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Nel 2013, il fatturato complessivo della tessitura italiana è risultato pari a circa 7,8 miliardi di euro (-2,4% rispetto al 2012). La bilancia commerciale del comparto resta in attivo per oltre 2,4 miliardi di euro 1. Il bilancio preconsuntivo del 2013 Dopo aver invertito il trend nel 2012, anche nel 2013 la tessitura made in Italy (in un accezione comprensiva di tessitura laniera, cotoniera, liniera, serica e a maglia) ha continuato a muoversi in area negativa, evidenziando, comunque, nel complesso un progressivo miglioramento delle Nel 2013 la tessitura registra ancora un trend negativo, ma in decelerazione performance settoriali: sia il fatturato totale, sia il fatturato estero assistono ad una decelerazione del ritmo di caduta rispetto al 2012, mentre l import risulta già interessato da una variazione in aumento. Come si vedrà meglio nel proseguo dell analisi, se tali considerazioni valgono per la tessitura complessivamente intesa, nel corso del 2013 i diversi comparti qui presi ad esame non hanno mancato di mostrare, invece, andamenti divergenti in termini di performance di mercato. Secondo le prudenziali stime elaborate da SMI, per il giro d affari della tessitura italiana si stima un decremento su base annua del -2,4%; il fatturato complessivo, pertanto, dovrebbe portarsi sui 7,8 miliardi di euro. In virtù del suddetto risultato, la tessitura concorre al 15,5% del fatturato complessivamente generato dalla filiera Tessile-Moda (Fig. 1), sostanzialmente in linea con quanto rilevato nel 2012 (15,7%). Comparto preponderante si conferma la tessitura laniera, che copre il 36,8% del giro d affari settoriale, seguita dalla tessitura cotoniera (con una quota del 23,2%) e dalla tessitura a Secondo le stime prudenziali, il fatturato dovrebbe calare del -2,4% La tessitura concorre al 15,5% del fatturato complessivamente generato dalla filiera Tessile-Moda maglia (al 19,3%). Tab. 1 L industria italiana della tessitura (2008-2013) (1) (Milioni di Euro correnti) 2008 2009 2010 2011 2012 2013 (2) Fatturato 8 924 6 691 7 650 8 365 7 983 7 789 Var. % -4,5-25,0 14,3 9,3-4,6-2,4 Valore della produzione 7 069 5 365 6 128 6 542 6 237 6 125 Var. % -5,2-24,1 14,2 6,8-4,7-1,8 Esportazioni 5 070 3 740 4 206 4 537 4 374 4 314 Var. % -9,7-26,2 12,5 7,9-3,6-1,4 Importazioni 1 798 1 436 1 845 2 101 1 834 1 893 Var. % -6,2-20,1 28,5 13,9-12,7 3,2 Saldo commerciale 3 272 2 303 2 361 2 436 2 540 2 421 Consumo apparente 3 797 3 062 3 767 4 106 3 697 3 705 Var. % 1,0-19,4 23,0 9,0-10,0 0,2 Indicatori Strutturali (%) Esportazioni/Fatturato 56,8 55,9 55,0 54,2 54,8 55,4 Importazioni/Cons. apparente 47,3 46,9 49,0 51,2 49,6 51,1 Fonte: SMI su dati ISTAT e Indagini Interne (1) Tessuti serici, lanieri, cotonieri, linieri e a maglia. (2) Stime - 1 -

Fig. 1 Il ruolo della tessitura nella filiera Tessile-Moda italiana (2013) (% sul fatturato) Tessuti linieri (3,4%) Tessuti serici (17,4%) Altri Prodotti Tessile-Moda (84,5%) Tessitura (15,5%) Tessuti cotonieri (23,2%) Tessuti a maglia (19,3%) Tessuti lanieri (36,8%) Fonte: SMI Al di là del quadro di sintesi ora delineato, si rende opportuno operare un distinguo tra le performance messe a segno nel 2013 dai diversi comparti di cui si compone la tessitura italiana. In controtendenza rispetto al dato medio, la tessitura a maglia archivia il 2013 con una crescita del fatturato totale in grado di ripianare le perdite del 2012; anche la tessitura serica resta in area leggermente positiva (almeno in valore), palesando tuttavia, a seguito di un sensibile rallentamento verificatosi nella fase terminale dell'anno, un deciso ridimensionamento del ritmo di crescita con cui aveva chiuso il 2012. Tali risultati permettono di arginare in parte le perdite sperimentate ancora dalle altre produzioni tessili: in particolare, mentre la tessitura laniera presenta un deterioramento rispetto alla performance (lievemente negativa) del 2012, la tessitura cotoniera e la tessitura liniera, pur archiviando il 2013 in calo, mostrano una significativa decelerazione del ritmo di caduta a confronto dei gravosi risultati subiti nel 2012. Al quadro complessivo, fa eccezione la tessitura a maglia, che archivierà il 2013 con dinamiche positive, così come la serica che però accusa un sensibile rallentamento Il valore della produzione (che nelle stime elaborate da SMI tenta di depurare il valore delle vendite totali dal contributo derivante dalla commercializzazione di prodotti importati) si conferma in calo, ma palesa una dinamica meno grave rispetto al dato 2012, stimata mediamente nell ordine del -1,8%. Con riferimento al mercato del lavoro, in corso d anno non sono mancate frizioni per la tessitura. Il comparto meno al riparo è risultato ancora una volta quello cotoniero/liniero, che ha evidenziato, sulla base di quanto rilevato nell Indagine Campionaria SMI condotta presso un panel di aziende del settore, una variazione media del -7% nei primi nove mesi dell anno, mentre la tessitura laniera, dopo due trimestri stabili, ha visto un peggioramento del -2% circa nel terzo. Il valore della produzione arretra del -1,8% L occupazione settoriale si mantiene in calo - 2 -

Fig. 2 Tessitura: indice ISTAT della produzione industriale (corretto per gli effetti di calendario, anno base 2010=100), I trimestre 2009- Iestre 2013 (Var. % tendenziale) 35 25 Tessitura Tessile 15 5-5 -15-25 -35 I trim 09 09 I IV trim I trim 09 09 10 10 I IV trim I trim 10 10 11 11 I IV trim I trim 11 11 12 12 I IV trim I trim 12 12 13 13 I 13 Fonte: SMI su ISTAT (Cod. ATECO 2007 CB13 e CB132) Il lento ma progressivo miglioramento del trend che sta caratterizzando la tessitura si evince anche dalle rilevazioni ISTAT inerenti l andamento della produzione fisica (cfr. Fig. 2). Con specifico riferimento alla tessitura ortogonale (con l esclusione, da tale aggregato, di quella a maglia), l indice di produzione corretto per i giorni lavorati, dopo essersi mosso in area negativa per sei trimestri consecutivi a partire dall ottobre-dicembre 2011, interrompe finalmente il calo nel secondo trimestre del 2013 (+0,1%), per segnare un dato finalmente positivo nel terzo, pari al +5%. Guardando agli scambi con l estero di tessuti da e verso l Italia, se da un lato, nel caso del fatturato estero, in linea con l andamento palesato da quello totale, si profila una decelerazione del tasso di decremento rispetto al 2012, dall altro l import presenta già un cambio di passo. In particolare, l export settoriale, pur confermandosi caratterizzato da una variazione negativa, è stimato decelerare nei dodici mesi a -1,4% (per un totale di oltre 4,3 miliardi di euro), mentre l import, in virtù dei risultati evidenziati in corso d anno dal tessuto a maglia e di cotone, torna a crescere nelle misura del +3,2% (a quota 1,9 miliardi). A fronte del suddetto andamento del commercio con l estero, l attivo commerciale di comparto presenta un assottigliamento, riportandosi sui 2,4 miliardi di euro circa (con una perdita, quindi, di 100 milioni in un anno), che concorrono comunque al 25,5% del saldo commerciale della filiera Tessile-Moda nel suo complesso. L indice ISTAT di produzione industriale relativo alla tessitura ortogonale segna un aumento del +5% nel terzo trimestre 2013 Per l export si stima un calo su base annua del -1,4%, mentre l import torna a crescere nell ordine del +3,2% Il saldo commerciale di settore si dovrebbe riportare sui 2,4 miliardi, assicurando il 25,5% del surplus complessivo del Tessile-Moda Come suggerisce il ritorno di una dinamica positiva relativa alle importazioni di tessuti dall estero, la domanda interna (approssimata nella variabile consumo apparente ) dovrebbe interrompere il trend riflessivo, mostrando un timidissimo segnale positivo, che consente di stimare un +0,2% su base annua (al lordo degli stock). - 3 -

2. Il commercio con l estero nei primi dieci mesi del 2013 Focalizzando l analisi sugli scambi con l estero che hanno interessato i tessuti a maglia e i soli tessuti ortogonali a prevalenza di fibra naturale (cfr. Fig. 3 Nota 1), si rileva che da gennaio ad ottobre 2013 le vendite estere hanno registrato una flessione complessiva del -3,2% rispetto al corrispondente periodo del 2012, portandosi su un valore totale di oltre 3 miliardi di euro. Parallelamente, l import, che lo scorso anno aveva segnato un atteso (ed in parte) fisiologico decremento a due cifre (-16,4%), torna interessato da una dinamica positiva, nella misura del +3,7% (a quota 1,4 miliardi circa). Anche a volume, peraltro, mentre l export si muove in area negativa sperimentando una contrazione delle quantità in uscita lievemente peggiore rispetto alla variazione a valore, l import assiste, invece, ad una crescita. Tra le destinazioni, come indicato in Fig. 3, le aree intra-ue si sono rivelate più favorevoli rispetto a quelle extra-ue: mentre le prime hanno contenuto le perdite al -2%, le seconde cedono il -4,4% da gennaio ad ottobre 2013, in controtendenza rispetto a quanto rilevato nel periodo 2010-2012, allorquando le aree extra-europee si erano dimostrate più performanti rispetto al mercato comunitario. L intra-ue continua, peraltro, ad assorbire la quota maggioritaria dell export di tessuti italiani, mostrando un incidenza del 52,1%. Nel caso dei tessuti a maglia e dei soli tessuti a prevalenza di fibra naturale, da gennaio ad ottobre 2013 l export ha ceduto il -3,2%, l import invece inverte il trend e cresce del +3,7% L export intracomunitario si rivela più favorevole (-2%) rispetto a quello extra-ue, che cala del -4,4% Contestualmente, gli approvvigionamenti extra-ue (che coprono, invece, il 67,7% dell import di tessuti in Italia) hanno messo a segno un incremento del +4%, mentre quelli intra-comunitari del +3%. Fig. 3 Il commercio estero di tessuti: analisi per macro-area geografica (1) (Gennaio-ottobre 2008-2013) 3.1) Le importazioni (Var. % tendenziali) 3.2) Le esportazioni (Var. % tendenziali) 35 35 30 25 25 20 15 15 10 5 5 0-5 -5-10 -15-15 -20-25 -25-30 -35 2008 2009 2010 2011 2012 2013-35 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Intra-UE Extra-UE Totale Intra-UE Extra-UE Totale (1) - I prodotti qui analizzati costituiscono un sotto-insieme (comprendente solo i tessuti ortogonali contenenti almeno il 50% di fibra naturale) di quelli utilizzati per la definizione del bilancio settoriale riportato in Tab. 1. Al contrario, in Tab. 1 si tiene conto anche dei tessuti ortogonali dove la fibra naturale è presente in percentuale inferiore al 50% e il resto è costituito da fibre chimiche. I tessuti a maglia sono, invece, considerati nella loro totalità in entrambi gli aggregati. Fonte: SMI su dati ISTAT - 4 -

Al di là del dato medio per macro-area, è oltremodo interessante analizzare le dinamiche sperimentate dai singoli Paesi, principali partner commerciali delle aziende italiane di tessitura (cfr. Tab. 2). Primo sbocco dei tessuti italiani si conferma il mercato tedesco, in grado di assorbire l 11,3% dell export totale delle merceologie in esame: nei primi dieci mesi del 2013 la Germania registra esportazioni dall Italia per 345 milioni di euro e, dopo la flessione di rilievo accusata lo scorso anno (superiore al -9%), vede un rallentamento del calo al -1,5%. Le vendite dirette in Germania, primo mercato di sbocco della tessitura italiana, contengono la flessione al -1,5% A seguire, Romania, Francia e Tunisia fanno rilevare ancora un arretramento dell export di tessuti provenienti dall Italia: mentre la Romania conferma pressoché il tasso dello scorso anno, segnando un -3,3% nel periodo in esame, la Francia decelera, invece, al -5,7% (dimezzando la perdita subita nel 2012), così come la Tunisia, che rallenta al -13,1% (da oltre il -20%). Al quinto posto nel ranking dei principali mercati di sbocco della tessitura nazionale, la Cina, dopo essere stata interessata da performance molto favorevoli nell ultimo biennio, segna una battuta d arresto (-2,7%); sul dato grava soprattutto il risultato negativo del tessuto di cotone e del tessuto in lana pettinato, al contrario del tessuto a maglia, in crescita. Hong Kong frena, invece, complessivamente al -0,9%. Tra le prime dieci destinazioni, una crescita discreta è da circoscrivere, dunque, alla sola Turchia, che registra un +3,6%, crescita trainata dal tessuto laniero pettinato. Risultano, invece, cedenti anche Spagna (-8,4%) e Stati Uniti (-2,6%), mentre nel caso del Giappone alla crescita del +18% messa a segno nel 2012 segue un assestamento al -0,4%. Note positive, pur su livelli più modesti, si rilevano, inoltre, per Bulgaria (+4%) e Polonia (+5,8%), nonché Svizzera (+4,9%). L export di tessuti italiani in Cina registra una battuta d arresto (-2,7%) Tra le principali destinazioni cresce la Turchia (+3,6%) Tab. 2 Il commercio estero di tessuti: analisi per paese (1) (Gennaio-ottobre 2013) 2.1) Le importazioni 2.2) Le esportazioni Paesi di origine Mln. di Euro Var. % % sul totale Paesi di destinazione Mln. di Euro Var. % % sul totale Totale generale 1 396 3,7 100,0 di cui: Intra UE28 451 3,0 32,3 Extra UE28 945 4,0 67,7 I primi 15 fornitori Cina 361-0,5 25,9 Turchia 294 19,0 21,1 Repubblica Ceca 92 0,5 6,6 Pakistan 92 14,8 6,6 Germania 82 4,8 5,9 Spagna 58 2,1 4,2 Francia 42 23,2 3,0 Corea del Sud 38-4,6 2,7 India 38-12,9 2,7 Regno Unito 28-2,3 2,0 Belgio 27 5,9 1,9 Ungheria 24 28,4 1,7 Romania 23-9,4 1,7 Egitto 21-3,2 1,5 Tunisia 21-24,2 1,5 Totale generale 3 062-3,2 100,0 di cui: Intra UE28 1 596-2,0 52,1 Extra UE28 1 466-4,4 47,9 I primi 15 clienti Germania 345-1,5 11,3 Romania 235-3,3 7,7 Francia 222-5,7 7,3 Tunisia 191-13,1 6,2 Cina 162-2,7 5,3 Hong Kong 148-0,9 4,8 Turchia 137 3,6 4,5 Spagna 127-8,4 4,2 Stati Uniti 126-2,6 4,1 Giappone 106-0,4 3,5 Portogallo 103-5,1 3,4 Bulgaria 98 4,0 3,2 Regno Unito 94-1,9 3,1 Polonia 73 5,8 2,4 Svizzera 72 4,9 2,4 (1) - Cfr. Fig. 3 Nota 1 Fonte: SMI su dati ISTAT - 5 -

Passando all analisi dei mercati di origine dei tessuti importati in Italia, caratterizzati da un elevata concentrazione dal punto di vista geografico, rispetto a quanto rilevato nel più recente passato, dove la Cina staccava ampiamente gli altri supplier, si profila con i dati cumulati ad ottobre 2013, un ulteriore avvicinamento da parte della Turchia. Mentre dalla potenza asiatica proviene il 25,9% dei tessuti importati in Italia (contro il 27% dei primi dieci mesi del 2012), la Turchia è salita a quota 21,1%, guadagnando circa tre punti percentuali in un anno. Del resto, a fronte di un assestamento (-0,5%) dell import dalla Cina (che l anno scorso aveva già perso oltre il 25% a valore), i tessuti di origine turca crescono del +19%, per un totale di quasi 300 milioni di euro, più che compensando, dunque, la flessione del -7,4% del gennaio-ottobre 2012. che si avvicina sempre più alla Cina come mercato di approvvigionamento dei tessuti Pur su livelli ampiamente inferiori rispetto ai due main supplier, si registra inoltre una sostanziale stabilità con riferimento alla Repubblica Ceca (+0,5%), mentre sperimenta un aumento a due cifre l import dal Pakistan (+14,8%), da cui proviene il 6,6% dei tessuti importati in Italia. Esaminando l interscambio con l estero in relazione alle differenti tipologie di tessuto qui considerate (Fig. 4), sempre nel periodo gennaio-ottobre 2013, si rileva, in controtendenza rispetto alla media di comparto, una dinamica positiva nel caso delle vendite estere del solo tessuto a maglia, che segna un evoluzione del +4,2%; di contro, le altre tipologie presentano cali più o meno accentuati. In particolare, l export di tessuto di cotone cede il -5,7%, quello dell tessuto in lino il - 3%, similmente al tessuto in pura seta (-3,1%). Il tessuto in lana vede arretrare il fatturato estero del -5,9% con riferimento al pettinato e del -7,1% con riferimento al cardato. I primi dieci mesi del 2013 assistono già ad un ritorno alla crescita delle importazioni sia dei tessuti a maglia (+9,9%) sia dei tessuti di cotone (+5,1%); di contro, perde ancora terreno l import di tessuti in lana (con il pettinato a -6,8%), in seta (-6,3%) e in lino (-5,7%). Da gennaio a ottobre 2013, l export di tessuto a maglia cresce del +4,2%, mentre per gli altri tessuti si registrano ancora flessioni Sul fronte import, risultano in aumento il tessuto a maglia (+9,9%) e in cotone (+5,1%) Fig. 4 Il commercio estero di tessuti: analisi per comparto (1) (Gennaio-ottobre 2013) 4.1) Le importazioni (Milioni di euro; Var. % tendenziali) 4.2) Le esportazioni (Milioni di euro; Var. % tendenziali) 700 1200 T. cotonieri T. cotonieri 600 1000 Milioni di Euro 500 400 T. a maglia Milioni di Euro 800 600 pettinati T. a maglia 300 200 T. di seta 400 cardati 100 cardati pettinati T. linieri 0-30 -20-10 0 10 20 Variazione % 200 T. di seta T. linieri 0-10,0-5,0 0,0 5,0 10,0 Variazione % Fonte: SMI su dati ISTAT (1) Cfr. Fig. 3 Nota 1-6 -

Circa le aspettative di breve termine monitorate nell ambito dell Indagine Campionaria SMI dello scorso novembre, la maggior parte degli operatori a campione attivi nel comparto sia laniero sia cotoniero non prospettava significativi mutamenti del mercato, ma propendeva per una stabilità delle condizioni di business sperimentate nel corso del 2013. Pur tuttavia, mentre per il tessuto in cotone gli ordini in portafoglio (pur parziali e provvisori al momento della rilevazione) si confermavano effettivamente stabili, nel caso del tessuto laniero risultavano in crescita dall estero e in netto miglioramento sul mercato italiano. Se nel 2013 la tessitura italiana nel suo complesso, pur confermando il trend negativo, fatti gli opportuni distinguo che caratterizzano i singoli comparti, ha sperimentato un progressivo miglioramento delle performance di mercato (a partire dall area UE e da un maggior dinamismo anche sul fronte interno via import), sembra ragionevolmente lecito attendersi per il 2014 un cambio di passo, in grado di riportare il comparto, tradizionalmente anticipatore della congiuntura come i restanti anelli del monte della filiera, in territorio positivo. L occasione fieristica di Milano Unica costituirà, pertanto, un importante termometro per capire gli orientamenti del mercato, pur sempre caratterizzato da alta prudenza viste la fragilità e l incertezza del contesto, e per intravedere gli spazi che si potranno aprire nei mesi a venire per il tessuto Made in Italy. Nel 2014 la tessitura è attesa tornare in area positiva Milano, 11 Febbraio 2014 Pubblicazione a cura di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale La presente pubblicazione (in seguito Documento) è opera esclusiva ed originale di SMI - Sistema Moda Italia (Federazione Tessile e Moda, aderente a Confindustria) per conto di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale. SMI Sistema Moda Italia è impegnata in numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese tessilimoda. Il Documento è destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e non può essere ridistribuito, riprodotto, pubblicato o alterato in alcuna delle sue parti da soggetti non espressamente autorizzati. Tutti i diritti di autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente informative e non rappresenta né un offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le valutazioni e le previsioni contenute del Documento sono state ottenute o derivano da fonti che SMI Sistema Moda Italia ritiene attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia implicita sia esplicita e di cui, pertanto, SMI Sistema Moda Italia e Tessile & Moda Service soc. Unipersonale non si ritengono responsabili. - 7 -