COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE BREMBANA

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Transcript:

COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE BREMBANA 120

Comprensorio Alpino di Caccia Val Brembana Superficie totale (Ha) 51.661,11 Superficie territorio agro silvopastorale (Ha) 50.480,40 Comuni appartenenti all ambito Foppolo, Valleve, Carona, Piazzatorre, Branzi, Valtorta, Isola di Fondra Piazzolo, Roncobello, Moio de`calvi, Valnegra, Piazza Brembana, Vedeseta, Oltre il Colle, Lenna, Taleggio, Camerata Cornello, Dossena, Serina, S.Giovanni Bianco, Cornalba, Gerosa, Mezzoldo, Averara, Santa Brigida, Cusio, Ornica, Olmo al Brembo, Cassiglio, Caratteristiche ambientali Il Comprensorio alpino è disegnato dal bacino idrografico del Brembo che all altezza di Lenna si suddivide in due rami, ad ognuno dei quali corrisponde una valle principale, che a sua volta si ripartisce in numerose convalli tributarie. La parte meridionale del Comprensorio alpino comprende anche il bacino del torrente Enna (Valle Taleggio) e il bacino della Val Parina, tributari del solco principale della Val Brembana. I limiti settentrionali ed occidentali del CA corrono invece sulle linee spartiacque con il bacino primario dell Adda corrispondenti con i confini amministrativi delle province di Sondrio e di Lecco. Dal punto di vista vegetazionale il CA rientra completamente nella zona cosiddetta alpina; procedendo per strati altimetrici sono presenti a seconda degli orizzonti: la vegetazione erbaceo arbustiva dell ambiente nivale, la vegetazione degli ambienti alpini, caratterizzata dagli insediamenti vaccinio rododendreti, la vegetazione degli ambienti subalpini con consistenti popolamenti di aghifoglie, la vegetazione degli ambienti montani con formazioni forestali a predominanza di latifoglie e, nell orizzonte più basso la vegetazione degli ambienti sub montani rappresentata dal trinomio roverella, carpino nero e orniello. In tutti gli orizzonti è marcata la presenza di aree aperte coltivate a prato pascolo, in forte regresso per della riforestazione naturale incipiente soprattutto alle quote più basse. Vocazioni e potenzialità faunistiche Il territorio del CA risulta particolarmente vocato agli ungulati selvatici, del territorio sia bovidi alpini come camoscio e stambecco, che cervidi come il capriolo e il cervo. Per queste gli ungulati selvatici le aree di distribuzione potenziale coincidono con l areale di presenza delle singole specie. In taluni settori risulta elevata la vocazionalità ai galliformi alpini come il gallo forcello, la coturnice e la pernice bianca. Per queste specie di avifauna tipica alpina l areale potenziale risulta più ampio rispetto all areale di distribuzione delle singole specie. Il territorio del CA risulta parzialmente vocazionale ai lagomorfi, lepre comune e lepre variabile, per queste specie l areale di distribuzione potenziale coincide con l areale di presenza, anche se con densità fortemente disomogenee. Emergenze faunistiche I censimenti svolti in campo faunistico hanno permesso di realizzare un quadro di sufficiente dettaglio circa la distribuzione sul territorio di numerose specie di vertebrati terrestri. In base alla presenza di un numero più o meno elevato di specie, anche non di interesse venatorio, e alla loro diversa valenza naturalistica, con un analisi di tipo sinecologico risulta possibile definire le principali emergenze faunistiche di rilevante interesse conservazionistico meritevoli di interventi mirati di tutela a lungo termine, tra queste: pernice bianca, lepre alpina, stambecco e aquila reale. 121

Interventi per la ricostituzione del patrimonio faunistico Zone in cui sono collocati gli appostamenti fissi Zone in cui sono collocabili appostamenti fissi L area individuata come vocazionale a queste specie coincidente con i livelli altitudinali compresi tra i novecento e i tremila metri s.l.m., assume un indubbio valore per la conservazione di queste specie di grande interesse naturalistico e conservazionistico. Sul territorio del CAC è stata accertata, dal 2009, più volte la presenza dell'orso bruno. Nei SITI NATURA 2000 (SIC ZPS) fatto salvo il divieto di introduzione di specie non autoctone previsto dall art. 12 del D.P.R. 357/97, ogni intervento di reintroduzione di fauna selvatica all interno dei siti e nelle aree limitrofe, definite tali sulla base della mobilità delle specie oggetto delle reintroduzioni stesse, è sottoposto a specifica Valutazione di Incidenza. Sono sottoposte all obbligo di valutazione di incidenza la localizzazione e le modalità di gestione delle zone di ripopolamento e cattura nel caso vengano previste all interno dei Siti della Rete Natura 2000, nonché in un raggio di 1000 metri dal confine degli stessi; le attività di prelievo nelle ZRC dovranno comunque essere concordate preventivamente con l Ente gestore. Ripopolamenti Sono consentiti esclusivamente nella zona di minor tutela con le specie lepre comune, fagiano e starna. Nei Siti di rete Natura 2000, per gli interventi di ripopolamento è obbligatorio utilizzare esemplari provenienti da aree del territorio provinciale o comunque, localizzate in contesti ambientali analoghi a quelli caratterizzanti le zone di intervento, evitando dove possibile il ricorso ad esemplari provenienti da zone al di fuori del territorio regionale, inoltre è vietata l immissione di esemplari di fagiano nella Oasi di Protezione ubicate all interno dei siti della Rete Natura 2000. Reintroduzioni Gallo cedrone, coturnice, marmotta, gipeto. Qualsiasi intervento di reintroduzione effettuato nel territorio provinciale dovrà essere sottoposto a Valutazione di incidenza che sarà di competenza di Regione Lombardia. Introduzioni Nessuna Su tutto il territorio a caccia programmata, anche nei territori del C.A.C. ricompresi nella rete Natura 2000, ad esclusione delle aree protette dalla L.157/92 e dalla L. 394/91. Maggior dettaglio in allegata cartografia tematica. Sono collocabili su tutto il territorio del CAC a gestione programmata della caccia in zona di minor tutela. Non è consentito impiantare appostamenti fissi di caccia a distanza inferiore di 400 metri dai confini delle Oasi di protezione, delle Zone di ripopolamento e cattura, nonché 122

dei Parchi nazionali e Riserve Naturali. Non è consentito impiantare nuovi appostamenti fissi di caccia nella Zona di maggior tutela. Il rilascio di autorizzazioni per nuovi appostamenti fissi nei Siti della Rete Natura 2000 e entro una fascia di 1.000 metri dagli stessi è sottoposto a specifica valutazione di incidenza, compresi quelli di cui all'art. 25, c. 14 della L.R. 26/1993; sono derogati da questo precetto esclusivamente il rinnovo dell'autorizzazione o il cambio di titolare di quegli appostamenti fissi di caccia dei quali è già stata acquisita in precedenza valutazione di incidenza positiva ovvero non negativa. Istituti faunistici e zone di divieto venatorio Tipologia istituto Denominazione Superficie territoriale T.A.S.P. Foresta Demaniale Azzaredo Alpe 114,91 114,91 Foresta Demaniale Foppabona 83,11 83,11 Foresta Demaniale Pizzo Arera 215,21 215,14 Oasi di protezione Fontanini 251,99 251,97 Oasi di protezione Masoni 275,25 275,23 Oasi di protezione Monte Alben 162,50 162,50 Oasi di protezione Val Vedra 265,09 265,09 Oasi di protezione Valgussera 225,41 225,02 Parco Naturale Orobie 2032 2014,94 Valico alpino Cà San Marco 104,84 103,29 Valico alpino Val Sanguigno 16,70 9,31 Valico alpino Portula 0 0 TOTALE COMPLESSIVO 3747,01 3720,51 Rapporto TASP Ambito/TASP protetta 7,37% Note L area in cui vige il divieto di caccia all interno del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche trova quale fonte normativa esclusivamente la Deliberazione della Giunta Regionale n. 31209 del 19/09/ 1997 avente per oggetto: Approvazione della carta e del regolamento dell attività venatoria del Parco delle Orobie Bergamasche, ai sensi dell art. 1 lettera b), della Legge Regionale n 17 del 09/06/1997 ed in sostituzione del regime transitorio, di cui all art. 13 comma 5, della L.R. 811/96 n 32. Al riguardo nel presente Piano si fa riferimento alla denominazione Parco Naturale, perché utilizzata dallo stesso Ente Parco, sulle tabelle di perimetrazione dell istituto. 123

Comprensorio Alpino di Caccia "Valle Brembana" FD Azzaredo Alpe OP Fontanini OP Masoni Istituti di protezione faunistica Foresta Demaniale Oasi di Protezione OP ValGussera PN Orobie Parco Naturale Valico Montano PN Orobie FD Foppabona OP VAL Vedra FD Pizzo Arera OP Monte Alben N O E S 124 0 2000 4000 metri

Istituto Faunistico Comuni appartenenti all ambito Caratteristiche ambientali Vocazioni e potenzialità faunistiche del territorio Emergenze faunistiche Oasi di protezione Fontanini Superficie totale (Ha) 251,99 Superficie territorio agro silvopastorale (Ha) 251,97 Foppolo L Oasi di protezione è totalmente localizzata nella fascia altimetrica riferibile all orizzonte alpino. La tipologia vegetazionale prevalente è riferibile al climax delle praterie naturali, utilizzate a pascoli alpini; alle quote più alte che superano i 2000 metri prevalgono invece i cespuglieti di ontano e pino mugo negli impluvi tra le creste rocciose. Circa un terzo della superficie dell Oasi alle quote più basse è coperto dalla pecceta, con intrusioni di larice. La notevole estensione dei prati pascoli sopporta un carico stagionale di circa 200 bovini distribuiti su due alpeggi. L OP è prevalentemente vocata a due galliformi alpini: la coturnice e la pernice bianca, quest'ultima alle quote altimetriche coincidenti con l orizzonte nivale. Tra i mammiferi si segnala la presenza costante del camoscio. E segnalata la presenza costante dell Aquila reale, dell ermellino, della lepre variabile e della marmotta. 125

Oasi di Protezione "Fontanini" N 126 0 500 1000 metri O E S

Istituto Faunistico Comuni appartenenti all ambito Caratteristiche ambientali Vocazioni e potenzialità faunistiche del territorio Emergenze faunistiche Oasi di protezione Masoni Superficie totale (Ha) 275,25 Superficie territorio agro silvopastorale (Ha) 275,23 Carona L Oasi di protezione è totalmente localizzata nella fascia altimetrica riferibile all orizzonte alpino. La tipologia vegetazionale prevalente è riferibile al climax delle praterie naturali, utilizzati a pascoli alpini, alle quote più alte che superano i 2000 metri prevalgono invece i cespuglieti di ontano e pino mugo negli impluvi tra le creste rocciose. La notevole estensione dei prati pascoli sopporta un carico stagionale di circa 100 bovini. L OP è di notevole interesse per la conservazione della coturnice alpina, l habitat caratterizzato da modesta copertura arborea è vocazionale anche ai lagomorfi: lepre comune e variabile. Sono stabilmente presenti colonie di marmotta, camoscio e stambecco. E segnalata la presenza costante dell Aquila reale, dell Ermellino e dello Stambecco. 127

Oasi di Protezione "Masoni" N 128 0 500 1000 metri O E S

Istituto Faunistico Comuni appartenenti all ambito Caratteristiche ambientali Vocazioni e potenzialità faunistiche del territorio Emergenze faunistiche Oasi di protezione Monte Alben Superficie totale (Ha) 162,50 Superficie territorio agro silvopastorale (Ha) 162,50 Cornalba, Serina, Oltre il Colle L Oasi di protezione è localizzata a cavallo dell orizzonte alpino la cui successione altimetrica è riferibile al climax delle praterie naturali e a quello dei cespuglieti di ontano e pino mugo e dell orizzonte subalpino. Alle quote inferiori ai 1850 metri dominano le conifere e la faggeta. L OP è caratterizzata dalla presenza di pareti rocciose di natura calcarea con limitata estensione delle praterie naturali. Gli estesi insediamenti di vaccinio rododendreto rendono vocazionale l OP alla popolazione di gallo forcello. Sono segnalate in aumento le popolazioni di marmotta e di camoscio. Costante la presenza dell Aquila reale. 129

Oasi di protezione "Monte Alben" N 130 0 500 1000 1500 metri O E S

Istituto Faunistico Comuni appartenenti all ambito Caratteristiche ambientali Vocazioni e potenzialità faunistiche del territorio Emergenze faunistiche Oasi di protezione Val Vedra Superficie totale (Ha) 265,09 Superficie territorio agro silvopastorale (Ha) 265,09 Oltre il Colle L Oasi di protezione è in gran parte localizzata nell orizzonte alpino riferibile al climax delle praterie naturali, che occupano l 80% dell'intera superficie dell'istituto di protezione. La restante superficie alle quote più basse è caratterizzata dalla foresta rada di aghifoglie e dalla faggeta. La consistente presenza di pascoli alpini e di ampie aree aperte costituisce un habitat elettivo per la coturnice alpina. L OP è stata istituita appositamente per l incremento e l irradiamento dell Alectoris,graeca. Inoltre il territorio è vocazionale ai lagomorfi: lepre comune e lepre variabile, e al gallo forcello. E segnalata la presenza costante della Lepre variabile, dell Aquila reale e del Camoscio. 131

OP VAL Vedra Oasi di Protezione "Val Vedra" N 132 0 500 1000 metri O E S

Istituto Faunistico Comuni appartenenti all ambito Caratteristiche ambientali Vocazioni e potenzialità faunistiche del territorio Emergenze faunistiche Oasi di protezione Valgussera Superficie totale (Ha) 225,41 Superficie territorio agro silvopastorale (Ha) 225,02 Branzi, Carona, Foppolo L Oasi di protezione è in gran parte localizzata nell orizzonte alpino. La successione altimetrica mette in evidenza prevalentemente due tipologie di climax: quella delle praterie naturali e quella dei cespuglieti contorti di ontano, pino mugo e ginepro. L orizzonte subalpino alle quote più basse è quello dominato dall associazione Larix e Picea, l ambiente naturale prevalente è quello dei prati e prato pascoli alpini, caricati con circa 150 bovini e 1000 ovini. L OP ha una buona valenza naturalistica sostenuta dalla presenza di popolazioni stabili di coturnice e gallo forcello, la cui ecologia è strettamente legata alle particolari caratteristiche vegetazionali della zona e alla zootecnia montana. Sul territorio dell OP è riscontrata la presenza costante di una locale popolazione di camosci. E segnalata la presenza costante dell aquila reale e della marmotta. 133

Oasi di Protezione "Val Gussera" N 134 0 500 1000 metri O E S