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Monitor dei Distretti Toscana Servizio Studi e Ricerche Carifirenze distribuisce questo studio realizzato da

Monitor dei Distretti Toscana Executive summary 2 1 L export dei distretti della Toscana nel terzo trimestre del 2010 3 1.1 Il quadro di sintesi 3 1.1.1 I distretti della Toscana 3 1.1.2 L export dei distretti della Toscana per sbocco commerciale 4 1.2 Focus su alcuni distretti 6 1.2.1 La filiera della pelle 6 1.2.2 La filiera del tessile e abbigliamento 8 1.2.3 L oreficeria di Arezzo 10 1.2.4 Il cartario di Capannori 12 1.3 In sintesi 12 Trimestrale n. 5 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche Industry and Banking A cura di: Stefania Trenti Ha collaborato: Ilaria Sangalli 2. La CIG nei distretti della Toscana 13 Database management: Appendice metodologica 16 Angelo Palumbo Carifirenze distribuisce questo studio realizzato da

Executive summary Le esportazioni dei distretti toscani hanno registrato una evoluzione positiva nel terzo trimestre del 2010: la Toscana si conferma così tra le regioni più dinamiche nel panorama distrettuale italiano (+18,6% vs. +16% del totale dei distretti). Il quadro è ancora brillante, nonostante si inizino a manifestare, come atteso, segnali di rallentamento nei settori a monte, come la concia, visto il graduale termine della fase di ricostituzione delle scorte di magazzino, e il rientro parziale dei prezzi di alcune materie prime. A fronte di tali segnali, stanno invece migliorando le condizioni dei distretti specializzati nelle lavorazioni più a valle: nel terzo trimestre tutti i distretti toscani monitorati in questa pubblicazione hanno sperimentato una crescita delle esportazioni (o nel solo caso dei mobili di Poggibonsi Sinalunga, una stabilizzazione dopo molti trimestri di caduta). Nei prossimi mesi ci aspettiamo un rafforzamento di queste tendenze con un ulteriore graduale rallentamento delle esportazioni nei settori più a monte e una diffusione ancora più incisiva della ripresa nei distretti a valle. Un sostegno importante alla crescita delle esportazioni dei distretti toscani potrà arrivare, anche in un ottica previsiva, dal buon posizionamento sui nuovi mercati rispetto ad altre realtà distrettuali. Gli sforzi di diversificazione attuati negli ultimi anni per raggiungere mete più lontane stanno dando i loro frutti in questa fase di ripresa dell economia mondiale caratterizzata da un ampio differenziale a favore dei paesi emergenti. Da sottolineare, comunque, come una parte importante del recupero delle esportazioni dei distretti toscani sia da attribuirsi anche ai mercati più vicini, come la Francia (mercato chiave per molti prodotti del made in Tuscany) e la Germania, paese che da molti anni appare in calo nell export toscano ma che nel 2010 si sta rivelando un sostegno importante per molti distretti. Continuano, invece, a preoccupare i dati relativi alle richieste di CIG, disponibili fino al mese di novembre. A fronte della diminuzione delle richieste di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, è proseguito il trend di incremento delle richieste di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria e di quella in deroga, strumento utilizzato dalle imprese più piccole e in quelle situazioni di crisi dove gli strumenti della CIGO e della CIGS sono stati esauriti. La lettura congiunta delle due informazioni, una positiva sull export, in particolare sui mercati più lontani e difficili, ed una negativa sulla CIG sembrerebbe indicare come la ripresa, dopo la crisi del 2009, non stia interessando tutte le imprese ma innanzitutto le imprese di maggiori dimensioni. Tali imprese, infatti, appaiono più propense all export e maggiormente in grado di cogliere opportunità sullo scacchiere mondiale. I segnali positivi sui mercati esteri non sono stati in grado, almeno finora, di trasmettersi all interno delle filiere dove permangono situazioni specifiche di crisi aziendali e un diffuso malessere degli operatori di minori dimensioni, più condizionati dal mercato interno in forte difficoltà. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 2

1 L export dei distretti della Toscana nel terzo trimestre del 2010 1.1 Il quadro di sintesi 1.1.1 I distretti della Toscana Nel terzo trimestre del 2010, le esportazioni dei distretti toscani hanno registrato nuovamente una crescita vivace (+18,6%), seppure in lieve rallentamento rispetto al +20,3% del secondo trimestre, confermando una dinamica più elevata rispetto a quella del complesso dei distretti italiani (Fig.1.1). Fig. 1.1 - Evoluzione delle esportazioni dei distretti toscani (var. % tendenziale a prezzi correnti) 30 20 10 0-10 -20 Distretti toscani Totale distretti -30 I07 II07 III07 IV07 I08 II08 III08 IV08 I09 II09 III09 IV09 I10 II10 III10 Il terzo trimestre non presenta, pertanto, grandi novità ma un rafforzamento delle tendenze già emerse nella prima parte dell anno che vedono i distretti toscani contribuire in modo significativo alla ripresa complessiva delle vendite all estero di prodotti del made in Italy distrettuale. Nel complesso dei primi nove mesi dell anno, infatti, la Toscana è la regione che, con il 16,5%, presenta la dinamica delle esportazioni distrettuali più elevata tra quelle monitorate (Tab.1.1). Tab. 1.1 - Evoluzione e composizione delle esportazioni dei distretti per ripartizione geografica (elab. su dati a prezzi correnti) 2009 2009 Var. % rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente Var. % rispetto a gen.-set. 2008 milioni di comp. % 2009 2 trim. 2010 3 trim. 2010 Gen.-set. 2010 gen.-set. 2010 Nord ovest, di cui: 17.042 32,7-27,2 16,6 21,1 12,9-20,3 Lombardia 13.339 25,6-29,1 15,8 22,4 12,5-22,6 Piemonte 3.643 7,0-19,2 19,9 16,0 14,6-10,8 Nord est, di cui: 22.720 43,6-19,6 9,6 13,2 6,3-15,6 Emilia-Romagna 7.412 14,2-17,9 4,0 10,1 2,6-16,2 Friuli-Venezia Giulia 1.455 2,8-23,5 2,4 2,0-1,1-26,3 Veneto 13.817 26,5-20,1 13,7 16,1 9,0-14,2 Centro, di cui: 9.383 18,0-21,9 18,3 18,7 14,5-12,3 Marche 2.825 5,4-29,3 13,6 19,3 10,3-24,6 Toscana 6.477 12,4-18,0 20,3 18,6 16,5-5,6 Sud, di cui: 2.966 5,7-15,5 2,1 1,6-0,1-15,0 Abruzzo 548 1,1-24,7-0,9 2,2-5,5-28,6 Campania 1.501 2,9-5,2 1,5 0,3-0,1-2,3 Puglia 697 1,3-26,3 7,7 8,3 7,3-21,8 Totale distretti 52.112 100,0-22,4 13,1 16,0 9,5-16,6 Nota: per il 2010 i dati sono provvisori. Il terzo trimestre si è caratterizzato, inoltre, per una ulteriore diffusione della ripresa dell export: anche il distretto dei mobili di Poggibonsi-Sinalunga ha, infatti, finalmente arrestato la caduta, Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 3

sperimentando una stabilizzazione rispetto ai valori esportati del terzo trimestre del 2009. Accelerano, rispetto ai buoni risultati già ottenuti nel primo semestre, il polo fiorentino della pelle (+17,8% il tendenziale del periodo luglio-settembre 2010) e il tessile di Prato (+25,9%) mentre l oreficeria di Arezzo (+21,7%) e la concia e calzature di Santa Croce sull Arno (+25,7%) hanno lievemente rallentato, mantenendo comunque ritmi di crescita elevati. La dinamica positiva del terzo trimestre ha consentito ai distretti toscani di recuperare ancora qualche punto rispetto alla forte caduta del 2009. Con i dati relativi al periodo luglio-settembre il valore delle esportazioni dei distretti della Toscana è ancora inferiore a quanto sperimentato nello stesso periodo del 2008, con uno scarto che, tuttavia, si è ridotto a poco più del 5%. Alcuni distretti (oreficeria di Arezzo e calzature di Lucca) hanno oramai superato i livelli del 2008 mentre altri sono molto vicini al pieno recupero (tessile e abbigliamento di Prato, concia e calzature di Santa Croce sull Arno, cartario di Capannori). Altri distretti sono ancora nettamente al di sotto dei livelli pre-crisi (mobili di Poggibonsi-Sinalunga, ceramica di Sesto Fiorentino e abbigliamento di Empoli): la ripresa delle vendite, in questi distretti, è partita con qualche trimestre di ritardo ma i dati più recenti fanno ben sperare per il prossimo futuro. Tab. 1.2 - Evoluzione delle esportazioni dei distretti toscani (var. tendenziali a prezzi correnti, salvo diversa indicazione) Milioni di euro Compos. (%) Var. tendenziali Gen-set. 2008=100 2009 2009 2009 Gen-set 2010 Lug-set 2010 Gen-set 2010 Polo fiorentino della pelle 1497,7 23,1-18,4 14,8 17,8 92,0 Oreficeria di Arezzo 1175,2 18,1-21,6 32,1 21,7 103,4 Tessile di Prato 1208,7 18,7-15,2 14,9 25,9 96,8 Abbigliamento di Empoli 818,1 12,6-19,4-2,5 6,0 79,2 Concia e calz. di Santa Croce sull'arno 667,9 10,3-18,9 31,1 25,7 98,9 Cartario di Capannori 406,7 6,3-5,8 5,3 8,2 99,6 Marmo di Carrara 221,1 3,4-19,0 8,9 28,8 89,9 Calzature di Lucca 177,1 2,7-20,3 40,4 39,0 112,4 Mobile imbottito di Quarrata 156,8 2,4-15,9 5,6 3,1 85,1 Calzature di Lamporecchio 85,0 1,3-17,8 6,0 10,8 89,4 Mobili di Poggibonsi-Sinalunga 37,6 0,6-23,1-9,6-0,1 71,2 Ceramica di Sesto Fiorentino 25,1 0,4-28,7 12,6 24,7 72,3 Totale complessivo 6476,9 100,0-18,0 16,5 18,6 94,4 1.1.2 L export dei distretti della Toscana per sbocco commerciale Nei mesi estivi le vendite sono continuate a crescere su tutti i principali mercati di sbocco, ad eccezione della Grecia (-15,6%) e della Russia (-1,2%), mercato quest ultimo che, tuttavia, mostra segnali di miglioramento rispetto ai crolli del primo semestre (Tab.1.3). Le esportazioni su tutti principali mercati europei, tranne come già sottolineato la Grecia, si sono mantenute toniche con segnali di accelerazione nel caso della Svizzera e della Germania. Molto buoni anche i risultati delle esportazioni negli Stati Uniti che migliorano rispetto a un secondo trimestre già positivo. L accelerazione delle esportazioni verso il Giappone (+20,2%) consente di portare il consuntivo dei primi nove mesi del 2010 in positivo (+5,5%). Come nella prima parte dell anno, i risultati dei distretti toscani hanno beneficiato, oltre che del ritorno alla crescita delle esportazioni sui mercati maturi dei paesi industrializzati, anche del contributo sempre più significativo di numerosi nuovi mercati, che mostrano tassi di sviluppo molto elevati. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 4

Tab. 1.3 - Evoluzione delle esportazioni dei distretti toscani per mercato di sbocco (var. % tendenziali a prezzi correnti salvo diversa indicazione) Toscana Milioni di Comp.% Var.% sul corr. periodo dell'anno precedente Contributo alla var. % 2009 2009 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 TOTALE, di cui: 6476,9 100,0-18,0 16,5 18,6-18,0 16,5 18,6 Francia 949,7 14,7-3,8 17,7 14,0-0,5 2,6 2,1 Svizzera 614,6 9,5-24,2 19,6 29,1-2,5 1,8 2,6 Germania 490,9 7,6-14,0 16,0 21,1-1,0 1,2 1,6 Stati Uniti 470,1 7,3-29,3 12,6 26,8-2,5 0,9 1,9 Emirati Arabi Uniti 402,0 6,2-27,1 34,1 20,8-1,9 2,0 1,2 Regno Unito 362,6 5,6-22,8 13,6 16,6-1,4 0,8 0,9 Spagna 354,2 5,5-17,1 12,1 12,2-0,9 0,7 0,7 Hong Kong 328,0 5,1-19,9 38,1 34,0-1,0 1,8 1,7 Giappone 166,6 2,6-18,1 5,5 20,2-0,5 0,2 0,6 Grecia 147,6 2,3-8,9-12,0-15,6-0,2-0,3-0,4 Cina 141,8 2,2-2,5 23,7 37,1 0,0 0,5 0,7 Paesi Bassi 139,8 2,2-7,8 17,0 13,5-0,2 0,4 0,3 Russia 137,7 2,1-42,4-14,7-1,2-1,3-0,3 0,0 Belgio 121,7 1,9-0,5 8,3 7,3 0,0 0,2 0,2 Portogallo 110,2 1,7-5,2 21,4 13,6-0,1 0,4 0,2 Turchia 103,1 1,6-47,0 43,8 35,2-1,2 0,7 0,6 Tunisia 94,8 1,5 10,5 8,7 6,9 0,1 0,1 0,1 Romania 92,3 1,4-17,9 37,6 36,5-0,3 0,5 0,4 Anche nel terzo trimestre è proseguito il buon momento delle vendite dei distretti toscani sui mercati asiatici: l export verso la Cina è cresciuto del 37% e quello verso Hong Kong del 34%, in lieve decelerazione rispetto alla prima parte dell anno. Rallentano ancora, pur mantenendosi con tassi di crescita a due cifre, le vendite sul mercato degli Emirati Arabi Uniti (+21%), attribuibili quasi interamente al distretto orafo aretino. Tassi di crescita molto elevati sono stati sperimentati anche verso la Turchia e la Romania, paesi dove sono presenti siti produttivi di imprese italiane nei settori a valle della moda. Fig. 1.2 - Il peso dei "nuovi" mercati nei distretti toscani e italiani (%) 38 36 34 32 30 28 26 24 22 20 Distretti Toscani Totale distretti 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010* Nota:* primi nove mesi del 2010. Nel complesso dei primi nove mesi del 2010 il peso dei mercati nuovi sulle esportazioni dei distretti toscani è tornato a crescere, dopo la battuta d arresto del 2009: l export verso paesi non avanzati ha rappresentato nel periodo gennaio-settembre 2010 il 35,5% del valore complessivo, una quota più alta rispetto a quanto sperimentato nel complesso dei distretti italiani (34,1%) nello stesso periodo, confermando la maggiore propensione dei distretti toscani verso tali mercati, emersa a metà del decennio scorso (Fig.1.2). Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 5

1.2 Focus su alcuni distretti Questo paragrafo consente di analizzare l evoluzione di alcuni distretti della Toscana per mercato di sbocco. I distretti analizzati, appartenenti prevalentemente al Sistema Moda, sono: Il polo fiorentino della pelle; La concia e le calzature di Santa Croce sull Arno; Il tessile e abbigliamento di Prato; L abbigliamento di Empoli; L oreficeria di Arezzo; Il cartario di Capannori. Per ognuno di questi distretti vengono individuate le destinazioni geografiche dove sono state ottenute buone performance, nonché le aree dove si sono subiti cali dei valori esportati. 1.2.1 La filiera della pelle La filiera della pelle (concia, calzature e accessori in pelle) riveste un peso significativo sulle esportazioni dei distretti toscani, rappresentando nel 2009 circa il 37% del totale, con una elevata diversificazione dei prodotti (dalla concia alle calzature agli accessori), unica nel panorama italiano. Nei primi nove mesi del 2010, il complesso dei distretti appartenenti alla filiera (polo fiorentino della pelle, concia e calzature di S. Croce sull Arno, calzature di Lucca e calzature di Lamporecchio) hanno sperimentato una crescita pari al 20,9% contribuendo in modo significativo al recupero delle esportazioni distrettuali toscane. Il polo fiorentino della pelle rappresenta, in termini di export, il principale distretto toscano con poco meno di 1,5 miliardi di euro di vendite estere nel 2009. Nel terzo trimestre le esportazioni del distretto hanno registrato una ulteriore crescita (+17,8%), dopo il già ottimo secondo trimestre, sostenute dal buon momento attraversato a livello globale dal segmento del lusso, in cui è specializzata la produzione fiorentina. Tab. 1.4 - Export del polo fiorentino della pelle (var. % tendenziali a prezzi correnti, salvo diversa indicazione) Milioni di euro Comp.% Var.% sul corrisp. periodo dell'anno preced. Contributo alla var. % 2009 2009 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 TOTALE, di cui: 1497,7 100,0-18,4 14,8 17,8-18,4 14,8 17,8 Svizzera 451,2 30,1-23,7 25,4 30,0-7,6 7,3 8,5 Francia 191,4 12,8-9,1 10,2 4,4-1,0 1,4 0,6 Stati Uniti 126,1 8,4-33,2 14,5 45,3-3,4 1,2 3,2 Regno Unito 106,3 7,1-19,0 12,8 7,8-1,4 0,9 0,5 Giappone 67,0 4,5-21,3 6,1 14,7-1,0 0,3 0,7 Germania 66,7 4,5-7,5 25,0 37,7-0,3 1,1 1,7 Hong Kong 59,6 4,0-17,4 33,8 25,6-0,7 1,3 1,0 Spagna 47,7 3,2-12,1 10,6 4,1-0,4 0,4 0,2 Corea del Sud 32,3 2,2-1,1 12,7-18,1 0,0 0,3-0,5 Cina 27,1 1,8-9,0 24,7 32,7-0,1 0,4 0,4 Grecia 26,3 1,8-3,1-19,3-15,4 0,0-0,4-0,4 Portogallo 22,0 1,5 16,8 15,7 11,6 0,2 0,2 0,2 Russia 21,7 1,4-37,8-12,1 22,5-0,7-0,2 0,4 Austria 20,6 1,4 62,4 7,1 18,5 0,4 0,1 0,3 Paesi Bassi 20,5 1,4 9,9 27,9 17,4 0,1 0,4 0,3 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 6

Secondo le stime di Altagamma e Bain&Co (ottobre 2010), il mercato dei beni di lusso personali (abbigliamento, accessori), è stimato aver registrato una crescita del 10% nel 2010, dopo la caduta significativa del 2009. In particolare il segmento degli accessori in pelle, l unico ad avere sperimentato a livello mondiale una lieve crescita durante la crisi, dovrebbe avere chiuso il 2010 con una accelerazione (+16%), sostenuta dalla ripresa delle vendite negli Stati Uniti, oltreché dalla tenuta su buoni ritmi dei mercati emergenti. Le esportazioni di pelletteria fiorentina nel terzo trimestre dell anno confermano queste tendenze, mostrando una accelerazione verso gli Stati Uniti (+45,3%) e Cina (+32,7%). E proseguito l andamento positivo delle esportazioni verso la Svizzera, hub logistico del distretto, mentre sono in decelerazione, ma sempre in crescita, le vendite in Francia e Regno Unito. Da segnalare la ripresa delle esportazioni in Russia (+22,5%), importante sbocco commerciale per i beni di lusso toscani, dopo un lungo periodo di crisi. La ripresa delle vendite sui mercati finali dei prodotti in pelle a livello mondiale influenza positivamente anche le esportazioni del distretto di Santa Croce, sia nel segmento a monte della concia che in quello a valle delle calzature. L export del distretto ha sperimentato ritmi di crescita elevati anche nel terzo trimestre dell anno (+25,7%), frutto dell evoluzione positiva su tutti i principali mercati di sbocco, sia nei paesi di vecchia industrializzazione (Francia +41,6%, Spagna +2,4%, Stati Uniti +59,2%, Germania +20,6%) sia in quelli emergenti (Hong Kong +23%, Cina +15,5%, Romania +21,6%). Tab. 1.5 - Export del distretto di Santa Croce (var. % tendenziali a prezzi correnti, salvo diversa indicazione) Milioni di euro Comp.% Var.% sul corrisp. periodo dell'anno preced. Contributo alla var. % 2009 2009 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 TOTALE, di cui: 667,9 100,0-18,9 31,1 25,7-18,9 31,1 25,7 Hong Kong 121,5 18,2-24,2 33,8 23,0-4,7 5,7 3,9 Francia 61,4 9,2-17,3 49,7 41,6-1,6 4,5 4,2 Spagna 52,7 7,9-21,4 22,5 2,4-1,7 1,8 0,2 Stati Uniti 50,6 7,6-27,7 28,0 59,2-2,4 2,1 4,1 Germania 49,2 7,4-19,5 33,4 20,6-1,4 2,5 1,8 Cina 42,7 6,4-12,4 28,5 15,5-0,7 1,8 1,0 Portogallo 27,7 4,1-20,1 41,4 5,2-0,8 1,7 0,2 Svizzera 25,3 3,8-19,9-1,3 32,5-0,8-0,1 1,1 Regno Unito 21,1 3,2-12,6 47,1 83,8-0,4 1,7 1,9 Paesi Bassi 20,6 3,1-21,5 18,5 23,9-0,7 0,7 0,9 Giappone 15,4 2,3-4,5 0,4 23,1-0,1 0,0 0,6 Romania 14,9 2,2-24,3 42,5 21,6-0,6 0,9 0,4 Tunisia 13,6 2,0-0,1 23,6 19,8 0,0 0,5 0,2 Vietnam 12,8 1,9 30,5 47,7 21,7 0,4 0,9 0,4 Corea del Sud 12,5 1,9-28,8 1,3 16,6-0,6 0,0 0,3 Austria 10,8 1,6-20,2 91,9 77,0-0,3 1,5 1,4 India 10,4 1,6 15,2 28,8-5,8 0,2 0,4-0,1 Polonia 7,1 1,1-34,1 107,9 68,1-0,4 0,9 0,7 Rispetto al primo semestre, nei mesi estivi le esportazioni del distretto hanno sperimentato tuttavia un lieve rallentamento, legato soprattutto al segmento a monte della concia (Fig.1.4), il primo a registrare i segnali di ripresa grazie alla ricostituzione dei magazzini da parte delle imprese a valle, in vista del riavvio della produzione. Il segmento della concia è stato, inoltre, interessato da un significativo rialzo delle quotazioni, particolarmente intenso nel primo semestre. Il rallentamento del terzo trimestre, più visibile nei paesi specializzati nelle produzioni calzaturiere a valle (Far East, Portogallo, India) sembra da attribuirsi sia al progressivo e fisiologico esaurirsi della spinta data dalla ricostituzione delle scorte sia alla contestuale decelerazione dei prezzi delle pelli a cui si è assistito nella seconda metà dell anno sui mercati internazionali. Tali elementi portano a ritenere probabile una nuova decelerazione nell ultimo Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 7

trimestre del 2010 per il distretto conciario toscano che, tuttavia, dovrebbe mantenersi tra i più brillanti a livello nazionale. Fig. 1.3 - Evoluzione delle esportazioni del distretto di Santa Croce sull'arno per comparto (var. % tendenziali, prezzi correnti) 50,0 40,0 30,0 Concia Calzature 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0-30,0-40,0-50,0 I08 II08 III08 IV08 I09 II09 III09 IV09 I10 II10 III10 1.2.2 La filiera del tessile e abbigliamento Il terzo trimestre ha visto una accelerazione delle già buone performance sui mercati esteri del distretto del tessile e abbigliamento di Prato e il ritorno alla crescita delle esportazioni dell abbigliamento di Empoli, distretto che ha sperimentato una lunga fase di discesa. L accelerazione delle vendite sui mercati esteri del distretto del tessile abbigliamento di Prato ha beneficiato soprattutto della ripresa significativa delle esportazioni di prodotti tessili, il cuore produttivo storico del distretto. I dati relativi al terzo trimestre evidenziano un tasso di sviluppo del 20% delle vendite di tessuti pratesi sui mercati mondiali, un dato finalmente pienamente positivo dopo un lungo e sofferto ridimensionamento (Fig. 1.4). Fig. 1.4 - Export del tessile di Prato: contributi alla crescita tendenziale 30 25 20 15 10 5 0-5 -10-15 -20-25 Filati Tessuti Abbigliamento Maglieria I 07 II 07 III 07 IV 07 I 08 II 08 III 08 IV 08 I 09 II 09 III 09 IV 09 I 10 II 10 III 10 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati ISTAT Anche le esportazioni di abbigliamento, già in forte crescita nel primo semestre, hanno ulteriormente accelerato (+43%), arrivando a rappresentare nel terzo trimestre del 2010 quasi un terzo dell export distrettuale pratese. Buone le performance anche dei filati e della maglieria. Le esportazioni di Prato hanno beneficiato dell incremento del ritmo delle vendite verso tutti i principali mercati di sbocco. La Germania ha rafforzato il proprio ruolo di motore della crescita Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 8

delle vendite di Prato, grazie alle ottime performance sperimentate su questo mercato dal segmento dell abbigliamento, principale responsabile anche della buona evoluzione delle esportazioni verso la Francia (+36,4%). Sul mercato spagnolo si è assistito, oltre al boom delle vendite di abbigliamento, anche all andamento positivo del tessile, grazie alla capacità delle imprese pratesi di inserirsi nelle filiere internazionali del pronto-moda. Le vendite di tessuti pratesi hanno potuto beneficiare della crescita su alcuni mercati emergenti come Turchia, Romania e Hong Kong. Da segnalare, anche nel confronto con altre realtà distrettuali italiane, il proseguimento della crescita delle vendite in Russia, già positive nella prima parte dell anno. Tab. 1.6 - Export del distretto di Prato (var. % tendenziali a prezzi correnti, salvo diversa indicazione) Milioni di euro Comp.% Var.% sul corrisp. periodo dell'anno preced. Contributo alla var. % 2009 2009 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 TOTALE, di cui: 1208,7 100,0-15,2 14,9 25,9-15,2 14,9 25,9 Germania 190,2 15,7-13,4 8,8 17,7-2,1 1,4 2,3 Francia 167,4 13,9-7,6 26,1 36,4-1,0 3,6 5,0 Spagna 121,3 10,0-19,7 17,3 34,1-2,1 1,7 4,2 Regno Unito 59,4 4,9-26,5 23,9 38,4-1,5 1,1 1,9 Hong Kong 51,0 4,2-23,1 23,1 34,4-1,1 1,0 1,4 Romania 48,7 4,0-10,0 44,1 48,9-0,4 1,6 1,8 Cina 39,4 3,3 4,9-3,6 13,4 0,1-0,1 0,4 Russia 38,9 3,2-33,1 17,7 11,5-1,4 0,5 0,4 Portogallo 36,2 3,0-1,2 8,9 19,9 0,0 0,3 0,6 Paesi Bassi 32,5 2,7 3,0 14,1 29,2 0,1 0,4 0,8 Belgio 32,2 2,7-0,1 15,2 29,9 0,0 0,4 0,8 Polonia 31,7 2,6-19,7-8,6 16,8-0,5-0,2 0,4 Turchia 31,2 2,6-24,3 18,9 28,8-0,7 0,5 1,0 Tunisia 29,9 2,5 9,1 20,4 24,5 0,2 0,5 0,6 Grecia 24,2 2,0-18,7-25,1-33,5-0,4-0,5-0,8 Stati Uniti 23,2 1,9-32,8 25,7 47,5-0,8 0,5 1,0 Bulgaria 19,7 1,6 1,1 10,4 41,7 0,0 0,2 0,6 Il terzo trimestre ha visto la conferma dell uscita dalla fase peggiore della crisi del distretto dell abbigliamento di Empoli, tra i poli produttivi toscani più in difficoltà nel cogliere le opportunità di crescita sui mercati internazionali nella prima parte del 2010. La crescita, timidamente apparsa nel secondo trimestre, si è rafforzata grazie soprattutto alle buone performance ottenute negli Stati Uniti e in altri importanti mercati di sbocco industrializzati (Svizzera, Regno Unito, Germania e Giappone). Sono invece rimaste in territorio negativo, influenzando pesantemente il risultato complessivo, le esportazioni del distretto in Francia, paese che rimane di gran lunga il principale mercato di sbocco. Ancora in diminuzione anche le vendite verso Spagna, Russia e Grecia. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 9

Tab. 1.7 - Export del distretto dell abbigliamento di Empoli (var. % tendenziali a prezzi correnti, salvo diversa indicazione) Milioni di euro Comp.% Var.% sul corrisp. periodo dell'anno preced. Contributo alla var. % 2009 2009 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 TOTALE, di cui: 818,1 100,0-19,4-2,5 6,0-19,4-2,5 6,0 Francia 149,9 18,3-1,7-15,1-11,7-0,3-2,8-2,2 Stati Uniti 71,4 8,7-29,6 8,4 24,4-3,0 0,7 1,8 Svizzera 59,3 7,2-33,7 4,9 34,4-3,0 0,3 1,7 Regno Unito 56,3 6,9-24,4 3,0 10,2-1,8 0,2 0,7 Germania 52,5 6,4-5,2 16,8 20,7-0,3 1,1 1,5 Spagna 48,3 5,9-12,6-11,5-13,6-0,7-0,7-0,9 Giappone 46,7 5,7-13,4 6,2 21,0-0,7 0,4 1,3 Russia 39,2 4,8-49,6-51,3-31,4-3,8-2,7-1,6 Belgio 35,5 4,3-3,7-5,0-0,3-0,1-0,2 0,0 Hong Kong 33,8 4,1-17,4 50,8 44,0-0,7 2,1 2,2 Grecia 24,3 3,0-5,4-16,2-12,2-0,1-0,5-0,4 Paesi Bassi 23,1 2,8-13,8-2,1-7,3-0,4-0,1-0,2 Austria 12,6 1,5-7,3 17,2 22,5-0,1 0,3 0,4 Corea del Sud 12,5 1,5-32,3-7,5-1,4-0,6-0,1 0,0 Il confronto tra i principali distretti della filiera del tessile-abbigliamento per il complesso dei primi nove mesi del 2010 (Fig.1.5) conferma i segnali positivi provenienti da Prato, le cui esportazioni sono cresciute a buoni ritmi. Anche la performance di Empoli, sebbene ancora in calo, appare meno preoccupante se letta alla luce del miglioramento registrato nel terzo trimestre e del dato ancora molto negativo di altri distretti come Carpi e Treviso. In sintesi nella filiera del tessile-abbigliamento i distretti toscani, in particolare Prato, sembrano essere stati in grado di sfruttare meglio di altri la fase di ripresa della produzione a valle e il risveglio di alcuni importanti mercati di sbocco. Fig. 1.5 - Distretti tessili a confronto: evoluzione dell'export nel periodo gennaio-settembre 2010 20 15 10 5 0-5 -10-15 -20-25 -30 Carpi Treviso Empoli Schio- Thiene- Valdagno Biella Como Prato 1.2.3 L oreficeria di Arezzo Nel terzo trimestre le esportazioni di oreficeria di Arezzo hanno sperimentato una nuova crescita importante (+21,7%), seppure in un quadro di progressivo rallentamento rispetto ai dati relativi ai primi mesi dell anno. La decelerazione ha riguardato molti tra i principali mercati di sbocco e, in particolare, gli Emirati Arabi Uniti, prima destinazione commerciale dell oreficeria aretina con il 30% delle esportazioni nel 2009. Anche su questo mercato, comunque, i ritmi di crescita sono stati intensi (+18%), così come verso la Francia (+44%). Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 10

Tab. 1.8 - Export del distretto dell oreficeria di Arezzo (var. % tendenziali a prezzi correnti, salvo diversa indicazione) Milioni di euro Comp.% Var.% sul corrisp. periodo dell'anno preced. Contributo alla var. % 2009 2009 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 TOTALE, di cui: 1175,2 100,0-21,6 32,1 21,7-21,6 32,1 21,7 Emirati Arabi Uniti 362,5 30,8-28,0 36,1 18,2-9,4 11,4 5,7 Francia 106,2 9,0 19,9 63,8 43,8 1,2 5,5 3,6 Stati Uniti 83,0 7,1-25,4 28,3 20,6-1,9 1,9 1,6 Turchia 57,4 4,9-53,5 60,9 34,7-4,4 3,2 1,9 Hong Kong 55,7 4,7-11,4 56,9 55,4-0,5 2,6 2,6 Panama 39,8 3,4-18,0 2,7 25,4-0,6 0,1 0,7 Regno Unito 39,6 3,4-24,7-22,0-22,9-0,9-0,7-0,8 Germania 39,3 3,3-8,7 16,0 20,2-0,2 0,5 0,6 Spagna 37,1 3,2-26,2 35,3 16,5-0,9 1,0 0,5 Australia 29,0 2,5-21,0-6,5-25,5-0,5-0,1-0,8 Tunisia 28,8 2,5 14,7 4,1-1,1 0,2 0,1 0,0 Giordania 25,8 2,2 9,3-20,7-26,6 0,1-0,5-0,7 Cina 22,0 1,9 14,9 40,7 64,3 0,2 0,8 1,1 Libia 19,6 1,7 8,5 22,3-7,8 0,1 0,4-0,1 Tra i mercati è da segnalare anche la conferma dell evoluzione positiva degli Stati Uniti e i ritmi elevati di crescita di destinazioni relativamente nuove come Turchia, Hong Kong e Cina, paesi che, peraltro, negli ultimi anni si sono affermati sui mercati internazionali nelle produzioni orafe. Ricordiamo, comunque, come la forte crescita dei valori esportati dal distretto dell oreficeria di Arezzo, seppure in un quadro di rallentamento, continui ad essere sostenuta dall incremento dei prezzi che hanno registrato i metalli preziosi sui mercati internazionali, proseguita anche nei mesi estivi. La crescita delle esportazioni in quantità, disponibile solo a livello nazionale, evidenzia nei primi nove mesi dell anno una crescita del 15,3%, a fronte di un incremento del 26% circa dei valori. Nello specifico del terzo trimestre, sempre a livello complessivo nazionale, i valori medi unitari delle esportazioni (valori esportati divisi per le quantità) hanno mostrato comunque un rallentamento rispetto al boom registrato nel secondo trimestre. Fig. 1.6- Evoluzione delle esportazioni dei distretti orafi italiani (var. % tendenziali a prezzi correnti) 100,00 80,00 60,00 40,00 20,00 0,00-20,00-40,00-60,00 I 08 II 08 III 08 IV 08 I 09 II 09 III 09 IV 09 I 10 II 10 III 10 Orafo di Valenza Oreficeria di Arezzo Oreficeria di Vicenza Il rallentamento delle esportazioni orafe di Arezzo si è affiancato a quello sperimentato dal distretto di Vicenza, mentre Valenza, finora più attardata nel recupero, ha registrato un forte balzo in avanti (+87%) rispetto al minimo toccato nel terzo trimestre del 2009. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 11

1.2.4 Il cartario di Capannori Nel terzo trimestre si è confermata la fase di recupero del distretto cartario di Capannori che ha registrato una crescita delle esportazioni dell 8,2%, in rallentamento rispetto al 13,8% registrato nel secondo trimestre. Il terzo trimestre ha visto tornare in positivo, seppure su tassi ancora modesti (+1,6%) le vendite sul mercato francese che rappresenta, da solo, circa un terzo delle esportazioni del distretto. Ottima la performance in Germania, con un +15,7% mentre si conferma il quadro negativo della Grecia, paese fortemente in difficoltà sul piano della finanza pubblica e della domanda interna. Da segnalare anche il rafforzamento della crescita delle vendite nel Regno Unito, tra i paesi che hanno retto meglio anche nel 2009. Tab. 1.9 - Export del distretto cartario di Capannori (var. % tendenziali a prezzi correnti, salvo diversa indicazione) Milioni di euro Comp.% Var.% sul corrisp. periodo dell'anno preced. Contributo alla var. % 2009 2009 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 2009 Gen -set 2010 Lug -set 2010 TOTALE, di cui: 406,7 100,0-5,8 5,3 8,2-5,8 5,3 8,2 Francia 128,8 31,7 7,3-0,6 1,6 2,0-0,2 0,5 Germania 59,7 14,7-22,0 8,4 15,7-3,9 1,3 2,4 Grecia 43,8 10,8-0,6-2,7-6,8-0,1-0,3-0,7 Spagna 30,3 7,5-8,5 0,9 7,7-0,6 0,1 0,5 Paesi Bassi 24,8 6,1-1,4 20,2 1,3-0,1 1,3 0,1 Svizzera 19,7 4,8-17,2-9,6 7,8-0,9-0,5 0,3 Ungheria 12,0 3,0 10,0-4,6 14,9 0,3-0,1 0,3 Austria 11,8 2,9-24,2-5,9 8,1-0,9-0,2 0,2 Polonia 10,4 2,6 21,1 5,5-14,7 0,4 0,1-0,4 Regno Unito 10,0 2,5 15,7 11,4 19,3 0,3 0,3 0,5 1.3 In sintesi Le esportazioni dei distretti toscani hanno registrato una evoluzione positiva nel terzo trimestre del 2010, portando la Toscana ad affermarsi come la regione più dinamica nel panorama distrettuale italiano in questa fase di ripresa. Il quadro si conferma brillante, nonostante si inizino a manifestare, come atteso, segnali di rallentamento legati al venire meno del sostegno dato dalla ricostituzione delle scorte di magazzino e al rientro parziale dei prezzi di alcune materie prime. A fronte di tali segnali, stanno invece migliorando le condizioni dei distretti specializzati nelle lavorazioni più a valle: nel terzo trimestre tutti i distretti toscani monitorati in questa pubblicazione hanno sperimentato una crescita delle esportazioni (o nel solo caso dei mobili di Poggibonsi Sinalunga, una stabilizzazione dopo molti trimestri di caduta). Nei prossimi mesi ci aspettiamo un rafforzamento di queste tendenze con un ulteriore graduale rallentamento delle esportazioni nei settori più a monte e una diffusione ancora più importante della ripresa nei distretti a valle. Un sostegno importante alla crescita delle esportazioni dei distretti toscani potrà arrivare, anche in ottica previsiva, dal buon posizionamento sui nuovi mercati rispetto ad altre realtà distrettuali. Gli sforzi di diversificazione attuati negli ultimi anni per raggiungere mete più lontane stanno dando i loro frutti in questa fase di ripresa dell economia mondiale caratterizzata da un ampio differenziale a favore dei paesi emergenti. Da sottolineare, comunque, come una parte importante del recupero delle esportazioni dei distretti toscani sia da attribuirsi anche ai mercati più vicini, come la Francia (mercato chiave per molti prodotti del made in Tuscany) e la Germania, paese che da molti anni appare in calo nell export toscano ma che nel 2010 si sta rivelando un sostegno importante per molti distretti. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 12

2. La CIG nei distretti della Toscana Le ultime rilevazioni, disponibili fino al mese di novembre, registrano un incremento nel monte ore cumulato di Cassa Integrazione Guadagni, che ha raggiunto nei distretti toscani i 10 milioni di ore complessivi, contro i 5,4 dello stesso periodo del 2009 (Fig. 2.1). Fig. 2.1 Il monte ore complessivo della CIG all interno dei distretti della Toscana (milioni di ore autorizzate) Fig. 2.2 Il monte ore della CIG ORDINARIA all interno dei distretti della Toscana (milioni di ore autorizzate) 1,6 1,4 1,2 2008 2009 2010 0,5 0,4 2008 2009 2010 1,0 0,8 0,6 0,3 0,2 0,4 0,2 0,1 0,0 Gen Feb M ar Apr M ag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic 0,0 Gen Feb M ar Apr M ag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS Fig. 2.3 Il monte ore della CIG STRAORDINARIA all interno dei distretti della Toscana (milioni di ore autorizzate) Fig. 2.4 Il monte ore della CIG in DEROGA all interno dei distretti della Toscana (milioni di ore autorizzate) 0,5 0,4 2008 2009 2010 0,8 0,6 2008 2009 2010 0,3 0,2 0,4 0,1 0,2 0,0 Gen Feb M ar Apr M ag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic 0,0 Gen Feb M ar Apr M ag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS Il secondo semestre si sta caratterizzando per una riduzione del monte ore cumulato di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) 1 : nel complesso del periodo gennaio-novembre le richieste di CIGO sono scese del 17% circa rispetto al 2009, segnalando un miglioramento per quanto riguarda l utilizzo del fattore lavoro. E da sottolineare, tuttavia, come in altre aree distrettuali così come nel complesso del manifatturiero il calo sia stato più che compensato dall incremento nel ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS 2 ) e a quella in 1 2 La CIGO è rivolta alle aziende industriali non edili e alle aziende industriali e artigiane dell edilizia e del settore lapideo che sospendono o riducono l attività aziendale a causa di eventi temporanei e transitori quali ad esempio la mancanza di commesse, le avversità atmosferiche. Può essere concessa per 13 settimane, più eventuali proroghe fino a 12 mesi; in determinate aree territoriali il limite è elevato a 24 mesi. L intervento di CIGS può essere richiesto per ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale, per crisi aziendale di particolare rilevanza sociale e in caso di procedure concorsuali, quali fallimento, liquidazione coatta amministrativa, ecc. La CIGS è destinata ad aziende con in media più di 15 dipendenti nel semestre precedente la richiesta di intervento. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 13

deroga (CIGD 3 ), strumenti utilizzati, rispettivamente, in caso di crisi aziendale e per le aziende di minori dimensioni. La CIGS nei distretti toscani è cresciuta nei primi 11 mesi del 2010 del 117%, una percentuale leggermente inferiore rispetto a quanto registrato a livello nazionale nel manifatturiero (+145%) e negli altri distretti (+165%). Al contrario la crescita del monte ore cumulato tra gennaio e novembre di CIGD (+400% circa) appare nei distretti toscani nettamente più elevata rispetto sia al dato nazionale (+229%) e nel complesso dei distretti (242,8%). Tab. 2.1 Manifatturiero e distretti della Toscana a confronto: monte ore complessivo CIG (milioni di ore autorizzate) e var. % tendenziali Milioni di ore autorizzate CIG Var. % tendenziali sul corrispondente periodo 2008 2009 Gen-nov 2010 2009 Gen-nov 2010 TOT Industria e artigianato 185 810 940,6 337,8 31,4 TOT Distretti 54,5 278,7 272,3 411,4 30,2 Distretti Toscana 2,14 6,25 10,67 192,0 97,5 di cui: CIGO 0,81 3,31 2,40 307,2-17,7 CIGS 0,33 1,72 3,25 417,8 117,5 CIGD 1,00 1,22 5,01 22,8 409,3 Nota: i dati 2010 si fermano a novembre. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS Proprio il forte aumento nella CIGD porta la crescita del ricorso alla CIG nei distretti toscani a superare nettamente quanto registrato a livello nazionale e dei distretti (Tab.2.1). Dal punto di vista specifico dei dati distrettuali (Tab. 2.2, 2.3 e 2.4), si nota come la CIG Ordinaria sia calata nella maggioranza dei poli industriali regionali, con eccezione del Cartario di Capannori e del Mobile imbottito di Quarrata, con una crescita ancora significativa seppure in rallentamento, e dell abbigliamento di Empoli e delle calzature di Lamporecchio che mostrano una crescita moderata. In molti distretti e per molte aziende, il minore ricorso alla CIGO corrisponde alla fine del periodo di massimo utilizzo che, nel caso persistano situazioni di crisi, dà luogo a richieste di Cassa Straordinaria e, successivamente, a quella in Deroga. Tra i distretti maggiormente coinvolti, una volta tenuto conto del numero di addetti occupati, vi è sicuramente il tessile di Prato. La diminuzione in atto nella CIGO da alcuni mesi si è affiancata al rallentamento nel ricorso alla CIGS e ad una vera e propria esplosione delle richieste di CIGD, a segnalare da un lato il permanere di situazione di grave crisi che non possono più essere supportate con gli strumenti della CIGO e della CIGS e dall altro lato il permanere di forti difficoltà nel segmento delle imprese di minori dimensioni. I segnali di miglioramento sul fronte delle esportazioni, pertanto, non sembrano essere stati in grado finora di portare a minori tensioni sul fronte del mercato del lavoro: la crisi del 2009 si è, molto probabilmente, innestata su una fase di trasformazione strutturale non ancora del tutto risolta nel caso del tessile-abbigliamento pratese. 3 Sono definiti in deroga i trattamenti straordinari di integrazione salariale (CIGD) destinati ai lavoratori di imprese escluse dalla CIGS, quindi aziende artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti o industriali con oltre 15 dipendenti che non possono usufruire dei trattamenti straordinari. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 14

Tab. 2.2 La CIG Ordinaria (CIGO) nei distretti della Toscana: monte ore e variazioni tendenziali 4 2008 2009 2010 Var. % 2009 Var. % 2010 su 2009 1 trim. 1 sem. 11 mesi su 2008 1 trim. 1 sem. 11 mesi Concia e calz. di Santa Croce sull Arno 308.504 1.064.300 269.519 420.085 610.834 +++ ++ - - Polo fiorentino della pelle 134.983 714.818 115.824 320.078 440.517 +++ ++ + - Tessile di Prato 229.583 512.778 156.760 275.186 403.781 ++ ++ - - Ceramica di Sesto Fiorentino 20.993 351.044 60.097 141.851 272.465 ++++ ++ + - Abbigliamento di Empoli 33.722 154.932 66.264 126.180 180.001 +++ ++ ++ + Cartario di Capannori 3.001 88.030 66.222 98.392 137.311 ++++ ++++ ++++ ++ Calzature di Lamporecchio 14.834 158.417 37.034 77.372 103.251 ++++ ++++ - + Calzature di Lucca 25.245 103.401 29.875 46.691 97.583 +++ ++ + - Mobili di Poggibonsi-Sinalunga 27.764 92.468 29.797 53.354 78.025 ++ +++ + - Mobile imbottito di Quarrata 11.310 48.963 15.937 44.587 74.093 +++ ++++ ++ ++ Marmo di Carrara 3.199 17.056 1.540 3.191 4.525 +++ - + -- Oreficeria di Arezzo 0 5.044 256 569 2.565 ++++ ++ +++ - TOTALE Distretti Toscana 813.138 3.311.251 849.125 1.607.536 2.404.951 +++ ++ + - Tab. 2.3 La CIG Straordinaria (CIGS) nei distretti della Toscana: monte ore e variazioni tendenziali 5 2008 2009 2010 Var. % 2009 Var. % 2010 su 2009 1 trim. 1 sem. 11 mesi su 2008 1 trim. 1 sem. 11 mesi Tessile di Prato 285.027 1.132.286 261.429 844.926 1.180.605 +++ ++ ++ + Concia e calz. di Santa Croce S/Arno 0 311.823 39.975 117.063 474.794 ++++ ++ ++ ++ Cartario di Capannori 0 48.020 31.776 31.776 443.486 ++++ + + ++++ Polo fiorentino della pelle 0 44.988 101.632 215.517 423.296 ++++ ++++ ++++ ++++ Ceramica di Sesto Fiorentino 0 42.108 31.517 260.068 336.022 ++++ ++ ++++ ++++ Abbigliamento di Empoli 46.724 85.182 159.736 193.845 237.036 ++ ++++ ++++ ++ Mobile imbottito di Quarrata 0 23.052 29.051 82.138 107.870 ++++ ++++ ++++ +++ Calzature di Lucca 175 16.971 2.088 2.088 27.881 ++++ ++++ ++ ++ Calzature di Lamporecchio 0 14.170 3.779 3.779 20.128 ++++ ++++ ++++ ++++ Mobili di Poggibonsi-Sinalunga 0 0 0 0 3.624 0 0 0 ++++ Oreficeria di Arezzo 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Marmo di Carrara 0 0 0 0 0 0 0 0 0 TOTALE Distretti Toscana 331.926 1.718.600 660.983 1.751.200 3.254.742 +++ +++ ++ ++ Tab. 2.4 La CIG in Deroga (CIGD) nei distretti della Toscana: monte ore e variazioni tendenziali 6 2008 2009 2010 Var. % 2009 Var. % 2010 su 2009 1 trim. 1 sem. 11 mesi su 2008 1 trim. 1 sem. 11 mesi Tessile di Prato 631.240 402.260 360.625 1.456.255 2.502.127 - +++ ++++ ++++ Polo fiorentino della pelle 55.450 285.752 163.837 338.495 654.301 +++ ++++ ++++ ++ Concia e calz. di Santa Croce S/Arno 105.213 136.753 120.864 276.233 586.719 + ++++ ++++ +++ Abbigliamento di Empoli 38.939 113.165 46.500 117.398 291.417 ++ ++ ++ ++ Mobile imbottito di Quarrata 11.935 35.685 37.341 158.255 284.581 ++ ++++ ++++ ++++ Calzature di Lucca 120.011 116.293 85.245 112.419 202.794 - ++ ++ ++ Ceramica di Sesto Fiorentino 2.743 27.815 23.091 62.787 176.904 ++++ ++++ ++++ ++++ Calzature di Lamporecchio 30.954 76.140 25.200 101.496 151.428 ++ +++ +++ ++ Mobili di Poggibonsi-Sinalunga 0 504 10.673 35.553 66.237 ++++ ++++ ++++ +++ Cartario di Capannori 0 18.136 1.250 3.190 57.310 ++++ ++++ ++++ ++++ Marmo di Carrara 0 9.208 1.128 24.920 32.256 ++++ -- +++ +++ Oreficeria di Arezzo 0 2.270 1.716 2.156 6.179 ++++ ++++ ++++ ++ TOTALE Distretti della Toscana 996.485 1.223.981 877.470 2.689.157 5.012.253 + ++++ ++++ +++ Nota: i settori distrettuali sono ordinati in base al monte ore dei primi 11 mesi del 2010 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS 4 5 6 Le variazioni sono assegnate sulla base del seguente criterio: -100 <= var% < -50: - - -50 <= var% < 0: - 0 <= var% < 50: + 50 <= var% < 250: ++ 250 <= var% < 500: +++ Var. % > 500: ++++ Vedi nota 4. Vedi nota 5. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 15

Appendice metodologica Non è facile monitorare l evoluzione congiunturale dei distretti industriali. Le uniche informazioni aggiornate disponibili a livello territoriale (provinciale) riguardano le esportazioni espresse a prezzi correnti (dati trimestrali). Un incrocio province/settori per le esportazioni è disponibile, inoltre, per un numero relativamente limitato di settori (circa 100). La congiuntura dei distretti può essere pertanto approssimata in un modo molto grezzo, con un maggiore grado di confidenza solo per i distretti fortemente export-oriented (non ci sono, infatti, dati sul mercato interno) e per quelli che producono beni non troppo specifici (non abbiamo statistiche su micro-settori ad esempio come coltelli e forchette ). I distretti analizzati costituiscono una sintesi di quelli individuati dalla Federazione dei distretti italiani, dall Istat, dalla Fondazione Edison e dalle Leggi regionali che censiscono i distretti stessi. Poiché il presente lavoro ha finalità soprattutto quantitative a livello del sistema distretti nel suo complesso, ci si è concentrati solo sui distretti che potevano essere ben rappresentati dai dati Istat disponibili sul commercio estero a livello provinciale. Vale la pena precisare che i dati Istat provinciali si riferiscono alle export espresse a prezzi correnti e, pertanto, non tengono conto dei fenomeni inflativi, ovvero delle variazioni di prezzo non dovuti a miglioramenti qualitativi dei beni prodotti. Questi dati devono, pertanto, essere valutati con cautela visto che l evoluzione positiva (negativa) dell export può nascondere aumenti (diminuzioni) di prezzo legati all andamento delle quotazioni delle materie prime. In questo numero del Monitor l evoluzione delle esportazioni del 2010 si basa sul confronto tra i dati rettificati del 2010 e quelli definitivi del 2009. Al contrario le variazioni % del 2009 sono calcolate su base omogenea, confrontando i dati definitivi del 2009 e quelli definitivi del 2008. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 16

Monitor dei Distretti - Toscana Le pubblicazioni sui Distretti del Servizio Studi e Ricerche Studi sui distretti industriali Monografie sui principali distretti industriali italiani Il distretto del mobile della Brianza, Marzo 2003 Il distretto del mobile del Livenza e Quartiere del Piave, Agosto 2003 Il distretto della calzatura sportiva di Montebelluna, Agosto 2003 Il distretto del tessile abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, Settembre 2003 Il distretto delle piastrelle di Sassuolo, Dicembre 2003 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo, Gennaio 2004 Il distretto dei metalli di Lumezzane, Febbraio 2004 Il distretto del tessile abbigliamento di Prato, Marzo 2004 Il distretto del mobile di Pesaro, Giugno 2004 Il distretto dell occhialeria di Belluno, Settembre 2004 Il distretto della concia di Arzignano, Settembre 2004 Il distretto delle calzature di Fermo, Febbraio 2005 Il distretto tessile di Biella, Marzo 2005 Il distretto della sedia di Manzano, Maggio 2005 Il distretto serico di Como, Agosto 2005 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo (aggiornamento), Novembre 2005 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull Arno, Dicembre 2005 Il distretto della concia di Arzignano (aggiornamento), Aprile 2006 Il distretto del mobile imbottito della Murgia, Giugno 2006 I distretti italiani del mobile, Maggio 2007 Il distretto conciario di Solofra, Giugno 2007 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull Arno (aggiorn.), Settembre 2007 Il distretto della calzatura del Brenta, Ottobre 2007 Il distretto della calzatura veronese, Dicembre 2007 Il Polo fiorentino della pelle, Luglio 2008 Il distretto dei casalinghi di Omegna, Novembre 2008 Il distretto della calzatura di San Mauro Pascoli, Febbraio 2009 Il distretto metalmeccanico del Lecchese, Giugno 2009 I distretti calzaturieri del sud: Casarano, il Nord Barese e il Napoletano, Settembre 2009 Il distretto della maglieria e dell abbigliamento di Carpi, Marzo 2010 Il distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, Marzo 2010 I distretti veneti del tessile-abbigliamento: le strategie per un rilancio possibile, Aprile 2010 L occhialeria di Belluno all uscita dalla crisi: quale futuro per il tessuto produttivo locale?, Settembre 2010 La Riviera del Brenta nel confronto con i principali distretti calzaturieri italiani, Ottobre 2010 Monitor dei distretti Trimestrale di congiuntura e previsioni sui principali distretti industriali italiani Ultimo numero: Dicembre 2010 Economia e finanza dei distretti industriali Rapporto annuale sui bilanci delle imprese distrettuali Terzo numero: Dicembre 2010 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 17

Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Industry & Banking Fabrizio Guelpa 0287962051 fabrizio.guelpa@intesasanpaolo.com Industry Stefania Trenti 0287962067 stefania.trenti@intesasanpaolo.com Giovanni Foresti 0287962077 giovanni.foresti@intesasanpaolo.com Serena Fumagalli 0287932270 serena.fumagalli@intesasanpaolo.com Caterina Riontino caterina.riontino@intesasanpaolo.com Ilaria Sangalli 0280215785 ilaria.sangalli@intesasanpaolo.com Assistenti di Ricerca Maria Cristina De Michele 0287963660 maria.demichele@intesasanpaolo.com Angelo Palumbo 0287935842 angelo.palumbo@intesasanpaolo.com Banking Elisa Coletti 0287962097 elisa.coletti@intesasanpaolo.com Maria Giovanna Cerini 0287962078 maria.cerini@intesasanpaolo.com Marco Lamieri 0287935987 marco.lamieri@intesasanpaolo.com Tiziano Lucchina 0287935939 tiziano.lucchina@intesasanpaolo.com Finanza e Servizi Pubblici Locali Laura Campanini 0287962074 laura.campanini@intesasanpaolo.com Il rapporto è stato elaborato con informazioni disponibili al 21 dicembre 2010 Editing: Monica Bosi Avvertenza Generale La presente pubblicazione è stata redatta da Intesa Sanpaolo. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Intesa Sanpaolo affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Intesa Sanpaolo. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche