Disturbi neurosensoriali visivi. Clinica, ausili didattici e strumenti per facilitare l apprendimento individuale e il coinvolgimento della class

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Disturbi neurosensoriali visivi. Clinica, ausili didattici e strumenti per facilitare l apprendimento individuale e il coinvolgimento della class (Dott.ssa Paola Gamberini, coordinatrice Servizio di Consulenza Educativa Istituto dei ciechi Francesco Cavazza di Bologna). 1. Dalla clinica alla pedagogia. Per sostenere e favorire in modo competente e consapevole l integrazione scolastica di uno studente con disabilità visiva, è quanto mai importante che i docenti acquisiscano preliminarmente informazioni sulla condizione visiva del bambino/ragazzo. La cognizione di questi aspetti avrà infatti decisiva rilevanza pedagogico-didattica da diversi punti di vista: a) programmazione degli apprendimenti; b) scelta delle opportune strategie didattiche; c) individuazione di efficaci strategie inclusive nel gruppo classe; d) scelta degli ausili tecnologici e delle strumentazioni più adatte a soddisfare i molteplici e diversificati bisogni educativi e formativi. Nel caso di un bambino/ragazzo ipovedente, in particolare, i docenti dovranno avere cognizione dell acutezza visiva, del campo visivo, della sensibilità luminosa e al contrasto, della sensibilità cromatica, di eventuali disturbi della motilità oculare, della qualità della visione stereoscopica. Occorrerà inoltre conoscere l età di insorgenza della patologia e la prognosi sul suo futuro andamento, perché entrambi questi dati, che avvicinano alla storia e alle condizioni psicologiche, oltre che fisiche, del bambino, sono di notevole aiuto nella comprensione dei suoi comportamenti attuali e nella previsione di eventuali esigenze e problematiche future, che potranno pertanto essere affrontate con minore ansia e maggiore competenza dall ambiente educativo. Naturalmente l interpretazione dei dati sopra indicati, se lasciati nella forma semplicemente tecnica e numerica che ne viene offerta dalle certificazioni diagnostiche, sfuggirà inevitabilmente ai docenti, in quanto esula dalle loro competenze. Sarà pertanto indispensabile una mediazione del significato delle informazioni, sarà cioè indispensabile che un esperto tiflopedagogista ritraduca il significato delle rilevazioni cliniche nel linguaggio ordinario e soprattutto ne renda esplicita la valenza funzionale, ossia la qualità e la misura della loro ricaduta sulle abilità cognitive ed espressive oltre che sulle autonomie del bambino. 1

Restando al caso dell ipovisione, ciò equivale ad integrare la classificazione dell ipovisione stabilita dalla legge 138 del 2001 (che suddivide l ipovisione in grave, media e e lieve in base ad una combinazione delle variabili dell acutezza visiva e del campo visivo) con una classificazione pedagogica dell ipovisione. Quest ultima è appunto una classificazione di tipo funzionale che fa corrispondere alle capacità visive le connesse capacità di lettura e scrittura, e di conseguenza fornisce indicazioni sulle metodologie e le strumentazioni più efficaci da adottare a scuola. Ne diamo di seguito un breve schizzo. 1) Si dice ipovedente efficiente visivo l alunno, con ipovisione lieve o media, la cui capacità visiva consente l adozione degli strumenti comuni di scrittura e lettura, naturalmente con adeguate condizioni di illuminazione e congruo ingrandimento dei caratteri sia in cartaceo sia a schermo su pc. 2) Si dice ipovedente subefficiente visivo l alunno ipovedente con acutezza visiva molto ridotta, alterazioni campimetriche, disturbi della sensibilità cromatica e luminosa, disturbi della motilità oculare ed evoluzione della patologia difficilmente controllabile. In quanto in questi casi la qualità dell apprendimento risulta compromessa dalla parcellizzazione percettiva, è bene adottare a scuola una metodologia mista, che conserva gli strumenti comuni di lettura e scrittura per sequenze testuali brevi, ma integra questa modalità con altre, in particolare il potenziamento delle capacità di ascolto e, ove possibile, l apprendimento della scrittura Braille. 3) Si dice ipovedente inefficiente visivo l alunno la cui visione si limita a luce, ombre e colori. L esiguo residuo visivo potrà essergli di qualche aiuto nella mobilità, ma per lo studio si dovranno adottare strumenti tiflodidattici, gli stessi utilizzati dai non vedenti. Queste considerazioni costituiscono presupposti fondamentali sia per la costruzione di un adeguata postazione di lavoro e per una corretta collocazione del bambino in aula, con particolare riferimento alle condizioni di illuminazione e alla corretta distanza del banco dalla lavagna, sia per una programmazione adeguata delle strategie e metodologie per agevolare il suo apprendimento. Nel caso di alunni non vedenti sarà di primaria importanza che i docenti ricevano informazioni sia sull età di insorgenza della minorazione sia sulle peculiarità e le potenzialità funzionali delle afferenze sensoriali vicarianti, con particolare riferimento alla percezione uditiva e alla percezione aptica e tattile. Di quest ultima andrà colta in particolare l insostituibile valenza come risorsa cognitiva ed espressiva, sia in relazione all apprendimento della lettura e della scrittura tramite il 2

codice Braille, sia in relazione allo sviluppo immaginativo e all espressione grafica tramite il disegno a rilievo. Altretanto significativa sarà la consapevolezza delle caratteristiche dello sviluppo sensomotorio e delle modalità della rappresentazione spaziale nel non vedente, al fine di promuovere e potenziare la fondamentale autonomia nell orientamento e nella mobilità. Sia nel caso degli ipovedenti sia nel caso dei non vedenti, infine, è molto importante che i docenti sappiano se ai disturbi visivi si accompagnano patologie aggiuntive e quali conseguenze esse abbiano sulle abilità del bambino nelle diverse aree. 2. Ausili didattici. Occorre premettere che la scelta degli ausili costituisce un momento centrale del progetto educativo e che tale scelta va operata tenendo di volta in volta presenti le esigenze specifiche del singolo alunno, in modo da consentire la massima personalizzazione dell apprendimento. E comunque utile disporre di una panoramica degli ausili fondamentali, che si possono dividere in due categorie: a) ausili tradizionali; b) ausili informatici. a) Ausili tradizionali. Per l alunno non vedente sono importanti i seguenti ausili tradizionali: 1) Nella scuola dell infanzia giochi che favoriscano l approccio multisensoriale alla realtà e che favoriscano l integrazione con i compagni: da questo punto di vista segnaliamo il pallone sonoro, il domino del tatto e numerosi giochi multiafferenziali comuni. Sono altresì molto indicati i sussidi che favoriscono la discriminazione tattile (in particolare di forme e testure come le figure geometriche a incastro), quelli che sviluppano le abilità di classificazione e seriazione richieste per l apprendimento del codice Braille (in particolare il casellario Romagnoli e il mosaico logico), nonché quelli adatti per i primi disegni a rilievo (cuscinetto con cordoncino e piano in velcro). 2) Nella scuola primaria gli ausili che consentono di scrivere in Braille (tavoletta Braille, macchina da scrivere Dattilobraille, carta Braille), ausili per il disegno espressivo e geometrico a rilievo (in particolare il piano in gomma, squadra, riga e compasso appositi), plastici a rilievo per la geografia e le scienze), ausili per il calcolo (cubaritmo). Tutti questi ausili si possono reperire e ordinare sul sito della Federazione nazionale delle Istituzioni 3

prociechi: www.prociechi.it. I testi scolastici devono essere integralmente o parzialmente trascritti in Braille. 3) Nella scuola secondaria agli ausili indicati per la scuola primaria vanno aggiunti altri plastici a rilievo, in particolare per la storia dell arte e le diverse branche delle scienze affrontate nei programmi scolastici. In quest ordine di scuola, sia di primo sia di secondo grado, diviene fondamentale l apporto delle nuove tecnologie informatiche. Per l alunno ipovedente sono importanti i seguenti ausili tradizionali: 1) nella scuola dell infanzia giochi che favoriscono un approccio multisensoriale alla realtà; pennarelli a tratto grosso. 2) Nella scuola primaria quaderni con righe marcate e penne a tratto grosso; Lampada a luce fredda per illuminare meglio la pagina; leggìo per evitare paramorfismi posturali; testi scolastici integralmente o parzialmente trascritti a caratteri ingranditi, secondo specifiche di stampa personalizzate e attentamente definite previa ricognizione di tutte le variabili costituenti la condizione visiva dell alunno. 3) Nella scuola secondaria di primo e secondo grado non si aggiungono particolari ausili tradizionali e diviene fondamentale l apporto delle nuove tecnologie. b) Ausili informatici Le nuove tecnologie informatiche hanno aperto ai disabili visivi potenti e ormai irrinunciabili opportunità di apprendimento, nonché insostituibili canali di comunicazione con i docenti e con i coetanei. L uso del pc e dei software dedicati viene normalmente introdotto nell ultimo ciclo della scuola primaria. Per i non vedenti i principali sono i seguenti: 1) Pc conscreen-reader. 2) Sintesi vocale. 3) Display Braille. 4) Stampante Braille. 5) Scanner con programma di riconoscimento. 6) Software Braillemat per la gestione del calcolo algebrico in Braille. 7) Software Braillekoiné per la lettura e scrittura in Braille del greco antico. 8) Registratore mp3. 9) Testi scolastici in formato digitale accessibile. 4

Per gli ipovedenti indichiamo: 1) Pc con programma di ingrandimento vocalizzato. 2) Software diecidita per l autoapprendimento della digitazione con tutte le dita senza guardare lo schermo. 3) Videoingranditore, meglio se portatile, per osservare immagini molto piccole. 4) Scanner con programma di riconoscimento. 5) Registratore mp3. 6) Lavagna interattiva. 7) Testi scolastici in formato digitale. Gli ausili informatici consentono agli studenti, grazie alla loro varietà e versatilità, di diversificare le strategie di studio a seconda delle diverse discipline, divenendo così gradualmente protagonisti autonomi della propria attività scolastica. Sarà cura dei docenti preparare materiali di studio e prove di verifica in formato accessibile, garantendo così a questi studenti pari opportunità rispetto ai compagni. 5