ALIMENTARE LA CRESCITA Nuove relazioni lungo le filiere agroindustriali
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1 ALIMENTARE LA CRESCITA Nuove relazioni lungo le filiere agroindustriali Udine, 19 luglio2013 Silvia Oliva, Gianluca Toschi Il presente documento è di supporto ad una presentazione orale. I contenuti potrebbero quindi non essere correttamente interpretati in assenza dei commentioralidichinehacurato la stesura.
2 Prima parte IL COMPARTO AGROINDUSTRIALE
3 Unità locali, fatturato, valore aggiunto e occupati Numero unità locali Fatturato * Valore aggiunto * Occupati Manifatturiero IL COMPARTO Agroindustria Quota agroindustria 8,6% 13,1% 9,8% 8,5% * In migliaia di euro Imprese attive Est su dati Istat e Infocamere 1 trim trim trim var. ass Trentino A. A Veneto Friuli V. G Nord Est Italia
4 Variazioni annuali ESPORTAZIONI ,4 4,5-0,6 4,3 2,0 0,0 0,5-4,9 13,6 9,8 9,6 10,8 9,7 0,2 13,5 13,0 14,8 8,0 9,9-0,3-3,8-20, Alimentari, bevande, tabacco Prodotti del manifatturiero Dinamica generale e geografia Variazioni Mondo 45,9 Oceania 69,5 Asia orientale 97,8 Asia centrale 173,1 Medio Oriente 138,2 America centro-meridionale 9,9 America settentrionale 33,8 Altri paesi africani 151,3 Est su dati Istat Africa settentrionale Paesi europei non UE UE a 27 57,2 40,6 362,
5 Indice della produzione industriale ( ) 110 INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE ,6 106,3 96,5 102,4 100,8 102,8 100,9 99,4 2005= ,9 88, ,9 82,7 Est su dati Istat Agroindustria Italia Manifatturiero Italia
6 Variazione dei ricavi (2008=100) 120 RICAVI ,5 100,0 102,3 96,7 104,6 100,3 96, Nord Est Italia Imprese con ricavi 2011 superiori al 2008 (%) Agroindustria 53,5 Nord Est 57,9 Lavorazione carne 53,3 Altri prodotti alimentari 54,9 Prodotti lattiero-caseari 61,8 Est (2013) Prodotti da forno e farinacei Bevande Classe fatturato 46,8 50,7 Fino a 1 milione 48,2 Da 1 a 2,5 milioni 51,8 Da 2,5 a 7,5 milioni 54,3 Da 7,5 a 15 milioni 61,0 Oltre 15 milioni 61,5
7 Fatturato ed esportazioni non esporta 21,7 37,0 41,3 FATTURATO ED ESPORTAZIONI da 0.1 a 9% 34,8 23,2 42,0 Val. % da 10 a 30% 45,3 26,4 28,3 da 31 a 50% 70,8 16,7 12,5 oltre 50% 64,2 17,9 17,9 Est, FriulAdria Crédit Agricole (novembre 2012, n. casi 650) aumento stabile diminuzione
8 Distribuzione delle imprese per quota di fatturato esportata Imprese esportatrici nel settore agroindustria Est FriulAdria Crédit Agricole (aprile 2013, n. casi 722) non esporta da 0,1 a 9% da 10 a 30% da 31 a 50% Oltre 50% Agroindustria 54,5 16,1 15,1 5,5 8,1 Dimensione ,1 12,7 11,7 3,7 3, ,4 17,1 14,9 5,2 11, ,5 18,9 24,5 9,9 9,8 50 e + 18,8 29,0 20,0 10,1 22,2 Territorio Trento 66,6 14,4 9,4 1,5 6,8 Veneto 50,9 16,5 16,4 6,4 9,3 Friuli Venezia Giulia 56,7 16,1 15,8 6,0 4,6 Settori Lavorazione carne 63,2 21,1 9,4 2,8 3,5 Altri prodotti alimentari 41,3 21,8 19,6 7,7 9,5 Prodotti lattiero-caseari 66,3 17,5 6,5 5,3 1,8 Prodotti da forno 76,2 8,4 10,5 2,8 1,0 Bevande 20,7 12,6 27,9 10,5 27,1
9 Passaggio generazionale in tempo di crisi (val. %) 4,1 9,7 11,5 Una priorità assoluta Un'opportunità di cambiamento PASSAGGIO GENERAZIONALE 74,7 Una questione rimandabile Una scelta innoportuna Migliore modello di passaggio generazionale (val. %) Est, FriulAdria Crédit Agricole (novembre 2012, n. casi 650) 12,4 26,1 5,6 Proprietà e gestione in famiglia 55,9 Proprietà alla famiglia e manager esterni Gestione alla famiglia e apertura del capitale Gestione ai manager e apertura del capitale
10 Seconda parte AGROINDUSTRIA E DISTRIBUZIONE
11 Percentuale di ricavi garantita dai diversi canali di vendita (dato medio, val. %) Grossista Dettaglio trad. GDO HO.RE.CA Cons. finale Altre imprese Altro LE SCELTE DISTRIBUTIVE Agroindustria 32,1 18,6 17,0 6,9 16,3 8,9 0,2 Dimensione ,2 23,7 8,4 6,8 20,7 7,1 0, ,6 16,6 17,0 6,7 13,9 9,2 0, ,5 10,5 31,0 8,5 10,8 8,5 0,3 50 e + 14,3 8,5 45,0 5,2 6,4 19,5 1,1 Territorio Trento 30,7 19,5 17,2 7,7 18,1 6,8 0,0 Veneto 33,9 17,8 17,4 7,0 13,6 10,1 0,3 Friuli Venezia Giulia 26,6 21,2 15,1 5,5 25,1 6,4 0,0 Est FriulAdria Crédit Agricole (aprile 2013, n. casi 722) Settori Lavorazione carne 31,0 25,8 17,9 3,1 15,1 7,1 0,0 Altri prod. alimentari 36,9 14,5 19,9 6,8 9,1 12,6 0,2 Prod. lattiero-caseari 30,0 18,3 15,8 3,8 24,6 7,5 0,0 Prodotti da forno 24,7 21,2 14,9 4,2 26,6 8,3 0,2 Bevande 39,6 11,7 15,3 18,1 7,7 7,0 0,6
12 REQUISITI DEL PRODOTTO Eeccesso nella richiesta di parametri qualità 25,4 Rigidi controlli cui si è sottoposti, soprattutto per le private label 27,6 Richieste di capitolati molto restrivi 29,4 PREZZI E MARGINI I PROBLEMI CON LA GDO Aazioni promozionali sempre più frequenti Crescenti richieste di sconti Costi di entrata eccessivi Remunerazione non adeguata del prodotto e bassi margini 30,1 55,6 58,4 65,2 Val. % Richiesta di contributi per apertura negozi Tempi di riscossione lunghi 22,6 37,6 Incremento continuo dei costi per i rinnovi contrattuali 28,7 SERVIZI RICHIESTI Rigidità di fornitura rispetto al processo naturale della prod. 26,9 Condizioni problematiche di consegna (tempi e quantità) 43,4 ASPETTI ORGANIZZATIVI Est, FriulAdria Crédit Agricole (aprile 2013, n. casi 722) Costo a carico del produttore per le eccessive attese scarico Gestione resi Difficoltà nel contatto diretto con i responsabili Professionalità dei buyer non sempre all'altezza 26,2 26,5 25,1 41,2 Difficoltà nel relazionarsi con organizzazioni complesse 25,4
13 Imprese che producono per marchi di terzi (val. %) MARCHI E PRIVATE LABEL Agroindustria Dimensione e + Territorio Trento Veneto Friuli Venezia Giulia Settori Lavorazione carne Altri prodotti alimentari Prodotti lattiero-caseari Prodotti da forno e farinacei Bevande 6,0 17,3 17,3 13,4 20,0 10,8 8,6 21,8 17,7 14,9 26,1 35,0 55,7 Private label= margini molto contenuti per il 63,1% delle imprese 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 Per raggiungere volumi di produzione tali da sfruttare economie di scala 55,9 Est, FriulAdria Crédit Agricole (aprile 2013, n. casi 722) Le motivazioni Per non essere estromesso dal gruppo dei fornitori Perché il prodotto private label fa da apripista ai prodotti con marchio aziendale Maggior redditività 19,9 30,5 27,1 Altro 6,4
14 STRATEGIE DISTRIBUTIVE LE STRATEGIE DISTRIBUTIVE I CLUSTER L'estensione dei mercati di riferimento e quindi la propensione all'esportazione. Il peso dei diversi canali di vendita calcolato come percentuale dei ricavi totali veicolati. Le politiche di marchio. Politiche commerciali Cluster n. casi % Mercato di riferimento Canale di vendita Marchi Solamente Italia Consumatore finale Proprio Solamente Italia Dettaglio tradizionale Proprio Italia + UE Grossisti Proprio ,2 Italia + UE Grossisti e altre imprese di trasf. Di terzi Italia + UE GDO e grossisti Proprio + Pr. label n.c.* 64 8, Est FriulAdria Crédit Agricole (aprile 2013, n. casi 722)
15 10 9 3,5 8 MIX DISTRIBUTIVO E RISULTATI ( ) Italia + UE GDO + grossisti Proprio + private label Italia + UE Gross. + altre imprese Marchi di terzi I diversi mix alla prova dei ricavi e della redditività Est FriulAdria Crédit Agricole (aprile 2013, n. casi 722) ROS medio ( Valore mediano Solo Italia Cons. finale 0 Marchio 2 proprio Variazione media dei ricavi ( ) Valore mediano 4 2,9
16 In futuro, pensate di esplorare la possibilità di vendere all estero? (val. %) I mercati sui quali puntare nel futuro (val. %) Il mercato regionale 6,7 45,8 71,7 STRATEGIE FUTURE: MERCATI 1 Sic. sì 19,9 Prob. sì 22,7 42,6% Prob. no 21,6 57,4% Sic. no 35, Perché non ritenete, in futuro, di esplorare la possibilità di vendere all estero? (val. %) 60 54,4 Il mercato italiano Il mercato dell Unione Europea Il mercato dell Est Europa Il mercato del Nord Africa Il mercato del Sud Africa 8,7 1,9 11 6,3 0 3,3 1,2 0 1,9 0,7 49,8 38,3 49,4 59,8 31,2 Est, FriulAdria Crédit Agricole (aprile 2013, n. casi 722) Non abbiamo la struttura organizzativa (competenze interne) per affrontare i mercati esteri 31,4 La produzione attuale è sufficiente ad alimentare solamente il mercato interno Il mercato asiatico (Cina, India, ) Il mercato del Nord America Il mercato del Sud America 0,6 0,3 7,6 9,8 0 4,3 1, ,8 Non esporta Esporta Totale
17 Terza parte PRODUTTORI E AGROINDUSTRIA
18 Il presidio dei mercati esteri è oggi il principale fattore di successo. IL PRIMO ANELLO DELLA FILIERA Investimenti in qualità Est FriulAdria Crédit Agricole Finora l italian sounding ha determinato la capacità di vendita sui mercati esteri, nonostante le difficoltà legate alla specificità e natura dei prodotti. In questi anni si è puntato molto su una produzione controllata, di qualità, a marchio che ha richiesto molti investimenti che necessitano un riconoscimento commerciale. Il primo approccio: migliore integrazione tra le filiere.
19 Vi è un limite del sistema paese: troppo burocrazia, lentezza nelle decisioni, ridotta difesa dei marchi, politica non specifica. IL PRIMO ANELLO DELLA FILIERA Le richieste al sistema paese Est FriulAdria Crédit Agricole Le richieste specifiche: a) LOGO ITALIA sotto cui portare tutti i marchi per spingere una promozione di sistema e di difesa di tutti gli attori della filiera; b) sostegno a una promozione del territorio: prodotti, turismo, cultura, qualità della vita; c) capacità di chiedere una PAC coerente con le specificità italiane(territorio, produzioni, ecc.); d) più controlli e meno ispezioni.
20 Conclusioni MERCATI ESTERI, QUALITA E RELAZIONI
21 La crisi ha alimentato nuove tensioni nelle relazioni tra i soggetti della filiera. Produttori e trasformatori sono soggetti deboli rispetto alla distribuzione. CONCLUSIONI Est FriulAdria Crédit Agricole Per risolvere le difficoltà sono necessarie NUOVE RELAZIONI: a) con il mercato: capacità di vendere non il prodotto ma il vivere un esperienza legata al territorio, alla qualità della vita, alla cultura, al turismo; b) tra produttori e trasformatori: per mettere al centro la qualità, utile all upgrading del Made in Italy; c) con la distribuzione: per veicolare al consumatore finale il risultato degli investimenti in qualità.
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