La dotazione di suolo agricolo come indicatore di sostenibilità.

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Amministrazione Provinciale di Piacenza - Area Programmazione territoriale Infrastrutture Ambiente SPTU - Servizio Programmazione Territoriale e Urbanistica Via Garibaldi 50, 29100 PIACENZA, tel. 0523/7951 Osservatorio Provinciale sulla Sostenibilità dello sviluppo La dotazione di suolo agricolo come indicatore di sostenibilità. P.Lega Rapporto Interno n 11/04 Giugno 2004 1 - Premessa. L indicatore di dotazione di suolo agricolo dedicato a colture temporanee e permanenti fa parte dell insieme di indicatori di sostenibilità proposti dalla Divisione Sviluppo Sostenibile dell ONU (UN-DSD); l indicatore quantifica la dotazione di territorio dedicato alla produzione agricola per mezzo di colture a ciclo annuale (tipicamente i seminativi, le orticole, ecc.) e di colture permanenti a ciclo pluriennale (tipicamente le coltivazioni arboree, i frutteti, la vite, ecc.). L indicatore nasce dalle direttive contenute nel cap. 10 di Agenda 21 (Approccio integrato alla pianificazione e alla gestione del territorio) e nel cap. 14 (Promozione di una agricoltura sostenibile e dello sviluppo rurale) e in particolare nella sua sez. D (Pianificazione del territorio) ed E (Conservazione del suolo). L indicatore ha una rilevante importanza nella valutazione della sostenibilità dello sviluppo, seppure con significati diversi se applicato ai paesi sviluppati o ai paesi in via di sviluppo. Nei paesi sviluppati infatti i processi di urbanizzazione e di edificazione, di infrastrutturazione e di frammentazione degli insediamenti hanno esercitato una crescente pressione sui territori agricoli, riducendone progressivamente l estensione; questa riduzione si è accompagnata ad una intensificazione delle pratiche agricole, con uno sfruttamento sempre più pesante delle risorse del terreno e un suo progressivo impoverimento; in sintesi si è assistito ad una riduzione delle superfici coltivate ma ad un incremento delle produzioni, con un relativo mantenimento della produzione alimentare, ma una sostanziale perdita di sostanza organica e di fertilità naturale dei suoli. Per mantenere elevata, o addirittura per aumentare la produttività dei suoli in presenza di una progressiva riduzione delle superfici, si sono aumentati lo sfruttamento dei terreni e i volumi di fertilizzazione chimica; si sono abbandonati i tradizionali sistemi di rotazione e fertilizzazione naturale delle colture, per passare a rotazioni veloci di colture ad alto reddito. In Italia e nella pianura padana, anche se l impatto e' di gran lunga lontano da quello registrato nelle regioni aride africane, la perdita di produttività (o di capacità o potenzialità produttiva) del territorio comincia ad assumere una significativa rilevanza economica, sociale ed ambientale. Il fenomeno e' tanto più allarmante se si considera che alla perdita di fertilità del terreno concorrono altri fattori, quali l inquinamento dei suoli, la salinizzazione delle falde e l erosione superficiale. La perdita di suolo agricolo è dunque uno dei principali fattori di indebolimento della produzione agricola e di conseguenza anche della autonomia e sovranità alimentare di un paese. Ma oltre a ciò, la perdita di suolo agricolo, se avviene ad opera dell urbanizzazione e della infrastrutturazione e non già di altri impieghi naturali, costituisce anche un fattore di impoverimento della diversità del paesaggio e della biodiversità dell ecosistema, e ne diminuisce irreversibilmente la qualità ambientale, la capacità di drenaggio e filtraggio delle acque, la capacità di stock del carbonio, l integrazione e la connessione alla rete ecologica. Nel nostro paese questo fenomeno ha un rilievo particolare: se si guardano i dati statistici dell Unione Europea, in soli 10 anni, dal 1987 al 1997, sono stati impermeabilizzati per usi civili circa 2.800.000 Ha di suolo più o meno fertile; e mentre nell intera Unione Europea la perdita di terreno agricolo è stata in questo decennio pari al 2%, l Italia ha consumato addirittura il 20% di 04_11.doc 1

questa preziosa risorsa; secondo APAT nell ultimo decennio sono scomparsi in Italia 1.8 milioni di Ha di SAU, pari al 12.2%. 2 Materiali e metodi. In questa applicazione dell indicatore sono stati utilizzati sia i dati relativi alla superficie agricola totale, comprensiva cioè anche dei terreni aziendali non produttivi, o boscati, o occupati da strutture ed infrastrutture, sia i dati relativi alla SAU, superficie agricola utilizzata, costituita dalla superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole; l indicatore proposto da UN-SDS si riferisce tuttavia più propriamente alla SAU. L indicatore può essere espresso come valore assoluto confrontato nel tempo, o come valore percentuale rispetto alla superficie totale di una data unità amministrativa, o come dotazione pro-capite. I dati sono stati ricavati dai Censimenti dell Agricoltura, presentati sinteticamente sul sito web di statistiche della Regione Emilia Romagna e identificati nella metabancadati del sito web dell OPS, sono espressi in Ha, suddivisi per comune e riferiti agli anni 1982, 1990 e 2000. I dati comunali sono riportati nelle tab. 1 e 2 assieme ai relativi incrementi percentuali nei 2 intervalli considerati e nell intero intervallo 1982-2000. 3 Risultati. Nel 1982 in provincia di Piacenza erano censiti 215144 Ha di superficie agricola totale, di cui 145688 Ha di SAU, pari al 67.7% della superficie agricola totale. Nel 1982 la superficie agricola totale costituiva l 83.1% della superficie totale provinciale (258755 Ha) e la SAU ne costituiva il 56.3%. Nel corso del ventennio successivo si è assistito ad una sensibile e progressiva diminuzione di entrambe, fino a giungere al 2000 con una superficie agricola totale di 165945 Ha, diminuita pertanto del 23% rispetto al 1982, ed una SAU di 125589 Ha, diminuita del 14% circa rispetto al 1982. Nel 2000 la superficie agricola totale era scesa dall 83.1% al 64.1% della superficie totale provinciale e la SAU era scesa dal 56.3% al 48.5% della superficie totale provinciale; nel 2000 la SAU rappresentava il 75.7% della superficie agricola totale. Il tasso di diminuzione della superficie agricola totale è apparentemente aumentato dal primo al secondo decennio, passando da una riduzione del 10.7% tra il 1982 e il 1990, a una riduzione del 13.6% tra il 1990 e il 2000, ma rapportando le variazioni alla diversa lunghezza dei 2 periodi, si può ritenere che la riduzione si sia mantenuta approssimativamente stazionaria. La SAU ha avuto nei due periodi decrementi molto simili, attorno al 7% ogni 10 anni. Le variazioni di superficie agricola totale e di SAU hanno però avuto un andamento molto diversificato nei singoli comuni e nelle differenti situazioni orografiche ed altitudinali della provincia. Dalla tab. 1 si può notare che a fronte di una predominante tendenza alla diminuzione nel corso del ventennio, in 8 Comuni, nella maggior parte localizzati nella fascia di pianura, si registra un incremento della superficie agricola totale compreso tra il 3 e il 19%: si tratta dei comuni di Besenzone, Cortemaggiore, Gragnano, Monticelli, Pontenure e Rottofreno in pianura, e di Pianello e Carpaneto nella fascia di collina. L incremento di superficie agricola totale in questi comuni di pianura è da mettere in relazione al processo di drastica riduzione del numero delle aziende agricole nel corso del ventennio, associata ad una ricomposizione fondiaria: su tutta la provincia il numero delle aziende agricole tra il 1982 e il 1990 è diminuito del 50%, nella fascia della pianura del 39%; il conseguente accorpamento delle aziende ha così favorito l acquisizione e il recupero di nuove superfici agricole in precedenza diversamente classificate. Negli altri 11 Comuni della fascia di pianura invece la superficie agricola totale è diminuita nel ventennio tra l 1 e il 15%, mentre complessivamente nei 17 comuni di pianura è diminuita in media del 2%. La riduzione della superficie agricola totale diventa più rilevante quanto più ci si 04_11.doc 2

approssima alla montagna: nella fascia dei 21 comuni di collina infatti la riduzione nel ventennio è mediamente del 16.9%, ma i singoli dati comunali oscillano tra l incremento dell 8.3% a Pianello e riduzioni superiori al 45% a Vernasca e a Gropparello; nella fascia degli 11 Comuni di montagna infine la riduzione della superficie agricola totale nel ventennio è del 44.8%, con dati comunali che oscillano tra una riduzione minima del 15.5% a Coli e una riduzione estrema del 93.7% a Zerba. Comune Zona 1982 1990 2000 90/82 00/90 00/82 Agazzano C 2929 2939 2913 0.3-0.9-0.5 Alseno C 4734 4557 4473-3.8-1.8-5.5 Besenzone P 2440 2586 2540 6.0-1.8 4.1 Bettola M 8930 7921 6222-11.3-21.4-30.3 Bobbio M 8529 5835 4315-31.6-26.0-49.4 Borgonovo V.Tidone C 4638 4469 3769-3.6-15.7-18.7 Cadeo P 3579 3521 3503-1.6-0.5-2.1 Calendasco P 2981 2923 2778-2.0-5.0-6.8 Caminata C 439 436 331-0.7-24.1-24.7 Caorso P 2787 3073 2762 10.3-10.1-0.9 Carpaneto P. C 5496 5607 5897 2.0 5.2 7.3 Castel S.Giovanni C 3778 3841 3222 1.7-16.1-14.7 Castell'Arquato C 4579 4658 3552 1.7-23.7-22.4 Castelvetro P. P 2851 2767 2843-2.9 2.8-0.3 Cerignale M 2088 2015 1078-3.5-46.5-48.4 Coli M 5489 4548 4638-17.1 2.0-15.5 Corte Brugnatella M 3825 3143 1263-17.8-59.8-67.0 Cortemaggiore P 3040 3055 3616 0.5 18.4 18.9 Farini M 10087 7166 5340-29.0-25.5-47.1 Ferriere M 14590 12495 9057-14.4-27.5-37.9 Fiorenzuola d'arda P 5290 5374 4973 1.6-7.5-6.0 Gazzola C 3686 3458 2984-6.2-13.7-19.0 Gossolengo P 2410 2645 2224 9.8-15.9-7.7 Gragnano Trebb. P 2854 2776 2962-2.7 6.7 3.8 Gropparello C 5132 4072 2572-20.7-36.8-49.9 Lugagnano V.d'Arda C 4318 3695 2718-14.4-26.4-37.1 Monticelli d'ongina P 3517 4152 4118 18.1-0.8 17.1 Morfasso M 7736 4452 3864-42.5-13.2-50.1 Nibbiano C 3708 3793 3026 2.3-20.2-18.4 Ottone M 8647 5052 3296-41.6-34.8-61.9 Pecorara M 4462 3879 3020-13.1-22.2-32.3 Piacenza P 8297 8094 7479-2.4-7.6-9.9 Pianello V.Tidone C 3207 3274 3474 2.1 6.1 8.3 Piozzano C 3634 3359 3356-7.6-0.1-7.7 Podenzano P 3984 3886 3413-2.5-12.2-14.3 Ponte Dell'Olio C 3779 3562 2660-5.7-25.3-29.6 Pontenure P 2866 2983 3205 4.1 7.4 11.8 Rivergaro C 3463 3514 3300 1.5-6.1-4.7 Rottofreno P 2522 2588 2608 2.6 0.8 3.4 S.Giorgio P. C 4201 4264 4051 1.5-5.0-3.6 S.Pietro in Cerro P 2778 2838 2499 2.1-11.9-10.0 Sarmato P 2054 1677 2009-18.4 19.8-2.2 Travo C 6708 5962 6121-11.1 2.7-8.7 Vernasca C 6424 5261 3437-18.1-34.7-46.5 Vigolzone C 3225 3172 2931-1.6-7.6-9.1 Villanova d'arda P 3150 2548 2693-19.1 5.7-14.5 Zerba M 2156 1045 136-51.5-87.0-93.7 Ziano P. C 3125 3172 2707 1.5-14.7-13.4 Totale 215144 192099 165945-10.7-13.6-22.9 Tab. 1 Provincia di Piacenza. Superficie agricola totale in Ha e relativi incrementi. Zona altimetrica secondo Istat: Pianura, Collina, Montagna. 04_11.doc 3

Comune Zona 1982 1990 2000 90/82 00/90 00/82 Agazzano C 2623 2632 2497 0.4-5.1-4.8 Alseno C 4284 3994 4058-6.8 1.6-5.3 Besenzone P 2235 2429 2411 8.7-0.8 7.9 Bettola M 4461 3794 3327-15.0-12.3-25.4 Bobbio M 3185 2796 2559-12.2-8.5-19.7 Borgonovo V.Tidone C 4255 4126 3561-3.0-13.7-16.3 Cadeo P 3315 3289 3305-0.8 0.5-0.3 Calendasco P 2567 2760 2601 7.5-5.7 1.3 Caminata C 311 328 222 5.3-32.4-28.9 Caorso P 2438 2376 2383-2.5 0.3-2.3 Carpaneto P. C 4843 4971 5166 2.6 3.9 6.7 Castel S.Giovanni C 3469 3593 3045 3.6-15.3-12.2 Castell'Arquato C 3833 3749 3065-2.2-18.3-20.1 Castelvetro P. P 2583 2525 2621-2.3 3.8 1.5 Cerignale M 601 586 603-2.5 3.0 0.4 Coli M 2474 1509 2024-39.0 34.1-18.2 Corte Brugnatella M 1727 935 403-45.9-56.9-76.7 Cortemaggiore P 2820 2819 3413-0.1 21.1 21.0 Farini M 5459 3850 2983-29.5-22.5-45.4 Ferriere M 8181 6145 3790-24.9-38.3-53.7 Fiorenzuola d'arda P 4914 4991 4735 1.6-5.1-3.6 Gazzola C 3146 2930 2540-6.8-13.3-19.2 Gossolengo P 2309 2474 2103 7.1-15.0-8.9 Gragnano Trebb. P 2698 2645 2742-2.0 3.7 1.6 Gropparello C 2848 2413 1699-15.3-29.6-40.3 Lugagnano V.d'Arda C 2545 2255 1922-11.4-14.8-24.5 Monticelli d'ongina P 2982 3372 3387 13.1 0.4 13.6 Morfasso M 3143 2038 1795-35.2-11.9-42.9 Nibbiano C 3113 3136 2535 0.7-19.2-18.6 Ottone M 1145 645 475-43.7-26.3-58.5 Pecorara M 2435 1883 2030-22.7 7.8-16.6 Piacenza P 6623 6544 6392-1.2-2.3-3.5 Pianello V.Tidone C 2251 2372 2534 5.3 6.8 12.6 Piozzano C 2643 2583 2747-2.3 6.3 3.9 Podenzano P 3653 3664 3254 0.3-11.2-10.9 Ponte Dell'Olio C 2449 2227 1901-9.1-14.7-22.4 Pontenure P 2645 2771 3016 4.8 8.8 14.0 Rivergaro C 2887 2922 2837 1.2-2.9-1.7 Rottofreno P 2346 2389 2463 1.8 3.1 5.0 S.Giorgio P. C 3877 3866 3762-0.3-2.7-3.0 S.Pietro in Cerro P 2603 2679 2369 2.9-11.6-9.0 Sarmato P 1469 1506 1724 2.6 14.4 17.4 Travo C 4076 3204 3205-21.4 0.0-21.4 Vernasca C 3647 2744 2185-24.8-20.4-40.1 Vigolzone C 2341 2525 2428 7.9-3.8 3.7 Villanova d'arda P 2491 2306 2287-7.4-0.8-8.2 Zerba M 15 309 37 1939.9-88.0 144.1 Ziano P. C 2729 2857 2449 4.7-14.3-10.3 Totale 145688 135452 125589-7.0-7.3-13.8 Tab. 2 Provincia di Piacenza. Superficie agricola utilizzata (SAU) in Ha e relativi incrementi. Zona altimetrica secondo Istat: Pianura, Collina, Montagna. 04_11.doc 4

Fascia altimetrica Pianura Collina Montagna Fascia altimetrica Pianura Collina Montagna Fig. 1 e 2 Variazione percentuale della Superficie Agricola Totale e Utilizzata in provincia di Piacenza tra il 1982 e il 2000. 04_11.doc 5

Il significato della drastica riduzione di superficie agricola totale in montagna, al contrario del fenomeno verificatosi in pianura, è da individuarsi nel veloce e progressivo abbandono dei territori montani da parte degli agricoltori più anziani e dei titolari delle aziende più piccole; nel ventennio in esame, negli 11 comuni della montagna piacentina il numero delle aziende agricole è diminuito del 62%, passando da 6220 nel 1982 a 2385 nel 2000. L abbandono delle aziende ha significato al contempo l incoltura dei campi, riconquistati progressivamente dal cespuglieto e dal bosco, nonché l abbandono del presidio idrogeologico del territorio, della manutenzione delle difese dei versanti, delle carraie, dei drenaggi e degli scoli delle acque, e così via. L abbandono dell agricoltura montana, che si riflette chiaramente nella perdita di superficie agricola, ha dunque significato per un verso un benefico aumento della superficie forestale (seppure dominata spesso da essenze alloctone e infestanti, quali la robinia), ma per l altro un progressivo dissesto e degrado generale del territorio montano, reso così sempre più vulnerabile nei confronti degli eventi climatici. La dinamica della superficie agricola utilizzata (SAU) ha avuto nel periodo in esame un andamento simile ma con significative differenze. La riduzione della SAU nel ventennio è stata a Piacenza del 13.8% rispetto ad una riduzione del 22.9% della superficie agricola totale, il che significa che le aziende hanno mediamente incrementato la frazione di superficie aziendale utilizzata per la produzione: mentre infatti nel 1982 la SAU rappresentava il 67.7% della superficie agricola totale, nel 2000 ne era il 75.7%. La riduzione della SAU è stata progressiva e continua lungo tutto il periodo, meno rilevante nella fascia di pianura e invece molto sensibile in quella di montagna: a fronte di una riduzione media nel ventennio del 13.8%, la riduzione nella fascia di montagna è stata del 38.9%, in collina del 12.6%, mentre in pianura si è registrato un piccolo aumento dell 1%, prodotto però dall aumento registrato negli anni 80, poiché invece negli anni 90 la SAU è diminuita leggermente anche nella fascia della pianura. Anche per la SAU tuttavia nella fascia di pianura i cambiamenti variano da comune a comune. Come si nota da tab. 2, a fronte di una variazione media di +1% nel ventennio, i singoli valori comunali oscillano da un aumento massimo del 21% a Cortemaggiore, ad una riduzione massima del 10.9% a Podenzano. Su 17 comuni di pianura, 9 registrano un incremento della SAU nel ventennio (ma 2 di questi una riduzione nell ultimo decennio), e 8 una riduzione (in molti casi però risultata da un incremento negli anni 80 e da un più forte decremento negli anni 90); tra i comuni di pianura e di prima collina in cui si registra una perdita di SAU nel corso del ventennio vi sono innanzitutto quelli caratterizzati dai maggiori centri urbani: Piacenza, Fiorenzuola, Castel S. Giovanni, Gossolengo, Podenzano, Caorso, Borgonovo, Rivergaro, ecc. La riduzione di superficie agricola totale e di SAU nella fascia di pianura e della prima collina è pertanto da mettere in relazione con il processo di progressiva urbanizzazione del territorio attorno ai grandi centri urbani, lungo gli assi delle infrastrutture e ai margini degli abitati satellitari delle prime periferie. In questo senso la riduzione della SAU nella fascia di pianura e di prima collina è da vedere come un forte pericolo per la sostenibilità dello sviluppo territoriale ed ambientale locale, in quanto costituisce una progressiva erosione delle risorse agricole produttive, a favore di una occupazione e impermeabilizzazione di territorio da parte di un processo di edificazione nella maggior parte dei casi disordinato e inessenziale. La riduzione della SAU nella fascia di montagna rileva invece una dinamica sostanzialmente diversa (se si esclude il comune di Zerba, il cui dato risulta in controtendenza e del tutto particolare): essendo percentualmente più accentuata nei comuni caratterizzati da una elevata estensione di superficie boscata e da una tipica agricoltura montana, estremamente parcellizzata e di sussistenza, la riduzione della SAU è strettamente dipendente dal progressivo abbandono del territorio e dei coltivi da parte delle famiglie contadine, soggette ad un tasso di invecchiamento superiore alla media, e dalla conseguente ricolonizzazione dei terreni da parte del bosco e del cespuglieto. 04_11.doc 6

Questa dinamica della società e della agricoltura appenniniche nel corso del ventennio risulta drasticamente evidente dai pochi numeri di sintesi riportati nella seguente tab. 3, dove si può osservare che la riduzione della popolazione residente, la riduzione proporzionale del n di aziende agricole e della mano d opera familiare occupata nelle aziende è nella fascia di montagna nettamente superiore a quella che si riscontra in pianura; infine la percentuale di popolazione con età superiore ai 65 anni aumenta in montagna ad una velocità addirittura doppia a quella della pianura. Tutto ciò contribuisce a delineare il quadro dell impoverimento sociale della montagna e della relativa perdita di un presidio antropico sul territorio. Montagna Pianura Pop.res. N Az. Man.fam. %>65 a. Pop.res. N Az. Man.fam. %>65 a. 1981/82 21789 6220 10750 28.1% 181089 3241 7168 16.2% 2000 16709 2385 4458 40.1% 173358 1974 3755 22.2% diff. % -23.3% -61.7% -58.5% +12.0% -4.3% -39.1% -47.6% +6.0% Tab. 3 Popolazione residente, n di aziende agricole, mano d opera familiare occupata in agricoltura, percentuale di popolazione con età superiore ai 65 anni, nella fascia dei comuni di Montagna e di Pianura secondo la suddivisione Istat. La riduzione della SAU in montagna è dunque per un verso un segnale positivo di recupero di superficie boscata (che era stata drasticamente ridotta nel periodo fra le due guerre mondiali), ma al tempo stesso un segnale allarmante dell abbandono di quel presidio antropico del territorio che nel corso dei secoli ne aveva garantito la sicurezza e l integrità idrogeologica, nonché della scomparsa progressiva di quella struttura sociale ed economica basata sulla agricoltura montana di sussistenza, che ha caratterizzato per tanti decenni l Appennino. Anche per la fascia della montagna dunque non si può ritenere che la perdita di SAU sia da considerare necessariamente un carattere di sostenibilità dello sviluppo, poiché il semplice incremento di superficie boscata, associato ad un incremento della fragilità idrogeologica e dell impoverimento sociale e culturale rende comunque più aleatorio il futuro globale di questi territori. Diverso sarebbe ovviamente uno scenario in cui l incremento della superficie forestale venisse inserito nella pianificazione del territorio montano, si fondasse sul recupero delle essenze autoctone e si accompagnasse ad una valorizzazione del tessuto sociale ed economico della montagna. Per utilizzare la variazione di SAU come indicatore di sostenibilità occorre pertanto associarla ad altri indicatori sociali (indici di invecchiamento, di dipendenza, ecc.), economici (aziende agricole, reddito, povertà, ecc.) ed ambientali (dissesto, ecc.) in grado di qualificare lo sviluppo globale del territorio e della società montana. Dato il forte decremento demografico che si è registrato nel corso del ventennio su tutto il territorio provinciale, ma soprattutto nella fascia della montagna, può essere significativo infine considerare non già le variazioni dei valori assoluti della SAU, bensì quelle dei valori pro capite, che possono costituire forse più efficacemente un indicatore di variazione della capacità produttiva alimentare di un territorio in rapporto alla popolazione che lo abita, allorché risulta soggetto ad una rilevante dinamica demografica. I dati della SAU pro capite sono riportati in tab. 4. Dalla tab. si osserva che anche la dotazione di SAU pro capite è mediamente diminuita nel ventennio del 6% circa, passando da un valore medio di 1.05 a 0.99 Ha/ab, una diminuzione tuttavia inferiore alla diminuzione del valore totale della SAU che è stata pari al 13% circa; inoltre la diminuzione è nulla negli anni 80, a causa del forte decremento demografico del territorio provinciale (-3.3%), mentre è sensibile negli anni 90, quando il decremento demografico si è sensibilmente ridotto (-0.8%) Mentre però nella fascia di pianura si è registrato nel ventennio un modesto incremento dai 0.79 Ha/ab medi del 1982 ai 0.83 Ha/ab medi del 2000 (incremento tuttavia verificatosi nel corso degli anni 80, poiché nell ultimo decennio si è registrata una diminuzione), in montagna, nonostante il forte calo demografico, si è registrata una riduzione dai 1.42 Ha/ab del 1982 ai 1.29 Ha/ab. del 2000: ciò indica che la riduzione della SAU in montagna è stata superiore al decremento demografico, aggravando ulteriormente questo carattere di insostenibilità dello sviluppo del territorio montano. 04_11.doc 7

Comune Zona 1982 1990 2000 Agazzano C 1.33 1.41 1.25 Alseno C 0.95 0.86 0.87 Besenzone P 1.81 2.32 2.50 Bettola M 1.13 1.06 1.02 Bobbio M 0.76 0.71 0.66 Borgonovo V.Tidone C 0.66 0.64 0.52 Cadeo P 0.72 0.61 0.61 Calendasco P 1.07 1.24 1.13 Caminata C 0.94 1.13 0.71 Caorso P 0.55 0.53 0.53 Carpaneto P. C 0.77 0.80 0.76 Castel S.Giovanni C 0.77 0.81 0.66 Castell'Arquato C 0.32 0.31 0.26 Castelvetro P. P 0.51 0.52 0.55 Cerignale M 1.32 1.78 2.62 Coli M 1.86 1.23 1.83 Corte Brugnatella M 1.68 1.00 0.47 Cortemaggiore P 0.58 0.63 0.81 Farini M 1.97 1.62 1.55 Ferriere M 2.60 2.32 1.73 Fiorenzuola d'arda P 0.35 0.37 0.35 Gazzola C 2.21 2.02 1.56 Gossolengo P 0.99 0.85 0.56 Gragnano Trebb. P 0.88 0.84 0.79 Gropparello C 0.94 0.87 0.68 Lugagnano V.d'Arda C 0.61 0.54 0.45 Monticelli d'ongina P 0.51 0.62 0.64 Morfasso M 1.44 1.16 1.26 Nibbiano C 1.16 1.25 1.03 Ottone M 1.04 0.75 0.63 Pecorara M 1.68 1.67 2.12 Piacenza P 0.06 0.06 0.06 Pianello V.Tidone C 0.91 1.01 1.15 Piozzano C 3.08 3.24 3.84 Podenzano P 0.61 0.57 0.44 Ponte Dell'Olio C 0.50 0.47 0.40 Pontenure P 0.51 0.54 0.58 Rivergaro C 0.70 0.63 0.52 Rottofreno P 0.34 0.31 0.29 S.Giorgio P. C 0.86 0.82 0.74 S.Pietro in Cerro P 2.19 2.67 2.50 Sarmato P 0.58 0.58 0.66 Travo C 1.85 1.52 1.56 Vernasca C 1.21 1.02 0.87 Vigolzone C 0.72 0.72 0.68 Villanova d'arda P 1.13 1.14 1.16 Zerba M 0.08 1.98 0.26 Ziano P. C 0.91 1.09 0.94 media 1.05 1.06 0.99 Tab. 4 Provincia di Piacenza. Superficie agricola utilizzata (SAU) pro capite in Ha/ab. Zona altimetrica secondo Istat: Pianura, Collina, Montagna. 04_11.doc 8

L indicatore pro capite introduce inoltre alcune significative differenze tra i comuni: in pianura, in alcuni dei comuni dove risultano localizzati i maggiori centri urbani (Piacenza, Fiorenzuola) la SAU pro capite nel ventennio rimane costante, anche se la SAU totale risultava in diminuzione: questo indica che la perdita di terreno coltivabile è proporzionata al decremento demografico, ma è per contro preoccupante, se il decremento demografico viene messo in relazione ad un minore fabbisogno di superficie edificata. In altri comuni di questa stessa categoria sia la SAU che la SAU pro capite risultano in diminuzione (Castel S. Giovanni, Borgonovo, Podenzano), e questo indica inevitabilmente una forte e aumentata pressione dei processi di edificazione a svantaggio del terreno agricolo. I comuni della montagna registrano mediamente una generale diminuzione della SAU pro capite nel ventennio, ad indicare che la perdita di terreno coltivabile è stata superiore al decremento demografico; ciò non avviene per Cerignale, Pecorara e Zerba nei quali ovviamente ha prevalso il decremento demografico sull abbandono delle aziende e dei coltivi. L indicatore della SAU pro capite può quindi essere affiancato a quello della SAU per rendere conto della dinamica demografica e riportare la valutazione alla capacità produttiva alimentare del territorio in rapporto alla propria popolazione. 4 Conclusioni. La dotazione di superficie agricola coltivabile può costituire dunque un importante indicatore di sostenibilità dello sviluppo, se accompagnato ad altri indicatori in grado di evidenziare le caratteristiche delle dinamiche territoriali, economiche e sociali che hanno portato ad una sua variazione nel tempo. Dai dati esaminati sembra più coerente considerare la variazione di superficie agricola utilizzabile (SAU) come indicatore di sostenibilità, anziché i suoi valori assoluti o i valori della superficie agricola totale. E di notevole interesse anche il valore della SAU pro capite, che permette di tener conto degli effetti della dinamica demografica e di stimare la capacità produttiva alimentare di un territorio in riferimento alla popolazione effettiva che lo abita. Nel corso del ventennio considerato si è verificata in provincia di Piacenza sia una perdita di SAU che una perdita di SAU pro capite; il fenomeno è stato più rilevante in montagna, dove è strettamente connesso all abbandono dei terreni agricoli e ai fenomeni di invecchiamento e di spopolamento, con conseguente ricolonizzazione da parte di bosco e cespuglieto dei territori già coltivati o a pascolo; il fenomeno è però evidente anche in diversi comuni della pianura, in relazione soprattutto all espansione delle superfici edificate o comunque occupate dalle infrastrutture. Una diminuzione di entrambi gli indicatori va interpretata come un sintomo di insostenibilità dello sviluppo, in quanto riflette non già una diminuzione della produzione alimentare di un territorio (che può essere incrementata dall aumento tecnologico della produttività), quanto piuttosto delle sue potenzialità produttive e dell integrità del suo sistema di sostentamento e, nella maggior parte dei casi, una maggiore fragilità del territorio e dell ecosistema. 5 - Bibliografia di riferimento. 1. Kipar A., La valutazione ecologica dei suoli come precondizione alle scelte di pianificazione., da Ambiente Italia 2001. La salute ambientale delle città. 100 indicatori sullo stato del paese, Ed. Ambiente 2001. 2. ISTAT, 5 Censimento generale dell agricoltura. Presentazione dei dati definitivi. Emilia Romagna., Roma 2002. 3. APAT, Annuario dei dati ambientali 2003. Sez. B: Settori Produttivi. 1 Agricoltura., Apat, Roma 2004 04_11.doc 9