La cooperazione agricola

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Osservatorio cooperazione agricola italiana

La cooperazione agricola L idea cooperativa, intesa come collaborazione tra persone con comuni interessi economici e sociali, si può dire che sia insita nella coscienza dell uomo nella misura in cui quest ultimo assume la consapevolezza della grande difficoltà o addirittura della impossibilità a soddisfare da solo molti bisogni. La prima società cooperativa, nel senso moderno del termine, nasce però nel 1843 a Rochdale (Inghilterra) con i Probi pionieri. Secondo l ACI (Alleanza Cooperativa Internazionale), che riunisce 220 Organizzazioni cooperative nazionali di tutto il mondo, la cooperativa è un associazione autonoma di persone unite volontariamente per soddisfare le loro aspirazioni e bisogni economici, sociali e culturali comuni attraverso la creazione di un impresa di proprietà comune e democraticamente controllata. La regola sovrana è che a ciascun socio spetta un voto in Assemblea qualunque sia l apporto in termini di capitale sociale, salvo correttivi previsti da talune legislazioni nazionali in relazione allo scambio mutualistico (beni, servizi, lavoro) concretamente realizzato. In Italia questo modello di impresa ha storicamente avuto un ruolo di primo piano. La Costituzione della Repubblica italiana promuove espressamente l impresa cooperativa all art. 45 riconoscendone la funzione sociale e il carattere di mutualità senza fini di lucro. La co operativa, infatti, ha come scopo primario il miglioramento delle con dizioni di vita dei propri associati; fine che persegue fornendo beni o servizi o occasioni di lavoro direttamente ai membri dell organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato e tutto ciò senza che ci sia un accumulazione di profitti. Le cooperative sul territorio nazionale (2008) 42-100 101-199 200-299 300-799 800-852 Nell ordinamento normativo italiano riveste particolare rilievo l osservanza del requisito della prevalenza mutualistica che per le cooperative agricole di conferimento sussiste quando i prodotti conferiti dai soci rappresentano più della metà (in quantità o in valore) dei prodotti acquistati dalla cooperativa, mentre nelle cooperative di servizi sussiste quan do le vendite di beni e servizi ai soci (ad esempio mezzi tecnici) rappresentano almeno la metà delle vendite della cooperativa. Il riconoscimento di questo requisito determina importanti conseguenze civilistiche e fiscali. Al rispetto, infatti, di specifiche clausole mutualistiche fa fronte un riconoscimento dei vantaggi dello specifico regime fiscale ai fini dell imposta sul reddito delle società (IRES). Il fenomeno cooperativo nasce in Italia nella seconda metà dell ottocento ma il decisivo impulso allo sviluppo della cooperazione in agricoltura è successivo al dopoguerra. Nel corso dei decenni essa ha conosciuto una costante e progressiva crescita; il numero delle imprese cooperative agricole si è moltiplicato ed è notevolmente aumentata la loro importanza economica. Dagli anni 90 in poi si è innescato un processo di riorganizzazione che ha visto una contrazione del numero di cooperative a favore della concentrazione delle imprese e della crescita delle dimensioni economiche. Nel settore agroalimentare la cooperazione ha storicamente rappresentato e rappresenta tuttora uno strumento molto efficace per superare la polverizzazione aziendale che caratterizza il settore primario italiano. Essa favorisce l integrazione delle aziende agricole, la concentrazione dell offerta e il riequilibrio del potere negoziale dei produttori nei confronti degli altri attori della filiera agroalimentare attraverso la valorizzazione sul mercato della materia prima conferita dai produttori agricoli associati che si riflette sul sostegno ai loro redditi.

Numeri della cooperazione agroalimentare associata in Italia La cooperazione agroalimentare associata alle cinque organizzazioni nazionali è costituita da oltre 5.800 imprese attive, sostenute da una base sociale di oltre 863mila aderenti. Il sistema genera un fatturato di 34,3 miliardi di euro (+13,3% rispetto al 2006) e garantisce occupazione a 93.786 addetti. La cooperazione agroalimentare ha affrontato la recente crisi economica limitando gli impatti negativi su fatturato ed occupazione. 2006 2008 2010* Numero di imprese 5.748 5.834 Fatturato (mln euro) 30.330 34.362 34.001 (-1,1%) Numero di addetti 90.573 93.786 93.194 (-0,6%) Numero di soci 866.615 863.323 * Previsioni dell Osservatorio Cooperazione & territorio Le cooperative agroalimentari sono presenti su tutto il territorio nazionale. Le principali regioni per numerosità delle imprese cooperative sono Emilia Romagna e Sicilia, seguite da Puglia, Veneto, Piemonte, Campania, Lazio, Lombardia e Sardegna. Nelle differenti aree del paese la cooperazione agroalimentare ha però raggiunto diversi stadi di sviluppo. Il 42% delle cooperative del Nord Italia genera, infatti, il 78% del fatturato del sistema, grazie a dimensioni medie di impresa di 11 milioni di euro, contro i soli 2 milioni di euro delle cooperative del Sud del Paese. Distribuzione del numero di cooperative e del fatturato per area geografica (2008) Nord Centro Sud Fatturato 78% 8% 14% Numero di Imprese 42% 15% 43%

Cooperazione & settori vocati La cooperazione è specializzata in alcuni dei principali settori dell agroalimentare nazionale. Ortofrutta, carni fresche e trasformate, lattiero-caseario e vino sono i principali cui si affianca l attività di servizio a favore delle imprese agricole e dello stesso sistema cooperativo. La filiera ortofrutticola esprime il fatturato più importante (8,1 miliardi di euro pari al 24% del totale); seguono i settori collegati alla produzione animale (carne e latte rispettivamente con il 23% ed il 20% del fatturato totale), i servizi (18%) ed il vino (11%). La lettura per settore segnala forti differenze in relazione alla dimensione media d impresa. Le cooperative hanno una dimensione economica media maggiore nel settore zootecnico (16,1 milioni di euro), lattiero-caseario (7,3) e ortofrutticolo (6,2). Nonostante l eterogeneità dei settori produttivi il modello cooperativo costituisce per gli attori agricoli lo strumento privilegiato per la concentrazione e aggregazione dell offerta, l efficienza della trasformazione, l incremento del potere contrattuale in fase di commercializzazione. La cooperazione agroalimentare consente di salvaguardare l autonomia operativa delle singole aziende agricole ed al contempo di rafforzare il loro profilo competitivo dal punto di vista commerciale e di incrementare la remunerazione delle attività produttive, specie per quei comparti che scontano i più elevati livelli di polverizzazione produttiva, come l ortofrutta ed il vino. Fatturato per settore e incidenza sul totale cooperazione (miliardi di euro, 2008) Altro 1,242 Percentuale sul totale fatturato cooperazione agroalimentare 4% Vino 3,736 11% Servizi 6,231 18% Latte 7,043 20% Carne 7,953 23% Ortofrutta 8,158 24% Dimensioni medie di impresa per settore (Dimensione media: 5,9 milioni di euro di fatturato 2008) 16,1 6,2 7,3 4,0 6,1 1,4 Ortofrutta Carne Latte Servizi Vino Altro

Dimensioni & performance La gran parte delle cooperative agricole è di piccole dimensioni: l 84% delle imprese non supera i 7 milioni di euro di fatturato e contribuisce al 29% della fatturato del sistema. Queste cooperative, che operano spesso su scala locale, svolgono un azione di presenza e servizio nel territorio in cui sono presenti. Le oltre 900 cooperative che realizzano più di 7 milioni di euro di fatturato (pari al 16% del totale) più avanzate e aperte anche al mercato internazionale hanno viceversa un peso economico rilevante, generando oltre l 81% del fatturato totale del sistema cooperativo agroalimentare. La dimensione aziendale è la variabile che più di altre spiega la diversa competitività delle cooperative agricole: al crescere delle dimensioni di impresa migliorano i risultati della gestione sotto tutti i punti di vista (capacità di autofinanziamento, efficienza, impatto degli oneri finanziari). La ricerca di dimensioni di impresa più consone alle esigenze del mercato diviene quindi un obiettivo centrale per favorire le performance delle cooperative agricole e conseguentemente migliorare la loro capacità di remunerare i conferimenti dei soci agricoli. Relazione fra risultati e dimensioni della cooperazione (Media 2006-2008, per fasce di fatturato in milioni di euro) Fasce di fatturato (milioni di euro) Totale < 2 2-7 7-40 > 40 Redditività reinvestita* 1,8% 1,0% 1,7% 1,7% 2,0% Efficienza del lavoro (Fatturato / Costo del lavoro) Peso oneri finanziari (Oneri finanziari / Valore produzione 12,2 6,4 11,2 13,3 12,8 1,6% 2,9% 2,0% 1,5% 1,4% * In genere la redditività che emerge dal bilancio delle cooperative viene interamente destinata a patrimonializzazione visto il regime fiscale cui queste imprese sono sottoposte (defiscalizzazione degli utili destinati a riserve indivisibili, fatta salva la parte di redditività sottoposta a imposizione IRES a prescindere dalla sua destinazione); i casi in cui la redditività prodotta viene distribuita ai soci sotto forma di dividendi riguarda infatti solo pochissime realtà, spesso in coincidenza con la presenza di soci finanziatori con i quali non si intrattiene uno scambio mutualistico. Distribuzione del numero di cooperative e del fatturato per classe di dimensione (Per fasce di fatturato in milioni di euro, 2008) < 2 mln da 2 a 7 mln da 7 a 40 mln > 40 mln Fatturato 7% 12% 27% 54% Numero di Imprese 63% 21% 14% 2%

Approvvigionamento di materia prima agricola La cooperazione valorizza la produzione agricola dei soci agricoltori concentrandone l offerta e trasformando la materia prima in prodotti, che commercializza sul mercato nazionale ed estero. Questa mission a vantaggio del socio agricolo è sancita dal requisito della prevalenza mutualistica, che prevede che la materia prima proveniente dai soci (conferimenti) sia superiore in quantità o valore al 50% degli acquisti totali (approvvigionamenti) della cooperativa. Per il totale della cooperazione l incidenza dei conferimenti sugli approvvigionamenti è pari all 86%, a testimonianza della prevalente attività a favore della valorizzazione della materia prima conferita dai soci. La cooperazione effettua il 71% dei propri approvvigionamenti su scala locale. Solo il 26% della materia prima viene acquistata nel bacino nazionale ed appena il 3% è di provenienza estera. Si tratta in quest ultimo caso perlopiù di forniture che consentono alle grandi imprese cooperative di completare la gamma della loro offerta (ad esempio frutta fuori stagione). Lo stretto rapporto che lega la cooperazione al territorio attraverso il socio conferitore fa sì che la cooperazione agroalimentare sia una diretta espressione del modello produttivo made in Italy. Ruolo della cooperazione nel settore agroalimentare italiano Il ruolo della cooperazione nel sistema agroalimentare è di grande rilievo. Nel 2008, con 17,9 miliardi di di approvvigionamenti di materia prima la cooperazione associata ha valorizzato il 36% della produzione agricola italiana (49,8 miliardi di euro). I conferimenti dei soci, che rappresentano la quota maggioritaria (86% pari a 15,4 miliardi ), incidono per il 31% sul totale della produzione agricola nazionale. La cooperazione è un punto di riferimento anche per il settore alimentare: considerando i soli settori produttivi, la cooperazione associata incide per il 24% sul fatturato dell alimentare italiano. Una conferma viene anche dalla Top 50 delle imprese dell agroalimentare italiano: 11 sono le cooperative che detengono un posto in classifica; 2 cooperative entrano nelle prime 10 posizioni. Approvvigionamento di materia prima da soci e non soci (2008) Provenienza geografica degli approvvigionamenti di materia prima (2008) Fornitori non soci 14% Nazionale 26% Estera 3% Conferimento dei soci 86% Locale 71%

Cooperazione & mercato Il presidio della fasi a valle della filiera agroalimentare consente di recuperare delle quote di valore aggiunto e quindi di conseguire una più efficace valorizzazione della produzione agricola conferita dai soci. Circa il 65% del fatturato della cooperazione agroalimentare raggiunge direttamente il mercato a finale, sotto forma di prodotti a marchio proprio (45% ) o private label a marchio del distributore (20%). È ancora elevata però la quota di prodotto che arriva sul mercato in maniera indifferenziata (prodotti finiti senza marchio, 10% delle vendite) o che si ferma ad uno stadio di prima trasformazione (20% fra materie prime e semilavorati e prodotti finiti per altre imprese). L articolazione dei canali di vendita riflette la struttura produttiva. La cooperazione realizza il 50% del proprio fatturato convogliando i propri prodotti tramite canali di accesso diretto al mercato (Grande distribuzione al 31%, dettaglio tradizionale al 9%, pubblici esercizi/horeca al 6% e vendita diretta al consumatore al 4%). Questo è il percorso che seguono in prevalenza i prodotti a marchio proprio e del distributore. La restante quota (42%) è però realizzata attraverso l intermediazione di grossisti o, trattandosi di semilavorati, viene destinata ad altre imprese cooperative o meno per successive trasformazioni. Ruolo della cooperazione nel settore agroalimentare italiano (2008) Coop Non Coop 64% 69% 76% 36% Approvvigionamenti/Produzione Lorda Vendibile 31% Conferimenti/Produzione Lorda Vendibile 24% Percentuale fatturato industria alimentare Tipologia di prodotti venduti e di canali serviti (in percentuale del fatturato, 2009) Prodotti finiti a marchio proprio 45% Altro 5% Materie prime Semilavorati 17% Private Label 20% Prodotti finiti per altre imprese 3% Prodotti finiti senza marchio 10% Vendita diretta al consumatore 4% Pubblici Esercizi HoReCa 6% Dettaglio 9% Grande distribuzione organizzata 31% Altro 8% Altre coop 10% Imprese non cooperative 10% Grossisti 22%

OSSERVATORIO COOPERAZIONE AGRICOLA ITALIANA L Osservatorio nazionale della cooperazione agricola è istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ai sensi della legge n. 231 del 2005. Coordinato da un Comitato Tecnico Scientifico, è sostenuto dalle cinque Organizzazioni di rappresentanza e tutela delle imprese cooperative dell agroalimentare (AGCI Agrital, Ascat UNCI, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare ed UNICOOP). L Osservatorio rappresenta uno strumento di approfondimento ed analisi del fenomeno cooperativo nel sistema agroalimentare nazionale. Offre periodicamente contributi informativi qualificati ed aggiornati, grazie all analisi di dati ufficiali ed ad elaborazioni originali realizzate con indagini dirette (congiunturale, strutturale, casi di studio, focus group) e rappresenta un importante patrimonio informativo disponibile per tutti coloro che a diverso titolo operatori economici, mondo della ricerca, istituzioni, ecc. si confrontano con la cooperazione, componente di rilievo del sistema agroalimentare nazionale. L Osservatorio assolve quindi l obiettivo affidatole dal Ministero di creazione di conoscenza per le istituzioni e gli stakeholder dell agroalimentare al fine orientarne le riflessioni e le scelte in fase di definizione delle politiche di settore. Via Torino 146, 00184 Roma Tel. +39 06469781 Fax: + 39 064881469 E-mail: fedagri@confcooperative.it www.fedagri.confcooperative.it Via G.A. Guattani 9, 00161 Roma Tel. +39 064403147 Fax: +39 0644265301 E-mail: info@ancalega.coop www.ancalega.coop Via Angelo Bargoni 78, 00153, Roma Tel. +39 06583271 Fax +39 0658327210 E-mail: info@agci.it www.agci.it/content/agci-agrital Unione Nazionale Cooperative Italiane Via San Sotero 32, 00165 Roma Tel +39 0639367290 Fax: +39 0639375080 E-mail: uncinazionale@mclink.it www.unci.org Via Alessandria 215,00198 Roma Tel. +39 0644251074 Fax: +39 0644249995 E-mail: info@unicoop.it www.unicoop.it