INIZIATIVA SEMINARIALE CARTA DEI DIRITTI UNIVERSALI DEL LAVORO NUOVO STATUTO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI CGIL SICILIA, 15 GENNAIO 2016

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INIZIATIVA SEMINARIALE CARTA DEI DIRITTI UNIVERSALI DEL LAVORO NUOVO STATUTO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI CGIL SICILIA, 15 GENNAIO 2016 Introduzione di Monica Genovese Gentili Ospiti, Care Compagne e Cari Compagni, anche io mi associo ai saluti del nostro Segretario Generale Michele Pagliaro e voglio ribadire il mio ringraziamento ai professori Alessandro Garilli e Alessandro Bellavista che con grande entusiasmo hanno accettato l invito a partecipare a questa nostra iniziativa sindacale seminariale sulla Carta dei Diritti Universali del Lavoro - Nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori ed alla compagna Segretaria Nazionale Serena Sorrentino che concluderà i lavori, dandoci ancora una volta le giuste chiavi di lettura. Un iniziativa, che abbiamo deciso di mettere in campo, alla vigilia della campagna di assemblee e di mobilitazione che sarà avviata giorno 18 gennaio, a sostegno di un progetto di legge di iniziativa popolare su un Nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori che, ampliando, estendendo, ed integrando la L.300/70 si configura come una Carta dei diritti universali dei lavoratori e di riscrittura del Diritto del Lavoro. Circa un anno fa era il 24 febbraio svolgevamo qui a Palermo -un seminario sul Jobs Act e su una riforma del lavoro che, fin dall inizio, giudicammo sbagliata e iniqua. 1

Quel Jobs Act che ha aumentato l'incertezza ed alimentato la precarietà in un mercato del lavoro già incerto e precario, che ha indebolito la funzione della contrattazione con effetti devastanti sul piano sociale, che ha ridotto le libertà, le tutele e i diritti, e che ha reso debole anche il lavoro forte, quello tradizionalmente tutelato e garantito, favorendo la sua trasformazione in lavoro povero. Una riforma contro il lavoro, contro chi lavora, contro chi ha tutto il diritto di entrare nel mercato del lavoro e contro chi il lavoro lo perde, attuata in questi ultimi mesi, da una serie di provvedimenti che sottraggono diritti e tutele ai lavoratori, che intensificano la flessibilità in uscita senza impegni per la stabilizzazione, che non danno certezze per la creazione di nuova occupazione - come ci raccontano gli indicatori economici- e che non producono investimenti ma solo sconti alle imprese. Una riforma che ha prodotto solo disuguaglianze e che interrotto ogni forma di dialogo sociale, con l idea che bisognasse liberare l impresa da vincoli ed obblighi per dinamizzare il mdl attraverso la svalorizzazione del lavoro - in questo senso va letto il costante attacco ai diritti - e attraverso la svalutazione del suo costo attuata con il contenimento dei salari E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. E questo perché con il Jobs Act il Governo compie una precisa scelta di politica economica con cui decide di colpire il lavoro e premiare le rendite e i patrimoni, determinando una condizione precaria del lavoro, anche quello subordinato e a tempo indeterminato, cosiddetto di nuova generazione. E noto come il contratto a tutele 2

crescenti abbia avuto e abbia come unico effetto quello di liberalizzare i licenziamenti e rendere precario il contratto a tempo indeterminato, senza che vi siano tracce delle tutele progressive o ricadute in termini di un aumento stabile dell occupazione Un contratto che è stato introdotto attraverso un provvedimento che parla solo di licenziamenti fatto che di per sé lo rende strutturalmente precario - e che ha finito per modificare gli assetti di fondo delle regole del lavoro. E questo è sicuramente tra gli aspetti più gravi. Nel nostro Paese, infatti, le tutele dei licenziamenti, hanno sempre avuto una rilevanza che e andata ben oltre la specifica vicenda del recesso, poiché esse hanno sempre sostenuto la forza contrattuale del lavoratore, la parte tradizionalmente più debole, nella relazione quotidiana sul luogo di lavoro nel rapporto con la parte datoriale; forza contrattuale che finora era stata garantita dalla Costituzione, dalle norme contenute nello Statuto dei Lavoratori e da un impianto giuslavoristico che da sempre aveva sostenuto la parte più debole, contro i poteri prevalenti ed esclusivi. Ora, tutto questo è sovvertito, il Jobs Act rompe l equilibrio del rapporto tra il lavoratore e il datore di lavoro, rendendo più forte la parte più forte e più debole la parte più debole. e anche l offerta di conciliazione non assistita, ( per fare un esempio ) parametrata alla metà di quanto il lavoratore avrebbe preso se avesse fatto ricorso al contenzioso, esentasse e senza contributi previdenziali, è un ulteriore schiaffo al lavoro ed alla dignità del lavoro. 3

Per cui il contratto di lavoro a tempo indeterminato - sia pure solo per i nuovi assunti può definirsi tale non perché dotato di stabilità reale, ma solo perché indeterminato è il momento in cui il datore di lavoro deciderà, solo accollandosi un costo relativamente basso per il proprio recesso, di liberarsi di un lavoratore diventato scomodo Mentre il lavoratore resta solo a dover garantire la propria sicurezza sociale, senza più elementi di solidarietà come nel caso degli aa.ss., il cui cosiddetto riordino poggia sul quel principio assicurativo, che è riconducibile alla storia contributiva del singolo lavoratore e non su quei principi solidaristici di riequilibrio del sistema in grado di intrecciare le esigenze sociali con quelle di riorganizzazione delle imprese. Questo è il quadro e oggi, a corollario di tutto ciò,riprendendo le fila di quello che abbiamo messo in campo nei mesi trascorsi per contrastare e arginare le derive di quello che è stato e continua ad essere nel nostro Paese un vero e proprio attacco al Lavoro ed uno smantellamento programmato dei diritti e delle tutele dei lavoratori, di fronte ad un mercato del lavoro che si è ulteriormente deteriorato, dove crescita e occupazione divergono sempre di più dove alla crisi di volumi si associa quella relativa alla qualità del lavoro, mentre è sempre più diffusa e ciò soprattutto tra i giovani una condizione di lavoro definito vulnerabile, perché privo delle adeguate protezioni e, di fronte ad un Paese che continua ad arretrare e, in talune regioni, come la nostra a sprofondare in una condizione di ritardo di sviluppo che diventa sempre più irreversibile Ebbene oggi, presentiamo al Paese e lo vogliamo e dobbiamo fare con i lavoratori una Carta dei Diritti Universali 4

del Lavoro ovvero un Nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori, perché vogliamo rivendicare a gran voce il IL DIRITTO AD AVERE DIRITTI nel lavoro. Di fronte a questo Governo che sembra reditare le forme più estreme del liberismo berlusconiano che considerava il lavoro merce secondaria della produzione, quindi povera e con poco valore, dimenticando che dietro il lavoro c è una persona, una dignità, Noi, con il nuovo Statuto vogliamo riaffermare le nostre idee, le ragioni delle nostre lotte, delle nostre rivendicazioni, perché il lavoro é prima di ogni cosa partecipazione sociale e contributo che si da allo sviluppo ed al progresso. Un progetto di Statuto, quindi, come riaffermazione di principi già costituzionalmente garantiti e come alveo in cui esercitare una contrattazione che sia veramente inclusiva, cancellando disuguaglianze e divisioni tra i lavoratori. Una proposta ambiziosa, un operazione politica e culturale che vuole leggere il cambiamento, aprendo anche al lavoro autonomo, un idea alternativa di ricodificazione del diritto del lavoro e di riedificazione di un moderno sistema di relazioni industriali ma soprattutto compagne e compagni - una battaglia per i diritti che serva a rendere chiaro il modello di società che noi vogliamo, una società che rimetta al centro il lavoro, che sia solidale e non competitiva, inclusiva e sotto il segno della coesione, in un Paese sempre più diviso per condizioni economiche e sociali, per infrastrutturazione, per tassi di scolarizzazione e, quindi, per opportunità di sviluppo e di crescita, che alle condizioni date vengono negate a questa parte d Italia e ai suoi abitanti. 5

Il testo di legge di iniziativa popolare che come dice bene Serena è uno strumento mobilitante,perché ci mette in relazione con la società, vuole : ricostruire il diritto ad avere diritti nel lavoro realmente universali ed estesi a tutti che, pertanto,si fondino su principi di rango costituzionale; disciplinare le regole su Democrazia e Rappresentanza, estendendo a tutti gli accordi interconfederali sottoscritti in questi anni; attuare l'articolo 39 della Costituzione, dando alla Contrattazione collettiva regole che ne determino l'efficacia generale, ripristinando il giusto rapporto tra legislazione e contrattazione; aumentare le forme di partecipazione, consultazione e voto certificato dei lavoratori, in una parola realizzare la democrazia economica ; riscrivere la disciplina delle tipologie contrattuali rimettendo al centro il contratto di lavoro a tempo indeterminato e stabile e superando la precarietà attraverso la ridefinizione dei diritti collegati a quelle tipologie di lavoro che dovranno essere ricondotte ad esigenze meramente temporanee dell'impresa o di autonoma scelta del lavoratore. Proviamo ad entrare nel dettaglio il testo di legge che si compone di 97 articoli è ripartito in tre parti : PRIMA PARTE : Innanzi tutto il Nuovo statuto dei lavoratori contiene diritti dei lavoratori a portata universale, in gran parte configurabili come diritti sociali di cittadinanza, che valgono per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori subordinati e autonomi, anche collaboratori coordinativi e continuativi, occasionali e con contratti di tipo associativo, insieme ai tirocini di formazione ed orientamento, le attività socialmente utili o altre relazioni a queste assimilabili. In sintesi, questi diritti sono : il diritto al lavoro e specificamente ad un lavoro decente e dignitoso; il diritto a condizioni di lavoro chiare e trasparenti; il diritto ad un compenso equo e proporzionato; la libertà di espressione; il diritto a condizioni ambientali e lavorative sicure; il diritto al riposo; il diritto alla conciliazione tra vita 6

familiare e vita professionale; il diritto alle pari opportunità tra donna e uomo in materia di lavoro e professione; il diritto a non essere discriminato nell accesso al lavoro e nel corso del rapporto di lavoro; il diritto di riservatezza e divieto di controlli a distanza; il divieto del trattamento dei dati e tutela della libertà e dignità; il diritto all informazione; il diritto a soluzioni ragionevoli in caso di disabilità o di malattie di lunga durata; il diritto di ripensamento e al congruo preavviso in caso di modifiche contrattuali unilaterali; il diritto ai saperi il diritto alla tutela delle invenzioni e delle opere dell ingegno; la tutela in caso di recesso e di mancato rinnovo del contratto di lavoro; il diritto al sostegno dei redditi da lavoro; il diritto ad un adeguata tutela pensionistica; la tutela processuale dei diritti dei lavoratori; la libertà di organizzazione sindacale, di negoziazione e di azione collettiva e l integrazione dell art.603 ter del codice penale sulle pene previste in caso di organizzazione dell attività lavorativa mediante violenza, minaccia, intimidazione e sfruttamento. SECONDA PARTE : La seconda parte del disegno di legge intende a dare attuazione a due fondamentali disposizioni della Costituzione, gli articoli 39 e 46, al fine di restituire centralità ed effettività all azione di rappresentanza sindacale degli interessi dei lavoratori e definire un sistema di contrattazione collettiva ad efficacia generale ( art.39 ) oltre a inaugurare ( con l attuazione dell art.46 ) la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. E, viene cancellato definitivamente l art.8 della L.138, ( il famigerato articolo sulla possibilità di introdurre deroghe ) non solo in maniera esplicita, ma riconoscendo alla contrattazione efficacia generale, operazione che ci consente di riscrivere la gerarchia dei livelli di contrattazione ed i loro compiti ed ambiti. 7

TERZA PARTE : La terza parte del testo di legge è quella che riguarda la riforma dei contratti, la nuova disciplina sui licenziamenti e l orario di lavoro. Il punto centrale è l abolizione del contratto a tutele crescenti, con cui ridiamo centralità al contratto a tempo indeterminato ribadendo che i contratti a tempo indeterminato sono e continueranno ad essere la forma comune dei rapporti di lavoro fra i datori di lavoro e i lavoratori (Direttiva 99/70/CE) ed estendendo le tutele dei lavoratori subordinati ai lavoratori autonomi ed ai collaboratori coordinati e continuativi. Come sosteniamo una dichiarazione di tale portata? In primo luogo, sostenendo la soppressione di forme come il lavoro intermittente e il lavoro condiviso e la limitazione di quelle che comportano un elevato livello di precarietà, di sfruttamento e di compressione delle libertà individuali, come il lavoro subordinato occasionale, rispetto al quale scriviamo a quali categorie è applicabile ( studenti, inoccupati, pensionati, disoccupati non percettori di forme previdenziali obbligatorie di integrazione al reddito o di trattamenti di disoccupazione ) e a quali tipi di lavori ( domestico familiare, assistenza domiciliare, insegnamento privato supplementare, giardinaggio ) per contrastare e debellare l uso sfrenato dei vouchers. Poi, riconduciamo il lavoro a termine, entro limiti causali predeterminati, relativi ad esigenze di tipo temporaneo e la stessa somministrazione diventa un tipo di contratto a termine. Sul part-time ribadiamo la volontarietà del lavoratore e l apprendistato viene rafforzato per renderlo il più possibile la forma normale di ingresso del lavoratore nel mercato del lavoro, come nella sua originaria formulazione. 8

Per il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, inoltre, viene ripristinata la tutela reintegratoria nel caso di licenziamento illegittimo, quale che sia il numero dei dipendenti occupati, e ciò vale sia per i licenziamenti individuali che per i collettivi recuperando la L.223/91 e, vengono fissate regole certe volte a dare tutela ai lavoratori occupati nelle imprese coinvolte in appalti e subappalti che sono tra gli anelli più deboli della catena - e di quelli coinvolti nei trasferimenti di azienda. Infine, sull orario si stabilisce qual è il valore massimo giornaliero, considerando anche le discussioni, a livello europeo, sulla liberalizzazione degli orari e la nostra posizione contraria alle deroghe per gli esercizi e le attività h24 e agli accordi individuali in materia. Infine, il Nuovo statuto dei lavoratori interviene anche in materia di tutela dei diritti, ripristinando e rafforzando garanzie di tipo sostanziale e processuale la cui incisività è stata lentamente smussata da interventi legislativi di segno liberista degli ultimi anni. Bene..Io credo che questo Statuto, questa Carta rappresenti per noi, per la CGIL tutta una straordinaria ed ineludibile occasione per riaffermare il lavoro, le nostre idee, per dare continuità alle nostre lotte, rimanere coerenti ai principi che ci ispirano e farci percepire come utili alla società.. In assenza di una inversione di tendenza, andiamo a grandi passi verso l aumento delle povertà, verso le diseguaglianze, l improduttività ed una condizione sempre più diffusa di deprivazione. La redistribuzione della ricchezza rappresenta il più grande problema di ogni politica economica e quella attuale sottende grandi ineguaglianze : lo scontro con questo Governo, infatti, è sul modello di società e i diritti servono anche per aumentare la nostra capacità di contrattazione, per rendere sicuro il rapporto di lavoro, per intervenire nella distribuzione della ricchezza che produciamo e rendere migliore la nostra vita. 9

Diritti del lavoro che sono come gli anelli di una catena.che si tengono insieme e se uno si apre gli altri cedono La Legge 300 del 70 era una proposta aperta, definita tecnicamente grezza, riassunta nello slogan La Costituzione nelle fabbriche e in quegli anni il lavoro era un fattore che teneva insieme le persone, le generazioni, gli operai con gli studenti, i territori, che aggregava..e quella fu una stagione riformista e non solo nel lavoro Oggi noi abbiamo una grande responsabilità che ci deriva da una forte consapevolezza la stessa che dobbiamo condividere con le persone, lavoratori, giovani, anziani, donne, con la società tutta, perché è il tempo della resistenza e della lotta per difendere, riaffermare ed estendere quei diritti che hanno reso libero e democratico il nostro Paese. E Noi lo faremo con questa nostra proposta di legge!!!! Grazie. 10

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