Il mercato del lavoro in Italia e il ruolo delle Parti Sociali

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Transcript:

Il mercato del lavoro in Italia e il ruolo delle Parti Sociali Sostenere le persone nel passaggio dai posti di lavoro ai percorsi professionali Città del Messico, 14 ottobre 2009 A cura di Fiorenzo Colombo Direttore Formazione, Studi e Ricerche, Cisl, Regione Lombardia

Indice degli argomenti Struttura, attori e nuovi modelli della contrattazione Tassi di sindacalizzazione e del mercato del lavoro in Italia La legislazione, la sua evoluzione e il ruolo delle parti sociali La centralità dei servizi alle persone che lavorano e che perdono il lavoro La sussidiarietà, non solo lo Stato 2

Struttura e livelli della contrattazione in Italia Dialogo sociale centrale nazionale Forme di dialogo sociale decentrate Contrattazione centrale bilaterale (commercio, industria, artigianato, ecc.) Contrattazione nazionale di settore (450 contratti nazionali) Contrattazione nelle imprese Alcune forme di contrattazione per distretti territoriali, omogenei per filiera produttiva 3

Gli attori della contrattazione Organizzazioni nazionali dei lavoratori e dei datori di lavoro (dialogo sociale multilaterale e contrattazione generale bilaterale) Organizzazioni nazionali di categoria dei lavoratori e dei datori di lavoro (contratti nazionali di settore) Imprese e Rappresentanze Sindacali Aziendali Unitarie, con assistenza Organizzazioni periferiche 4

Evoluzione del modello contrattuale, contributo alla coesione sociale (1) Nuovo accordo sul modello contrattuale, multilaterale (Governo e Parti Sociali ovvero 35 organizzazioni), gennaio 2009 Contratti Nazionali di Lavoro triennali, un indice generale sul costo della vita con una previsione triennale per i salari, da applicare nei singoli contratti in relazione alle diverse retribuzioni professionali Nuove regole per attenuare i conflitti (presentazione richieste e negoziati 6 mesi antecedenti la scadenza, incrementi salariali a far data dalla scadenza dei contratti) 5

Evoluzione del modello contrattuale, contributo alla coesione sociale (2) Valorizzare la contrattazione decentrata, distribuire ricchezza prodotta in azienda (produttività e redditività), adattamento norme contratti nazionali Tassazione al 10% e diminuzione della contribuzione sociale sulle erogazioni salariali aziendali, la vera spinta propulsiva alla contrattazione in azienda e nel territorio Un solo sindacato non ha aderito (Cgil); sensibili differenze strategiche con tutti gli altri sindacati 6

La sindacalizzazione in Italia I maggiori sindacati italiani (31-12-2008) CISAL: 1.700.000 (10%) UGL: 2.145.955 (13%) CGIL: 5.734.855 (36%) UIL: 2.116.299 (13%) CISL: 4.507.349 (28%) 7

La sindacalizzazione in Italia I sindacati confederali UIL Pensionati; 572.428 UIL Attivi; 1.543.871 CGIL Pensionati; 2.994.946 CISL Attivi; 2.306.643 CISL Pensionati; 2.200.706 CGIL Attivi; 2.739.909 8

La sindacalizzazione in Italia Tasso di sindacalizzazione 25.000.000 23.405.000 20.000.000 17.446.000 15.000.000 10.000.000 6.590.423 5.000.000 37,77% 0 POPOLAZIONE OCCUPATA LAVORATORI DIPENDENTI SINDACALIZZATI (CGIL-CISL-UIL) 9

Caratteristiche dei processi in corso Capitale e lavoro: una responsabilità condivisa sul terreno comune dell impresa La controparte è il management e l imprenditore, non l impresa Meno legislazione e più contrattazione Clima meno conflittuale, complice anche la crisi in atto (l Italia è un Paese trasformatore) Sviluppo di relazioni industriali partecipate, meno dibattito sulle regole Iniziativa in corso sulla democrazia economica e sulla partecipazione dei lavoratori (economica, azionariato, processi aziendali) 10

Il mercato del lavoro in Italia 60.000.000 50.000.000 51,6% 40.000.000 30.000.000 50,1% 20.000.000 48,4% 49,9% 10.000.000 40% 60% 7,2% 86,7% 43,2% 13,3% 56,8% 0 FEMMINE MASCHI 11 POPOLAZIONE POPOLAZIONE ATTIVA POPOLAZIONE OCCUPATA IN CERCA DI OCCUPAZIONE LAVORATORI DIPENDENTI DIPENDENTI A TEMPO INDETERMINATO DIPENDENTI A TEMPO DETERMINATO

Il mercato del lavoro in Italia 25.000.000 23.405.000 20.000.000 17.446.000 15.000.000 15.123.000 10.000.000 74,5 % 86,7 % 5.000.000 2.323.000 0 POPOLAZIONE OCCUPATA LAVORATORI DIPENDENTI DIPENDENTI A TEMPO INDETERMINATO 13,3 % DIPENDENTI A TEMPO DETERMINATO 7,7% Lavoratori stranieri censiti 12

Il mercato del lavoro in Italia TASSO OCCUPAZIONE FEMMINILE 23,8 % POPOLAZIONE ATTIVA OCCUPAZIONE FEMMINILE TASSO OCCUPAZIONE GIOVANI 18,15 % POPOLAZIONE ATTIVA GIOVANI (15-34 anni) 13

La legislazione e la realtà Rigidità legislativa e scarsa aderenza alla realtà Tanti Mdl, regolari e non regolari, grandi e piccole imprese Evasione fiscale e contributiva Nascita di nuovi rapporti di lavoro, con scarsa sicurezza e tutela Esigenza di poche leggi e di una politica attiva del lavoro, dalla parte pubblica e delle parti sociali 14

Obiettivi condivisi Innalzare il tasso di occupazione Flexicurity: nuove tutele universali, cassa integrazione, indennità disoccupazione Apprendimento di conoscenze e competenze in forma continua, condizione per l occupabilità, per tutte le qualifiche Servizi all impiego efficienti e gratuiti per i lavoratori (esempio: i voucher) Sussidiarietà negli interventi: pubblici e da contrattazione bilaterale 15

I passi compiuti dalla metà degli anni 90 ad oggi Leggi Treu (1997) e Biagi (2003): nuove regole su tipologie di lavoro (lavoro somministrato, collaborazioni non subordinate, lavoro occasionale e domestico) Nuovi servizi all impiego, agili e con più informazioni attraverso sportelli: una rete diffusa Operatori pubblici e privati accreditati (profit e non profit) nel MdL Ruolo attivo e sussidiario delle parti sociali e di altri attori del mercato del lavoro 16

I fondamentali delle riforme e dei processi in atto Politica attiva e non assistenziale, in caso di perdita del lavoro:percorsi, servizi, strumenti, sostegno ai redditi La tutela è nel mercato del lavoro, nei percorsi di riqualificazione e ricerca del lavoro Informazione e percorsi di formazione continua, durante il lavoro e quando lo si perde; sostenere le competenze Materie specifiche e materie trasversali 17

La formazione e le Parti Sociali Fondi interprofessionali di comparto: industria, servizi, ecc., cogestiti dalle parti sociali 0,30% del monte salari Azioni formative di settore, nei territori e nelle imprese Altre iniziative formative bi-laterali molto diffuse in alcuni comparti:edilizia, agricoltura, commercio, co-finanziate da lavoratori e imprese Area in forte sviluppo, quale leva privilegiata da utilizzare 18

La persona, centro dell iniziativa La centralità è la persona (Libro Bianco del Ministero del Welfare, 2009) Risorse, azioni e servizi da orientare a questo scopo Sussidiarietà nella risposta ai bisogni, accanto al ruolo delle istituzioni pubbliche Forte ruolo delle parti sociali, come adattamento e maggior aderenza alle situazioni settoriali e territoriali, per servire meglio le persone che lavorano Attivazione di una responsabilità delle persone, non adagiarsi all assistenza 19

Ciò che ci guida... POCA OSSERVAZIONE E MOLTO RAGIONAMENTO CONDUCONO ALL ERRORE; MOLTA OSSERVAZIONE E POCO RAGIONAMENTO CONDUCONO ALLA VERITA (Alexis Carrel, Medico, Premio Nobel 1912) 20