Un indicatore del grado di naturalità del territorio della provincia di Piacenza.

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1 Amministrazione Provinciale di Piacenza - Area Programmazione territoriale Infrastrutture Ambiente SPTU - Servizio Programmazione Territoriale e Urbanistica Via Garibaldi 50, PIACENZA, tel. 0523/7951 Osservatorio Provinciale sulla Sostenibilità dello Sviluppo OPS Un indicatore del grado di naturalità del territorio della provincia di Piacenza. P. Lega Rapporto Interno n. 17/03 Ottobre Premessa La ricerca di un indicatore di naturalità del territorio prende le mosse dal lavoro svolto su questo argomento dall Osservatorio Città Sostenibili (OCS) del Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e dell Università di Torino nel 2001 (1) in collaborazione con le ARPA dell Emilia Romagna, di Bologna, Reggio Emilia e Rimini, e con il Comune di Reggio Emilia; il lavoro dell OCS è costituito dal progetto di un Indice di Naturalità, basato su di una legenda standard dell uso del suolo e dell ecomosaico, e su algoritmi diversi a diversi livelli di complessità. Di seguito si citerà ampiamente il lavoro dell OCS, che è stato assunto qui come quadro di riferimento per l applicazione al territorio piacentino del suo Indice di Naturalità, al livello di complessità più basso (modello base ). La pianificazione del territorio, per tradizione, si è occupata poco di ecosistemi naturali. Ancora oggi, per gran parte dei Piani Regolatori comunali, il territorio non urbanizzato non appare come risorsa ecologica, ma come potenziale supporto edificabile. Peraltro, uno sviluppo urbano non razionalmente pianificato ha disseminato l agroecotessuto di spezzoni di città e di ramificazioni infrastrutturali, causando perdite di naturalità che avrebbero potuto essere evitate e che non sono neppure state valutate. Nella normale visione urbanistica del territorio sembra che l unica porzione dotata di strutture e di risorse sia il territorio urbanizzato. Che al di fuori del territorio urbanizzato esista una struttura ecologica, fatta di componenti biotiche e di un complesso reticolo di catene trofiche di interscambio di nutrienti e di energia, sembra interessare poco la disciplina urbanistica e per nulla la normale prassi professionale (1). E la nozione stessa di perdita di naturalità che manca o che è troppo debolmente presente: manca una consapevolezza del problema ecologico e degli effetti di lungo periodo che gli impatti di una città dispersa possono avere sul grado di naturalità del territorio. Molto si parla di città sostenibile, ma uno dei requisiti della sostenibilità urbana sta proprio nella capacità della città di mantenere attorno a sé un buon grado di naturalità: un economia sostenibile si riflette anche nell immagine del proprio territorio, e questa dovrebbe presentare un paesaggio fatto di città vivibili, di intatti mosaici agricoli e di un ricco patrimonio di aree naturali interconnesse (1). Ora, la scala di analisi provinciale (operativamente identificata con la scala 1/25000) appare strategica per formare un quadro generale e al tempo stesso sufficientemente dettagliato dell agroecotessuto e del suo grado di naturalità: la scala comunale infatti riguarda aree generalmente troppo limitate per poter cogliere nella loro unitarietà i grandi biotopi, mentre quella regionale è ad un livello di definizione troppo basso per poter cogliere i biotopi di minore dimensione ma significativi a livello locale (1). Per questi motivi il lavoro dell OCS, allo scopo di supportare la valutazione ambientale strategica a livello della pianificazione territoriale, ha mirato ad individuare un indicatore del grado di naturalità che sia di agevole applicazione alla scala provinciale e che consenta un monitoraggio del processo evolutivo del patrimonio di naturalità del territorio. 03_17.doc 1

2 2 L uso del suolo di Corine LC. L indicatore di Naturalità proposto dal lavoro dell OCS appartiene alla famiglia di indici ricavati da un ordinamento cardinale di indicatori di biotopi. Questi ultimi vengono identificati a partire da una Carta di Uso del Suolo in scala 1: La Carta di Uso del Suolo è una base informativa standard che normalmente non manca nella pianificazione territoriale e che viene utilizzata per diversi tipi di applicazioni. Una base informativa sull uso reale del suolo che l EEA ha prodotto nell ultimo decennio ed ha messo gratuitamente a disposizione delle Amministrazioni Pubbliche è il Corine Land Cover, realizzato però per la cartografia europea ad una scala 1/ ; nonostante l inadeguatezza della scala per gli scopi del presente lavoro, Corine LC ha il vantaggio di disporre gratuitamente di aggiornamenti periodici, mentre si pensa che in prospettiva la scala di acquisizione potrà essere migliorata, in virtù dei rapidissimi progressi segnati dai sistemi di telerilevamento satellitare ad alta risoluzione. Cod. Legenda Tessuto urbano continuo Tessuto urbano discontinuo Aree industriali e commerciali Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori Aree portuali Aeroporti Aree estrattive Discariche Cantieri Aree verdi urbane Aree sportive e ricreative Seminativi in aree non irrigue Seminativi in aree irrigue Risaie Vigneti Frutteti, noccioleti e castagni da frutto Oliveti Prati stabili Colture annuali associate a colture permanenti Sistemi colturali e particellari complessi Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti Aree agroforestali Boschi di latifoglie Boschi di conifere Boschi misti Aree a pascolo naturale e praterie d alta quota Brughiere e cespuglietti Vegetazione sclerofilla Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione Letti dei corsi d acqua Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti Aree in erosione con vegetazione rada Aree percorse da incendi Ghiacciai e nevi perenni Paludi interne Torbiere 4.2 Zone costiere Corsi d acqua, canali e idrovie Bacini d acqua 5.2 Acque marine Tab. 1 Legenda della cartografia dell uso reale del suolo C orine Land Cover. 03_17.doc 2

3 La prima sperimentazione dell indicatore di Naturalità dell OCS si è dunque basata sulla cartografia dell uso reale del suolo proposta da Corine LC, assumendo tuttavia che per l applicazione dell indicatore a media scala (1/25000), l informazione fornita da Corine LC non potrà risultare totalmente affidabile. La base dati Corine LC utilizzata è quella distribuita dalla Regione Emilia Romagna, edizione 1996 su dati 1992, e pertanto non particolarmente recente. La legenda di Corine LC si sviluppa in 44 classi su 3 livelli e nelle componenti principali è riassunta nella tab. 1; OCS è partito dunque da questa legenda per ricostruire una legenda sintetica di biotopi che potesse risultare efficace nella pratica della pianificazione territoriale. Seguendo i suggerimenti di OCS (1) nello studio dell indicatore sul territorio della Provincia di Reggio Emilia, le classi di Corine LC sono state riassemblate per giungere ad una legenda più sintetica di 9 biotopi omogenei a cui è stata aggiunta la classe dei territori modellati artificialmente, per un totale di 10 temi riassunti nella tab. 2 con le relative corrispondenze con la legenda di Corine LC, e con i biotopi elencati in ordine crescente di naturalità. Cod. Legenda biotopo Classi Corine LC 0 Territori modellati artificialmente Tutto 1 1 Agromosaico Tutto 2.1, 2.4.1, Prati stabili Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali importanti Tutto 2.2, 2.4.3, Spazi aperti con o senza vegetazione 3.3.2, Lande erbose, aree a pascolo naturale, praterie d alta quota Brughiere e cespuglietti, vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 3.2.2, 3.2.3, Boschi di conifere Zone umide Tutto 4.1 e Boschi di latifoglie, boschi misti 3.1.1, Tab. 2 Biotopi principali e relative classi di uso del suolo secondo Corine LC. Nel catalogo dei biotopi non sono state inserite deliberatamente le superfici di acqua (classi Corine LC 3.3.1, e 5.1.2), in quanto si è ritenuto che gli ecosistemi esclusivamente acquatici non influenzino direttamente l ecosistema terrestre. 3 L indicatore VT. Ad ogni biotopo della legenda è stato attribuito un valore di naturalità, o Indice di Naturalità, normalizzato tra 0 e 1, proposto da OCS sulla base del metodo della matrice di confronto a coppie; come osservano gli autori, i valori di naturalità possono essere cambiati in virtù di differenti ipotesi ecologiche, pur mantenendo però la congruenza complessiva della matrice. I valori proposti da OCS sono riportati nella tab. 3. Il modello semplificato dell indicatore del grado di naturalità proposto da OCS (chiamato anche modello base ) prevede due assunzioni: a) il grado di naturalità di un biotopo è direttamente proporzionale alla sua superficie; per cui, dato un biotopo i, con un indice di naturalità n i e una superficie S i, il valore di naturalità V i del biotopo sarà V i = n i *S i b) il valore di naturalità totale VT di un territorio è dato dalla somma dei valori di naturalità dei biotopi che ne costituiscono l ecomosaico, per cui: 03_17.doc 3 VT = i V i Il calcolo di V i e di VT può essere eseguito automaticamente in un ambiente GIS, avendo memorizzato il mosaico dei biotopi e la lista dei valori n i, per cui la sua applicazione risulta speditiva e di onere modesto. Il valore di naturalità totale, o indicatore del grado di naturalità, sarà dunque espresso nella stessa grandezza ed unità di misura di superficie (m2, Ha) utilizzata per

4 quantificare la superficie del territorio; nel caso della applicazione alla Provincia di Reggio Emilia proposta da OCS, sono stati impiegati gli Ha che vengono utilizzati anche nella presente analisi. Cod. Legenda biotopo Indice naturalità 0 Territori modellati artificialmente Agromosaico Prati stabili Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali importanti Spazi aperti con o senza vegetazione Lande erbose, aree a pascolo naturale, praterie d alta quota Brughiere e cespuglietti, vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione Boschi di conifere Zone umide Boschi di latifoglie, boschi misti 1.00 Tab. 3 Biotopi principali e relative classi di uso del suolo secondo Corine LC. 3 L indicatore a scala provinciale e comunale. Le unità territoriali su cui è stato calcolato il grado di naturalità secondo questo modello semplificato di VT, sono l intero territorio provinciale e i territori comunali. A questo scopo la base informativa Corine LC è stata intersecata con i confini amministrativi comunali, calcolando poi per ogni biotopo, per l intera provincia e per ogni comune, sulla base della definizione dei biotopi riportata in tab. 2 e degli indici di naturalità di tab. 3, la somma delle superfici e dei relativi valori di naturalità (superfici pesate). Il calcolo fornisce i valori riportati nella tab. 4. N. Biotopo Superficie (Ha) % Indice Valore VT % 0 Territori modellati artificialmente % % 1 Agromosaico % % 2 Prati stabili % % 3 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali importanti % % 4 Spazi aperti con o senza vegetazione % % 5 Lande erbose, aree a pascolo naturale, praterie d alta quota % % 6 Brughiere e cespuglieti, vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione % % 7 Boschi di conifere % % 8 Zone umide 0 0.0% % 9 Boschi di latifoglie, boschi misti % % Totale % % Tab. 4 Superfici e valori di naturalità dei biotopi calcolati da Corine LC sull intero territorio provinciale. Su Ha di superficie totale provinciale, nella base dati Corine LC risultano circa 780 Ha classificati come non fotointerpretabili (999) e circa 75 Ha privi di codice; le superfici d acqua (non considerate, in quanto non rilevanti per l ecosistema terrestre) assommano a circa 3840 Ha. La classificazione Corine LC non ha individuato la presenza di zone umide (biotopo n. 8) sul territorio provinciale. Come si nota dalla tabella, il biotopo che apporta al territorio provinciale il maggior grado di naturalità è costituito dai boschi di latifoglie e misti, con una superficie interessata di circa Ha ed apporta un valore di naturalità pari al 60% del valore totale del territorio provinciale; il secondo biotopo naturalisticamente rilevante è costituito dalle aree con colture agrarie e spazi naturali importanti, in cui sono state inserite le aree miste (transizione tra seminativi e bosco), i frutteti e i vigneti: questo biotopo apporta circa il 19% della naturalità provinciale, con circa Ha di territorio interessato. L agromosaico, pur occupando oltre Ha pari al 46% del 03_17.doc 4

5 territorio provinciale, apporta solo l 11% del valore naturale, non molto superiore al valore (8%) apportato dalle aree a cespuglieto e a vegetazione arbustiva e boschiva in evoluzione che interessano solo Ha, pari al 4.7% del territorio provinciale. Come già si è detto, il basso grado di definizione di Corine LC non consente di identificare zone di superficie inferiore a 25 ha. Pertanto, tutti gli usi del suolo, il cui mosaico è in misura apprezzabile costituito da tessere di dimensione inferiore all unità minima, sono soggetti a sottostime a favore degli usi del suolo dominanti che li inglobano. Questo spiega la sottostima di Corine LC con riferimento ai territori modellati artificialmente (specie nella pianura dove sono più diffusi gli insediamenti sparsi), ai prati stabili, a brughiere, cespuglieti, vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione, ai boschi di conifere ; così come spiega la sovrastima delle aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali importanti o dei boschi di latifoglie, boschi misti, che costituiscono appunto usi a mosaici estesi. Il calcolo dell indicatore del grado di naturalità totale (VT) sul territorio dei 48 Comuni della provincia di Piacenza porta ai risultati espressi nella tab. 7, in cui è stato inserito anche il valore percentuale del VT di ogni Comune sul totale provinciale e il rapporto tra il valore comunale di VT e la superficie totale S del comune in Ha (VT/S), espresso come percentuale tra 0 e 100%; un valore di questo rapporto pari a 100% indica un territorio comunale occupato esclusivamente dal biotopo dei boschi, mentre un rapporto pari a 0% indica un territorio modellato artificialmente nella sua totalità. Da tab. 7 si nota che il Comune che apporta un maggior grado di naturalità al territorio provinciale è Ferriere (14.3%), favorito dalla sua estesa superficie territoriale (quasi Ha) e dalla alta densità di boschi (circa Ha). Valori relativi di naturalità tra il 5% e il 10% del totale provinciale sono apportati anche dagli altri più estesi Comuni di montagna: Bettola, Bobbio, Coli, Farini, Morfasso e Ottone. I Comuni di montagna sono dunque i territori più importanti nel contribuire al valore di naturalità del territorio provinciale, come si desume anche valutando i valori medi di VF per fascia altimetrica secondo la classificazione Istat, riportati in tab. 5. Fascia altimetrica media min max d.st. Pianura Collina Montagna Tab. 5 Valore medio, min, max e dev.st. dell indicatore VT per fascia altimetrica secondo Istat. L elevato valore di VT dei Comuni di montagna va messo in relazione sia alla dimensione media più elevata di questi Comuni (8460 Ha in media rispetto ai 4750 dei Comuni di Collina e ai 4160 di quelli di pianura), sia alla elevata densità territoriale del bosco. I valori assoluti di VT sono rappresentati sinteticamente nella carta tematica di fig. 1. Fascia altimetrica media min max d.st. Pianura 12.6% 9.5% 19.9% 3.5% Collina 26.1% 9.2% 50.1% 12.9% Montagna 74.7% 50.6% 96.2% 13.8% Tab. 6 Valore medio, min, max e dev.st. del rapporto VT/S per fascia altimetrica secondo Istat. Poiché le estensioni dei territori comunali hanno valori molto dispersi (si va dai 360 Ha di Caminata ai Ha di Ferriere), il rapporto tra VT e la superficie S in Ha del Comune (VT/S) toglie la dipendenza dall estensione comunale e fornisce un utile informazione sul grado di naturalità relativa del Comune: il rapporto va da valori minimi attorno a 9-10% (Besenzone, Cadeo, Castel S. Giovanni, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Podenzano, Rottofreno, S. Pietro in Cerro) a valori massimi superiori a 90% (Ottone, Zerba). 03_17.doc 5

6 Comune Sup. Tot. (Ha) VT VT(%) VT/S Agazzano % 10.9% Alseno % 12.8% Besenzone % 10.0% Bettola % 64.5% Bobbio % 59.9% Borgonovo % 10.1% Cadeo % 9.7% Calendasco % 11.1% Caminata % 26.2% Caorso % 17.4% Carpaneto % 15.2% Castel S. Giovanni % 9.2% Castellarquato % 23.1% Castelvetro % 11.8% Cerignale % 87.7% Coli % 70.7% Cortebrugnatella % 78.4% Cortemaggiore % 9.6% Farini % 70.2% Ferriere % 82.6% Fiorenzuola % 9.7% Gazzola % 22.2% Gossolengo % 15.1% Gragnano % 12.0% Gropparello % 42.1% Lugagnano % 45.9% Monticelli % 17.1% Morfasso % 70.4% Nibbiano % 25.2% Ottone % 90.5% Pecorara % 50.6% Piacenza % 14.5% Pianello % 29.8% Piozzano % 35.3% Podenzano % 9.7% Ponte dell'olio % 39.6% Pontenure % 10.0% Rivergaro % 21.2% Rottofreno % 9.5% S. Giorgio % 12.7% S. Pietro in Cerro % 9.9% Sarmato % 19.9% Travo % 44.1% Vernasca % 50.1% Vigolzone % 26.9% Villanova % 17.8% Zerba % 96.2% Ziano % 19.6% (vuote) % 61.3% Totale complessivo % 40.0% Tab. 7 Superfici e valori di naturalità totale calcolati da Corine LC sul territorio dei Comuni della provincia di Piacenza. 03_17.doc 6

7 I valori di VT/S sono rappresentati sinteticamente nella mappa tematica di fig. 2. Il valore complessivo VT/S della provincia si colloca ad un livello intermedio (40%). I valori medi del rapporto VT/S per fascia altimetrica, assumendo la classificazione altimetrica dei comuni secondo Istat, sono riportati nella tab. 6. Può essere interessante a tal punto evidenziare i Comuni che per ognuna delle 3 fasce altimetriche presentano il più alto rapporto tra il valore totale di naturalità e la superficie totale comunale; a tale scopo sono stati evidenziati i comuni che hanno il rapporto superiore al valore medio della propria fascia altimetrica, evidenziati nella mappa tematica di fig. 3. Da tab. 6 si nota chiaramente che i valori del rapporto per i 17 Comuni della fascia di pianura sono scarsamente dispersi attorno al valor medio che è di 12.6% (dev. standard = 3.5%): tutta la fascia di pianura è ovviamente dominata in modo uniforme dalla presenza quasi esclusiva dell agromosaico, interrotto localmente dalle aree artificializzate. il Comune che presenta il rapporto VT/S più alto è Sarmato (19.9%, ma in modo fittizio, in quanto vengono classificati come boschi di latifoglie anche i pioppeti all epoca presenti ed in gran parte oggi espiantati, nonché la mascheratura della centrale Enel di La Casella), mentre sono almeno 8 i Comuni con il rapporto più basso (9-10%); una corretta riclassificazione di Sarmato appiattirebbe ulteriormente i valori della fascia di pianura. Le fasce di collina e montagna hanno invece i rispettivi valori comunali più dispersi attorno alla media (dev. standard = %), in relazione alla forte variabilità della densità del bosco con l altitudine. Il valore medio della collina è 26.1%, con un minimo a Castel S. Giovanni (9.2%), a causa della prevalenza assoluta dell agromosaico in cui risulta ricompreso anche il vigneto, e un valore massimo a Vernasca (50.1%), territorio già pienamente dominato dal bosco misto di latifoglie e più assimilabile forse alla montagna. E utile a questo proposito localizzare i Comuni che presentano un rapporto VT/S superiore al valore medio della propria fascia altimetrica, evidenziati in fig. 3. Si nota subito che questi sono localizzati regolarmente alle altitudini maggiori della fascia, dove il bosco presenta una densità territoriale maggiore, e viceversa. Infine per i 12 Comuni della fascia di montagna i valori del rapporto hanno una media sensibilmente più alta, pari a 74.7%, con un minimo di 50.6% a Pecorara e un massimo di 96.2% a Zerba, il cui territorio è quasi completamente occupato dal biotopo dei boschi di latifoglie e che pertanto presenta il grado relativo di naturalità più elevato della provincia; valori quasi altrettanto elevati di naturalità relativa sono presenti peraltro anche ad Ottone (90.5%), a Cerignale (87.7%), a Ferriere (82.6%). 03_17.doc 7

8 Calendasco SarmatoRottofreno Castel S. Giovanni Piacenza Monticelli Castelvetro Caorso S. Pietro in CerroVillanova Ziano Borgonovo Gragnano Gossolengo Agazzano Podenzano Pontenure Cadeo Cortemaggiore Besenzone CaminataNibbiano Pianello Caminata Piozzano Pecorara Gazzola Fiorenzuola S. Giorgio Rivergaro Carpaneto Vigolzone Alseno Castellarquato Travo Ponte dell'olio GropparelloLugagnano Bobbio Bettola Vernasca Coli Morfasso Cortebrugnatella Farini Indicatore VT (Ha) Zerba Cerignale Ottone Ferriere Provincia di Piacenza Fig. 1 Rapporto VT/S tra valore totale del grado di naturalità e superficie totale comunale. 03_17.doc 8

9 Calendasco Monticelli Castelvetro SarmatoRottofreno Castel S. Giovanni Piacenza Caorso S. Pietro in CerroVillanova Ziano Borgonovo Gragnano Gossolengo Podenzano Agazzano Pontenure Cadeo Cortemaggiore Besenzone Gazzola Fiorenzuola CaminataNibbiano Pianello S. Giorgio Caminata Rivergaro Piozzano Carpaneto Vigolzone Alseno Pecorara Castellarquato Travo Ponte dell'olio Fascia altimetrica Pianura Collina Montagna Bobbio Coli Bettola GropparelloLugagnano Vernasca Morfasso Cortebrugnatella Farini Rapporto VT/S(%) Zerba Cerignale Ottone Ferriere Provincia di Piacenza Fig. 2 Valore percentuale del rapporto tra VT e superficie S del Comune. Nel riquadro, la suddivisione delle fasce altimetriche secondo Istat. Provincia di Piacenza Calendasco Monticelli Castelvetro SarmatoRottofreno Castel S. Giovanni Piacenza Caorso S. Pietro in CerroVillanova Ziano Borgonovo Gragnano Gossolengo Podenzano Agazzano Pontenure Cadeo Cortemaggiore Besenzone Gazzola Fiorenzuola CaminataNibbiano Pianello S. Giorgio Caminata Rivergaro Piozzano Carpaneto Vigolzone Alseno Pecorara Castellarquato Travo Ponte dell'olio Fascia altimetrica Pianura Collina Montagna Bobbio Coli Bettola GropparelloLugagnano Vernasca Morfasso Cortebrugnatella Farini Zerba Cerignale Ottone Ferriere VT/S Inferiori alla media della fascia Superiori alla media della fascia Fig. 3 comuni con valori del rapporto VT/S inferiori e superiori al valor medio della propria fascia altimetrica secondo Istat. Nel riquadro, la suddivisione delle fasce. 03_17.doc 9

10 4 L uso del suolo 1:25000 della Regione Emilia Romagna. Una alternativa all impiego dei dati di uso reale del suolo forniti dal progetto Corine LC ci può venire dalla cartografia dell uso reale del suolo prodotta alla scala 1/25000 dalla Regione Emilia Romagna. Di questa cartografia esiste una edizione cartacea elaborata per fotointerpretazione del volo aerofotografico del 1976, ed un aggiornamento digitale elaborato per fotointerpretazione del volo aerofotografico Italia 1994; è attualmente in corso la procedura amministrativa per l ulteriore aggiornamento della carta con riprese satellitari ad alta risoluzione Quick Bird 2. La carta del 1996 (dati volo Italia 1994 ed altri contemporanei) alla scala 1/25000 è di ottima qualità e si presta ottimamente al calcolo dell Indicatore di Naturalità; la legenda della Carta regionale dell Uso del suolo è articolata su 25 classi e viene riportata nella tab. 8. Cod. Legenda Al Corsi d acqua B Formazioni boschive a prevalenza di latifoglie Ba Formazioni di conifere adulte Bm Boschi misti di conifere e latifoglie Br Rimboschimenti recenti C Colture specializzate miste Cf Castagneti da frutto Cp Colture da legno specializzate Ct Frutteti Cv Vigneti I Zone urbanizzate Iv Zone verdi urbane L Corpi d acqua O Orti, vivai, colture in tunnel Pc Praterie e brughiere cacuminali Pp Prati stabili S Seminativi Zc Zone estrattive e discariche Ze Aree agricole eterogenee Zf Reti ferroviarie e stradali Zi Zone industriali Zm Zone non fotointerpretabili Zp Zone umide Zr Zone a prevalente affioramento litoide Zs Cespuglieti Tab. 8.Legenda della Cartografia dell Uso Reale del Suolo della Regione Emilia Romagna, Ed (II Ediz.). La legenda della carta regionale risulta alquanto più sintetica di quella di Corine LC articolata su 3 livelli, ma non meno efficace; se si tolgono le classi Al e L relative ai corsi d acqua e ai corpi d acqua (non influenti sull ecosistema terrestre) e la classe Zm delle zone non fotointerpretabili, rimangono 22 classi utili allo scopo: anche in questo caso occorre rielaborare queste classi utili della legenda regionale per ricomporre il sistema dei 10 biotopi proposto in tab. 2; sulla base dei suggerimenti indicati da OCS (1) si è utilizzata la tavola di corrispondenze descritta in tab. 9. I valori di naturalità assegnati ai biotopi sono i medesimi di tab. 3. Il calcolo del grado di naturalità per l intero territorio provinciale ha prodotto i risultati riportati nella tab. 10. I risultati sono ovviamente simili a quelli ottenuti sulla base di Corine LC, seppure con alcune significative differenze. Il biotopo che apporta il maggior grado di naturalità al territorio provinciale (63.2%) rimane quello dei boschi di latifoglie e misti, con Ha classificati ed un peso relativo leggermente superiore a quello stimato con Corine LC (59.9%); le aree con colture agrarie e spazi naturali importanti apportano invece un valore di naturalità decisamente ridimensionato (8.2%) rispetto a quello calcolato a partire da Corine LC (18.8%): ciò dipende dal fatto che Corine LC 03_17.doc 10

11 inserisce in questa classe gran parte del territorio collinare di transizione dai seminativi all arbusteto e al bosco, mentre nelle corrispondenze con la cartografia regionale sono stati inseriti nel biotopo le colture legnose agricole (frutteti, vigneti, pioppeti) e le zone agricole eterogenee, che presentano una superficie inferiore alla metà della corrispondente di Corine LC. Cod. Legenda Corrisp. Legenda reg. 0 Territori modellati artificialmente I, Zi, Zf, Zc, Iv 1 Agromosaico S, C, O 2 Prati stabili Pp 3 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali importanti Ze, Cv, Ct, Cp 4 Spazi aperti con o senza vegetazione Zr 5 Lande erbose, aree a pascolo naturale, praterie d alta quota Pc 6 Brughiere e cespuglieti, vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione Zs 7 Boschi di conifere Br, Ba 8 Zone umide Zp 9 Boschi di latifoglie, boschi misti Cf, B, Bm Tab. 9.Tavola di corrispondenza tra il set di biotopi adottato e la legenda della classificazione regionale dell uso reale del suolo. N. Biotopo Superficie (Ha) % Indice Valore VT % 0 Territori modellati artificialmente % % 1 Agromosaico % % 2 Prati stabili % % 3 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali importanti % % 4 Spazi aperti con o senza vegetazione % % 5 Lande erbose, aree a pascolo naturale, praterie d alta quota % % 6 Brughiere e cespuglieti, vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione % % 7 Boschi di conifere % % 8 Zone umide 4 0.0% % 9 Boschi di latifoglie, boschi misti % % Totale % % Tab. 10 Superfici e valori di naturalità dei biotopi calcolati da Uso Reale del Suolo 1994 della Regione Emilia Romagna sull intero territorio provinciale. Il secondo biotopo per importanza nel valore totale di naturalità diventa invece l agromosaico che con circa Ha classificati (22500 Ha in più rispetto a Corine LC) apporta il 14.4% del valore totale provinciale di naturalità. Infine il biotopo n 6 dei cespuglieti e della vegetazione in evoluzione verso il bosco apporta l 11.2% del valore totale di naturalità rispetto all 8% con Corine LC. Complessivamente il valore di VT per l intero territorio provinciale risulta di 97286, inferiore del 6% a quello calcolato a partire da Corine LC, e il suo rapporto con la superficie totale provinciale (VT/S) risulta del 37.6%, a fronte del 40% ricavato a partire da Corine LC. Le differenze nelle estensioni dei biotopi e nei relativi valori di naturalità totale stimati a partire dalle due diverse basi cartografiche sono riportate in tab. 11. Le differenze sono originate sia dalla differente scala di acquisizione, sia dalla differente legenda, sia infine dalle tavole di corrispondenza con il set dei 10 biotopi, che andrebbero probabilmente ricalibrate. Le differenze nelle estensioni dei biotopi calcolate sulla provincia di Piacenza sono del tutto analoghe a quelle calcolate da OCS sulla provincia di Reggio Emilia: rispetto a Corine LC, l Uso Reale del Suolo regionale sovrastima del 15-20% i territori artificializzati, sovrastima leggermente l agromosaico, sovrastima drasticamente i prati stabili (che Corine LC praticamente trascura), sovrastima le aree in evoluzione verso il bosco (arbusteti, cespuglieti, ecc.) e sovrastima i boschi di conifere. Rispetto a Corine LC, l Uso Reale del Suolo regionale invece, come per Reggio Emilia anche per Piacenza, sottostima drasticamente le aree con colture agricole e spazi naturali, sottostima 03_17.doc 11

12 il bosco di latifoglie e misto, nonché i prati di alta quota. Infine, mentre per Reggio Emilia la cartografia regionale sottostima le aree aperte e gli affioramenti litoidi rispetto a Corine LC, per Piacenza avviene il contrario. N. Biotopo Sup(Ha) CLC Sup(Ha) RER Diff. % su CLC Diff. % su RER VT (CLC) VT (RER) Diff. % 0 Territori modellati artificialmente % +16.5% Agromosaico % +16.1% % 2 Prati stabili % +98.5% % 3 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali importanti % % % 4 Spazi aperti con o senza vegetazione % +24.8% % 5 Lande erbose, aree a pascolo naturale, praterie d alta quota % % % 6 Brughiere e cespuglieti, vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione % +12.8% % 7 Boschi di conifere % +60.8% % 8 Zone umide Boschi di latifoglie, boschi misti % -0.8% % Totale % % Tab. 11 Confronto tra le superfici e i valori di naturalità dei biotopi calcolati da Corine LC (CLC) e dall Uso Reale del Suolo 1994 della Regione Emilia Romagna (RER) sull intero territorio provinciale. Complessivamente il valore di VT passa da circa calcolato su Corine LC, a circa calcolato sull Uso Reale del Suolo regionale, con una diminuzione del 6% del tutto analoga a quella rilevata per la provincia di Reggio Emilia (-5%); il relativo valore del rapporto tra VT e la superficie totale provinciale (VT/S) passa così da 40.0% a 37.6%. Il confronto tra i risultati ottenuti da OCS a Reggio Emilia e i risultati ottenuti a Piacenza è riportato nella tab. 11. Provincia Sup. tot. VT VT/S VT VT/S (Ha) (CLC) (CLC) (RER) (RER) Piacenza % % Reggio Emilia % % Tab. 11 Confronto tra i risultati ottenuti a Reggio Emilia da OCS (1) e a Piacenza, a partire da Corine LC (CLC) e dalla Carta regionale dell Uso Reale del Suolo (RER) 5 Conclusioni. L indicatore del grado di naturalità VT e il suo valore relativo alla superficie dell unità territoriale considerata (VT/S) sembrano fornire una buona stima quantitativa della naturalità del territorio, soprattutto in funzione della presenza e della conservazione di biotopi ad elevato grado di biodiversità quali nel nostro caso le zone con vegetazione arbustiva in evoluzione e i boschi di latifoglie e misti; questi indicatori possono inoltre consentire un confronto temporale tra aggiornamenti successivi della cartografia dell uso reale del suolo per caratterizzare la dinamica della naturalità del territorio nel tempo e valutarne il grado di sostenibilità. Gli indicatori possono inoltre essere di grande utilità nella stima quantitativa delle modifiche che possono apportare al grado di naturalità del territorio (a favore o contro la sostenibilità dello sviluppo) eventuali nuovi scenari di pianificazione territoriale ed urbanistica a livello comunale. Come ben evidenziato nel lavoro di OCS (1), anche solo questo primo bilancio del grado di naturalità del territorio consente di stimare i vantaggi derivanti dall uso di un indicatore quantitativo; qualora si adottasse la versione più evoluta del modello che tiene conto dell effetto del contesto sui singoli biotopi, passando in tal modo da una analisi dell agroecomosaico ad una dell agroecotessuto, si avrebbe una più accurata ed analitica lettura del territorio. Si potrebbe ad es. 03_17.doc 12

13 rilevare l effetto della frammentazione sull agromosaico di pianura, determinato dalle costruzioni e dal reticolo delle infrastrutture: conseguentemente si potrebbe valutare l impatto che una crescita urbana disgregata e l addensamento del reticolo delle strade provocano, in particolare, sui territori della pianura più densamente antropizzata (1). L impiego di una cartografia dell uso reale del suolo di maggiore dettaglio e a scala provinciale (1:25000) quale quella della Regione Emilia Romagna, si adatta meglio alla scala della pianificazione provinciale, ma pone d altro canto il problema di rivedere la classificazione dei biotopi e la loro corrispondenza con le relative classi di uso del suolo, per formulare un set di biotopi più sintetico e più aderente alla legenda della classificazione adottata dalla Regione. 6 Bibliografia. (1) Osservatorio Città Sostenibili, Indice del grado di naturalità del territorio., OCS Doc. 2/2002, Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e dell Università di Torino, 31 Gennaio _17.doc 13

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