie in rame o in fibra. Ha iniziato il suo percorso professionale in Azienda nel 1991, come ricercatore nel campo delle comunicazioni ottiche e della microelettronica; poi è stato responsabile delle attività di ricerca per l evoluzione delle soluzioni CPE e di telegestione per l utenza residenziale e il microbusiness. Dal 2000 al 2001 ha anche lavorato in ARTIS Software come responsabile di Product Unit. Saverio Orlando laureato in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Torino, ha oggi la responsabilità dell Innovazione e dell Ingegneria della Rete di Accesso Fisso e di Trasporto in TILab. Tra i layer di Rete di competenza del suo Dipartimento sono compresi l OP, l OPM e l EDGE IP sia per i servizi usiness, che Consumer, nonché l accesso roadband xdsl nel cui ambito si sta sviluppando il progetto NGN2. In precedenza è stato responsabile del Dipartimento Mass Market Solution, nel cui ambito si sono sviluppati servizi quali Alice, Alice Mia e Alice TV, e dei Dipartimenti OSS e Rete Intelligente. Stefano Panattoni laureato in Ingegneria Elettronica presso l Università La Sapienza di Roma, nel 1996 è entrato in Telecom Italia ed ha cominciato ad occuparsi di progetti inerenti la rete di accesso in cavo. Ha seguito i criteri di sviluppo della rete in rame e in fibra ottica, con particolare riferimento all inserimento in rete della rete HFC, dei sistemi xdsl e all analisi di soluzioni FTTx. Successivamente ha coordinato l attività di stesura dei Capitoli di Appalto per i Lavori di Rete e i controlli di qualità finalizzati al Vendor Rating. Dal 2006 è Responsabile del settore Infrastracture Engineering, nell ambito della struttura di TILab - Accesso Fisso e Trasporto di Technology. 38 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007