Note di fisica. Mauro Saita e-mail: maurosaita@tiscalinet.it Versione provvisoria, luglio 2012. 1 Quantità di moto.



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Note di fisica. Mauro Saita e-mail: maurosaita@tiscalinet.it Versione provvisoria, luglio 2012. Indice 1 Quantità di moto. 1 1.1 Quantità di moto di una particella.............................. 1 1.2 Quantità di moto di un sistema di particelle........................ 2 2 Principio di conservazione della quantità di moto. 2 3 Urti. 3 3.1 Urtielasticiinunadimensione.... 3 3.2 Urti completamente anelastici................................ 4 4 Esercizi 5 4.1 Soluzioni e risposte...................................... 5 1 Quantità di moto. 1.1 Quantità di moto di una particella. La quantità di moto di una particella di massa m che all istante t possiede velocità v è p = mv (1.1) Se F è la risultante delle forze esterne agenti sulla particella si ha: F = ma = m dv = d(mv) = dp In meccanica classica (cioè, nell ipotesi che la particella abbia velocità molto piccola rispetto a quella della luce) l uguaglianza 0 Nome file: quantita-di-moto.tex 1

F = dp è un modo equivalente di scrivere la seconda legge della dinamica. In ogni istante t la risultante F delle forze esterne agenti sulla particella è uguale alla variazione di quantità di moto della particella. (1.2) 1.2 Quantità di moto di un sistema di particelle. Siano P 1,P 2,...,P n n particelle aventi masse, nell ordine, m 1,m 2,...,m n. Si supponga che le particelle possano interagire tra loro e che su di esse possano agire forze esterne. Si supponga inoltre che nessuna massa entri o esca dal sistema in modo tale che la massa totale M = + + m n del sistema si mantenga costante nel tempo. Dette v 1,v 2,...,v n le velocità delle singole particelle all istante t, si chiama quantità di moto del sistema di particelle all istante t la somma (vettoriale) delle quantità di moto delle singole particelle, cioè P = m 1 v 1 + m 2 v 2 + + m n v n (1.3) Siano F 1, F 2,...,F n le risultanti delle forze esterne agenti, nell ordine, su P 1,P 2,...,P n. Allora si ha: F 1 + F 2 + + F n = m 1 a 1 + m 2 a 2 + + m n a n dv 1 = m 1 + m dv 2 2 + + m dv n n = d(m 1v 1 ) + d(m 2v 2 ) + + d(m nv n ) = d(m 1v 1 + m 2 v 2 + + m n v n ) = dp Quindi se F = F 1 + F 2 + + F n è la risultante delle forze esterne agenti sul sistema di particelle si ha: F = dp (1.4) L ultima uguaglianza è l estensione di (1.2) al caso di un sistema di n particelle. 2 Principio di conservazione della quantità di moto. Se la risultante F delle forze esterne di un sistema di particelle è nulla, da (1.4), si ottiene: cioè dp =0 (2.1) 2

Vale quindi il principio di conservazione della quantità di moto P = costante (2.2) Se la risultante delle forze esterne agenti su un sistema di particelle è zero allora il vettore quantità di moto totale del sistema ècostante. 3 Urti. Un urto tra due particelle si dice elastico se, durante l urto, l energia cinetica del sistema si conserva, in caso contrario l urto si dice anelastico. Se le due particelle, dopo l urto, rimangono a contatto l urto si dice completamente anelastico (è questo il caso di un proiettile che rimane conficcato nel bersaglio). Le collisioni tra particelle atomiche e nucleari sono a volte (ma non sempre) elastiche. Questi sono gli unici urti veramente elastici che si conoscono; nonostante gli urti tra corpi estesi siano anelastici, in alcuni casi si possono trattare come elastici. Ad esempio, l urto tra due sfere di acciaio o di vetro è, con buona approssimazione, elastico. 3.1 Urti elastici in una dimensione. Si consideri il caso di due particelle A e B di masse rispettivamente m 1 e m 2 che, muovendosi lungo la retta AB, si urtano in modo elastico. Durante l urto le particelle esercitano una sull altra delle forze che risultano dirette come AB; pertanto dopo l urto i moti delle due particelle avvengono ancora lungo la medesima retta. v 1i v 1f v 2f (a) (b) Figura 1: Esempio di urto elastico: (a) due sfere prima dell urto; (b) le sfere dopo l urto Dette v 1i, le velocità delle due particelle prima dell urto e v 1f, v 2f le velocità dopo l urto si ha m 1 (v 1i v 1f ) = m 2 (v 2f ) (3.1) m 1 (v 2 1i v 2 1f ) = m 2 (v 2 2f v 2 2i) (3.2) La prima uguaglianza esprime la conservazione della quantità di moto mentre la seconda la conservazione dell energia cinetica (l urto èelastico). Notelemasseelevelocitàinizialiè possibile conoscere le velocità finali delle due particelle. Da (3.1) e (3.2) si deduce immediatamente che una soluzione al nostro problema è v 1f = v 1i, v 2f =. In questo caso non vi è stato alcun urto. Posto allora v 1f v 1i e v 2f si divida l uguaglianza (3.2) per (3.1); si ottiene il seguente sistema di equazioni: m 1 (v 1i v 1f ) = m 2 (v 2f ) v 1i + v 1f = v 2f + 3

Ricavando, ad esempio, v 1f e dalla seconda equazione e sostituendo nella prima si ottengono le velocità finali delle due particelle [Esercizio], cioè v 1f = v 2f = ( m1 m 2 ( 2m1 ) ( ) 2m2 v 1i + ) v 1i + ( m2 m 1 m 1 m 2 ) Analisi di alcuni casi interessanti. 1. Se m 1 = m 2 si ottiene v 1f =, v 2f = v 1i,cioè se le masse sono uguali le velocità delle due particelle si scambiano. 2. Se m 1 = m 2 e = 0 si ottiene v 1f =0,v 2f = v 1i,cioè se le masse sono uguali e la seconda particella è ferma allora la prima particella si ferma di colpo mentre la seconda acquista la velocità che possedeva la prima. 3. Se m 1 m 2 e = 0 si ottiene v 1f v 1i, v 2f 0, cioè sem 1 èmoltopiù piccola di m 2 e la seconda particella è ferma allora la velocità della prima particella viene approssimativamente solo cambiata di segno e la seconda particella rimane pressochè ferma(è il caso di una palla che cade verticalmente sulla terra con urto elastico). 4. Se m 1 m 2 e = 0 si ottiene: v 1f v 1i, v 2f 2v 1i,cioèsem 1 èmoltopiù grande di m 2 ela seconda particella è ferma allora la velocità della prima particella rimane praticamente invariata mentre la seconda, inizialmente ferma, acquista una velocità che è circa il doppio della velocità della particella incidente (è il caso di una palla da bowling che urta contro un palloncino gonfiato ad aria e inizialmente fermo). 3.2 Urti completamente anelastici. Si considerino due particelle di massa m 1, m 2 che si muovono lungo la stessa direzione l una verso l altra con velocità v 1i,. Dopo l urto le due particelle rimangono a contatto e la loro velocità è v f. In questo caso la quantità di moto totale si conserva mentre l energia cinetica no. v 1i v 1f (a) (b) Figura 2: Urto completamente anelastico: (a) le due sfere prima dell urto; (b) le sfere dopo l urto In questo caso, la direzione del moto prima e dopo l urto è la stessa (il moto è unidimensionale), pertanto basta considerare le intensità delle velocità, senza preoccuparsi della loro direzione. La quantità dimotodelsistemaprimaedopol urtorimanelastessacioè m 1 v 1i + m 2 =( )v f (3.3) Note le velocità iniziali delle due masse è quindi possibile determinare la velocità finale v f. Esempio. Con riferimento all urto descritto in figura 2, si sa che m 1 =1Kg,m 2 =3Kg,v 1i = 0, 5m/s, =2m/s. Qual è lavelocità dopo l urto delle due sfere? Soluzione. La quantità di moto del sistema formato dalle due sfere si conserva, da (3.3) si ricava 1 0, 5 3 2=4v f e quindi v f = 1, 375 m/s. Il segno meno sta a indicare che il moto (orizzontale) delle due masse è orientato da destra verso sinistra (come ). 4

4 Esercizi Esercizio 4.1. Due canoe A e B sono affiancate in mezzo a un lago. Nell intento di allontanare le due imbarcazioni il canoista che si trova sulla canoa A spinge la canoa B con una forza di 46 N. Sapendo che la massa della canoa A edelsuooccupanteè 130 Kg mentre quella della canoa B edel suo occupante è 250 Kg. Calcolare la quantità di moto di ciscuna canoa dopo 1, 20 s dalla spinta. 4.1 Soluzioni e risposte. 5