ANALISI DELL ATTIVITA FORMATIVA NELL EVOLUZIONE DEI CONTESTI REGIONALI E PROVINCIALI



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ANALISI DELL ATTIVITA FORMATIVA NELL EVOLUZIONE DEI CONTESTI REGIONALI E PROVINCIALI PONTEDERA FEBBRAIO 2013 0

0. INDICE PREMESSA pag. 02 L ANDAMENTO DEMOGRAFICO TOSCANO pag. 04 L ECONOMIA PROVINCIALE pag. 06 L EVOLUZIONE ECONOMICA PISANA PER SETTORI pag. 08 DIGITALIZZAZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE pag. 11 LA FORMAZIONE PER LO SVILUPPO DEL LAVORO pag. 18 LUPI ESTINTORI NEL SISTEMA DELLA FORMAZIONE pag. 25 APPENDICE pag. 30 1

1. PREMESSA Informazione, Formazione, Addestramento e aggiornamento rappresentano i cardini fondamentali del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 in materia di salute e sicurezza dei lavoratori, a ribadire l importanza primaria di questi strumenti della prevenzione: il sapere, il saper fare, il saper valutare e il saper essere, necessari affinché il lavoro non sia lasciato puramente al suo destino. Nei vari comparti della produzione, comprese la pubblica amministrazione e l intero universo del terziario, spesso ci troviamo di fronte alla sensazione che un alta percentuale di lavoratori in genere sottostimi i rischi del loro comparto di appartenenza per il luogo naturale in cui le lavorazioni si consumano, ma spesso anche fra gli addetti stessi risulta faticoso e per certi versi indigeribile far apprezzare l importanza e le potenzialità della prevenzione in primis, e quindi dell approccio culturale a tutto quell insieme di temi che possono essere veicolati solo attraverso un serio e normato processo formativo. L analisi statistica dell infortunistica sul posto di lavoro ci comunica quanto invece sia importante, anche nella nostra realtà toscana e pisana, investire e credere nello sviluppo continuo in informazione, formazione/addestramento in quanto numerosi sono ancora gli infortuni causati da errore umano e/o cattiva organizzazione e improvvida sottovalutazione dei rischi. 2

E indispensabile quindi, anche al di fuori del rispetto delle norme emanate dal Decreto 81/08 e s.m.i., promuovere azioni di sensibilizzazione diffusa caratterizzate da un elevata semplicità comunicativa, facendo leva in particolare sugli stakeholders che si interfacciano con gli operatori e i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie, che siano in grado di veicolare la cultura della prevenzione in tutti i livelli di cittadinanza. Gruppo Lupi, in tutto questo, nel panorama territoriale sopraindicato rappresenta sicuramente uno dei cantieri delle competenze maggiormente di riferimento nella produzione e la diffusione collettiva della sicurezza. 3

2. L ANDAMENTO DEMOGRAFICO TOSCANO La fotografia scattata dal 15 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni registra una frenata rispetto alla crescita della popolazione che era stata costante lungo tutti gli anni Duemila, fino a toccare nel corso del 2010 quota 3.750.000 residenti. La popolazione toscana cresce, infatti, rispetto al passato Censimento di cinque punti percentuali, ma diminuisce significativamente rispetto al dato del 2010 in maniera trasversale in tutti i territori provinciali. Era già stato evidenziato nel precedente Rapporto come, oramai da alcuni decenni, la struttura delle famiglie in Italia fosse stata interessata dalla crescita della tipologia unipersonale e delle persone anziane sole o, comunque, con un supporto a domicilio, in seguito a processi sociali quali la diminuzione delle nascite, l aumento dei divorzi e di percorsi di ingresso nella società ritardati nel tempo. L incremento della popolazione rispetto a dieci anni fa (2001) è da attribuire esclusivamente alla componente straniera, che ha raggiunto quota 321.847 unità (mentre la popolazione italiana ha subìto una diminuzione di circa 39 mila individui, pari a - 1,1%, l incidenza degli stranieri sul totale della popolazione è passata dal 3,1% all 8,8%), con una distribuzione territoriale caratterizzata da un elevato policentrismo. Nonostante che Firenze e la sua area metropolitana rimanga in assoluto l area di maggiore attrazione per gli stranieri, nel periodo intercensuario le province che hanno fatto registrare i più elevati incrementi rispetto alla presenza straniera sono state Prato (+7,9%), Pistoia (+7,2%), Pisa (+6,9%), Arezzo (+6,3%). Ciononostante, la popolazione ha continuato decisamente 4

a invecchiare (la Toscana è la terza regione in Italia per indice di anzianità dopo la Liguria e il Friuli Venezia Giulia) e la presenza straniera esercita, di fatto, una sorta di bilanciamento nella sua composizione anagrafica. Nel decennio dal 2001 al 2011, la percentuale di popolazione anziana (65 anni e oltre) è aumentata di altri due punti, rappresentando il 24% della popolazione complessiva (879.980 persone), con una concentrazione maggiore proprio in quelle aree territoriali dove minore è la presenza compensativa straniera, ovvero Grosseto (25%) e Livorno (25,5%). Rispetto ai dati censuari, pertanto, alcuni elementi utili all analisi della condizione abitativa sembrano essere: 1. un tendenziale rallentamento della pressione demografica; 2. una popolazione italiana sempre più anziana e con persone che abitano da sole, soprattutto nel sud della regione, ma anche, per le problematiche implicite legate alla crisi economica e al mercato immobiliare, nelle aree metropolitane; 3. una popolazione straniera che differenzia la propria presenza sulla base di diverse risposte alla crisi economica (emigrando di nuovo verso altri paesi, rimanendo irregolari sul territorio o radicandosi con le proprie famiglie); 4. una tenuta occupazionale di tipo difensivo, attraverso contratti a tempo determinato o di natura atipica e una progressiva chiusura del mercato del lavoro rispetto a chi sta fuori e vorrebbe entrarvi (soprattutto giovani scolarizzati e donne); 5. il forte ricorso alla cassa integrazione e lo sviluppo di lavoro sommerso. 5

3. L ECONOMIA PROVINCIALE In provincia di Pisa, non diversamente dal resto del paese, la debole ripresa seguita alla crisi finanziaria globale si è interrotta sul finire del 2011, quando le tensioni hanno investito il mercato dei titoli di Stato. Ciò ha innescato un circolo vizioso tra le condizioni del debito pubblico, delle banche, sull economia reale, portando ad una flessione del valore aggiunto che, secondo le più recenti stime, in provincia di Pisa è stata dell 1,9%. Se per la Toscana il canale estero, come abbiamo visto, è stato ancora in grado di attutire il vuoto di domanda che si è registrato sul mercato interno, la provincia di Pisa ha visto venir meno questo sostegno con il turismo e, soprattutto, le esportazioni che hanno rapidamente segnato il passo portandosi in terreno negativo. Il ciclo economico provinciale del 2012, quindi, si è contraddistinto per una forte caduta della domanda interna, in uno scenario caratterizzato dal venir meno del supporto fornito dalla domanda internazionale. La marcata perdita del potere d acquisto delle famiglie, a cui ha molto contribuito il calo dell occupazione e l aumento del prelievo fiscale, ha determinato un crollo dei consumi ed anche gli investimenti delle imprese hanno risentito della caduta dei livelli produttivi e delle difficoltà per le imprese nell accedere ai necessari finanziamenti. I dati Istat sulle forze di lavoro segnalano, per il 2012, una crescita di circa 4mila unità rispetto al 2011, ripartite tra occupati (+1,3 per cento) e disoccupati (+20,6%) portando il tasso di disoccupazione al 6,8%. Non è 6

solo l aumento del tasso di disoccupazione della nostra provincia - che nella componente giovanile ha toccato livelli del 21,8 per cento - a destare preoccupazione: anche le indicazioni che vengono dall andamento della Cassa Integrazione Guadagni sono allarmanti. Pur segnando una contrazione dell 8,7% nel numero di ore di Cassa Integrazione autorizzate per il 2012, la provincia di Pisa continua infatti a segnalare una situazione a dir poco drammatica. Con oltre 4,5milioni di ore autorizzate, Pisa continua a posizionarsi su livelli storicamente elevati se si pensa che nella media 2005-2008 il numero di ore/anno di CIG autorizzate sfiorava quota 1,2 milioni. Se oltre a questo si considera che il 78,7% delle ore autorizzate nel 2012 afferiscono alla componente straordinaria ed in deroga, che più di altre potrebbero rappresentare l anticamera della perdita del posto di lavoro, il dato si fa ancora più drammatico. Se volessimo ricomprendere tra i disoccupati coloro che si trovano ad usufruire della cassa in deroga o straordinaria, tenendo conto dell effettivo utilizzo delle ore autorizzate e del numero medio di ore contrattualmente lavorate, si stima che il tasso di disoccupazione del 2012 sarebbe stato il 7,5%. 7

4. L EVOLUZIONE ECONOMICA PISANA PER SETTORI La dinamica recessiva dell economia pisana ha coinvolto tutti i principali settori pisani, mettendo in evidenza non solo il percorso decisamente declinante di alcuni comparti, ma anche le opportunità che, seppur con molte difficoltà, si stanno creando, o potrebbero crearsi, in altri. Qui di seguito, in modo molto schematico, sono riassunte le evoluzioni di ciascun comparto/settore alla luce dei diversi indicatori disponibili. Agricoltura Nel corso del 2012 l agricoltura pisana ha dimostrato segni di vitalità economica ed occupazionale a conferma della validità del modello di sviluppo fondato sulla valorizzazione dell identità, della qualità, delle specificità che consentono di affrontare con discreto successo la competizione interna ed internazionale. Tessile e Abbigliamento Dopo un biennio di crescita, la produzione industriale del tessile e dell abbigliamento perde, nel 2012, il 10,9%. Pelli e cuoio Nonostante che nel 2012 il settore delle pelli lavorate abbia leggermente aumentato il valore esportato (+0,7%) portandosi a 678 milioni di euro, la produzione conciaria fa segnare una contrazione del 2,5%. A pesare sul risultato, così come in altri settori, è lo stato di asfissia in cui versa il mercato interno. 8

Calzature Il 2012, a causa delle pesanti flessioni nel corso dei due trimestri centrali, segna il ritorno in terreno negativo per la produzione di calzature pisane (- 2,9%). Così come avvenuto nel pellettiero, è la domanda interna a contribuire in modo determinante a questa flessione, dato che, a fronte di un - 2,7% in termini di fatturato totale, quello di fonte estera registra un +5,3%. Meccanica La meccanica, uno dei settori più rilevanti del manifatturiero pisano, segnala l emergere di elementi di difficoltà. Non è però in termini produttivi che vengono le maggiori preoccupazioni, quanto dal quasi 20% messo a segno dalle esportazioni. Mezzi di trasporto La crisi degli investimenti e della domanda di beni di consumo durevoli, tanto a livello nazionale quanto, e soprattutto, a livello internazionale, deprime ancora il settore dei mezzi di trasporto che, nella media del 2012, perde un altro 8,9 per cento in termini produttivi. Costruzioni La fase recessiva in atto nella filiera edile ha subìto, come evidenziano tutti gli indicatori settoriali disponibili, un ulteriore accelerazione nel corso del 2012. Il primo e più forte segnale della strutturalità della crisi viene dalla dinamica d impresa: 9

il numero di imprese afferenti al comparto delle costruzioni, dopo una crescita di oltre il 50% tra il 2000 ed il 2011, ha segnato nel 2012, per la prima volta, una flessione di quasi il 3%. Artigianato I dati sulla dinamica d impresa riconsegnano l immagine di un artigianato in via di destrutturazione. Dopo il calo del 2011 anche il 2012 si chiude con una contrazione dell 1,5% nel numero di imprese registrate. Commercio Se nella prima fase della crisi le famiglie avevano attutito l effetto della riduzione del reddito disponibile attingendo ai risparmi per mantenere invariato il proprio profilo di consumo, nell ultimo biennio l aumento della pressione fiscale, della disoccupazione e dell inflazione, si è invece riverberato sull andamento delle vendite al dettaglio che arretrano, nella media del 2012, del 5,7%. 10

5. DIGITALIZZAZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE. È entrato nel vivo il processo di attuazione dell Agenda Digitale europea e, a ricaduta, si stanno costruendo Agende nazionali e regionali ad essa coerenti in tutta Europa. Un percorso è stato avviato anche in Italia (Documento Barca 1) e in diverse Regioni europee e italiane. La lettura dei dati che riguardano il nostro Paese e la nostra Regione continua a restituirci la necessità di realizzare ulteriori sforzi per superare i ritardi ancora presenti in materia di Information Society, perché, ogni digital-divide, significa per i cittadini non essere realmente in grado di partecipare appieno alla vita sociale e democratica e per le imprese non saper cogliere le possibilità di innovazione offerte dalle ICT in ogni fase del processo economico, dalla produzione alla commercializzazione, impedendo loro di competere sui mercati internazionali. I risultati, in sintesi, sono i seguenti: Cresce la dotazione tecnologica delle famiglie toscane: Pc (62%), accesso a internet (59%). Il 37% delle famiglie non ha internet a casa perché non possiede le competenze per utilizzarlo. La Toscana si colloca in fondo alla graduatoria europea per accesso ad internet da casa mediante banda larga, con un tasso di penetrazione pari al 58%, molto distante dai paesi del Nord Europa che registrano un tasso di penetrazione superiore all 80%. L utente digitale toscano è sia uomo che donna istruito e appartenente ad un ceto medio-alto. 11

L 82% dei toscani, connessi da internet, usa la posta elettronica e il 69% cerca informazioni sul web. Quasi la metà degli internauti crea un profilo utente e usa i social network. Il 36% degli utenti di internet naviga in rete per acquisire informazioni dai siti della PA. L e-commerce in Toscana è una prerogativa degli uomini di 14 anni e più che hanno acquistato beni e/o servizi su internet negli ultimi 12 mesi (il 32% contro il 20% delle donne). La quasi totalità delle imprese toscane con almeno 10 addetti è dotata di Pc (96%) e di connessione ad internet (95%). Tra le imprese toscane permangono modalità obsolete (modem e ISDN: 30%) ma si consolida la connessione in banda larga fissa (83%) e si diffondono le connessioni mobili in banda larga con computer portatili o smartphone (42%). Il sito web aziendale registra un buon recupero rispetto al passato (65%) ma permane il ritardo rispetto all Europa e soprattutto stentano a diffondersi i servizi orientati all e-business. Il 71% delle imprese toscane usa internet per relazionarsi con la PA: per utilizzi a basso grado di interattività (ricerca informazioni e download di moduli 63%), ma anche per l invio di moduli compilati (35%), lo svolgimento di procedure amministrative per via elettronica (27%), l espletamento on-line e su piattaforme fad riservate di percorsi formativi inerenti l acquisizione e l aggiornamento di quanto previsto dal Decreto 81/2008 e s.m.i. (valore stimato: 3%). 12

Sette imprese su 100 partecipano a gare di appalto on-line. Il 58% delle imprese toscane scambia in modalità elettronica dati con soggetti esterni, e circa il 40% utilizza software per condividere all interno dati sugli ordini di vendita, di acquisto, e meccanismi di comunicazione e dialogo interattivi. L e-commerce stenta a diffondersi tra le imprese: circa il 5% lo usa per vendere beni e servizi. L orizzonte della dematerializzazione appare vicino: è alta la diffusione tra gli enti di firma digitale (95%) e di PEC (99%), ancora non decolla l offerta ai cittadini e imprese ad effettuare pagamenti on-line (16%). Imprese e internet. La quasi totalità delle imprese toscane con almeno 10 addetti è dotata di Personal Computer e di connessione ad internet (rispettivamente 96,2% e 94,6%), peraltro l andamento degli ultimi anni mostra una sostanziale stabilità del PC e una crescita piuttosto lenta della connessione ad internet. I valori della Toscana si mantengono in linea con la media nazionale, ma restano lontani dai livelli raggiunti dai paesi europei più avanzati. Web aziendale. Fino a qualche anno fa il sito web aziendale risultava ancora poco diffuso tra le imprese toscane con almeno 10 addetti, riguardando circa una impresa su due; negli ultimi anni però si è registrato un buon recupero (dal 54,7% del 2009 al 65,2% del 2011) che ha portato la Toscana al di sopra del livello medio nazionale (62,6%). Se tale trend si confermerà anche nel futuro, la nostra regione potrà avvicinare 13

ulteriormente le regioni italiane più avanzate come Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige. I progressi fatti dalla Toscana in termini di dotazione fanno ben sperare ma sono necessari ulteriori passi avanti sia perché la distanza che comunque ci separa dall Europa è ancora ampia, sia perché è necessario andare oltre la concezione ancora ampiamente diffusa del sito web come spazio-vetrina (nel quale mostrare attività, prodotti, cataloghi) per sviluppare nuovi servizi che possano consentire di aprire nuove opportunità di e-business, la formazione professionale on-line (sempre più richiesta), lo scambio di informazioni e di relazioni aziendali attraverso il web. Connettività accessibile. In Toscana circa sette imprese su dieci utilizzano internet per relazionarsi a vari livelli con la Pubblica Amministrazione. Le imprese si relazionano con la PA prevalentemente per servizi a basso livello di interattività, come ottenere informazioni e scaricare moduli; i servizi a maggior contenuto interattivo, quali l invio di moduli compilati e lo svolgimento di procedure amministrative interamente per via elettronica hanno ancora ampi margini di crescita. In Toscana, come in Italia, il 15% delle imprese con almeno 10 addetti partecipa al sistema pubblico di e-procurement utilizzando la rete per accedere alla documentazione e alle specifiche di gara messe a disposizione on-line dalla PA (il 15,7% in Toscana e il 15,4% in Italia). Fatturazione elettronica. La fatturazione più diffusa tra le imprese, che coinvolge il 59,0% delle imprese toscane e il 60,3% di quelle italiane, consiste nella predisposizione ed invio di fatture trattate come 14

documentazione digitale archiviabile informaticamente (per es. fatture trasmesse come allegato pdf ad una e-mail) ma i cui dati non sono elaborabili automaticamente: tale modalità dunque non rappresenta la fatturazione elettronica. La vera e propria fatturazione elettronica, infatti, riguarda fatture espresse in un formato standard adatto ad essere trattato automaticamente con procedure elettroniche (ad esempio EDI, UBL; XML, formato web). In Toscana le imprese con almeno 10 addetti in grado di inviare e/o ricevere tali fatture sono pari al 17,7% L e-commerce. Le vendite on-line rappresentano nel 2010, sia a livello nazionale che toscano, un fenomeno ancora nettamente minoritario, coinvolgendo solo il 5% delle imprese con almeno 10 addetti. Gli acquisti on-line - coinvolgendo il 21,6% delle imprese toscane con almeno 10 addetti e il 26,7% di quelle italiane - sembrano più diffusi ma se si considera il valore degli acquisti online sul totale del valore degli acquisti si nota che anche l e-commerce in termini di acquisti è molto limitato: solo il 21,4% delle imprese toscane effettua acquisti on-line per valori pari o superiori al 5% del valore complessivo dei propri acquisti. Rispetto ai mercati ai quali la Toscana si è rivolta nel 2010 per gli gli acquisti via web, il 93,1% delle imprese toscane che effettuano acquisti on-line si è indirizzato verso il mercato nazionale, il 28,9% verso il mercato europeo e il 12,6% verso il resto del mondo. Ict e ambiente. Negli ultimi anni, per la disponibilità di specifici fondi europei per la diffusione delle green ICT, per il tangibile risparmio economico che il loro utilizzo comporta e per la crescita di una sensibilità 15

ecologica nella società, si sono diffuse tra le imprese politiche aziendali volte all utilizzo di tecnologie per ridurre il consumo di risorse come carta ed energia o finalizzate a sostituire gli spostamenti fisici (ad esempio, attraverso il ricorso al telefono, a internet o a videoconferenze) o all adozione di applicazioni informatiche dedicate al risparmio energetico. La rilevazione del 2011 ha realizzato per la prima volta un approfondimento su questi temi per valutare il grado di diffusione tra le imprese con almeno 10 addetti di alcune particolari buone pratiche che consentono una riduzione del cosiddetto impatto ambientale. In sintesi: quasi il 60% delle imprese, sia toscane che italiane, adotta misure per il contenimento dei consumi di carta, connessi all attività di stampa e fotocopia, attraverso l utilizzo di nuove stampanti e fotocopiatrici che consentono per esempio stampe fronte-retro, o stampe di 2/4 pagine in una sola pagina o l utilizzo di carta riciclata; circa il 50% delle imprese, sia toscane che italiane, adotta tecnologie e soluzioni IT, quali l uso di telefono, internet e videoconferenze, per ridurre gli spostamenti fisici del personale anche in occasione di percorsi formativi in aula; circa il 40% delle imprese, sia toscane che italiane, adotta tecnologie per la riduzione dei consumi di energia, quali ad esempio macchinari che dopo un certo tempo di non-utilizzo si spengono automaticamente o si mantengono in uno stato di accensione in modalità a basso consumo di energia quando non sono in attività ma debbono restare accesi e pronti all uso; 16

infine sono quasi il 30% le imprese, sia toscane che italiane, che utilizzano applicazioni specialistiche per la gestione e la diffusione delle proprie attività (aggiornamenti formativi compresi). IT per la riduzione dei consumi di energia attraverso metodologie finalizzate all ottimizzazione dei processi produttivi, dei trasporti e della logistica (26% in Toscana e 27% in Italia). 17

6. LA FORMAZIONE PER LO SVILUPPO DEL LAVORO. Investire sull unica risorsa davvero rinnovabile: il capitale umano. E questo il senso delle politiche per il lavoro e per la formazione che la Regione ha messo a punto in questi anni e che ha ulteriormente affinato per fare fronte alla brusca frenata dell economia e alle sue inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro. L obiettivo di queste politiche e quello di aumentare rendere permanenti le capacita di competere dei cittadini. Le politiche per il lavoro e, in parallelo, quelle per lo sviluppo e l innovazione messe in campo mirano a rafforzare la buona occupazione che significa lavoro qualificato, sviluppo, innovazione e imprese piu competitive anche sul fronte della sicurezza. Si interviene, anche grazie ai cofinaziamenti FSE e FESR, sul rafforzamento della presenza industriale esistente in modo da favorire la messa in campo di nuovi investimenti. L attuazione delle politiche sulla formazione professionale e sul lavoro e basata sulla concertazione, sugli accordi con le parti sociali e le organizzazioni di categoria, sui protocolli d intesa con le Province, in cui si individuano i settori nei quali e necessario far convogliare risorse e nei quali si concentrano gli interventi con strumenti condivisi anche nel rispetto delle norme vigenti a livello nazionale per quel che concerne la sicurezza del lavoro. Le politiche regionali sono svolte in stretto coordinamento con le Province che, tra l altro, attuano direttamente gli interventi previsti dal POR FSE 2007-2013 tramite le risorse che la Regione trasferisce loro. Il sistema regionale per i servizi per l impiego e costituito dalle strutture organizzate 18

per l esercizio integrato dei compiti e delle funzioni della Regione e degli enti locali in materia di collocamento, politiche attive del lavoro e promozione del lavoro e per la gestione dei relativi servizi. In particolare, per i temi di indirizzo maggiormente rilevanti: Formazione continua. La Regione ha istituito diversi interventi per la formazione continua. Attraverso i fondi statali della legge 236/1993 sono stati realizzati progetti formativi per soggetti destinati all assunzione presso imprese in forza di accordi sindacali. Donne e lavoro. La Regione ha adottato il principio dell assunzione di un ottica di genere in tutte le politiche regionali e ha sviluppato un impegno costante alla promozione delle pari opportunita. Dal 2009 sono state avviate le iniziative a sostegno dell occupazione con la concessione di aiuti a favore di imprese per le assunzioni di donne disoccupate/inoccupate oltre i 35 anni attraverso contratti di lavoro parttime a tempo indeterminato; nel 2010 gli aiuti sono stati estesi anche alle imprese che assumo donne di età superiore a 30 anni. Disabilità e lavoro. Attraverso il Fondo regionale per l occupazione dei disabili, la Regione finanzia progetti di inserimento, comprensivi di formazione e/o tutoraggio, progetti di rimozione delle barriere architettoniche, progetti per il telelavoro e progetti ritenuti ammissibili dalle Province, ma non finanziabili con risorse del Fondo nazionale per il diritto al lavoro dei disabili. 19

A fine 2011 sono state ripartite tra le Province le quote 2009 e 2010 dei fondi nazionale e le quote 2010 e 2011 dei fondi regionale per l occupazione dei disabili per un totale di 19,4 milioni. Gli incentivi per l assunzione sono rivolti a lavoratori provenienti dalle liste di mobilita assunti a tempo indeterminato; lavoratori a tempo determinato i cui contratti di lavoro siano trasformati in contratti a tempo indeterminato almeno 4 mesi prima della scadenza del contratto a termine; disoccupati prossimi alla pensione (cui manchino per la maturazione del diritto al trattamento pensionistico non piu di 5 anni di contribuzione se assunti a tempo indeterminato e non piu di 3 anni se assunti a tempo determinato); giovani laureati e dottori di ricerca (progetto Giovani Si ). Lavoratori atipici. E attiva la rete di sportelli che opera in connessione con il sistema dei servizi per l impiego con funzioni di informazione, orientamento e rafforzamento delle capacita e competenze; l obiettivo e quello di rispondere ai bisogni di conoscenza dei vari ambiti nei quali si muove il lavoratore atipico per prevenire il rischio di disoccupazione e favorire il passaggio a forme di impiego stabile. A fine 2011 gli sportelli attivi sul territorio toscano sono 56; ad essi si sono rivolti 10.700 lavoratori atipici. Nel 2011 e stato esteso il servizio anche ai lavoratori in CIG e mobilita in deroga (gli utenti raggiunti da tale intervento nel 2011 sono stati 11.760). Lo scenario di riferimento. Il quadro futuro è senza dubbio condizionato dall entrata in vigore della Riforma del mercato del lavoro, e inoltre il rinnovamento delle politiche attive, anche nella direzione di una piu 20

efficace connessione con le politiche passive e l ambito della formazione continua. Questo aspetto, congiuntamente al riordino istituzionale previsto dal Governo Monti rispetto alla presenza, al ruolo e alle funzioni delle Province, avrà implicazioni rilevanti sull attuale sistema regionale dei servizi perl impiego. Rispetto a quest ultimo la Regione si pone comunque l obiettivo di potenziamento, attraverso l innovazione del sistema dell offerta integrata, l integrazione dei sistemi di istruzione, formazione, orientamento e lavoro, il radicamento territoriale dei servizi, una maggiore sinergia e collaborazione tra soggetti pubblici e soggetti privati. La Regione intende sostenere l alta formazione e la qualificazione professionale dei giovani in raccordo con la domanda del sistema produttivo, migliorando l apertura e la pertinenza dei sistemi di istruzione e formazione, recuperando a pieno titolo il carattere di contratto misto lavoro-formazione dell apprendistato, fornendo garanzie sui prestiti d onore erogati per percorsi di alta specializzazione. Il sostegno all occupazione e la promozione di lavoro qualificato passano anche attraverso la creazione di nuove opportunita di lavoro tramite la nascita di nuove imprese e il consolidamento di quelle appena avviate. A tal fine, a seguito della conclusione del percorso di revisione della disciplina relativa alla promozione dell imprenditoria giovanile (legge regionale 21/2008 e successive modifiche) nel corso del 2011, a livello regionale si intende sostenere i progetti imprenditoriali di giovani, donne e lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali, agevolando la fase di start up e di accesso al credito attraverso lo strumento della prestazione di garanzia e il contributo per la riduzione del tasso di interesse. Infine, tenuto conto che 21

gli effetti negativi della crisi economica e finanziaria di questi anni hanno determinato consistenti squilibri sul mercato del lavoro, soprattutto per le categorie piu deboli, la Regione intende affrontare le situazioni di particolare svantaggio (donne over 40, persone over 50, disabili, soggetti svantaggiati) e promuovere l inserimento/reinserimento lavorativo di tali soggetti tramite misure di incentivazione rivolte ai datori di lavoro per assunzioni con contratti di lavoro subordinato sia a termine che a tempo indeterminato, cui possono aggiungersi contributi per percorsi di qualificazione e riqualificazione di tali persone e/o contributi per l acquisto di servizi di cura per minori, anziani e disabili al fine di consentire alle persone assunte di sostenere i problemi di conciliazione famiglia-lavoro. GiovaniSi. Nel 2011 e stato avviato un progetto integrato rivolto ai giovani, denominato Giovani Si. L obiettivo della Regione e investire sui giovani per riavviare lo sviluppo e dare un futuro all economia e alla società toscane. Il progetto si propone di coordinare strumenti e politiche, superando la frammentazione degli interventi ed ovviando alla eseguita delle risorse. Attualmente la crisi (i dati dell osservatorio regionale sul mercato del lavoro lo confermano) non colpisce in modo uniforme il tessuto sociale toscano: i giovani, le donne, i lavoratori precari sono i soggetti più a rischio. E i giovani, spesso, appartengono a tutte e tre queste categorie. Il progetto comprende azioni di sistema e strumenti per la valorizzazione del merito, garantendo un diritto allo studio reale, una formazione 22

professionalizzante, un esperienza di servizio civile regionale, prestiti d onore per ulteriori forme di specializzazione, cosi come favorire l ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e delle professioni attraverso l accesso agevolato al credito e al micro-credito, il sostegno all avviamento di attività economiche nonché una effettiva emancipazione attraverso contributi per l affitto e l acquisto della prima casa. Sul tema del lavoro gli interventi compresi in quest area sono finalizzati a favorire l ingresso e il sostegno dei giovani nel mondo del lavoro, anche considerando che durante questo periodo di crisi economica i giovani rappresentano una delle categorie più penalizzate. Studio e formazione. Per supportare il diritto allo studio, la formazione, l apprendimento e la specializzazione, attraverso azioni specifiche che valorizzino il merito e l impegno, sono attivati percorsi di sostegno allo studio rivolti agli studenti universitari in Toscana: borse di studio e borse alloggio per studenti, voucher alta formazione, inoltre borse di studio per giovani laureati meritevoli che parteciperanno a dottorati di ricerca, con caratteristiche di qualità e internazionalità, delle università toscane, corsi formativi (12.000 allievi iscritti) con iscrizione presso i 60 Istituti Professionali Statali (IPS) aderenti all iniziativa corsi di Istruzione e Formazione professionali per 22 figure professionali le cui qualifiche hanno valore nazionale. I corsi permettono di ottenere qualifiche professionali di durata triennale spendibili nel mercato del lavoro e assolvere il diritto di istruzione fino a sedici anni. 23