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PLATONE La filosofia platonica ripropone, nei suoi vari momenti, un motivo ricorrente: la contrapposizione fra l idea soprasensibile, eterna e immutabile, e la realtà empirica in divenire. Di fronte a questa separatezza, il compito del filosofo è quello di cogliere in ogni ambito il punto di mediazione fra i due piani. Nella riflessione platonica l uomo occupa a questo riguardo, una posizione privilegiata grazie alla natura dell anima, che viene considerata dal filosofo il punto di mediazione fra ideale e realtà. Nell uomo si svolge infatti, a opera dell educazione e dell eros, lo stesso processo di avvicinamento all ideale che Platone, nella sua cosmologia, attribuisce al demiurgo. Lessico: Anamnesi(reminiscenza): E l atto di ricordare conoscenze passate richiamate da somiglianze viste nel presente. Presuppone all immortalità dell anima e alla reincarnazione. Cercare ed apprendere non sono altro che ricordare. Demiurgo:l artigiano che ha creato l universo. Lo governa o muovendolo direttamente o abbandonandolo al suo corso. Dianoia: Il pensiero o l intelletto, inteso come pensiero o discorso razionale Idea:Forma o aspetto distintivo delle cose colto dalla sola ragione. E la nozione comune o generale si può fare rientrare il molteplice empirico. Mimesi(imitazione): La produzione naturale od artificiale corrispondente ad un modello. Rapporto fra cose sensibili con le idee. Immaginazione: primo grado dell opinione, basandosi sulla conoscenza, sulle immagini riflessi delle cose anziché su di esse. Iperuranio:E una metafora per il mondo delle idee, una quarta dimensione ove queste si trovano.noesi: E un sinonimo di dialettica: quando si parte da un postulato si risale al suo principio ipotetico e quindi alla conclusione. Doxa:E l opinione, che può essere sia vera che falsa. Non porta alla verità.

La genesi esistenziale e il rapporto con Socrate La filosofia platonica tende a contrapporre un piano ideale del bene e della giustizia(i valori) a quello della realtà dei fatti tangibili, illusori ed apparenti. L inizio del dualismo platonico inizia quando Socrate viene condannato, ed il giovane Platone viene così scosso dai fatti da lasciare la città. Le speranze per un risveglio della politica nella città ateniese vengono deluse e perciò il giovane lascia le proprie aspirazione non volendo corrompersi al potere. I dialoghi Platone segna un confine fra i suoi predecessori che non avevano lasciato traccia i documenti scritti e quelli venuti dopo di lui che prendendo spunto da lui lasceranno tracce scritte abbondanti. Platone scrive trentasei dialoghi dei quali in maggior parte il protagonista è Socrate. Sono tre le principali parti del dialogo platonico: La confutazione: Sono domande poste per mettere in crisi la tesi La ricerca della definizione: Ricercare l elemento comune alla molteplicità dei casi L omologhia ciò il consenso sulla verità inteso come confronto. Viene inoltre ricomposto il nesso fra linguaggio ed idee e dunque il linguaggio diventa un modo per conoscere le cose. Il mito Il mito non è altro che un espediente per raccontare verosimilmente un concetto e farlo capire. Esprime la possibilità di cogliere non solo in forma concettuale ma anche come figura simbolo. Il contrasto fra sritti e orali Platone nella settima lettera denuncia l incapacità degli scritti di dare una vera conoscenza. I libri infatti si prestano a fraintendimenti ai quali non può difendersi. Inoltre afferma che solo in dialogo orale da la vera conoscenza.le due teorie sostengono una che Platone non avrebbe scritto tutto ciò che pensava ma che buona parte restasse interna all accademia. Altra teoria è quella che Platone grazie alla sua forma dialogica volesse tirare fuori i suoi scritti da questa critica. Il corpus degli scritti Possiamo dire di avere tutto il corpus degli scritti di Platone che comprende 36 dialoghi e 16 lettere. Per stabilire la datazione di alcuni dialoghi si usano riferimenti storici, contenuti, stile. Si possono distinguere così questi in tre gruppi: Giovanili,Maturità,Vecchiaia

Idee e conoscenza Platone critica i sofisti per la loro concezione relativistica ed afferma che esistono due livelli di conoscenza: la doxa e l epistene. La teoria platonica della reminiscenza afferma che i sensi servono all uomo per ricordare la forma originaria della cosa (eidos). La mente non deve subordinarsi ai sensi ma bensì deve usarli per ricordare la verità. La teoria della conoscenza afferma divede la conoscenza in quattor parti: Conoscenza sensibile:-immaginazione(eikasia): chi scambia le ombre per realtà -credenza(pistis):chi non scambia più fra cose ed immagini Scienza: -pensiero discorsivo(dianoia): è quel ragionamento che parte da esempi ed arriva alla cosa con razionalità -intellezione(noesis): La visione intuiva delle idee. Idee e cose Le idee sono unità puramente sensibili che l uomo conosce solo una conversione dall esterno all interno. Il mondo reale appare in confronto a quello delle idee parziale o addirittura difettoso. Platone immagina che un tempo l anima fosse dotata di ali e che fosse in grado di vedere le idee. Per una colpa sconosciuta viene imprigionata nel corpo e solo con con il sapere e l uso dell intelligenza può elevarsi a conoscere le anime. Le idee sono essenze che sussistono in se indipendentemente dalle cose. Le idee sono modelli del mondo sensibile e la conoscenza sensibile ci rivela la presenza delle idee. Senza i sensi non sapremmo dell esistenza della cosa. La scienza dialettica Per Platone esistono fondamentalmente due relazioni fra idee e cose: la metessi(partecipazione) che sostiene che ogni cosa partecipa alla formulazione dell idea, mentre la mimesis cioè che ogni cosa imita l idea. La teoria della partecipazione è smentita nel Parmenide col fatto che una cosa unitaria dovrebbe essere presente in più parti. L altra teoria viene confutata affermando che si potrebbero postulare infiniti archetipi per ogni idea (teoria del terzo uomo).

L anima e l uomo L uomo è una sintesi di anima(psiché)e corpo(soma). Platone sostiene l immortalità dell anima e ne da tre prove: Nella prima, postulando chele cose si generano dal loro contrario, afferma che la vita deriva dalla morte e viceversa. E dunque l anima conserva le conoscenze(reminiscenza). -La seconda sul fatto che l anima è in grado di conoscere le cose immutabili ed eterne, e perciò deve avere una natura a loro affine. Inoltre il corpo appare la parte visibile mentre l anima quella invisibile,e dunque l anima acquista una connotazione quasi divina; tra l altro l anima comanda il corpo e dunque sembra essere su un livello a lui superiore, immortale. L obiezione di scimmia e che questo potrebbe valere anche per lo strumento e l armonia: quando si rompe lo strumento cessa anche l armonia. Cebete invece afferma che l anima potrebbe benissimo reincarnarsi per un certo numero di volte, ma potrebbe ad un certo punto morire con l ultimo corpo. Dunque l anima preesiste ma non è eterna. Platone confuta queste dimostrazioni affermando che: L anima non può essere armonia perché l anima comanda il corpo mentre l armonia dipende dal corpo. -La terza prova sussti nell affermare che l anima dà vita al corpo e dunque, essendo la vita opposto della morte, questa non può morire. Il risultato è che: l anima è il principio di vita per se stessa e per il corpo, l anima è il soggetto della conoscenza e conosce veramente. Il corpo inoltre è il carcere ove è stata riposta l anima per espiare un peccato. L anima tramite la conoscenza deve espiare il peccato e staccarsi da corpo. Le tre parti dell anima Secondo Platone l anima di ogni uomo è divisa in tre parti: concupiscibile, razionale, volitiva (sentimento, conoscenza, volontà). L anima per i greci(psychè) è il soffio vitale, connesso al corpo. Mentre nelle religioni orfiche questa è destinata a trasmigrare da un corpo all altro (metempsicosi). Platone funge da sintesi di questi due concetti: unisce al fatto della transustanziazione delle anime quella dell anima come base per la vita del corpo. Questa filosofia è gia presente fra i fenici.

Lo stato ideale Se i filosofi non governeranno le città o i re o i governanti non coltiveranno la filosofia, se il potere politico e la filosofia non coincideranno nelle stesse persone, o se la moltitudine di quelli che ora si applicano esclusivamente all una o all altra non sarà col massimo rigore impedita di farlo, è impossibile che cessino i mali. Lo scopo di questa comunità è la giustizia. Infatti contrapponendosi ai sofisti, Platone afferma che la giustizia è la condizione per la creazione di uno stato. Lo stato deve essere costituito da tre classi: governanti, guerrieri, contadini. Alla prima classe è attribuita la saggezza, alla seconda il coraggio, alla terza la temperanza. Infatti lo stato ha bisogno di molteplici cittadini ed è giusto che ognuno venga assegnat a questi secondo una logica di attitudini.solo così lo stato sarà unico e non molteplice. La suddivisione avverrà a seconda della quantità di ogni caratteristica presente nell anima. Nel singolo uomo ci sarà giustizia solo quando farà la propria funzione. Di conseguenza ci sarà giustizia anche nello stato. Inoltre lo stato non farà distinzione fra i figli di governanti o operai, ma saranno sempre tenute in considerazione le parti dell anima. Anche se è bene ricordare che lo stesso Platone afferma che di regola i figli assomigliano i padri e dunque gli scambi di classe sono difficili. Il comunismo platonico porta all abolizione della proprietà privata e alla comunanza dei beni fra le classi superiori, affinché si concentrino sulla gestione della cosa pubblica.analogamente non ci saranno ne mogli ne figli propri e tutto sarà in comune. I criteri di accoppiamento risponderanno a precisi bisogni eugenetici. Inoltre i filosofi non devono trarre alcun beneficio dalla gestione politica, anzi non devono possedere alcun bene. La loro felicità deve derivare dalla gestione dei beni.

TESTI Il problema socratico della definizione (Eutifrone) Socrate discute con Eutifronte sul fatto che egli abbia denunciato il padre reo di aver commesso un omicidio. I due cercano di trovare una definizione di virtù. Il nodo cruciale è la ricerca di una definizione universale distaccata da esempi pratici. Socrate è come un sileno(simposio) E il brano in cui Alcibiade narra le doti e le qualità eccelse del suo maestro. Conoscenza e senzazione(teeteto) Socrate in questo dialogo dimostra che noi non percepiamo con gli organi di senso, ma mediante questi, che sono solo un mezzo e non sede della conoscenza. Inoltre qui si afferma la presenza di un anima diversa dal corpo,ed anche all idealizzazione dei concetti. La senzazione è cio che percepiamo dai sensi, mentre la conoscenza è toccare l essenza delle cose. Conoscere è ricordare(menone) Menone metten in dubbio la reminiscenza, affermando che non è possibile cercare ciò che non si sa. Socrate smonta la tesi dimostrando che anche coloro che non sono dotti riescono a dimostrare teorie (ex. Schiavo). L allegoria della caverna (repubblica) Platone immagina che degli uomini costretti a passare la loro vita a guardare delle ombre passare anzi a loro, fossero liberati e che potessero uscire e vedere le cose reali. A primo acchito ne resterebbero abbagliati, ma poi si gioverebbero della nuova visione. Bisogna paragonare tutto cio al mondo reale. Infatti il lume della caverna non è altro che il sole, e la caverna il mondo conoscibile. Inoltre aggiunge che il riso che viene rivolto a chi riesce a scorgere la verità non deve toccare chi conosce la verità, anzi muoverlo a compassione e cercare di liberare gli altri uomini dall ignoranza. Il sole esterno è l idea del bene che da alle idee unità (giustizia).