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LE DIVERSE TIPOLOGIE DI COSTO Giulia Rita Biavati Docente responsabile: Emidia Vagnoni 1

ARGOMENTI TRATTATI COSTI FISSI COSTI VARIABILI COSTO TOTALE IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE COSTO MEDIO COSTO MARGINALE COSTO DIRETTO COSTO INDIRETTO COSTO STANDARD COSTO EFFETTIVO 2

PERCHÈ CONOSCERE LE VARIE TIPOLOGIE DI COSTO?! Monitorare il livello di efficienza Controllare i margini (prezzi costi) Fissare i prezzi di prestazioni, servizi, richiede la conoscenza dei costi Conoscere la struttura dei costi dell azienda (aspetto fondamentale per definire strategie) 3

LE CLASSIFICAZIONI DI COSTO VARIABILITA RISPETTO AL LIVELLO DI ATTIVITA ATTRIBUZIONE ALL OGGETTO DI COSTO CLASSIFICAZIONE TEMPORALE PER NATURA COSTI FISSI COSTI DIRETTI COSTI STANDARD MATERIE PRIME MANODOPERA COSTI VARIABILI COSTI INDIRETTI COSTI EFFETTIVI ALTRI COSTI DI PRODUZIONE 4

COSTI: FISSI & VARIABILI La teoria economico-manageriale afferma che, se operiamo nel breve periodo, possiamo distinguere i costi in due grandi categorie: - Costi FISSI - Costi VARIABILI Per breve periodo si intende un intervallo di tempo, all interno del quale l operatore economico è vincolato nelle sue scelte dagli impegni presi nei periodi precedenti. Nel breve periodo dunque, l azienda si trova a disporre (per effetto delle decisioni passate) di determinati impianti (strutture, tecnologie, ecc.) e si limita a scegliere esclusivamente la combinazione fra lavoro e materiali di consumo. 5

COSTI FISSI I Costi Fissi (o costanti o CF o CFT) sono quei costi che nel breve periodo non variano al variare del volume di produzione. Con il concetto fissi si intende che essi variano con il tempo piuttosto che con la quantità. Il loro ammontare prescinde dal numero di prestazioni. Ciò significa che, se una struttura ospedaliera decidesse di variare la produzione (aumentarla; diminuirla; cessarla), essi rimarrebbero invariati. 6

Alcuni esempi di costi fissi in sanità: I contratti assicurativi stipulati dagli ospedali I contratti di fornitura per servizi esterni come lavanderia e cucina L ammortamento annuo delle apparecchiature 7

COSTI VARIABILI Sono quei costi che variano in maniera proporzionale al variare del volume di produzione. Essi nascono e si attivano, solamente quando si decide di avviare il processo produttivo per produrre una prestazione od un servizio sanitario. 8

Alcuni esempi di costi variabili in sanità: Materiali di consumo come: farmaci; presidi sanitari; reagenti di laboratorio Consulenze specialistiche esterne Per la U.O. di diagnostica per immagini, le pellicole ed il mezzo di contrasto 9

FINALITA DELL ANALISI COSTI FISSI COSTI VARIABILI La classificazione dei costi in fissi e variabili permette di ottenere informazioni al fine di: Analizzare il comportamento dei costi: determinare l incidenza di una tipologia di costo nella produzione di una prestazione o di un servizio erogato; Analizzare la relazione tra i costi: effettuare previsioni relative alla redditività operativa, quantità prodotte e vendute; Determinare il punto di pareggio (BEP): effettuare valutazioni sulla convenienza economica nella produzione di determinati volumi di prestazioni Determinare il margine di contribuzione 10

AD ESEMPIO Tra questi costi quale sarebbe variabile e quale fisso se messo in relazione al numero di biscotti venduti? La retribuzione del direttore del punto vendita; Il costo per l illuminazione del negozio; Il costo della farina per produrre i biscotti; Il costo delle confezioni per incartare i biscotti 11

I COSTI TOTALI Rappresentano la somma tra i costi fissi ed i costi variabili. La relazione matematica che li descrive è la seguente: COSTO TOTALE COSTO FISSO TOTALE COSTO VARIABILE TOTALE 12

La rappresentazione grafica dei costi fissi, variabili e totali COSTI FISSI TOTALI CFT= a COSTI VARIABILI TOTALI CV= CVu x Q Volume attività Volume attività COSTI TOTALI Volume attività 13

ALCUNE CONSDERAZIONI Nel breve periodo i costi fissi totali rimangono costanti al variare della produzione. Se una unità operativa producesse una sola prestazione, tutto il peso dei costi fissi totali ricadrebbe su di essa. Questo significa che più cresce il numero delle prestazioni, più i costi fissi totali si vanno a spalmare su un numero maggiore di prestazioni, diminuendo in questo modo la quota (incidenza) su ogni singolo prodotto. Tale quota viene denominata: Costo Fisso Unitario ed il suo ammontare diminuisce fino a raggiungere il valore minimo in corrispondenza della capacità produttiva massima. 14

ALCUNE CONSDERAZIONI Il costo variabile complessivo, necessario a produrre una unità di output è detto: Costo Variabile Unitario ed è costante per qualsiasi livello di produzione. 15

IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE È un indicatore economico che permette di effettuare valutazioni sulle risorse monetarie a disposizione per la copertura dei costi fissi di produzione. È dato dalla seguente relazione: Margine di contribuzione = ricavi costi variabili Il margine di contribuzione non rappresenta un guadagno, ma indica il contributo di ogni singola prestazione erogata (o gruppi di prestazioni), alla copertura dei costi fissi. Esso può essere calcolato sia a livello di singola prestazione o servizio erogato, che a livello di dipartimento o unità operativa 16

IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE Nota importante: la presenza di margini di contribuzione unitari positivi è una condizione necessaria, ma non sufficiente a realizzare un risultato economico positivo. I volumi prodotti giocano un ruolo fondamentale alla copertura dei costi fissi totali. 17

Esempio di margine di contribuzione unitario: Supponiamo che il laboratorio di radiologia effettui solamente risonanze magnetiche muscoloscheletriche. La tariffa è di 172; il totale dei costi variabili è pari a 72 a prestazione; i costi fissi totali sono pari a 100.000. Margine di contribuzione unitario = 172-72 = 100 Per coprire tutti i costi totali e realizzare un risultato economico positivo serviranno almeno 1000 prestazioni. 18

IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE TOTALE Ricavi di vendita - Costi Variabili Totali = Margine di contribuzione Totale (MdC) IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE UNITARIO Prezzo di vendita - Costi Variabili unitari = Margine di contribuzione Unitario(MdCu) 19

IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE PERCENTUALE (MdCu/Prezzo)% oppure (MdC/Ricavi)% Si utilizza per il calcolo del Fatturato di pareggio. 20

Analisi V-C-R : il Break Even Point 21 Il punto di pareggio (break even point) è il volume di vendita per il quale i ricavi coprono esattamente tutti i costi della gestione caratteristica 21

L analisi del punto del Break-Even Point Esempio: Tizio progetta di vendere un package software a una fiera acquistando ogni unità a 120 per rivenderla a 200 I costi fissi (noleggio dello spazio, viaggio etc) sono di 2.000 Punto di pareggio (break-even point) Numero di packages venduti 0 1 5 25 40 Ricavi 0 200 1.000 5.000 8.000 Costi variabili 0 120 600 3.000 4.800 Margine di contribuzione 0 80 400 2.000 3.200 Costi fissi 2.000 2.000 2.000 2.000 2.000 Risultato operativo -2.000-1.920-1.600 0 1.200 Margine di contribuzione unitario (200-120) 80 Ricavi totali = Costi totali 22

Il diagramma del profitto e il punto di pareggio Costi Ricavi Ricavi totali area di profitto 5.000 Costi totali CFT area di perdita Volume di pareggio Dati: Costi fissi = 2.000 Costo variabile u. = 120 Prezzo di vendita = 200 25 23 Volume di vendita

Il volume di pareggio (in q.tà) Ricavi totali = Costi Totali Q p x Pr = Q p x CV U + CFT Q p x (Pr - CV u ) = CFT Q p = CFT / (Pr - CV u ) Q p = CFT / mdc Q p = 2.000 / (200-120) Q p = 25 24

Il volume di pareggio (in ) calcolato algebricamente Q p = CFT / mdc Q p x Pr = (CFT x Pr) / mdc Q = CFT / (mdc/pr) 2.000 80 200 2.000 0,4 Q = CFT / (mdc%) Q e 5. 000 25

I VANTAGGI DELLA CLASSIFICAZIONE COSTI FISSI - VARIABILI Consente di fare valutazioni corrette sulla dinamica dei costi nel breve periodo. Se si vogliono analizzare le cause della variazione dei costi associata ad una variazione dei volumi di produzione, per una linea di attività (come ad es. per il ricovero ordinario), queste sono spiegate dai costi variabili. In sanità, ed in particolare nelle strutture ospedaliere, il peso dei costi fissi è elevato e quindi è importante avere un idea di quanto incidono sul costo di produzione per una unità operativa. La distinzione tra costi fissi e varabili permette di fare valutazioni sulla possibilità e sulla convenienza economica di esternalizzare alcune attività (ad es. lavanderia; cucina; ecc) Permette di capire su quali voci di costo è possibile agire nel breve periodo per cercare, se possibile, di ridurre i costi di produzione di una linea di attività o a livello di unità operativa. 26

IL COSTO MEDIO Il costo medio, o costo medio unitario, è il costo sostenuto per produrre una unità di output (prodotto; servizio; prestazione). Si ottiene dividendo il costo totale per la corrispondente quantità di output. La relazione matematica è la seguente: COSTOMEDIO COSTO TOTALE QUANTITA' PRODOTTA 27

IL COSTO MEDIO - Quando la produzione è bassa, il costo medio è elevato perché tutti i costi fissi ricadono sulle poche prestazioni prodotte. - Più aumenta la capacità produttiva (per esempio il tasso di occupazione dei posti letto), più si riduce il costo medio unitario, perché il costo fisso unitario sulla singola prestazione è più basso. 28

COSTI DIRETTI ED INDIRETTI Questa classificazione ha lo scopo di suddividere i costi in base al grado di appartenenza ad un dato oggetto di calcolo; per oggetto di calcolo si può intendere: una unità operativa; un dipartimento; un presidio ospedaliero; ecc. L associazione di una voce di costo all una o all altra categoria è relativa, perché dipende da quale oggetto di calcolo si sta considerando. Una stessa voce di costo infatti, può essere un costo diretto o indiretto a seconda di quale sia l unità aziendale o prodotto che si usa come riferimento. Questa classificazione permette di ricavare informazioni sulla gestione delle risorse sulle quali è direttamente responsabile l unità operativa o il dipartimento. Infatti, sottraendo dal valore dei ricavi totali il valore dei costi diretti, si ottiene il margine di contribuzione alla copertura dei costi indiretti. 29

COSTI DIRETTI ED INDIRETTI COSTI DIRETTI: Sono quei costi per i quali è possibile definire una relazione diretta ed oggettiva, tra voce di costo ed oggetto di calcolo. Relazione esclusiva e specifica La voce di costo personale rappresenta un costo diretto per l oggetto di calcolo unità operativa. COSTI INDIRETTI: Si hanno quando è possibile stabilire una relazione tra voce di costo ed oggetto di calcolo in maniera indiretta, non sono «oggettivamente» riconducibili a nessun oggetto singolarmente. Relazione non esclusiva e non specifica Le spese per la pulizia sono un esempio: per associarle all unità operativa, il parametro di imputazione sono i m2. 30

COSTI DIRETTI ED INDIRETTI Costi diretti Costi indiretti Possono essere economicamente ricondotti ad un oggetto di costo Non possono essere economicamente ricondotti ad un oggetto di costo specifico Manodopera diretta o materiali diretti I costi generali di produzione 31

COSTI STANDARD E COSTI EFFETTIVI L utilizzo di misurazioni a costi standard e costi effettivi consente di evidenziare gli scostamenti tra quanto si era programmato di consumare (budget), in termini di risorse assorbite (costo standard), e quelle effettivamente consumate (costo effettivo). COSTI STANDARD Sono dei parametri monetari di riferimento, che vengono calcolati ex-ante per determinare i costi presunti per l esecuzione del ciclo produttivo. 32

COSTI EFFETTIVI COSTI EFFETTIVI Si determinano a consuntivo, cioè alla fine del periodo di tempo preso a riferimento, e permettono di quantificare il valore monetario delle risorse effettivamente utilizzate per produrre una determinata prestazione, un gruppo di prestazioni, o consumate da una unità operativa/dipartimento. 33

VANTAGGI DELLA CLASSISIFICAZIONE COSTO STANDARD COSTO EFFETTIVO - Controllo delle performance delle unità organizzative; - Analisi degli scostamenti tra valori a budget e a consuntivo; - Predisposizione di un sistema di programmazione - Formulazione dei budget aziendali 34