ll BALLATOIO DELLA CUPOLA Dl SANTA MARIA DEL FlORE



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ll BALLATOIO DELLA CUPOLA Dl SANTA MARIA DEL FlORE Diee il Vasari nella vita di Baeeio d' A gnolo, - dopo aver parlato della parteeipazione ehe I' artista ebbe, insieme eon il Cronaca e Antonio da San Gallo, nella eostruzione della «Sala Grande» nel palazzo della Signoria -, ehe «avendo per si fatta maniera atteso Baeeio all' arehitettura, ed avendo fatto di se alcun esperimento, eomineio a esser in Firenze tanto in eredito, ehe le piij. magnifiche fabbriehe ehe al tempo suo si faeevano, a lui furono allogate ed egli fattone eapo.» Ineomineiando, prima di tutto, dai lavori per la fabbriea di Santa Maria del Fiore. Dal Vasari si apprende aneora ehe «essendo Baeeio per la sua bonta e per I' esser molto amato dai suoi eiuadini eondotto neii'opera di Santa Maria del Fiore eome arehitetto, diede il modello del ballatoio ehe eigne intorno la eupola, il quale Pippo BruneIIesehi, sopraggiunto dalla morte, avea laseiato a dietro; ebenehe egli (il Brunelleschi) avesse aneo di questo fatto i disegni, per la poea diligenza de' miniostri del I' opera erano andati a male e perduti.» II Milanesi (J ) diee ehe nel 1 506 i eonsoli deli' Arte della Lana egli operai di Santa Maria del Fiore, volendo eostruire il ballatoio intorno alla eupola, eiessero eapimaestri a questo uffieio Baeeio d'agnolo, il Cronaea e Giuliano da San GaIlo, eon stipendio annuo di dodiei fiorini d' oro per eiaseuno. L' opera ehe il Baglioni presto negli anm seguenti per la fabbriea dei Duomo e illustrata da Cesare Guasti (2) : sappiamo eosi ehe I' ouo novembre 1507 il modello doveva esser gia eompiuto dai tre artisti, se gli operai di Santa Maria dei Fiore deliberavano ehe gli artefici eonvenissero «inter se modum et formam, et quomodo debeat 5tare et fieri dictum spieulum», tenendo pero eonto anehe del modello piij. antico, eioe quello dei Manetti. AItri modelli in legno per il ballatoio della eupola erano stati fatti preeedentemente a quello dei 1507; il piij. anti co era quello di Antonio Manetti, il fedele seguaee e eontinuatore dei Brunelleschi. Nel Museo deli' opera del Duomo si eonl3ervano otto modelli in legno per il ballatoio della eupoia, eiaseuno dei quali abbraeeia solo uno spigolo. II modello piij. antico, ehe porta il n. 144, e attribuito al Manetti; gli altri sette non hanno alcuna attribuzione. Propendiamo a eredere ehe il n. 139 debba attribuirsi, se non proprio a Giuliano da San Gallo, - il quale del resto gia nel 1489, era stato eapomastro neli' opera del Duomo, e quindi poteva, eon ogni probabilita, aver dato un modeiio per il ballatoio -, a un artista assai vieino a lui, perehe il suo portieato di fitte eolonnine, sormontate da un sempliee eapitello 610

ionieo, rieorda moltissimo quello esterno della Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi, eostruito dal San Gallo circa il 1490. Il n. 142, ehe piij. e'interessa, puo esser J quello eseguito in eollaborazione da Baeeio d' Agnolo, il Cronaea e Giuliano da San Gal~ 10 nel 1507, eome abbiamo veduto. Questo modello e poeo piij. ehe un sempliee abbozzo: tale appunto doveva apparire quello ehe feee~ ro :nsieme i tre arehitetti, per eui gli opera i di Santa Maria dei Fiore, non vedendone al~ euna eompiutezza, deeretarono ehe gli artisti eseguissero un modello definitivo, tenendo pero eonto anehe di quello dei Manetti, eome si e detto, in modo da stabilire «ex dictis duobus modellis (quello dei Manetti e quello dei 1507) simul in eoncordia inter se modum et formam...» ete. n modello n. 142 e formato da una serie di c.gili areate divise da lesene ineastrate; la parte inferiore porta I' aeeenno di una balau~ strata a eorti e sottili pilastrini. Evidentemente manea in questo la eompiutezza neeessaria a un modello definitivo, eome doveva esser in quello del 1507; i suoi earatteri generali si ritrovano nella parte del ballatoio eseguita piij. tardi; dai doeumenti deli' opera di Santa Maria dei Fiore non resulta ehe si faeesse ulterior~ mente a questo alcun altro modello per il bal~ latoio della eupola. T utto questo ci porta a identifieare eon il modello n. 142, esistente nei~ I'opera dei Duomo, quello ehe Baceio d'a~ gnolo, Giuliano da San Gallo e il Cronaea eseguirono nel 1507; vorremmo anzi aggiun~ gere ehe, nella sua eoneezione chiara e deeisa, ci sembra rieonoscere la potente personalita di quest'ultimo. Ma, ritornando alla nostra attribuzione, pos~ siamo eonvalidarla se prendiamo in esame la ottava parte dei ballatoio eseguito dal Ba~ glioni. Morto il Cronaea nei 1508, e allontanato.il San Gallo dall' opera dei Duomo, il Ba~ glioni, rimasto solo eapomaestro a questa fab~ brica, eon I'inearieo di attuare I'ottava parte de1 bal!atoio, prese questo modello gia abboz~ u.to negli ultimi anni preeedenti, e 10 trasfor~ mo :n parte, ravvivandolo di delieata finezza. E ballatoio eseguito da Baeeio si presenta comp<);,ito di tre parti dis tinte : il eorridoio een~ trale e due balaustrate - tra superiore. - te eentrale - una inferiore, I' al~ L' artista trovo dunque la par~ quella pratieabile, eui si aeeede mediante le porte laseiate da! Brunelleschi -, e Ia balaustrata inferiore, nel modello eompiu~ to preeedentemente, ma, adattandole, le rive~ sti di partieolare leggiadria. Riprese le areate ampie, e pure snelle, ma delieatamente ne mo~ dino le mostre, incastro fra loro Iesene di poco rilievo, ma le seanalo eon sottigliezza, uso la balaustrata inferiore, - gia embrionalmente e~ sistente '-, ma pose in questa grossi balaustri~ ni rigonfi, per renderli eonvenienti all'imbasa~,mento. Per la parte supe rio re ehe mancava nel mo~ dello, pose sulle areate una trabeazione di leg~ gere sagome, e la eorono eon un' agile balau~ strata, eomposta di lisei pilastrini, per meglio segnare il eulmine della piecola eostruzione. F orse egli stesso pose sotto il ballatoio il fregio, ove la sua fantasia, rieea di motivi fa~ eili e aggraziati, alterno ai rozzi maseheroni le ghirlande fiorite, ristrette ai lati da nastri svolazzanti. Sopra questa pose pieeole teste di cherubini, dal volto ridente, dai eapelli arrie~ eiati, e le ali aperte, eome per spieeare il volo. Deliziosa opera per finezza e per eleganza, la parte dei ballatoio ehe il Baglioni eompi; 611

Fig. I. - Firenze: Cupola della Cattedrale coslruila dal Brunelleschi.

Fig. 2. - Firenze : Museo dell'opera del Duomo. Modello In legno N. 141.

Fig. 3. - Firenze. Museo dell'opera dei Duomo. Modello In legno N, 142.

ma, appunto pe!' questo suo earattere, poeo eonveniente alla mole dei «terribile edifieio» : tale fu ehiamata dai eontemporanei la gran~ diosa eupola Brunelleschiana. Seopertasi l' opera nel 1515, I' artista ne fu grandemente biasimato dai eontemporanei, eo~ me attesta il biografo «Miehelagnolo Buo~ narroti»,.nel suo ritorno da Roma, veggendo ehe nel farsi quest' opera, si tagliavano fuori le morse ehe aveva laseiato fuori non senza proposito Filippo Brunelleschi, feee tanto ru~ more ehe si resto di lavorare, dieendo esso ehe gli pareva ehe Baecio avesse fatto una gabbia di grilli, e ehe quella m~eehina eosl grande riehiedeva maggior eosa, e fatta eon al~ tro disegno arte e grazia, ehe non gli pareva ehe avesse il disegno di Baeeio». Altri rilevarono in seguito, ehe la saldezza della fabbrica avesse so{ferto, perehe erano state laseiate fuori le morse. Ma, preseindendo da questa ragione stati~ ca, - ehe non e nostro eompito dover diseu~ N on tutti i partieolilri sono buoni: per e~ semplo, i eapitelli delle lesene sono trattati m,maniera troppo eonfusa, e troppo sottili so no le seanalature delle lesene stesse. Speeialmente si deve poi notare ehe la deli~ ca ta finezza delle singole parti resulta eeees~ siva e poeo eonveniente, perehe all'altezza in eui e situato il ballatoio, si perdono del tutto partieolari. Pur attraverso questo, il Baglioni e riuseito.a darei un esempio della sua arte nobile e raf~ finata; ed einteressante pereio l' aver esamina~ ta quest' opera, - in eui egli, pur rimanendo fedele ai disegni eompiuti preeedentemente, seppe manifestare aneor libero il suo spirito di artista -, non tanto per far risaltare maggior~ mente la sua valentia d' arehitetto, quanto per restituir~ oggettivamente a quest' opera il suo valore, ehe si raeehiude an co ra in una linea di sempliee nobilta. LUIGIA MARIA Tosl. tere -, il Buonarroti eensuro aspramente an~ ehe I' opera in se, ehe, se non si presenta trop~ 00 eonsona aha mole grandiosa della eupola, tuttavia ha dei pregi indiseutibili d~ euritmia e di eleganza, nelle svelte proporzioni. :(.:(.:(. (I) VASARI-MILANESI, Vol. v, PrO$petto cronologico Jel/a vita Ji Baccio J'Agnolo. (2) CESARE GUASTI, La cupola Ji S. Maria Je! Fiore. Barbera, 1857, pagg. 122 e...