Il parco faunistico del Monte Amiata e i suoi animali

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Transcript:

30 Federica Sargentoni Il parco faunistico del Monte Amiata e i suoi animali Introduzione Ogni singolo individuo ha un approccio particolare con la natura in base alle sensazioni che riceve dall universo che lo circonda. Entrare in contatto diretto con un ambiente, è un esperienza unica e irripetibile, che porta ogni persona ad ammirare flora e fauna di un determinato territorio. L idea di aver voluto fortemente un Parco Faunistico nella zona del monte Amiata, nasce da un esigenza di far conoscere, attraverso i cinque sensi, le specie che vi abitano. Gli animali vivono all interno di ampi spazi recintati dove possono svolgere, decorosamente, le proprie funzioni sociali. Pur non essendo condizioni naturali, non si parla di zoo. L area del Parco, oltre ad essere recintata perimetralmente, presenta un sistema di recinzioni interne, che suddividono gli animali separandoli per specie, al massimo due, fra loro compatibili ed ogni area ha una dimensione di circa 20-25 ha. Il Parco Faunistico del Monte Amiata sorge sul versante orientale del Monte Labbro e ha un area di circa 200 Ha. Intorno al Parco si trova la Riserva Naturale del Monte Labbro che è caratterizza da un territorio di media montagna, che va dai 700 m ai 1.192 m del M. Labbro, ed occupa una superficie di 667 ha. Presso il Podere dei Nobili, che è il fulcro del Parco, si trovano il Centro Visite, la Direzione, gli uffici amministrativi, l abitazione del custode e le strutture necessarie alle attività didattiche all interno della sala polivalente che espone palchi e corna degli ungulati, le foto degli animali e presenta una rete di telecamere che relaziona il Parco con altre zone di interesse ambientale. Il Parco è facilmente percorribile e ciò permette una buona visione del territorio e della fauna. Lungo i sentieri dell area faunistica, sono collocate delle tabelle informative inerenti agli animali presenti. Nella realizzazione di tale sentieristica è stato tenuto conto delle esigenze degli animali lasciando in alcune zone il divieto d accesso all uomo. Un area di pregio, adiacente al Parco Faunistico, è l Area Forra, una zona boschiva dove gli animali sono allo stato libero ed è possibile l avvistamento percorrendo il Sentiero Natura che attraversa più volte il Fosso dell Onanzio. Dal Parco parte anche il sentiero Monte Labbro che arriva fino alla cima del monte in cui si trova l eremo di Davide Lazzaretti. Il Parco ricade interamente sotto la giurisdizione territoriale del comune di Arcidosso (Grosseto), nella regione Toscana. Diventa demanio regionale e viene gestito dalla Comunità Montana.

31 Monte Amiata e area parco Monte Labbro visto dal sentiero Monte Labbro La costituzione del Parco riveste una molteplice importanza: consentire un processo di salvaguardia e di valorizzazione ambientale, riqualificazione del territorio; favorire le attività formative e didattiche; promuovere la ricerca e lo studio sulla fauna; proteggere e conservare alcune specie animali ridotte numericamente o minacciate di estinzione. In estrema sintesi il Parco ha due obiettivi principali: la tutela ecologica (conservazione della ricchezza della biodiversità) e la fruizione sociale per favorire anche la conoscenza della zona del Monte Amiata nell ambito del sistema delle aree protette. Il Parco si trova in un angolo non molto conosciuto e questo ha consentito la conservazione di un paesaggio integro e di un alto grado di biodiversità. Gestione del parco faunistico Chi ha avuto, o avrà, la possibilità di visitare quest area, si troverà ad ammirare gli animali selvatici e questo ha un effetto educativo enorme. Vedere la fauna presente nel suo ambiente permette di dar voce ai cinque sensi perché il Parco non solo può essere visto, ma può essere toccato, respirato, ascoltato e gustato. Chi ha la fortuna di entrare in contatto con questa realtà potrà dire di portare con sé un bel bagaglio emozionale. Il territorio è stato suddiviso tenendo conto del comportamento delle varie specie, delle loro abitudini, del carico per ettaro e delle associazioni tra le specie. Il parco non va considerato un allevamento di selvatici. Agli animali viene la- Sentiero natura Palizzata e altana dei lupi

32 Laghetto area caprioli e camosci sciato un proprio spazio, stando attenti di non sconvolgere in modo totale le loro abitudini e il loro comportamento. Gli ungulati che vivono in consociazione sono: - daini melanici e pomellati insieme ai mufloni; - cervi e daini pomellati e melanici; - caprioli e camosci. C è un area in cui vive il lupo appenninico che è avvistabile attraverso un altana situata al centro del recinto. All altana si accede attraverso un percorso protetto da pali alti di legno di castagno messi uno accanto all altro. La gestione delle diverse aree presenta una profonda diversità. Il lupo ha bisogno di un costante apporto alimentare in quanto non può effettuare la normale attività predatoria, se non limitatamente ai piccoli animali. In tale superficie non viene fatto nessun tipo di lavorazione. L alimentazione degli ungulati prevede un integrazione nel periodo invernale con cereali per i camosci, fieno durante i periodi nevosi e con sementi di segale, detti campetti di segale, nei recinti dei daini e cervi che permettono una più adeguata alimentazione. Importante è il mantenimento dell equilibrio fra risorse e fauna soprattutto per preservare il giusto numero di animali in ogni area. Per alcune specie a volte si verifica un surplus di animali che deve essere ridotto; questi animali vengono trasferiti in altre strutture. Tale aspetto è stato preso in considerazione soprattutto per i daini affinché non venga stravolto il comportamento dei selvatici che verrebbero sottoposti ad un intensa competizione alimentare. Così facendo si va a diminuire anche il rischio di malattie. Anche se sono presenti delle aree recintate, il visitatore deve seguire delle regole comportamentali all interno del parco per non creare troppi problemi agli animali. Le regole sono semplici e consigliano di seguire i sentieri segnati, parlare a voce bassa, non disturbare la fauna presente, evitare movimenti bruschi, non dare cibo ai selvatici, non introdurre animali nel parco come cani o gatti. Se i visitatori si attengono a queste piccole regole, gli animali possono prendere una certa confidenza con gli ospiti mantenendo però sempre la distanza di fuga. Equilibrio fra risorse e animali Analizzando l area faunistica vanno prese in considerazione anche le implicazioni di ordine gestionale connesse alla presenza degli ungulati sul territorio e alle risorse ambientali disponibili. Tali dati sono stati ricavati dalle numerose osservazioni sperimentali in luogo sia da parte degli operatori del parco, che da uno studio condotto attraverso un lavoro più specifico a livello delle aree esaminando il contesto ambientale, faunistico e strutturale di alcuni comparti occupati dalla selvaggina. Nelle zone in esame è stata presa visione dei danni riportati dagli animali alla vegetazione arborea ed arbustiva e anche al suolo. Tutte le aree prese in considerazione presentano una variabilità morfologica del territorio particolarmente favorevole agli ungulati selvatici. Infatti, alle formazioni boschive (boschi ad alto fusto, boschetti, arbusteti-cespugliati, vegetazione, ecc...) seguono continuamente pascoli e campetti lavorati a segale, che donano una certa dinamicità all ambiente, rendendolo soprattutto più favorevole per l approvvigionamento alimentare. Considerando il tipo di pascolo, i boschi, nonché le colture agricole di sostegno (campetti di segale), si può stimare nel

33 Parco un valore nutritivo/ha variabile dalle 500 alle 600 U.F. annue. Il calcolo delle unità di selvatici è stato fatto semplicemente dividendo il numero dei capi complessivi per ogni comparto (i cervi per la loro grossa mole valgono doppio) con gli ettari di superficie disponibile. Bisogna tener conto anche dei danni riportati dalla vegetazione a causa degli animali. Le zone prese in esame sono particolarmente colpite. Le specie più gradite dagli ungulati sono soprattutto il castagno, il nocciolo ed il ginepro comune: non vi è nemmeno un esemplare superstite (100% di attacchi). Anche specie come l acero di monte, l acero campestre ed il carpino nero vengono attaccati in modo massiccio, come pure fra gli arbusti il rovo e, nei periodi nevosi, anche la ginestra dei carbonai può diventare appetibile. Alcune zone interne alle aree risentono di una forte pressione animale che determina anche danni al suolo con aree denudate, sentieramenti, ruscellamenti e a volte la rinnovazione può essere compromessa. Quanto detto ci fa capire la necessità di utilizzare alcuni parametri di controllo. Questi presuppongono ed implicano l analisi e l interpretazione delle fluttuazioni demografiche, del ritmo riproduttivo, delle condizioni nutrizionali, dello stato sanitario, nonché della stima delle risorse disponibili, dell impatto dei selvatici sul bosco, dell effetto sul territorio, ecc. Tali parametri assurgono a concetti guida, divengono linee indicatrici da seguire. Accanto ai parametri indicativi e di valutazione, deve esserci un sistema di monitoraggio sia per gli animali che per l ambiente in cui questi vivono; questo consente di instaurare un equilibrio ambientale che, però, deve essere tenuto sempre sotto controllo con impegno e dedizione. L aspetto più curato del Parco del Monte Amiata è quello relativo agli animali. L intera zona è ricca di fauna e l area recintata non fa certo eccezione. In questo paragrafo si prenderanno in analisi gli animali ascrivibili per la maggior parte all ordine degli Artiodattili, in considerazione del fatto che tali specie selvatiche sono il perno su cui è incentrato l intero Parco Faunistico. Le specie che sono presenti nelle varie aree delimitate a rete del Parco sono: il Daino (Dama dama), il Capriolo (Capreolus capreolus), il Cervo (Cervus elaphus hippelaphus), il Muflone (Ovis musimon), il Camoscio alpino (Rupicapra rupicapra) e il Lupo (Canis lupus). Nel primo recinto, di circa 20 ha, sottostante alla strada che congiunge la biglietteria con il centro del parco, si trovano i daini e i cervi che vivono in consociazione fra loro. Entrambi appartengono alla famiglia dei Cervidi e prediligono i boschi misti di latifoglie con ricco sottobosco, gli incolti e i cespugliati. Si cibano entrambi di semi, erba, fieno, foglie, germogli, cereali, frutta ma il daino utilizza anche specie infestanti, poco appetite dagli altri animali. Il cervo necessita di un alimentazione molto varia e richiede zone con sorgenti e corsi d acqua, ecco perché è stata scelta quest area per la sua collocazione, dove si trovano due laghetti naturali, alimentati da un piccolo torrente, in cui i cervi sono soliti fare l insoglio per liberarsi dei parassiti, soprattutto dalle zecche. Al di sopra della strada si trova un altro recinto in cui ci sono i mufloni e i daini. Il muflone appartiene alla famiglia dei Bovidi. Ama i boschi, gli arbusteti e i cespugliati, ma può vivere anche in zone impervie e Patrimonio faunistico Daini

34 Cervi Muflone rocciose in quanto adattabile e rustico, comunque evita le zone umide. Si nutre di erbe, gemme, germogli, frutti del sottobosco e tuberi. È l animale più difficile da vedere all interno del parco perché molto spesso, durante il giorno, si nasconde nella zona boscata del recinto. Le ore migliori per l avvistamento sono al mattino presto e al crepuscolo. Arrivati al centro del parco si trovano alcuni esemplari di animali domestici tra cui l Asino Sorcino Crociato Amiatino, mammifero appartenente alla famiglia degli Equidi. Molto importante nelle famiglie di una volta, è adesso quasi animale estinto, e proprio per questo motivo è stata istituita un apposita stazione di monta nell area faunistica, per favorire la conservazione di tale razza. È stato elaborato anche un progetto di affidamento dell asino amiatino sia come animale da compagnia, che da utilizzare per i trekking e per l ippoterapia. Gli esemplari di asino si trovano in un numero maggiore percorrendo il sentiero monte Labbro che inizia dal parco e vi ritorna facendo un percorso ad anello. Oltre all asino amiatino, sono presenti quat- Capriolo Camoscio alpino

35 Asino sorcino crociato amiatino Cavalle maremmane tro cavalli appartenenti alla razza Maremmana; anche per i cavalli esiste una stazione di monta. In un recinto adiacente a quello dei lupi, vive Palu, un ibrido nato dall incrocio tra un lupo e un cane, portato all interno del parco dopo uno studio condotto sui grandi canidi. Nel parco si può avvistare anche il lupo appenninico che vive in una zona adiacente alla direzione, zona che presenta una recinzione a maglia fitta, ben ancorata al terreno e protetta alla base da una colata di cemento. L altezza della rete è superiore a due metri e presenta un rientro verso l interno (antivolpe al contrario) per non far uscire gli animali che accidentalmente si sono introdotti in tale recinto in modo che questi possono essere predati dagli stessi lupi. L antivolpe non è altro che un prolungamento della recinzione di 50 cm, piegato di circa 45 e sostenuto da un paletto di ferro. Lupo Asini

36 Conclusioni Antivolpe al contrario Il capriolo, insieme al camoscio alpino, si trovano nell area sottostante al Monte Labbro che presenta terreni difficili e pietrosi molto adatti per il camoscio alpino. Il capriolo fa parte della famiglia dei Cervidi, mentre il camoscio di quella dei Bovidi. Si nutrono di germogli, erbe, foglie, frutti ma per il camoscio è prevista un integrazione di mais durante l inverno. Trovarsi all interno di un parco, non ci da la garanzia di poter avvistare gli animali che vi abitano, ma nonostante tutto si può intuire la loro presenza attraverso i segnali ottici come le impronte, le feci, i covi, i sentieri, i palchi dei cervidi e i peli sul terreno, basta un occhio un po più attento e indagatore. Il Parco Faunistico del Monte Amiata è a disposizione di tutti come strumento tecnico e scientifico, di conservazione e di tutela con l obiettivo anche di favorire la conoscenza della zona del Monte Amiata. La volontà è quella di salvaguardare questo patrimonio naturalistico attraverso la riqualificazione del territorio, mediante il miglioramento idrogeologico, forestale ed agrario oltre al mantenimento della fauna esistente ed il suo incremento nel rispetto dell ambiente naturale. Federica Sargentoni Dott.ssa in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali, Tecnico Faunistico Guida Ambientale Escursionista via Aldobrandeschi, 9-58030 Selvena Grosseto e-mail: federicasargentoni@libero.it PAROLE CHIAVE Parco Faunistico RIASSUNTO L idea di un parco faunistico nasce dall esigenza sul territorio amiatino di avere animali da ammirare in condizioni decorose all interno di ampi spazi dove possono vivere svolgendo tutte le loro funzioni vitali. Gli obiettivi principali perseguiti dal Parco Faunistico del Monte Amiata sono di garantire un approccio corretto fra visitatore, ambiente e fauna, favorendo la crescita della sensibilità nei confronti degli animali, della diversità genetica, l acquisizione di consapevolezza nel rapporto tra l uomo e gli altri animali, l educazione ambientale e in tema di rapporti fra uomo e natura. Vedere gli animali selvatici ha un effetto educativo enorme che stimola il pensiero perché, chi ha conosciuto gli animali avendoli visti nel loro ambiente, ha idee diverse e più pratiche sulla conservazione della fauna selvatica. KEY WORD Faunistic park ABSTRACT The idea of a faunistic park in the territory of Amiata born from requirement to have animals to admire in decorous conditions in open spaces where they can live performing all their vital functions. The main objectives pursued by the faunistic park of Monte Amiata are to ensure a correct approach among visitors, the environment and fauna, favoring the growth of sensitivity towards animals, towards genetic diversity, the acquisition of awareness in the relationship between humans and other animals, environmental education in terms of relations between man and nature. See wild animals has an educative effect that stimulates the thought, because who knew animals in their environment, has different and more practical ideas about wildlife conservation.