Relazione introduttiva. di Roberta Turi (Segretaria nazionale Fiom-Cgil) BOZZA NON CORRETTA



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Transcript:

Relazione introduttiva di Roberta Turi (Segretaria nazionale Fiom-Cgil) BOZZA NON CORRETTA

Relazione introduttiva L'INDUSTRIA DEL SILICIO IN ITALIA, QUALE FUTURO? Il silicio ultrapuro è un semiconduttore intrinseco e può essere reso più conduttivo con l'aggiunta di altri elementi e utilizzato in transistor, pannelli solari, e altre apparecchiature a semiconduttori, che sono utilizzate in elettronica e altre applicazioni ad alta tecnologia. Nel nostro paese esistono imprese importanti di progettazione e produzione di dispositivi per elettronica, MEMS (sistemi micro-elettro-meccanici), nanoelettronica, fotovoltaico, che hanno creato, negli anni, lavoro di qualità e buona occupazione. Oggi alcune di queste imprese sono a rischio. Quale è la prospettiva per l'occupazione in questo settore? L'INIZIATIVA DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLA MICRO E NANOELETTRONICA Le associazione per lo sviluppo della nanoelettronica in Europa, Aeneas e Catrene, hanno consegnato nel novembre 2012 a Neelie Kroes, Vice-Presidente della Commissione Europea, un documento dal titolo L'innovazione per il futuro dell'europa: la nanoelettronica verso il 2020 che propone un programma di ricerca e innovazione per aiutare ad indirizzare le sfide della società e mettere in sicurezza il futuro dell'industria della nanoelettronica. Nel documento si evidenzia il bisogno, per l'europa, di incrementare in maniera consistente gli sforzi in ricerca e innovazione nell'ambito della nanoelettronica per poter continuare ad essere competitivi a livello mondiale. La proposta, che viene da aziende e istituti di ricerca europei, dimostra come sia possibile effettuare un investimento complessivo, pubblico e privato, di 100 miliardi di euro fra il 2013 e il 2020. Anche a seguito dell'iniziativa dei ricercatori e dell'industria elettronica la Commissione europea ha varato a maggio scorso una campagna per coordinare gli investimenti pubblici nel settore della micro e nanoelettronica. L'obiettivo è quello di espandere la base manifatturiera europea di punta. La vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes sostiene che "altri stanno investendo in modo massiccio nei circuiti integrati per computer e l'europa non può permettersi di restare al palo. Dobbiamo rafforzare e collegare i nostri punti forti e sviluppare nuove forze. Per garantire questa trasformazione è necessario coordinare rapidamente e con forza gli investimenti pubblici fra l'ue, gli Stati membri e le regioni". L'intenzione è quella che la produzione di chip raddoppi fino a rappresentare circa il 20% della produzione mondiale. Secondo la Kroes l'europa deve produrre più chip in Europa di quanti ne producano gli Stati Uniti sul loro territorio. Dipende tutto da come si distribuiscono gli investimenti. Gli elementi chiave di questa strategia industriale includono: Investimenti in ricerca e sviluppo più cospicui e meglio coordinati per massimizzare l'impatto degli investimenti dell'ue e degli Stati membri grazie a una collaborazione transfrontaliera più stretta che dovrebbe vedere il 70% dell'investimento pubblico dallo Stato e il 30% dall'ue. Rafforzare i tre poli europei di eccellenza dell'elettronica: Dresda, Eindhoven/ Lovanio e Grenoble, collegandoli con altri poli europei d'avanguardia come Cambridge (UK), Carinzia, Dublino e Milano. La strategia sarà incentrata su tre direttrici complementari: abbassare il costo dei chip, renderli più veloci e più versatili. Stanziare 10 miliardi di euro di fondi privati, nazionali, regionali e Ue, per un insieme di

obiettivi comuni in termini di ricerca e sviluppo, compresi 5 miliardi di euro per mezzo di un partenariato pubblico-privato. Questo partenariato settennale interessa tutta la catena del valore e dell'innovazione nel settore dell'elettronica, compreso il finanziamento di progetti di ampia portata nell'ambito del programma di ricerca dell'ue "Horizon 2020". Secondo Neelie Kroes con questa strategia l'industria europea sarà nelle condizioni di convertire le innovazioni ingegneristiche in tecnologie suscettibili di sfruttamento commerciale. L'implementazione di questa strategia assicurerebbe: 1. 2. 3. 4. Maggiore disponibilità di micro e nanoelettronica per l'industria chiave europea Un'espansione della catena del valore e dell'ecosistema, aumentando anche le opportunità per le piccole e medie imprese. Investimenti maggiori nella manifattura Stimolo all'innovazione attraverso la catena di distribuzione per elevare la competitività industriale europea IL CONTESTO EUROPEO I componenti e i sistemi di micro e nanoelettronica non sono essenziali solamente per i prodotti e i servizi digitali. Sostengono anche l'innovazione e la competitività di tutti i maggiori settori economici. Le automobili di oggi, gli aerei e i treni sono più sicuri, efficienti dal punto di vista energetico e confortevoli grazie alle loro parti elettroniche. Vale lo stesso per i dispositivi elettromedicali, apparecchi domestici, reti energetiche e sistemi di sicurezza. Questo è il motivo per cui la micro e nanoelettronica è una tecnologia abilitante fondamentale ( Key Enabling Technology -KET) ed è essenziale per la crescita e per l'occupazione nell'unione Europea. Oggi l'industria elettronica europea occupa direttamente 200mila persone e indirettamente un altro milione, mentre sussiste una domanda non soddisfatta di personale qualificato. Secondo la Commissione, negli ultimi 15 anni sono stati compiuti importanti sforzi per creare poli industriali e tecnologici in Europa. Dato l'ampio ventaglio di possibilità e le sfide affrontate dal settore, è ora urgente intensificare e coordinare tutte le pertinenti attività del settore pubblico in Europa. Tutti i settori economici in Europa sono destinati a trarre beneficio da questa strategia, poiché almeno il 10% del Pil dipende dai prodotti e dai servizi elettronici. COSA INTENDE FARE L'ITALIA? Questo è quello che dice e intende fare l'europa fare l'italia? Oggi siamo qui per capire insieme Economico De Vincenti, alla Regione Sicilia e al come si declina l'analisi europea nel nostro paese per la micro e la nanoelettronica. Cosa intende al sottosegretario del Ministero Dello Sviluppo Comune di Catania che si è appena insediato, e nelle regioni. IL CONTESTO ITALIANO Con riferimento al settore della microelettronica (semiconduttori) il mercato in Italia impiega 15.000 addetti e vale circa 1 mld euro; è quindi un mercato marginale rispetto a quello europeo (38 mld euro) e globale (230 mld euro). E comunque interessante notare che in Italia vi sono realtà industriali che competono ad alto livello sul mercato mondiale (STM 1 in Europa e 7 nel mondo e Micron, con 3.000 addetti). I poli importanti dell offerta dei semiconduttori sono Stati Uniti, Giappone e Taiwan. Rispetto al passato nuovo attore è la Corea che ha un elevato tasso di innovazione. L applicazione di questi prodotti è frequente in tutti i settori della vita quotidiana, la parte più importante è rappresentata da cellulari, computer, automobili. L andamento del settore procede a ondate di innovazione, attualmente la nuova frontiera delle applicazioni interessa la salute e l efficienza energetica, oltre alle nuove applicazioni nella nanotecnologia e nella microtecnologia. Le PMI operanti nel settore della componentistica elettronica in Italia (con fatturato d 1 A 50 ML di euro) hanno dimostrato una buona capacità di recupero dalla crisi (basato sullo studio di un campione di azienda dopo la crisi del 2009) con una certa difficoltà però a mantenere i livelli di

marginalità adeguata, con un livello di indebitamento inferiore alla media delle imprese operanti nel manifatturiero. Si tratta di un mercato molto maturo che attualmente cresce, indipendentemente dalla crisi, di circa 4,5% l anno. LE MAGGIORI AZIENDE ITALIANE SONO: STMicroelectronics Azienda italo-francese con sede a Ginevra (Svizzera). In Italia e' controllata per il 27% dal Ministero dell'economia e delle Finanze. È uno dei più grandi produttori mondiali di componenti elettronici, usati soprattutto nell'elettronica di consumo, nell'auto, nelle periferiche per computer, nella telefonia cellulare e nel settore cosiddetto "industriale". Il transponder del Telepass, da tenere sul cruscotto dell'auto, è prodotto dalla ST, così come i sensori di movimento presenti ormai su tanti smartphone e tablet come ipad e altri. In Italia il numero di 8000 addetti Di St parleranno dopo di me alcuni RSU: Marco Volpi di Castelletto, Rossella Previti di Catania Micron Italia Semiconductor (gruppo Micron Technology Inc.) Società operante nel settore della microelettronica, con sedi dislocate a livello mondiale e sede centrale situata nella città di Boise, stato dell Idaho, USA. E specializzata nella produzione di memorie a semiconduttore che realizza impiegando diverse tecnologie, ognuna specifica per una applicazione ed esattamente si tratta di memorie di tipo RAM, NOR, DRAM, NAND, PCM che realizza ed assembla in una larga varietà di formati e prodotti. Nel 2010 Micron è tra i primi 10 venditori di semiconduttori al mondo. Conta oggi 1115 addetti. Della Micron Semiconductor parlerà dopo di me Francesco Furnari, Rsu Micron a Catania A Catania esiste anche la 3Sun: 3Sun L'8 luglio 2011 è stata inaugurata a Catania la 3SUN, fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici, una Joint Venture paritetica tra Enel Green Power, Sharp e STMicroelectronics. L'azienda produce in modo integrato celle e moduli fotovoltaici a film sottile multigiunzione con una capacità iniziale di 160 MW/annui La 3Sun si pone l'obiettivo di soddisfare la domanda dei mercati del solare di Europa, Medioriente e Africa (EMEA), avvalendosi sia di progetti in sviluppo, sia delle reti di vendita di Enel Green Power e Sharp. Sulla 3Sun interverrà dopo di me Claudio Colletti, iscritto Fiom della 3Sun IL TAVOLO DI CONFRONTO SULLA MICROELETTRONICA A febbraio, quando ancora era in carica il governo Monti, fu convocato un incontro su iniziativa del sottosegretario De Vincenti tra il Ministero della Sviluppo Economico, le OOSS e l Anie con l'obiettivo di istituire un tavolo di confronto finalizzato a fare il punto della situazione del settore della microelettronica, per meglio individuare le sfide competitive del mercato ed attivare le azioni necessarie per ottenere il giusto posizionamento delle aziende italiane. Quel tavolo va riattivato perché dal nostro punto di vista l'italia deve prendere l'iniziativa per sviluppare questo settore strategico. COSA CHIEDIAMO AL GOVERNO: Quale ruolo deve giocare il governo su questo settore strategico per il nostro paese? Nella vicenda di ST Ericsson, il Governo Francese, sotto la pressione del sindacato di quel paese, e` stato attore principale, pur in condizioni molto difficili, poiché i conti di quell azienda, creata e controllata da ST, sono andati nel corso degli anni di male in peggio, e ha operato affinché 700 ricercatori venissero riassunti in St in nome della salvaguardia delle potenzialità e del rafforzamento dello sviluppo del comparto. Il Governo Italiano che è il principale azionista di riferimento per ST in Italia e` stato latitante, sulle questioni più volte denunciate, dal mancato avvio di M6, al ritardo nell ampliamento di CT8, dall assenza di una politica sinergica sulle nanotecnologie ed i semiconduttori, lasciando la Dirigenza di ST in balia di se stessa: ci si e`

trovati nell assurdo paradosso che gli utili creati dalla parte italiana sono serviti a porre inutili pezze ad un progetto fallimentare come quello di ST Ericsson. La Francia, diversamente dall Italia, ha adottato in questi anni una politica mirata di incentivi al settore microelettronica riuscendo in tale modo a preservare e rafforzare i progetti nazionali. Per tutte queste ragioni un intervento del Governo per il settore deve essere centrato sui seguenti punti: 1. mettere in atto urgenti e concrete iniziative per garantire la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali del settore, Lfoundry di Avezzano e Micron Semiconductor compresi, ricorrendo nel caso di difficoltà esclusivamente a strumenti conservativi quali i contratti di solidarietà. 2. Rispetto a Stm puntare a riequilibrare l occupazione in St tra Francia e Italia oggi squilibrata in favore della Francia anche in ragione dello scorporo delle memorie dal core business di STM. come azionista di riferimento di Stm, confermare attraverso azioni concrete il carattere strategico che Stm ha per il paese, attivandosi per mantenere in parità l assetto azionario con la parte francese. 3. 4. in qualità di azionista pubblico, intervenire presso la Micron Semiconductor affinché, anche nel rispetto degli impegni assunti in precedenza, predisponga un piano di investimenti capace di dare una prospettiva certa al futuro dei siti di Agrate e Catania. 5. mettere in atto tutte le iniziative necessarie, anche di garanzia e controllo, affinché l abbandono da parte di Micron del sito di Avezzano non produca perdite occupazionali e dispersione di competenze importantissime. individuare strumenti di politica industriale pubblica e risorse pubbliche a sostegno dell attività di R&S delle imprese. mettere in atto azioni per intensificare le interdipendenze tra settori ad alta tecnologia a monte e industrie a valle per generare feed-back e circoli virtuosi e processi innovativi che si propaghino verso i settori. Aprire un tavolo di settore nel quale affrontare i predetti punti e analizzare e valutare i piani industriali delle aziende 6. 7. 8. Il Governo italiano, detentore insieme al Governo francese del pacchetto azionario di controllo di ST, deve dare garanzie serie non solo sul terreno occupazionale, ma anche su quello del modello di sviluppo sul quale ritiene di puntare per la nostra regione. C'è uno squilibrio di investimenti tra il Nord (dove ST ha assunto più di 400 persone negli ultimi due anni) e il Sud (dove non vengono rimpiazzati nemmeno i pensionamenti) ci preoccupa fortemente. L'ETNAVALLEY Quella di oggi è un'iniziativa a carattere nazionale e territoriale insieme. Siamo qui a Catania non a caso. L'Etnavalley ha rappresentato per questa città, per questo territorio, un'opportunità che si è realizzata. Oggi però questa opportunità corre dei seri rischi. L'Etnavalley mutua il suo nome dalla famosissima Silicon valley californiana, chiamata "Silicon" per la forte concentrazione iniziale di fabbricanti di semiconduttori e di microchip (entrambi basati sul silicio), che funsero da polo attrattore per l'insediamento successivo di aziende di computer, produttori di software e fornitori di servizi di rete. Quella valle mitica è la valle dove Steve Jobs incominciò a costruire i suoi primi lavori nel garage dei genitori quando aveva appena 20 anni, diventando poi uno dei fondatori della Apple computer nel 1976. Nella Silicon Valley sono situate migliaia di aziende ad alta tecnologia come Microsoft, Oracle, Intel, Hewlett packard, Facebook, Google, Yahoo. Tutto il migliore hardware, software, e i social network inventati, ingegnerizzati e prodotti a livello mondiale. Nella Silicon Valley ci sono alcune tra le migliori università statunitensi, come l'università di Stanford e Berkeley.

Nella valle dell'etna qualche anno fa si pensò di realizzare qualcosa di simile a quello che c'era aldilà dell'oceano. Alla fine degli anni novanta in seguito all'attività di promozione del sindaco Enzo Bianco, oggi nuovamente sindaco di Catania, e all'attività imprenditoriale del siciliano Pasquale Pistorio, si realizzò un insieme di aziende attorno al nucleo costituito dalla ST Microelectronics, di cui era presidente. Con la collaborazione dell'università degli studi di Catania e del CNR, altre aziende decisero di realizzare centri di ricerca con l'impegno di utilizzare i giovani laureati presso l'ateneo catanese. Attorno alla St sorse un indotto di aziende come Sat, Meridionale Impianti e il gruppo di imprese collegate. Oggi la Sat ha chiuso e la Meridionale impianti è stata fortemente ridimensionata. Nel 2005 erano circa 159 le aziende del polo tecnologico. Oggi sono meno di 80. Primo problema è stato un ridimensionamento degli investimenti di St, e negli anni è calato l'interesse da parte della Regione Sicilia. Oggi interverrà anche Maurizio Avola, ricercatore in Sociologia dei processi economici e del lavoro presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'università di Catania, che ha pubblicato un articolo sul sistema produttivo dell'elettronica di Catania che analizza le trasformazioni recenti e che ci parlerà delle conclusioni cui è giunto con la sua ricerca. COSA INTENDONO FARE LA REGIONE SICILIA E IL COMUNE DI CATANIA? Siamo al depauperamento industriale di un territorio del mezzogiorno che aveva puntato sull'industria di qualità e che ha tutte le caratteristiche per andare avanti su quel percorso. Abbiamo bisogno più che mai di sostegno e della volontà politica dei vari soggetti istituzionali, governo centrale, Regione, Comune, al fine di mantenere e sviluppare ulteriormente queste produzioni. Come intende agire la Regione Sicilia? Che intende fare il neo sindaco Bianco che negli anni 90 contribuì a realizzare quel progetto? Intende osare ancora e credere nella possibilità per una territorio come quello catanese di non essere solo luogo di turismo e cultura, ma un importante polo tecnologico? Per la Fiom-Cgil la micro e nanoelettronica è stata e rimane un'occasione per dare al paese lavoro di qualità, buona occupazione. In un territorio come quello siciliano si devono compiere tutti gli sforzi possibili per salvaguardare questo patrimonio, partendo da una strategia di sviluppo del settore e da un corretto utilizzo dei fondi comunitari. L'Italia, la Sicilia, non possono permettersi di restare al palo. Anche qui è possibile creare occupazione di qualità, lavoro con diritti. Cambiare è possibile, cambiare si può e si deve.