Il totalitarismo
Origine di un termine La parola totalitarismo compare per la prima volta nel contesto dell'italia fascista (anni venti): fenomeno nuovo, non lontano dalle dittature finora esistite Si intende una forma di dominio permanente su ogni singolo individuo in qualsiasi aspetto della vita. Hannah Arendt, importante scrittrice e filosofa tedesca, nel 1951 riprende il concetto di totalitarismo applicandolo all'organizzazione comunista di Stalin e alla Germania nazista di Hitler.
Hannah Arendt 1906-1975 Nacque nei pressi di Hannover in Germania da famiglia ebrea Studiò filosofia ma le fu negata l'abilitazione all'insegnamento in quanto ebrea Nel 1940 emigrò negli USA Negli anni sessanta seguì il processo ad un funzionario nazista e da qui prese spunto per alcuni suoi scritti
Le origini del totalitarismo H. Arendt Il totalitarismo nasce da un contesto di regime a partito unico che culmina poi nell'individualismo di un capo indiscusso. Esso rovescia il rapporto tra stato e individuo tipico dei regimi liberali, subordinando il secondo al primo. Avviene così La conquista delle coscienze L'imposizione a credere in una nuova religione, quella dello Stato
Le radici del totalitarismo Tre sono gli elementi che portano alla deriva totalitaria: Antisemitismo (violenta avversione verso l'ebraismo) Imperialismo (volontà di estendere il proprio dominio su altri territori) Razzismo (presunta superiorità della propria razza sulle altre) Erano questi gli ideali a cui uniformare l'umanità
Il concetto di massa La massa si sostituisce alla classe sociale La massa non si sente rappresentata dalla politica, è emarginata: è un insieme di individui senza una tradizione, lontana dal sentimento di popolo con una storia e con dei valori. Il totalitarismo fa forza su questa insoddisfazione e illude le masse di renderle protagoniste del sistema sociale. Consenso: la massa, senza più una direttiva, cede agli appelli delle autorità totalitarie. Si riconosce nelle false ed illusorie profezie (si fida più dell'immaginazione che dell'esperienza) Il capo onnipotente ed insostituibile controlla tutti gli aspetti della vita per far sì che le sue predizioni risultino vere.
Caratteri tipici di ogni totalitarismo Fede assoluta in un unico leader Ideologia in cui credere ciecamente Uso della violenza per conquistare il potere Liquidazione di ogni opposizione politica Uso di strumenti di propaganda per garantirsi il potere Istituzione di un corpo di polizia impiegato nella repressione del dissenso Il terrore come modalità di dominio sull'uomo
La banalità del male H. Arendt Il libro consiste nel resoconto di un processo al funzionario nazista Eichmann Ne scaturisce una riflessione sui crimini efferati compiuti dallo Stato totalitario La natura delle spaventose azioni non ha la sua origine nella malvagità delle persone ma nell'assenza di pensiero. Gli uomini comuni, succubi dell'ideologia e privati della consapevolezza, compiono atti meccanici imposti dall'organizzazione totalitaria
La Russia stalinista
L'instaurazione del comunismo Pp. 158-161 Durante il regime bolscevico di Lenin tutti i beni privati e i mezzi di produzione vennero trasformati in proprietà dello Stato Nel 1922 Stalin fondò l'unione delle repubbliche socialiste sovietiche e nel 1924 la sua costituzione Si formò così uno stato euroasiatico governato da un capo assoluto, organizzato secondo un forte centralismo (funzioni legislative ed esecutive al potere centrale) (Vedi cartina Russia sovietica 1922-1991 p. 158)
La costruzione di un nuovo impero sovietico L'ambizione di Stalin era quella di portare l'urss ad essere la prima potenza mondiale sotto tutti i fronti. Favorì la crescita dell'industria pesante Impose la collettivizzazione forzata dell'agricoltura, confiscando le proprietà ai Kulaki e ai semplici contadini Istituì un periodo di terrore dove eliminò gli oppositori politici attraverso le grandi purghe e attuò un'opera di repressione attraverso una polizia segreta Internò nei gulag (campi di lavoro correttivi) gli avversari al regime e li costrinse a lavori forzati in condizioni disumane
La Germania nazista Pp. 194-198
Gli anni difficili La Germania, già appesantita dalle dure condizioni dei trattati di Versailles, doveva affrontare una grave crisi economica Un diffuso sentimento nazionalista si opponeva alla Repubblica di Weimar (repubblica istituita durante il periodo di democrazia liberale che va dal 1919 al 1933) Si moltiplicarono le manifestazioni illegali e si formarono corpi militari (Squadre d'assalto) volti a combattere gli oppositori al Nazionalsocialismo
Chi sono i nazisti? L'ideologia nazionalsocialista si basava su due pilastri: La spiccata identità nazionale tedesca La presunta superiorità della razza ariana (nordica e, nello specifico, tedesca) a scapito delle altre etnie, in particolare quella ebraica (considerato popolo senza patria e scomodo perché economicamente molto intraprendenti)
L'ascesa di Hitler 1930 e 1932 grande consenso nei confronti del partito nazista 1933 Hitler riceve l'incarico di cancelliere (capo del governo) dal presidente della repubblica di Weimar 1934 Hitler, dopo aver liquidato una parte del suo partito che lo contrastava, erroneamente considerata più estrema, ottenne anche la carica di capo dello Stato
Verso il totalitarismo Il processo di accentramento del potere tedesco ricalca quello italiano di Mussolini Nuova denominazione del Fuhrer (corrispettivo di Duce, cioè guida autorevole Educazione nazista dei giovani tedeschi (Gioventù hitleriana) secondo direttive militari e nazionaliste Propaganda del pensiero nazista attraverso mezzi pubblici di comunicazione (radio, stampa,..) Istituzione di un sistema di polizia (Gestapo) che controllava la vita privata dei singoli Prime forme di discriminazione degli Ebrei (Boicottaggio di negozi ebrei e nel 1935 Leggi di Norimberga)