Corso di formazione con partecipazione obbligatoria sulle specifiche tecniche di MS per i professionisti incaricati e loro collaboratori.

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Transcript:

OCDPC 52/2013 Decreto n. 98/DPS del 22/11/2013 - Effettuazione delle indagini di microzonazione sismica (MZS) e analisi delle condizioni limite per l emergenza. Corso di formazione con partecipazione obbligatoria sulle specifiche tecniche di MS per i professionisti incaricati e loro collaboratori. venerdì 4 aprile 2014 Centro Stella Maris via Colle Ameno 5 Torrette di Ancona Prof. Piero FARABOLLINI Scuola di Scienze e Tecnologie - Università di Camerino

Quando avviene un terremoto si producono deformazioni cosismiche, ossia deformazioni istantanee e permanenti della superficie terrestre che si diffondono su un' area ampia alcuni km 2 attorno alla faglia sismogenetica (legati agli effetti di sito). La loro entità e tipologia dipendono dalle dimensioni e dalla geometria del piano di rottura, dalla cinematica, ossia dal tipo di movimento relativo dei due lembi della faglia, e dall'energia dell'evento sismico (magnitudo). Il movimento cosismico lungo la faglia genera sollevamenti, subsidenze e spostamenti orizzontali.

Microzonazione Sismica Lo studio di Microzonazione Sismica è uno strumento conoscitivo dalle diverse potenzialità, che ha costi differenti in funzione del livello di approfondimento che si vuole raggiungere: - il livello 1 è un livello propedeutico ai veri e propri studi di MS, in quanto consiste in una raccolta di dati preesistenti, elaborati per suddividere il territorio in microzone qualitativamente omogenee; - il livello 2 introduce l elemento quantitativo associato alle zone omogenee, utilizzando ulteriori e mirate indagini, ove necessarie, e definisce una vera carta di MS; - il livello 3 restituisce una carta di MS con approfondimenti su tematiche o aree particolari.

Microzonazione Sismica di I livello Le analisi vengono fatte utilizzando dati già esistenti e di facile reperibilità, ed hanno lo scopo di individuare cautelativamente le aree che sono potenzialmente soggette ai diversi effetti di sito, quali ad esempio effetti di amplificazione locale, liquefazione ed instabilità dei pendii. Poichè questo livello di analisi deve permettere di inquadrare le problematiche della zona di studio in prospettiva sismica, l area investigata non deve essere strettamente limitata alla zona per cui e richiesto lo studio di microzonazione, bensì le indagini devono essere estese al di fuori di questa in modo da permettere la caratterizzazione geologica e litostratigrafica del sito di interesse. I risultati ottenuti hanno carattere qualitativo e vengono periodicamente aggiornati e verificati in considerazione delle nuove conoscenze derivanti da nuove analisi o da analisi più approfondite.

Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (o MOPS o carte di livello1) Carta che individua le zone dove, sulla base delle caratteristiche litostratigrafiche e geomorfologiche, è possibile prevedere un comportamento omogeneo in caso di terremoto. Nella carta, le microzone sono distinte in: a) zone stabili, in cui non si ipotizzano effetti locali significativi il moto sismico non viene modificato; b) zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, in cui sono attese amplificazioni del moto sismico; c) zone suscettibili di instabilità, in cui gli effetti sismici attesi e predominanti sono riconducibili a deformazioni permanenti del territorio (i principali tipi di instabilità sono: - instabilità di versante; - liquefazioni; - faglie attive e capaci; - cedimenti differenziali). La scala finale di rappresentazione non dovrà essere inferiore a 1:10.000-1:5.000.

Per la realizzazione della carta delle MOPS si deve passare attraverso l acquisizione di dati (essenzialmente di tipo bibliografico) e la redazione di: Carta delle indagini; Carta geolitologica; Sezioni geolitologiche; Carta Geomorfologica;

Carta delle indagini

Carta geologica

Profili geologici

Carta della MS di I livello

frane sismoindotte

L individuazione delle aree potenzialmente interessate da fenomeni di superficie (frane sismoindotte, fenomeni di liquefazione, ecc.) può essere fatta mediante il rilevamento diretto sul terreno, tramite la prospezione geologica, di alcuni elementi indiziari caratteristici della presenza di frane, nonché, da documentazioni storiche e testimonianze riguardanti gli avvenimenti accaduti in passato nella zona.

La liquefazione delle sabbie è il comportamento dei suoli sabbiosi che, a causa di un aumento della pressione interstiziale, passano improvvisamente da uno stato solido a uno fluido, o con la consistenza di un liquido pesante. La liquefazione avviene più frequentemente in depositi sabbiosi e/o sabbioso limosi sciolti, a granulometria uniforme, normalmente consolidati e saturi. Durante la fase di carico, le sollecitazioni indotte nel terreno, quali possono essere quelle derivanti da un evento sismico, possono causare un aumento delle pressioni interstiziali fino a eguagliare la tensione soprastante. Viene così annullata la resistenza al taglio del terreno secondo il principio delle pressioni efficaci di Terzaghi, e si assiste così a un fenomeno di fluidificazione del suolo. LIQUEFAZIONE

La probabilità che un deposito raggiunga tali condizioni dipende: 1- dal grado di addensamento; 2- dalla granulometria e forma dei granuli; 3- dalle condizioni di drenaggio; 4- dall andamento ciclico delle sollecitazioni sismiche e loro durata; 5- dall età del deposito; 6- dalla profondità della linea di falda (prossima alla superficie). Dall osservazione di zone colpite da liquefazione, si è notato che questa avviene nelle seguenti circostanze: a- terremoti di magnitudo uguale o superiore a 5.5, con accelerazioni superiori o uguali a 0,2 g; b- al di sopra dei 15 metri di profondità; oltre questa profondità non sono state osservate liquefazioni; c- la profondità della falda era posizionata in prossimità della superficie (inferiore ai 3 m).

In letteratura sono stati suggeriti da vari autori, diversi metodi (tabellari, semplificati ecc...), per la valutazione del potenziale di liquefazione di depositi sabbiosi saturi. Affinché in un sito possano avvenire fenomeni di liquefazione, è necessario che la scossa sismica raggiunga una certa intensità. Da osservazioni effettuate su un certo numero di terremoti avvenuti, Kuribayashi & Tatsuoka (1975), hanno potuto verificare che esiste una relazione fra la magnitudo e il logaritmo della distanza all interno della quale si possono innescare fenomeni significativi di liquefazione, da cui: Log 10 R = 0,8 M 4,5 dove: R = distanza dall epicentro del terremoto (km); M = Magnitudo Poiché la precedente relazione risulta valida per terremoti con M 6, alcuni autori (Berardi et al., 1988), analizzando alcuni terremoti italiani in cui si erano verificati fenomeni di liquefazione, hanno modificato la relazione in: Log 10 R = 0,77 M 3,6 Da qui l importanza di definire la distanza epicentrale dal sito investigato.

Eventi del passato

FAGLIA CAPACE Se una faglia ha prodotto DISLOCAZIONI RECENTI, generalmente viene considerata attiva. Una faglia capace è in grado di generare deformazione in superficie. DISLOCAZIONI STRUMENTALI DISLOCAZIONI GEOLOGICHE 2004 Niigata-ken Chuetsu earthquake...faglia quaternaria, pleistocenica, olocenica, storica.

.in termini di SHA. STRUTTURE SUPERFICIALI FAGLIA CAPACE che ha generato fagliazione superficiale durante un evento sismico negli ultimi 20 ka (IAEA) STRUTTURE PROFONDE FAGLIA SISMOGENETICA FAGLIA CAPACE POTENZIALE che ha generato fagliazione superficiale precedentemente ai 20 ka. Tondi, E., 2000. Geological analysis and seismic hazard in the Central Apennines. Journal of Geodynamics, 29, 517-534. Berlusconi et al., 2011 - Lessons learned from Environmental Effects in Italy: the April 6th, 2009 L'Aquila, M 6.3, earthquake in Central Italy, and Seismic Hazard in the Po Plain. Int. Report, Univ. Insubria.

http://diss.rm.ingv.it/diss

ITHACA è un database creato per la raccolta e la consultazione di tutte le informazioni disponibili riguardo le strutture tettoniche attive in Italia: il progetto si occupa in modo particolare delle faglie capaci, definite come faglie che potenzialmente possono creare deformazione in superficie. Il database delle faglie capaci è uno strumento fondamentale per: a) analisi di pericolosità ambientale e sismica, b) comprensione dell evoluzione recente del paesaggio, c) pianificazione territoriale, d) gestione delle emergenze di Protezione Civile e) di supporto alla ricerca scientifica nell ambito dell analisi dei processi geodinamici. http://sgi.isprambiente.it/geoportal/catalog/content/project/ithaca.page

Figura 14.2: Maschera Faults del database ITHACA 2004

L INDIVIDUAZIONE DELLE FAGLIE ATTIVE E CAPACI AI FINI DELLA VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA SISMICA 1. analisi geomorfologica (scarpata di faglia, depositi olocenici dislocati); 2. analisi geologica di dettaglio (rilevamento geologico)

From: Martelli et alii, 2012. Ital. J. Geosci. (Boll. Soc. Geol. It.), Vol. 131, No. 3, pp. 423-439.

Morfologie sepolte

Paleoalvei sepolti

CARTA DELLE MICROZONE OMOGENEE IN PROSPETTIVA SISMICA ONNA (L Aquila)

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GRAZIE PER L ATTENZIONE