La popolazione della provincia di Lucca dal 1991 al Previsioni di base

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La popolazione della provincia di Lucca dal 1991 al 2011 - Previsioni di base 1

La popolazione della provincia di Lucca dal 1991 al 2011 - Previsioni di base 1 Centro Statistica Aziendale - Firenze 1 Introduzione: Previsioni demografiche Prevedere che cosa avverrà in futuro è il fine più ambito in quasi tutti i campi di studio e di ricerca. Su questo versante gli studiosi sono sempre attivi ed è sempre acceso l'interesse collettivo. E' così anche per la demografia alla quale si chiede, oltre che descrivere e interpretare i fenomeni del passato, anche di prevedere quelli futuri. Data la relativa gradualità con cui i fenomeni demografici mutano nel tempo, per questa disciplina è possibile realizzare previsioni per periodi lunghi anche fino a venti o trent'anni. Tuttavia la questione non è così semplice come può superficialmente apparire. In primo luogo, affinché le previsioni demografiche possano essere di una certa utilità, non devono limitarsi a valutare soltanto il numero totale di abitanti in una certa area in un dato momento. Si richiede un dettaglio ben più elevato sia nella composizione della popolazione (per età, sesso, famiglie, stato civile ecc.) sia nell'ambito territoriale di riferimento, che deve essere più circoscritto possibile, come (in questo caso) il comune. Talvolta sono richieste, non solo le previsioni di base, ma anche le cd. previsioni "derivate" 2, vale a dire, ad esempio, quante persone frequenteranno corsi scolastici nei vari ordini, o quanti presumibilmente avranno bisogno di assistenza medica. Le previsioni derivate presentano difficoltà ulteriori dovute alla previsione della probabilità che individui, in una certa data futura, di un certo sesso ed età si comportino in un determinato modo (vadano a scuola, si ammalino ecc.). E' superfluo ricordare che la combinazione del dettaglio territoriale con la ricchezza dell'informazione e l'allungamento della scala temporale comporta un maggior rischio di errore. In statistica, per tener conto dell'eventuale errore della stima rispetto al dato "vero", di solito si fornisce un "intervallo di confidenza" associato ad una certa probabilità, dicendo, ad 1 Redazione del rapporto a cura di Donatella Cicali. Paragrafo 2 a cura di Gustavo De Santis. 2 Oltre alle previsioni di base il CSA ha realizzato delle previsioni derivate fino al 2011 relative ai nuclei familiari, alla popolazione attiva, alla popolazione per grado di istruzione e alla popolazione in stato di salute non buono. 2

esempio, che con il 95% di probabilità il valore sarà compreso nell'intervallo x della stima realizzata. In demografia, questa via non viene normalmente seguita, sia a causa delle troppe serie di variabili di cui si dovrebbe indicare il relativo intervallo di confidenza (troppo oneroso anche per i lettori), sia perché le previsioni demografiche non sono generalmente costruite sulla base di un modello formalizzato, in grado di "spiegare" il futuro corso degli eventi. L'alternativa comunemente seguita è quella di costruire "scenari" in relazione alle ipotesi poste sui comportamenti fecondi, di mortalità (i meno soggetti a brusche variazioni) e migratorietà. 2. Previsioni demografiche comunali in Toscana: aspetti tecnici Predisporre previsioni demografiche a livello comunale (con possibilità di riaggregazione dei risultati a vari livelli superiori) costituisce un progetto di difficile realizzazione, che deve contemperare due esigenze contrapposte: da una parte quella dell elasticità, dall altra quella della semplicità di gestione delle previsioni stesse. Da una parte, infatti, la variabile chiave su cui occorre agire nella preparazione di previsioni demografiche sono i cosiddetti comportamenti, ovvero le caratteristiche di intensità3 e cadenza4 della fecondità, della migratorietà, della mortalità e della nuzialità. In una previsione relativa ai singoli comuni della Toscana, occorrerebbe poter controllare tutti questi comportamenti per 287 volte (una per ogni comune), creando quindi una situazione molto difficile da gestire, sia sul piano pratico che su quello concettuale. Sul piano pratico per l eccessiva onerosità dei dati, ad esempio in fase di input; sul piano pratico concettuale per l esigenza di formulare ipotesi sensate per ogni singolo comune, le conoscenze sul quale non sono però spesso sufficienti a questo fine. Una possibile soluzione al problema è quella di imporre a ogni singolo comune gli stessi comportamenti regionali (cioè la stessa mortalità, la stessa fecondità, ecc.), ma questa strada non appare praticabile, per almeno due ordini di ragioni. In primo luogo perché è facile verificare 3 Ovvero, il numero di eventi a testa nell arco dell intera vita, nell ipotesi di assenza di eventi perturbatori. Ad esempio, nel caso della fecondità, la misura dell intensità è il TFT, o tasso di fecondità totale, che fornisce il numero totale di figli per donna nell arco dell intera vita riproduttiva, nell ipotesi che le donne non muoiano e non emigrino prima dei 50 anni. 4 Ovvero la distribuzione per età dei fenomeni, benché, in pratica, la cadenza si sintetizza quasi sempre in un età media. Ad esempio, per quanto riguarda la fecondità, si considera come principale indicatore sintetico di cadenza l età media delle madri al parto, sempre nell ipotesi di assenza di eventi perturbatori, di cui si è detto nella nota precedente. 3

che questa ipotesi non rispecchia sufficientemente bene la realtà: ad esempio, il numero dei nati previsto comune per comune imponendo gli stessi tassi di fecondità a tutte le donne toscane, anche se corretto in media per l intera regione, si mostrerebbe però errato in (quasi) tutti i singoli comuni, ora per eccesso ora per difetto, con scostamenti talvolta notevoli. La seconda ragione, legata alla prima, è che questo modo di procedere sarebbe in contraddizione con lo stesso spirito del lavoro qui proposto: si tratterebbe, in effetti, in questo caso, non di una vera previsione comunale, ma di poco più di una previsione regionale, con redistribuzione proporzionale degli effetti (nati, morti, ecc.) tra i vari comuni. Qui, al contrario, si vuole essere in grado di seguire, con un certo grado di dettaglio, l evoluzione demografica dei diversi comuni che è legata, tra l altro alla loro specificità anche in termini di comportamenti sin qui osservati. Per queste due ragioni, in questo lavoro si è scelta una strada diversa: per ognuno dei comportamenti in gioco (migratorietà, fecondità. ecc.) si è innanzi tutto osservato il valore medio regionale nell ultimo periodo in esame (concretamente, il quinquenio 1992-96), e si è in un primo tempo formulata l ipotesi di comodo che questi comportamenti fossero uguali in tutti i comuni della Toscana. Come si è già detto, questa ipotesi, conduce però a errori nella stima del numero di nascite, decessi, saldo migratorio e matrimoni del quinquennio per ogni comune: gli eventi stimati risulteranno talvolta maggiori e talvolta minori del vero numero di eventi registrati in quel comune5. Questi errori, tuttavia, rivelano non deficienze di calcoli, ma falsità di ipotesi: se è falso che i comuni sono tutti uguali tra di loro, e tutti uguali al tipico comune toscano, è vero allora il contrario: che i comuni hanno una loro specificità, la quale può essere rilevata e misurata proprio dagli scostamenti tra i dati osservati (specifici) e i dati ipotizzati in caso di omogeneità. Il secondo passo della strategia di stima tiene appunto conto di questa indicazione: ogni comune si ipotizza essere caratterizzato da un comportamento che riflette in parte la media toscana, e in parte la specificità sua propria, individuata nel modo che si è sopra descritto. Questo vale per quanto riguarda il periodo già osservato, ossia il quinquennio 1992-96. Per il futuro, coerentemente, il set di previsioni agisce essenzialmente su due parametri di controllo per ogni comportamento: il valor medio regionale e il grado di convergenza dei comportamenti comunali verso la media regionale. Ad esempio, per quanto riguarda la fecondità, si possono prevedere, separatamente, sia il numero medio di figli per la tipica donna toscana nei prossimi anni (in questo caso, fino al 2011), sia il fatto che, nel loro insieme, i comuni toscani tendano 5 Come si detto, però, nell insieme, per costruzione, il numero di eventi stimati per tutta la Toscana coincide con il numero osservato. 4

verso una certa omogeneità (convergenza verso i valori medi regionali), verso una maggior eterogeneità (ulteriore allontanamento dai valori medi regionali), oppure, infine, tendano a mantenere anche in futuro la stessa posizione relativa (rispetto alla media toscana) che hanno mostrato nel quinquennio 1992-96. Le previsioni demografiche qui presentate utilizzano i dati del censimento del 1991 come punto di partenza, e il quinquennio come unità temporale elementare. In altre parole questo significa che, per quanto riguarda l età delle persone, si ragiona sempre in termini di classi quinquennali di età (0-4, 5-9,...; 75-79; 80+)6. Per quanto riguarda invece il tempo di calendario, conviene distinguere i dati di stock dai dati di flusso. Per i primi, si hanno previsioni della popolazione totale, per sesso e per classi quinquennali di età, al 31 dicembre degli anni 1996, 2001, 2006 e 2011. Per i secondi invece (dati di flusso), si hanno previsioni del numero di nati, morti, matrimoni e migrati netti (saldo migratorio) per i quinquenni 1992-96; 1997-2001; 2002-06; 2007-117. Per quanto riguarda la tecnica delle previsioni demografiche vera e propria, quella che si è qui seguita non si discosta dagli standard classici, riportati con un certo grado di dettaglio in tutti i principali manuali di demografia8, ai quali si rimanda per eventuali necessità di approfondimento. Di essa si forniranno comunque qui di seguito i tratti essenziali. Si è utilizzata la tecnica della previsione per componenti (o analitica), contrapposta alle previsioni di tipo sintetico. In breve, si è proceduto in modo da poter prevedere non solo l ammontare totale della popolazione, ma anche ciascuna della sue parti elementari, ovvero la sua composizione per sesso e per classi quinquennali di età. Per capire come funzioni il procedimento, conviene considerare inizialmente un solo aggregato territoriale (che potrebbe essere, per esempio, il complesso della Toscana), e far riferimento al diagramma di Lexis9 della figura 1. 6 Le età sono indicate in anni compiuti. Ad esempio, le persone di 0-4 anni sono quelle fino al 5 compleanno (escluso); quelle di 80+ anni sono le persone che hanno già festeggiato, in un qualunque momento precedente, il loro 80 compleanno. 7 In realtà, il programma è flessibile, e consente di considerare un diverso punto di partenza (ad esempio, il 1 gennaio del 1998), e di ripartire poi da quel punto con le previsioni, ma sempre con passo pari a 5 anni. 8 Qui, in particolare, si è fatto riferimento al manuale di Massimo Livi Bacci, Introduzione alla demografia, Torino, Loescher, 1991. 9 Nel diagramma di Lexis (così chiamato dal nome di uno dei suoi ideatori, un demografo tedesco del secolo scorso), in generale, le linee rappresentano individui e le aree rappresentano eventi. Graficamente, l unità di misura è il tempo (e non il numero di individui o eventi osservati). Sulle ascisse si trova il tempo di calendario, sulle ordinate, invece, l età degli individui. 5

Fig. 1. Rappresentazione sul diagramma di Lexis delle variabili necessarie per una previsione demografica 75-79 70-74. C Età B A 5-9 D 0-4 1991 1996 Tempo In un diagramma di Lexis sono rappresentati sulle ascisse il tempo e sulle ordinate le età degli individui. Se si usa la stessa unità di misura, tutta la figura appare come una scacchiera regolare: la particolarità è che la vita degli individui e delle generazioni è rappresentata da una freccia diagonale, che punta verso destra (man mano che il tempo passa) e verso l alto (man mano che la popolazione invecchia). Per procedere è necessario in primo luogo che siano note le condizioni di partenza, e cioè le caratteristiche della popolazione al 1991 (distribuzione per sesso e per età). In secondo luogo, occorre stimare, per ognuno dei gruppi elementari al 1991 (ovvero la popolazione per sesso e classe quinquennale di età), il numero dei decessi e dei migranti netti (v. oltre). Ad esempio, consideriamo le bambine di 0-4 anni al 1991 (segmento AB), che, per tutta la Toscana, sono 63.149: queste sono le bambine da cui si origina la maggior parte delle 65.160 bambine di 5-9 anni previste al 1996 (segmento BD). Le 63 mila bambine iniziali, infatti, nel corso del quinquennio 1992-96, tendono a ridursi per effetto della mortalità (che si prevede mieta 52 vittime tra questo gruppo di bambine), e, inoltre, tendono a variare per effetto della migratorietà. In generale, i movimenti migratori possono portare ad afflussi o a deflussi netti di popolazione nelle varie età: in questo caso, nel quinquennio 1992-96 si sono previsti afflussi netti pari a 2.063 bambine di questa classe di età. Nel diagramma di Lexis della fig. 1, sia i 52 decessi che le 2.063 immigrazioni nette sono rappresentati nel parallelogramma ABCD. In definitiva, le bambine di 5-9 anni al 1996 risultano dalla somma algebrica: 6

63.149-52 + 2.063= 65.160 Se questo sistema di organizzare i dati consente di capire come si ragiona dal punto di vista tecnico, più complesso è, ovviamente, prevedere quanti saranno sia i decessi sia le immigrazioni nette in ogni classe di età. Per rispondere a questa domanda si possono seguire più strade: in questo lavoro si è optato per la seguente. Per ogni possibile fenomeno demografico (mortalità, migratorietà, nuzialità e fecondità) si è prima di tutto selezionata una famiglia di curve modello atte a rappresentare i vari fenomeni per età. Ad esempio, nel grafico 1 sono rappresentate diverse curve di sopravvivenza, appartenenti tutte a una medesima famiglie e tutte atte a rappresentare la mortalità per i maschi in Toscana, sia pure in periodi diversi. Sono rappresentate sia la curva standard, usata come base di riferimento, sia le altre, ottenute modificando opportunamente la curva base. Graf. 1. Curve di sopravvivenza previste in Toscana per la popolazione maschile, da 1991 al 2011 Standard 100,0% 1992 1997 Sopravviventi 80,0% 60,0% 40,0% 20,0% Curve dei sopravviventi, maschi, Toscana 2002 2007 0,0% 0-4 10-14 20-24 30-34 40-44 50-54 60-64 70-74 80-84 90-94 100-104 110+ Età Numericamente, queste ipotesi si traducono nei valori sintetici mostrati nella tabella 1 10. 10 Nella tab. 1, e 0 indica la speranza di vita alla nascita; sm il saldo migratorio (medio annuo nel quinquennio, per mille abitanti); TFT, come già detto, il tasso di fecondità totale, o numero di figli per donna e TNT il tasso di nuzialità totale, o numero di matrimoni per donna (nell arco della vita, e in assenza di eventi perturbatori). 7

Tab. 1. Ipotesi di previsione adottate Periodo e 0 (1) sm (.000) (2) TFT (3) TNT (4) dal al Maschi Femmine M/F Femmine Femmine 1992 1996 75,9 82,4 4,0 1,04 0,67 1997 2001 76,3 82,9 4,2 1,20 0,70 2002 2006 76,9 83,5 4,2 1,40 0,75 2007 2011 77,5 84,0 4,1 1,60 0,80 1) Speranza di vita alla nascita, o durata media della vita, 2) Tasso del saldo migratorio, ovvero immigrati netti per mille abitanti, 3) Tasso di fecondità totale, o numero medio di figli per donna, 4) Tasso di nuzialità totale, o numero medio di matrimoni per donna. Per la sopravvivenza maschile, ad esempio, si è previsto nel quinquennio 1992-96, un valore pari a 75,9 anni di durata media della vita, progressivamente in aumento fino a raggiungere i 77,5 anni nel quinquennio 2007-2011. Si tratta di un aumento pari a 1,6 anni nel corso di 15 anni che appare forse fin troppo prudente rispetto all evoluzione recente del fenomeno (la durata media della vita si è in realtà allungata di oltre 2 anni ogni 10 anni solari nel corso dell ultimo secolo), ma che è coerente con l idea, oggi diffusa, che i progressi nella lotta alla mortalità debbano prima o poi scontrarsi con ostacoli sempre maggiori, legati, ad esempio, alle caratteristiche biologiche della specie umana, alla possibile crescita dell inquinamento, alle possibili minori cure per gli anziani che vivono sempre più spesso da soli, ecc. Mentre la previsione della curva di sopravvivenza che potrebbe essere prevalente nel prossimo futuro è un operazione altamente soggettiva, il calcolo da essa delle probabilità di sopravvivenza e di morte, quinquennio per quinquennio, e il calcolo, quindi, del numero previsto dei decessi per sesso e per singola classe di età ritorna a essere una procedura esclusivamente tecnica. L aggregazione dei decessi di tutte le classi di età fornisce poi il totale dei decessi dell intera popolazione nel quinquennio considerato. Analogamente, sia pure, è ovvio, con gli aggiustamenti del caso, si procede per la mortalità femminile, per le migrazioni nette di entrambi i sessi, per i matrimoni e per le nascite, e cioè: si individua un contingente di persone omogenee per sesso e classi di età; si applica a questo contingente uno specifico tasso (o una specifica probabilità) di accadimento di un evento (nascita, morte, matrimonio, ecc.); 8

si sommano tutti gli eventi così ottenuti per calcolare il totale dei nati, dei morti, delle migrazioni nette, ecc. Questo schema, che si è qui presentato con riferimento a una sola unità territoriale e a un solo quinquennio di previsione, deve essere poi replicato per quattro quinquenni (dal 1992-96 al 2007-11) e per 287 unità territoriali, tante quanti sono i comuni della Toscana. La tecnica rimane invariata; quello che cambia è la previsione dei comportamenti, che come si è detto, tiene conto del valor medio previsto per la Toscana nel suo complesso, della specificità comunale mostrata nel periodo 1992-96 e delle ipotesi sulla convergenza dei valori comunali verso la media regionale. Le ipotesi sull evoluzione dei comportamenti medi in Toscana, come si è detto, sono quelle descritte nella tabella 1. La durata media della vita dovrebbe presumibilmente crescere, sia per i maschi (da 75,9 anni a 77,5) che per le femmine (da 82,4 a 84 anni). Come si può notare, si è previsto un lieve avvicinamento delle condizioni di sopravvivenza tra i due sessi: il vantaggio delle donne rimane, ma esso potrebbe un poco ridursi, come in effetti sembra stia avvenendo in tempi recenti in tutta Italia e negli altri paesi industrializzati. E forse opportuno ricordare qui che il saldo migratorio della Toscana comprende non solo gli scambi con l estero, ma anche gli scambi con le altre regioni italiane. La Toscana è stata fino a oggi una regione di immigrazione, e non appare irragionevole prevedere, anche per il futuro, un sostanziale mantenimento degli afflussi migratori, in ragione di circa il 4 per mille all anno, con deboli oscillazioni. Senza ombra di dubbio, le previsioni sulla nuzialità e sulla fecondità costituiscono la parte più delicata di tutto l impianto qui presentato, e, incidentalmente, sono anche quelle rispetto alle quali appare opportuno disegnare la gamma più ampia possibile di scenari alternativi. Lo scenario che si propone qui è quello che si giudica, soggettivamente e allo stato attuale delle conoscenze, come il più probabile ma i margini di incertezza sono elevati, probabilmente più elevati di quanto non avvenga per i movimenti migratori e per la mortalità. Come evidenziato nella tabella 1, in questo lavoro si è forse generosamente ipotizzata una ripresa della fecondità, dai circa 1,04 figli per donna attuali agli 1,6 che si potrebbero osservare nel quinquennio 2007-11. Si tratta, è bene ricordarlo di una valore ancora modesto, inferiore, ad esempio, a quello che attualmente caratterizza l Europa nord-occidentale o gli Stati Uniti d America (attestati su 1,7-1,8), e inferiore anche al livello necessario al rimpiazzo delle generazioni 11, ma decisamente superiore ai valori attuali. In parallelo, abbiamo ipotizzato una ripresa anche della nuzialità, su livelli ancora bassi rispetto all esperienza storica del nostro 9

paese e della Toscana, ma elevati rispetto al resto dei paesi sviluppati (dove si è invece diffusa la coabitazione more uxorio) e anche rispetto ai comportamenti oggi prevalenti in Italia. Da un valore attuale di circa 67 matrimoni ogni 100 donne (osservate nell arco di tutta la loro vita), in prospettiva, secondo queste ipotesi, si potrebbe risalire fino al 80 matrimoni ogni 100 donne. Queste due previsioni sono tra loro legate: da una parte, gli studi recentemente effettuati nel nostro paese indicano che la forte diminuzione della nuzialità osservata negli ultimi tempi non è dovuta tanto a una crisi della famiglia tradizionale e da una sua sostituzione con forme alternative di convivenza tra giovani adulti, quanto a un allungamento della durata della vita in famiglia. Sembra però ancora vero che, alla lunga, gli italiani preferiscano approdare a un matrimonio piuttosto che a un unione informale, e coerentemente con questa ipotesi, si è qui anche ipotizzato che la fecondità possa riprendersi un po, pur rimanendo comunque bassa in una prospettiva storica. Oltre alle previsioni sull evoluzione media degli andamenti nel periodo, come accennato, contano le previsioni sul grado di convergenza dei comportamenti comunali verso la media regionale. A questo proposito, le ipotesi che si sono formulate sono riassunte nella tabella 2 Tab. 2. Previsioni di convergenza dei comportamenti comunali verso lo standard regionale Periodo Rischi di morte TFT Migr. Netta TNT 1992 1996 ** ** ** ** ** ** 1997 2001 80,0 80,0 80,0 80,0 80,0 80,0 2002 2006 60,0 60,0 60,0 60,0 60,0 60,0 2007 2011 40,0 40,0 40,0 40,0 40,0 40,0 Per il primo quinquennio di previsione, come è ovvio, il problema non si pone: i comportamenti comunali sono semplicemente quelli effettivamente osservati. Per i periodi successivi, invece, si è ipotizzata una progressiva convergenza dei comportamenti comunali verso lo standard regionale, e la si è imposta uguale per tutti i comuni, per i vari comportamenti e per i due sessi. Il valore di 80 che si legge per il periodo 1997-2001, ad esempio, significa che, in quel quinquennio, si ipotizza qui che lo scostamento relativo di ogni comune rispetto al valor medio regionale si ridurrà all 80% rispetto allo scostamento osservato nel quinquennio 1992-96. Ad esempio, nel 1992-96, il comune di Pontremoli (MS) ha evidenziato una fecondità un po più elevata della media regionale, di circa il 10%. Con le ipotesi della tabella 2, si sta assumendo che la fecondità di Pontremoli resterà più elevata della 11 Questo richiederebbe il raggiungimento di circa due figli per donna: a quel punto, ogni donna metterebbe al modo, mediamente, un maschio e una femmina, e ogni generazione successiva si troverebbe a essere numerosa come la precedente. 10

media regionale anche nel quinquennio 1997-2001, ma che tale eccesso di fecondità sarà pari solo all 80% dell 10% (cioè, all 8%), rispetto alla media regionale. E poiché per la media regionale si è prevista una fecondità pari a 1,2 figli per donna (cfr. tab. 1), questo significa che per Pontremoli si sta ipotizzando, nel 1997-2001, una fecondità pari a 1,2 x 1,08 1,3 figli per donna. 3. Previsioni demografiche per la provincia di Lucca fino all'anno 2011 Il Centro Statistica Aziendale di Firenze, ha realizzato un sistema di previsioni demografiche con dettaglio comunale valide fino all'anno 2011. Si tratta sia di previsioni "di base" della popolazione in Toscana fino al 2011, per comune, sesso, e classe quinquennale di età, sia di previsioni "derivate. Secondo le ipotesi su cui si basano le previsioni demografiche del Centro Statistica Aziendale di Firenze nei prossimi anni si prevede per la Toscana una lieve ripresa della fecondità, (e della natalità: da 73 a 84 nati per mille persone), un allungamento della durata media della vita per uomini e donne (da 75,9 a 77,5 per gli uomini e da 82,4 a 84,0 per le donne) e un rafforzamento dei flussi migratori verso la regione, sia dal resto d'italia che dall'estero. Accentuati cambiamenti riguardano, però, la struttura della popolazione. Com'è noto, l invecchiamento delle popolazioni oggi sviluppate è determinato, nel lungo periodo, essenzialmente dall allungamento della durata media della vita, ma, nel breve periodo, soprattutto dalla diminuzione della fecondità. 3.1 Previsioni demografiche per la provincia di Lucca fino all'anno 2011:i risultati Le condizioni strutturali di partenza e le ipotesi poste concorrono a determinare il risultato finale del lavoro di previsione demografica. Si consideri lo scenario che potrebbe delinearsi nel prossimo futuro nella provincia di Lucca. In termini globali, ciò che potrebbe avvenire è descritto nella tabella 3: i circa 377 mila abitanti censiti nella provincia di Lucca al 1991 appaiono destinati a rimanere costanti nel prossimo futuro. Infatti, dopo il calo a 375 mila persone, si vedrà probabilmente, nel periodo 2002/06, una ripresa che riporterà la popolazione complessiva sui livelli del 1991. 11

Tab. 3. Struttura per età della popolazione di Lucca prevista fino all'anno 2011 Anno Popolazione per sesso Popolazione per sesso % M F Totale M F Totale 1991 181.043 196.058 377.101 48,0 52,0 100,0 1996 180.410 195.141 375.551 48,0 52,0 100,0 2001 180.932 194.973 375.905 48,1 51,9 100,0 2006 182.048 195.344 377.392 48,2 51,8 100,0 2011 182.553 194.734 377.287 48,4 51,6 100,0 Periodo Variazioni assolute Variazioni percentuali M F Totale M F Totale 1992-96 -633-917 -1.550-0,3-0,5-0,4 1997-01 522-167 354 0,3-0,1 0,1 2002-06 1.117 370 1.487 0,6 0,2 0,4 2007-11 505-610 -105 0,3-0,3 0,0 1992-2011 1.510-1.324 186 0,8-0,7 0,0 Con maggiore dettaglio, dalla tabella 4, si osserva che dei 377 mila abitanti della provincia, oltre il 40% risiede nella Piana di Lucca e pressoché la stessa quota si trova in Versilia. La crescita nulla della popolazione complessiva durante il periodo 1992/2011 è il risultato della riduzione dei residenti nella Piana di Lucca e nella Valle del Serchio rispettivamente dello 0,9% e del 5,4% e dell'aumento della popolazione della Versilia del 3,1%. Tab. 4. Popolazione di Lucca per aree fino al 2011. (Valori di stock e fussi) Anno Popolazione per aree - Valori assoluti Piana di Lucca Versilia M. V. del Serchio Garfagnana V. del Serchio Totale Provincia 1991 157.632 157.758 30.574 31.137 61.711 377.101 1996 156.558 158.574 29.890 30.529 60.419 375.551 2001 156.255 160.058 29.445 30.147 59.592 375.905 2006 156.534 161.773 29.165 29.920 59.085 377.392 2011 156.243 162.649 28.807 29.588 58.395 377.287 Periodo Variazioni assolute 1992-1996 -1.074 816-684 -608-1.292-1.550 1997-2001 -303 1.484-445 -382-827 354 2002-2006 279 1.715-280 -227-507 1.487 2007-2011 -291 875-358 -332-690 -105 1992-2011 -1.389 4.891-1.767-1.549-3.316 186 12

Tab. 4. Popolazione di Lucca per aree fino al 2011. (Percentuali) Anno Popolazione per aree - Valori % Piana di Lucca Versilia M. V. del Serchio Garfagnana V. del Serchio Totale Provincia 1991 41,8 41,8 8,1 8,3 16,4 100,0 1996 41,7 42,2 8,0 8,1 16,1 100,0 2001 41,6 42,6 7,8 8,0 15,9 100,0 2006 41,5 42,9 7,7 7,9 15,7 100,0 2011 41,4 43,1 7,6 7,8 15,5 100,0 Periodo Variazioni % 1992-1996 -0,7 0,5-2,2-2,0-2,1-0,4 1997-2001 -0,2 0,9-1,5-1,3-1,4 0,1 2002-2006 0,2 1,1-1,0-0,8-0,9 0,4 2007-2011 -0,2 0,5-1,2-1,1-1,2 0,0 1992-2011 -0,9 3,1-5,8-5,0-5,4 0,0 Interessante è però osservare i flussi che potrebbero caratterizzare i vari quinquenni in questo scenario. Il numero dei morti appare destinato ad aumentare, da quasi 4 mila 400 all anno nel 1992-96 a oltre 4 mila 500 nel 2007-2011. A fronte di questo vi potrebbe essere una ripresa delle nascite (però, come si è detto, largamente congetturale), che dal valore attuale di circa 2 mila 700 all anno potrebbero passare a oltre 3 mila 100 nel primo scorcio del nuovo secolo. Si tratta però di un valore ancora largamente inferiore a quello dei decessi. 13

Tab. 5. Nati, morti e saldi naturale in provincia di Lucca per aree (valori assoluti) Periodo Flusso P. di Lucca Versilia M. V. del Serchio Garfagnana V. del Serchio Totale prov. Nati 5.773 6.325 1.051 425 1.476 13.574 1992/1996 Morti 9.738 9.308 2.163 657 2.820 21.866 Saldo -3.965-2.983-1.112-232 -1.344-8.292 Nati 6.532 7.027 1.263 466 1.729 15.289 1997/2001 Morti 9.745 9.254 2.174 667 2.841 21.839 Saldo -3.212-2.226-911 -201-1.112-6.551 Nati 6.931 7.310 1.321 475 1.796 16.036 2002/2006 Morti 9.591 9.217 2.088 662 2.749 21.557 Saldo -2.660-1.907-767 -186-953 -5.521 Nati 6.766 7.089 1.269 457 1.727 15.581 2007/2011 Morti 9.995 9.697 2.140 706 2.847 22.539 Saldo -3.229-2.609-871 -249-1.120-6.958 Nati 26.002 27.751 4.904 1.824 6.728 60.480 1992/2011 Morti 39.069 37.476 8.565 2.693 11.257 87.802 Saldo -13.068-9.725-3.661-869 -4.529-27.322 Nell'intero periodo, ciascuna area del territorio provinciale vedrà un saldo naturale negativo e la crescita media annua sarà di -4,2 nella Piana di Lucca, -3 in Versilia e - 3,8 nella Valle del Serchio. 14

Tab. 6. Indici di nati, mortalità e crescita in provincia di Lucca per aree (Valori annui per 1000 abitanti) Periodo Indici P. di Lucca Versilia M. V. del Serchio Garfagnana V. del Serchio Totale prov. Natalità 7,3 8,0 7,0 2,8 4,8 7,2 1992/1996 Mortalità 12,4 11,8 14,3 4,3 9,2 11,6 Crescita -5,0-3,8-7,4-1,5-4,4-4,4 Natalità 8,4 8,8 8,5 3,1 5,8 8,1 1997/2001 Mortalità 12,5 11,6 14,7 4,4 9,5 11,6 Crescita -4,1-2,8-6,1-1,3-3,7-3,5 Natalità 8,9 9,1 9,0 3,2 6,1 8,5 2002/2006 Mortalità 12,3 11,5 14,2 4,4 9,3 11,4 Crescita -3,4-2,4-5,2-1,2-3,2-2,9 Natalità 8,7 8,7 8,8 3,1 5,9 8,3 2007/2011 Mortalità 12,8 12,0 14,8 4,7 9,7 11,9 Crescita -4,1-3,2-6,0-1,7-3,8-3,7 Natalità 8,3 8,7 8,3 3,0 5,6 8,0 1992/2011 Mortalità 12,4 11,7 14,4 4,4 9,4 11,6 Crescita -4,2-3,0-6,2-1,4-3,8-3,6 Graf. 2. Nati, morti e saldo naturale in provincia di Lucca per aree (flussi del periodo 1991-2011) 35.000 Nati Morti Saldo 25.000 15.000 5.000-5.000-15.000 Piana di Lucca Versilia Valle del Serchio Come può la popolazione toscana mantenere la sua sostanziale stazionarietà? Ciò avviene grazie ai migranti, che, come accennato, potrebbero affluire ancora numerosi nella nostra 15

regione, sia dall estero che dal resto d Italia, e in particolare dal Mezzogiorno. L afflusso netto dei migranti, un po più maschi che femmine, in Toscana, si potrebbe mantenere nell ordine di circa 14-15 mila unità annue. Nella tabella 7 è riportato il flusso migratorio netto in ogni comune del territorio provinciale. Tab. 7. Flusso migratorio netto in provincia di Lucca per comune (Flussi nei quinquenni) Area Comune Migrazioni nette 1992/96 1997-2001 2002-06 2007-11 Piana di Lucca Altopascio 328 305 286 259 Capannori 1.128 1.064 1.012 957 Lucca 903 1.034 1.163 1.285 Montecarlo 209 192 173 148 Pescaglia 153 139 125 109 Porcari 216 203 191 176 Villa Basilica -46-27 -10 5 2.891 2.910 2.940 2.938 Versilia Camaiore 540 545 559 574 Forte dei Marmi -255-147 -62 13 Massarosa 1.129 1.024 908 774 Pietrasanta 539 520 510 496 Seravezza 462 423 387 345 Stazzema 60 59 60 61 Viareggio 1.324 1.287 1.259 1.221 3.799 3.710 3.622 3.484 M. V. del Serchio Bagni di Lucca 15 37 58 76 Barga 177 175 174 173 Borgo a Mozzano 42 62 82 101 Coreglia Ant. 186 165 151 134 Fabbriche di Vall. 8 8 8 9 428 448 474 493 Garfagnana Camporgiano 63 58 55 52 Careggine -40-25 -14-5 Castelnuovo Garf. -41-5 27 57 Castiglione Garf. -1 7 14 21 Fosciandora 37 33 29 25 Gallicano 103 96 89 82 Giuncugnano 23 20 18 16 Minucciano 7 15 23 31 Molazzana 14 15 16 17 Piazza al Serchio 25 31 37 42 Pieve Fosciana -8 3 14 24 San Romano Garf. 39 36 35 33 Sillano 40 36 32 26 16

Vagli di Sotto -59-38 -21-6 Vergemoli -11-6 -3 0 Villa Collemandina 63 57 52 45 254 333 406 460 Tab. 8. Indici di migratorietà in provincia di Lucca per comune (Valori annui per 1000 abitanti) Area Comune Migratorietà netta 1992/96 1997-2001 2002-06 2007-11 Piana di Lucca Altopascio 6,5 6,0 5,5 4,9 Capannori 5,1 4,8 4,6 4,3 Lucca 2,1 2,4 2,8 3,1 Montecarlo 10,1 8,9 7,7 6,4 Pescaglia 8,1 7,3 6,5 5,6 Porcari 6,3 5,8 5,3 4,8 Villa Basilica -4,7-2,9-1,1 0,5 3,7 3,7 3,8 3,8 Versilia Camaiore 3,5 3,5 3,6 3,7 Forte dei Marmi -5,5-3,4-1,5 0,3 Massarosa 11,6 10,0 8,5 7,0 Pietrasanta 4,4 4,2 4,1 4,0 Seravezza 7,2 6,5 5,9 5,2 Stazzema 3,3 3,4 3,5 3,6 Viareggio 4,6 4,4 4,3 4,1 4,8 4,7 4,5 4,3 M. V. del Serchio Bagni di Lucca 0,4 1,1 1,8 2,4 Barga 3,5 3,5 3,5 3,5 Borgo a Mozzano 1,1 1,7 2,2 2,8 Coreglia Ant. 7,6 6,7 6,0 5,3 Fabbriche di Vall. 2,8 2,9 3,1 3,2 2,8 3,0 3,2 3,4 Garfagnana Camporgiano 5,2 4,8 4,6 4,3 Careggine -11,1-7,5-4,5-1,7 Castelnuovo Garf. -1,3-0,2 0,9 1,9 Castiglione Garf. -0,1 0,7 1,5 2,3 Fosciandora 10,6 9,2 8,1 6,8 Gallicano 5,3 5,0 4,7 4,3 Giuncugnano 7,9 6,9 6,4 5,6 Minucciano 0,5 1,2 1,8 2,5 Molazzana 2,3 2,5 2,8 3,1 Piazza al Serchio 1,9 2,3 2,8 3,2 Pieve Fosciana -0,7 0,3 1,2 2,0 San Romano Garf. 5,5 5,1 4,9 4,6 Sillano 10,1 9,2 8,1 6,6 Vagli di Sotto -9,2-6,3-3,6-1,1 17

Vergemoli -5,0-3,2-1,5 0,0 Villa Collemandina 9,2 8,1 7,2 6,1 1,6 2,2 2,7 3,1 Migrazioni nette 1.250 Graf. 3. Migrazioni nette in alcuni comuni della provincia di Lucca (flussi nei quinquenni) Lucca Pietrasanta Barga Piazza al Serchio 1.000 750 500 250 0-250 1992/96 1997-2001 2002-06 2007-11 Periodo Infine, il numero medio dei matrimoni per anno, nonostante l aumento della propensione a sposarsi che si è qui ipotizzato, appare destinato a diminuire, dai circa mille e 800 l'anno del periodo 1992/96 ai circa mille e 400 del 2007/11, principalmente a causa dell invecchiamento della popolazione, che riduce il numero dei giovani potenzialmente interessati a formare una famiglia. Tab. 9a.Matrimoni previsti in provincia di Lucca per aree (valori assoluti dei flussi) Periodo Matrimoni per aree - Valori assoluti Piana di Lucca Versilia M. V. del SerchioGarfagnana V. del Serchio Tot. Prov. 1992/1996 3.654 4.016 673 717 1.390 9.060 1997/2001 3.615 3.845 659 699 1.358 8.819 2002/2006 3.299 3.441 576 633 1.209 7.949 2007/2011 2.937 3.129 513 553 1.067 7.133 1992/2011 13.506 14.431 2.421 2.603 5.024 32.961 18

Tab. 9b.Matrimoni previsti in provincia di Lucca per aree (valori percentuali dei flussi) Periodo Matrimoni per aree - Valori % Piana di Lucca Versilia M. V. del Serchio Garfagnana V. del Serchio Tot. Prov. 1992/1996 40,3 44,3 7,4 7,9 15,3 100,0 1997/2001 41,0 43,6 7,5 7,9 15,4 100,0 2002/2006 41,5 43,3 7,2 8,0 15,2 100,0 2007/2011 41,2 43,9 7,2 7,8 15,0 100,0 1992/2011 41,0 43,8 7,3 7,9 15,2 100,0 Graf. 4..Matrimoni previsti in provincia di Lucca per aree (valori assoluti dei flussi) Numero di matrimoni Piana di Lucca Versilia Valle del Serchio 4.000 3.500 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 1992/96 1997/01 2002/06 2007/11 Periodo Tab. 10.Indice di nuzialità in provincia di Lucca per aree (valori annui per 1.000 abitanti) Periodo Matrimoni per 1000 abitanti Piana di Lucca Versilia M. V. del SerchioGarfagnana V. del Serchio Tot. Prov. 1992/1996 4,7 5,1 4,5 4,7 4,6 4,8 1997/2001 4,6 4,8 4,4 4,6 4,5 4,7 2002/2006 4,2 4,3 3,9 4,2 4,1 4,2 2007/2011 3,8 3,9 3,5 3,7 3,6 3,8 Nella tabella 11 sono riportati i principali tassi demografici previsti a Lucca e in Toscana, si tratta di tassi annui per 1.000 abitanti. Tabella 11 - Tassi demografici previsti per la provincia di Lucca e per la Toscana (tassi annui per 1.000) 19

Periodo Natalità Mortalità Migratorietà Nuzialità Crescita Lucca Tosc. Lucca Tosc. Lucca Tosc. Lucca Tosc. Lucca Tosc. 1992/1996 7,6 7,3 12,3 11,6 3,9 4,1 4,8 4,6-0,8-0,2 1997/2001 8,5 8,1 12,3 12,0 3,9 4,3 4,7 4,5 0,2 0,3 2002/2006 8,9 8,5 12,1 12,2 4,0 4,3 4,2 4,1 0,8 0,7 2007/2011 8,7 8,4 12,6 12,8 3,9 4,2 3,8 3,7-0,1-0,3 In tutto il periodo studiato, il tasso di natalità a Lucca dovrebbe mantenersi a livelli più elevati rispetto ai valori regionali. La mortalità, leggermente inferiore in Toscana nel complesso rispetto a Lucca, dovrebbe aumentare a causa dell'invecchiamento della popolazione e in Toscana più che nella provincia in esame. Si prevede, invece, un tasso di migratorietà costante e a Lucca sempre inferiore rispetto ai livelli regionali. La nuzialità sarà in costante diminuzione anche se a Lucca continuerà ad essere più elevata che in Toscana. Complessivamente la popolazione rimarrà numericamente pressoché costante grazie al saldo migratorio sempre positivo che compenserà il saldo naturale sempre negativo. Interessante è l'analisi della struttura della popolazione evidenziata dalla tabella 12 Tabella 12a Popolazione per classi di età in provincia di Lucca previsioni fino al 2011 (valori assoluti e flussi) Anno Popolazione per età Popolazione per età % 0-19 20-64 65+ Totale 0-19 20-64 65+ Totale 1991 73.186 231.037 72.878 377.101 19,4 61,3 19,3 100,0 1996 63.512 235.234 76.805 375.551 16,9 62,6 20,5 100,0 2001 61.452 235.193 79.261 375.906 16,3 62,6 21,1 100,0 2006 63.591 229.551 84.251 377.393 16,9 60,8 22,3 100,0 2011 65.829 224.587 86.870 377.286 17,4 59,5 23,0 100,0 Periodo Variazioni assolute Variazioni percentuali 0-19 20-64 65+ Totale 0-19 20-64 65+ Totale 1992-96 -9.674 4.197 3.927-1.550-13,2 1,8 5,4-0,4 1997-01 -2.060-41 2.456 355-3,2 0,0 3,2 0,1 2002-06 2.139-5.642 4.990 1.487 3,5-2,4 6,3 0,4 2007-11 2.238-4.964 2.619-107 3,5-2,2 3,1 0,0 1992-11 -7.357-6.450 13.992 185-10,1-2,8 19,2 0,0 Tabella 12b Popolazione per classi di età in provincia di Lucca previsioni fino al 2011 (valori percentuali) Anno Popolazione per età Popolazione per età % 0-19 20-64 65+ Totale 0-19 20-64 65+ Totale 20

1991 664.315 2.175.845 689.786 3.529.946 18,8 61,6 19,5 100,0 1996 576.455 2.206.708 741.285 3.524.448 16,4 62,6 21,0 100,0 2001 558.120 2.201.172 769.767 3.529.059 15,8 62,4 21,8 100,0 2006 575.547 2.146.463 817.409 3.539.419 16,3 60,6 23,1 100,0 2011 592.997 2.100.938 838.423 3.532.358 16,8 59,5 23,7 100,0 Periodo Variazioni assolute Variazioni percentuali 0-19 20-64 65+ Totale 0-19 20-64 65+ Totale 1992-1996 -87.860 30.863 51.499-5.498-13,2 1,4 7,5-0,2 1997-2001 -18.335-5.536 28.482 4.611-3,2-0,3 3,8 0,1 2002-2006 17.427-54.709 47.642 10.360 3,1-2,5 6,2 0,3 2007-2011 17.450-45.525 21.014-7.061 3,0-2,1 2,6-0,2 1992-2011 -71.318-74.907 148.637 2.412-10,7-3,4 21,5 0,1 A Lucca il numero dei giovani, superiore a 63 mila nel 1996, potrebbe scendere di oltre 2 mila unità nel 2001 (riducendosi a circa 61 mila giovani), salvo poi risalire fino a quasi 66 mila, nel 2011, se, come qui ipotizzato, anche la fecondità ricomincerà a crescere, sia pur moderatamente. Per contro, il numero degli anziani continuerà la sua progressione: da quasi 77 mila del 96 a quasi 87 mila alla fine del 2011. In termini relativi, gli anziani potrebbero diventare presto quasi un quarto del totale della popolazione lucchese (e anche toscana), mentre i giovani appaiono destinati a scendere a circa un sesto. Comparativamente meno fluttuazioni mostrerà la classe centrale di età, tra 20 e 64 anni, che passerà dal 62,6% al 59,5%. Si osservino nel grafico x le variazioni percentuali subite dalla popolazione lucchese nelle diverse classi di età. Grafico 5 - Struttura per età in provincia di Lucca 1996-2011 (numeri indice 1996=100) 21

Num. indice Popolazione (1991=100) 130 120 110 0-19 20-64 65+ Totale 100 90 80 1991 1996 2001 2006 2011 Periodo Per avere una chiara rappresentazione visiva della struttura per età si sono costruite le piramidi della popolazione relative ai diversi anni (grafici 6a e 6b). Col passare degli anni, la piramide si restringe alla base mentre si allarga in alto, tanto da diventare quasi capovolta. Grafico.6. Distribuzione di frequenza dei residenti nella Provincia di Lucca per classi di età al 1996 80 e più Maschi Femmine 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 5-9 0-4 20.000 15.000 10.000 5.000 0 5.000 10.000 15.000 20.000 22

Graf. 6b. Distribuzione di frequenza dei residenti nella provincia di Lucca per classi di età - previsione al 2011 Maschi Femmine 80 e più 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 5-9 0-4 20.000 15.000 10.000 5.000 0 5.000 10.000 15.000 20.000 La struttura evidenziata dal grafico 6a è tipica di una popolazione vecchia che contribuisce alla riduzione del tasso di natalità e all aumento della mortalità. La situazione si presenta ancor più grave se si considerano le previsioni per il 2011 rappresentate nel grafico 6b che evidenzia una diminuzione delle frequenze rilevate nelle classi di età più giovani. Nella tabella 13 sono indicati, oltre all'ammontare complessivo previsto della popolazione della provincia di Lucca, alcuni indicatori della struttura per età e sesso. Tabella 13 - Indice di vecchiaia in provincia di Lucca per Comune e per Sel (periodo 1996-2011) 1991 1996 2001 2006 2011 Pop. residente 377.101 375.551 375.905 377.392 377.287 Indice di mascolinità 92,3 92,5 92,8 93,2 93,7 Età media 42,4 43,4 44,2 45,0 45,6 Indice di vecchiaia 152,0 173,6 174,1 175,0 172,5 % pop. anziana 19,3 20,5 21,1 22,3 23,0 Indice di ricambio 96,6 118,5 159,1 156,5 170,0 Indice di dipendenza 41,7 45,3 47,7 52,0 54,7 23

Lo squilibrio strutturale è evidente anche osservando, nel grafico 7a, la crescita dell'indice di dipendenza (dato dal rapporto tra i bambini fino a 14 anni più gli anziani di oltre 65 anni e la popolazione in età lavorativa, in questo caso, tra i 15 e i 64 anni) sia nel breve che nel lungo periodo. Si prevede un aumento dell'indice dal 41,7 al 54,7% che significa che gli inattivi saranno numericamente più delle forze lavoro. Grafico 7a - Indici di dipendenza e di ricambio nella provincia di Lucca (periodo 1996-2011). 2011 54,7 170 2006 2001 47,7 52 156,5 159,1 1996 45,3 118,5 1991 41,7 96,6 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 Ind. di dipendenza Ind. di ricambio Si consideri anche l'indice di ricambio, calcolato come percentuale della popolazione nella classe di età 60-64 rispetto a quella nella classe 15-19. In sintesi si tratta del rapporto tra coloro che stanno per uscire dalla popolazione in età attiva e coloro che vi stanno entrando. L'interesse dell'indice è soprattutto congiunturale: un suo aumento sarebbe un segnale positivo per le giovani leve che devono entrare nel mondo del lavoro potendo rimpiazzare coloro che si avviano al pensionamento. Tuttavia, come sappiamo, sono molti i fattori che influenzano l'andamento del mercato del lavoro, tra cui la congiuntura economica e la produttività del lavoro. Negli ultimi decenni si è visto come i numerosi pensionamenti abbiano reso più facile un periodo di continua riduzione di posti di lavoro. Per quello che in questa sede ci interessa, è sufficiente notare che il previsto aumento dell'indice di ricambio dal 118,5 al 170% rispecchia il grave squilibrio strutturale di una popolazione invecchiata che, al 2011, vedrà soltanto un giovane in età 15-19 anni ogni quasi due persone nella classe di età 60-64. Nel grafico 7b sono indicati gli stessi indici in riferimento al dato regionale. 24

Grafico 7b - Indici di dipendenza e di ricambio in Toscana (periodo 1996-2011) 2011 57,5 184,2 2006 2001 54,5 50,3 158,3 165,1 1996 48 124,9 1991 46,8 101,2 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 Ind. di dipendenza Ind. di ricambio I problemi strutturali rilevati in provincia di Lucca presentano caratteristiche analoghe al contesto regionale. 25