HD vs SD: E già ora per l alta definizione? Oggi si parla molto di alta definizione: per qualcuno si tratta già di una realtà quotidiana mentre per altri sembra ancora un concetto lontano nel futuro. Quello che non risulta ancora chiarito a sufficienza è il contributo che la ripresa e il montaggio in alta definizione possono assicurare anche a produzioni in SD. Nonostante tutto, ancora la grande maggioranza di prodotti finiti viene realizzata e distribuita su DVD a risoluzione standard e visionata su schermi PAL SD alla classica risoluzione di 720x576. Questo induce molti operatori a ritenere ancora superfluo l utilizzo di formati di ripresa e montaggio in HD. Questo test, senza la pretesa di costituire uno strumento scientifico, ha lo scopo di mostrare semplicemente i vantaggi dell utilizzo di materiale ad alta definizione anche nel caso di produzioni che andranno distribuite a risoluzione standard, ad esempio, su di un normale DVD. Le immagini incluse in questo test sono puramente indicative e il nostro suggerimento rimane quello di recarsi presso un centro autorizzato per verificare direttamente quanto tenteremo di spiegare, per forza di cose in modo sommario, in queste poche pagine. Test N.1 Le due immagini che seguono sono entrambe a risoluzione 720x576, la normale risoluzione PAL. Apparentemente sono uguali.
Ma vediamo cosa succede se proviamo ad effettuare uno zoom del 300% su di un particolare dell immagine. L immagine in alto, ad alta definizione, anche se visualizzata a 720x576 in realtà ha una risoluzione di 1440x1080 e può essere espansa fino a questo valore senza perdere in definizione. La seconda non contiene informazioni per poter essere zoomata senza perdere in definizione. Il risultato è che l immagine girata in alta definizione ci consente di effettuare zoom anche molto spinti senza perdita di qualità. Ma non solo. Sfruttando questa possibilità di utilizzare tutti i dati presenti, anche se non visualizzati, nell immagine HD, possiamo, ad esempio, eliminare parti indesiderate dell immagine stessa, focalizzando l inquadratura solo sul soggetto d interesse, oppure simulare addirittura una ripresa con una seconda camera dedicata ai primi piani, utilizzando la stessa clip, con o senza zoom. Ciò è possibile solo con immagini girate in HD, altrimenti la perdita di definizione dovuta allo zoom non consentirebbe di miscelare le due riprese, troppo diverse in qualità. Test N. 2 Uno degli effetti più utilizzati nella post-produzione video di oggi è il controllo della velocità. L effetto di slow motion consiste nel rallentare la velocità di esecuzione dei 25 fotogrammi normalmente presenti in una ripresa video. Questa operazione spesso introduce un effetto di flickering, dovuto allo sfasamento tra i due semiquadri della clip che, venendo eseguita a velocità rallentata, genera uno sfarfallio fastidioso,
rispetto alla riproduzione a velocità normale. Per ovviare a questo inconveniente si può procedere ad una interpolazione dei fotogrammi, eliminando uno dei due semiquadri ed utilizzandone solo uno. Così facendo, il flickering risulterà meno evidente ma la definizione risulterà ridotta in quanto non verranno più mostrate le normali 576 linee dell immagine originale ma solamente la metà, 288 linee, e il movimento sarà molto meno fluido. Questo classico dilemma fa sì che, normalmente, le riprese in slow motion, per un motivo o per l altro siano qualitativamente inferiori al resto del filmato. L alta definizione ci viene in aiuto anche in questo caso. Sia in un caso che nell altro avremo dei vantaggi. Nel caso si scelga di effettuare l interpolazione e il deinterlacciamento, con lo scopo di ridurre il flickering, le 1080 linee dell immagine HD, anche se dimezzate, forniscono sempre 540 linee di definizione, praticamente la stessa dell immagine standard PAL. Ciò significa che avremo la riduzione del flickering senza pagarla in termini di riduzione della definizione. Se invece si opterà per non deinterlacciare, il doppio numero di linee consentirà comunque di ridurre automaticamente lo sfasamento dei semiquadri, riducendo enormemente l effetto di flickering.
La seconda immagine, a definizione standard, mostra lo sfasamento tra i due semiquadri mentre la prima, ad alta definizione ma visualizzata a definizione standard, perde in modo naturale lo sfasamento mantenendo però la definizione e la fluidità di movimento perfetta. Test N.3 Può capitare che una ripresa non sia perfettamente a fuoco. Nella figura che segue riportiamo un esempio di questo tipo, evidenziando le dimensioni delle immagini riprese con una camera ad alta definizione rispetto ad una standard. La prima è molto più grande in quanto ha una risoluzione di 4 volte superiore. Quando andremo a ridurre l immagine ad alta definizione alle dimensioni utili all uscita in SD, 720x576, otterremo l effetto di aumentare la definizione dell immagine, esattamente come avviene per le immagini fotografiche: stampandole a dimensioni inferiori risultano più definite. Guardate ora le due immagini una volta riportate alla stessa dimensione
Se questo è evidente per un immagine con difetto di messa a fuoco, rimane però vero per qualsiasi altra immagine. Ne consegue che la ripresa in alta definizione consente di ottenere immagini più definite in qualsiasi situazione Conclusioni L introduzione dell alta definizione è già a buon punto. I televisori HD ready stanno ormai entrando in tutte le case, le grandi emittenti stanno iniziando le trasmissioni in HD, lettori e masterizzatori di DVD in alta definizione sono ormai sul mercato a prezzi più che accettabili. E innegabile che nel giro di pochi mesi la produzione in HD sarà una realtà che soppianterà quasi totalmente quella in SD. Ma la conclusione che possiamo trarre da questo test è che la produzione e il montaggio in HD garantiscono, anche su prodotti finali in SD, un incremento di qualità e di flessibilità di lavoro veramente significativo. L alta definizione è arrivata e gli strumenti per sfruttarla al meglio sono già disponibili. Ora la scelta spetta a voi.