Intervista a: Franca Giovanrosa www.francagiovanrosa.it Mi trovavo in Inghilterra. Questa centrale nucleare è stata la prima che ho fotografato. Ho rischiato molto: sono entrata dentro senza pensare alle conseguenze e, poco dopo, mi sono ritrovata circondata da guardie che mi hanno sollevato da terra scaraventandomi fuori. Cittàltra #21, 2009. Stampa fine art montata su alluminio, cornice in ferro trattato, cm 74 x 54,edizione 1 di 5. Laureata al D.A.M.S. di Bologna, Franca Giovanrosa è un artista fine art che collabora con le gallerie MC2 Gallery, ES Contemporary Art Gallery e Artistocratic. La sua ricerca mette al centro l uomo e l ambiente. 96 progresso fotografico Quale è l elemento fondamentale che rende speciale il tuo paesaggio? Il mio progetto fotografico è facilmente riassumibile nella frase di Leonardo Da Vinci: Come il ferro in disuso arrugginisce, così l inazione sciupa l intelletto. Il mio paesaggio urbano racconta di un uomo fermo su se stesso: la paura di essere e di cercare il proprio Io blocca ogni meccanismo, diminuendo la volontà dell intelletto e inaugurando la fase dell inazione, ovvero l acquiescenza. Ho tradotto questo stato d animo attraverso l uso del colore proprio della ruggine, che protegge e, al tempo stesso, offre allo sguardo il paesaggio che contiene, un paesaggio dove sospensione temporale e spaesamento si fondono atmosfericamente. La base cromatica unisce in un racconto unico paesaggi ripresi in vari luoghi, a cui però difficilmente si riesce a risalire, altro elemento fondamentale delle mie immagini. La speranza è che tutto questo possa contribuire a suscitare una reazione nell uomo contemporaneo. L abilità tecnica, le attrezzature e l esperienza del fotografo sono un fattore decisivo all interno delle tue immagini? Sono tutte componenti importanti, e soprattutto l esperienza. Nel caso delle mie immagini un fattore decisivo, esterno e non controllabile, è la luce ambiente. Fotografo soltanto in determinate condizioni di luce, quella che mi permette di trasmettere una sensazione metafisica.
Mi trovavo vicino Dover. Sapevo di questo passaggio a livello in cima a una salita. Sono intervenuta cancellando le indicazioni stradali sui cartelli, lasciando soltanto la scritta way out. La strada è in salita, l unica via d uscita è dopo il passaggio a livello. Ma cosa c è oltre? All orizzonte soltanto delle cupe nuvole mettono in guardia chi vuole provare a salire verso l uscita. Cittàltra #22, 2009. Stampa fine art montata su alluminio, cornice in ferro trattato, cm 74 x 54, edizione 1 di 5. Anche quando ho la fortuna di trovare un paesaggio interessante, se non ho la luce giusta l aspetto; talvolta mi succede di modificare l itinerario prefissato, se è necessario per realizzare anche un singolo scatto. Quali attrezzature e quali situazioni di scatto preferisci? Per quanto riguarda l attrezzatura condivido il pensiero di Franco Fontana che una volta mi disse: Non chiederemmo mai a un poeta con cosa scrive le sue poesie, l importante è il valore della poesia, non della penna usata per scriverla. Personalmente amo lavorare a mano libera e senza flash. Uso in genere focali medie, ma il teleobiettivo mi permette di catturare liberamente le architetture. A volte scatto dal finestrino e mi sporgo letteralmente fuori dall automobile in corsa. Come ti prepari ad una missione fotografica? La fase della preparazione è fondamentale. Per la mia ultima ricerca, Senza Pace, ho studiato alcuni testi di geografia economica per orientarmi meglio all interno dello squilibrio urbano nelle periferie e nelle zone industriali di alcune province, in Italia e all estero. Quando le mete scelte sono luoghi sensibili (come la centrale nucleare inglese, l Ilva di Taranto o le Vele di Scampia) mi è capitato anche di dover affrontare accertamenti da parte della polizia o addirittura di dover fuggire! In quei casi l attrezzatura era veramente essenziale: reflex digitale, teleobiettivo e gambe buone! Quando invece posso agire con più tranquillità alla reflex digitale aggiungo una Leica R3 e una Hasselblad 500 C/M per non rinunciare alla maneggevolezza, per me indispensabile. Come scegli le immagini da utilizzare e quelle da scartare? Nell immagine cerco l equilibrio tra linee, luci e ombre che mi permette di trasmettere una sospensione temporale, quasi una sensazione di spaesamento in chi guarda l immagine. Cerco il paesaggio in un altra dimensione e, se non la percepisco, l immagine è da cestinare. Che ruolo ha il trattamento degli scatti nel tuo lavoro? La post-produzione è importante, anche se intervengo soltanto correggendo il colore per virarlo in ruggine. Mi avvalgo della collaborazione di professionisti della stampa d arte presso alcuni laboratori, sia a Milano sia a Pian di Scò. Sono presente in ogni fase della postproduzione per garantirmi il risultato che voglio ottenere: dalla variazione cromatica alla stampa, al montaggio su alluminio. Ma la post-produzione progresso fotografico 97
Si tratta di una delle poche immagini in cui è riconoscibile la città di provenienza. Si tratta della Philharmonie in Lussemburgo, che ho ritratto dal lato posteriore, per me più affascinante rispetto all ingresso principale. Cittàltra #25, 2009. Stampa fine art montata su alluminio, cornice in ferro trattato, cm 74 x 54, edizione 1 di 5. Un paesaggio urbano senza edifici. Lampioni come note musicali trascritte su un pentagramma, ma nello stesso tempo navicelle spaziali arrivate sulla terra. Questa fotografia è stata scattata in Inghilterra, ma avrebbe potuto essere stata fatta ovunque. Cittàltra #35, 2009. Stampa fine art montata su alluminio, cornice in ferro trattato, cm 74 x 54, edizione 1 di 5. 98 progresso fotografico Il palazzo sulla destra, attraverso il gioco delle tende aperte davanti alle finestre, sembra un totem che veglia sull immobilità della città. Cittàltra #1, 2007. Stampa fine art montata su alluminio, cornice in ferro trattato, cm 74 x 54, edizione 1 di 5.
Mi trovavo dentro ad una delle Vele a Scampia. Dall alto vidi arrivare uno scuolabus conciato molto male con un bambino: solo lui era andato a scuola quel giorno, uno solo delle centinaia che vivono qui. Senza Pace #35, 2011. Stampa fine art con carta cotone montata su alluminio, cornice in ferro trattato, 74 x 54, edizione 1 di 5. progresso fotografico 99
E una delle pochissime fotografie scattate nel centro de L Aquila a quasi due anni dal terremoto. Entrare dentro questa abitazione e trovare tutto come se fosse accaduto il giorno prima è stata una sensazione incredibile. Questa sedia parla più di tutte le crepe ancora oggi aperte nel cuore della città. Senza Pace #21, 2011. Stampa fine art con carta cotone montata su alluminio, cornice in ferro trattato, 74 x 54, edizione 1 di 5. Il quartiere Tamburi è quello più vicino all Ilva, la più grande acciaieria di tutta Europa. Qui le persone vivono respirando la polvere rossa che ricopre tutti gli edifici e filtra nei polmoni e nei vestiti. La luce filtrava dalla coltre di fumo che ricopriva tutta la zona. Senza Pace #32, 2011. Stampa fine art con carta cotone montata su alluminio, cornice in ferro trattato, cm 74 x 54, edizione 1 di 5. L Aquila a quasi due anni dal terremoto. Senza Pace #22, 2011. Stampa fine art con carta cotone montata su alluminio, cornice in ferro trattato, cm 74 x 54,edizione 1 di 5. 100 progresso fotografico
Una delle mie preferite. Il silenzio sembra echeggiare nell aria: la luce perfetta mi ha permesso di rendere quello che cercavo. Mi trovavo a Marghera al termine del progetto Senza Pace. Senza Pace #23, 2011. Stampa fine art con carta cotone montata su alluminio, cornice in ferro trattato, cm 74 x 54, edizione 1 di 5. non finisce con la stampa. Il vero passo finale è la cornice. A tal fine ho sviluppato un mio progetto eseguito dal mio fabbro: una cornice in ferro arrugginita e poi trattata chimicamente. Dal momento dello scatto al montaggio finale nella cornice può passare anche molto tempo, perché la cura del dettaglio è un fattore molto rilevante nelle mie opere. Cosa suggerisci a chi si vuole avvicinare professionalmente alla fotografia di paesaggio? E tutto molto soggettivo, ma una volta determinata la meta è importante che ci sia una preparazione: le immagini sono lì davanti, non nascono artificialmente, la magia risiede nel percepirle e questo richiede preparazione ed emotività. Ritengo fondamentale avere coscienza e conoscenza di quello che si vuole fotografare: studiare è di grande aiuto in questo senso; nel mio caso alcune indagini mi hanno aiutato a capire in quale direzione andare per realizzare i miei progetti. L attrezzatura fondamentale è quindi quella che permette di realizzare quello che suggerisce lo sguardo. A me piace lo sguardo distaccato ma, nello stesso tempo, intimo ed ho scelto un teleobiettivo 70-200mm f/2.8. Ci sono fotografi a cui ti ispiri o che apprezzi in modo particolare? Penso ai coniugi Becker mentre percorrono chilometri di strada alla ricerca dei loro mostri da catalogare, a Margaret Bourke-White mentre si arrampica in cima al Chrysler per fotografare New York. E poi Eugène Atget, Ansel Adams, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, Franco Fontana, i paesaggi concettuali negli esperimenti di Nino Migliori. La tua fotografia va oltre quello che di consuetudine chiamiamo paesaggio. Ce ne parli? La base concettuale del mio lavoro fotografico è l ossidazione simbolica della ruggine; da qui è scaturita la necessità di un racconto tridimensionale attraverso la produzione di installazioni, nelle quali il paesaggio urbano diventa oggetto quotidiano e metaforico. La presenza dell uomo nelle fotografie è lasciata all immaginazione, mentre nei Surplus, tramite l incontro tra oggetti, materiali e immagini, invito alla riflessione sulla condizione umana. Ogni installazione è un esperienza di conoscenza, che percorre la scia della ruggine attraverso simboli e immagini. Senza la fotografia non sarei arrivata all installazione: sono come due treni che corrono insieme su binari paralleli. E, talvolta, si guardano. progresso fotografico 101