LA BALLATA DEL PAESE SENZA MEMORIA progetto Vaninka Riccardi Roberta Villa sviluppo drammaturgico e regia Giorgio Putzolu con Riccardo Colombini, Roberta Mangiacavalli, Vaninka Riccardi, Roberta Villa musiche Roberta Mangiacavalli scene Matteo Riccardi tecnica Teatro d attore, narrazione, canto e musica dal vivo produzione Associazione tra artisti Ciridì 1
SCHEDA DIDATTICA LA TRAMA DELLO SPETTACOLO Che la vita riprenda a scorrere senza Memoria!. È questo l ordine perentorio di un re, che, scampato a una terribile tempesta, decide di chiudere i confini del nuovo regno per impedire che la sua unica figlia possa ricordare le misteriose origini che tanti problemi potrebbero creare al potere regale e a se stessa. I suoi sudditi riprendono a vivere, dimenticando il passato e basandosi su luoghi comuni e pregiudizi su ciò che c è oltre i confini. Ma la principessa cresce e comincia a far domande su cosa c'è oltre il regno, chiede di recuperare la memoria perduta, vuole sapere di sua madre. Di fronte al continuo rifiuto del padre, la ragazzina, non più bambina, si ammala e la sua voce sembra spegnersi. Il re cerca qualcuno che la guarisca, ma nessuno nel suo regno è in grado di farlo. La figlia rischia la morte e quindi il re è costretto a emanare un editto al di là delle frontiere, per cercare aiuto. All editto rispondono tre girovaghi, appartenenti a culture e fedi diverse, che arrivano in città rumorosi, allegri e colorati e cominciano a raccontare alla principessa storie di altri mondi: storie che parlano della creazione della terra, degli uomini, del divino, storie che cercano di rispondere alle domande della giovane principessa sull'esistenza e sulle sue origini, storie che, affrontando la solitudine, la paura e il coraggio, ricostruiscono la Memoria. E gli occhi della principessa si aprono sui mondi oltre i confini del regno e sugli uomini stranieri che li abitano. TEMATICHE TRATTATE I temi che lo spettacolo attraversa sono principalmente due: 1. l'incontro tra le culture, in apparenza lontane, ma unite nella ricerca antropologica del senso dell'esistenza 2. la memoria: se la parola memoria significa cuore, immagini, identità, ricchezza, allora chi la perde, perde se stesso e si smarrisce. Per ritornare a ricordare (recor, re cordis, rimettere nel cuore) è necessario raccontare: La parola ha bisogno di essere accolta e le orecchie, pronte a catturarla, sono la culla dove la parola rinasce. La parola crea contatti e l'ascolto è il luogo del passaggio (cfr. Erri De Luca, Gennaro Matino, Almeno 5, p. 63). Ecco allora che, in un paese che ha perso la memoria delle proprie radici e che sta inevitabilmente morendo, prendono vita, dalla bocca di tre stranieri venuti da lontano, forse angeli travestiti, storie che parlano degli uomini e del divino, della creazione del mondo, della spiritualità come occasione di incontro e confronto tra culture. A nostro avviso queste sono le parole chiave che attraversano lo spettacolo: Memoria Che la vita riprenda a scorrere senza Memoria! dice il re. Alla principessa viene negato di sapere la sua storia, le sue origini. Questo la porta a morire lentamente, come un melo cresciuto in un vaso invece che libero nella terra. 2
Storie di culture diverse si incontrano per creare una memoria collettiva, l'identità del mondo di oggi. Sapere chi siamo e da dove veniamo ci permette di comprendere la società che vogliamo contribuire a costruire. Non c è crescita senza la consapevolezza delle proprie radici. Identità Senza memoria si fatica a costruirsi una propria identità, un senso delle proprie radici. Da dove vengo io? si chiede la principessa, e ce lo chiediamo tutti una volta nella vita. Qui sta la bellezza dell'uguaglianza e della diversità degli uomini; nella ricerca delle origini, nelle domande sui mondi degli altri, nelle storie, si trova l'occasione per l'incontro e il confronto. Questo fa crescere perché provoca un cambiamento, che va affrontato con coraggio. La principessa ricostruirà la sua identità grazie ai girovaghi che portano frammenti di storie da tutto il mondo. Suo padre capirà l'errore e la lascerà partire verso l incontro con gli altri. Intercultura Cosa c'è oltre i confini di questo regno?. Chiede la principessa. E ci chiediamo noi, guardando oltre le nostre pianure, le montagne, il mare. Ci sono altri popoli con altre storie, culture, origini, incredibilmente e sorprendentemente vicine alle nostre. Si dice che a Dio piacciano tantissimo le storie. Che abbia creato gli uomini proprio perché gli raccontassero delle storie. E che abbia regalato agli umani l amore affinché diventassero così tanti in modo da aver la possibilità di sentire storie all infinito. dice Aidha alla principessa. Studiando con curiosità, senza paura, gli altri popoli, anche i più lontani, ci accorgiamo di quante cose in realtà ci uniscono, molte più di quelle che ci dividono. Senza dimenticare che questa coscienza si acquisisce unicamente attraverso la cultura. Diversità Tu hai paura del mondo? Sai, la paura è contagiosa. Ci deve essere qualcuno che ti ama, che tu ami e che ha paura... dice Aidha alla principessa. Il nostro tempo è attraversato dalla paura dell'altro, non importa se nostro vicino di casa o proveniente da oltre confine: abbiamo paura di chi in qualsiasi modo percepiamo come diverso da noi. E ci chiudiamo alla relazione, chiudiamo i confini del nostro paese, della nostra casa, del nostro cuore. Permettiamo alla paura di condizionarci al punto da negarci la curiosità dell'incontro. E invece dall'incontro con i tre stranieri girovaghi la principessa ritroverà le sue radici, la voglia di crescere e la curiosità di esplorare; e i tre recupereranno la ricchezza e la bellezza delle loro diversità culturali e religiose e riscopriranno, grazie alla memoria, di essere fratelli. Straniero Ogni giorno il mondo intero entra nelle nostre vite. Non solo guardando la televisione. Quante volte incontriamo lo sguardo di uno straniero? Paesi lontani prendono forma negli occhi di un nuovo compagno di scuola. Da dove viene? Che viaggio ha fatto? Chi e cosa ha lasciato? Quali storie si raccontano in quel Paese dall'altra parte del mare? L incontro fa scaturire domande. Ci viene voglia di cercare qualche risposta, di conoscere di più, di muoverci. Vogliamo scoprire altri mondi. I tre girovaghi stranieri, con le loro storie, indicano la strada per comprendere l'importanza di conoscere cosa c'è oltre i nostri confini, superando la solitudine e la paura. Basta predisporsi all ascolto per incontrare popoli che, anche se lontani, hanno storie simili tra loro, derivate da uno stesso anelito: farsi domande sulle origini dell'esistenza. 3
Il mio regno non esiste più, non ci sono più sudditi ora ci sono uomini liberi non più schiavi della mia paura e del mio potere ho abolito la parola straniero! Siate liberi anche voi, siate uomini liberi, siate liberi... dice il re alla fine. Chi arriva da fuori aiuta a ricostruire la nostra identità e indagare la nostra memoria trovando punti comuni con le altre storie dell'umanità. SPUNTI DI RIFLESSIONE La drammaturgia dello spettacolo si snoda attraverso un percorso di crescita reciproco che investe tutti i personaggi: - il re, che aveva chiuso il suo regno e il suo cuore, per paura di confrontarsi con sé stesso, con i suoi errori, si trova a capire, grazie all'incontro con i tre girovaghi e alle domande della figlia, quanto è importante affrontare il passato e la propria figlia che sta crescendo, in modo tale da poter finalmente conquistare un presente di libertà - la principessa, che si stava spegnendo, trova nei tre stranieri un aiuto per confrontarsi con le proprie potenzialità, con il padre, e scopre la forza per partire - i tre girovaghi che, dietro la loro esuberanza, nascondono una sottile paura di affrontare le loro differenze e alla fine, grazie alle domande della principessa si trovano costretti a mettersi in gioco, a parlarsi e a ritrovarsi...amici, fratelli. L impianto drammaturgico dello spettacolo è quello della fiaba, nel senso più ancestrale del termine, ovvero il linguaggio tipico dell oralità, popolare, che arriva a tutti e che accomuna tutte le culture. Una fiaba che racconta di un regno chiuso ai confini e alla Memoria. Una fiaba che racconta di un re e di una giovane principessa malata di solitudine. Una fiaba che canta, come una ballata, di tre girovaghi, stranieri ma fratelli. Una fiaba che ci fa incontrare altre culture e altre fedi. Una fiaba che affronta la paura e il coraggio. Una fiaba che racconta di tutti noi, diversi e simili agli altri per domande e origini. Una fiaba che svela che nessun uomo è straniero. E dalle storie che i bambini ricavano inconsapevolmente i codici segreti per aprire la cassaforte del mondo ( ) Le religioni di matrice biblica conoscono bene l importanza della parole: il racconto biblico ti mette davanti a una realtà figlia di un Dio Narratore ( ) Tutto quello che chiamiamo realtà esiste perché Dio lo ha raccontato. Il suo è stato il più potente degli abracadabra, meravigliosa parola di origine aramaica che sembra significhi proprio io creerò come parlo, (cfr. M. Murgia, Ave Mary, p.121-122) TECNICHE E LINGUAGGI UTILIZZATI Lo spettacolo utilizza diverse tecniche: il teatro d'attore, con particolare alla narrazione; la musica è interamente dal vivo: infatti in scena ci sono strumenti e canti dal vivo in assolo o corali. In scena è presente il personaggio del re che è un pupazzo (manovrato e animato da un attore) realizzato in stoffa e cartapesta. 4
Vengono inoltre impiegati diversi elementi scenografici in continuo cambiamento che modificano la scena in un dialogo di interazione con la storia. COME E' NATO LO SPETTACOLO La prima versione di questo spettacolo risale all'estate del 2000: abbiamo realizzato uno spettacolo di animazione sul tema dell'intercultura per la libreria Il Segnalibro di Magenta e successivamente replicato in diversi contesti (soprattutto di strada). La trama di base fin dall'inizio era la stessa: una principessa malata di solitudine e un padre che a malincuore chiama degli stranieri per curarla, perchè all'interno del suo regno nessuno trova una soluzione. Arrivano tre personaggi portatori ognuno di tre culture diverse, che con allegria e linguaggi teatrali diversi (dalla giocoleria, alla clownerie, ai pupazzi) si adoperano per far guarire la principessa. Lo spettacolo è stato poi ripreso nel 2011 con Valerio Bongiorno e successivamente, sotto la guida di Giorgio Putzolu, ha partecipato alla selezione per I Teatri del Sacro nell'edizione 2013. Infine ha debuttato in anteprima il 28 giugno 2013 presso il CinemateatroNuovo di Magenta. FONTI UTILIZZATE La breve bibliografia di riferimento abbraccia storie e miti di creazione di diverse culture e religioni Marco Aime, Una bella differenza, Einaudi, 2009 Clarissa Pinkola Estés, Il giardiniere dell anima, Frassinelli, 1996 Enzo Bianchi, Stranieri come noi, Aliberti Editore RCS, 2008 Michela Murgia, Ave Mary, Einaudi, 2011 Jan Knappert, Dei, spiriti e re della mitologia africana, Arnoldo Mondadori editore, 1987 Kharat Al-Saleh, Dei, profeti e geni della mitologia araba, Arnoldo Mondadori editore, 1985 Ferdinando Albertazzi Fiabe e leggende d'australia, Giunti Editore, 1998 La sacra bibbia, libro La Genesi Erri De Luca, Gennaro Matino, Almeno 5, Feltrinelli, 2008 Erri De Luca, Nocciolo d oliva, ed. Il Messaggero, Padova, 2002 LA COMPAGNIA Le Fenicie Teatro è la compagnia teatrale di Associazione tra artisti Ciridì, gruppo professionistico della provincia di Milano (Magenta) operante sul territorio regionale e nazionale dal 2000 con laboratori teatrali, animazioni e spettacoli. L associazione, fondata da Roberta Villa, Vaninka Riccardi e Micaela Cipullo, è formata da operatori teatrali specializzati e attori in continuo aggiornamento artistico, animativo e formativoeducativo. 5
Le Fenicie Teatro si caratterizza come compagnia di Teatro Ragazzi, con una particolare predilezione per tematiche di carattere civile e sociale. CONTATTI Roberta Villa (referente per Le Fenicie Teatro) 3356582897 Vaninka Riccardi 3337183113 ASSOCIAZIONE TRA ARTISTI CIRIDÌ Sede legale via P. Beretta, 5 20013 Magenta (MI) info@ciridi.com www.ciridi.com http://www.facebook.com/groups/fenicie/ Associazione tra artisti Ciridì Sede legale via P. Beretta 5, 20013 Magenta (MI) P.IVA e C.F. 03487810966 6