L indice del consumo di suolo nella pianificazione urbanistica comunale piacentina.

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1 Amministrazione Provinciale di Piacenza - Area Programmazione territoriale Infrastrutture Ambiente SPTU - Servizio Programmazione Territoriale e Urbanistica Via Garibaldi 50, PIACENZA, tel. 0523/7951 L indice del consumo di suolo nella pianificazione urbanistica comunale piacentina. P.Lega Rapporto Interno n 16/03 Ottobre Premessa Il processo di urbanizzazione comporta sicuramente il maggior consumo e la maggior alterazione delle caratteristiche dei suoli: gli effetti negativi per l ambiente dovuti essenzialmente all impermeabilizzazione da asfaltatura e da edificazione sono molteplici ed evidenti; a parte la riduzione di terreno potenzialmente utilizzabile per altri scopi (es. agricoli, naturali, ecc.) e l alterazione degli ecosistemi naturali, si hanno modificazioni per quel che riguarda il processo di percolazione delle acque nel sottosuolo, fondamentale per l alimentazione delle falde acquifere. Un elevato consumo di suolo può inoltre intaccare parti di territorio altrimenti da preservare dai rischi idrogeologici (aree fluviali soggette a inondazioni, versanti a rischio) o da tutelare a fini ambientali (aree vulnerabili all'inquinamento, zone di pregio ecosistemico). Oltre all urbanizzazione, anche le attività produttiva e agricola determinano consumo di suolo, perlopiù dal punto di vista qualitativo: è infatti probabile che vengano modificate le caratteristiche chimico - fisiche dei terreni dovuti all introduzione di sostanze di sintesi usate nei processi produttivi o a sversamenti accidentali; infine anche l attività estrattiva può essere considerata in un certo senso un consumo di suolo, in quanto sottrae una parte di territorio alla sua vocazione naturale, e in particolare all interno di contesti di elevata delicatezza idrogeologica. Allo scopo di quantificare l occupazione del territorio da parte del processo di antropizzazione, si definisce un indicatore Consumo di suolo, dato dal rapporto tra la somma delle aree destinate ad usi residenziali, produttivi, commerciali, infrastrutturali, e l area totale del Comune o dell unità di territorio; l indicatore è espresso come percentuale. L indicatore è stato utilizzato in questi termini nella Valutazione Strategica del PTCP della Provincia di Milano (1), ma compare con altro nome anche in contesti diversi. Questo indicatore, seppur abbastanza generico, fornisce informazioni sulla quantità di suolo che viene sottratta alla sua vocazione naturale dall'urbanizzazione attuata e prevista. Con consumo di suolo si intendono quindi tutti quegli utilizzi a fini urbani (residenziali, produttivi, commerciali, infrastrutturali) della risorsa da parte dell uomo che ne determinano una riduzione di disponibilità quantitativa o qualitativa. Lo scopo di questo indicatore è una valutazione delle varie pressioni a cui è sottoposta la risorsa suolo, con la finalità dell attuazione di politiche che mirino ad uno sviluppo antropico che sia compatibile con il rispetto dell ambiente naturale, o comunque si prefigga il contenimento degli impatti negativi di urbanizzazioni diffuse o incontrollate. 2 - Materiali e metodi. Per il calcolo dell indicatore del consumo di suolo (ICS) è stata utilizzata la Base Informativa Urbanistica Sovracomunale (BUS), nella sua edizione del 2000 con aggiornamenti al 1999 (2). La BUS contiene i valori di superficie in m2 secondo le previsioni urbanistiche di tutti i PRG comunali della provincia di Piacenza vigenti al 1999 e riportati ad una unica legenda comune, il cui contenuto è riferito in fig. 9. L individuazione del territorio urbanizzato è stata eseguita sommando: 03_16.doc 1

2 Zone A (insediamenti storici): tutte; Zone B (insediamenti residenziali): tutte tranne BV (verde resid.); Zone C (espansioni residenziali): tutte; Zone D (insediamenti produttivi, commerciali, terziari): tutte; Zone E (attività agricola): solo EZ (zootec.); Zone F (servizi pubblici di interesse generale): tutte tranne FP (parchi); Zone G (servizi pubblici di interesse locale): tutte tranne GV (parchi); Zone H (servizi privati, impianti, militari): tutte tranne HV (attrezz. a verde); Zone M (viabilità): tutte; Zone T (zone di valore, tutela e rispetto): solo TS (storico testim., non zone A). Il calcolo dell indicatore fornisce i risultati riportati nella seguente tabella (fig. 1): Sup. Urb. Sup. Tot. ICS(%) Comune (Ha) (Ha) Agazzano Alseno Besenzone Bettola Bobbio Borgonovo Cadeo Calendasco Caminata Caorso Carpaneto Castellarquato Castel S. Giovanni Castelvetro Cerignale Coli Cortebrugnatella Cortemaggiore Farini Ferriere Fiorenzuola Gazzola Gossolengo Gragnano Gropparello Lugagnano Monticelli Morfasso Nibbiano Ottone Pecorara Piacenza Pianello Piozzano Podenzano Ponte dell'olio Pontenure Rivergaro Rottofreno S. Giorgio S. Pietro in Cerro Sarmato Travo Vernasca Vigolzone Villanova Zerba Ziano totale Fig. 1 Valori di superficie urbanizzata, superficie totale e ICS 03_16.doc 2

3 Occorre ricordare che l occupazione di suolo così calcolata riguarda non solo il suolo già edificato o comunque coperto, ma anche la previsione di copertura contenuta nello strumento urbanistico vigente. Si osserva che il valore medio provinciale dell indicatore è di 6.3%, con un campo di variabilità compreso tra 1.2% (Ottone) e 23.0% (Piacenza). La rappresentazione cartografica tematica dell indicatore è riportate nella fig. 2 seguente. Calendasco Rottofreno Sarmato Castel S. Giovanni Ziano Borgonovo Agazzano Gragnano Gossolengo Piacenza Podenzano Monticelli Castelvetro Caorso S. Pietro in Cerro Villanova Cortemaggiore Pontenure Cadeo Besenzone Caminata Pianello Nibbiano Caminata Piozzano Pecorara Travo Gazzola Fiorenzuola S. Giorgio Rivergaro Carpaneto Alseno Vigolzone Ponte dell'olio Castellarquato Bobbio Bettola Gropparello Lugagnano Vernasca Coli Morfasso Zerba Cortebrugnatella Farini Ottone Cerignale Ferriere Provincia di Piacenza Confini provinciali Indicatore ICS (%) % % % % % La dipendenza del valore dell indicatore dalla posizione orografica ed altitudinale del Comune è evidente: il consumo di suolo è sensibilmente più elevato nei Comuni di pianura e in particolare in quelli con i maggiori insediamenti residenziali e produttivi, e meno elevato nei Comuni di montagna; il valore medio dell ICS nelle 3 fasce altimetriche secondo la suddivisione convenzionale dell Istat è riportato nella fig. 3 seguente: 03_16.doc 3 Fig. 2 Fascia N ICS min (%) ICS max (%) ICS med (%) DST Pianura Collina Montagna Fig. 3 N di comuni per fascia altimetrica Istat, valori minimo, massimo, medio, deviazione standard dell ICS. Si vede infatti che il valore medio di consumo di suolo in pianura è pari mediamente al 9.2% del territorio comunale, ma oscilla tra il 23.0% di Piacenza e il 3.8% di Besenzone, con una alta

4 variabilità attorno alla media (dev. st. =4.8); tra i 20 comuni di collina (la fascia altimetrica più numerosa), il valore medio è del 6.1% del territorio comunale, prossimo alla media provinciale, con una oscillazione tra l 1.7% di Piozzano e l 11.5% di S. Giorgio, ed una deviazione standard più modesta; infine tra gli 11 comuni della fascia montana il consumo di suolo risulta in media solo del 2.2% del territorio comunale, con una oscillazione tra l 1.2% di Ottone e il 3.7% di Morfasso ed una variabilità ancora più bassa; il rapporto tra dev. st. e media (coefficiente di variazione) è infatti più elevato in pianura (0.52, massima variabilità) e più basso in montagna (0.36, minima variabilità). Allo scopo di evidenziare i comuni che hanno un maggiore consumo di suolo rispetto alla propria fascia altimetrica, sono stati individuati quelli che hanno un valore dell ICS superiore al valor medio della fascia, ottenendo la seguente carta tematica (fig. 4): Calendasco Rottofreno Sarmato Castel S. Giovanni Ziano Borgonovo Agazzano Gragnano Gossolengo Piacenza Podenzano Monticelli Castelvetro Caorso S. Pietro in Cerro Villanova Cortemaggiore Pontenure Cadeo Besenzone Caminata Pianello Nibbiano Caminata Piozzano Gazzola Rivergaro Vigolzone S. Giorgio Carpaneto Fiorenzuola Alseno Pecorara Travo Ponte dell'olio Castellarquato Gropparello Lugagnano Fascia altimetrica Pianura Collina Montagna Bobbio Coli Bettola Vernasca Morfasso Zerba Cortebrugnatella Farini Ottone Cerignale Ferriere Provincia di Piacenza Confini provinciali Zona altimetrica Pianura Collina Montagna Scarti ICS rispetto alla media della fascia Fig. 4 Nella fascia di pianura risultano superiori al rispettivo valor medio i Comuni di Rottofreno, Pontenure, Podenzano, Fiorenzuola e Piacenza; può essere utile a questo punto caratterizzare l occupazione di suolo dei comuni con ICS maggiore, nelle macro classi di destinazione urbanistica, al fine di individuare l origine del consumo di suolo ed ovviamente le direzioni di una possibile strategia pianificatoria di tutela; le macro classi sono individuate in fig. xx. Per i Comuni a maggior consumo della fascia di pianura dunque la ripartizione del consumo di suolo risulta la seguente: 03_16.doc 4

5 Comune Zone A Zone B Zone C Zone D Zone Zone F Zone G Zone H Zone Tot. e TS EZ non FP non GV non HV M Sarmato Rottofreno Pontenure Podenzano Fiorenzuola Piacenza Fig. 5 Ripartizione percentuale del consumo di suolo nelle 9 macro classi per i Comuni a maggior consumo della fascia di pianura. Tra i Comuni della fascia di pianura. si può così osservare che a Sarmato hanno un peso relativo più alto rispetto alla media le zone F (dove è stata classificata la centrale termoelettrica della Casella) e le zone B (residenziale esistente); a Rottofreno è evidente il maggior peso delle zone C (residenziale di espansione) rispetto agli altri comuni; a Pontenure e soprattutto a Fiorenzuola hanno un peso relativo elevato le zone A e TS (storiche e testimoniali); a Podenzano hanno un peso molto elevato le zone D (produttive); Piacenza si evidenzia per il peso relativo delle zone M (infrastrutture per la mobilità) e H (servizi tecnici). Nella fascia di collina risultano con ICS superiore al rispettivo valor medio i Comuni di Carpaneto, Ponte dell Olio, Borgonovo, Alseno, Vigolzone, Caminata, Rivergaro, Castel S. Giovanni e S. Giorgio; i pesi relativi delle 9 macroclassi sul consumo di suolo di questi comuni sono riportati nella tab. di seguito. Comune Zone A Zone B Zone C Zone D Zone Zone F Zone G Zone H Zone Tot. e TS EZ non FP non GV non HV M Carpaneto Ponte dell Olio Borgonovo Alseno Vigolzone Caminata Rivergaro Castel S. Giovanni S. Giorgio Fig. 6 Ripartizione percentuale del consumo di suolo nelle 9 macro classi per i Comuni a maggior consumo della fascia di Collina. Nell insieme dei Comuni di collina, si nota che Borgonovo e Alseno hanno le zone A e TS (storiche e testimoniali) e le zone C (espansione residenziale) con i pesi relativi più elevati rispetto alla media; Rivergaro ha le zone B (residenziale esistente) che occupano più della metà del suo consumo di suolo; lo stesso vale per Caminata che essendo scarsamente coperto di strutture, ha un consumo di suolo quasi esclusivamente occupato dalla residenza esistente e dalle strade; a Castel S. Giovanni risulta molto evidente il peso che hanno le zone F (scuole, ospedale, parco) e a S. Giorgio quasi la metà del consumo di suolo è attuato dalle zone H (in questo caso militare). Nella fascia di montagna risultano con ICS superiore al rispettivo valor medio i Comuni di Ferriere, Zerba, Bobbio e Morfasso; i pesi relativi delle 9 macroclassi sul consumo di suolo di questi comuni sono riportati nella tab. di seguito. Comune Zone A Zone B Zone C Zone D Zone Zone F Zone G Zone H Zone M Tot. e TS EZ non FP non GV non HV Ferriere Zerba Bobbio Morfasso Fig. 7 Ripartizione percentuale del consumo di suolo nelle 9 macro classi per i Comuni a maggior consumo della fascia di montagna. 03_16.doc 5

6 Rispetto ai Comuni della fascia, il peso delle zone A e TS (storiche e testimoniali) risulta più evidente a Bobbio, mentre a Ferriere e soprattutto a Morfasso hanno maggiore rilievo nel consumo di suolo le zone B (residenziali esistenti); il Comune di Zerba mostra un inaspettato rilevante peso relativo delle zone C (espansione residenziale) nel proprio consumo di suolo. In generale in questa fascia montana, anche per i Comuni a maggiore consumo di suolo, le zone D (produttive) hanno un peso relativo marginale, mentre hanno un peso relativo molto più elevato della media del resto del territorio le zone M (viabilità). I valori medi dell ICS per fascia altimetrica non cambiano significativamente se si considera la suddivisione del territorio provinciale non secondo la suddivisione Istat dei Comuni, bensì secondo la suddivisione territoriale prevista dal PTCP: pianura, sistema della collina e montagna comprensiva del sistema dei crinali, così come descritti nelle NTA all art. 8 e in Tav. A1. Il ricalcolo dei rapporti tra aree urbanizzate e area totale secondo questa ripartizione conduce ai seguenti valori: Fascia altimetrica Pianura Collina Montagna Fascia altim. PTCP ICS (%) Pianura 10.7 Collina 5.1 Montagna 2.4 Fig. 8 Ripartizione altimetrica territoriale secondo PTCP e relativi valori medi dell ICS. Come si può notare, questa nuova ripartizione include nella fascia di pianura gran parte dei territori urbanizzati di Castel S. Giovanni, Borgonovo, Rivergaro, S. Giorgio, Carpaneto, Alseno, e pertanto l ICS della pianura risulta leggermente più elevato di quello calcolato secondo la suddivisione Istat; la fascia di collina viceversa risulta più ristretta rispetto alla suddivisione Istat, avendo ceduto alla pianura ampie porzioni di territorio prevalentemente urbanizzato dei Comuni già citati, e pertanto il suo ICS medio risulta leggermente più basso di quello calcolato secondo la suddivisione Istat. Infine, la fascia di montagna risulta complessivamente più estesa in quanto comprende parte del territorio di alcuni Comuni di collina secondo Istat (Pianello, Piozzano, Travo, Gropparello, Lugagnano, Vernasca), che però presenta mediamente un modesto consumo di suolo: di conseguenza il valor medio dell ICS risulta sostanzialmente invariato. 3 L uso reale del suolo. Può infine essere interessante confrontare i valori dell indicatore ICS calcolati sulla base delle destinazioni urbanistiche dei PRG in vigore al 1999, con quelli calcolati sulla base delle superfici cartografate nella carta dell Uso Reale del Suolo della Regione Emilia Romagna in scala 1:25.000, 2 edizione 1998, elaborata sulla base delle riprese aerofotografiche del volo Italia 1994 (3). La carta presenta pertanto una fotografia della situazione reale dell uso del suolo nel 1994 e potrebbe fornire valori sottostimati, sia a causa dei fattori di scala, sia a causa dei cambiamenti intercorsi tra il 94 e il 99. La superficie urbanizzata nella carta dell URS può essere ricompresa dalle classi: I = Zone urbanizzate; Zi = Zone industriali; Zf = Reti ferroviarie e stradali. 03_16.doc 6

7 La somma delle superfici censite in queste 3 classi dà 8096 Ha su una superficie totale provinciale di circa Ha, pari quindi al 3.1%: questo è pertanto il valore medio provinciale dell indicatore ICS sui dati reali di urbanizzazione osservati nel 1994; i valori comunali sono ovviamente molto dispersi, ed oscillano da un valore minimo di 0.2% di Piozzano e Cerignale, ad un massimo di 15.7% di Piacenza. Il valore medio di ICS calcolato sui dati osservati al 94 (molto probabilmente sottostimato rispetto alla situazione di fatto al 99) risulta dunque pari alla metà dell ICS calcolato sulla base delle previsioni urbanistiche; è verosimile supporre che la differenza sia dovuta (oltre che agli errori di sottostima e all assenza di sincronia) alle edificazioni previste e non ancora realizzate (completamenti, espansioni) nei PRG comunali al Anche le differenze tra i 2 valori percentuali dell ICS (1994 sull uso reale, e 1999 sui PRG) sono significativamente disperse: si va infatti da differenze comprese tra 0.5 e 1% del territorio comunale per Coli, Farini, Nibbiano, Ottone e Pecorara, fino a valori superiori al 7-8% dei rispettivi territori comunali per S. Giorgio (8.8%), Podenzano (8.4%), Piacenza (7.3%), Fiorenzuola (7.4%): per questi ultimi, pur utilizzando i dati per un giudizio essenzialmente qualitativo, le differenze possono essere effettivamente il sintomo di una forte propensione all espansione urbana e al conseguente consumo di suolo. 4 Bibliografia. (1) Baldizzone G., Montemurri V., Panzini M., La Valutazione Strategica del PTCP., Provincia di Milano, Ed. Franco Angeli, (2) BUS, Base Urbanistica Sovracomunale, vers. 1.0, Amministrazione Provinciale di Piacenza, Servizio Programm. Terr.e Urb., (3) Carta dell Uso Reale del Suolo 1:25000, Regione Emilia Romagna, 1998, 03_16.doc 7

8 Legenda: Cod Destinazione A Zone storiche culturali consolidate B Zone edificate a prevalente destinazione residenziale BV Zone a verde residenziale CC Zone per nuovi insediamenti residenziali CD Zone per nuovi insediamenti residenziali produttivi CM Zone per nuovi insediamenti residenziali misti CR Zone turistico residenziali CT Zone per nuovi insediamenti residenziali terziari D Zone per insediamenti produttivi DA Zone artigianali DB Zone industriali artigianali DC Zone produttive residenziali DD Zone commerciali e distributive DE Zone per attività estrattive DH Zone per attrezzature ricettive DI Zone industriali DK Zone turistico temporanee e/o all'aperto DM Zone per attività minerarie DP Zone produttive miste in area portuale DS Zone sanitarie, sociali o termali private DT Zone terziarie e direzionali DV Zone tecnico distributive (logistica e servizi alle imprese) DX Zone turistico ricreative sportive DZ Zone produttive terziarie (miste) D3 Zone per insediamenti direzionali e terziari D4 Zone per insediamenti turistico ricreativi e ricettivi EI Zone per attività colturale intensiva EN Zone agricole normali ER Zone agricole di rispetto all'abitato ES Zone agricole speciali EZ Zone per attività zootecnica intensiva F Zone per attrezzature pubbliche di interesse generale FI Zone per istruzione superiore all'obbligo, pubbliche FO Zone per strutture sanitarie ospedaliere pubbliche FP Zone pubbliche per parchi e attrezzature sportive urbane e territoriali G Zone per servizi pubblici di quartiere GC Zone per attrezzature pubbliche di interesse comune per servizi religiosi GI Zone pubbliche per istruzione dell'obbligo, asili nido, scuole materne GP Zone per parcheggi pubblici GV Zone per spazi pubblici attrezzati a aparco, gioco e sport HC Zone cimiteriali HD Zone per approvvigionamento e distribuzione reti tecnologiche (gas, acqua, energia) HI Zone per istruzione superiore privata HM Zone militari HO Zone per istruzione dell'obbligo, asili nido, scuole materne private HR Zone per smaltimento rifiuti o discariche HT Zone per attrezzature per le telecomunicazioni HU Zone universitarie HV Zone per attrezzature a verde MA Zone destinate a impianti aeroportuali MB Zone destinate a banchine portuali MF Zone destinate a impianti ferroviari MI Zone destinate a impianti idroviari MM Zone destinate alla intermodalità MT Zone per attrezzature per il trasporto pubblico su gomma MV Zone destinate alla viabilità e circolazione T Zone di tutela TA Zone archeologiche 03_16.doc 8

9 TB Zone boscate o destinate a rimboschimento TC Zone di tutela dei corsi d'acqua TF Zone di dissesto o predisposte TH Zone di rispetto agli impianti TI Zone di difesa idrogeologica TM Zone di rispetto alle infrastrutture della mobilità TN Zone di valore ambientale e paesistico TP Zone paleontologiche TR Zone protette, emergenze naturali, parchi, riserve ed oasi TS Zone di tutela di valori storico testimoniali (non Zone A) TU Zone di interesse geomorfologico TW Zone di tutela usi civici TZ Zone di difficile deflusso o esondabili Fig 9 Legenda dei codici di destinazione urbanistica. 03_16.doc 9

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