Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza Settore IV: Sviluppo Urbano

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I Quaderni del RUE I Quaderni del RUE N. 40/2014 Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza Settore IV: Sviluppo Urbano LINEE-GUIDA PER LA GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE 1 NELL ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI Disposizione tecnico-organizzativa (DTO 42/2014) (ai sensi dell articolo 7/III del RUE e del c. 7, art. 4, L.R. n. 15/2013) 0. Premessa... pag. 2 0.1. L invarianza idraulica negli strumenti urbanistici comunali (PSC, POC, RUE)... pag. 4 1. La rete di drenaggio esistente sul territorio... pag. 20 2. Il trattamento delle acque di prima pioggia... pag. 21 2.1. Aree a destinazione residenziale... pag. 21 2.2. Aree a destinazione extraresidenziale... pag. 21 2.3. Aree a parcheggio... pag. 22 2.4. Strade... pag. 22 2.5. Vasche di prima pioggia... pag. 22 2.6. Sistemi alternativi alle vasche di prima pioggia... pag. 23 2.7. Sintesi trattamento acque di prima pioggia... pag. 23 3. Best Managment Pratices (BMP)... pag. 24 3.1. Sistemi ad infiltrazione ed evaporazione... pag. 24 3.1.1. Trattamento delle acque dei tetti... pag. 25 3.1.1.1. Pozzi asciutti... pag. 25 3.1.1.2. Tubi drenanti... pag. 25 3.1.1.3. Vasche verdi filtranti... pag. 26 3.1.1.4. Tetti verdi... pag. 26 3.1.1.5. Vasche di raccolta e di riutilizzo... pag. 27 3.1.2. Trattamento delle acque dei tetti... pag. 27 3.1.2.1. Pavimentazioni drenanti e permeabili... pag. 27 3.1.2.2. Canali inerbiti... pag. 28 3.1.3. Trattamento delle acque delle zone urbanizzate in genere... pag. 29 3.1.3.1. Bacini di infiltrazione ed infiltration planters... pag. 29 3.1.3.2. Canali infiltranti... pag. 30 3.2. Sistemi vegetati. Fitodepurazione... pag. 31 3.3. Sistemi ad invaso sotterraneo... pag. 32 4. Problematiche, prospettive e raccomandazioni conclusive... pag. 33 4.1. Ristagno delle acque e proliferazione delle zanzare... pag. 33 4.2. Pianificazione e progettazione degli interventi... pag. 33 5. Conclusioni... pag. 35 1 Le presenti Linee-guida sono riprese da quelle approvate dal Comune di Reggio Emilia con deliberazione di Giunta Comunale n. 94, del 30.04.2014. pag. 1

0. PREMESSA: Queste linee guida, di facile applicazione per l Amministrazione Comunale e per i tecnici del settore, hanno l intento di fornire un coordinamento per ciò che riguarda la gestione delle acque meteoriche in ambito urbano. In sintesi, si tratta quindi di uno strumento: - che fornisce una sintesi sul quadro normativo relativo alla gestione delle acque di prima pioggia; - che suggerisce soluzioni progettuali per garantire l invarianza idraulica; - che assume i principi di gestione sostenibile della risorsa acqua superando la visione tradizionale di canalizzazione dei deflussi meteorici; con la finalità di: - favorire il lavoro interdisciplinare tra i Servizi interni ed esterni competenti; - indirizzare i progettisti nelle soluzioni tecniche per la gestione delle acque. Le linee guida rappresentano soprattutto un primo passo per una visione univoca sul tema delle acque, al fine di avviare un cambio culturale nella gestione delle acque, che spesso ha visto finora nell acqua un elemento da regimare e canalizzare il più possibile. Il documento ha valore tecnico. Tuttavia, le soluzioni progettuali fornite dovranno essere approfondite circa il dimensionamento dei sistemi d infiltrazione (che va effettuato confrontando le portate in arrivo al sistema con la capacità d infiltrazione del terreno e con l eventuale volume laminato dal sistema) e l idoneità dell area a cui si fa riferimento (che dovrà essere valutata con attenzione dai progettisti, in particolare in merito alla componente geologica). I processi naturali che governano lo scorrimento e l infiltrazione delle acque meteoriche sono ancora poco noti e quindi sono oggetto di intense ricerche scientifiche, anche in ambito internazionale. Una parte consistente delle pubblicazioni nelle maggiori e più accreditate testate scientifiche internazionali sono infatti dedicate a questo fenomeno. Detta realtà fornisce la ragione per la quale, anche dal punto di vista tecnico, le soluzioni di trattamento delle acque meteoriche siano tuttora oggetto di sperimentazione e studio e siano ancora affette da rilevante incertezza. Tuttavia, le caratteristiche macroscopiche delle dinamiche innanzi accennate sono note da tempo. Il contributo idrico fornito dalle precipitazioni viene tradizionalmente suddiviso, in ambito tecnico, in due componenti: l una che contribuisce al deflusso superficiale e l altra che evapora oppure si infiltra alimentando quindi il deflusso profondo. L entità di dette componenti dipende dalle caratteristiche climatiche, del suolo, dalla morfologia superficiale e da altre componenti. Nei bacini idrografici naturali il deflusso superficiale è oltremodo variabile, con valori che tipicamente si attestano attorno al 20%-60% del volume totale di precipitazione. Nel caso di bacini urbani in prevalenza impermeabilizzati, invece, detta percentuale può raggiungere il 90%. pag. 2

Deflusso superficiale ed infiltrazione con terreni permeabili e non permeabili Superficie permeabile bacino idrografico naturale: - ridotto deflusso superficiale: ~ 20-60% - elevata evapotraspirazione - elevata infiltrazione nel sottosuolo pag. 3 Superficie urbana: - rapido e elevato deflusso superficiale: ~ 90% - bassa evapotraspirazione - bassa infiltrazione nel sottosuolo E evidente quindi che il deflusso superficiale costituisce una rilevante sollecitazione per i bacini di drenaggio urbano. E ben noto che gli eventi meteorici estremi, che provocano portate di deflusso superiori a quelle che i sistemi fognari smaltiscono in sicurezza, possono dare luogo ad allagamenti o indurre rilevanti problemi qualitativi nei corpi idrici superficiali che solitamente fungono da recettori delle acque in eccesso. Di conseguenza, la corretta disciplina delle acque meteoriche e reflue che defluiscono nei bacini urbani, a causa delle precipitazioni e degli scarichi civili e produttivi, rappresenta uno dei punti cardine delle politiche di salvaguardia dell'ambiente e più in generale della qualità complessiva della vita nei territori urbanizzati. In particolare, come innanzi accennato, il problema della gestione delle acque non si esaurisce curando il loro allontanamento dalle zone urbanizzate in modo che non si verifichino allagamenti. E infatti necessario che sia anche operato un rigoroso controllo del loro impatto quali-quantitativo sull'ambiente in generale e sulle risorse idriche superficiali e sotterranee. Questo problema è particolarmente sentito nella Regione Emilia-Romagna, dove le acque sotterranee forniscono un rilevante contributo all approvvigionamento idrico per uso civile. Il problema si è significativamente esacerbato negli anni recenti a seguito dell espansione urbanistica che si è verificata nelle ultime decadi. A ciò si aggiunge la circostanza che le direttive Europee, ed in particolare la direttiva CE 2000/60 Water Framework Directive, hanno recentemente posto obiettivi stringenti di qualità delle acque superficiali, obiettivi che impongono alle amministrazioni uno studio più accurato del funzionamento dei sistemi di drenaggio urbano. Le soluzioni tecniche proposte dalla letteratura per la gestione delle acque sono molteplici. Tuttavia, la loro applicazione è ancora oggetto di sperimentazione e ricerca, proprio per le difficoltà anzidette di decifrare i fenomeni complessi che riguardano la dinamica delle acque meteoriche. La stretta interdipendenza tra fognatura, impianto di depurazione e corpi idrici ricettori esige che i sistemi di drenaggio siano studiati con approccio unitario, ovvero analizzando l insieme del contesto naturale e artificiale nel quale il sistema di drenaggio opera. I corpi idrici naturali, le caratteristiche degli insediamenti, le reti di distribuzione idrica e le reti artificiali di drenaggio devono quindi essere studiati congiuntamente. Le esperienze svolte in diversi contesti sia nazionali che internazionali dimostrano

l'importanza di questa concezione unitaria, che spesso ha portato a riconoscere la necessità di correggere le impostazioni inizialmente assunte, individuando nuove soluzioni atte a convogliare alla depurazione anche importanti aliquote delle acque meteoriche. L obiettivo che si pone l Amministrazione Comunale è una gestione sostenibile delle acque per contenere il deflusso superficiale delle acque meteoriche in ambito urbano, minimizzando l impatto dell urbanizzazione sui processi di evaporazione ed infiltrazione delle acque stesse. In tal modo si vogliono mitigare gli impatti negativi che insistono sul ciclo dell acqua: - impatti sul regime idrico dei corsi d acqua superficiali causati da immissioni di volumi idrici eccessivi in tempi brevi; - sovraccarico del sistema fognario in caso di piogge intense; - abbassamento falda freatica dovuto all impermeabilizzazione del suolo; - impatti sulla qualità delle acque: in caso di sistema fognario misto gli impianti di depurazione non sono in grado di depurare la totalità dei volumi idrici recapitati. E dunque d obbligo introdurre il principio dell invarianza idraulica, che sancisce che la portata al colmo di piena risultante dal drenaggio di un area debba essere costante prima e dopo la trasformazione programmata dell uso del suolo in quell area stessa. 0.1 L invarianza idraulica degli strumenti urbanistici comunali (PSC, POC, RUE): Il Piano Strutturale Comunale (PSC), approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 27, del 12.07.2012, ed in vigore dal 21.11.2012 (data di pubblicazione dell avviso di approvazione sul B.U.R. n. 255 parte seconda), già sancisce fortemente e ripetutamente tale principio in più articoli delle Norme Tecniche Strutturali ed in più parti della VALSAT, e precisamente: Art. 13 - Ambiti urbani consolidati (AUC): 3. Ambiti riservati all ampliamento di attività produttive esistenti: Sono aree riservate all ampliamento delle attività contermini anche con la finalità della riqualificazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. Gli interventi di modifica degli assetti strutturali di questi territori dovranno porre particolare attenzione al mantenimento e al potenziamento della rete scolante al fine di assicurare il normale deflusso delle acque meteoriche, oltre alla messa in atto di interventi che perseguano l invarianza idraulica del territorio in seguito alle nuove urbanizzazioni ovvero a garantire l equivalenza in termini di portate tra il deflusso di origine meteorica delle superfici di nuova impermeabilizzazione e i preesistenti terreni agricoli. Art. 14 - Ambiti di riqualificazione urbana (ARU) e Programmi di Riqualificazione Urbana (PRU): Negli ambiti PRU valgono le seguenti prescrizioni per il sistema idraulico, fognario e della depurazione: b. gli interventi dovranno tendere a minimizzare l impermeabilizzazione delle superfici e dovranno adottare, per queste, tecnologie e materiali volti a ridurre il carico idraulico concordemente con quanto contenuto nella disciplina che regola l'applicazione del principio dell'invarianza idraulica; Art. 15 - Ambiti per nuovi insediamenti prevalentemente residenziali (ANIR): Gli ambiti di ampliamento degli abitati per nuovi insediamenti dovranno essere caratterizzati dalla equilibrata compresenza di residenze e di attività sociali, culturali, commerciali e produttive con esse compatibili; essi si riferiscono alle aree di nuova infrastrutturazione. Gli interventi di modifica degli assetti strutturali di questi territori dovranno porre particolare attenzione alla manutenzione ed al potenziamento della rete scolante per assicurare il normale deflusso delle acque meteoriche, oltre alla messa in atto di interventi finalizzati al mantenimento dell invarianza idraulica del territorio in seguito alle nuove urbanizzazioni. Al fine di non incrementare significativamente gli apporti d acqua piovana alle reti di smaltimento e per favorirne il riutilizzo, è prescritta la realizzazione di sistemi di raccolta delle acque di tipo duale 2 ; in relazione alla dimensione dell intervento e della particolare situazione idraulica locale, potranno inoltre prescriversi sistemi di raccolta e accumulo delle acque piovane di adeguata capacità da localizzarsi a monte dell immissione nel corso d acqua o collettore di bonifica ricevente. Art. 16 - Ambiti per nuovi insediamenti prevalentemente extraresidenziali (ANIP): 2 La rete duale prevede di differenziare le reti di distribuzione delle acque all interno di un abitazione, cioè di riservare un sistema di tubature per utilizzare le acque meteoriche (piovane) e grigie (provenienti dagli scarichi di lavabi, docce, vasche da bagno, lavatrici) per usi compatibili, al fine di risparmiare le risorse idriche per usi esclusivamente potabili e di igiene personale. Tra gli usi compatibili vi sono: - l annaffiatura delle aree verdi; - il lavaggio delle aree pavimentate; - il lavaggio dell auto; altri lavaggi; - l alimentazione delle cassette di scarico dei W.C.; - usi tecnologici (relativi, per esempio, a sistemi di climatizzazione). pag. 4

Gli interventi di modifica degli assetti strutturali di questi territori dovranno porre particolare attenzione alla manutenzione ed al potenziamento della rete scolante per assicurare il normale deflusso delle acque meteoriche, oltre alla messa in atto di interventi finalizzati al mantenimento dell invarianza idraulica del territorio in seguito alle nuove urbanizzazioni. Al fine di non incrementare significativamente gli apporti d acqua piovana alle reti di smaltimento e per favorirne il riutilizzo, è prescritta la realizzazione di sistemi di raccolta delle acque di tipo duale; in relazione alla dimensione dell intervento e della particolare situazione idraulica locale, potranno inoltre prescriversi sistemi di raccolta e accumulo delle acque piovane di adeguata capacità da localizzarsi a monte dell immissione nel corso d acqua o collettore di bonifica ricevente. Art. 58 Interventi di mitigazione ambientale nella progettazione edilizia: Componente ambientale risorse idriche: Dovranno essere separate le acque bianche dalle acque nere. Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. Dal punto di vista idraulico, invece, dovranno essere minimizzate le superfici impermeabilizzate, incentivando l impiego di pavimentazioni permeabili o semipermeabili, con particolare riferimento alle aree di parcheggio. In ogni caso dovrà essere prevista l applicazione di sistemi di laminazione delle acque meteoriche, quali il sovradimensionamento delle tubazioni e/o la realizzazione di vasche di laminazione; il sistema di laminazione dovrà essere dotato di dispositivi di limitazione delle portate interni all area, con lo scopo di invasare le acque piovane e rilasciarle progressivamente nelle giornate successive all evento piovoso, oppure di mantenerle invasate con la finalità di irrigazione delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Art. 59 Prestazioni ambientali per i nuovi insediamenti: Per tutti gli ambiti di cui al primo comma (ambiti per nuovi insediamenti residenziali ANIR, ambiti specializzati per attività produttive di nuova urbanizzazione ANIP e ambiti di riqualificazione urbana ARU), il PUA deve inoltre prevedere un progettazione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche tale da assicurare il principio dell invarianza idraulica. Inoltre, la VALSAT di PSC, per le misure di compensazione e mitigazione dell obiettivo specifico di PSC Definizione di una forma urbana compatta, relativamente alla componente Risorse idriche, prevede: L allacciamento alla fognatura comunale ed il trasferimento all impianto di depurazione dovrà essere preceduta da verifica con l ente gestore della capacità di trattamento dei reflui prodotti, che risulterà vincolante per l attuazione delle previsioni di piano. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. In ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). La realizzazione della nuova rete fognaria negli ambiti interferenti con le zone di rispetto dei pozzi idrici a servizio dell acquedotto, dovrà prevedere, oltre l impiego di reti fognarie separate, l adozione di accorgimenti tecnici volti a garantire la perfetta tenuta della rete delle acque nere (tubazioni a doppia camicia). L edificazione dovrà essere prevista in arretramento rispetto ai corsi l acqua, e dovranno essere previste misure compensative di rimboschimento e potenziamento dei sistemi fluviali. Relativamente poi all obiettivo specifico di PSC Promozione dello sviluppo socioeconomico sostenibile e l occupazione, rafforzando la programmazione integrata, valorizzando e facendo cooperare le economie locali, ancora la VALSAT di PSC, per le misure di compensazione e mitigazione relativamente sempre alla componente Risorse idriche, prevede: L area non risulta servita da fognatura pubblica, per cui l ambito dovrà dotarsi di impianto fognario e di depurazione autonomi. Le superfici esterne destinate a parcheggio dovranno prevedere l impiego di soluzioni volte a non limitare la permeabilità dei suoli. In ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Le aree esterne dovranno dotarsi di fognatura adeguata con dispositivi per la gestione delle acque di prima pioggia ai sensi della D.G.R. 286/2005. La maggiore richiesta idrica comporterà un maggior attingimento dalle acque di falda, per cui dovranno essere promosse politiche di risparmio, riutilizzo e riciclo delle acque nei cicli industriali. Ed ancora, relativamente all obiettivo specifico di PSC Potenziamento del sistema produttivo artigianale locale, ancora la VALSAT di PSC, per le misure di compensazione e mitigazione relativamente sempre alla componente Risorse idriche, prevede: pag. 5

L allacciamento alla fognatura comunale ed il trasferimento all impianto di depurazione dovranno essere preceduti da verifica con l ente gestore della capacità di trattamento dei reflui prodotti, che risulterà vincolante per l attuazione delle previsioni di piano. Analoga considerazione vale per le aree produttive servite da rete e impianto di depurazione dedicati. Le superfici esterne destinate a parcheggio dovranno prevedere l impiego di soluzioni volte a non limitare la permeabilità dei suoli. In ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Le aree esterne dovranno dotarsi di fognatura adeguata con dispositivi per la gestione delle acque di prima pioggia ai sensi della D.G.R. 286/2005. La maggiore richiesta idrica comporterà un maggior attingi mento dalle acque di falda, per cui dovranno essere promosse politiche di risparmio, riutilizzo e riciclo delle acque nei cicli industriali. Anche il Piano Operativo Comunale, approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 29, del 18.09.2013, ed in vigore dal 29.01.2014 (data di pubblicazione sul B.U.R. n. 27 parte seconda, dell avviso di avvenuta approvazione), per ogni Ambito ANIR ed ANIP da esso previsti, prevede, nell ambito delle Direttive di mitigazione ambientale per la redazione dei PUA e la progettazione edilizia, relativamente alla componente Risorse idriche, direttive riprese anche nel Documento Programmatico per la Qualità Urbana (DPQU) e nella VAS di POC, quanto segue: Ambito ANIR 02: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). L ipotesi di realizzazione vasche di laminazione nella fascia perifluviale del Rio Lora, come indicato nella proposta progettuale avanzata, pur richiedendo gli opportuni pareri di competenza (Servizio Tecnico Bacini degli Affluenti del Fiume Po, Consorzio di Bonifica) per la verifica del corretto dimensionamento delle vasche stesse, appare condivisibile dal punto di vista ambientale e naturalistico. Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. La fascia più ribassata in quota contermine al Rio Lora, esposta ad un moderato rischio di esondazione, dovrà essere preclusa all edificazione. Il settore nord-est dell ambito, posto a quota più ribassata, potrà essere attuato prevedendo alla corretta regimazione delle acque meteoriche, da un lato mediante la verifica della capacità di smaltimento dei fossi/canalizzazioni interessanti l ambito nella loro configurazione finale e dall altro attraverso la realizzazione delle superfici abitabili e delle aree di pertinenza ad una quota sopraelevata di almeno 1 m. rispetto alla quota dell area più ribassata posta in fregio al Rio Lora. E, sempre per l Ambito ANIR 02, relativamente ai Caratteri fisici e condizionamenti : Per contemperare le finalità legate al Parco, alla fruizione pubblica e alla laminazione delle acque meteoriche, in alternativa alla realizzazione delle vasche di recupero, dovrà essere valutata la possibilità di allargare la sezione di deflusso del Rio Lora nella fascia del Parco, con creazione di una golena allagabile applicando le tecniche di ingegneria naturalistica previste dal manuale tecnico Linee guida per la riqualificazione ambientale dei canali di bonifica in Emilia Romagna (DGR n. 246 del 5/03/2012), riprese anche dalla Linee guida per la costruzione della rete ecologica locale (D.C.P n. 10 del 25/03/2013) e dall'art. 48 comma 6 della NTS del PSC, oltre che in riferimento all Allegato n. 10 del RUE Metodologie di ingegneria naturalistica. Ambito ANIR 03 (Comparto 3.1): Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. pag. 6

delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. La fascia più ribassata in quota, contermine al Rio Lora, ed esposta ad un moderato rischio di esondazione, dovrà essere preclusa all edificazione. Il settore nord-ovest dell ambito, posto a quota più ribassata, potrà essere attuato prevedendo alla corretta regimazione delle acque meteoriche, da un lato mediante la verifica della capacità di smaltimento dei fossi/canalizzazioni interessanti l ambito nella loro configurazione finale e dall altro attraverso la realizzazione delle superfici abitabili e delle aree di pertinenza ad una quota sopraelevata di almeno 1 m. rispetto alla quota dell area più ribassata posta in fregio al Rio Lora. Ambito ANIR 09 (Comparto 9.1): Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Ambito ANIR 19: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Ambito ANIS 01: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. pag. 7

La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Ambito ANIP 02: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. In relazione alla condizione di saturazione del depuratore di Barianella Sud, è prevedibile che l ambito debba dotarsi di impianto di depurazione privato. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire la massima permeabilità delle aree scoperte compatibilimente con gli usi delle stesse. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Ambito ANIP 03: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire la massima permeabilità delle aree scoperte compatibilimente con gli usi delle stesse. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Per quanto riguarda il rischio idraulico residuale relativo al Fiume Po, al fine prevenire eventuali danni ad addetti e infrastrutture/macchinari le nuove costruzioni, dovranno prevedere il rispetto delle prescrizioni di cui all art. 41 delle NTS del PSC, in particolare le aree sede di processi industriali, degli impianti tecnologici e degli eventuali depositi di materiali dovranno essere realizzati ad una quota superiore alla piena di riferimento, indicata pari a 60,44 m. slm in riferimento alle quote CTR. Gli interventi di nuova edificazione dovranno rispettare una distanza di rispetto di 40 m. dal piede dell argine maestro del Fiume Po. Ambito ANIP 04: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. pag. 8

La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire la massima permeabilità delle aree scoperte compatibilimente con gli usi delle stesse. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Ambito ANIP 05: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire la massima permeabilità delle aree scoperte compatibilmente con gli usi delle stesse. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Ambito ANIP 06: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire la massima permeabilità delle aree scoperte compatibilimente con gli usi delle stesse. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Ambito ANIP 07: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire la massima permeabilità delle aree scoperte compatibilimente con gli usi delle stesse. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. pag. 9

Ed infine, il Regolamento Urbanistico Edilizio, approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 28, del 18.09.2013, ed in vigore dal 29.01.2014 (data di pubblicazione sul B.U.R. n. 27 parte seconda, dell avviso di avvenuta approvazione), sul tema prescrive: ART. 25/II AGGREGAZIONI DI EDIFICI: Requisito A.7: Invarianza idraulico-ambientale e riuso delle acque: PROPOSIZIONE ESIGENZIALE Per limitare gli incrementi delle portate e del carico inquinante nei recapiti, siano essi naturali o artificiali, gli interventi devono prevedere la progettazione, realizzazione e gestione di sistemi di raccolta delle acque meteoriche. PRESTAZIONI 1 2 3 4 Ai fini della regolazione dei recapiti e della raccolta delle acque meteoriche, nel progetto e nella realizzazione di aggregati di edifici: Anche nel caso in cui i collettori confluiscano in reti fognarie miste (unitarie), separare i sistemi di raccolta delle 1.1 acque reflue, con collettori per la raccolta delle acque reflue domestiche, delle acque reflue industriali e delle acque meteoriche fra loro distinti. Identificare il recapito delle acque meteoriche, adottando preferibilmente un corpo idrico superficiale o favorendo 1.2 l'infiltrazione sul suolo; solo nel caso in cui ciò risulti impossibile, immettere le acque meteoriche nei sistemi fognari esistenti. Differenziare, sulla base di un'analisi dettagliata dei possibili recapiti (stato idraulico e ambientale dei corpi idrici superficiali, tipo di suolo e caratteristiche della falda), i sistemi di raccolta delle acque che possono essere 1.3 riutilizzate o immesse sul suolo senza particolari trattamenti e i sistemi di raccolta delle acque da sottoporre invece a trattamenti qualitativi specifici. Ai fini del convogliamento, della filtrazione e dell'accumulo delle acque meteoriche provenienti dalle coperture degli edifici da indirizzare a recupero per usi compatibili, nel progetto e nella realizzazione di aggregati di edifici: Predisporre idonei serbatoi d'accumulo, preferibilmente o interrati, in funzione della disponibilità di spazio, dell'estensione della zona di raccolta e dei volumi necessari. Dotare tali serbatoi di idonei accessi per consentirne la 2.1 periodica manutenzione e di sistemi di troppo pieno per veicolare le acque in eccesso verso il corpo recettore delle acque meteoriche non contaminate come precedentemente definito. Realizzare una rete di adduzione e distribuzione delle acque meteoriche (rete duale) per usi compatibili interni o 2.2 esterni agli edifici. Adottare, nei casi in cui risulti tecnicamente ed economicamente impossibile il riuso delle acque meteoriche, sistemi di drenaggio che consentano di infiltrare nel terreno le acque dei tetti, mediante applicazione delle stesse sul suolo 2.3 o negli strati superficiali del sottosuolo evitando l'immissione diretta in falda e mantenendo una distanza di almeno 1,00 m dal livello di massima escursione della quota piezometrica della falda. Ai fini del controllo e della gestione delle acque di prima pioggia, nel progetto e nella realizzazione di aggregati di edifici: Predisporre adeguati sistemi di raccolta ed eventuale trattamento delle acque provenienti da nuove strade interessate da traffico intenso (strade di attraversamento e attestamento urbano, strade di connessione tra parti urbane) prevedere sempre, ove realizzabile, fasce filtro o tampone a lato della carreggiata per la raccolta delle portate di acque meteoriche di dilavamento (parte IV Dgr 1860/2006). Da aree compatte destinate a parcheggi di 3.1 estensione superiore a 1.000 mq predisporre un invaso di raccolta delle acque di prima pioggia di dimensione pari a 25 mc per ogni ettaro di superficie impermeabile con recapito nella fognatura nera o mista anche eventualmente preceduto da idoneo processo di filtrazione o sedimentazione e disoleazione delle acque stesse. Il funzionamento della vasca di prima pioggia deve essere tale per cui, una volta riempita, dovrà essere by-passata dalle acque meteoriche ulteriori. Predisporre adeguati sistemi di trattamento delle acque derivanti da aree adibite a usi non abitativi e suscettibili di contaminazione. Predisporre invasi di raccolta delle acque di dilavamento di volume pari a 50 mc per ogni ettaro di superficie impermeabile, da immettersi, previo trattamento adeguato, nel corpo idrico recettore. Nel caso di aree 3.2 nelle quali sia ipotizzabile che l'inquinamento delle acque di prima pioggia non si esaurisca nei primi minuti dell'evento meteorico, adottare sistemi di trattamento adeguato per l'intero evento meteorico dimensionati secondo quanto previsto dalla normativa regionale specifica. Ai fini del controllo delle portate massime, nel progetto e nella realizzazione di aggregati di edifici: Predisporre eventuali vasche di laminazione, dimensionate con riferimento alle prescrizioni dell'autorità di bacino (500 mc per ettaro di superficie territoriale, ad esclusione delle superfici permeabili destinate a parco o a verde compatto), adottando le metodologie di calcolo disponibili nella letteratura scientifica. Calcolare la portata massima in uscita dal nuovo insediamento assumendo un contributo specifico pari a 10 l/s per ogni ettaro di superficie drenata, qualora il terreno prima dell'intervento sia permeabile (aree agricole, giardini, parchi, ecc.) e di 4.1 50 l/s per ogni ettaro di superficie drenata, qualora il terreno prima dell'intervento sia impermeabile (strade, parcheggi, edifici, ecc.), salvo specifica indicazione più restrittiva degli enti gestori dei corpi idrici recettori alle cui prescrizioni tali impianti e la gestione degli stessi dovranno essere adeguate. Preferire inoltre quei dispositivi che garantiscano il più possibile una portata costante in uscita e che consentano il lavaggio e la pulizia degli invasi, sia essa periodica eseguita a mano o automatica. I volumi destinati alla raccolta dell'acqua meteorica per il riutilizzo non devono essere computati nel calcolo del volume di laminazione al fine del rispetto dell'invarianza idraulica. Adottare soluzioni di tipo "diffuso", distribuite sull'intera area urbanizzata, atte a favorire l'infiltrazione nel suolo (Best management practices, Bmp) o interventi di laminazione diffusi, o invasi in linea in tubazioni opportunamente sovradimensionate, quali, a esempio: 4.2 1. sistemi vegetati (fasce filtro, aree tampone, canali ineriti, tetti verdi); 2. sistemi filtranti (filtri a sabbia); - sistemi di infiltrazione (bacini di infiltrazione, canali filtranti, pozzi asciutti, pavimentazioni filtranti). 4.3 Dimensionare i manufatti idraulici e le tubazioni considerando un tempo di ritorno di 25 anni. ART. 16/III VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITA AMBIENTALE (VAS): 1. Verifica di assoggettabilità a VAS dei PUA non in variante al POC vigente. In ottemperanza al principio di non duplicazione di cui all'articolo 9 della Direttiva 42/2001/CE e agli artt. 11, comma 4 e 13, comma 4, del D.Lgs. n. 152/2006, nei quali si stabilisce che "la VAS viene effettuata ai vari livelli istituzionali tenendo conto dell'esigenza di razionalizzare i procedimenti ed pag. 10

evitare duplicazioni nelle valutazioni", si dovrà tener conto delle valutazioni sugli effetti ambientali dei PUA già operate nei piani sovraordinati, nello specifico il POC e il PSC. A tal fine lo Studio della sostenibilità ambientale e territoriale di cui all'articolo 15/III, comma 1, lettera g) del presente Regolamento, deve contenere la necessaria analisi di coerenza del PUA rispetto al POC, definendo il rispetto dei limiti e delle condizioni di sostenibilità ambientale delle trasformazioni previste dal POC stesso. Qualora nell'ambito della valutazione si verifichi la coerenza del PUA proposto rispetto al POC vigente, ed il POC definisca l assetto localizzativo delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi ammessi, ed i contenuti planivolumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi, dettando limiti e condizioni di sostenibilità ambientale e delle trasformazioni da esso previste, la valutazione ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/2006 si intende assolta con la procedura del POC stesso a meno degli approfondimenti derivanti dall impianto planivolumetrico (comprensivo delle aree di compensazione e di dotazione ambientale), viabilistico e di verifica dell invarianza idraulica e che verrà proposto dal PUA. Qualora nell'ambito della valutazione si verifichi la non coerenza del PUA proposto rispetto al POC vigente, sempre che si rientri nei casi di cui all'articolo 6, commi 3 e 3 bis del D.Lga. n. 152/2006, la proposta di PUA è sottoposta a Verifica di assoggettabilità di cui all'articolo 12 del decreto stesso, limitando l'analisi ai soli effetti significativi sull'ambiente non precedentemente considerati negli strumenti sovraordinati. Il Comune, in qualità di autorità procedente, trasmette il Rapporto preliminare alla Provincia, in qualità di autorità competente, per l'effettuazione della procedura di Verifica di assoggettabilità. ART. 2/IV AMBITI ANIR SOGGETTI A RUE: 7. Gli ambiti di ampliamento degli abitati per nuovi insediamenti dovranno essere caratterizzati dalla equilibrata compresenza di residenze e di attività sociali, culturali, commerciali e produttive con esse compatibili; essi si riferiscono alle aree di nuova infrastrutturazione. Gli interventi di modifica degli assetti strutturali di questi territori dovranno porre particolare attenzione alla manutenzione ed al potenziamento della rete scolante per assicurare il normale deflusso delle acque meteoriche, oltre alla messa in atto di interventi finalizzati al mantenimento dell invarianza idraulica del territorio in seguito alle nuove urbanizzazioni. Al fine di non incrementare significativamente gli apporti d acqua piovana alle reti di smaltimento e per favorirne il riutilizzo, è prescritta la realizzazione di sistemi di raccolta delle acque di tipo duale; in relazione alla dimensione dell intervento e della particolare situazione idraulica locale, potranno inoltre prescriversi sistemi di raccolta e accumulo delle acque piovane di adeguata capacità da localizzarsi a monte dell immissione nel corso d acqua o collettore di bonifica ricevente. L individuazione grafica degli ambiti contenuta nella cartografia PSC03 ha carattere puramente indicativo; il RUE, anche attraverso le procedure di concertazione previste dal comma 10 dell articolo 30 della L.R. n. 20/2000, definisce l esatta delimitazione degli ambiti all interno delle aree comprese nel territorio urbanizzabile indicato nelle cartografie di PSC. Il RUE individua gli ambiti, o parti di essi, che il PSC assegna alla sua programmazione e definisce per ciascuno di essi le destinazioni d'uso ammissibili, gli indici edilizi, le modalità di intervento, le dotazioni territoriali, i contenuti fisico morfologici e l'assetto infrastrutturale. L attuazione degli ambiti programmati nel RUE è comunque subordinata alla preventiva verifica dell idoneità dell impianto di depurazione delle acque e della capacità del ricettore finale a supportare i carichi aggiuntivi derivanti dagli interventi previsti. Il RUE disciplina le attività consentite nelle aree e negli edifici esistenti in questi ambiti, conformemente alle disposizioni dell articolo 5 della L.R. n. 31/2002. Relativamente agli Ambiti disciplinati dal RUE, le Indicazioni di mitigazione ambientale per la progettazione edilizia, per la componente ambientale Risorse idriche, prescrivono: ART. 3/IV AMBITI ANIR 12-13-14: L allacciamento alla fognatura comunale ed il trasferimento all impianto di depurazione dovrà essere preceduta da verifica con l ente gestore della capacità di trattamento dei reflui prodotti, che risulterà vincolante per l attuazione delle previsioni di piano. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dallastessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Gli Ambiti sono di ridotte dimensioni e non confinano direttamente con il reticolo idrico gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza. In ogni caso essi dovranno essere adeguatamente protetti dalle acque provenienti dai terreni posti a sud e non dovranno gravare idraulicamente sulle proprietà limitrofe di valle. ART. 4/IV AMBITO ANIR 17: pag. 11

Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. L Ambito non confina con il reticolo idrico gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza. Le proprietà limitrofe all Ambito dovranno essere adeguatamente protette da un eventuale insufficienza del sistema di gestione delle acque bianche. Il progetto esecutivo degli interventi previsti nell Ambito dovrà essere sottoposto alla preventiva approvazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza, in particolare per quanto riguarda lo scarico delle acque meteoriche. ART. 5/IV AMBITO ANIR 20: L allacciamento alla fognatura comunale ed il trasferimento all impianto di depurazione dovrà essere preceduta da verifica con l ente gestore della capacità di trattamento dei reflui prodotti, che risulterà vincolante per l attuazione delle previsioni di piano; nel caso specifico, l impianto Pievetta allo stato attuale è caratterizzato da una capacità depurativa residua pari a 9 AE, per cui l attuazione dell ambito è vincolato alla partecipazione economica al potenziamento del depuratore comunale, o in alternativa alla realizzazione di un depuratore privato a servizio dell ambito. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. In ogni caso dovrà essere prevista l applicazione di sistemidi laminazione delle acque meteoriche, quali il sovradimensionamento delle tubazioni e/o la realizzazione di vasche di laminazione; il sistema di laminazione dovrà essere dotato di dispositivi di limitazione delle portate interne all area, con lo scopo di invasare le acque piovane e rilasciarle progressivamente nelle giornate successive all evento piovoso, oppure di mantenerle invasate con la finalità di irrigazione delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare ilconsumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Per quanto riguarda il rischio idraulico residuale relativo al Fiume Po, al fine prevenire eventuali danni a beni e strutture, le nuove costruzioni dovranno prevedere il rispetto delle prescrizioni di cui all art. 41 delle NTS del PSC, in particolare le superfici abitabili dovranno essere realizzate ad una quota superiore alla piena di riferimento, indicata pari a 60,44 m slm in riferimento alle quote CTR. L Ambito confina a sud con la tubazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza denominata Bonifica Inferiore, per tale tubazione, dovranno essere rispettate le fasce di tutela (manutenzione-edificazione), come definite dalle norme di polizia idraulica (Titolo VI del R.D. n. 368/1904 Disposizioni di polizia idraulica e art. 14, comma 7 del PAI Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. Le proprietà limitrofe all Ambito dovranno essere adeguatamente protette da un eventuale insufficienza del sistema di gestione delle acque bianche. Il progetto esecutivo degli interventi previsti nell Ambito dovrà essere sottoposto alla preventiva approvazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza, in particolare per quanto riguarda lo scarico delle acque meteoriche e per le eventuali interferenze e/o modifiche del reticolo consortile. ART. 6/IV AMBITO ANIR 21: L allacciamento alla fognatura comunale ed il trasferimento all impianto di depurazione dovrà essere preceduta da verifica con l ente gestore della capacità di trattamento dei reflui prodotti, che risulterà vincolante per l attuazione delle previsioni di piano; nel caso specifico, l impianto Pievetta allo stato attuale ècaratterizzato da una capacità pag. 12

depurativa residua pari a 9 AE, per cui l attuazione dell ambito è vincolato alla partecipazione economica al potenziamento del depuratore comunale, o in alternativa alla realizzazione di un depuratore privato a servizio dell ambito. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. sovradimensionamento delle tubazioni e/o la realizzazione di vasche di laminazione; il sistema di laminazione dovrà essere dotato di dispositivi di limitazione delle portate interne all area, con lo scopo di invasare le acque piovane e rilasciarle progressivamente nelle giornate successive all evento piovoso, oppure di mantenerle invasate con la finalità di irrigazione delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Per quanto riguarda il rischio idraulico residuale relativo al Fiume Po, al fine prevenire eventuali danni a beni e strutture, le nuove costruzioni dovranno prevedere il rispetto delle prescrizioni di cui all art. 41 delle NTS del PSC, in particolare le superfici abitabili dovranno essere realizzate ad una quota superiore alla piena di riferimento, indicata pari a 60,44 m slm in riferimento alle quote CTR. Gli interventi di nuova edificazione previsti per l ambito ANIR21 dovranno rispettare una distanza di rispetto di 40 m. dal piede dell argine maestro del Fiume Po. L Ambito non confina con il reticolo idrico gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza.Dovranno essere rispettate le fasce di tutela (manutenzione-edificazione), come definite dalle norme di polizia idraulica (Titolo VI del R.D. n. 368/1904 Disposizioni di polizia idraulica e art. 14, comma 7 del PAI Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. Le proprietà limitrofe all Ambito dovranno essere adeguatamente protette da un eventuale insufficienza del sistema di gestione delle acque bianche. Il progetto esecutivo degli interventi previsti nell Ambito dovrà essere sottoposto alla preventiva approvazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza, in particolare per quanto riguarda lo scarico delle acque meteoriche e per le eventuali interferenze e/o modifiche del reticolo consortile. ART. 7/IV AMBITO ANIR 22: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. L Ambito non confina con il reticolo idrico gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza. Dovranno essere rispettate lefasce di tutela (manutenzione-edificazione), come definite dalle norme di polizia idraulica (Titolo VI del R.D. n. 368/1904 Disposizioni di polizia idraulica e art. 14, comma 7 del PAI Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. Le proprietà limitrofe all Ambito dovranno essere adeguatamente protette da un eventuale insufficienza del sistema di gestione delle acque bianche. Il progetto esecutivo degli interventi previsti nell Ambito dovrà essere sottoposto alla preventiva approvazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza, in particolare per quanto riguarda lo scarico delle acque meteoriche. ART. 8/IV AMBITO ANIR 23: L allacciamento alla fognatura comunale ed il trasferimento all impianto di depurazione dovrà essere preceduta da verifica con l ente gestore della capacità di trattamento dei reflui prodotti, che risulterà vincolante per l attuazione delle previsioni di piano; nel caso specifico, l impianto Creta allo stato attuale è caratterizzato da una capacità depurativa residua pag. 13

pari a 50 AE, per cui l attuazione dell ambito è vincolato alla partecipazione economica al potenziamento del depuratore comunale di Creta, o in alternativa alla realizzazione di un depuratore privato a servizio dell ambito. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. L Ambito non confina con il reticolo idrico gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza. Dovranno essere rispettate le fasce di tutela (manutenzione-edificazione), come definite dalle norme di polizia idraulica (Titolo VI del R.D. n. 368/1904 Disposizioni di polizia idraulica e art. 14, comma 7 del PAI Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. Il progetto esecutivo degli interventi previsti nell Ambito dovrà essere sottoposto alla preventiva approvazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza, in particolare per quanto riguarda lo scarico delle acque meteoriche. ART. 9/IV AMBITO ANIR 24: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Lungo il lato sud dell Ambito è presente il canale gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza denominato Paduli, e all interno, con direzione sud-nord, il canale denominato Benussi. Dovranno essere rispettate le fasce di tutela (manutenzione-edificazione), come definite dalle norme di polizia idraulica (Titolo VI del R.D. n. 368/1904 Disposizioni di polizia idraulica e art. 14, comma 7 del PAI Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. Le proprietà limitrofe all Ambito in oggetto dovranno essere adeguatamente protette da un eventuale insufficienza del sistema di gestione delle acque bianche. Il progetto esecutivo degli interventi previsti nell Ambito dovrà essere sottoposto alla preventiva approvazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza, in particolare per quanto riguarda lo scarico delle acque meteoriche e per le eventuali interferenze e/o modifiche del reticolo consortile. ART. 10/IV AMBITO ANIR 25: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni pag. 14

caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Lungo il lato ovest dell Ambito è presente il canale gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza denominato Viale 2 Giugno, e sullo spigolo sud-est, la tubazione consortile denominata Pievetta. Dovranno essere rispettate le fasce di tutela (manutenzione-edificazione), come definite dalle norme di polizia idraulica (Titolo VI del R.D. n. 368/1904 Disposizioni di polizia idraulica e art. 14, comma 7 del PAI Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. Le proprietà limitrofe all Ambito in oggetto dovranno essere adeguatamente protette da un eventuale insufficienza del sistema di gestione delle acque bianche. Il progetto esecutivo degli interventi previsti nell Ambito dovrà essere sottoposto alla preventiva approvazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza, in particolare per quanto riguarda lo scarico delle acque meteoriche e per le eventuali interferenze e/o modifiche del reticolo consortile. ART. 11/IV AMBITO ANIR 26: L allacciamento alla fognatura comunale ed il trasferimento all impianto di depurazione dovrà essere preceduta da verifica con l ente gestore della capacità di trattamento dei reflui prodotti, che risulterà vincolante per l attuazione delle previsioni di piano. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire una quota di superficie permeabile pari ad almeno il 40% della superficie scoperta di pertinenza degli edifici. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. L Ambito non confina direttamente con il reticolo idrico gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza. L Ambito dovrà essere adeguatamente protetto dalle acque provenienti dai terreni posti a sud e non dovrà gravare idraulicamente sulle proprietà limitrofe di valle. Ed inoltre, riguardo agli ambiti extraresidenziali: ART. 12/IV AMBITI ANIP SOGGETTI A RUE: 2. Gli interventi di modifica degli assetti strutturali di questi territori dovranno porre particolare attenzione alla manutenzione ed al potenziamento della rete scolante per assicurare il normale deflusso delle acque meteoriche, oltre alla messa in atto di interventi finalizzati al mantenimento dell invarianza idraulica del territorio in seguito alle nuove urbanizzazioni. Al fine di non incrementare significativamente gli apporti d acqua piovana alle reti di smaltimento e per favorirne il riutilizzo, è prescritta la realizzazione di sistemi di raccolta delle acque di tipo duale; in relazione alla dimensione dell intervento e della particolare situazione idraulica locale, potranno inoltre prescriversi sistemi di raccolta e accumulo delle acque piovane di adeguata capacità da localizzarsi a monte dell immissione nel corso d acqua o collettore di bonifica ricevente. L individuazione grafica degli ambiti contenuta nella cartografia PSC03 ha carattere puramente indicativo; il RUE, anche attraverso le procedure di concertazione previste dal comma 10 dell articolo 30 della L.R. n. 20/2000, definisce l esatta delimitazione degli ambiti all interno delle aree comprese nel territorio urbanizzabile indicato nelle cartografie di PSC. Il RUE individua gli ambiti, o parti di essi, da attuarsi nel proprio arco temporale di validità e definisce per ciascuno di essi le destinazioni d'uso ammissibili, gli indici edilizi, le modalità di intervento, le dotazioni territoriali, i contenuti fisico morfologici e l'assetto infrastrutturale, individuando inoltre, se del caso, eventuali ambiti da realizzare come aree ecologicamente attrezzate. I nuovi complessi insediativi sono, di norma, sottoposti a progettazione unitaria estesa agli interi ambiti individuati dal PSC e, nel caso in cui le previsioni del RUE attengano a stralci funzionali degli stessi, la loro attuazione è subordinata alla compilazione di uno studio di massima sull infrastrutturazione dell intero comparto, al fine di programmare l'esecuzione dei manufatti e l'attivazione delle diverse funzioni previste, assicurando la contestuale realizzazione delle dotazioni territoriali ad essi connessi. L attuazione degli ambiti programmati è comunque subordinata alla preventiva verifica dell idoneità dell impianto di depurazione delle acque e della capacità del ricettore finale a supportare i carichi aggiuntivi derivanti dagli interventi previsti. Il RUE disciplina le attività consentite nelle aree e negli edifici esistenti in questi ambiti all interno delle relative Schede Norma di Riferimento progettuale, conformemente alle disposizioni dell articolo 5 della L.R. n. 31/2002. pag. 15

ART. 13/IV AMBITO ANIP 08: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire la massima permeabilità delle aree scoperte compatibilmente con gli usi delle stesse. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. L Ambito non confina con il reticolo idrico gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza. Il sistema di laminazione delle acque meteoriche dovrà essere sottoposto all approvazione del Servizio Tecnico dei Bacini degli Affluenti del Po. ART. 14/IV AMBITO ANIP 09: Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. La progettazione dei nuovi interventi dovrà garantire la massima permeabilità delle aree scoperte compatibilmente con gli usi delle stesse. delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. L Ambito confina a nord con il canale consortile denominato Del Campo d Oro, ad ovest è presente il tratto terminale del canale consortile denominato Boccedi-Marini. Il sistema di laminazione delle acque meteoriche dovrà essere sottoposto all approvazione del Servizio Tecnico dei Bacini degli Affluenti del Po. Il progetto esecutivo degli interventi previsti nell Ambito dovrà essere sottoposto alla preventiva approvazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza, in particolare per quanto riguarda le eventuali interferenze e/o modifiche del reticolo consortile Relativamente infine al territorio consolidato, il RUE prevede: ART. 25/IV AMBITI URBANI CONSOLIDATI. GENERALITA : 2.3. Ambiti riservati all ampliamento di attività produttive esistenti: Sono aree riservate all ampliamento delle attività contermini anche con la finalità della riqualificazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. Gli interventi di modifica degli assetti strutturali di questi territori dovranno porre particolare attenzione al mantenimento e al potenziamento della rete scolante al fine di assicurare il normale deflusso delle acque meteoriche, oltre alla messa in atto di interventi che perseguano l invarianza idraulica del territorio in seguito alle nuove urbanizzazioni ovvero a garantire l equivalenza in termini di portate tra il deflusso di origine meteorica delle superfici di nuova impermeabilizzazione e i preesistenti terreni agricoli. Il RUE disciplina le attività consentite nelle aree e negli edifici esistenti in questi ambiti fino all approvazione del POC o dei piani urbanistici attuativi laddove previsti dal POC stesso, conformemente alle disposizioni dell articolo5 della L.R. n. 31/2002. ART. 37/IV AMBITI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA(ARU). GENERALITA : Negli ambiti PRU valgono le seguenti prescrizioni per il sistema idraulico, fognario e della depurazione: a) i PUA dovranno prevedere l installazione di un impianto di captazione, filtro e accumulo delle acque meteoriche provenienti dalla copertura degli edifici, per consentirne l'impiego per usi compatibili e comunque non potabili e la pag. 16

predisposizione di una rete di adduzione e distribuzione idrica delle stesse acque all'esterno dell'edificio. La cisterna dovrà avere capacità di stoccaggio pari almeno ad 1 mc ogni 50 mq di superficie lorda complessiva destinata a verde pertinenziale e/oa cortile e le acque meteoriche così raccolte dovranno essere utilizzate per l'irrigazione del verde pertinenziale, la pulizia dei cortili e passaggi, il lavaggio di piazzali, il lavaggio di auto; b) gli interventi dovranno tendere a minimizzare l impermeabilizzazione delle superfici e dovranno adottare, per queste, tecnologie e materiali volti a ridurre il carico idraulico concordemente con quanto contenuto nella disciplina che regola l'applicazione del principio dell'invarianza idraulica; c) con riferimento alle reti fognarie si dovranno realizzare sistemi di raccolta delle acque di tipo duale, ossia sistemi costituiti da reti separate per acque bianche ed acque nere. Il sistema fognario delle acque bianche dovrà prevedere sistemi di raccolta ed accumulo delle acque meteoriche per un volume complessivo d'invaso di almeno 500 mc per ettaro di superficie territoriale, ad esclusione delle superfici permeabili destinate a parco o a verde di comparto. Tali sistemi di raccolta, che potranno essere previsti ad uso di uno o più comparti, devono essere localizzati in modo tale da raccogliere le acque meteoriche prima della loro immissione nel corso d'acqua o collettore di bonifica ricevente individuato dall' Autorità idraulica competente. Il progetto relativo a tali sistemi di raccolta è subordinato al parere vincolante dell'autorità idraulica competente e/o dell Entegestore del vettore idraulico; d) per ogni ambito, in sede di POC, in accordo con l Ente gestore, dovranno essere meglio definiti gli eventuali interventi necessari, che potranno essere alternativi oppure integrativi delle infrastrutture fognarie attuali; l approvazione dei PUA è subordinata all'ottenimento del parere favorevole espresso dai competenti uffici dell'amministrazione Comunale e dal Gestore del Servizio Idrico Integrato (titolato alla pianificazione strategica e funzionale delle infrastrutture fognarie) sul recapito o sui recapiti delle reti fognarie da realizzare nei singoli ambiti attuativi. Nel caso si rendesse necessaria l'esecuzione di nuove infrastrutture fognarie o di adeguamenti delle stesse, tali pareri individueranno le modalità tecniche, i tempi di realizzazione nonché gli oneri eventualmente da porre a carico degli ambiti oggetto di trasformazione urbana, laddove le opere a rete da realizzare siano considerate ad uso esclusivo dei soggetti attuatori; e) con specifico riferimento agli Ambiti PRU 1 e PRU 2, trattandosi di ambiti che insistono su un bacino fognario in condizione di criticità idraulica già allo stato di fatto, si dovrà prevederelo sgravio del bacino in sofferenza; in sede di POC dovrà inoltre essere verificata l'effettiva capacità residua della rete fognaria delle acque nere e nel caso non fosse adeguata a sopportare il nuovo carico urbanistico, gli ambiti dovranno farsi carico degli adeguamenti necessari, da concordare con l'ente gestore. Relativamente agli Ambiti di Riqualificazione Urbana disciplinati dal RUE, le Indicazioni di mitigazione ambientale per la progettazione edilizia, per la componente ambientale Risorse idriche, prescrivono: ART. 38/IV AMBITO ARU 01: Dovranno essere separate le acque bianche dalle acque nere. Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. Dal punto di vista idraulico, invece, dovranno essere minimizzate le superfici impermeabilizzate, incentivando l impiego di pavimentazioni permeabili o semipermeabili, con particolare riferimento alle aree di parcheggio. In ogni caso dovrà essere prevista l applicazione di sistemi di laminazione delle acque meteoriche, quali il sovradimensionamento delle tubazioni e/o la realizzazione di vasche di laminazione; il sistema di laminazione dovrà essere dotato di dispositivi di limitazione delle portate interni all area, con lo scopo di invasare le acque piovane e rilasciarle progressivamente nelle giornate successive all evento piovoso, oppure di mantenerle invasate con la finalità di irrigazione delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. ART. 39/IV AMBITO ARU 02: Dovranno essere separate le acque bianche dalle acque nere. Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. Dal punto di vista idraulico, invece, dovranno essere minimizzate le superfici impermeabilizzate, incentivando l impiego di pavimentazioni permeabili o semipermeabili, con particolare riferimento alle aree di parcheggio. In ogni caso dovrà essere prevista l applicazione di sistemi di laminazione delle acque meteoriche, quali il sovradimensionamento delle tubazioni e/o la realizzazione di vasche di laminazione; il sistema di laminazione dovrà essere dotato di dispositivi di limitazione delle portate interni all area, con lo scopo di invasare le acque piovane e rilasciarle progressivamente nelle giornate successive all evento piovoso, oppure di mantenerle invasate pag. 17

con la finalità di irrigazione delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. ART. 40/IV AMBITO ARU 03: Dovranno essere separate le acque bianche dalle acque nere. Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. Dal punto di vista idraulico, invece, dovranno essere minimizzate le superfici impermeabilizzate, incentivando l impiego di pavimentazioni permeabili o semipermeabili, con particolare riferimento alle aree di parcheggio. In ogni caso dovrà essere prevista l applicazione di sistemi di laminazione delle acque meteoriche, quali il sovradimensionamento delle tubazioni e/o la realizzazione di vasche di laminazione; il sistema di laminazione dovrà essere dotato di dispositivi di limitazione delle portate interni all area, con lo scopo di invasare le acque piovane e rilasciarle progressivamente nelle giornate successive all evento piovoso, oppure di mantenerle invasate con la finalità di irrigazione delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata (invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. ART. 41/IV AMBITO ARU 04: Dovranno essere separate le acque bianche dalle acque nere. Per quanto riguarda i reflui civili prodotti dovrà essere garantito l allacciamento delle nuove aree di trasformazione alla rete fognaria esistente, con recapito ai sistemi di depurazione, previa verifica della capacità dei depuratori medesimi che, in caso non risulti sufficiente, dovrà essere opportunamente adeguata, pena la non attuazione della previsione di piano. L attuazione dell azione di Piano è vincolata all adeguamento del sistema di depurazione. Dal punto di vista idraulico, invece, dovranno essere minimizzate le superfici impermeabilizzate, incentivando l impiego di pavimentazioni permeabili o semipermeabili, con particolare riferimento alle aree di parcheggio. In ogni caso dovrà essere prevista l applicazione di sistemi di laminazione delle acque meteoriche, quali il sovradimensionamento delle tubazioni e/o la realizzazione di vasche di laminazione; il sistema di laminazione dovrà essere dotato di dispositivi di limitazione delle portate interni all area, con lo scopo di invasare le acque piovane e rilasciarle progressivamente nelle giornate successive all evento piovoso, oppure di mantenerle invasate con la finalità di irrigazione delle aree verdi e comunque per utilizzi compatibili (dispositivi di recupero e/o riciclo delle acque meteoriche); in ogni caso i quantitativi di acqua scaricati nel corpo idrico ricettore non dovranno determinare una portata superiore a quella derivante dalla stessa porzione di territorio non urbanizzata(invarianza idraulica). Per limitare il consumo idrico le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici potranno essere raccolte, stoccate in quantità adeguata al fabbisogno e riutilizzato per usi compatibili (irrigazione, lavaggi di aree esterne, scarichi wc), attraverso opportune reti duali di adduzione. Inoltre si segnala: ART. 20/V PRESCRIZIONI DI CARATTERE IDRAULICO. CALCOLO DELLE PORTATE METEORICHE: 15. Le tubazioni di scarico dei comparti dei nuovi insediamenti residenziali e produttivi dovranno avere dimensioni tali da far defluire le acque che l area in progetto recapiterebbe in condizioni ante operam di permeabilità (area a destinazione agricola), secondo il principio dell invarianza idraulica. 16. Al fine di garantire il principio dell invarianza idraulica, nei Piani Urbanistici Attuativi è fatto obbligo di analizzare attentamente il sistema duale, al fine di ridurre il carico idraulico sui bacini, ad esempio incrementando il sistema maggiore inteso come insieme delle depressioni superficiali, canalette a cielo aperto ed effetto laminazione sulle superfici piane. 17. Al fine di garantire il principio dell invarianza idraulica delle portate scaricate, internamente ai comparti di intervento, dovranno essere ricavati idonei volumi di invaso, calcolati per un tempo di ritorno almeno pari a 50 anni. I volumi di invaso (in prima approssimazione pari a 500 mc per ettaro impermeabilizzato) saranno composti da: - vasche di laminazione; - lama d acqua sulle superfici esposte all acqua (sistema maggiore); - geometrie sovradimensionate dei collettori interni (sistema minore). Volumi di invaso unitari inferiori ai 500 mc/ha dovranno essere ampiamente motivati ed approfonditi attraverso calcoli idraulici esaurienti e verificabili e dovranno comunque ottenere il parere favorevole dell Autorità idraulica competente. pag. 18

18. In corrispondenza dell immissione del condotto fognario a servizio del comparto nel collettore ricevente, dovrà essere installata una bocca tarata che consenta il passaggio dei soli scarichi in invarianza idraulica, così come definita nei commi precedenti. Gli strumenti urbanistici comunali quindi, assumono per tutto il territorio comunale il principio dell'invarianza idraulica e prescrivono gli interventi accessori alla trasformazione urbanistica finalizzati a compensare gli effetti idraulici dell impermeabilizzazione del suolo e della conseguente riduzione del tempo di corrivazione e aumento delle portate dei corsi d'acqua, in linea con quanto disposto dall Autorità di bacino del fiume Po. Con le presenti linee guida si vuole cercare di fornire uno strumento utile per il raggiungimento dell obiettivo preposto e per salvaguardare il principio dell invarianza idraulica. Una breve sintesi, dunque, dei sistemi e soluzioni tecniche che possono essere utilizzati per la gestione delle acque meteoriche in ambito urbano, facendo riferimento al territorio del Comune di Castel San Giovanni e quindi alla necessità della Regione Emilia-Romagna di proteggere adeguatamente le risorse idriche sotterranee. La trattazione verrà limitata ai sistemi e soluzioni tecniche per il contenimento dei volumi idrici recapitati in fognatura, senza distinguere fra fognature miste piuttosto che separate. Chiaramente un sistema separato solitamente pone minori esigenze di contenimento delle portate idriche recapitate, ma in questa sede verranno considerate soluzioni per una miglior gestione delle acque (Best Management Practices) indipendentemente dal recapito finale. Le Best Management Practices (BMP) hanno l obbiettivo di: - contenere i deflussi superficiali; - assicurare il principio d invarianza idraulica; - favorire l'infiltrazione delle acque nel terreno; - favorire il recupero delle acque meteoriche; - migliorare la qualità delle acque; - assicurare un adeguato livello di sicurezza idrogeologica; - assicurare l integrazione degli interventi nel contesto di riferimento. In merito al ruolo delle BMP nel contenimento dei deflussi in rete, ovvero alla opportunità di utilizzare le BMP per ottenere un effetto significativo di laminazione delle portate idriche in rete, occorre rilevare come detto quesito sia oggetto di notevole attenzione da parte della letteratura scientifica. Recenti contributi hanno messo in evidenza il ruolo potenzialmente molto significativo che le BMP possono giocare nell incrementare la capacità di invaso dei bacini urbani. Esperienze significative in merito sono state condotte in Australia, ove è stata maturata una lunga esperienza di applicazione delle BMP. Una soluzione sempre più diffusamente applicata al problema dello smaltimento delle acque meteoriche è costituita proprio dall'adozione delle cosiddette BMP (Best Management Practices), definite come strategie, pratiche o metodi per la rimozione, la riduzione, il ritardo o la prevenzione della quantità di costituenti inquinanti e contaminanti delle acque di pioggia, prima che giungano nei corpi idrici ricettori. Le BMP si distinguono in non strutturali e strutturali: tra le prime rientrano i provvedimenti normativi e regolamentari; le altre sono costituite da sistemi depurativi di diverso tipo (frequente è il ricorso a sisteminaturali, o estensivi, caratterizzati da costi di impianto e di esercizio molto contenuti), che talvolta si configurano come veri e propri impianti di trattamento, nei quali si sfruttano processi fisici e biologici per ridurre il carico inquinante delle acque di pioggia, eventualmente assicurando, nel contempo, anche la laminazione delle portate di piena. pag. 19

1. LA RETE DI DRENAGGIO ESISTENTE SUL TERRITORIO: Sul territorio comunale è presente un sistema di drenaggio superficiale delle acque rappresentato da: - sistema di canalizzazione in capo al Consorzio di Bonifica di Piacenza, formato dalla rete di canali e fossi irrigui e di scolo (si veda la tavola del Quadro Conoscitivo del PSC n. QCSA09); - sistema privato di fossi e scoline. Tale sistema rappresenta un elemento fondamentale per l equilibrio idrogeologico del territorio ed è inoltre elemento fondamentale di connotazione del paesaggio, con altissime potenzialità per il sistema della rete ecologica e della biodiversità territoriale. Per raggiungere il macro obiettivo di minimizzare gli impatti sul ciclo naturale della risorsa acqua, in particolare per quanto riguarda il contenimento dei deflussi superficiali e per assicurare il principio dell invarianza idraulica in primis è necessario mantenere il più possibile inalterato il sistema di drenaggio superficiale esistente. Sarà quindi necessario mantenere tale sistema evitando qualsiasi tombamento di fossi e canali ad eccezione dei tratti con comprovati problemi igienico sanitari o tratti oggetto di nuovi attraversamento stradale comunque previa autorizzazione dei soggetti competenti. Tale buona pratica sarà molto importante in particolare per i piani urbanistici attuativi che insistono su terreni agricoli in cui solitamente è già ben sviluppato il sistema di drenaggio superficiale. La salvaguardia della rete scolante unita ad una progettazione integrata dello spazio urbano può fare sì che l acqua diventi anche elemento caratterizzante dello spazio pubblico. In tal senso, con una progettazione multidisciplinare si possono ottenere non solo miglioramenti nella gestione delle acque contribuendo al mantenimento dell equilibrio idrogeologico del territorio, ma fare dell acqua un elemento di valorizzazione e riqualificazione delle trasformazioni del territorio. pag. 20

2. IL TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA: Si definiscono acque di prima pioggia i primi 5 mm di precipitazione di un assegnato evento meteorico su una superficie impermeabile dotata di rete drenante. Di seguito, si cerca di fare chiarezza sulle situazioni in cui è necessario il trattamento delle acque di prima pioggia. Detto trattamento solitamente si ottiene predisponendo vasche di prima pioggia od utilizzando sistemi di depurazione alternativi che garantiscano adeguati margini di sicurezza (fitodepurazione). Qualora il trattamento delle acque di prima pioggia non sia necessario, sarà comunque opportuno prevedere soluzioni tecniche per il contenimento dei deflussi superficiali, seguendo criteri che verranno successivamente illustrati. La Normativa Regionale dell'emilia-romagna di riferimento sul tema, è la delibera di Giunta Regionale n. 286, del 14.02.2005 Direttiva concernente indirizzi per la gestione delle acque di prima pioggia e di lavaggio da aree esterne (art.39 d.lgs. 11 maggio 1999 n.152). Essa indica le modalità di gestione delle acque di prima pioggia lasciando alle Province il compito di dettare prescrizioni specifiche nel Piano di Indirizzo (che non è ancora stato predisposto per la Provincia di Piacenza) 3. Il Piano di Indirizzo è un attuazione del Piano di Tutela delle Acque Regionale e disciplina il controllo delle acque di prima pioggia per quanto attiene gli scarichi esistenti e le aree di nuova espansione, al fine di raggiungere gli obiettivi di qualità per i corpi idrici. In particolare, il Piano di Indirizzo individua la localizzazione ed il dimensionamento delle vasche di prima pioggia per i principali agglomerati e le priorità degli interventi. Di seguito vengono riassunti gli obblighi previsti dalle normative regionali menzionate per capire in quali casi è reso obbligatorio il trattamento delle acque di prima pioggia. 2.1 Aree a destinazione residenziale: Come previsto dai nuovi strumenti urbanistici vigenti, le nuove aree a destinazione residenziale (Ambiti ANIR) dovranno essere dotate di reti fognarie separate 4. In accordo all'art. 3.5 della DGR 286/2005 si dovrà prevedere ove possibile, in relazione alle caratteristiche del suolo o in subordine della rete idrografica, il completo smaltimento in loco delle acque dei tetti e delle superfici impermeabilizzate non suscettibili di dilavamento di sostanze pericolose (si vedano le Best Management Practices). In tal senso le aree cortilive non dovranno essere utilizzate per il lavaggio delle auto. Lo stesso Gestore del Servizio Idrico Integrato dovrà prevedere analoghe disposizioni all interno del Regolamento di fognatura e depurazione ed è compito del Comune incentivare le tecnologie di miglior trattamento delle acque (Best Management Practices) per la riduzione delle portate e del carico inquinante trasportato dalle acque meteoriche. Qualora il recapito delle acque meteoriche sia un sistema fognario esistente o un corpo idrico dovrà esserne verificata la capacità idraulica seguendo le indicazioni del Gestore del Servizio Idrico integrato o dell Ente competente a seconda della natura/tipologia del corpo idrico interessato, prevedendo l eventuale laminazione che si rendesse necessaria. 2.2 Aree a destinazione extraresidenziale: Nelle aree a destinazione produttiva/artigianale/terziaria/commerciale, i titolari degli insediamenti sono tenuti all esecuzione degli interventi di separazione delle acque di prima pioggia derivanti dalle superfici suscettibili di essere contaminate ed alla loro immissione nella fognatura nera aziendale od alla loro depurazione in loco. La definizione delle attività interessate da tale provvedimento è fornita dalla DGR 286/2005 e DGR 1860/2006 Linee guida di indirizzo per gestione acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia in attuazione della D.G.R. n. 286 del 14/02/2005. Il trattamento dovrà avvenire attraverso l'adozione di dispositivi di gestione 3 A tale proposito si suggerisce, a titolo di suggerimento, il Piano di Indirizzo della Provincia di Rimini (http://ebookbrowsee.net/adv.php?q=piano+di+indirizzo+per+la+gestione+delle+acque+di+prima+pioggia+pdf&way=1) 4 Art. 17/II della Disciplina Normativa del RUE: 3. Realizzazione di reti separate. Nell'ambito della progettazione di nuove opere fognarie o del risanamento di opere esistenti, si deve prevedere la realizzazione di reti separate anche nel caso che la fognatura di recapito sia mista. Nel caso sia tecnicamente possibile l'allacciamento delle reti oggetto della progettazione sia a collettori misti sia a collettori separati, si deve prevedere il loro collegamento alle rispettive tubazioni delle reti separate esistenti. pag. 21

delle acque di prima pioggia, secondo le modalità definite dal Gestore del Servizio Idrico Integrato. Nel caso il dilavamento non si esaurisca con le acque di prima pioggia, sarà necessario trattare in continuo tutta la portata meteorica, con recapito prioritario in corpo idrico ricettore o in subordine nella pubblica fognatura, previa autorizzazione da parte dell ente competente. Anche in questo caso si dovrà prevedere, ove possibile in relazione alle caratteristiche del suolo o in subordine della rete idrografica, il completo smaltimento in loco delle acque dei tetti e delle superfici impermeabilizzate non suscettibili di dilavamento di sostanze pericolose. Si dovrà prevedere la gestione delle acque di prima pioggia e degli sversamenti accidentali per le aree comuni, strade e parcheggi, qualora la superficie complessiva dell area urbanizzata sia superiore a 3 ettari. In particolare per le superfici stradali, così come indicato nelle linee guida della DGR 1860/2006, il trattamento delle acque di prima pioggia potrà avvenire anche attraverso canali inerbiti che ne consentiranno lo smaltimento. Dette condizioni sono da ricondursi di norma alla presenza di stabilimenti/insediamenti che in ragione della natura e del numero di cicli produttivi installati possono determinare rischi specifici di sversamento/dilavamento di sostanze pericolose attraverso il sistema viario/aree impermeabilizzate comuni (ad esempio elevati flussi di traffico su gomma per il trasporto di materie prime e prodotti). Nelle aree produttive, per favorire la gestione e il recupero delle acque provenienti dai tetti, è buona pratica la predisposizione di una tripla rete separata: tetti, aree cortilive e fognatura. 2.3 Aree a parcheggio: In linea di principio, i parcheggi dovranno essere realizzati con pavimentazioni drenanti o permeabili o semipermeabili al fine di consentire l infiltrazione delle acque, minimizzando il deflusso superficiale. Sono da preferire le pavimentazioni inerbite poiché consentono una migliore depurazione delle acque meteoriche. Laddove non sia efficace la realizzazione di parcheggi drenanti in quanto il sottofondo o sottosuolo non avessero una permeabilità sufficiente, la raccolta e la depurazione delle acque di prima pioggia dovranno essere previste quando la superficie del parcheggio sia superiore ad un valore assegnato, che si stima in circa 4.000 mq. Tale soglia può essere rivista in relazione al contesto territoriale ed alla criticità delle acque di falda (in Emilia- Romagna, in contesti estremamente sensibili, sono stati suggeriti anche valori di 2.000 mq). Dovrà essere dimostrata la presenza di almeno 1 metro di spessore di terreno rispetto al massimo livello piezometrico della falda (valore medio dei valori massimi osservati su più anni) che fungerà da strato filtrante. In caso di mancato rispetto di tale condizione, i parcheggi saranno realizzati con pavimentazioni impermeabili e, se di superficie superiore a 500 mq, dovrà essere garantito il trattamento delle acque di prima pioggia o il loro convogliamento in fognatura nera, previo consenso del Gestore del Servizio Idrico Integrato. 2.4 Strade: Per la pavimentazione delle strade sono da preferire asfalti e calcestruzzi drenanti, particolarmente indicati per piccole strade, piste ciclabili e pedonali, cortili. Per le nuove strade classificate di tipo C dal D.Lgs. 30.04.1992, n. 285 Nuovo Codice della Strada, art. 2, comma 2 Strade extraurbane secondarie, dovranno sempre essere predisposti idonei dispositivi per il controllo delle acque di prima pioggia e degli sversamenti accidentali che potrebbero verificarsi a seguito di incidenti. Così come indicato nelle linee guida della DGR n. 1860/2006, la gestione delle acque di prima pioggia potrà avvenire anche attraverso la loro raccolta e smaltimento in canali inerbiti che ne consentiranno anche il trattamento. Nelle zone di protezione delle acque sotterranee di cui all articolo 35 delle Norme del del PTCP, le tecnologie di cui ai paragrafi successivi (BMP) dovranno preservare la qualità delle acque sotterranee attraverso idonei mezzi filtranti o impermeabilizzazione, trattamento e successiva immissione in corpi idrici superficiali. 2.5 Vasche di prima pioggia: Le vasche di prima pioggia hanno la finalità di trattenere in loco parte degli inquinanti veicolati dalle acque meteoriche, soprattutto quelle relative all inizio dell evento, permettendone il successivo invio all impianto di depurazione o il loro trattamento locale. Possono essere realizzate in linea o fuori linea; nelle vasche in linea l invaso è assicurato da un collettore di sezione maggiorata rispetto a quella caratteristica della fognatura. Nelle vasche fuori linea l invaso è ricavato in derivazione rispetto al collettore fognario e viene interessato dal deflusso solo quando la portata idrica supera un valore limite. Gli invasi fuori linea sono di solito caratterizzati da maggiore efficacia. pag. 22

Le vasche di prima pioggia accumulano quindi volumi idrici in occasione dell inizio di eventi intensi, volumi spesso caratterizzati da qualità delle acque scadente. Al termine dell evento, detti volumi possono essere inviati al depuratore oppure trattati in loco. Le tipologie costruttive delle vasche di prima pioggia sono estremamente diversificate. Per serbatoi di ridotte dimensioni i costruttori propongono sistemi prefabbricati in materiale plastico per la raccolta delle acque e la separazione in loco delle sostanze inquinanti. Le vasche di prima pioggia richiedono manutenzione regolare in quanto se non vengono curate perdono velocemente la loro efficienza. Dovranno dunque essere sottoposte a regolare manutenzione almeno una volta all anno, verificando sia eventuali depositi di materiale al loro interno sia il corretto e regolare funzionamento degli organi meccanici ed elettrici presenti. Per attestare la regolare manutenzione eseguita dovranno essere conservate le fatture della ditta specializzata che ha eseguito il controllo e la manutenzione per almeno 5 anni. 2.6 Sistemi alternativi alle vasche di prima pioggia: La depurazione delle acque di prima pioggia può essere effettuata anche mediante l utilizzo di sistemi alternativi alla posa di vasche di prima pioggia. In particolare, la letteratura riporta numerosi esempi ove sono stati realizzati sistemi di fitodepurazione. La soluzione più praticata consiste nella realizzazione di una zona di accumulo idrico all aria aperta con il fondo impermeabilizzato, ove sono impiantate specie vegetali idonee al trattamento delle acque reflue. L acqua defluisce da detti laghetti impermeabili per tracimazione, trascorso un tempo di permanenza idoneo ad assicurare che la qualità delle acque tracimate sia compatibile con quella del corpo idrico recettore. Tali impianti dovranno essere adeguatamente inseriti nel paesaggio divenendone parte integrante. Queste soluzioni necessitano di un adeguata manutenzione e comunque di accortezze progettuali volte a minimizzare eventuali problemi gestionali che possono essere anche rilevanti. Per questo motivo, per l idrogeologia del territorio di Castel San Giovanni (gran parte del territorio ricade in zone di protezione delle falde idriche) e per una scarsa sperimentazione di tali tecniche, è opportuno un uso ponderato di queste soluzioni, attraverso un adeguata valutazione delle accortezze progettuali finalizzate a proteggere la falda idrica. L utilizzo di vasche di prima pioggia, in queste condizioni, permette di assicurare livelli di sicurezza più alti. 2.7 Sintesi trattamento acque prima pioggia: Nello schema seguente, in rosso sono evidenziate le soluzioni tecniche più sicure qualora le acque fossero di bassa qualità. pag. 23

3. BEST MANAGEMENT PRATICES (BMP): In questo paragrafo sono descritte soluzioni tecniche per la riduzione dei volumi idrici recapitati in fognatura, laddove non sia necessario prevedere il trattamento delle acque di prima pioggia. Dette soluzioni si pongono anche l obiettivo di migliorare la qualità delle acque recapitate nel recettore finale, garantire l invarianza idraulica contenendo il deflusso superficiale e aumentando l infiltrazione nel terreno e favorire la raccolta e il riutilizzo delle acque. E bene precisare che la letteratura include fra le BMP anche i sistemi di trattamento delle acque di prima pioggia, la cui descrizione di dettaglio non viene considerata nell ambito del presente documento e per i quali si rimanda alla letteratura specialistica. Le BMP si distinguono in non strutturali e strutturali: tra le prime rientrano i provvedimenti normativi e regolamentari; le altre sono costituite da sistemi di trattenimento delle acque e sistemi depurativi di diverso tipo (frequente è il ricorso a sistemi naturali, o estensivi, caratterizzati da costi di impianto e di esercizio abbastanza contenuti). Le BMP strutturali si possono classificare in tre categorie principali: - 3.1 Sistemi ad infiltrazione ed evaporazione - 3.2 Sistemi vegetati - 3.3 Sistemi di invaso sotterraneo. La scelta della BMP dovrà essere guidata da una valutazione che consideri: - la tipologia dell intervento; - il contesto geomorfologico: in particolare, lo studio geologico dei nuovi interventi dovrà valutare l assetto idrogeologico superficiale e sotterraneo (valutando la velocità di percolazione dell acqua) e valutare l idoneità del sito per l utilizzo di sistemi di infiltrazione ed evaporazione, sistemi vegetati e sistemi di invaso sotterraneo; - il contesto paesaggistico e il sistema naturale. 3.1 Sistemi ad infiltrazione ed evaporazione: Si tratta di soluzioni tecniche che, in luogo di recapitare i volumi idrici interessati in fognatura o al corpo idrico ricettore, si pongono l obiettivo di facilitare l infiltrazione e l evaporazione di almeno parte delle acque nel sottosuolo ristabilendo l originale equilibrio idrico che sussisteva nel terreno prima della trasformazione del lotto, riducendo le portate che vengono scaricate nei ricettori e provvedendo almeno in parte alla ricarica delle falde sotterranee. Detti sistemi sono idonei a trattare le acque che non presentano un carico inquinante elevato (tetti, parcheggi di piccole dimensioni, strade di minore importanza), sebbene la percolazione nel sottosuolo permetta di rimuovere parte degli inquinanti presenti poiché questi vengono trattenuti dal suolo e successivamente rimossi dai microrganismi in esso presenti. I sistemi ad infiltrazione sono quindi da considerare con particolare attenzione alle possibili criticità nelle zone di protezione delle acque di falda, soprattutto qualora il carico inquinante delle acque possa essere elevato. In ogni caso, è necessario verificare che sia presente uno spessore di suolo di almeno 100 cm dal punto più depresso della zona di infiltrazione al livello di falda, stimato calcolando il valore medio del livello massimo osservato su più anni. Qualora non sussista questa condizione occorre prevedere l uso di sistemi alternativi. In generale necessario collegare tali sistemi alla rete scolante o fognaria esistente e prevedere quindi un sistema di sfioro (troppopieno) dell eccesso di portata di infiltrazione. I sistemi ad infiltrazione ed evaporazione sono particolarmente interessanti per il trattamento delle acque dei tetti, che sono considerate acque non inquinate e dunque non necessitano di depurazione per il riutilizzo a fini non potabili o per essere smaltite direttamente nei corpi idrici ricettori. E tuttavia necessario ricordare che alcune tipologie di tetti, a causa del materiale con cui sono realizzati, se non sono stati sottoposti a trattamenti protettivi, possono indurre rilevante inquinamento delle acque in quanto possono rilasciare metalli quali rame, zinco e piombo. I sistemi ad infiltrazione considerati sono i seguenti: per il trattamento delle acque dai tetti: - pozzi asciutti; - tubi drenanti; - vasche verdi filtranti; - tetti verdi; - vasche di raccolta e riutilizzo; per il trattamento delle acque delle strade e dei parcheggi: pag. 24

- pavimentazioni drenanti; - pavimentazioni permeabili; - canali inerbiti; per il trattamento delle acque di scolo dalle aree urbanizzate in genere: - bacini di infiltrazione ed infiltration planters; - canali infiltranti. 3.1.1 Trattamento delle acque dei tetti: Si prendono in considerazione le seguenti soluzioni: - pozzi asciutti; - tubi drenanti; - vasche verdi filtranti; - tetti verdi; - vasche di raccolta e riutilizzo. 3.1.1.1 Pozzi asciutti: Si tratta di pozzi disperdenti utilizzati principalmente per raccogliere le acque di pioggia provenienti dai tetti di edifici residenziali o commerciali, in quanto inducono l infiltrazione diretta delle acque senza prevedere un azione di filtro da parte della vegetazione e del suolo e dunque sono indicati per acque pulite. I pozzi asciutti possono ridurre notevolmente l ammontare dei volumi delle acque piovane verso i ricettori principali, grazie alla loro capacità di laminazione ed infiltrazione delle acque. I pozzi asciutti sono posti in opera in uno scavo realizzato nel terreno che normalmente si sviluppa in profondità. Sono costituti da un involucro di tessuto non tessuto riempito di ghiaia posto su di un letto di sabbia spesso circa 50 cm; il geotessile viene posizionato solitamente anche all entrata del pozzo come filtro e sostituito periodicamente. E necessario prevedere un sistema di sfioro dell eccesso di portata di infiltrazione verso la rete fognaria o verso la rete delle acque superficiali. Questo tipo di soluzione tecnica è di interesse soprattutto nelle aree extraurbane ove le acque dei tetti presentano buone caratteristiche. Come innanzi segnalato, deve essere infatti considerata con attenzione la qualità dell acqua che viene dispersa, stante l assenza dell azione di filtro operata dal terreno e dalla vegetazione. Questa tipologia è adatta anche in ambito urbano con limitata superficie a disposizione se supportata da un pretrattamento con un efficace sedimentazione. Esempio di pozzo asciutto 3.1.1.2 Tubi drenanti: Si realizzano infiggendo i pluviali nel terreno per una profondità opportuna, e prevedendo nella parte infissa una tubazione forata di diametro maggiorato affogata in un letto ghiaioso. Una soluzione alternativa è quella di prevedere la posa di tubi disperdenti orizzontali attorno al perimetro dell abitazione. Anche questo tipo di soluzione tecnica è di interesse per una potenziale applicazione nelle aree extraurbane ove le acque dei tetti presentano buone caratteristiche. Deve infatti essere considerata con attenzione, come innanzi segnalato, la qualità dell acqua che viene dispersa, stante l assenza dell azione di filtro operata dal terreno e dalla vegetazione. Anche in questo caso è necessario prevedere un dispositivo di sfioro dell eccesso di portata. pag. 25

Sezione di tubo drenante 3.1.1.3 Vasche verdi filtranti: Le vasche verdi filtranti sono anch esse indirizzate alla raccolta delle acque dei tetti e sono utilizzate in presenza di terreni con scarsa permeabilità, oppure quando si voglia evitare l infiltrazione dell acqua nel terreno. Vengono solitamente posizionate a ridosso della costruzione per ricevere l acqua dai pluviali. Sono riempite di terreno ghiaioso e terra in cui crescono piante che hanno la capacità di filtrare gli inquinanti, abbassare la temperatura dell acqua e ridurne il volume. In questo modo l acqua raccolta dal sistema fognario è minore, poiché parte dell acqua è trattenuta dalla stessa vasca e successivamente evapotraspirata dalla vegetazione. Normalmente queste vasche hanno il fondo impermeabile, ma in ogni caso sono dotate di tubazione per convogliare le acque in eccesso nel sistema fognario. Questo tipo di soluzione tecnica è di interesse per una potenziale applicazione anche nelle aree ove la qualità delle acque raccolte non è buona. Infatti, le vasche verdi non prevedono rilascio nel terreno. Tale sistema può inoltre divenire elemento estetico facente parte del progetto architettonico dell edificio Sezione esemplificativa di vasca verde filtrante 3.1.1.4 Tetti verdi: Il tetto verde, o tetto vivo o tetto ecologico, è una soluzione costruttiva che prevede che il tetto dell edificio sia, anche solo parzialmente, coperto da vegetazione, impiantata su uno strato di terreno separato dalla copertura dell edificio da una membrana impermeabile. Al fine di prevenire infiltrazioni di acqua nell edificio e di fornire acqua alla vegetazione, il tetto verde prevede anche la presenza di un sistema di drenaggio ed irrigazione. Il tetto verde, oltre a trattenere parte delle acque meteoriche, può essere di ausilio all isolamento termico dell edificio e può anche contribuire alla mitigazione dell effetto isola di calore nei centri abitati. Talvolta può essere progettato come luogo fruibile, aumentando in questo caso la qualità dello spazio urbano in cui si inserisce. La letteratura presenta due tipologie principali di tetto verde: il tetto verde intensivo, di maggiore spessore (fino a 150 cm di terreno), che richiede maggiore cura sia in fase progettuale che in fase di manutenzione, ed il tetto pag. 26

verde estensivo, più sottile (di spessore fino a 15 cm) e quindi non idoneo ad ospitare vegetazione di grandi dimensioni. Si usano quindi specie arboree quali graminacee, aromatiche e sedum, che sono molto resistenti che si adattano a condizioni difficili ed anche a coperture inclinate. Il sistema di drenaggio deve essere comunque idoneo a smaltire le precipitazioni meteoriche estreme. E necessario considerare che il tetto verde è una soluzione ancora non praticata in Comune di Castel San Giovanni e per il quale occorre quindi uno studio accurato delle soluzioni tecniche e delle specie vegetali idonee. 3.1.1.5 Vasche di raccolta e di riutilizzo: La vasca di raccolta delle acque di pioggia è una soluzione finalizzata al riutilizzo delle acque meteoriche. Si tratta tipicamente di vasche collocate in cortili privati ove vengono raccolte le acque provenienti dai tetti. L acqua può essere riutilizzata per l irrigazione ma anche per usi non pregiati all interno delle abitazioni, prevedendo impianti di distribuzione separati. Un sistema completo è costituito da: serbatoio, filtro, pompa (solitamente centrifuga), rete di condotte con sistema di integrazione di acqua potabile (rubinetti contrassegnati come acqua non potabile), scarico di troppo pieno. Il troppo pieno è preferibile che sfiori verso un sistema d infiltrazione e che la tubazione sia protetta dall ingresso di eventuali animali o insetti. Se il troppo pieno è collegato alla fognatura occorre un sifone ed una valvola di non ritorno. La capacità delle vasche è tipicamente variabile da 2.000 a 5.000 litri. La soluzione delle vasche di raccolta è largamente praticata a livello internazionale e sicuramente rappresenta una soluzione di grande interesse per le zone affette da scarsità idrica. Nel contesto della Pianura Padana, in considerazione delle condizioni climatiche attuali e dei costi delle risorse idriche, la vasca privata di raccolta rappresenta ancora una soluzione non conveniente dal punto di vista economico, che abbisogna quindi di incentivi per essere messa in pratica. Un esperienza pilota è stata recentemente realizzata a Bologna ed è attualmente oggetto di monitoraggio. Un aspetto che merita particolare attenzione è legato alla necessità della vasca di continua manutenzione onde prevenire il rapido deterioramento della qualità delle acque immagazzinate. Recenti contributi presentati dalla letteratura scientifica internazionale hanno evidenziato la stretta necessità di un opera di educazione della popolazione al loro utilizzo. Pertanto, si tratta di una soluzione tecnica da considerare con interesse ma anche con cautela, non trascurando le problematiche relative al loro controllo. Schema raccolta e riutilizzo acque 3.1.2 Trattamento delle acque delle strade e dei parcheggi: Per il trattamento delle acque delle strade e dei parcheggi si suggeriscono le seguenti soluzioni: - pavimentazioni drenanti e permeabili; - canali inerbiti. 3.1.2.1 Pavimentazioni drenanti e permeabili: Le pavimentazioni drenanti sono una valida alternativa ai convenzionali lastricati di marciapiedi, zone pedonali e parcheggi per cui si propone di ridurre l estensione di superfici impermeabili e conseguentemente di minimizzare il deflusso superficiale. Lo strato superficiale della pavimentazione è solitamente realizzato utilizzando elementi prefabbricati di forma alveolare, in materiale lapideo o sintetico. L efficacia di una pavimentazione permeabile dipende, oltre che dalla pag. 27

corretta esecuzione e manutenzione dello strato più superficiale, anche dalla tipologia degli strati sottostanti posti fra quello più superficiale e il terreno di base. A sua volta tale tipologia dipende dalla natura del sottosuolo: qualora questo possieda già buone caratteristiche drenanti, gli strati superiori hanno solo la funzione di vettori delle portate infiltrate e di eventuale filtro nei confronti degli inquinanti da esse veicolate. Quando non sussistano invece le garanzie di permeabilità del sottosuolo, l intera pavimentazione assume un ruolo di accumulo, anche se temporaneo, delle acque infiltrate, che vengono gradualmente restituite al sistema drenante. In ogni caso, le pavimentazioni drenanti possono essere utilizzate quando non sussista il pericolo di rilascio di sostanze inquinanti (circostanza che impone il trattamento delle acque di prima pioggia) e quando il livello di falda (valore medio dei valori massimi relativi a più anni) sia inferiore rispetto al piano stradale di almeno 1 metro. Le pavimentazioni permeabili sono costituite da asfalto mescolato con componenti fini in modo da creare piccoli pori attraverso cui passa l acqua. Viene ottenuta così una superficie più ruvida detta popcorn mix. La pavimentazione permeabile deve garantire un infiltrazione di 10 mm di acque di pioggia. Poiché lo strato più superficiale della pavimentazione tende ad occludersi occorre eseguire una periodica pulizia con macchine pulitrici a getti di pressione. La presenza di pori permette all acqua di filtrare attraverso la superficie ed essere assorbita dal terreno. In questo modo la pavimentazione è anche meno vulnerabile a rottura a causa di ghiaccio. Per la realizzazione dei marciapiedi, strade ciclabili o piazzali in zone urbane dove la permeabilità del terreno è scarsa, si possono utilizzare cementi porosi o strati di ghiaie dalle più grosse alle più fini in modo da assicurare l infiltrazione delle piogge nel sottosuolo. L obiettivo di garantire la permeabilità necessaria alla pavimentazione si ottiene grazie alla realizzazione di due strati di ghiaia o pietrisco di pezzatura non superiore ai 4 cm e spessi almeno 10 cm. Lo strato di sabbia di almeno 10 cm al di sotto della ghiaia è necessario per filtrare le acque dagli inquinanti. Si crea così una struttura serbatoio che oltre ad aiutare l infiltrazione delle acque nel sottosuolo ha anche capacità di accumulo e laminazione. Le pavimentazioni permeabili operano filtrazione degli inquinanti migliorando così la qualità delle acque raccolte. Tuttavia, nelle situazioni ove è necessario il trattamento delle acque di prima pioggia non devono essere utilizzate, o debbono essere accoppiate con un sistema di trattamento delle acque filtrate che garantisca adeguata sicurezza. Questo tipo di soluzione tecnica è già praticata e merita sicuramente di essere incentivata, con particolare attenzione però alle zone ove la qualità dell acqua che viene dispersa può rappresentare una criticità. 3.1.2.2 Canali inerbiti: I canali inerbiti sono canali rivestiti da erba o piante resistenti all erosione, costruiti per far defluire le acque di pioggia provenienti dalle superfici impermeabili in maniera regolare, sfruttando la capacità della vegetazione di ridurre le velocità di flusso. Non vengono di norma utilizzati per controllare i picchi di portata, bensì per depurazione mediante il principio del biofiltro. Infatti, i canali inerbiti sono spesso utilizzati per il trattamento delle acque di prima pioggia provenienti dalle strade. Gli inquinanti possono essere rimossi dalle acque attraverso processi di filtrazione da parte della vegetazione, per deposizione, oppure in alcuni casi per infiltrazione nel terreno dei nutrienti in forma solubile. Il grado di depurazione raggiungibile dipende soprattutto dal tempo di residenza delle acque nel canale e dal grado di contatto di queste con la vegetazione e con la superficie del terreno. Nel caso di pendenze eccessive i canali inerbiti possono presentare sul fondo del letto delle depressioni o delle piccole paratoie in grado di rallentare ulteriormente i flussi e aumentare la capacità di ritenzione idraulica. I parametri idraulici da controllare durante la progettazione dell azione di biofiltro sono: la lunghezza del canale, la pendenza longitudinale e l altezza del tirante idrico. È opportuno assicurare, per la portata di progetto, un tempo di permanenza dell'acqua di almeno 5 minuti, una velocità di scorrimento non superiore a 0,3 m/s e prevedere che il battente idrico sia comparabile all altezza del manto erboso. Le sezioni maggiormente utilizzate sono larghe e di diversa forma: triangolare, rettangolare, trapezia e parabolica. La manutenzione della vegetazione richiede periodiche ispezioni, rasature dell erba, applicazione di fertilizzanti e ripristino delle aree dilavate e delle macchie scoperte. In particolare i sedimenti depositati possono distruggere il manto erboso e alterare l altezza degli argini rischiando di compromettere l uniformità del flusso lungo il canale. Pertanto possono essere necessari periodici livellamenti e semine. pag. 28

Qualora sia prevista una componente vegetazionale, deve essere progettata garantendo bassi oneri di manutenzione. Questo tipo di soluzione tecnica è di interesse soprattutto nelle strade extraurbane ove le acque non sono raccolte dalla rete fognaria. L intervento ha inoltre il grande vantaggio di poter essere inserito in maniera ottimale nel paesaggio, la presenza di vegetazione e la presenza di acqua può inoltre generare un incremento positivo della biodiversità. Sezione tipo di un canale inerbito 3.1.3 Trattamento delle acque dalle zone urbanizzate in genere: Per il trattamento delle acque di scolo dalle aree urbanizzate in genere: - bacini di infiltrazione ed infiltration planters; - canali infiltranti. 3.1.3.1 Bacini di infiltrazione ed infiltration planters: I bacini di infiltrazione sono invasi artificiali di profondità pari a circa 0,3-0,6 m che immagazzinano temporaneamente le acque meteoriche e nei quali viene piantumata vegetazione idonea a favorire il decadimento delle sostanze inquinanti. Le piante aiutano il sistema a trattenere gli inquinanti mentre le radici favoriscono la permeabilità del suolo, per cui contribuiscono ad aumentare l efficienza del bacino stesso. I bacini di infiltrazione sono progettati per contenere acqua per un periodo di tempo che di solito non eccede le 48-72 ore successive all evento meteorico per prevenire lo sviluppo di zanzare e di odori molesti e nel contempo per preparare il bacino ad accogliere un eventuale nuovo volume di acqua prodotto da un evento meteorico successivo. Il loro scopo principale è quello di trasformare un flusso d acqua da superficiale a sotterraneo e di rimuovere gli inquinanti attraverso i meccanismi legati alla filtrazione, l assorbimento e la conversione biologica mentre l acqua percola attraverso il suolo e la vegetazione. I bacini di infiltrazione vengono realizzati su terreni a elevata permeabilità (almeno 13 mm/h) e sono normalmente concepiti per servire superfici di drenaggio di elevate dimensioni. Una variante dei bacini di infiltrazione è costituita dai cosiddetti infiltration planters, che sono invasi di accumulo di piccole dimensioni (dell ordine dei 8-12 mq, finalizzati all invaso di un volume idrico di 0.8-1.2 mc) che possono essere realizzati, ad esempio, all interno degli spazi di separazione dei posti auto nei parcheggi. Questo tipo di soluzione deve essere considerata con attenzione, come innanzi segnalato, la qualità dell acqua che viene dispersa, stante la ridotta azione di filtro operata dal terreno. I bacini d infiltrazione possono inoltre essere inseriti con facilità nel paesaggio divenendo parte integrante e talvolta riqualificante dello stesso e se realizzati in spazi pubblici (con i dovuti accorgimenti progettuali) possono avere la duplice funzione legata alla fruizione pubblica. Inoltre, per la presenza di acqua e vegetazione può fungere da nodo ecologico e portare ad un aumento della biodiversità. Qualora sia prevista una componente vegetazionale, deve essere progettata garantendo bassi oneri di manutenzione. pag. 29

Sezione tipo di un bacino di infiltrazione 3.1.3.2 Canali infiltranti: Il canale infiltrante è una via di scorrimento preferenziale nel sottosuolo realizzata con posa in opera di ghiaia di idonea pezzatura, che viene generalmente ricoperta di vegetazione ma che può essere anche mantenuto a cielo aperto. Il canale, essendo formato da materiale poroso, è in grado di contenere temporaneamente le acque di pioggia. Queste possono infiltrare dal fondo nel sottosuolo, mentre i volumi eccedenti la capacità di infiltrazione possono essere convogliati attraverso il canale verso un sistema successivo di ritenzione o trattamento. I canali di infiltrazione vengono normalmente impiegati nella raccolta temporanea e successiva infiltrazione delle acque di pioggia di aree urbanizzate. Queste soluzioni possono ridurre i picchi di portata e riprodurre le condizioni idrologiche presenti prima dell urbanizzazione e, allo stesso tempo, rimuovere sostanze particolate fini e solubili attraverso lo stoccaggio e l infiltrazione nel terreno. I processi di rimozione sono legati ai fenomeni di assorbimento, filtrazione e decomposizione microbica presenti nel terreno. Tuttavia, la loro azione depurativa non è molto spinta e quindi la qualità delle acque che vengono da essi raccolte deve essere oggetto di particolare attenzione. Dal punto di vista pratico sono realizzati operando uno scavo a cielo aperto nel quale viene adagiato uno strato di sabbia, seguito da un geotessuto e quindi dall aggregato inerte che viene infine rivestito con uno strato di geotessile. Questo tipo di soluzione tecnica può essere di interesse per una potenziale applicazione nel Comune di Castel San Giovanni. E tuttavia da considerare la necessità di pendenze del canale significative che spesso risultano non praticabili nella bassa pianura. Deve inoltre essere considerata con attenzione la qualità dell acqua che viene dispersa, stante la ridotta azione di filtro operata dal terreno. 3.2 Sistemi vegetati. Fitodepurazione: I sistemi vegetati hanno l obiettivo principale di contenere le acque meteoriche e si suddividono sostanzialmente in tre tipologie principali: - fasce filtro; - aree tampone/umide; - canali inerbiti. I sistemi naturali aiutano a laminare le acque e ridurne l inquinamento; possono consistere in semplici aree verdi dove vengono accolte temporaneamente le acque di prima pioggia, come i canali inerbiti in precedenza trattati, oppure stagni ove l acqua è immagazzinata in forma permanente, fino ai sistemi di fitodepurazione che sfruttano la bioretention cioè la capacità di determinate piante di assorbire gli inquinanti dall acqua depurandola. Obiettivo di queste soluzioni è cercare di emulare il sistema naturale di depurazione e laminazione delle acque attraverso tecniche che non richiedano energia e non siano impattanti. Un esempio significativo sono le aree umide che, oltre ad essere un habitat per fauna e flora locale, raccolgono e depurano le acque, restituendole lentamente ai corsi d acqua. Vengono suddivise in 3 categorie a seconda della scala d azione: locale, zonale e regionale. pag. 30

Le aree umide locali interessano singoli elementi quali un singolo edificio o un piccolo quartiere; quelle di zona interessano piccoli gruppi di elementi, quali ad esempio quartieri di medie dimensioni; quelle regionali interessano larghe aree. E importante notare che le tecniche di fitodepurazione, che rispetto ai sistemi ad infiltrazione presentano il notevole vantaggio di perseguire caratteristiche qualitative per le acque disperse nel sottosuolo, hanno necessità di manutenzione accurata ed in particolare di irrigazione sufficiente durante i periodi di scarsità d acqua. 3.3 Sistemi ad invaso sotterraneo: La modulazione delle portate smaltite dalla rete fognaria può anche essere ottenuta predisponendo sistemi di invaso sotterraneo. Questo tipo di interventi non riduce i volumi affluiti alla rete, ma permette tuttavia di ottenere benefici significativi riducendo la portata di picco. La tecnica di invaso sotterraneo più nota è quella costituita dalla posa in opera di vasche di laminazione. Dette vasche necessitano di manutenzione continua. La letteratura e la pratica professionale hanno più volte evidenziato le criticità che le vasche di laminazione presentato dal punto di vista delle loro gestione e manutenzione. E essenziale che, in fase progettuale, siano ben definite le competenze al riguardo, per un orizzonte temporale pari alla vita attesa dell opera. Nonostante le vasche di prima pioggia possano in alcuni casi essere efficacemente utilizzate quali vasche di laminazione, è bene tenere ben distinte le loro finalità. Le vasche di laminazione non sono deputate al miglioramento della qualità delle acque, ma solo alla modulazione dei volumi idrici riversati in rete. Ultimamente si è diffusa largamente la tecnica che consiste nella posa in opera di tubi di sezione maggiorata in punti strategici della rete, i cosiddetti super tubi. Con una gestione oculata dell invaso operato dal supertubo è possibile ottenere modulazioni efficaci. pag. 31

4. PROBLEMATICHE, PROSPETTIVE E RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE: 4.1 Ristagno delle acque e proliferazione delle zanzare: L acqua che deriva dalle piogge e dagli apporti di falda si accumula sulla superficie, nelle depressioni, nel sottosuolo e nel sistema di deflusso urbano. Il ristagno è ricercato in alcune situazioni quali le colture idrofite, gli impianti di fitodepurazione, le aree umide ed i dispositivi a sifone (dove il ristagno dell acqua funge da tappo idraulico per i cattivi odori). Ove non è ricercato, il ristagno prolungato delle acque è una circostanza da evitare. Il ristagno delle acque può causare la morte per asfissia radicale delle piante non igrofite e delle piante in piena attività vegetativa, impedendo l apporto di ossigeno e causando la decomposizione delle radici, predisponendo le piante stesse ad attacchi parassitari e rendendo impraticabile il terreno per l accesso di mezzi e persone. Ristagni della durata di poche ore non costituiscono un problema; ristagni prolungati per giorni e ripetuti con frequenza possono indurre l insorgere di molteplici problematiche. Fra queste gioca un ruolo rilevante la proliferazione della cosiddetta zanzara tigre, che si è diffusa in Europa nell ultimo ventennio ed è particolarmente infestante. Questa specie è originaria del Sud-Est asiatico ed è arrivata in Italia probabilmente a causa del commercio internazionale di pneumatici. Infatti la tigre predilige deporre uova nei copertoni accatastati all aperto a causa del colore scuro e della forma che produce ristagno d acqua. Dopodiché si è rapidamente diffusa in gran parte del territorio nazionale grazie alla sua adattabilità biologica ed alla capacità di superare la stagione invernale producendo uova diapausanti. La zanzara tigre depone le uova specialmente nei contenitori artificiali dove ristagna acqua come pozzetti di raccolta delle acque piovane, bidoni, fogliame macerato, sottovasi, e qualsiasi contenitore abbandonato che possa raccogliere acqua anche in piccola quantità. Le uova vengono deposte dalle femmine sulla parete del contenitore, subito sopra la superficie dell'acqua e si schiudono circa in una settimana sempre in presenza di acqua. In mancanza d acqua le uova possono rimanere vitali per parecchi mesi. Nel giro di quattro giorni dalla nascita maschi e femmine sono in grado di accoppiarsi dopodiché la femmina effettua il suo primo pasto di sangue, necessario per maturare le uova, mentre il maschio esaurita la propria funzione riproduttiva sopravvivrà solo pochi giorni. In piena estate il pieno ciclo di sviluppo può compiersi in una settimana. Si stima che la femmina possa vivere da 2 a 3 settimane. La zanzara tigre supera la stagione invernale allo stadio di uova. Queste sono dotate di un orologio biologico, regolato sul numero di ore di luce e sulla temperatura che impedisce la schiusa in inverno. Le uova rimaste vitali si possono schiudere a partire da fine aprile, se le condizioni climatiche sono favorevoli (temperature non al di sotto dei 10 C. e circa 13 ore di luce). La rapida diffusione desta notevoli preoccupazioni in campo sanitario in quanto la specie potrebbe inserirsi nel ciclo di trasmissione di diversi virus. Uno dei punti fondamentali dell ordinanza regionale riguarda la gestione delle acque meteoriche raccolte all interno dei tombini e delle caditoie, habitat ideale della zanzara tigre. Nel caso l accumulo delle acque meteoriche avvenga mediante invaso temporaneo superficiale, è necessario considerare che la zanzara tigre ha un raggio d azione che può arrivare a 200 m ed è necessario prevedere tempi di permanenza dell acqua non superiori a 48-72ore. Un accurata considerazione di questi elementi (assieme all eventuale valutazione di trattamenti di disinfestazione) è necessaria per limitare il più possibile il problema dalla zanzara tigre. 4.2 Pianificazione e progettazione degli interventi: La letteratura scientifica, soprattutto in ambito internazionale, è prolifica di contributi recenti che mirano ad ottenere una progettazione integrata degli interventi di gestione delle risorse idriche. In particolare, le tecniche che riscuotono maggiore interesse per la gestione delle acque meteoriche in ambito urbano sono quelle di fitodepurazione, che sono finalizzate al trattamento sia quantitativo che qualitativo delle acque in eccesso. Tuttavia, come è stato in precedenza sottolineato, detti interventi necessitano di una progettazione mirata e di adeguata manutenzione. Il sistema di fitodepurazione è un ambiente vivo, che può essere inserito con successo in ambiente urbano solamente a condizione che sia assicurata adeguata irrigazione e protezione. Per questo motivo si tende oggi a progettare sistemi integrati di raccolta delle acque in vasche di raccolta e riutilizzo, che all occorrenza possono scaricare le acque in eccesso in sistemi di biofiltrazione, i quali a loro volta possono essere irrigati nei periodi di necessità con le acque immagazzinate nelle vasche stesse. Detti interventi devono quindi essere concepiti con una progettazione integrata, che faccia anche uso di modelli matematici per il dimensionamento delle vasche e degli impianti di biofiltrazione. Tali modelli sono oggetto di indagine e pag. 32

sperimentazione, soprattutto in Australia, con risultati incoraggianti. I dati dimostrano che con estensione anche limitata dei sistemi di biofiltrazione, dell ordine del 2% della superficie impermeabile, è possibile ottenere benefici tangibili in termini di volumi idrici evapotraspirati. Il prossimo futuro certamente recherà indicazioni interessanti in tal senso. pag. 33

5. CONCLUSIONI: La gestione delle acque meteoriche rappresenta oggi un argomento di notevole rilevanza per la salvaguardia ambientale ed è quindi oggetto di notevole attenzione. La letteratura scientifica e tecnica ha recentemente proposto numerose soluzioni di avanguardia per la mitigazione dei volumi e delle portate idriche affluite in fognatura e del loro carico inquinante. Il corretto utilizzo di tali Best Management Practices rappresenta quindi un elemento chiave della pianificazione urbanistica e della realizzazione degli interventi di urbanizzazione. Le soluzioni tecniche considerate nell ambito del presente documento sono state vagliate valutandone anche l applicabilità nel Comune di Castel San Giovanni e sono riassunte negli schemi proposti. A conclusione della breve disamina presentata, è opportuno ricordare che, in ogni caso, la soluzione dello scarico diretto in acque superficiali è da considerare con grande attenzione, presentando potenziali problemi legati alla qualità delle acque nel recettore. Una parte dei contributi di letteratura classifica questa soluzione quale la più delicata in assoluto, quindi ancor più problematica dell infiltrazione diretta nel sottosuolo. Le soluzioni proposte devono essere studiate come parte integrante del progetto architettonico e urbanistico dei nuovi interventi e in stretta relazione con l inserimento paesaggistico in modo tale da divenire anche elemento di riqualificazione urbana e paesaggistica e in taluni casi portare anche un contributo positivo alla biodiversità. Al fine di una corretta programmazione degli interventi necessari ad una buona gestione delle acque meteoriche è sempre bene mantenere un contatto stretto con il Gestore del Servizio Idrico Integrato, al quale dovrebbero essere incoraggiati a rivolgersi anche i privati interessati ad eseguire interventi relativi alla gestione delle acque. Ciò in ottemperanza al principio fondamentale, richiamato nelle premesse al presente documento, di procedere allo studio della dinamica delle acque meteoriche con un approccio integrato. Questo deve considerare lo stato dell intero sistema idrico: dal bacino idrografico, al sistema di approvvigionamento, al sistema di drenaggio ed al corpo recettore. Castel San Giovanni, sabato 5 luglio 2014 5 5 Questo documento è sottoscritto sul file originale (in formato.p7m) con firma digitale. Il documento originale, in formato elettronico, è conservato presso l archivio informatico del Settore IV Sviluppo Urbano Sportello Unico dell Edilizia del Comune di Castel San Giovanni. Ogni duplicazione del documento originale, anch essa sottoscritta con firma digitale, costituisce originale. Ogni rappresentazione cartacea del presente documento non costituisce originale. pag. 34

Schema riassuntivo delle soluzioni proposte, le soluzioni evidenziate in rosso risultano più sicure qualora utilizzate per acque di dubbia qualità pag. 35