Le esternalità. Figura 1 Un esternalità negativa. Prezzo CMaS. DMa. Quantità

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Le esternalità NB: anche in questo pezzo le sigle delle curve sono in italiano anziché in inglese: p. es. il costo marginale sociale viene chiamato e non SMC; eccetera Si ha un esternalità quando il comportamento di qualcuno influisce sul benessere degli altri in modo diretto e non attraverso variazioni dei prezzi di mercato. Il fatto che un impresa, aumentando la propria produzione, possa far scendere il prezzo di mercato del suo bene e quindi il profitto dei concorrenti non è, dunque, da considerarsi un caso di esternalità. In particolare, si ha un esternalità negativa quando il comportamento di qualcuno procura un danno ad altri e un esternalità positiva quando procura un vantaggio ad altri. oiché il comportamento che procura il danno oppure il beneficio può essere la produzione oppure il consumo di un bene, vi possono essere esternalità, positive oppure negative, dovute alla produzione ed esternalità, positive oppure negative, dovute al consumo. Si ha un esternalità negativa dovuta alla produzione, per esempio, quando la produzione di un bene comporta qualche forma d inquinamento che danneggia qualcuno, mentre si ha un esternalità positiva dovuta alla produzione quando la ricerca scientifica produce conoscenze che sono a disposizione di tutti. Si ha un esternalità negativa dovuta al consumo quando qualcuno utilizzando la propria automobile emette gas di scarico in città, mentre si ha un esternalità positiva dovuta al consumo quando qualcuno acquista un nuovo prodotto, perché chi lo acquisterà più tardi può imparare qualcosa sulle caratteristiche di quel prodotto. Sappiamo che un mercato concorrenziale, quando non vi sono esternalità, è efficiente, perché il surplus sociale è il più alto possibile. Se vi sono esternalità, un mercato concorrenziale continua ad essere efficiente? 1. Esternalità ed efficienza Consideriamo due imprese, un impresa chimica e un impresa agricola. Quando produce, l impresa chimica inquina l acqua di un fiume usata dall impresa agricola localizzata a valle, che subisce un danno dalla produzione chimica perché deve depurare l acqua prima di usarla oppure perché ottiene prodotti agricoli di qualità inferiore. L attività dell impresa chimica, quindi, comporta un esternalità negativa per quella agricola. Nella Fig. 1 è illustrata la situazione nella quale si trova l impresa chimica senza potere di mercato quando deve decidere quanto produrre. Figura 1 Un esternalità negativa W X Y Z DMa 0 A B La curva rappresenta il costo marginale privato, cioè il costo sostenuto dall impresa chimica quando produce un unità addizionale di prodotto. La curva DMa indica il danno marginale subito dall impresa agricola, cioè il danno subito dall impresa agricola a causa dell inquinamento quando l impresa chimica produce un altra unità di prodotto. La curva = + DMa rappresenta il costo marginale sociale della produzione chimica, cioè il costo che la società sostiene quando si produce un unità addizionale di prodotti chimici, dato dalla somma del costo marginale sostenuto dall impresa chimica e del danno marginale subito dall impresa agricola. Infine, il beneficio marginale sociale,, è misurato dal prezzo che i consumatori sono disposti a pagare per avere un unità addizionale di prodotti chimici. oiché l impresa 1

chimica non ha potere di mercato, il prezzo non cambia quando cambia la quantità prodotta che essa produce. Il beneficio marginale sociale, quindi, in questa situazione è costante. L impresa chimica può vendere ogni quantità al prezzo O. Allora, poiché l impresa chimica vuole ottenere il profitto più alto, produce la quantità OB, perché questa è la quantità dove il prezzo è uguale al costo marginale. Dalla vendita di questa quantità l impresa chimica ottiene un beneficio, che è il suo surplus, uguale alla differenza tra il ricavo e il costo privato della produzione chimica. Questo beneficio, misurato dall area compresa tra il prezzo e il costo marginale privato, è pari a W + X + Y. L impresa agricola, invece, subisce un danno, pari alla differenza tra il costo sociale e il costo privato della produzione chimica. Questo danno, misurato dall area compresa tra il costo marginale sociale e il costo marginale privato, è uguale a X + Y + Z. Il surplus complessivo determinato dalla decisione dell impresa chimica è dato dalla differenza tra il beneficio ottenuto dall impresa chimica e il danno subito da quella agricola. Questo surplus, che qui chiameremo surplus sociale, è dunque uguale a W Z. Quale sarebbe la produzione chimica se la decisione relativa a quanto produrre fosse presa da qualcuno interessato al benessere della società? La produzione chimica sarebbe OA, perché in corrispondenza di questa quantità il beneficio marginale sociale, misurato dal prezzo, è uguale al costo marginale sociale. Se si producesse questa quantità, il beneficio ottenuto dall impresa chimica sarebbe W + X e il danno subito dall impresa agricola sarebbe X. Il surplus sociale, quindi, sarebbe W. Dunque, quando la decisione relativa alla produzione chimica è presa dall impresa chimica, la società subisce una perdita pari a Z. Vediamo ora cosa succede quando vi è invece un esternalità positiva. Consideriamo un altra un impresa chimica, che non effettua produzioni inquinanti, e un altra impresa agricola. Supponiamo però che per produrre l impresa chimica debba depurare l acqua di un fiume inquinato, che è usata anche dall impresa agricola. L impresa agricola, quindi, ottiene un beneficio dalla produzione chimica, perché non deve depurare l acqua che usa o perché ottiene prodotti di qualità superiore. Nella Fig. 2 la curva rappresenta ancora il costo marginale privato sostenuto dall impresa chimica, la curva BMa rappresenta il beneficio marginale che l impresa agricola ottiene dall attività dell impresa chimica, e la curva = BMa rappresenta il costo marginale sociale della produzione chimica, dato dalla differenza tra costo marginale sostenuto dall impresa chimica e il beneficio marginale ottenuto dall impresa agricola. Figura 2 Un esternalità positiva W X Y Z BMa 0 A B L impresa chimica produce la quantità OA, perché quando produce questa quantità il prezzo è uguale al costo marginale privato. Quando produce OA l impresa chimica ottiene un beneficio, che è uguale alla differenza tra il ricavo e il costo privato della produzione chimica. Questo beneficio, misurato dall area compresa tra il prezzo e il costo marginale privato, è pari a W. L impresa agricola, invece, ottiene un beneficio pari alla differenza tra il costo privato e il costo sociale della produzione chimica. Questo beneficio, misurato dall area compresa tra il costo marginale privato e il costo marginale sociale, è pari a X. Il surplus sociale, che è dato dalla somma del beneficio ottenuto dall impresa chimica e da quella agricola, è pari a W + X. Se la decisione relativa alla produzione chimica, però, fosse presa da qualcuno interessato al benessere della società, la produzione chimica sarebbe OB, dove il beneficio marginale sociale, misurato dal prezzo, è uguale al costo marginale sociale. Se si producesse OB, il beneficio ottenuto dall impresa chimica sarebbe W Z e il beneficio ottenuto dall impresa agricola sarebbe X + Y + Z. Il surplus sociale, quindi, sarebbe pari a W + X + Y. Allora, se la decisione relativa alla produzione chimica è presa dall impresa chimica sulla sola base dei suoi incentivi privati, la società subisce una perdita pari a Y. 2

ossiamo concludere, dunque, che quando vi è un esternalità, negativa oppure positiva, il mercato non promuove un allocazione efficiente delle risorse: si produce troppo, oppure troppo poco, rispetto a quanto sarebbe socialmente desiderabile produrre. In particolare, quando l esternalità è negativa la produzione che provoca il danno è più alta di quella socialmente ottima, perché chi decide quanto produrre, se non deve pagare per il danno che provoca, non considera tutti i costi che comporta la produzione. Quando l esternalità è positiva, invece, la produzione che genera il beneficio è inferiore a quella socialmente ottima, perché chi decide quanto produrre, se non riceve alcun compenso per i vantaggi che procura al suo prossimo, non considera tutti i benefici assicurati dalla produzione. Se il mercato dei prodotti chimici è concorrenziale, l impresa chimica è così piccola che le sue decisioni di produzione non influiscono sul prezzo. Se tutte le imprese chimiche, però, provocano un danno oppure procurano un beneficio ad altri soggetti, dobbiamo studiare cosa succede in tutto il mercato, dove le decisioni di produzione di questa industria influiscono sul prezzo. Consideriamo la Fig. 3a, dove è illustrato il mercato dei prodotti chimici quando la produzione di tutte le imprese chimiche procura un danno ad altri soggetti nella forma di qualche aumento dei loro costi marginali. La curva rappresenta il costo marginale sostenuto dalle imprese chimiche e la curva rappresenta il costo marginale sociale, dato dalla somma del costo marginale sostenuto dalle imprese chimiche e del danno marginale procurato ad altri soggetti dalla produzione chimica. La curva rappresenta il beneficio marginale ottenuto dai consumatori di prodotti chimici e quindi dall intera società. Figura 3 Il mercato con un esternalità negativa (a) e con un esternalità positiva (b) (a) (b) S V 0 R Q 0 Q T Le imprese chimiche produrranno la quantità dove la domanda è uguale all offerta. Come sappiamo, però, la curva di domanda coincide con la curva del beneficio marginale ottenuto dai consumatori di prodotti chimici e la curva di offerta coincide con la curva del costo marginale privato sostenuto dai produttori. Le imprese chimiche, quindi, produrranno la quantità OQ, che venderanno al prezzo O. La quantità socialmente ottima, invece, è quella dove il beneficio marginale sociale è uguale al costo marginale sociale. La quantità socialmente ottima, quindi, è OR, che dovrebbe essere venduta al prezzo OS. Anche se il mercato è concorrenziale, dunque, quando la produzione di un bene comporta un esternalità negativa la quantità prodotta è troppo alta rispetto a quella socialmente ottima. Si noti, però, che una situazione socialmente ottima comporta che vi sia ancora inquinamento, perché prevede che vi sia ancora produzione chimica. er eliminare l inquinamento sarebbe necessario impedire la produzione chimica, ma ciò comporterebbe la rinuncia al surplus che la società ottiene quando le imprese chimiche producono la quantità socialmente ottima e che deriva dal fatto che i prodotti chimici procurano benefici ai loro consumatori. Consideriamo ora la Fig. 3b, dove è illustrato il mercato dei prodotti chimici quando la produzione di tutte le imprese chimiche procura un beneficio ad altre imprese nella forma di qualche riduzione dei loro costi marginali. Ora la curva che rappresenta il costo marginale sociale,, è data dalla differenza tra il costo marginale privato, sostenuto dalle imprese chimiche, e il beneficio marginale che altre imprese ricevono dalla produzione chimica. La quantità prodotta dalle imprese chimiche è ancora OQ e il prezzo al quale è venduta è O. La quantità socialmente ottima, invece, ora è OT e il prezzo al quale questa quantità dovrebbe essere venduta è OV. Quando vi è un esternalità positiva nella forma di riduzione dei costi di qualche impresa, dunque, anche se il mercato è concorrenziale la quantità prodotta dall industria chimica è troppo bassa rispetto a quella socialmente ottima. 3

Cosa si può fare per consentire a un mercato concorrenziale di funzionare in maniera efficiente anche quando vi è qualche esternalità? Qualcuno ha sostenuto che in particolari condizioni non è necessario fare alcunché, mentre altri sostengono che è necessario un intervento pubblico che produca qualche cambiamento delle decisioni di produzione oppure di consumo che generano l esternalità. 2. Una soluzione attuata dai privati Vediamo, anzitutto, perché un intervento pubblico può non essere necessario, come è stato sostenuto, tra gli altri, dall economista Ronald Coase nel 1960. A questo scopo consideriamo nuovamente un impresa chimica che inquina l acqua usata dall impresa agricola, illustrata nella Fig. 1 che per comodità è riprodotta nella Fig. 4. Se si stabilisce che l impresa agricola ha diritto all acqua pulita, l impresa chimica può produrre solo se convince quella agricola a tollerare l inquinamento provocato dalla produzione chimica pagandole una somma opportuna. La somma più alta che l impresa chimica è disposta a pagare per convincere quella agricola a permettere la produzione chimica è pari al profitto che l impresa chimica otterrebbe da quella produzione. La somma più bassa che l impresa agricola è disposta ad accettare per consentire la produzione chimica, invece, è uguale al danno che l impresa agricola riceverebbe da quella produzione. Entrambe le imprese, quindi, saranno interessate a raggiungere un accordo se il profitto ottenuto dall impresa chimica è superiore, o al massimo uguale, al danno subito dall impresa agricola. Qual è, allora, la produzione chimica sulla quale le imprese possono trovare un accordo? Se si produce la quantità OA, l impresa chimica ottiene un profitto pari a W + X e l impresa agricola subisce un danno pari a X. oiché l impresa chimica può pagare più di quanto quella agricola è disposta ad accettare per permettere che sia prodotta la quantità OA, le imprese possono accordarsi per consentire all impresa chimica di produrre la quantità OA. Non possiamo aspettarci, però, che le imprese raggiungano un accordo che consenta all impresa chimica di produrre una quantità superiore a OA. Se si producesse per esempio anche la quantità AB, dalla produzione di questa quantità l impresa chimica otterrebbe un ulteriore profitto pari a Y e l impresa agricola subirebbe un ulteriore danno pari a Y + Z. L impresa chimica, dunque, non è interessata a pagare la somma più bassa richiesta dall impresa agricola per tollerare anche la produzione della quantità AB, e quindi si limiterà a produrre OA. Figura 4 Un esternalità negativa: somme pretese e proposte per fare un accordo W X Y Z DMa 0 A B Cosa succede, invece, se l impresa chimica ha diritto a inquinare? L impresa chimica ora non deve ottenere da quella agricola il permesso di inquinare e l impresa agricola, per non subire il danno provocato dall inquinamento, deve convincere quella chimica a limitare la produzione, tramite il pagamento di una somma opportuna. La somma più alta che l impresa agricola può pagare per convincere quella chimica a non produrre è uguale al danno del quale l impresa agricola si libererebbe in seguito alla riduzione della produzione chimica. La somma più bassa che l impresa chimica è disposta ad accettare per non produrre è uguale al profitto che perderebbe se rinunciasse a produrre. Entrambe le imprese, dunque, saranno interessate ad accordarsi per limitare la produzione chimica se il danno che l impresa agricola subisce dalla produzione chimica è superiore al profitto che ne ottiene quella chimica. Qual è la produzione chimica sulla quale le imprese possono trovare un accordo? 4

Anche in questo caso le imprese troveranno un accordo che prevede una produzione chimica pari a OA. L impresa agricola non può convincere quella chimica a non produrre questa quantità, o una quantità inferiore, perché dalla produzione di questa quantità l impresa agricola subirebbe un danno pari solamente a X e quella chimica otterrebbe un profitto pari a W + X. L impresa agricola, quindi, non può pagare la somma più bassa richiesta dall impresa chimica per rinunciare a produrre OA. L impresa agricola, però, può convincere quella chimica a non produrre una quantità superiore ad OA. Se si producesse per esempio anche la quantità AB, l impresa agricola subirebbe un ulteriore danno pari a Y + Z e quella chimica otterrebbe un ulteriore profitto pari a Y. L impresa agricola, quindi, può pagare più di quanto quella chimica è disposta ad accettare per non produrre AB. ossiamo concludere, dunque, che per indurre l impresa chimica a produrre la quantità socialmente ottima è sufficiente stabilire che l impresa agricola ha diritto all acqua pulita, e dunque a farsi pagare per tollerare l inquinamento, oppure che l impresa chimica ha diritto ad inquinare, e dunque a farsi pagare per non inquinare. Non dobbiamo preoccuparci, quindi, se la produzione oppure il consumo provoca qualche esternalità: se si definiscono con sufficiente chiarezza i diritti di ciascuno e si consente a tutti di vendere e comprare questi diritti, indipendentemente da come i diritti sono inizialmente distribuiti si produrrà e si consumerà la quantità socialmente ottima del bene la cui produzione o consumo genera l esternalità. Naturalmente la distribuzione iniziale dei diritti, anche se non influisce sul risultato finale in termini di quantità, influisce però sulla distribuzione del reddito: il diritto all acqua pulita, oppure il diritto ad inquinare, rappresenta un opportunità di guadagno per chi lo riceve e un costo per chi lo deve comprare. La distribuzione iniziale dei diritti, dunque, può forse rappresentare una soluzione del problema della produzione della quantità efficiente, ma non comporta necessariamente una soluzione equa della distribuzione dei guadagni. ossiamo dubitare, però, che la semplice definizione dei diritti di ciascuno rappresenti una soluzione sempre efficace del problema delle esternalità. Supponiamo, infatti, che vi siano molte imprese chimiche che inquinano in misura diversa e molte imprese agricole che sono danneggiate in misura diversa dall inquinamento. In queste circostanze lo scambio dei diritti può diventare così costoso da scoraggiare le parti interessate, perché può essere molto complicato individuare tutte le parti interessate, negoziare con ciascuna un accordo, prevenire una violazione dell accordo ed ottenere il rispetto dell accordo dopo che è stato violato. Inoltre, è possibile che non si riesca a raggiungere un accordo anche quando le parti interessate sono poco numerose e negoziare un accordo è poco costoso. Supponiamo che vi sia una sola impresa che inquina e una sola impresa danneggiata dall inquinamento. er raggiungere un accordo queste imprese devono stabilire come dividersi la differenza tra la somma più alta che il compratore è disposto a spendere per ottenere il diritto all acqua pulita e la somma più bassa che il venditore è disposto ad accettare per cedere quel diritto. Se un impresa vuole ottenere più di quanto l altra è disposta a concedere, è possibile che non si riesca a raggiungere un accordo. Non ci si può aspettare, dunque, che il problema posto da un esternalità sia risolto dalla semplice definizione dei diritti di ciascuno se il costo del negoziato per lo scambio dei diritti è molto alto, come può succedere quando le parti interessate sono molto numerose, oppure se il negoziato può fallire, come può succedere quando le parti sono incerte sul prezzo al quale ciascuno è disposto a procedere allo scambio. er risolvere il problema creato da un esternalità, quindi, può essere necessario un intervento pubblico. 3. L intervento pubblico: imposte sulla produzione e sussidi Un esternalità provoca un problema di efficienza perché chi produce, oppure chi consuma, non paga per i danni subiti dal suo prossimo oppure non è pagato per i benefici ottenuti dal suo prossimo. Una soluzione di questo problema, quindi, può essere rappresentata da un provvedimento delle autorità che faccia pagare chi provoca un danno e rimborsi chi procura un beneficio. Questa soluzione è stato avanzata, tra gli altri, dall economista Arthur igou nei primi anni del Novecento. Consideriamo ancora l impresa chimica e l impresa agricola. Nella Fig. 5a è illustrata la situazione nella quale si trova l impresa chimica quando la produzione chimica danneggia l impresa agricola. L impresa chimica produce la quantità OB, dove il prezzo è uguale al costo marginale privato, ma la quantità socialmente ottima è OA, dove il prezzo, che misura il beneficio marginale sociale, è uguale al costo marginale sociale. er indurre l impresa chimica a ridurre la produzione si può obbligarla a pagare per ogni unità prodotta un imposta pari a T, cioè pari al danno marginale che subirebbe l impresa agricola se la produzione chimica fosse quella socialmente ottima. Quando l impresa chimica deve pagare questa imposta, 5

il suo costo marginale aumenta, perché diventa + T, e l impresa chimica sceglierà di produrre proprio la quantità OA. Figura 5 Esternalità negativa e tassazione (a) ed esternalità positiva e sussidio (b) (a) (b) = + T - S S T RMa RMa 0 A B 0 A B Nella Fig. 5b, invece, è illustrata la situazione nella quale si trova l impresa chimica quando procura un beneficio all impresa agricola. La produzione chimica è OA, dove il prezzo è uguale al costo marginale privato, e la produzione socialmente ottima è OB, dove il prezzo è uguale al costo marginale sociale. er indurre l impresa chimica ad aumentare la produzione si può pagarle per ogni unità prodotta un sussidio pari a S, cioè pari al beneficio marginale che otterrebbe l impresa agricola se la produzione chimica fosse quella socialmente ottima. Quando l impresa chimica riceve questo sussidio il suo costo marginale diminuisce, perché diventa S, e la produzione chimica aumenta, perché diventa OB. Un imposta oppure un sussidio, dunque, può risolvere il problema posto dalla presenza di un esternalità. er definire correttamente l imposta oppure il sussidio, però, le autorità devono possedere molte informazioni: devono conoscere chi procura il danno oppure il beneficio, devono conoscere chi subisce il danno oppure chi riceve il beneficio, devono valutare la consistenza del danno oppure del beneficio e le loro conseguenze economiche. Anche quando si tratta di intervenire in situazioni molto semplici, come quelle che abbiamo considerato, ottenere queste informazioni può essere abbastanza difficile, perché molti sono interessati a fornire informazioni non veritiere a chi dovrebbe definire l imposta oppure concedere il sussidio. Se l imposta oppure il sussidio non è definito in maniera corretta, però, è possibile che l intervento pubblico non rappresenti una soluzione pienamente soddisfacente del problema delle esternalità. 4. L intervento pubblico: imposte sulle sostanze inquinanti e standard Finora si è implicitamente assunto che per ridurre i danni procurati dalla produzione di qualche bene fosse necessario ridurre la produzione di quel bene. Questa ipotesi, però, non è sempre plausibile. Talvolta, come accade nel caso dell inquinamento, non è necessario diminuire la produzione di un bene per ridurre il danno che essa provoca, perché è possibile limitare il danno con opportuni, anche se costosi, interventi che consentono di ridurre l inquinamento. Consideriamo la Fig. 6, dove è illustrata la situazione nella quale si trova la famigerata impresa chimica che degrada la qualità dell acqua di un fiume rilasciando una sostanza inquinante. Supponiamo che a parità di quantità prodotta questa impresa possa adottare qualche accorgimento, che è costoso, per ridurre l inquinamento. La curva rappresenta il costo marginale sostenuto dall impresa chimica per ridurre l inquinamento a parità di produzione: essa è decrescente perché si può supporre che il costo di un ulteriore riduzione dell inquinamento sia più elevato quando l inquinamento è basso. Siccome nessun altro, tranne l impresa chimica, deve sostenere costi per il disinquinamento, questa curva è anche quella del costo marginale sociale (da cui il simbolo). La curva, invece, rappresenta il costo marginale che la società deve sostenere se non si riduce l inquinamento, e dunque è uguale al beneficio che la società ottiene da una riduzione dell inquinamento (beneficio marginale sociale del disinquinamento): essa è crescente perché si 6

può supporre che il danno provocato da un ulteriore aumento dell inquinamento (e quindi il beneficio tratto da un aumento del disinquinamento) diventi sempre maggiore quando l inquinamento aumenta. Figura 6 Standard di inquinamento e imposte Costo C E 0 A B Inquinamento Se la decisione relativa al controllo dell inquinamento è lasciata all impresa chimica, l inquinamento sarà OB, perché l impresa chimica non è interessata a sostenere il costo di una sua riduzione. La quantità d inquinamento socialmente ottima, invece, è OA. Quando l inquinamento è più alto di OA, è conveniente per la società ridurlo, perché il costo che si deve sostenere per ridurlo è inferiore al danno che la mancata riduzione provocherebbe alla società. Quando l inquinamento è più basso di OA, per la società è conveniente lasciare aumentare l inquinamento, perché il danno che la società subisce è inferiore al costo che dovrebbe sostenere per limitare l inquinamento. er ottenere che l inquinamento sia quello conveniente per la società si può intervenire in due modi. Anzitutto le autorità possono imporre un limite all inquinamento che può essere provocato dall impresa chimica: se si decide che l inquinamento non può essere superiore a OA e si stabiliscono sanzioni abbastanza severe per chi non rispetta questo limite, l impresa chimica dovrà adottare qualche accorgimento che le consentirà di ridurre l inquinamento a OA. Le autorità, però, possono ottenere lo stesso risultato imponendo all impresa chimica di pagare un imposta su ogni unità di sostanza inquinante emessa (cioè per ogni unità di disinquinamento omessa): se questa somma è OC, l impresa chimica sarà interessata a ridurre l inquinamento da OB fino a OA, perché per tutta la quantità AB il costo marginale di una riduzione dell inquinamento è inferiore all imposta che si dovrebbe pagare se non si provvedesse a ridurre l inquinamento, mentre per riduzioni ulteriori il costo marginale è superiore all imposta. Anche per effettuare questi interventi, però, le autorità devono avere informazioni sui costi e sui benefici di una riduzione dell inquinamento, che può essere difficile ottenere quando coloro che inquinano sono molto numerosi. Solitamente, quindi, si definisce un limite all inquinamento, o indifferentemente un imposta su ogni unità di sostanza inquinante emessa, entrambi uguali per tutte le imprese. Se però le imprese devono sostenere costi tra loro diversi per ridurre l inquinamento, un imposta sulla sostanza inquinante uguale per tutte le imprese può rappresentare lo strumento più efficiente rispetto al controllo diretto dell inquinamento. Supponiamo, infatti, che vi siano due imprese chimiche che hanno costi marginali di riduzione dell inquinamento diversi, come quelli illustrati nella Fig. 7. L inquinamento prodotto da queste imprese in assenza di un intervento è 2OD, ma l inquinamento desiderato dalle autorità è per esempio 2OB. er ottenere la quantità desiderata di inquinamento, le autorità possono imporre a ciascuna impresa un limite pari a OB, o alternativamente possono imporre a entrambe le imprese un imposta su ogni unità di sostanza inquinante pari a OT. L imposizione dello stesso limite all inquinamento, OB, ad entrambe le imprese non rappresenta una procedura efficiente di controllo dell inquinamento. Se ciascuna delle due imprese riduce l inquinamento di un ammontare pari a BD, il costo marginale dell inquinamento diventa OR per un impresa e OS per l altra. Quindi, se si richiedesse all impresa con il costo marginale più basso d inquinare meno e si consentisse a quella con il costo marginale più alto d inquinare di più, l inquinamento complessivo sarebbe lo stesso, ma il costo complessivo sostenuto per ridurlo sarebbe più basso. In particolare, se si potesse imporre il limite OA alla prima impresa e il limite OC alla seconda impresa, l inquinamento sarebbe quello desiderato, cioè OA + OC = 2OB, ma il costo della riduzione dell inquinamento sarebbe il più basso possibile: poiché le imprese 7

avrebbero lo stesso costo marginale, OT, non si potrebbe ridurre ulteriormente il costo dell inquinamento modificando i limiti imposti a ciascuna impresa. Figura 7 Standard e imposte uniformi Costo S CMa 1 CMa 2 T R 0 A B C D Inquinamento Cosa succede, dunque, se le autorità impongono ad entrambe le imprese di pagare la stessa imposta, OT, su ogni unità di sostanza inquinante emessa dalle due imprese? Ogni impresa ridurrà l inquinamento fino a quando il costo di un ulteriore riduzione sarà uguale all imposta che si deve pagare su ogni unità di sostanza inquinante. L impresa con il costo più basso, quindi, ridurrà l inquinamento fino a OA e quella con il costo più alto fino a OC, cosicché l inquinamento sarà quello desiderato, OA + OC = 2OB. Inoltre, poiché il costo marginale di entrambe le imprese sarà uguale a OT, le autorità otterranno la riduzione desiderata dell inquinamento al costo più basso possibile. Supponete a questo punto che le autorità decidano che le imprese possono inquinare il fiume solo se hanno un permesso. Supponete, inoltre, che le autorità decidano di distribuire alle imprese OD permessi di inquinamento. Supponete, infine, che un permesso possa essere usato da chi lo possiede per scaricare nel fiume un unità di sostanza inquinante oppure possa essere venduto. L inquinamento complessivo è sicuramente quello desiderato, OD, perché le imprese non possono inquinare più di quanto consentano i permessi distribuiti dalle autorità. L inquinamento desiderato, però, è ottenuto al costo più basso? Considerate la FIG. 8, che è del tutto analoga alla 7 (con costi marginali ora lineari): siccome per inquinare occorre avere dei permessi, in ascissa riportiamo la quantità di permessi anziché quella di inquinamento. Le rette QD e D indicano il costo di una riduzione marginale dell inquinamento che le imprese devono sostenere in corrispondenza a ciascuna quantità di sostanza inquinante scaricata nel fiume. oiché la quantità di sostanza inquinante rilasciata nel fiume è misurata dai permessi posseduti dall impresa, queste rette indicano qual è il costo di una riduzione marginale dell inquinamento in corrispondenza ai permessi posseduti da un impresa. Cosa succede se le autorità dividono equamente OD permessi tra le imprese, assegnando a ciascuna impresa OB permessi? Costo marginale Q FIGURA 8 Il mercato dei permessi T E F H G 0 A B C D ermessi 8

Chi ottiene un permesso può evitare di ridurre l inquinamento di un unità. La somma più alta che un impresa è disposta a spendere per avere un permesso, quindi, è uguale al costo che dovrebbe sostenere per ridurre l inquinamento di un unità. Chi vende un permesso, invece, deve ridurre l inquinamento di un unità. La somma più bassa che un impresa deve ricevere per rinunciare ad un permesso, dunque, è uguale al costo che questa impresa deve sostenere per ridurre l inquinamento di un unità. Dopo la distribuzione dei permessi, quando ciascuna impresa ha OB permessi, il costo di una riduzione marginale dell inquinamento dell impresa con il costo alto è BF e quello dell impresa con il costo che basso è BH. L impresa con il costo marginale alto, quindi, comincia a comprare permessi e quella con il costo marginale basso a venderli, perché l impresa con il costo alto può avere un permesso spendendo meno di quanto le costa ridurre l inquinamento di un unità, e dalla vendita di un permesso l impresa con il costo basso può ricavare più di quanto deve spendere per ridurre l inquinamento di un unità. L impresa con il costo alto, inoltre, continua a comprare permessi fino a quando ne ha acquistati BC e l impresa con il costo basso ne ha venduti AB = BC. Quando un impresa possiede OC = OB + BC permessi e l altra ne ha OA = OB - AB, il costo di una riduzione marginale dell inquinamento è OT per entrambe le imprese. L impresa con il costo alto, quindi, smette di comprare permessi e quella con il costo basso smette di venderli, perché per comprare un altro permesso l impresa con il costo alto spenderebbe OT, che è quanto risparmia se non riduce l inquinamento di un unità, e dalla vendita di un permesso quella con il costo basso ricaverebbe OT, che è quanto deve spendere per ridurre l inquinamento di un unità. L inquinamento complessivo, dunque, è quello desiderato, OD = OA + OC, e la riduzione desiderata dell inquinamento è ottenuta al costo più basso possibile, perché entrambe le imprese sostengono il medesimo costo per avere una riduzione marginale dell inquinamento. L assegnazione di permessi negoziabili d inquinamento, dunque, permette di ottenere lo stesso risultato che si ottiene imponendo limiti all emissione della sostanza inquinante oppure facendo pagare un imposta sulla sostanza inquinante emessa. La creazione di un mercato dei permessi, però, presenta almeno due vantaggi. Anzitutto con un mercato dei permessi si può ottenere la riduzione desiderata dell inquinamento anche se non si ha alcuna conoscenza dei costi di riduzione dell inquinamento delle imprese, che è necessaria, invece, per definire opportunamente i limiti all emissione di sostanza inquinante oppure l imposta sulla sostanza inquinante emessa. Come si può facilmente verificare, inoltre, la riduzione dell inquinamento non dipende dalla distribuzione iniziale dei diritti tra le imprese. Dalla distribuzione iniziale dei permessi, però, dipende il reddito delle imprese, perché chi vende permessi ottiene un guadagno e chi li compra sostiene un costo. La creazione di un mercato dei permessi, dunque, consente alle autorità non solo di ottenere l inquinamento desiderato, ma anche, se lo si ritiene opportuno, una ridistribuzione del reddito tra le imprese. 9