Gli accordi di filiera e le iniziative della Regione Emilia- Romagna per la riduzione della produzione dei rifiuti nella distribuzione organizzata

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Transcript:

. Gli accordi di filiera e le iniziative della Regione Emilia- Romagna per la riduzione della produzione dei rifiuti nella distribuzione organizzata Milano, Palazzo Lombardia 1 giugno 2017 Dott.ssa Manuela Ratta Direzione Cura del Territorio e dell Ambiente Servizio Giuridico dell Ambiente, Rifiuti, Bonifica Siti Contaminati e Servizi Pubblici Ambientali della Regione Emilia-Romagna

La svolta verde dell Emilia-Romagna In Regione Emilia-Romagna è in atto una vera rivoluzione, segno di una volontà politica tesa a fare dei rifiuti una risorsa per la crescita economica sostenibile, contribuendo a passare da un modello di economia lineare ad uno più circolare e più resiliente. La Regione ha intrapreso questo cammino sin dal 2015 con l'approvazione prima della legge 16 per sostenere l economia circolare e ridurre la produzione regionale dei rifiuti, poi con il Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR)

Economia circolare Obiettivi più ambiziosi di quelli fissati dall'unione Europea

Nel «Programma regionale di prevenzione dei rifiuti» (cap 17 del PRGR) lo spreco di beni rientra tra le misure legate all utilizzo Programma regionale di prevenzione e lotta allo spreco si stima che la riduzione dello spreco di beni possa contribuire per il 7-10% al raggiungimento dell obiettivo di riduzione delle produzione pro-capite di rifiuti urbani che ci siamo prefissati con il PRGR. Riduzione 15% Riduzione 20%

Come stiamo realizzando l economia circolare Istituzione del Fondo incentivante per i Comuni, finanziato in parte attraverso un contributo della Regione Attivazione del coordinamento permanente sottoprodotti con le associazioni di categoria (determinazione n. 10718/2016) i cui lavori sono partiti nel luglio scorso; Definizione di accordi volontari di filiera per la prevenzione e il recupero Approvazione delle Linee guida per i centri comunali del riuso (DGR 1240/2016) Applicazione della tariffazione puntuale (finanziata in parte con il Piano di Azione Ambientale) Istituzione del «Forum permanente per l economia circolare»

Accordi per prevenzione e recupero ACCORDI = STRUMENTI DI ACCOMPAGNAMENTO AL PRGR Sono individuati partendo da quanto già realizzato, valorizzando le peculiarità dei settori produttivi, le opportunità legate all innovazione tecnologica, i modelli di consumo. Sul fronte della prevenzione, il coinvolgimento e la partecipazione dei vari soggetti interessati nell ambito di accordi sarà strategico per l efficacia degli interventi ad esempio per la riduzione dei rifiuti prodotti dal commercio, la promozione della riparazione dei beni, la promozione di prodotti contenenti meno imballaggi. Sul fronte del recupero sarà privilegiata la sottoscrizione di accordi che promuovano la chiusura dei cicli all interno del territorio regionale o la valorizzazione di particolari tipologie di rifiuti. (es plastica o il rifiuto organico, RAEE, i pneumatici usati, i rifiuti da costruzione e demolizione).

Struttura degli accordi ACCORDO (di filiera, territoriale, di settore) AZIONI TAVOLI DI LAVORO E ACCORDI DI DETTAGLIO TAVOLI DI LAVORO E ACCORDI DI DETTAGLIO TAVOLI DI LAVORO E ACCORDI DI DETTAGLIO OBIETTIVO OBIETTIVO OBIETTIVO

Gli accordi della RER Al fine di promuovere un nuovo modello di sviluppo secondo i principi dell economia circolare, La Regione ha sottoscritto, dal 2014 ad oggi 4 accordi mirati alla prevenzione dei rifiuti e al recupero di materia. Accordo Plastica: per la sperimentazione di modalità operative finalizzate ad incrementare il recupero di materia degli imballaggi in plastica provenienti da raccolta differenziata urbana Accordo Grande Distribuzione Organizzata: per favorire la prevenzione e il recupero dei rifiuti nel settore della Distribuzione Organizzata Accordo UISP per la sostenibilità ambientale del mondo dello sport Accordo RAEE per incrementarne la raccolta differenziata e il recupero

Accordo con grande distribuzione Nel giugno 2014 viene sottoscritto l accordo quadro tra Regione Emilia- Romagna, Atersir e Legacoop E.R. La distribuzione commerciale è considerato uno dei settori chiave sia per i rifiuti generati dai punti vendita, sia per l impatto che questi possono avere sulle scelte dei consumatori; Le esperienze maturate dalle cooperative in campo ambientale possono essere portate a valore e incrementate per favorire ulteriori azioni e progetti a livello regionale e diffondere la cultura della prevenzione e del recupero.

Accordo con la grande distribuzione L accordo generale impegnava all avvio di alcuni progetti e di tavoli di lavoro, finalizzati alla sottoscrizione di ulteriori accordi di dettaglio, alcuni dei quali già identificati: la qualificazione ambientale dei punti vendita la valorizzazione della merce non commercializzabile (in particolare eccedenze alimentari) Nel novembre 2015: sottoscrizione del primo accordo di dettaglio e istituzione del «Sistema di qualificazione ambientale dei punti vendita della distribuzione Organizzata denominato Carrello verde»

Valorizzazione eccedenze Per stabilire gli aspetti tecnici di tali misure abbiamo avviato un tavolo di lavoro a cui partecipano anche rappresentanti delle cooperative della grande distribuzione e ANCI. I lavori del tavolo hanno evidenziato che: le iniziative di recupero della merce non commercializzabile in termini di prevenzione dei rifiuti, non risultano allo stato attuale adeguatamente valorizzate. le iniziative di recupero già attive sul territorio regionale sono condotte secondo procedure diverse e non sono diffuse in modo omogeneo.

Contesto emiliano-romagnolo L Emilia-Romagna è una delle regioni che presenta il più basso livello di povertà: nel 2015 le famiglie che vivono in condizioni di povertà relativa rappresentano il 4,8% del totale (in Italia superano il 10%). La Regione, nell affermare il diritto al cibo promuove e valorizza l'attività degli enti no profit impegnati nel recupero delle eccedenze alimentari anche in collaborazione con la Caritas diocesana (L.R. 12/2007, finanziamento progetti di recupero, manuale Salvacibo). Le cooperative della. distribuzione organizzata presenti in Emilia-Romagna svolgono un importante funzione sociale, donando alle persone disagiate beni alimentari in prossimità della scadenza o non idonei alla commercializzazione.

Alcune esperienze (Dati 2016) 133 punti attivi in Emilia- Romagna 1.900 tonnellate di alimenti donati a favore di oltre 300 organizzazioni attraverso il progetto «Brutti ma buoni» valore beni donati : circa 9 milioni di Euro Dal 2015/2016 prodotti inviati anche ai due empori della solidarietà di Modena e Ferrara

Alcune esperienze (Dati 2016) 94 punti attivi in Emilia- Romagna 200 tonnellate di alimenti donati a favore di 31 organizzazioni gestiti attraverso «Last minute market» Valore beni donati: circa 700.000 Euro

Alcune esperienze (Dati 2016) 38 punti attivi in Emilia-Romagna 20 tonnellate di alimenti donati a favore di circa 15 organizzazioni attraverso progetto «Carrello amico» Valore beni donati: circa 60.000 Euro La cooperativa dona anche i freschi grazie a particolari accordi con le onlus Complessivamente le 3 cooperative donano circa 2.120 tonnellate di alimenti per un valore complessivo di circa 9.8 Milioni di Euro

Accordo per recupero merce non commercializzabile L accordo in fase di definizione prevede Definizione di indicazioni operative per la cessione delle eccedenze da parte degli esercizi commerciali Sviluppo di un sistema informativo (applicativo web) per: rendere trasparente il processo della donazione dal PV fino alla ONLUS beneficiaria; dare visibilità all'intera operazione condotta a fini sociali; monitorare i quantitativi di merce recuperata, ai fini della rendicontazione delle azioni di prevenzione e dell accesso alle agevolazioni tariffarie.

Conclusioni La riduzione dello spreco rientra tra le misure che favoriscono il passaggio verso l economia circolare come evidenziato anche dalle recenti proposte del Parlamento Europeo. L auspicio è che le iniziative attuate dalla Regione Emilia-Romagna contribuiscano a diffondere la cultura della lotta allo spreco con benefici sia dal punto di vista ambientale che sociale. La raccolta dei dati e lo sviluppo di sistemi di monitoraggio consentirà di quantificare le azioni realizzate e di dare trasparenza ai processi

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