FAIB - Confesercenti DOSSIER LA RETE DI DISTRIBUZIONE CARBURANTI ITALIANA ED EUROPEA A RAFFRONTO



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FAIB - Confesercenti DOSSIER LA RETE DI DISTRIBUZIONE CARBURANTI ITALIANA ED EUROPEA A RAFFRONTO 6 Giugno 2007

I NUMERI DELLA DISTRIBUZIONE CARBURANTI IN ITALIA LA RETE DISTRIBUTIVA: 23.800 impianti di distribuzione carburanti 62.000 addetti 2.500 abitanti per impianto 13.1 kmq coperti da un impianto (ovvero circa 8 impianti ogni 100 km) 1.507 autovetture per impianto di distribuzione 112 vetture per kmq CONSUMI DI CARBURANTI E IMPOSTE NEL 2006: 40 miliardi di litri erogati all anno dalla rete distributiva nel 109 milioni di litri di carburante erogati ogni giorno dalla rete distributiva 49 miliardi di euro la spesa annua per l acquisto di carburante 850 euro la spesa procapite per l acquisto di carburanti 27,4 miliardi di euro di imposte raccolte dalla rete distributiva in un anno 2

L Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (Antitrust) e la Commissione Europea individuano nel carattere protezionistico dell attuale sistema della distribuzione di carburanti un ostacolo alla concorrenza e alla riduzione dei prezzi dei carburanti. Si rapporta la consistenza della rete di distribuzione carburanti italiana con quella di altri grandi paesi europei per rilevare l eccessivo numero di pompe operanti in Italia. Le associazioni dei Consumatori denunciano il fatto che la scarsa diffusione di impianti di distribuzione presso le strutture della GDO provoca un costo aggiuntivo per ciascuna famiglia italiana, quantificato in 23 centesimi di euro al giorno, circa 84 euro all anno, pari allo 0,3% della spesa media annua per consumi delle famiglie italiane. Permetteteci qualche considerazione fuori dai soliti cori, che parta dalla conoscenza della rete distributiva italiana e delle sue peculiarità al raffronto con altre reti distributive in Europa. Peculiarità che sono strettamente legate a fattori di tipo strutturale che connotano in maniera singolare questo mercato in Italia. I falsi risparmi per i cittadini Partiamo dai presunti risparmi derivanti da una maggiore diffusione di impianti nella GDO. L apertura di nuovi impianti di distribuzione presso i punti vendita della GDO provocherebbe probabilmente lo spiazzamento e quindi la chiusura di un certo numero di stazioni di rifornimento. Il tasso di sostituzione si può stimare pari ad almeno 4 unità (4 stazioni chiudono per ogni nuova apertura nella GDO 1 ); mentre dal punto di vista dell occupazione, il tasso di sostituzione si stima pari ad almeno 10 addetti. La chiusura di vecchi impianti in seguito all apertura di un nuovo impianto da parte della GDO potrebbe produrre la seguente catena di effetti: a) per fare scorta di carburante si dovrà fare più strada di prima; b) così, l effetto di una maggiore rarefazione della rete sarà quello di annullare in parte i risparmi derivanti da prezzi più contenuti; c) inoltre, una maggiore distanza tra i punti vendita richiederà di fare maggiori scorte e quindi di anticipare più soldi; d) poiché il numero medio di occupati oggi per punto vendita è circa 3 unità, per ogni nuovo punto vendita in self service presso un centro della GD implica una riduzione dell occupazione di circa 10-12 unità. L apertura di circa 200 stazioni selfservice presso la Grande Distribuzione potrebbe comportare una riduzione dell occupazione stimabile in circa almeno 2.500 unità. La riduzione delle pompe Dal 1990 al 2005 ovvero in 15 anni - i punti vendita di carburanti in Italia si sono ridotti di circa 9000 unità, pari ad un calo di circa 600 unità all anno. E vero che in Francia il numero medio di chiusure all anno è stato superiore (circa 1.100 all anno), ma c è da rilevare che: - in Italia nel periodo considerato i chioschi e i punti isolati di vendita di carburanti si sono più che dimezzati (da più di 13 mila a meno di 6000, pari al 56,3%); una stazione di rifornimento su quattro ha chiuso, lasciando spazio ad un discreto sviluppo delle stazioni di servizio (+ 2.105), che hanno offerto ai consumatori e alle famiglie servizi aggiuntivi di qualità, a fronte di notevoli investimenti; - in Francia la razionalizzazione della rete è stata avviata prima che in Italia. Inoltre, in Francia l incidenza del lavoro autonomo è strutturalmente molto più bassa che da noi (oggi il 5% contro il nostro 30%). Inoltre, la ristrutturazione della rete è stata realizzata introducendo massicciamente punti vendita in self service, che offrono prezzi più appetibili ma a fronte di un servizio e assistenza ridotto o inesistente (oggi le due offerte coesistono presso lo stesso distributore e il self service si avvantaggia della presenza del gestore per informazioni, assistenza tecnica, ecc). 1 Si è usato il rapporto tra la vendita media di litri di benzina in un impianto stradale e la vendita di benzina in un impianto autostradale.

Tavola 1 La rete di distribuzione dei carburanti totale Chioschi stazioni di stazioni autostradali Totale rifornimento di servizio 1990 31000 47% 29% 22% 2% 100% 2000 23900 32% 30% 35% 2% 100% 2005 22400 28% 29% 41% 2% 100% 1990-2005 -8600-56% -26% 32% Fonte: Unione petrolifera Tavola 2 Esercizi di vendita di carburante, sedi e unità locali Esercizi di cui: Sedi Unità locali 2000 23.744 21.207 2.537 2002 23.125 20.152 2.973 2004 23.223 19.759 3.464 2006 23.878 19.745 4.133 var. 2000-2006 in valore ass. 134-1.462 1.596 in % 1% -7% 63% Fonte: elaborazioni Confesercenti su dati Osservatorio Nazionale del Commercio Tavola 3 Aperture esercizi vendita carburante Tabella speciale 2004 204 2005 187 2006 168 2004-2005 -8% 2005-2006 -10% Fonte: elaborazioni Confesercenti su dati Osservatorio Nazionale del Commercio Le differenze strutturali tra i paesi europei 4

Le peculiari caratteristiche orografiche e demografiche (migliaia di piccoli comuni, isole e località montane) hanno determinato una rete distributiva diffusa sul territorio al servizio della popolazione. La crescente mobilità dei cittadini ha poi modellato e fatto evolvere la rete distributiva. La scarsa efficienza, la mancata disponibilità o funzionalità di mezzi di spostamento alternativi ha visto nell auto privata il mezzo privilegiato di spostamento. La congestione che attanaglia le città e i forti flussi di trafficoni entrata e uscita dai centri urbani anch essi influiscono sull attuale assetto della rete di distribuzione dei carburanti. Dall analisi dei consumi medi di carburante per autoveicolo in circolazione nei principali paesi europei sembrerebbe che il nostro paese a differenza di Francia, Austria, Belgio e Spagna si usi molto di più l auto privata rispetto ai mezzi pubblici (bus, metro, treno). per gli spostamenti quotidiani o frequenti e si usi moto di più l auto per spostarsi in città. Questo spiegherebbe perché da noi il consumo medio di carburante per ogni auto superi di circa il 30% quello dei paesi appena ricordati (Tavola 4). Stante questa situazione il modello che ci viene proposto appare folle! Tavola 4 Erogato per autoveicolo: graduatoria dei paesi Litri di benzina per autoveicolo 1 Danimarca 1396 2 Svezia 1389 3 Regno Unito 1050 4 Finlandia 976 5 Norvegia 972 6 Germania 892 7 Italia 861 8 Portogallo 844 9 Spagna 712 10 Francia 667 11 Austria 666 12 Belgio 644 Uno studio FAIB del 2003 indagò le relazioni esistenti tra una serie di fattori di natura strutturale, territoriale, demografica e sociale e il risultato dell erogato medio degli impianti a livello nazionale, per macro-aree e per le venti regioni italiane. I fattori che influenzano l erogato medio in Europa Attualmente l erogato medio per impianto è più basso di altri paesi (Tavola 5) e per questo si rimanda sempre all eccessivo numero di punti vendita. Sono invece molteplici gli 5

elementi che incidono sull erogato medio. In Europa i fattori che incidono sull erogato medio sono gerarchicamente i seguenti: 1. rapporto tra impianti e unità di territorio, ovvero impianti per Kmq; 2. il PIL pro-capite 3. il numero di vetture per Kmq 4. il rapporto tra popolazione e impianto (indice di servizio); 5. il rapporto tra vetture e popolazione (indice di motorizzazione) 6. la densità abitativa (popolazione per Kmq). A proposito del fattore 1, gli studi dimostrano che gli impianti di distribuzione carburanti si localizzano dove più favorevoli sono le condizioni di mercato, ovvero dove c è la più elevata concentrazione di veicoli sul territorio (auto per kmq). In sostanza più alta è la concentrazione di veicoli circolanti per unità di territorio più alta è la corrispondente concentrazione di impianti di distribuzione per unità territoriale. Il Belgio ad esempio ha la più alta concentrazione di auto per Kmq e anche il maggior numero di impianti per kmq. La Francia viceversa mostra una rete di impianti rarefatta (2,8 pompe ogni 100 km, ma è un dato coerente con una scarsa concentrazione di autoveicoli per kmq (solo 50 contro 111.9 dell Italia). Guardare pertanto all esperienza francese o a quella spagnola come modelli da seguire per l Italia è un errore grossolano dal momento che le caratteristiche strutturali sono molto diverse. A proposito invece del secondo fattore che influenza l erogato medio, ovvero il PIL pro-capite, dai dati Eurostat relativi al 2006, posto uguale a 100 il PIL pro-capite dell Europa a 25, l Italia presenta un valore pari 103,1, contro 123,4 dell Austria, 118 del Regno Unito, 115,4 della Svezia, 111,1 della Germania e 107.6 della Francia. Solo la Spagna ha un PIL inferiore (96,6) ma un erogato medio elevato. Ovvero, con la sola eccezione della Spagna, è più alto l erogato medio nei paesi dove è più alto il PIL pro capite e questo spiega la posizione bassa in classifica dell Italia (Tavola 5). Tavola 5 Graduatoria dei paesi per erogato medio Erogato/Impianto PIL pro-capite (*) 1 Regno Unito 3.630 118,0 2 Germania 3.230 111,1 3 Francia 3.075 107,6 4 Spagna 2.820 96,6 5 Austria 2.260 123,4 6 Svezia 1.940 115,4 7 Italia 1.655 103,1 8 Finlandia 1.566 111,1 (*) PIL EU25=100 Tavola 6 Graduatoria densità autoveicoli in Europa Veicoli / Kmq Belgio 150,1 6

Olanda 145,7 Germania 118,5 Regno Unito 111,9 Italia 111,9 Svizzera 87,9 Francia 50,5 Austria 47,8 Danimarca 43,6 Portogallo 34,8 Spagna 31,8 Irlanda 18,6 Svezia 9,4 Finlandia 7,4 Norvegia 6,1 Tavola 7 Densità impianti distribuzione carburante in Europa Impianto/ 100 Kmq Belgio 13,8 Olanda 9,8 Svizzera 8,6 Italia 7,8 Danimarca 5,6 Regno Unito 5,1 Germania 4,5 Irlanda 3,6 Austria 3,4 Francia 2,8 Portogallo 2,6 Spagna 1,6 Svezia 1,0 Finlandia 0,6 Norvegia 0,5 I fattori che influenzano l erogato medio nelle regioni italiane I fattori che incidono invece sulla formazione dell erogato medio degli impianti nelle diverse regioni italiane (Tavola 8) sono più o meno gli stessi di quelli che influenzano l erogato medio degli impianti in Europa, ma ordinati gerarchicamente in modo diverso: 1. livello dei consumi pro-capite; 2. la densità abitativa; 7

3. il rapporto veicoli/popolazione; 4. il rapporto popolazione/impianto; 5. il numero di veicoli al kmq; 6. gli impianti al km; 7. l erogato complessivo della rete stradale e autostradale; 8. l erogato del circuito extrarete. Nella tavola 9 si riportano invece i dati per regione della concentrazione di veicoli sul territorio (autovetture, bus, tir ecc) e i dati della disponibilità di impianti per kmq. Le regioni italiane dove l erogato medio è più alto Campania, Lazio e Lombardia - sono quelle dove ci sono più impianti per unità territoriale (impianti per kmq) e dove ci sono più auto per kmq (250-280 veicoli per kmq rispetto a un dato nazionale di circa 140 veicoli /kmq). La maggiore numerosità di impianti è dunque da collegarsi strettamente con l elevato numero di veicoli, autovetture per kmq. Tavola 8 Erogato medio per impianto (mln lt) Lombardia 1,88 Veneto 1,80 Toscana 1,72 E.-Romagna 1,71 Liguria 1,66 Trentino A.A. 1,65 Lazio 1,63 Marche 1,57 Sardegna 1,55 Puglia 1,54 Basilicata 1,48 Friuli V.G: 1,48 Calabria 1,47 Piemonte 1,43 Abruzzo 1,41 Campania 1,39 Umbria 1,34 Sicilia 1,33 Molise 1,31 Valle D'Aosta 1,23 ITALIA 1,60 8

Tavola 9 Densità veicoli e impianti sul territorio Veicoli / Kmq Impianto/ 100 Kmq Lombardia 289 13,3 Campania 288 12,6 Lazio 252 12,8 Liguria 224 11,8 Veneto 186 9,4 E.-Romagna 148 8,3 Sicilia 137 7,2 Piemonte 135 7,7 Puglia 128 6,7 Toscana 127 6,8 Marche 122 7,2 Friuli V.G: 116 7,3 Calabria 86 4,9 Abruzzo 86 5,4 Umbria 82 5,1 Trentino A.A. 50 3,1 Valle D'Aosta 48 2,9 Molise 48 3,2 Sardegna 46 2,7 Basilicata 37 2 ITALIA 142 7,5 Il prezzo delle benzine e del gasolio. Infine una riflessione sul differenziale di prezzo che separa l Italia dal resto dell Europa non tanto sulla benzina e il gasolio per auto quanto sul gasolio da riscaldamento. Le due tavole sottostanti indicano che la vera anomalia italiana è il forte differenziale di prezzo del gasolio da riscaldamento. Mentre infatti il differenziale di prezzo per la benzina senza piombo è circa 6 centesimo di euro con la Francia e di 1,4 eurocent con la Germania (tavola 10), il prezzo del gasolio da riscaldamento è in Italia di quasi mezzo euro al litro più caro che negli altri principali paesi europei (tavola 11). Tavola 10 Prezzo benzina senza piombo (prezzi la litro) al 1 Ottobre 2006 Prezzo industriale Fisco Prezzo al consumo Maggior costo Prezzo benzina benzina in Italia in Italia = 100 Francia 0,387 0,78 1,167 0.06,3 95% Germania 0,394 0,822 1,216 0.01,4 99% Italia 0,461 0,769 1,230-100% Regno Unito 0,397 0,886 1,283-0.05,3 104% Fonte: elab. Confesercenti su dati Dipart. Tesoro, quaderno prodotti petrofiferi 9

Tavola 11 Prezzo del gasolio da riscaldamento al 1 Ottobre 2006 Prezzo Prezzo al industriale Fisco consumo Maggior costo gasolio riscaldam. In Italia Prezzo gasolio riscaldam. in Italia (eurocent) = 100 Francia 0.455 0,157 0..612 478 56% Germania 0,475 0,148 0.623 467 57% Italia 0,505 0,585 1.090 0 100% 0.440 Regno Unito 0.122 0.562 528 51% Fonte: elab. Confesercenti su dati Dipart. Tesoro, quaderno prodotti petroliferi 10