POMACEE. Lavori. Melo



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POMACEE Lavori Durante il bimestre di pieno inverno nel frutteto di pomacee non vi sono pratiche colturali da effettuare oltre alla potatura di produzione. Nei nuovi impianti, se non avete messo a dimora gli astoni nel tardo autunno, potete farlo da febbraio in poi, appena il terreno sgela completamente. Controllate ogni 20-30 giorni la produzione di pomacee dell anno precedente che avete in conservazione per eliminare tempestivamente i primi frutti guasti ed evitare così il diffondersi dei marciumi. Nelle regioni più fredde ricordate di conservare i frutti in locali non troppo esposti ai rigori invernali poiché se le temperature si abbassano oltre i 5-6 C sotto zero può iniziare il congelamento della polpa che compromette irrimediabilmente il consumo della frutta. Potatura di produzione. La potatura è senz altro una delle pratiche colturali che impegna di più il frutticoltore poiché richiede buona conoscenza del comportamento vegetativo di ogni specie nonché manualità nei tagli. Se non si hanno le idee chiare su cosa e quanto tagliare è difficile partire col piede giusto. Innanzitutto controllate che tutta l attrezzatura, dagli arnesi da taglio alle scale, sia a posto per quel che riguarda la sicurezza e la funzionalità. Prima di iniziare la potatura, inoltre, osservate bene la carica di gemme produttive presenti sulle vostre piante. Nelle pomacee tali gemme sono le lamburde, che al germogliamento produrranno uno o due germogli ed un mazzetto (corimbo) di 5-10 fiori, tranne il cotogno che produce fiori isolati. Tali gemme, che per comodità chiameremo a fiore, si riconoscono facilmente perché sono rotondeggianti e più grosse rispetto alle gemme a legno, più esili ed appuntite. Le gemme a fiore sono inserite su rami di due o più anni, nelle borse (piccoli rigonfiamenti formatisi nel punto in cui l anno prima era attaccato un frutto) e nelle zampe di gallo (rametti corti formati da più borse in successione); anche i brindilli (deboli rami di un anno) hanno spesso gemme a fiore sia in punta che in prossimità della stessa; in alcune varietà, poi, si trovano gemme a fiore anche su rami di un anno più vigorosi dei brindilli o addirittura nella parte terminale dei succhioni. Prendiamo ora in esame alcuni aspetti pratici della potatura. Quando eseguire la potatura: le pomacee possono essere potate per tutto il periodo di riposo vegetativo fino all inizio del germogliamento, vale a dire indicativamente da metà novembre a tutto marzo. Se però l inverno è molto freddo, con minime che scendono oltre i 7-8 C sotto zero, conviene sospendere i tagli ed aspettare temperature più miti. Quali rami vanno sempre tagliati: innanzitutto i succhioni, i classici rami eretti molto vigorosi, e poi tutti quei rami molto grossi che crescono in concorrenza con la struttura scheletrica di base, specie verso le estremità. A potatura conclusa l albero deve presentare tale struttura scheletrica di base ben evidente senza che vi siano rami con dimensioni pari alle branche o all asse centrale. Quali rami a frutto privilegiare: senz altro i rami ben rivestiti di gemme a fiore (le lamburde) e brindilli e che hanno un portamento orizzontale o, al massimo, leggermente assurgente. I rami a frutto in posizione eretta vanno tenuti solo se non vi sono rami migliori. Che tagli fare sui rami a frutto selezionati: negli alberi deboli, che producono solitamente molto, occorre fare una potatura corta, vale a dire raccorciare di circa un terzo i rami e tutta la ramificazione di rivestimento; se la vigoria è forte invece bisogna potare lungo, cioè non raccorciare il ramo e sfoltire solo i rametti di rivestimento in eccesso. Ricordate che ogni ramo a frutto selezionato, così come ogni grosso ramo che forma la struttura scheletrica di base in tutte le forme di allevamento, deve avere struttura conica, cioè presentare ramificazioni di rivestimento con lunghezza e vigore decrescente man mano che si procede dalla base verso la cima. Oltre a queste regole di base valide per tutte le pomacee, vediamo di seguito alcuni accorgimenti particolari da adottare specie per specie. Melo Potatura di produzione delle pomacee. A sinistra. Ogni ramo a frutto deve terminare con un unico prolungamento, costituito di norma da un brindillo. Si devono quindi eliminare le biforcazioni alle estremità, visibili nella foto, selezionando come prolungamento un brindillo che abbia posizione orizzontale o leggermente assurgente. Per i prolungamenti non vanno mai selezionati rami vigorosi sprovvisti di gemme a fiore e neppure i succhioni. A destra. I rami a frutto eccessivamente inclinati per il peso della produzione o in seguito ad inclinazioni manuali, tendono ad invecchiare ed a produrre frutti di pezzatura piccola, specie se posti in posizione ombreggiata all interno della chioma. Con la potatura raccorciateli scegliendo come nuovo prolungamento un brindillo in posizione più eretta rispetto al ramo stesso. Tale taglio, eliminando la parte terminale indebolita, stimola il formarsi di nuova vegetazione con il rinnovo delle gemme a fiore. Se il ramo risulta sprovvisto di brindilli sui quali fare il taglio di ritorno, andrà comunque raccorciato del 20-30% Questa specie va potata generalmente poco poiché il rinnovo del legno è costante e la produzione si ha anche su rami a frutto di 3-4 anni ed oltre. Lo scopo principale degli interventi è quello di diminuire il numero eccedente di gemme a fiore per ridurre l alternanza di produzione ed avere frutti di pezzatura più grossa. Per quanto riguarda gli alberi innestati su soggetti deboli, EM 9 in particolare, che solitamente producono molto ed hanno vigore debole, si deve adottare la potatura corta togliendo circa il 28 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

Il vostro frutteto familiare inerbito di 1.500 metri quadrati a cura di Silvio Caltran Il frutteto, diviso da una stradina poderale di passaggio, è costituito da due appezzamenti di circa 700 metri quadrati ciascuno. La parte in colore rosa richiede regolari trattamenti antiparassitari e concimazioni (con qualche riduzione per talune varietà) che vengono sistematicamente indicati ne «i Lavori». Essa può ospitare le seguenti specie: melo e pero fra le pomacee; pesco, nettarina, ciliegio, albicocco, susino fra le drupacee. La parte in colore verde (studiata per il più semplice frutteto familiare costituito da una o poche piante presenti delle specie elencate) non richiede di norma concimazioni chimiche e trattamenti antiparassitari o ne richiede pochissimi perciò i simboli dei trattamenti antiparassitari e delle concimazioni qui non compaiono mai; eventuali interventi possibilmente con prodotti ammessi per l agricoltura biologica vengono suggeriti nelle note riguardanti le singole specie. Essa può ospitare le seguenti altre specie: actinidia, azzeruolo, carrubo, cotogno, corbezzolo, fico, giuggiolo, kaki, mandorlo, melograno, nespolo comune, nespolo del Giappone. Le indicazioni fornite nel progetto si riferiscono all Italia centro-settentrionale; per le altre zone d Italia si veda la cartina riportata a pagina 19. I lavori da eseguire in gennaio I lavori da eseguire in febbraio Pero - Melo Pero - Melo Pesco - Nettarina Pesco - Nettarina Ciliegio m 23,5 Ciliegio Albicocco - Susino Albicocco - Susino Strada poderale Altre specie di piante da frutto Actinidia, azzeruolo, corbezzolo, cotogno, mandorlo, nespolo comune Actinidia, azzeruolo, corbezzolo, cotogno, giuggiolo, mandorlo, nespolo comune m 23,5 m 3 m 50 Strada poderale Altre specie di piante da frutto Actinidia, azzeruolo, corbezzolo, cotogno, mandorlo, nespolo comune Azzeruolo, corbezzolo, cotogno, kaki, mandorlo, nespolo comune, nespolo del Giappone m 30 m 30 = impianto Principali operazioni colturali = potatura secca invernale = trattamenti antiparassitari concimazione con azoto (N), fosforo = e potassio (PK) o con tutti e tre gli = innesto elementi (NPK) = falciatura dell erba =potatura verde = diradamento dei frutti =irrigazione =raccolta = vendita e trasporto dei prodotti SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 29

20-30% delle gemme a fiore presenti. Sugli alberi più vigorosi, e comunque su tutte le varietà che producono generalmente poco, si deve potare più lungo togliendo solo il 10-20% delle gemme a fiore. Le varietà che rientrano in quest ultima casistica sono senz altro Granny Smith, Delicious rosse standard, Fuji, varietà a forte vigoria che devono sempre essere potate poco, mentre Golden Delicious, Gala e Delicious rosse spur (tipo Red Chief) vanno potate più energicamente in virtù della loro maggiore generosità produttiva. Pero Il pero fornisce le migliori produzioni su rami a frutto di 2-3 anni. Sul legno più vecchio, specie se rivestito di zampe di gallo, la produzione è incostante e la pezzatura dei frutti inferiore. Lo scopo principale della potatura quindi è il rinnovo costante dei rami a frutto che si ottiene con tagli più severi rispetto al melo e arrivando ad asportare fino al 30-40% del legno vecchio. Devono essere selezionati sempre nuovi brindilli dell anno sui quali si formeranno le future gemme a fiore, mentre i rami di due o tre anni già ben rivestiti di gemme a fiore vanno generalmente raccorciati. Per le diverse varietà di pero la tecnica di potatura è simile anche se la severità dei tagli cambia leggermente. Nashi. Cima di un albero prima e dopo la potatura. Il nashi viene normalmente innestato su portinnesti franchi, quindi vigorosi, per cui lo sviluppo di succhioni è frequente. Con la potatura essi andranno tolti completamente. Come prolungamento va selezionato un ramo di medio vigore rivestito di gemme a fiore e vanno altresì selezionati i brindilli ed i rami a frutto di due-tre anni ben rivestiti di lamburde. Nelle parti ben esposte della chioma delle pomacee è facile trovare rami dell anno vigorosi e ciononostante ben rivestiti di gemme a fiore, come si verifica di solito nei brindilli. Tali rami possono essere selezionati nella potatura in mancanza di formazioni più deboli Pero. I succhioni sono sempre rami indesiderati che vanno tolti con la potatura di produzione. Come si vede nella foto essi si sviluppano, oltre che nelle parti alte degli alberi, anche sul dorso delle branche. Il taglio del succhione si deve eseguire il più rasente possibile alla branca evitando di lasciare monconi. Spesso, quando la presenza di succhioni è notevole, la loro vicinanza rende difficile questo taglio a raso per cui viene più agevole per il potatore tagliare i succhioni a qualche centimetro dal punto di inserzione lasciando un piccolo moncone. Questo risulta sempre ben fornito di gemme latenti che al germogliamento si risveglieranno formando solitamente due o tre nuovi succhioni, i quali andranno a complicare ulteriormente le successive potature. Negli alberi vigorosi che producono molti succhioni è sempre consigliabile la spollonatura (o scacchiatura) estiva In linea di massima abbiamo un gruppo di varietà, quali William e Kaiser, che producono bene, oltre che su rami di 2-3 anni, anche sulle gemme terminali dei brindilli dell anno per cui il raccorciamento del legno vecchio deve essere meno severo rispetto ad un secondo gruppo di varietà (Abate Fétel, Decana del Comizio e Conference) che allegano di preferenza sulle gemme a fiore vicine ai tagli di raccorciamento. Su Abate Fétel in particolare il raccorciamento dei rami di 2-3 anni è fondamentale, oltre che per stimolare il rinnovo vegetativo, anche per aumentare la produzione poiché i frutti allegano di più sulle gemme a fiore prossime al taglio di raccorciamento che su quelle presenti sui rami lasciati integri. Nashi Il nashi ha un modo di vegetare spesso irregolare poiché nello stesso albero possono coesistere rami vigorosi e succhioni accanto a rametti deboli privi di rinnovo vegetativo. Anche tra piante della stessa varietà vi possono essere diversità di vigoria dovute a maggior o minore compatibilità d innesto. Tutto ciò costringe ad adottare una potatura diversificata in base all effettiva situazione vegetativa di ogni albero. I succhioni vanno sempre eliminati mentre i rami dell anno, anche se vigorosi, possono essere selezionati in mancanza di brindilli poiché sono spesso forniti anch essi di gemme a fiore e quindi si prestano per la produzione. Si selezionano comunque rami che abbiano un angolo di inserzione aperto e portamento non assurgente. I rami di più anni molto deboli che non producono legno nuovo per il rinnovo, ma solo molte gemme a fiore, si devono raccorciare, per stimolare l emissione di nuovi getti e diminuire il carico produttivo; in tal modo si riduce anche il lavoro di diradamento dei frutticini. Negli alberi molto produttivi, sempre con l intento di diminuire il lavoro di diradamento manuale dei frutticini, potete anche raccorciare del 20-30% della loro lunghezza i brindilli che di 30 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

Melo. Branca di un fusetto di melo Golden Delicious prima e dopo la potatura di produzione. I tagli principali consistono nel raccorciamento dell estremità su un brindillo laterale, nonché il raccorciamento dei rami a frutto di rivestimento. La branca potata deve essere priva di rami di rivestimento vigorosi o di sdoppiamenti della punta, ed i rami di rivestimento selezionati devono avere un lunghezza decrescente man mano che dalla base si procede verso la cima solito sono completamente rivestiti di gemme a fiore. Cotogno Il cotogno non richiede grande impegno nella potatura poiché, avendo fiori (e quindi frutti) isolati, produce in modo regolare tanto da richiedere raramente il diradamento manuale dei frutticini. Lo scopo della potatura quindi è solo quello di garantire il rinnovo del legno a frutto e la buona illuminazione della parte interna della chioma senza che vi sia la necessità di eliminare parte delle gemme a fiore in eccesso, come nelle altre specie di pomacee. In questa specie le grandi foglie creano problemi di ombreggiamento, il quale determina scarsa produttività nelle parti interne della chioma. Con la potatura bisogna quindi aver cura di eliminare i rami troppo vigorosi dalle parti alte degli alberi per favorire il passaggio della luce. Vanno poi tagliati anche i rami interni alla chioma eccessivamente indeboliti a causa della poca luce. Interventi fitosanitari In presenza di rodilegno giallo (vedi foto a pag. 30 de «i Lavori» di gennaiofebbraio 2003) o di rodilegno rosso (vedi foto a fianco, larva, lunghezza mm 9 circa) si può attuare una lotta di tipo meccanico utilizzando un filo di ferro flessibile che dovete introdurre nei fori prodotti dalle larve di questi lepidotteri allo scopo di raggiungerle e di ucciderle. I fori si possono individuare dalla rosura prodotta dalle larve che fuoriesce e cade a terra. Può inoltre risultare utile contrassegnare in questa fase le piante fortemente colpite da cocciniglie (vedi foto a pag. 36 de «i Lavori» di gennaio-febbraio 2003) per eseguire in seguito, solamente su queste, una specifica lotta chimica. Sulle piante di pero in febbraio è facile osservare gli adulti della psilla (vedi foto a pag. 30 de «i Lavori» di gennaio-febbraio 2003) che iniziano la deposizione delle uova sui rametti. In questa fase non eseguite trattamenti chimici. Questi interventi infatti se da un lato possono limitare le successive popolazioni di psilla, dall altro ritardano la comparsa dell anto- Nel periodo invernale di riposo vegetativo delle piante si realizza una difesa di tipo indiretto eliminando i rametti, i frutti mummificati o altro materiale vegetale colpito da cancri del legno, da marciumi o che manifesta la presenza di cocciniglie o di rodilegni. Il materiale raccolto ed allontanato dalle colture deve essere bruciato; questa operazione consente di ridurre le popolazioni di organismi dannosi presenti sulle piante e di limitare in seguito la loro pericolosità. Melo. Branca di un palspindel di melo Red Chief di oltre dieci anni, prima e dopo la potatura di produzione. Il rivestimento con rami a frutto è ottimo per cui la potatura è piuttosto semplice poiché non vi sono tratti spogli di ramificazioni e non vi è presenza di rami vigorosi concorrenti. I tagli basilari sono quelli descritti nelle foto in alto di questa pagina; a fine potatura la branca anche in questo caso si presenta con un unico prolungamento ben delineato (qui il taglio di ritorno è stato fatto su una lamburda e non su un brindillo), priva di rami vigorosi ed assurgenti e con la classica struttura conica, snella in punta e larga alla base SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 31

Pero. I concetti prima esposti per la potatura delle branche e dell apice dell asse centrale vengono visualizzati in questa visione d insieme di un palspindel di pero, prima e dopo la potatura di produzione. L equilibrio dell albero è molto buono poiché lo sviluppo delle branche è proporzionato con il centro, la struttura scheletrica di base è ben evidente nel complesso della chioma senza rami vigori concorrenti e infine le estremità sono snelle e prive di diramazioni, biforcazioni e rami vigorosi coride, attivo predatore della psilla, e vanificano di fatto le possibilità che questa sia controllata naturalmente dal suo predatore durante tutto l arco della stagione vegetativa. DRUPACEE Lavori Pesco. Prima della messa a dimora controllate l apparato radicale degli astoni: esso non deve essere molto esteso, e deve avere radici lunghe e fini. Gli astoni inoltre non devono presentare grossi tagli o protuberanze dovute a tumori radicali, né piccoli rigonfiamenti a forma di cipolla causati dai nematodi Terminati i grandi geli invernali di dicembre e gennaio, a febbraio si possono effettuare i nuovi impianti. Sempre a febbraio, durante le prime giornate di sole, si può procedere alla potatura sia delle piante in allevamento che in produzione. Pesco e nettarina Scelta delle piante per la messa a dimora. Se volete ottenere alberi di drupacee che forniscano delle abbondanti produzioni, preferite piante di un anno a radice nuda. Quando acquistate una pianta osservate prima di tutto l apparato radicale; esso deve essere molto espanso, con radici lunghe, fini e ben ramificate, e non deve presentare grossi tagli o asportazione parziali di radici; queste ultime possono denotare infatti l asportazione di tumori radicali (dovuti all attacco del batterio Agrobacterium tumefaciens che provoca grossi rigonfiamenti a forma di patata e che porta al deperimento e spesso alla morte della pianta). Osservate inoltre se sulle radici sono presenti piccoli rigonfiamenti di 2-3 mm a forma di cipolla: sono sintomo di attacco di nematodi i quali, specie nei terreni sabbiosi, possono causare uno sviluppo stentato dell albero. È opportuno non impiantare questo tipo di alberi anche perché tumori radicali e nematodi possono attaccare le piante vicine. Il fusto deve avere un diametro al colletto di 15-20 mm ed una altezza di circa metri 1,5 con una decina di rami anticipati, più robusti e lunghi alla base ed esili e ben maturi (non erbacei) in cima. Il fusticino deve essere esente da cancri rameali o cocciniglie e non deve presentare essudazioni gommose, spesso causate da malattie fungine come il fusicocco (Fusiccoccum amygdali) o la citospora (Citospora leucostoma), le quali danno origine a lesioni della corteccia, a volte tanto ampie da portare a morte la pianta. La preparazione del terreno deve tener conto di tutti i consigli dati a pag. 27 de «i Lavori» di novembre-dicembre 2003, mentre per la messa a dimora della piantina si devono usare alcuni accorgimenti: la profondità di impianto deve essere quella che la pianta aveva in vivaio; la potatura delle radici va ridotta al minimo: limitatevi ad eliminare eventuali radici rotte e accorciare quelle troppo lunghe; si devono scartare le piante troppo esili (che di solito hanno degli attecchimenti scarsi a causa delle ridotte sostanze di riserva) ed anche quelle eccessivamente grosse, con un diametro al colletto di oltre 40 mm, le quali oltre ad essere state supernutrite dal vivaista, hanno vegetato troppo e quindi sono in genere scarsamente lignificate. Impianto. Prima della messa a dimora si devono decidere le distanze di impianto, in relazione al tipo di portinnesto e alla forma di allevamento che si vuole ottenere. La forma maggiormente adottata per il pesco è il vaso: un albero formato da un fusto di modesta lunghezza, sempre inferiore al metro, dal quale si dipartono tre branche, di lunghezza variabile tra i 3 e i 5 metri, la cui altezza alla sommità è di 2,5-2,7 metri da terra. Pesco. La profondità di impianto deve essere quella che la pianta aveva in vivaio. Un apparato radicale posto troppo in profondità è spesso causa di mancato attecchimento o di vegetazione stentata 32 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

Pesco. A sinistra. Prima di ricoprire completamente il solco somministrate una decina di litri di acqua per pianta allo scopo di far aderire la terra alle radici. Al centro. L astone che acquistate dal vivaista deve avere un altezza di circa m 1,5 ed un diametro al colletto di 15-20 mm; cimatelo ad una altezza inferiore al metro per ottenere piante in cui siano poi agevoli tutte le operazioni colturali. A destra. Dopo aver effettuato la cimatura dell astone speronate i rami anticipati più alti con l accortezza di tagliarli subito dopo una o due gemme; asportate invece quelli che si trovano a 20-30 cm da terra Nei terreni argillosi e pesanti cercate di posizionare le piante su un piccolo dosso e mettete dei sassi sul fondo della buca per favorire il drenaggio dell acqua. Non ponete letame o altra sostanza organica sotto alle radici, anche se ben protetta da terra, poiché questa con il trascorrere dei mesi si ridurrà di volume e, facendo scivolare la pianta verso il basso, ne comprometterà l attecchimento. La sostanza organica va posta alla periferia della buca, mentre la concimazione chimica andrà effettuata durante il periodo vegetativo. Subito dopo l impianto, prima di ricoprire completamente la buca di terra, irrigate abbondantemente con una decina di litri d acqua per pianta in modo da favorire l adesione della terra alle radici. Dopo la messa a dimora cimate il fusticino a 50-70 cm da terra e speronate i rami anticipati, avendo cura di effettuare i tagli subito dopo le prime 2-3 gemme; i rami anticipati che crescono a 20-30 cm da terra devono invece essere eliminati. Il taglio di cimatura dell astoncino va protetto con mastice. Allevamento a vaso del pesco. Abbiamo scelto di descrivere questa forma di allevamento poiché sono accessibili da terra tutte le operazioni colturali. Inoltre in un piccolo frutteto questa forma rende l albero elegante. Potatura secca delle piante di un anno. A febbraio, dopo i grandi geli, Pesco. Dopo le operazioni di potatura potete effettuare un eventuale pacciamatura con film di plastica nero o con materiali degradabili potreste trovarvi delle piantine, alla fine del primo anno, con due diverse situazioni: piante razionalmente potate in verde oppure piante non potate. Le piante ben potate in verde dovrebbero avere tre rami ben inseriti sul fusticino, lunghi oltre un metro e di diametro pressoché uguale; in questo caso basta allargare le branchette con dei divaricatori o degli spaghi fissati a terra, inclinando di più quelle forti e meno quelle deboli, e orientarle nella giusta direzione. Se invece durante l estate non è stata effettuata la potatura verde, le piante presenteranno numerosi rami di diverse pezzature, inseriti in modo disordinato negli ultimi 20-30 cm. In questo caso sceglietene sempre tre, possibilmente della stessa lunghezza e dimensione, divaricandoli tra loro come nel caso precedente e asportando quasi tutti gli altri. Lasciate quelli deboli, per aumentare la superficie fogliare, evitando che entrino in concorrenza con quelli scelti. I tre rami costituiranno le branche principali del futuro albero, cioè quelli che porteranno il peso di tutta la produzione e quindi non vanno raccorciati; vanno asportati solo eventuali rami anticipati che crescono negli ultimi 20-30 centimetri. Se durante il periodo estivo gli attacchi di cidia o di anarsia avessero bloccato la punta del germoglio deviandolo o creando due prolungamenti, scegliete il più grosso, anche se leggermente deviato. Dovete seguire ciò che la natura vi indica: se scegliete il prolungamento più diritto, ma debole, alla ripresa vegetativa si avrà, nel punto di asportazione SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 33

Pesco. Allevato a vaso, al primo anno, prima e dopo la potatura. In questo caso durante il periodo estivo non è stata effettuata la potatura verde; si è dovuta così effettuare una forte potatura secca per scegliere le tre branche che costituiranno l ossatura portante della futura pianta. Pesco. Pianta al secondo anno, prima e dopo la potatura. Anche in questo caso durante il periodo estivo non è stata effettuata la potatura verde, per cui la potatura secca è stata necessariamente molto drastica di quello più grosso, un abbondante riscoppio di inutili germogli. Potatura secca delle piante di due anni. Se durante l estate tutte le operazioni in verde sono state effettuate correttamente, alla fine del secondo anno le branche sono lunghe oltre 2 metri e hanno un diametro alla base (dove sorgono dal fusto) di cira 3 cm. Dovrebbero essere costituite da un unico ramo che decresce gradualmente in pezzatura, dal basso verso l alto, senza concorrenti e deviazioni. Se vi trovate in questa situazione non dovete far altro che piegare le branche di 30-35 rispetto alla verticale, orientandole nella giusta direzione. Dovete liberare le cime dai rami anticipati, pulendole per 30-50 cm senza mai spuntarle; dovete poi eliminare eventuali rami misti robusti che crescono sul dorso delle branche stesse. Lasciate tutto il resto, compresi i mazzetti di maggio, i brindilli e i rami misti che crescono lateralmente alla branca, eliminando solo buona parte di quelli che crescono in ventre. Se invece la potatura verde estiva non fosse stata effettuata, ora vi troverete con delle branche che nel punto di separazione tra il primo e secondo anno hanno non solo il ramo di prolungamento, ma anche altri due o tre rami di pezzatura pressoché uguale. In questo caso dovete scegliere il prolungamento che meglio mantiene la diritta direzione della branca asportando gli altri. Nella parte sottostante ai rami asportati, vi è sicuramente una vegetazione debole, perché ombreggiata per tutta la precedente stagione estiva. Anche in questo caso eliminate i rami che crescono sul dorso della branca, lasciando tutti gli altri. In alcuni casi, cioè quando non è stata eseguita la potatura verde o, ancor peggio, non sono state piegate le branche alla fine del primo anno, potreste avere delle piante con una branca molto grossa, diritta e ben sviluppata, mentre le altre sono di sviluppo limitato. In questo caso si deve ricorrere alla piegatura della branca più forte con l uso del seghetto. Effettuate alcuni tagli nella parte inferiore della branca, perpendicolarmente ad essa, partendo subito dopo il suo inserimento sul fusto. I tagli devono interessare oltre la metà del legno ed essere distanti tra loro almeno due centimetri, mentre il loro numero deve essere in relazione alla posizione che la branca dovrà avere ad operazione finita. Terminati i tagli e piegata la branca, dovete steccarla con un legno robusto, proteggendo i tagli con mastice. Questa operazione va effettuata a fine febbraioprimi di marzo, in prossimità della fioritura, se si vuole che le ferite cicatrizzino velocemente. Orientate i rami deboli nella giusta direzione cercando di mantenerli il più diritti possibile per favorirne lo sviluppo. La loro piegatura verrà effettuata in agosto Ṗiegature forzate o maldestramente effettuate possono provocare la scosciature delle branche (cioè la rottura nel punto di inserzione sul fusto). In questi casi, anche se si ricorre a una legatura ben fatta, la branca non potrà mai avere una robustezza sufficiente a sopportare in futuro grossi carichi di frutta; conviene quindi eliminarla cercando di allevare al suo posto un succhione. Va ricordato che per piegare una branca di una certa robustezza, senza l ausilio del seghetto, si deve «ammorbidirla» nel punto di piegatura appoggiando il ginocchio alla base della branca stessa e prendendola sottobraccio; con il peso del corpo si effettuano dei movimenti ripetuti da destra a sinistra e verso il basso, fin tanto che si raggiunge la posizione desiderata. Alla fine, si fissa la posizione con uno spago ancorato ad un picchetto infisso nel terreno. 34 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

Potatura secca delle piante di tre anni. Alla fine del terzo anno, se le potature verdi estive sono state fatte correttamente, avrete un albero con tre branche lunghe oltre 3 m e con un diametro alla base di 4-6 cm. Ogni branca dovrebbe essere diritta, senza andamenti a zig-zag, e vi saranno inserite, a lisca di pesce, delle branchette di pezzatura decrescente dal basso verso l alto. Alla fine di febbraio si devono inclinare le branche fino a portare la loro parte terminale a 2,5-2,7 metri di altezza da terra. L inclinazione si può effettuare utilizzando lo stesso spago usato negli anni precedenti. Se la branca è lunga circa 3 metri, non dovete fare nessun taglio di raccorciamento, ma solo liberare la punta per circa 50 cm dai rami anticipati ed eliminare i rami che crescono sul dorso: questi infatti darebbero origine ad una vegetazione vigorosa che metterebbe in ombra i frutti e la vegetazione sottostante. Vanno eliminati anche buona parte dei rami posti in ventre, che fornirebbero una produzione di scarsa qualità e impedirebbero tutte le operazioni colturali (raccolta, diradamento, potature verdi, pulizia dalle erbe sottostanti, irrigazione, ecc.). Si devono invece lasciare i rami inseriti lateralmente, posti sulla branca a lisca di pesce, esili in punta e sempre più robusti man mano che ci si avvicina alle parti basali. Togliete, in primo luogo, tutti i rami che sono grossi, o quasi, come la branca principale: eviterete di trovarvi nei prossimi anni con delle branche a forcella che tenderanno a spogliarsi nelle parti basse. Se nella parte centrale della branca vi trovate con due rami robusti vicini e ben inseriti a lisca di pesce togliete quello inserito più alto. Le parti alte della branca sono quelle meglio esposte alla luce e quindi avranno sicuramente la possibilità di riformare la vegetazione nei prossimi anni. Se le branche hanno superato abbondantemente i tre metri di lunghezza, cosa molto probabile se avete eseguito correttamente tutte le operazioni suggerite durante il periodo primaverile-estivo, non effettuate raccorciamenti con tagli sul legno dell annata, poiché causereste un inutile riscoppio di vegetazione in prossimità del taglio. I tagli di ritorno vanno sempre effettuati sul legno di due anni; se questo non è possibile (ad esempio perché la branca è troppo corta) rimandate l operazione ai prossimi mesi di agostosettembre. Se durante l estate 2003 non avete fatto le potature verdi consigliate, ora nel punto di separazione tra il secondo Pesco. Piante al secondo anno, prima e dopo la potatura. In questo caso durante il periodo estivo è stata eseguita una corretta potatura verde: la potatura secca è molto ridotta con indubbi vantaggi sulla produzione Pesco. Scosciatura di una branca di due anni (indicata dalla freccia). Le legature fatte per recuperare simili incidenti danno spesso dei risultati poco soddisfacenti. Conviene allevare un succhione (s) sorto in prossimità della rottura in sostituzione della branca asportata. Questo deve essere allevato il più possibile diritto mentre le altre branche più robuste vanno inclinate s anno ed il terzo vi troverete tre o più rami. Ne dovete scegliere uno che farà da prolungamento alla branca stessa. Selezionate il più grosso, ma se questo non è possibile, scegliete il più diritto, eliminando tutti gli altri. Inoltre sul dorso della branca saranno cresciuti dei rami diritti e vigorosi, che avranno in parte compromesso la vigoria di quelli inseriti a lisca di pesce e nella giusta posizione. In questo caso asportate tutti i rami che nascono in dorso e riducete al minimo la potatura dei restanti. I rami ombreggiati avranno delle gemme parzialmente mature le quali produrranno fiori poco fertili. Anche al terzo anno possiamo ricorrere alla piegatura di qualche branca troppo assurgente con l ausilio del seghetto. Ricordate che l operazione va sempre fatta quando la pianta è «in succhio» con le gemme che si stanno aprendo, e che dopo la piegatura la branca va steccata con un paletto. Se si verificano delle scosciature, difficilmente si avranno dei calli di cicatrizzazione che possano resistere al peso della produzione e difficile sarà anche il riscoppio di succhioni nel punto di scosciatura, specie in terreni poco fertili o con piante deboli. Potatura di produzione. Prima di iniziare la potatura di un albero di pesco dovete prendere in considerazione la produttività della varietà e la precocità o meno di maturazione, distinguendo anche se si tratta di pesche, di nettarine o di percoche. Dovete considerare inoltre la produttività dell anno precedente e l eventuale abbondanza o scarsità di gemme a fiore. In linea generale le nettarine producono bene sui rami deboli, mazzetti di maggio, brindilli e rami misti esili. Le pesche bianche producono bene su rami misti di buon vigore. Le pesche gialle producono dell ottima frutta su rami misti vigorosi o medi e brindilli, mentre le percoche producono abbondantemente su rami medio-deboli. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 35

Pesco. Parte terminale di una branca prima e dopo la potatura. Non essendo stata eseguita la potatura verde estiva sono cresciuti numerosi succhioni che, oltre ad aver ombreggiato le parti sottostanti rendendole più deboli, hanno favorito l inutile ingrossamento della parte terminale della branca stessa Albicocco: taglio di ritorno effettuato sull asse centrale Produttività dell albero. Se siete certi che la varietà da potare è altamente produttiva potete tagliare severamente, altrimenti è bene ridurre di molto gli interventi. Anche nelle varietà altamente produttive tuttavia, prima di accingervi alla potatura, controllate la mortalità delle gemme: se la stagione è stata particolarmente avversa, percuotendo i rami con il braccio le gemme cadranno a terra come una leggera pioggia. In linea generale cadono solo le gemme a fiore, specialmente se nel mese di febbraio, dopo alcune giornate di tiepido sole, vi sono dei ritorni improvvisi di gelo. Epoca di maturazione. In linea generale tutte le varietà precoci di pesche a polpa bianca e gialla e di nettarine vanno potate con una certa severità se si vogliono avere dei frutti di buona pezzatura e buon sapore. Se ad esempio si prende in considerazione Maycrest (che matura nella terza decade di giugno), varietà altamente produttiva con frutti il cui peso medio è di 120 grammi, e si considera che la branca di una pianta in produzione può produrre 15 kg di frutta, un ramo misto potrà portare al massimo 3 frutti; per ottenere la produzione desiderata dovete quindi lasciare circa 40 rami misti per branca. Anche le varietà a media maturazione molto produttive, come ad esempio Redhaven (che matura nella seconda decade di luglio), si devono potare molto severamente, localizzando i tagli in modo particolare nelle parti alte della branca, se non ci si vuole poi trovare con i rami che toccano terra per l eccessivo carico di produzione. Si devono poi eliminare tutti i rami che crescono in dorso e in ventre. Se si considera che un ramo misto di questa varietà può portare a maturazione comodamente 3-4 frutti del peso medio di circa 300 grammi, basta lasciare circa 30 rami misti medi o medio-deboli per avere una produzione di circa 30 kg per branca. Se invece la varietà è di produttività scarsa, ad esempio Rich Lady (che matura nella seconda decade di luglio) dai frutti grossi e bellissimi, dovete limitare molto sia la potatura delle estremità che quella dei rami inseriti in ventre. Infatti questa varietà produce mediamente da 0,5 ad 1 frutto per ramo, il peso medio dei frutti è di 300-400 grammi: per ottenere una produzione di 30 kg per branca dovete quindi lasciare circa 100 rami misti. Le varietà a maturazione tardiva, oltre a produrre pesche che spesso superano i 400 grammi di peso, in piena produzione possono agevolmente fornire 70-90 kg di frutti. Ad esempio nella varietà Favette (che matura nella seconda decade di agosto) i frutti hanno un peso medio di 300-350 grammi e ogni ramo misto può portare 2-3 frutti: per ottenere una produzione di 25-30 kg per branca dovete lasciare su di essa circa 40 rami misti. Nelle nettarine tardive, come ad esempio Sweet Lady, con la potatura dovete dare la preferenza ai mazzetti di maggio e ai brindilli, eliminando i rami misti vigorosi. Per regolarvi sul loro numero, prendete in considerazione i rami inseriti a lisca di pesce dell età di 3-4-5 anni, sui quali sono inseriti diversi tipi di rami dell annata. Di questi dovete tenere i più deboli. Quando vi accingete a potare un albero, dopo aver fatto tutte le considerazioni precedentemente elencate, dovete posizionarvi sotto la branca ad un metro di distanza dalla sua estremità: in questa posizione potete avere la visione completa di tutta la branca fino all inserzione sul fusto. Prima di iniziare a potare osservate se su di essa sono inseriti dei rami che ne possano compromettere la direzione e quindi il suo equilibrio futuro; in questo caso risulta spesso obbligata l eliminazione quasi totale del ramo concorrente. L eliminazione, se deve essere troppo drastica, può essere effettuata in due anni. La parte terminale della branca deve essere sempre poco rivestita di rami misti vigorosi che, in quella posizione, potrebbero diventare nel corso dell annata dei grossi rami e togliere vigore alle parti basse. Alle estremità delle branche i rami deboli forniranno comunque dei frutti colorati, di buon sapore, anche se di pezzatura non eccessiva. Vanno eliminati i rami vigorosi che crescono in dorso, poiché con il loro vigore vegetativo potrebbero compromettere le produzioni future dei rami sottostanti, e vanno inoltre eliminati buona parte di quelli che crescono in ventre, poiché oltre ad ostacolare le operazioni colturali forniscono frutti di scarsa qualità. Possono essere lasciati dei succhioni opportunamente torti, che servano a coprire eventuali spazi vuoti. Con la potatura di produzione si deve far sì che la branca, a potatura ultimata, abbia, nel limite del possibile, dei rami inseriti lateralmente più robusti alla base e di pezzatura decrescente man mano che si avvicinano alla cima. La branca, 36 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

terminata la potatura, dovrà apparire il più possibile diritta, leggera all estremità, ben rivestita alla base ed in grado di sopportare la produzione senza l ausilio di puntelli o strutture di sostegno. Gli errori più comuni che i potatori non professionisti commettono sono quello di cimare tutti o parte dei rami di un anno, quello di asportare tutti i succhioni, anche quelli che potrebbero tornare utili, quello di costruire delle branche con un andamento a zig-zag, costringendo la pianta alla ricerca continua della luce. In questo modo con il tempo le parti basse si seccheranno e la pianta assumerà un caratteristico aspetto ad ombrello. Albicocco La forma a vaso consigliata per il pesco si adatta bene anche per l albicocco. Per questa specie si può anche adottare un vaso a quattro branche, con un fusto alto poco oltre il metro. Anche sull albicocco come sul pesco vi sono rami misti, brindilli e mazzetti di maggio. La potatura del primo anno consiste nello scegliere le tre o quattro branche che costituiranno la futura impalcatura. Esse devono essere possibilmente dello stesso diametro e vanno inclinate nella giusta posizione con l ausilio di spaghi ancorati a terra o con divaricatori. Questi ultimi, per non causare lesioni nel punto di appoggio, non devono essere applicati direttamente sulla branca ma sul monconcino di un ramo potato in verde. I rami anticipati che sorgono sulla branca devono essere eliminati se sono grossi come la branca stessa, oppure torti se le loro dimensioni sono di poco inferiori. La vegetazione del primo anno, in piante ben condotte, può raggiungere la lunghezza di circa 2 metri con pochi rami anticipati. Sarà opportuno durante la fioritura (marzo) eliminare i fiori posti alle estremità. Anche nella potatura del secondo anno valgono le regole indicate per il pesco. Se l albero è stato ben seguito con la potatura verde e la siccità dell estate 2003 non lo ha fatto troppo soffrire, le branche dovrebbero aver raggiunto una lunghezza di circa 3 metri. Il prolungamento della branca va liberato dai rami anticipati per circa 1 metro; i restanti rami, se nascono in dorso, vanno eliminati, così come eventuali altri che presentano un diametro simile a quello della branca. Nella parte basale della branca, quella che ha due anni, vanno eliminati i rami che nascono in dorso, mentre vanno lasciati tutti quelli che nascono lateralmente ed in ventre. Al terzo-quarto anno se le branche Susino. Pianta al primo anno, prima e dopo la potatura. Si noti il notevole sviluppo dei rami lasciati in prossimità del punto di cimatura dell astone impiantato nella primavera del 2003. La piegatura (a destra) è stata eseguita con spaghi ancorati a terra per mezzo di picchetti infissi nel terreno. Si sono lasciati gli spaghi volutamente lunghi per poter abbassare le branche anche negli anni successivi hanno raggiunto la lunghezza di 4 e più metri si può effettuare il taglio di ritorno sul legno di due anni, purché questo sia della lunghezza desiderata (cioè abbia raggiunto la lunghezza che vi eravate prefissati fin dalla fase di impianto). Il taglio di ritorno va effettuato immediatamente sopra un ramo più o meno robusto che funga da prolungamento senza inutili deviazioni laterali. Sul legno di due e tre anni si asportano i rami che crescono sul dorso, sempre che alcuni di questi, opportunamente torti, Susino. Particolare del ramo di un anno speronato nel 2002 con l emissione nel 2003 di due rami a legno (indicati dalle frecce) non siano utili a coprire spazi vuoti. Vanno lasciati i rami laterali e va tolta parte di quelli che nascono in ventre. I rami laterali, posizionati a lisca di pesce, devono avere una pezzatura decrescente dal basso verso l alto in modo che le branche in piena produzione possano sopportare il peso dei frutti. Ogni ramo laterale deve essere diritto, senza forcelle, con inseriti rami misti medi, brindilli e mazzetti di maggio. Quando i rami laterali alla branca saranno diventati eccessivamente lunghi, oltre 1,5-2 metri, andranno raccorciati. La potatura di produzione deve sempre tenere conto della carica produttiva ottenuta l anno precedente. La produzione dell albicocco è spesso alternante, in modo particolare se un cattivo andamento stagionale ha compromesso la fioritura. Dopo annate di scarsa produzione si deve tagliare severamente, localizzando i tagli in modo particolare nelle parti terminali delle branche, altrimenti il nostro albero assumerà sempre più l aspetto di un salice piangente. Dopo annate di abbondante produzione si deve invece potare pochissimo, poiché, per l eccesso di produzione, si saranno formate pochissime gemme a frutto. Susino Anche per il susino il vaso resta una delle forme ideali per ottenere delle produzioni abbondanti e più facilmente accessibili da terra. Tuttavia anche altre forme, tipo le palmette o il fusetto, pos- SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 37

Caso 1 a b e A d c Caso 2 Ciliegio. Razionali interventi di potatura tesi ad evitare che una branca si sviluppi troppo in altezza. Caso 1-Se lo sviluppo raggiunto dalla chioma permette di lasciare ancora crescere una branca conformata più o meno come quella qui riprodotta (parte in colore, più parte in bianco), si deve operare come segue: si eliminano tutti i rami che sono in cima alle branchette (a), (b), (c), meno uno, risparmiando preferibilmente quello rivolto in fuori; sull asse (A) si lasciano intatti il prolungamento (d) e il ramo debole (e) e si eliminano gli altri tre robusti (in colore la parte di branca che rimane). Caso 2-Se la branca nel suo insieme (parte in colore più parte in bianco) ha raggiunto un altezza che non si vuole superare, o se si volesse dare inizio a un progressivo abbassamento della chioma, si deve: eliminare l asse (A) con un taglio di ritorno effettuato in (B); delle branchette (a), (b), (c) si lascia solo quella che è rivolta verso l esterno della chioma, in questo caso la branchetta (c) e, anche in cima ad essa, si lascia soltanto il ramo rivolto verso l esterno (d). La branca risulterà dunque ridotta come nella parte colorata del disegno se rimane la branchetta (c) (in colore la parte di branca che rimane). Se con il passare del tempo ci si troverà di nuovo di fronte a una situazione simile si interverrà seguendo le stesse modalità Ciliegio. Schema della potatura per formare m un vaso con tre branche principali (i rami sono disegnati senza foglie per meglio evidenziare gli interventi da compiere). 1 Primavera 2004 2 Ottobre 2004 3 Fine inverno 2004-2005 1-Dopo la ripresa vegetativa dell astone spuntato a 70-80 cm da terra, si scelgono tre germogli che devono dare origine alle tre branche principali, in modo che abbiano un angolo di inserzione ben aperto. Gli altri si cimano; se ne ripeterà la cimatura se su di essi si sviluppano germogli anticipati. 2-In autunno, se sono già ben sviluppati, si inclinano i tre rami a 45. 3-A fine inverno, con un taglio in m, si elimina il moncone di astone al di sopra del ramo più alto; i tre rami si tagliano a 60-70 cm dall inserzione per poter costituire in quel punto la prima sottobranca (vedi anche nel testo) A a b c B d sono dare risultati buoni. Le varietà cino-giapponesi (Sorriso di Primavera, Shiro, Black Diamond, Fortune, T.C. Sun, Angeleno) danno origine ad alberi di grande sviluppo; per questo fin dai primi anni dovete impostare bene la forma di allevamento desiderata. Quasi tutte queste varietà sono a fioritura precoce, quindi molto sensibili ai ritorni di freddo. Le varietà di susino europeo (Firenze 90, Sugar, D Ente, Stanley, President, Empress, diverse varietà di Regina Claudia) sono molto produttive e dotate di buona resistenza ai geli per cui la potatura può iniziare subito dopo i geli invernali. Se adottate la forma a vaso, dovete osservare le stesse regole consigliate per il pesco, senza però ricorrere a piegature severe o a tagli eseguiti con il seghetto sotto le branche per agevolarne l inclinazione. Il susino, infatti, mal sopporta questo genere di operazioni. Anche in questa specie si devono alleggerire le estremità delle branche lasciando su di esse i rami inseriti lateralmente. La potatura di produzione deve comunque essere meno severa rispetto a quella effettuata sul pesco o sull albicocco, poiché il susino produce bene anche su rami deboli che si trovano nelle parti basse delle branche. Ciliegio Entro il mese di gennaio è opportuno prelevare i rami che dovessero servire per la preparazione di marze da innesto, in modo da essere certi che le gemme siano in completo riposo; il miglior modo di conservarli fino al momento dell innesto, che può essere effettuato a triangolo a fine febbraio o a scheggia più tardi, è quello di chiuderli in un sacchetto di plastica e tenerli in frigorifero, ad una temperatura di circa 2 C. A fine febbraio, nelle zone a inverno mite, può darsi che sugli alberi le gemme siano rigonfie e si possa quindi effettuare la potatura delle piante in produzione se non era stata eseguita dopo la raccolta e quella delle piante in allevamento. Con la potatura di produzione si deve cercare di evitare lo sviluppo dei rami verso l alto e l impoverimento delle parti basse della chioma. Si devono pertanto diradare i rami delle parti alte ed effettuare eventualmente tagli di ritorno, come mostrano gli schemi in alto a a sinistra. La potatura delle piante in allevamento deve favorire una rapida formazione dello scheletro dell albero; per ot- 38 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

tenere ciò conviene intervenire dopo la ripresa vegetativa con cimature che, frenando i germogli che non servono per formare lo scheletro prestabilito, favoriscono la crescita di quelli lasciati intatti destinati a formare branche e branchette. Per esempio per dare inizio alla formazione di un vaso dovete operare come indicato schematicamente nella figura a pag. 38 in basso. Se questa forma era stata impostata l anno passato, ora dovete fare sorgere le prime sottobranche; in questo caso, stabilita la posizione in cui le desiderate, dovete effettuare un taglio poco sopra quel punto, in modo da stimolare lo sviluppo di nuovi germogli proprio in quella posizione; fra tali germogli sceglierete poi quello che formerà il prolungamento della branca e quello destinato a formare la prima sottobranca. Interventi fitosanitari In questo periodo, durante le operazioni di potatura, è utile asportare frutti e rametti colpiti da monilia (vedi foto a pag. 35 de «i Lavori» di gennaio- febbraio 2003) o da cancri rameali (vedi foto a pag. 35 de «i Lavori» di gennaiofebbraio 2003); una volta allontanati dalla coltura devono essere bruciati prima della ripresa vegetativa. È inoltre utile contrassegnare in questa fase le piante fortemente colpite da cocciniglie (vedi foto a pag. 35 de «i Lavori» di gennaio- febbraio 2003) per trattarle specificamente in epoca successiva. Solo sul pesco si esegue, solitamente durante il mese di febbraio, un intervento fungicida con ossicloruro di rame-50 (bio, irritante) alla dose di grammi 400 per 100 litri di acqua. Questo intervento, efficace per il controllo di bolla e corineo, deve essere eseguito quando la temperatura media raggiunge i 7-8 C, dopo che si è verificata la rottura delle gemme a legno e, preferibilmente, in previsione di un ciclo di piogge, oppure subito dopo una pioggia abbondante. Sono infatti queste le condizioni in cui si verifica la ripresa dell attività di Taphrina deformans, agente della bolla della pesco. AGRUMI Drupacee. In febbraio si esegue un intervento fungicida con ossicloruro di rame, efficace per il controllo di bolla (1) e corineo (2) 1 2 Come risparmiare, come guadagnare. In Italia, i costi di produzione in agrumicoltura sono sempre più pesanti, soprattutto se confrontati con quelli di altri Paesi mediterranei (come Marocco, Egitto e Turchia), o extraeuropei in generale (ad esempio Argentina), e questo fattore ci spiazza nettamente nei confronti della concorrenza spessissimo anche sui nostri mercati locali nazionali dove è sempre più facile trovare frutti di provenienza estera. La differenza dipende soprattutto dal costo della manodopera per la raccolta ed è quanto mai necessario cercare di razionalizzare questa voce di costo anche per le piccole aziende a conduzione familiare. In molti casi occorre infatti integrare la propria prestazione con quella dei salariati avventizi, in considerazione dell elevato fabbisogno di lavoro per la raccolta, che sale di molto ad esempio nel caso del limone. Tradizionalmente, si organizzano squadre con almeno cinque operai e relativo caposquadra, talora rappresentato dallo stesso proprietario coltivatore diretto oppure dal salariato fisso di fiducia. È fondamentale attuare una potatura a globo delle piante con un altezza massima di circa 3 metri, per evitare l impiego delle scale che fanno perdere moltissimo tempo; la raccolta si effettua quindi da terra, usando forbici leggere e panieri a braccio da 7-8 chilogrammi il Negli agrumeti continua la raccolta delle specie e delle varietà in fase di maturazione, come ad esempio il mandarino Tardivo di Ciaculli (nella foto), l arancio Washington Navel ed il gruppo delle arance pigmentate, ed il frutto invernale del limone cui contenuto si versa poi in cassette di plastica da 25-30 chilogrammi. La raccolta con le foglie, assai diffusa specie per mandarino e limone, comporta ovviamente una maggiore perdita di tempo e quindi un aumento dei costi. Il trasporto delle cassette vuote lungo gli interfilari si effettua all inizio delle operazioni impiegando un trattore con rimorchio. Queste vanno scaricate ad intervalli nell appezzamento, proporzionalmente alla quantità di prodotto presunta sulle piante. Di ritorno verso il magazzino aziendale con le casse piene, è necessario prevedere una movimentazione in pallet, importante per la pesatura sul bilico aziendale ed il carico dei camion. Da evitare, quando possibile, la cernita sommaria dello scarto in azienda, rimandando questa operazione alla successiva fase di lavorazione nei magazzini dei centri di raccolta (presso cooperative e commercianti). Se volete evitare le incombenze della raccolta, potete valutare la vendita del prodotto ancora sulla pianta (meglio se con appositi contratti); in questo caso, la manodopera risulta a totale carico del compratore. Lavori Con la stasi vegetativa invernale arriva anche quel periodo dell annata in cui sono rari gli interventi propriamente colturali, ad eccezione della raccolta per le specie e le varietà con i frutti in fase di maturazione, come ad esempio per l arancio Washington Navel ed il gruppo delle arance pigmentate, il mandarino Tardivo di Ciaculli ed il frutto invernale del limone. Durante la raccolta evitate ripetuti passaggi dei trattori gommati sui terreni pesanti e zuppi di pioggia che possono causare costipamento e conseguente diminuzione della permeabilità. La selezione dei frutti per il mercato avviene secondo precise caratteristiche. I frutti devono infatti essere interi e sani, senza danni ed altre alterazioni esterne (danni da gelate, inizio di asciutto), puliti da fumaggine e cocciniglie, privi di SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 39

ammaccature e lesioni, devono rispettare il contenuto minimo in succo e la giusta colorazione. Anche piccole partite di pregio, come le produzioni biologiche, commercializzate attraverso particolari canali di distribuzione (vendita diretta, attraverso ristoranti, negozi specializzati, oppure a domicilio), devono rispettare un minimo livello qualitativo in merito alla presentazione del prodotto. In inverno, possono essere svolte altre operazioni ritenute secondarie ma non meno importanti per un ordinaria e corretta gestione dell agrumeto. Vi ricordiamo tra l altro di tenere una contabilità dell annata trascorsa e di stabilire un preventivo per quella in corso, di inventariare in magazzino le scorte di concimi, fitofarmaci e carburante agricolo, di informarvi presso gli uffici pubblici competenti (ad esempio gli Ispettorati per l agricoltura) in merito alle pratiche presentate per richieste di autorizzazione e finanziamento. È importante effettuare in questo periodo una buona manutenzione dell impianto irriguo, dei fabbricati rurali, delle recinzioni lungo i confini e le stradelle poderali, nonché il rimessaggio delle macchine aziendali e la pulizia a fondo delle irroratrici. Prenotate per tempo, presso vivaisti ufficialmente autorizzati, le piantine per le nuove superfici da investire o per rimpiazzare eventuali fallanze. I terrazzamenti degli agrumeti declivi vanno sottoposti a periodiche verifiche con la risistemazione dei muretti a secco. Interventi fitosanitari Nei terreni pesanti, un andamento climatico eccessivamente umido può essere responsabile di fenomeni di ristagno e quindi di asfissia radicale con tendenza alla cascola dei frutti che si avviano alla raccolta. La soluzione migliore in questi appezzamenti è la predisposizione di un adeguato sistema di drenaggio in fase di Agrumi. Nei limoneti più antichi, costituiti con varietà sensibili al mal secco, è facile incontrare vecchie ceppaie che è certamente meglio estirpare in quanto praticamente distrutte dalla malattia Limone. La cocciniglia rosso-forte è una delle più temibili per gli agrumi. Si insedia sul tronco delle piante e le forme giovanili passano poi ad attaccare anche i frutti realizzazione dell impianto. Sono favorite dal persistere dell umidità anche infezioni di allupatura (vedi foto a pag. 32 de «i Lavori» di novembre-dicembre 2003), una malattia fungina conosciuta anche come «marciume bruno dei frutti». Per contrastare questa avversità sono efficaci, in annate molto piovose, irrorazioni con prodotti a base di rame nelle parti basse e striscianti della chioma di limone ed arancio, ad esempio con ossicloruro di rame-50 (bio, irritante o nocivo) alla dose di 500 grammi per 100 litri d acqua. Lasciate inerbito il sottochioma per limitare gli schizzi di pioggia ed ovviamente rialzate le piante da terra (ad esempio eliminando le ramificazioni striscianti) con la prossima potatura. Lo stesso trattamento a base di rame può essere applicato all intera chioma per la prevenzione delle infezioni di mal secco nelle varietà di limone sensibili a questa malattia entro 24-48 ore dal verificarsi di grandinate o vento forte che causano ferite alla chioma. Sempre in terreni pesanti, i marciumi al colletto ed alle radici si prevengono evitando la letamazione ed il ristagno idrico. Durante i mesi più piovosi, spennellate le lesioni con prodotti a base di rame concentrati, come ossicloruro di rame-50 alla dose di 100 grammi per 1-2 litri d acqua, riparando le ferite con un buon mastice. Dopo la raccolta possono verificarsi varie infezioni fungine, soprattutto la muffa verde e la muffa azzurra (vedi foto a pag. 32 de «i Lavori» di novembre-dicembre 2003), specie su arance Sanguinello molto suscettibili, nonché la stessa allupatura. A scopo cautelativo, riducete al mimino possibile la sosta dei frutti raccolti nelle cassette poste sul terreno e rispettate la buccia, molto sensibile alle lesioni meccaniche per la sua stessa composizione e struttura, evitando ferite ed abrasioni nel distacco del frutto e nel travaso dei contenitori in campo. Massima cura va posta, durante la fase di lavorazione, nelle operazioni di spazzolatura, necessarie per eliminare le cocciniglie e la fumaggine. Il fungo che causa il cosiddetto marciume nero dell asse nel limone non si manifesta visibilmente all esterno ma Agrumeto. Operazioni colturali in corso () nel mese di gennaio Agrumeto. Operazioni colturali in corso () nel mese di febbraio Agrumi Lavorazioni del terreno Concimazioni al terreno Concimazioni fogliari Potatura Irrigazioni Trattamenti Lanci di insetti utili Raccolta Agrumi Lavorazioni del terreno Concimazioni al terreno Concimazioni fogliari Potatura Irrigazioni Trattamenti Lanci di insetti utili Raccolta Arancio Clementine Limone Mandarino Altri agrumi a cura di Elisabetta Caimi Arancio Clementine Limone Mandarino Altri agrumi 40 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

solo nella parte interna, intaccando l asse che si asciuga e si scurisce nettamente per assumere una tipica colorazione marrone e nera. Durante la raccolta è necessario, come prevenzione, conservare la rosetta del frutto (la piccola porzione verde che rimane esattamente in corrispondenza dell attaccatura del penducolo sul frutto); in partite soggette riducete al minimo i tempi di conservazione. Su limone, il trattamento invernale con olio minerale bianco può essere effettuato (spesso in alternativa a quello estivo-autunnale) ma solo successivamente alla raccolta e prima del risveglio vegetativo con temperature maggiori di 5 C, in presenza di una forte infestazione delle cocciniglie più comuni (ad esempio cotonello, bianca, virgola e serpetta, rossa-forte), oppure per un infestazione di acaro delle meraviglie (vedi foto a pag. 37 de «i Lavori» di gennaiofebbraio 2003) pari al 30% di gemme infestate. Per quanto riguarda la dose dell olio bianco-80 (bio, non classificato) utilizzatene circa 3 chilogrammi per 100 litri d acqua. Questo eventuale trattamento invernale è utile anche per liberare le piante dalla fumaggine. L arvicola del Savi (vedi articolo e illustrazioni su Vita in Campagna n. 11/2002, a pag. 29) è un piccolo mammifero, simile ai ratti, che frequenta i terreni incolti e ricchi di infestanti (acetosella). Questo roditore talvolta rappresenta un problema negli appezzamenti confinanti con aree libere, poiché provoca profonde decorticazioni in prossimità delle radici e del colletto delle piante di agrumi. In casi di forte infestazione, potete impiegare apposite esche costituite da semi di grano avvelenati con prodotti a base di chlorophacinone-0,25 (olio concentrato, tossico). Le esche si piazzano nelle tane dei roditori che devono subito essere richiuse con la terra. Castagno. Potate ogni anno effettuando, quando si rende necessario, qualche leggero intervento di sfoltimento della chioma fase di allevamento derivate da polloni sviluppatisi dai ceppi di piante abbattute e da semenzali nati spontaneamente dai frutti caduti sul terreno e non raccolti. Queste piante, se sono state innestate, vanno tutelate con l applicazione di un paletto di sostegno e sottoposte alla potatura di allevamento; se invece sono selvatiche possono essere sottoposte all innesto che sarà effettuato a partire dalla fine del bimestre. Una concimazione localizzata con la distribuzione di 300-400 grammi per pianta, per un raggio di metri 1,5 attorno al ceppo, di un concime complesso 20-10-10S consentirà un rapido sviluppo di queste giovani piantine che spesso sono condizionate dall ombreggiamento e dalla concorrenza, a livello di apparato radicale, delle vecchie piante. Il quantitativo di fertilizzante destinato alle piante in fase di allevamento va aumentato di 100 grammi ogni anno fino al 5-6 anno e va aumentata anche la superficie di distribuzione fino ad un raggio di 3-4 m. Per le piante in produzione presenti nei boschi di castagno da frutto, oltre alla pulizia del terreno dai ricci, dal fogliame, dai rami secchi e dalle infestanti di sottobosco, può rendersi utile, o addirittura necessario, ricorrere ad una potatura di ringiovanimento. Lo scopo di questo intervento è quello di stimolare il vigore vegetativo delle piante, migliorare la qualità della produzione che si evidenzia con l aumento della pezzatura dei frutti, eliminare i rami secchi e i rami che presentano attacchi evidenti di malattie crittogamiche, favorire la penetrazione della luce. In pratica questa operazione, che merita di essere effettuata nei boschi di castagno con una produzione qualitativamente pregiata (marroni, varietà pregiate di castagna, ecc.), consente di recuperare i vecchi castagneti in degrado ed abbandono; qualche Regione concede contributi a fondo perduto proprio a questo scopo. È opportuno precisare che le operazioni di potatura delle vecchie piante, sovente decrepite, possono risultare pericolose per l operatore poco esperto e poco attrezzato. Per evitare incidenti è indispensabile che la potatura di queste piante, che raggiungono anche altezze rilevanti, venga effettuata da personale specializzato e sufficientemente attrezzato. Ultimata la potatura e la pulizia del terreno la ripresa del vigore vegetativo può essere stimolata da un appropriata concimazione. Sono sufficienti 4-5 kg di concime complesso tipo 15-9-15S+ 2MgO per ogni vecchia pianta di castagno distribuiti per un raggio di 4-6 metri attorno al ceppo. Questa concimazione dovrebbe essere ripetuta ogni anno alla fine del bi- CASTAGNO Lavori Boschi di castagno da frutto. Se il terreno non è innevato è opportuno effettuare la rastrellatura del fogliame e dei ricci presenti sotto le piante. Durante questa operazione vanno raccolti anche i rami secchi caduti a terra e vanno tagliate le piante legnose del sottobosco (biancospino, acacia, corniolo, rovo spinoso, aceri), le altre infestanti e le felci. All interno dei boschi di castagno che vengono razionalmente seguiti dai coltivatori sono presenti anche piante in Castagno. Eliminate le branche scosciate dal peso della neve (a sinistra) e procedete al taglio dei polloni sviluppatisi alla base della pianta (a destra) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 41

mestre o durante il mese di marzo. Con la potatura non va infine dimenticato il taglio dei polloni che ogni anno si sviluppano a livello del ceppo. Frutteti di castagno. Dato il buon andamento del prezzo dei marroni e delle varietà pregiate di castagna, i frutteti specializzati stanno diventando una evidente realtà nelle zone dove il terreno si presta alla coltivazione di questa specie. Piante in fase di allevamento. La durata di questa fase varia dai 4-5 anni per le varietà di ibrido eurogiapponese ai 6-7 anni per le varietà di castagno europeo. Alla fine del primo anno di impianto dovete dotare ogni pianta di un tutore costituito da una robusta canna di bambù lunga tre metri. Quando è possibile evitate di impiegare come tutori pali di castagno in quanto sussiste il pericolo della diffusione del cancro della corteccia. In seguito dovete svolgere le seguenti operazioni: eliminate i polloni sviluppatisi a livello del ceppo di ogni pianta; affinché l operazione risulti più efficace scalzate leggermente il ceppo; tagliate tutti i rami sviluppatisi lungo il fusto fino ad un altezza di 3-3,5 metri; questa operazione ha lo scopo di facilitare, quando le piante saranno in produzione, le pratiche colturali che possono venire ostacolate dai rami curvati verso terra; disinfettate i tagli pennellandoli con un prodotto disinfettante tipo Bayleton SK, oppure trattando il fusto e la base del ceppo con un prodotto a base di ossicloruro di rame-50 (bio, irritante o nocivo) alla dose di 300 grammi per 10 litri di acqua; concimate con un fertilizzante minerale tipo 20-10-10S impiegando dosi crescenti per pianta a partire da grammi 400 alla fine del primo anno di impianto fino ad arrivare a grammi 800 alla fine del terzo anno, per un raggio crescente attorno alla pianta da m 1,5 fino a 2,5. Dalla fine del quarto anno di impianto fino al quinto-sesto anno il fertilizzante, alla dose di kg 50 per una superficie di 1.000 metri quadrati, va sparso su tutta la superficie del terreno del castagneto. Piante in produzione. Effettuate ogni anno le operazioni di potatura con il taglio dei polloni, i tagli degli eventuali succhioni sviluppatisi sulle branche e sul tronco, l eliminazione di qualche branca scosciata dal peso della neve e, quando si rende necessario, anche Rastrellatura foglie e ricci Potatura Taglio dei polloni Castagneto. Operazioni colturali in corso () nei mesi di gennaio e febbraio Operazioni Gennaio Febbraio Concimazione organica Concimazione chimica Lavorazioni del terreno Falciatura erba Irrigazioni di soccorso Trattamenti antiparassitari Raccolta ( 1 ) ( 1 ) Dopo la potatura e il taglio dei polloni Castagno. Dopo gli interventi di potatura disinfettate i tagli pennellandoli con un prodotto tipo Bayleton SK a cura di Elisabetta Caimi qualche intervento di sfoltimento leggero della chioma. Ultimata la potatura, un trattamento con poltiglia bordolese industriale-20 (bio, non classificato) alla dose di kg 3 per 100 litri d acqua è sempre consigliabile ed opportuno. La concimazione, che va effettuata dopo la rastrellatura dei ricci vuoti e del fogliame e dopo l asportazione delle ramaglie, comporta l impiego del concime complesso 15-9-15S+2MgO che va distribuito su tutta la superficie del terreno alla dose di kg 45-50 ogni 1.000 metri quadrati. Il materiale legnoso derivato dalla potatura è opportuno che venga distrutto con il fuoco, mentre il fogliame si presta egregiamente per la realizzazione di un ottimo «compost». Nuovi impianti. Se il terreno non è gelato o innevato, verso la fine del bimestre, nelle regioni a clima mite, potete iniziare i nuovi impianti che, indipendentemente dal numero di piante poste a dimora, dovete impostare in modo razionale tenendo nella dovuta considerazione le particolari caratteristiche del castagno e le sue esigenze. Scelta del terreno. Il terreno idoneo per il castagno deve risultare leggermente acido, cioè deve presentare un ph inferiore a 7 (ottimo da 5,5 a 6,5). Se il ph risulta di poco inferiore a 7 (6,7-6,8) si consiglia di spargere, prima dello scasso totale, 50 kg di solfato di ferro ogni 1.000 metri quadrati. Il terreno deve essere permeabile, profondo e, soprattutto, non soggetto a frequenti e persistenti ristagni di acqua. Nei terreni molto sciolti (ghiaiosi e sabbiosi) è indispensabile l irrigazione per scorrimento. Scelta delle varietà. Sul mercato i prezzi più elevati per quanto riguarda i frutti vengono realizzati con i veri marroni, con alcune varietà di ibrido eurogiapponese e con qualche varietà pregiata di castagna. Nella scelta orientatevi verso il marrone impiegando l ecotipo diffuso nella zona e gli ibridi eurogiapponesi (vedi «i Lavori» di novembre-dicembre 2003 a pag. 33). Impollinazione. Le varietà di castagno, pur sviluppando sia fiori femminili (piccoli ricci) che fiori maschili (amenti), sono prevalentemente autosterili e si impollinano solo fra varietà diverse o sono impollinate dagli ibridi euro-giapponesi. Le varietà o ecotipi di marrone sono addirittura astaminei (cioè privi di polline), in pratica con gli amenti sterili. Per produrre necessitano dell impollinazione incrociata con varietà di castagno diverse dal marrone. Non tutte le varietà di castagno e nemmeno le piante selvatiche di castagno producono un polline che risulta gradito al fiore femminile del marrone. I migliori impollinatori dei diversi ecotipi di marrone sono gli ibridi eurogiapponesi tipo Precoce Migoule, Bouche de Betizac e Marsol. È opportuno rammentare che l impollinazione del castagno è anemofila, cioè favorita dal vento. Per questo motivo le varietà impollinatrici vanno sistemate sopravento rispetto alle piante dei marroni. Distanze di impianto. Il castagno è una pianta eliofila, cioè necessita di un ambiente luminoso e soleggiato. Di conseguenza negli impianti troppo fitti la pianta è soggetta al seccume delle 42 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

branche laterali, si sviluppa solo in altezza e, praticamente, perde il 70-80% dell attività produttiva. Su un terreno di buona fertilità le distanze da praticare per realizzare un frutteto di castagno sono le seguenti: marroni e varietà pregiate di castagno europeo: lungo la fila metri 8, fra le file metri 8-9; ibridi eurogiapponesi: lungo la fila metri 6,5-7, fra le file metri 7; impianto misto di marroni e di ibridi eurogiapponesi disposti a file alternate su un terreno di buona fertilità ed irriguo: distanza lungo la fila delle piante di marrone metri 8; distanza lungo la fila delle piante di ibrido metri 6,5; distanze fra le file dei marroni e le file degli ibridi metri 7,5-8. Messa a dimora delle piante. Se mettete a dimora le piante di castagno ad una profondità eccessiva (40-50 cm), queste attecchiscono ma non si sviluppano, sopravvivono per 2-3 anni senza sviluppare rami e muoiono. Se effettuate l impianto su un terreno argilloso, soggetto ad eccessi di umidità e ristagni di acqua, alla profondità di 25-30 cm, la sopravvivenza non supera l anno. Se mettete a dimora le piante su un terreno calcareo, cioè con un ph che varia da 7,5 a 8,5, queste manifestano una fase iniziale di attecchimento sviluppando qualche foglia di colore giallo e dopo uno-due mesi muoiono. Infine anche in un impianto effettuato su un terreno idoneo, leggermente acido, fertile, fresco, profondo, permeabile con le buche scavate alla giusta profondità le piante possono non attecchire e seccarsi se le radici, durante la messa a dimora, sono entrate in contatto diretto con il fertilizzante organico o minerale erroneamente posto nella buca a poca profondità. Abbiamo sottolineato queste eventualità perché i fenomeni di mancato attecchimento dovuti ad errori ed alla limitata conoscenza della pianta sono abbastanza frequenti. In pratica la profondità di impianto rispetto al livello del terreno non deve superare i 14-15 cm nei terreni ghiaiosi e sabbiosi e i 10-12 cm nei terreni di medio impasto ed argillosi. Interventi fitosanitari Castagno. Mal dell inchiostro Contro il mal dell inchiostro, dopo la pulizia del castagneto ed il taglio dei polloni, è utile eseguire un trattamento a livello del ceppo con prodotti rameici quali poltiglia bordolese industriale-20 (bio, non classificato), oppure con ossicloruro di rame-50 (bio, irritante o nocivo) alla dose di grammi 200 per 100 litri di acqua. È necessario anche disinfettare i tagli che si eseguono sul tronco o sulle branche con paste disinfettanti (ad esempio Bayleton SK, Cicatrin, Baumbalsamo). OLIVO Lavori In questo bimestre i lavori per l olivo si limitano nella maggior parte dei casi al risanamento degli alberi dalla carie e all eventuale pulitura del tronco e delle branche dalla borraccina. Negli ambienti a clima invernale particolarmente mite si può dare inizio alla potatura; al di fuori di tali ambienti la si eseguirà in marzo-aprile ed è a «i Lavori» di quel bimestre che rimandiamo le indicazioni specifiche per l operazione. In ogni caso si ricordi che una Olivo. Tronco colpito dalla carie potatura eseguita in un periodo in cui sono ancora da temere forti abbassamenti di temperatura è molto rischiosa; infatti una gelata che sopraggiunga entro una ventina di giorni dalla potatura può determinare un gravissimo danno. Slupatura e pulizia dei tronchi. La maggior parte del lavoro di risanamento dalla carie (slupatura o smarcitura) si effettua oggi con la motosega per asportare il legno avariato, ma si rifinisce poi con piccoli attrezzi (sgorbie, scalpelli) per lisciare la superficie sana in modo che non resti traccia di marciume. Ricordatevi, nel rifinire il lavoro, di fare in modo che la cavità creata non presenti forma tale da impedire il perfetto deflusso dell acqua di pioggia; il ristagno di umidità potrebbe infatti ricreare a breve scadenza condizioni favorevoli al marciume. È prudente inoltre disinfettare la superficie della cavità stessa con un prodotto a base di rame per esempio ossicloruro di rame-50 (bio, irritante o nocivo), alla dose di 50 grammi per 10 litri d acqua e poi, per assicurare una protezione, la più duratura possibile, al legno rimasto scoperto, è conveniente passare su di esso del vinavil diluito oppure una qualunque vernice, in modo da impermeabilizzare la superficie. Per l eliminazione della borraccina (muschio) dai tronchi e dalle grosse branche si può ricorrere all impiego di raschietti o di spazzole di ferro; poiché questo lavoro può mettere a nudo del tessuto fresco, è bene anche in questo caso eseguire una disinfezione come quella sopra indicata per il legno dopo la slupatura. Ricordiamo tuttavia che vi è anche la possibilità di eseguire l operazione con una spennellatura della seguente miscela: solfato di ferro kg 10; calce grassello kg 10; acqua kg 90. L uso del pennello (per esempio quello grosso da imbianchino) evita di bagnare foglie e rametti giovani, che potrebbero venire ustionati se il trattamento fosse fatto con una irroratrice. Altri lavori. Chi ha in programma di effettuare la piantagione di qualche olivo a fine inverno, dopo la fine del freddo, si affretti, se non vi ha ancora provveduto, a preparare il terreno, per approfittare almeno degli effetti favorevoli del gelo invernale sulla struttura della terra. Analogamente, chi non ha ancora effettuato la concimazione organica e fosfopotassica, se necessaria, vi provveda al più presto, specialmente se il terreno è tenuto con inerbimento permanente. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 43

Impianto di nuovi olivi. Se avete intenzione di piantare nuovi olivi prenotateli per tempo da un buon vivaista, ricordando le considerazioni che di seguito vi proponiamo: se ne avete già un certo numero, e se la vostra zona gode di un riconoscimento di denominazione d origine, avrete la convenienza a mantenere, o perfezionare, l assortimento varietale in modo che corrisponda a quello previsto dal relativo disciplinare di coltura; in ogni caso non lasciatevi allettare da consigli di introduzione di varietà non tipiche del vostro ambiente, poiché è facile avere poi amare sorprese per un cattivo adattamento delle novità alle condizioni della zona; conviene acquistare piantine giovani, di 18-20 mesi, preferibilmente provenienti da talea; si avranno così olivi uniformi, di solito più rapidi nell entrare in produzione; e se per caso in futuro dovessero soccombere per un forte freddo, i polloni che si utilizzeranno per ricostituire l albero non avranno bisogno di essere innestati; se invece la pianta è provvista di portinnesto, è probabile che i polloni nascano dal portinnesto stesso e quindi debbano essere poi innestati. se la varietà richiesta si trova solo innestata, al momento della messa a dimora converrà disporre la pianta un po più profonda del normale, in modo che il punto di innesto risulti al di sotto del livello del terreno di 7-10 cm. Così facendo si provocherà facilmente l «affrancamento» della pianta che, dopo un certo numero di anni, risulterà su proprie radici anziché su quelle del portinnesto; se acquisterete piantine in vaso, che sono da preferire perché hanno un attecchimento di solito più facile, assicuratevi che il vaso stesso sia di dimensioni proporzionate all età della pianta; questo si può verificare togliendo la pianta dal vaso ed osservando se dal pane di terra affiorano solo poche radici; se invece il pane di terra è completamente coperto di radici, queste molto probabilmente risultano aggrovigliate sì che dopo il trapianto l attecchimento sarà stentato e lenta la ripresa; la maggior parte delle varietà sono autosterili; se vi trovate in una zona ricca di olivi non avrete problemi per l impollinazione, poiché il polline dell olivo è trasportato dal vento; ma, se vi trovate in una zona isolata, ad un eventuale varietà autosterile dovrà essere affiancata un altra varietà, in modo che possa avvenire la fecondazione incrociata. Il vivaista potrà darvi le indicazioni necessarie. Olivo. Slupatura: dopo aver asportato con la motosega il legno avariato, rifinite l intervento con piccoli attrezzi (coltelli, sgorbie, scalpelli) per lisciare la superficie sana in modo che non resti traccia di marciume e sia facilitata la cicatrizzazione dei margini Operazioni Lavorazioni terreno ( 1 ) Trinciatura erba terreni inerbiti Concimazione fosfo-potassica ( 3 ) Concimazione organica ( 3 ) Concimazione azotata Concimazione fogliare Potatura ( 2 ) Irrigazioni Trattamenti antiparassitari Raccolta Controllo alberi giovanissimi Preparazione terreno nuove piante ( 3 ) Oliveto. Operazioni colturali in corso () nei mesi di gennaio e febbraio Nord Centro-sud Gen. Feb. Gen. Feb. ( 1 ) Nei terreni non inerbiti e con lo scopo di interrare i concimi fosfo-potassici e organici. ( 2 ) Nelle aree in cui si temono ritorni di freddo solo slupatura e/o pulizia del tronco. ( 3 ) Se non effettuata in precedenza. a cura di Elisabetta Caimi Interventi fitosanitari Prenotate le piante destinate ai nuovi oliveti presso vivaisti sottoposti ai controlli del Servizio fitosanitario e richiedete come minimo il cosiddetto «documento di commercializzazione», una specie di garanzia sulla provenienza del materiale di propagazione sia sotto il profilo varietale che fitosanitario. Il prezzo di acquisto è più elevato ma è alta anche la qualità fitosanitaria, necessaria per la riuscita della futura coltivazione. È infatti essenziale, già dall inizio, limitare il rischio dell introduzione di organismi dannosi, in particolare tracheoverticilliosi, rogna, virus, nematodi, ma anche insetti come le cocciniglie. La scelta varietale deve essere effettuata anche in relazione ad eventuali problematiche fitosanitarie del vostro comprensorio ed alla sensibilità di certe varietà a determinate malattie. Così, ad esempio, in zone pianeggianti o di fondovalle soggette alle infezioni di cicloconio, può andare bene la varietà Biancolilla che risulta resistente a tale malattia ma resta sensibile alla rogna. Le varietà Leccino e Grignan sono poco sensibili al cicloconio mentre le varietà Ogliarola barese e messinese sono soggette alle infestazioni di mosca olearia. Tra le varietà da mensa, la Giarraffa è sensibile al cicloconio e la famosa Nocellara del Belice è notoriamente suscettibile agli attacchi di rogna. Già a fine inverno, nelle zone temperate del sud e della Sicilia si esegue la potatura (che deve essere comunque ritardata nelle zone più fredde e soggette a gelate), una pratica importante, utile anche per svolgere un controllo fitosanitario generale del vostro appezzamento, soprattutto quando effettuata direttamente in proprio o da personale molto qualificato. Con l esame del materiale di risulta delle operazioni di taglio (rami e foglie) e con l osservazione diretta delle piante (compreso il tronco), è possibile riconoscere la presenza di insetti dannosi ed altre alterazioni dovute a funghi e batteri. Così la saissetia (vedi foto a pag. 47 de «i Lavori» di maggio-giugno 2003), che sverna su foglie e rametti, si nota subito anche perché generalmente associata ad abbondante fumaggine. Mentre un eventuale lotta chimica si rimanda al periodo estivo, in fase di potatura si interviene contro questa cocciniglia con l asportazione delle parti più infestate e procurando una maggiore insolazione ed una migliore aerazione all interno della chioma, fattori che favoriscono la mortalità naturale dell insetto. Contribuisce alla limitazione della saissetia 44 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

pure la regolazione delle concimazioni azotate e potassiche che non devono «spingere» eccessivamente il vigore vegetativo nelle piante in produzione. Con la potatura, inoltre, si eliminano le parti secche oppure in via di deperimento dove si annidano tripidi (vedi foto a pag. 44 de «i Lavori» di marzo-aprile 2003) e scolitidi (vedi foto qui a fianco). Nelle piante adulte che mostrano i tipici sintomi di tracheoverticilliosi (vedi foto a pag. 43 de «i Lavori» di marzoaprile 2003) in una parte della chioma, dovete asportare tutti i seccumi, disinfettando gli attrezzi di potatura per evitare di contagiare altre piante. Attuate la tecnica dei rami-esca contro il fleotribo (vedi foto a pag. 41 de «i Lavori» di gennaio-febbraio 2003), un piccolo coleottero scolitide responsabile del disseccamento dei giovani germogli. Questa facile lotta biologica prevede di lasciare nei mesi invernali ed all inizio della primavera i residui della potatura ammucchiati in cumuli sul terreno. Gli adulti dell insetto dannoso sono attratti dal materiale legnoso asportato e potranno essere eliminati in primavera tramite bruciatura dei residui di potatura. Gli oliveti attaccati dalla rogna (vedi foto a pag. 36 de «i Lavori» di novembre-dicembre 2003) si devono proteggere da nuove infezioni del batterio, quando si verificano gelate o grandinate, con rapidi interventi fitosanitari (possibilmente, entro un massimo di 24-48 ore dagli eventi meteorici), utilizzando prodotti rameici come ossicloruro di rame-50 (bio, irritante o nocivo) alla dose di 500 grammi per 100 litri d acqua. Danni da scolitidi: dalle gallerie scavate dalle femmine adulte si dipartono a raggiera quelle prodotte dalle larve di impianto deve essere di pochi centimetri. Se osservate bene le radici di una piantina proveniente da vivaio, potete notare che esse si dipartono ad 1-2 cm dal colletto: è questa la profondità che la pianta dovrà avere nel nostro terreno. Piante poste a dimora ad eccessiva profondità, anche in terreni leggeri, avranno difficoltà di attecchimento e di sviluppo. Preferite piante a radice nuda, magari di due anni. Evitate di mettere il letame sotto gli apparati radicali, poiché questo, anche se viene coperto con della terra, calando di pessore, trascinerà lentamente la pianta verso il basso. Le piante in vaso di solito si usano per effettuare impianti in tarda primavera quando si vogliono evitare danni da gelate tardive. Questo tipo di piante presentano spesso un apparato radicale sacrificato con aggrovigliamenti compatti. Prima di porle a dimora dovete rompere buona parte del pane di terra. Sia che impieghiate piante a radice nuda che in vaso, subito dopo l impianto irrigate abbondantemente per far aderire la terra alle radici e cimate a 50 cm. Le forme di allevamento dell actinidia sono diverse: pergola doppia, pergola semplice, tendone, GDC, ecc. Qualsiasi sia la forma di allevamento adottata, dopo aver cimato a 50 cm, la potatura del primo anno è uguale. Alla fine del primo anno, lo sviluppo della pianta può essere molto differente, in riferimento all epoca di impianto, al tipo di piantina impiegata, al terreno, alle cure colturali, alle irrigazioni, ecc. Se la vegetazione è di 1-2 metri e il fusticino presenta un diametro alla base di circa 5 mm, conviene «ribattere» (cioè effettuare una nuova cimatura) a 50-60 cm da terra; questa operazione vi farà molto rammaricare, ma in compenso il prossimo anno avrete sicuramente piante con un vigore insperato. Se invece, come spesso accade, vi manca il coraggio di tagliare, il prossimo anno avrete lungo il fusticino la nascita di numerosi germogli, alcuni dei quali avranno un diametro maggiore del legno su cui sono inseriti. Non solo avrete grandi difficoltà nella scelta del futuro cordone permanente, ma effettuando ripetute potature verdi, alla fine dell annata vi ritroverete con una pianta più debole di quella che avreste avuto effettuando la cimatura a 50 cm. Se invece alla fine del primo anno avete una pianta di 2-3 metri, con un diametro alla base di circa 10 mm, potete tenere tutto il ramo, piegandolo al- SPECIE DA FRUTTO «MINORI» Lavori Actinidia. In questo periodo, subito dopo i grandi geli invernali, potete effettuare nuovi impianti. Prima di iniziare il lavoro dovete decidere la forma di allevamento e quindi le relative distanze di impianto. Gli impianti troppo fitti portano a delle situazioni di eccessiva vegetazione, che abbisognano di ripetute ed oculate potature verdi e forniscono produzioni scadenti. Dopo aver ben preparato il terreno, lavorandolo in profondità, senza però far affiorare lo strato inerte, si possono aprire i solchi entro i quali si porranno a dimora le piante; chi non ne ha la possibilità può scavare delle buche. Le piante di actinidia hanno radici molto superficiali per cui la profondità Actinidia. Pianta alla fine del primo anno, prima e dopo la potatura. In questo caso la pianta ha vegetato poco nel corso della passata stagione per cui la soluzione migliore è quella di ribattere (cioè effettuare una nuova cimatura) la pianta a circa 50-60 cm di altezza per poi allevare un unico germoglio SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 45

Actinidia. A sinistra, piante al terzo anno dopo la potatura: il cordone permanente presenta una decina di tralci a frutto. A destra, particolare del cordone permanente di una pianta in piena produzione dopo la potatura l altezza della pergola doppia (che è la forma di allevamento più diffusa in Italia, con un sesto di impianto di metri 5 x 3). Allevate quindi un solo cordone, che dovete dirigere possibilmente a sud o in direzione contraria al vento prevalente, per attutire i danni che questo può causare in maggio-giugno ai giovani germogli. L allevamento a cordone unico è più funzionale di quello a due cordoni, poiché spesso accade che un cordone prenda il sopravvento sull altro. Nel secondo anno, se le piante hanno avuto un buono sviluppo con l emissione di una quindicina di rami sul cordone permanente, ne dovete scegliere alcuni (5 o 6) distribuendoli un po a destra ed un po a sinistra del cordone. I tralci che scegliete devono essere di pezzatura più piccola del cordone permanente e non devono essere pelosi. Al terzo anno il cordone permanente potrà portare 10-12 tralci, mentre al quarto anno la pianta, se ben sviluppata, potrebbe considerarsi quasi in piena produzione. Per quanto riguarda la potatura delle piante in produzione, dovete considerare sempre la carica di gemme per unità di superficie. In linea generale per avere delle ottime produzioni si devono tenere dalle 15 alle 20 gemme per metro quadrato. Dovete lasciare quelle poste su tralci di pezzatura media (circa un cm) scartando quelli pelosi ed eccessivamente grossi. I tralci migliori sono quelli che sono stati esposti alla luce per tutto il periodo vegetativo. Si possono scegliere vari tipi di rami: i tralci determinati, lunghi poco più di un metro, e i tralci «spur», lunghi 20-30 cm, che portano entrambi all estremità un gruppetto riunito di gemme, oppure i tralci lunghi nati da un ramo che ha prodotto l anno precedente o che nascono direttamente dal cordone permanente. Questi vanno cimati a 15-20 gemme. Il diametro nel punto di cimatura deve essere di almeno 5 mm. La potatura deve essere ultimata entro il mese di febbraio, prima che inizi il «pianto». La legatura potrà essere invece portata a termine i primi di aprile all inizio del germogliamento. Tutti i grossi tagli vanno protetti con mastice. Durante la potatura lasciate qualche tralcio in più del necessario, poiché durante la legatura qualcuno potrebbe rompersi. Ricapitolando, se avete delle piante in piena produzione allevate a pergola con un cordone lungo 3 m ed uno spazio di 15 metri quadrati per pianta, lasciando 20 tralci (10 a destra e 10 a sinistra del cordone), quindi uno ogni 30 cm, avrete lasciato 300 gemme per pianta, pari alle 20 gemme per metro quadrato ideali per ottenere delle ottime produzioni. Azzeruolo. La potatura si effettua ogni 2-3 anni sfoltendo la chioma con tagli di ritorno su branche, sottobranche e branchette Azzeruolo. Per l azzeruolo si può già procedere alla potatura in febbraio; si tratta di una potatura piuttosto semplice perché l albero può essere lasciato sviluppare più o meno liberamente. Essendo di solito presente in un giardino una sola pianta, si lascia che questa assuma la forma sua naturale, che tende a formare una piramide un po allargata; il tronco può essere più o meno alto, a seconda delle preferenze; per fare crescere la chioma a partire da una certa altezza da terra, conviene subito eliminare i rami o i germogli al di sotto di quell altezza. Per la potatura di produzione si deve tenere conto che l azzeruolo porta le gemme fiorifere all estremità dei rami di un anno; pertanto, se non ogni anno, almeno ogni due o ogni tre si deve fare un diradamento generale delle ramificazioni, magari con tagli di ritorno, ma spuntando anche diversi rami di un anno in modo che sulla parte di ramo rimasta sorgano vari germogli che porteranno frutto nell anno successivo. Se non l avete fatto prima, togliete i polloni eventualmente nati al piede. Carrubo. La grande frugalità del carrubo garantisce a questi alberi longevi la sopravvivenza anche nei suoli più inospitali, dove il terreno va cercato nelle fenditure della roccia. Anche in queste condizioni estreme, i carrubi hanno la capacità incredibile di arrivare a formare chiome maestose e tronchi giganteschi. Sono idonei a questa specie tutti quei suoli difficili da valorizzare, perché eccessivamente aridi e ricchi di pietrame e calcare. Queste piante vanno difese dagli animali di allevamento (come ad esempio i bovini) che possono «tosare» la chioma, oppure distruggere le giovani piantine. Costruite delle staccionate a difesa dei carrubeti; per piante isolate l unica alternativa sono le gabbie di rete intorno alla chioma. Se il vostro carrubeto è collocato in una zona di collina lontana dal mare ed 46 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004

in qualche comprensorio freddo del centro e sud Italia, è utile proteggere i nuovi alberelli da abbassamenti termici eccessivi insacchettando la chioma con sacchi forati di plastica trasparente. Un tutore è necessario per reggere la piantina durante le bufere di vento. In caso di rischio di gelate, la potatura degli alberi adulti deve essere ritardata fino alla primavera. Fico. Se volete prepararvi nuove piante, potete utilizzare i polloni nati dal pedale purché siate certi che l albero da cui li prelevate non sia stato innestato, altrimenti rischiate di allevare un fico diverso da quello preferito. Se il pollone ha poche radici, conviene allevarlo a parte per un anno prima di porlo nella dimora definitiva. Il fico si propaga facilmente anche per talea; nelle zone a clima mite le talee possono essere poste a radicare in terra anche in febbraio. Giuggiolo. Non ci sono particolari interventi da compiere rispetto a quelli che avevamo indicato ne «i Lavori» di novembre-dicembre 2003. Vi rimandiamo pertanto a quelle indicazioni. Kaki. Anche per il kaki non ci sono particolari interventi da compiere e anche per questa specie rimandiamo a quanto fu detto ne «i Lavori» di novembre-dicembre 2003. Per quanto riguarda la potatura è preferibile rimandarla a dopo la fine dei freddi, effettuandola il più tardi possibile. Infatti una potatura ritardata può fare ritardare di qualche giorno la ripresa vegetativa e diminuire i rischi che potrebbero derivare da una gelata tardiva, alla quale il kaki è piuttosto sensibile. Parleremo di potatura dunque ne «i Lavori» di marzo-aprile. Fico. Nelle zone a clima mite le talee possono essere poste a radicare in terra anche in febbraio Mandorlo. I fiori del mandorlo si aprono in anticipo rispetto alla comparsa delle foglie. Per una buona impollinazione sono necessarie temperature di almeno 10 C, assenza di vento e giornate soleggiate che favoriscono l azione degli insetti impollinatori. Ma se la varietà è autosterile (ad esempio Ferragnès e Pizzuta d Avola), occorre inserire obbligatoriamente almeno un altra varietà di mandorlo con funzione impollinatrice con una presenza minima del 10% (e più nel caso di una varietà di pregio) all interno dell impianto. Nel caso invece di varietà autofertili (ad esempio Falsa barese, Genco e Tuono), l impianto può essere costituito solo da una varietà. La potatura di produzione è un operazione essenziale per il mandorlo e deve essere programmata annualmente (in genere a fine autunno-inizio inverno nei climi miti ed a fine inverno-inizio primavera nei climi più freddi). La sua intensità è legata alla fertilità del terreno ed alla vigoria delle piante. In terreni non irrigui e poco fertili, eseguite una potatura forte per limitare lo sviluppo delle piante; al contrario, in terreni irrigui e con un buon piano di concimazione potete lasciare con la potatura molte più gemme a frutto, asportando in media da un terzo ad un quinto del legno dell annata. Eliminate i rami interni alla chioma per favorire l insolazione e diradate i rami laterali. Nespolo comune. Anche per il nespolo comune, come per l azzeruolo, si può procedere alla potatura di produzione e con gli stessi criteri, poiché anche questa specie porta frutto all estremità dei Nocciòlo. La fioritura si verifica nel periodo invernale. Nella foto: i lunghi amenti dei fiori maschili; ognuno di essi diffonde nell ambiente 30 milioni di granuli di polline rami di un anno. Per quanto riguarda la potatura di allevamento dovete fare interventi molto limitati e anche tenere conto che la chioma diverrà naturalmente piuttosto espansa; se si vuole evitare che si allarghi troppo, conviene cercare di impedire la crescita di branche inserite troppo in basso e aperte in fuori. Nespolo del Giappone. In questo periodo non vi sono interventi particolari da compiere. Nocciòlo. Le piante appartenenti a questa specie possono essere coltivate in noccioleti specializzati di medie e grandi dimensioni oppure nei piccoli frutteti familiari dove il nocciòlo è rappresentato da pochi esemplari la cui produzione è sufficiente a soddisfare unicamente il fabbisogno della famiglia e di qualche amico o parente. Nel noccioleto specializzato, al fine di garantire una regolare ed abbondante produzione, al momento dell impianto si devono porre a dimora piantine di due diverse varietà per consentire l impollinazione. Infatti tutte le varietà di nocciòlo sono autosterili. In pratica una singola pianta o un gruppo di piante della stessa varietà non si impollinano e, pur evidenziando una abbondante presenza di fiori maschili (amenti) e di fiori femminili (gemme biancastre con gli stili rossi evidenziati) hanno una produzione scarsissima o non producono affatto. L impollinazione avviene inoltre quasi esclusivamente per via anemofila, cioè è favorita dal vento e non dagli insetti prombi, che durante il periodo invernale, quando avviene la fioritura del nocciòlo, sono assenti. Ad influire negativamente sulla regolare impollinazione contribuiscono anche la pioggia, la nebbia e la neve. Nei piccoli frutteti familiari le piante di nocciòlo sono spesso rappresentate da una sola varietà o sono, addirittura, piante singole. Tutto questo comporta una produzione quasi nulla e spesso le piante vengono eliminate perché ritenute erroneamente non idonee all ambiente. Ricordiamo che le varietà di nocciòlo cosiddette «tonde» (Tonda Gentile delle Langhe, diffusa in Piemonte, Tonda Gentile Romana, diffusa in Italia centrale e in particolare nel Lazio, Tonda di Giffoni, diffusa nell Italia Meridionale ed in particolare in Campania) si impollinano reciprocamente fra di loro. Buoni impollinatori delle tonde risultano anche le varietà Nocchione, Mortarella, Riccia di Talanico, ecc. Anche le piante selvatiche di nocciòlo, nate dai frutti caduti sul terreno e presenti nelle bosca- SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2004 47