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Aevum, 91 (2017), fasc. 1 Chiara Tarditi LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO: PROPOSTA PER UNA RIDEFINIZIONE Summary: The origin, characteristics and development of Greek wall paintings in architectural style will be examined with special attention to the real imitation of the masonry and to the technique, suggesting a redefinition of some denominations now out of date, but still used. Keywords: wall painting; Greek painting; structural style; first Pompeian style. 1. Caratteristiche e definizione dello stile 2017 Vita e Pensiero / Pubblicazioni dell Università Cattolica del Sacro Cuore Ex eo antiqui, qui initia expolitionibus instituerunt, imitati sunt primum crustarum marmorearum varietates et conlocationes, deinde coronarum, filicularum, cuneorum inter se varias distributiones (Vitruvio VII 5, 1). Le decorazioni parietali di tipo architettonico, note nella letteratura archeologica come Primo stile pompeiano, Stile a incrostazione o Stile strutturale, sono caratterizzate, come ben noto, dalla riproduzione sullo strato di intonaco di file di blocchi squadrati, distribuiti su tutto l alzato della parete e delineati mediante linee incise o superfici alternativamente sporgenti e rientranti, bianche o variamente colorate; in alcuni casi sono aggiunte anche cornici, semi-colonne, paraste e altri elementi architettonici, resi anch essi plasticamente in stucco lavorato (Fig. 1) 1. Vitruvio considera questo tipo di decorazione parietale come il più antico tra quelli in uso presso i Romani, menzionando «la varietà e la disposizione delle lastre marmoree, poi le svariate combinazioni di cornici e rientranze baccellate» (De Architectura VII 5, 1). Identificato precocemente tra le decorazioni delle case di Pompei, il Primo stile pompeiano è stato subito considerato non una produzione originale di ambito italico ma un sistema decorativo importato dal mondo greco insieme con la cul- 1 Si veda un analoga definizione in Laidlaw 1985, 17: «Any decoration articulated by three dimensionale moldings, with either raised panels of a geometrical pattern indicated by grooved incisions or impressions».

56 CHIARA TARDITI Fig. 1. Ercolano, Casa Sannitica (foto dell autore). tura ellenistica 2, origine che venne ulteriormente confermata dalla scoperta e dallo studio di decorazioni parietali dello stesso tipo a Priene, Delo, Pergamo e in molti altri centri del Mediterraneo. La definizione Primo stile è stata così inizialmente applicata anche alle decorazioni parietali rinvenute nel mondo greco 3, per essere in seguito giudicata inadatta perché non ne risultano evidenziate le differenze rispetto agli esempi pompeiani e i loro più stretti rapporti con le reali costruzioni in blocchi isodomici 4. Un chiaro riferimento alla struttura muraria è contenuto nella formula 2 Mau 1882, 108-09. 3 Wiegand Schrader 1904, 316; Wirth 1931, 33-58. 4 Bruno 1969, 306-08.

LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO 57 Structural Style proposta da Rostovtzeff nel 1919 5, e analogo è il significato di Masonry Style utilizzato da Dawson 6 e ripreso anche da Bruno, che ritiene questa definizione più adatta a evidenziare quello che sembra uno dei tratti peculiari di queste decorazioni: l imitazione di una muratura in blocchi isodomi 7. In modo analogo S.G. Miller propone Architectural relief Style 8, che evidenzia gli stretti rapporti con l architettura monumentale. La denominazione Style de grand appareil proposta da F. Alabe in relazione agli esempi di Delo è, come riporta lo studioso stesso, il corrispettivo francese del Masonry Style di Bruno 9. Ancora oggi, nella maggior parte degli studi si continua a utilizzare queste definizioni tradizionali, anche se di tanto in tanto si è proposto di sostituirle con una qualche nuova denominazione, che riesca a comprendere le caratteristiche delle diverse interpretazioni che lo stile architettonico riceve nei vari ambiti geografici: più legate alla diffusione di questo stile nel mondo ellenistico sono le definizioni International Style, proposta da P. Guldager Bilde 10 proprio per evidenziarne l omogeneità tra i vari centri, e Oriental First Style, suggerita da A. Laidlaw 11. Ma una certa confusione rimane e in alcuni recenti interventi il Masonry Style è stato distinto rispetto allo Structural Style, proponendo di considerare l uno 12 o l altro 13 come un antecedente del Primo stile pompeiano, caratterizzato dall utilizzo solo di linee e colore per rendere gli elementi architettonici (blocchi, cornici ecc.) senza nessun aggetto plastico, procedura che, volendo continuare a utilizzare lo schema elaborato da A. Mau, si adatta invece alle decorazioni da lui considerate di Secondo stile 14. Partendo da queste considerazioni, si ritiene utile tornare sull argomento per proporre una semplificazione lessicale, cercando di uniformare il variegato insieme delle definizioni di volta in volta proposte, selezionando quelle che permettano di definire le caratteristiche dei rivestimenti in modo più preciso e univoco, delimitandone meglio l utilizzo, in favore di una maggiore chiarezza che permetta una più immediata comprensione di quelle che sono le effettive caratteristiche di ciascuna decorazione parietale. 2. Stile architettonico e Stile a zone La volontà di riprodurre l aspetto di un muro costruito con conci regolari è presente anche su numerose pareti nelle quali l imitazione dei blocchi isodomici è limitata solo alla parte inferiore della parete (Fig. 2), mentre quella superiore è semplicemente ricoperta di uno strato di intonaco liscio monocromo, in genere 5 Rostovtzeff 1919, 148. 6 Dawson 1944, 57. 7 Bruno 1969, 308. 8 Miller 1972. 9 Alabe 2011. 10 Guldager Bilde 1993. 11 Laidlaw 1985; Stocka 1996, 414-16; Iorio 2007; Moreno 2008, 126. 12 Harari 2008, 66. 13 Seiler 2011, 501. 14 Mau 1882, 124.

58 CHIARA TARDITI Fig. 2. Alessandria, necropoli di Chatby, ipogeo A: ricostruzione della parete del portico (da Adriani 1966, tav. 43,1). rosso o bianco. Questi rivestimenti sono di solito attribuiti allo Stile a zone 15 : caratteri comuni tra queste decorazioni e quelle con il motivo a blocchi esteso a tutto l alzato sono la suddivisione orizzontale della parete in zone sovrapposte, in genere tre, costituite da parte inferiore, una banda più stretta e parte superiore, distinte dal diverso colore e appunto dalla presenza o meno della riproduzione di file di blocchi isodomici. La differenza tra i due tipi di decorazione deriva dai diversi modelli cui si ispirano: nel primo caso, strutture costituite da un basamento in blocchi di pietra con alzato in mattoni crudi rivestito di intonaco, come già riconosciuto da Adriani 16 ; mentre per il secondo il modello può essere visto nelle monumentali architetture di epoca classica interamente realizzate in blocchi isodomici 17, o anche nelle articolate architetture di facciata del primo periodo ellenistico. 15 Thiersch 1904; Adriani 1935, ripreso da altri, fino a Guldager Bilde 1993. 16 Adriani 1935, 127. 17 Bruno 1969, 307-08.

LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO 59 Per entrambi gli stili vengono in genere accettate come tecniche di esecuzione sia lo stucco a rilievo che l incisione o la sola pittura 18 : il diverso modello porta solo a una differente estensione della decorazione, limitata alla parte inferiore nel primo caso, estesa anche a quella superiore nell altro. Questo aspetto è stato considerato prevalente per la distinzione tra gli stili rispetto alla tecnica di esecuzione, ribadendo che la tecnica non deve essere confusa con la strutturazione della parete né con lo stile 19. Ma il cambiamento nella tecnica di esecuzione mi sembra che possa essere considerato un indizio di cambiamento nello stile ben più concreto e significativo che non la semplice estensione del motivo a blocchi isodomici: la realizzazione di uno stesso motivo decorativo in stucco a rilievo o solo in pittura può rappresentare bene il passaggio da un sistema di decorazione a un altro, come già osservato da Mau, per il quale la differenza tra le decorazioni in Primo stile e quelle in Secondo stile iniziale è data proprio dall abbandono dello stucco a rilievo in favore del solo mezzo pittorico 20. Accettando che le pareti in Stile architettonico possano essere anche solo dipinte 21, ci si chiede in che cosa consisterebbe la differenza con quelle in Secondo stile iniziale, come quelle della casa dei Grifi a Roma o del santuario repubblicano di Brescia (Fig. 3), a meno di non voler attribuire anch esse, e tutte quelle analoghe, al Primo stile. Fig. 3. Brescia, santuario repubblicano (foto dell autore). 18 Guldager Bilde 1993, 155. 19 Guldager Bilde 1993, 155-56. 20 Mau 1882, 124. 21 Guldager Bilde 1993, 155; Harari 2008, 66.

60 CHIARA TARDITI Tutte le decorazioni caratterizzate dall imitazione di blocchi isodomici realizzati in stucco con il bugnato reso a rilievo possono quindi essere riunite all interno di uno stesso stile, per il quale, visto l esplicito intento di riprodurre l aspetto di un muro realmente costruito con blocchi lapidei, come le importanti architetture monumentali, si può accettare la definizione Stile architettonico 22, distinguendone però una fase iniziale, o semplice, e una evoluta: alla prima si possono attribuire i rivestimenti parietali nei quali l imitazione della struttura a blocchi è limitata alla sola parte inferiore dalla parete, conclusa da una banda orizzontale, al di sopra della quale la parte superiore si presenta liscia e uniforme. La fase evoluta dello Stile architettonico si caratterizza invece per l estensione su tutta la parete dell imitazione dei blocchi isodomici, in alcuni casi arricchiti di cornici, paraste o semi-colonne, il tutto sempre realizzato in stucco a rilievo 23. Ancora diverse sono le decorazioni parietali sulle quali l usuale suddivisione in zone orizzontali di intonaco liscio, bianco o colorato (parte inferiore, banda orizzontale, parte superiore) non è accompagnata da alcun richiamo a motivi architettonici, né dipinti né incisi o a rilievo, solo in alcuni casi con semplici motivi ornamentali dipinti sulla banda orizzontale. Come già osservato 24, il modello ispiratore può essere visto nelle semplici murature in mattoni crudi, rivestite di uno strato di intonaco policromo, con suddivisioni orizzontali che spezzano la monotonia della parete. Si tratta di un sistema decorativo ben documentato a partire dal V sec. a.c. in diversi ambiti geografici, dalla Macedonia 25 (Fig. 4) ad Alessandria 26 all area etrusca e italica 27, in Sicilia 28, spesso genericamente considerato come anch esso rientrante nello Stile a zone 29. In questo tipo di pareti manca qualsiasi tentativo di riprodurre elementi lapidei o costruttivi, e per la presenza solo di semplici campi sovrapposti di colori diversi mi sembra che risulti molto appropriata la definizione Stile a zone, che si può quindi riservare solo a questo tipo di rivestimenti, escludendo quelli anche solo parzialmente decorati con l imitazione di blocchi isodomi 30. In questo modo sarebbe possibile capire già dalla definizione stessa quelle che sono le reali caratteristiche costitutive di un rivestimento parietale, distinguendolo chiaramente da altre forme. 22 Come già in Dawson 1944, 55. 23 Cfr. Adriani 1935, 127. 24 Cfr. Adriani 1935, 127. 25 Tombe di Kinch a Niausta, di Soteriade a Dion, di Heuzey a Pidna e a Palatitza; tomba di Langaza (Miller 1972). 26 Necropoli di Mustafa Pascia, tomba 1 camera 10: Adriani 1935, 114. 27 Blera, necropoli della Casetta, tombe a camera (Adriani 1935, 122; Ricciardi 1990); Ardea, tomba 2 della Banditella; Canosa, Ipogeo Lagrasta (per tutti Marcattili 2008, 41-44); Pompei, Casa del Centauro (Pesando 2008, 170). 28 Eraclea Minoa, Casa IIA; Lilibeo, abitazione in via Sibilla; Monte Iato, casa a peristilio 1; Licata, casa 1 (per tutte La Torre 2008, 262-63). 29 Adriani 1935, 121-24; Tinè Bertocchi 1964; La Torre 2008, 271. 30 All interno di questo stile possono rientrare anche le pareti caratterizzate dalla presenza di una semplice fascia con un motivo a onde stilizzate ben attestate in ambito campano ed etrusco del IV e III sec. a.c., per le quali J.P. Brun ha proposto la definizione Stile 0, volendone evidenziare il rapporto di immediata anteriorità rispetto al Primo Stile pompeiano (Brun 2008), mentre Torelli suggerisce Stile nazionale per sottolinearne l origine e la distribuzione in ambito etrusco e italico (Torelli 2008).

LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO 61 Sintetizzando, si possono distinguere uno Stile a zone, con le pareti rivestite di semplici campi monocromi sovrapposti; uno Stile architettonico iniziale, con la parte inferiore della parete decorata con l imitazione di blocchi regolari resi con intonaco a rilievo e la parte superiore monocroma liscia; e uno Stile architettonico evoluto, con l imitazione dei blocchi estesa a tutto l alzato, integrata da ulteriori elementi lavorati in stucco, quali cornici, semi-colonne, trabeazioni ecc. Infine, le decorazioni parietali sulle quali l imitazione dei blocchi isodomici è resa solo con il colore sembrano attribuibili a uno stile ancora diverso, una versione tecnicamente più semplice rispetto a quella in stucco a rilievo, probabilmente più economica e di più veloce esecuzione: le testimonianze più antiche sembrano collocabili in ambito etrusco intorno alla fine del IV sec. 31, costituendo un significativo precedente per le decorazioni del Secondo stile pompeiano iniziale. Partendo dunque da questa proposta di riorganizzazione delle definizioni, si può ripercorrere quella che sembra essere la linea di sviluppo della decorazione parietale di tipo architettonico. Fig. 4. Agios Athanassios, tomba macedone (Montanaro 2015, fig.17). 3. Stile architettonico semplice La ricerca delle attestazioni più antiche di questo tipo di decorazione parietale sembra indicarne gli inizi tra la fine del V e la prima metà del IV sec., epoca alla quale si possono riferire gli esempi più antichi fino a questo momento individuati. Si tratta di rivestimenti conservati in genere in modo molto parziale, pertinenti ad alcune case di Olinto, Eretria ed Atene, oltre che a una tomba a camera, anch essa 31 Tomba François (Harari 2008).

62 CHIARA TARDITI a Olinto: rispetto all analisi condotta ormai parecchi anni fa 32, non mi sembra che vi siano nuove acquisizioni di testimonianze riconducibili a questo ambito cronologico. Per le abitazioni di Olinto le decorazioni parietali ricostruite sono costituite da un basamento, per lo più bianco, suddiviso in lastre da linee verticali incise a intervalli, regolari o no, al quale segue la parte superiore della parete, monocroma liscia; in alcuni casi tra il basamento e la zona maggiore era inserita una banda orizzontale, bianca o gialla, anch essa suddivisa in lastre da sottili linee incise verticali. Tra i diversi esempi, spicca una decorazione più articolata nella Casa dei Molti Colori: nell andron, sopra uno zoccolo giallo suddiviso in lastre da incisioni verticali, si trova una banda orizzontale blu con il bordo leggermente rientrante rispetto alla specchiatura centrale della lastra; la parte superiore della parete era come di consueto rossa, senza alcuna ulteriore partizione. La casa risulta distrutta durante l attacco condotto da Filippo II nel 348 a.c. e il rinvenimento all interno del vano dell occorrente per realizzare il rivestimento parietale e la pavimentazione a mosaico offre un elemento cronologico particolarmente significativo per la datazione di questa fase iniziale dello stile architettonico 33. Sempre a Olinto è stata messa in luce anche una decorazione parietale conservata per tutta l altezza originale, rinvenuta all interno di una tomba a camera datata tra la fine del V e l inizio del IV sec.: a un basamento in colore blu scuro seguivano un ampia fascia bianca e una banda orizzontale, entrambe suddivise in piccole lastre da incisioni verticali a intervalli irregolari: sulla banda orizzontale il bianco è alternato a imitazioni di venature marmoree colorate, mentre il resto della parete è uniformemente rosso, concluso da una fascia bianca 34. I frammenti delle decorazioni parietali di Olinto documentano, già in questa che al momento sembra essere la fase più antica dello Stile architettonico, la resa della specchiatura della lastra a leggero rilievo rispetto al bordo e l imitazione per mezzo dello stucco policromo delle venature di marmi colorati, considerate entrambe come innovazioni successive rispetto alla semplice delineazione delle lastre tramite sottili linee incise: fino alla scoperta della Casa dei Molti Colori solo Chamonard aveva ipotizzato che i due procedimenti potessero essere coevi 35. Altri esempi di Stile architettonico iniziale databili tra la fine del V e la prima metà del IV sec. sono stati rinvenuti a Samotracia, Eretria e Atene. A Samotracia si tratta dei resti di una decorazione pertinente a un edificio nell area occidentale del santuario dei Grandi Dei 36 che presenta caratteri simili alle decorazioni di Olinto: un basamento bianco, cui seguivano una superficie bianca e liscia, un altra banda orizzontale rilevata, bianca e suddivisa in riquadri da sottili linee incise verticali evidenziate dal colore rosso; la parte superiore della parete doveva essere uniformemente rossa. 32 Tarditi 1990. 33 Robinson 1946, 186, 193-94, 197. 34 Robinson 1935, 220; Robinson 1938, 299. 35 Chamonard 1924, 359. 36 McCredie 1968, 216-23.

LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO 63 A Eretria i resti di decorazione parietale più significativi provengono dalla Casa dei Mosaici, datata tra la fine del V e la metà del IV sec.: sono frammenti di intonaco rosso, giallo, bianco-grigio, con marmorizzazione bianca su fondo blu, con sottili linee incise che delineano le singole lastre e con alcune modanature a rilievo 37. Dello stesso periodo sono alcuni frammenti recuperati ad Atene nello scavo di un riempimento nell area dell agorà, relativo alla fossa di fondazione di un grande peristilio quadrato costruito nell ultimo quarto del IV sec. nella zona nord-est dell agorà 38. I frammenti sono costituiti da resti di intonaco nero e bianco, con l orlo leggermente rientrante rispetto alla parte centrale, e rosso, senza alcuna suddivisione interna. La superficie dei frammenti neri e bianchi presenta numerose incisioni di forma triangolare, disposte ordinatamente, forse da mettere in relazione con la preparazione per un nuovo strato di intonaco (Fig. 5). La ricostruzione dell alzato proposta da Bruno prevede un basamento nero imitante una serie di ortostati con la specchiatura leggermente rilevata, seguito da una fascia bianca orizzontale suddivisa in pannelli rettangolari, anch essi con la superficie centrale rilevata, mentre la parte superiore della parete potrebbe essere stata uniformemente rossa e liscia, con uno schema simile a quello della tomba a camera di Olinto 39. Leggermente posteriori sono altri frammenti di Stile architettonico rinvenuti ad Atene nella Casa del Mosaico greco, nell area a sud dell Areopago, databile alla fine del IV sec.: pochi lacerti di intonaco policromo che dovevano essere pertinenti a una decorazione analoga a quella delle abitazioni di Olinto 40. I rivestimenti parietali riconducili a questa fase iniziale dello Stile architettonico presentano dei caratteri omogenei, sia per l organizzazione della parete che per l imitazione di blocchi a bugnato liscio, con il bordo leggermente rientrante rispetto alla specchiatura centrale, lavorazione più elegante rispetto alla definizione dei blocchi tramite semplici linee incise. Inoltre in tutte le pareti la parte superiore sembra che fosse uniformemente campita in colore rosso, senza ulteriori elementi decorativi. Il modello richiamato da questo tipo di decorazioni sono le murature realizzate con la tecnica più diffusa anche in periodo classico, soprattutto per le abitazioni private, uno zoccolo in blocchi squadrati con l alzato in mattone crudo o scaglie di pietra rivestito di intonaco: la costruzione di tutta la parete in blocchi squadrati per lungo tempo rimase infatti sostanzialmente limitata alla sola edilizia templare o religiosa, con poche eccezioni giustificate dalla funzione dell edificio (per esempio l arsenale di Philo al Pireo). Il motivo decorativo del bugnato liscio, cioè del blocco con il bordo leggermente rientrante, deriva probabilmente dalla trasposizione sulla faccia esterna del blocco in pietra a fini puramente ornamentali dell anathirosis, il trattamento della superficie di contatto tra blocchi funzionale alla loro perfetta giunzione: di probabile origine anatolica 41, questo motivo decorativo è documentato nell architettura greca a partire dal periodo 37 Ducrey Metzger 1979, 6, 13; Reber 1989, 5. 38 Wirth 1931; Thompson Wycherley 1972, 61. 39 Bruno 1969, 316. 40 Thompson Wycherley 1972, 181-82. 41 Ratté 1993.

64 CHIARA TARDITI Fig. 5. Atene, Museo dell agorà: ricomposizione e ricostruzione grafica dei frammenti (Bruno 1969, tav. 69). classico, inizialmente in ambito ateniese42 (Fig. 6), diffuso in seguito soprattutto nelle architetture difensive e in ambito orientale. Quest uso può aver dato origine ai primi rivestimenti parietali in intonaco a bugnato liscio, di cui come si è visto alcuni degli 42 04_Tarditi.indd 64 Per esempio: Partenone, basamento del lato S; Eleusi, Telesterion. 26/04/17 09:08

LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO 65 Fig. 6. Atene, Partenone (foto dell autore).

66 CHIARA TARDITI esempi più antichi provengono proprio da Atene: la precoce diffusione di questo sistema decorativo nell area dell Egeo settentrionale, documentata a Olinto e Samotracia, può essere legata agli stretti rapporti politici, culturali ed economici di questi centri con Atene a partire dal terzo quarto del V secolo 43. Lo Stile architettonico con il motivo a blocchi isodomici limitato solo alla parte inferiore della parete è attestato anche nel IV e III sec. in diversi centri del Mediterraneo, in contesti datati però in modo meno preciso: alcune decorazioni provengono da abitazioni 44, mentre la maggior parte sono di ambito funerario, con diversi esempi in Macedonia, Russia meridionale, e ad Alessandria 45. La questione della diffusione dello Stile architettonico in area macedone è stata esaminata da S.G. Miller, che propone la Macedonia come luogo di origine per questo sistema decorativo 46. In realtà, rivestimenti parietali in Stile architettonico a rilievo sono presenti solo su alcune delle tombe citate dalla Miller 47, mentre in numerose altre vi è soltanto una semplice decorazione a campi monocromi sovrapposti, del tipo che qui si propone di definire Stile a zone 48 (Fig. 7); inoltre la datazione degli esempi macedoni, pur con un certo margine di incertezza, si colloca per lo più nell ambito del III sec., e comunque non prima della fine del IV sec. 49, quindi ben dopo i più antichi esempi di Stile architettonico esaminati. Le tombe macedoni, soprattutto della fine del IV e del III sec., sono caratterizzate dall evidente imitazione di una facciata monumentale: le pareti sono costruite con blocchi di poros o sono rivestite di uno strato di intonaco sul quale si imita la regolare sequenza dei blocchi; semi-colonne, paraste, fregio, cornici e trabeazioni 50 contribuiscono a riprodurre l aspetto di edifici monumentali, fossero templi o residenze lussuose, come la reggia di Verghina, le cui facciate erano arricchite di colonnati e loggiati 51. Questo gusto per la riproduzione di elementi architettonici applicati sembra caratterizzare anche le decorazioni in Stile architettonico in Macedonia, come attesta uno dei più antichi esempi di questo utilizzo osservabile su una parete da Pella (Fig. 8), proveniente dal quartiere delle grandi case a peristilio della città: la metà inferiore è costituita da una regolare sequenza di ortostati, banda orizzontale, ricorsi di blocchi rettangolari, eseguiti in intonaco colorato con la specchiatura delle singole lastre leggermente sporgente rispetto ai bordi; sulla parte superiore della pa- 43 Meiggs 1975. 44 Esempi a Colofone (Holland 1944), Gela (Adamesteanu 1956), Morgantina, casa di Ganimede (Ling 1991, 12); forse anche Licata, casa 1, ambiente 7A (La Torre 2008, 264). 45 Grande Tomba a Leukadia; tombe a Langaza e Pidna in Macedonia; a Vassiurin, Anapa, Pantikapeo in Russia meridionale (Miller 1972); ad Alessandria (Adriani 1935). 46 Miller 1972. 47 Tombe di Langaza; Haliakmon; Leukadia, Grande Tomba. 48 Tombe di Kinch a Niausta, di Verghina, di Soteriade a Dion, di Pidna (Miller 1972). 49 Sulla questione della datazione e dello sviluppo delle tombe di tipo macedone, cfr. D Angelo 2010. 50 Per esempio: la Grande Tomba di Leukadia, la facciata delle Tombe II e III e l interno della Tomba di Euridice a Verghina; la Tomba delle Palmette a Leukadia, la facciata della Tomba Kinch a Lefkadia (Miller 1972). 51 Sull architettura palaziale e la diffusione della galleria macedone, cfr. Pandermalis 1976; Etienne 2006.

LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO 67 Fig. 7. Pidna, ingresso della tomba a camera (Lehmann 1969, fig. 162). rete, tre paraste scandiscono la superficie, per il resto di colore azzurro, come a imitare un loggiato aperto. La datazione indicata tra la fine del III e l inizio del II sec. a.c. 52 concorda con le linee generali dello sviluppo dello Stile architettonico che qui si propongono e il precoce utilizzo delle paraste in stucco può suggerire che questo motivo, ampiamente diffuso nei successivi esempi di decorazioni in Stile architettonico, possa essere stato elaborato proprio in ambito macedone, riflesso del gusto per i loggiati che sembra caratterizzare la coeva architettura palaziale. 52 Siganidou Lilimbaki 1997, 27.

68 CHIARA TARDITI Fig. 8. Pella, Museo Archeologico, parete in stile architettonico (foto dell autore).

LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO 69 4. Stile architettonico evoluto Il cambiamento più significativo osservabile nell ambito dello Stile architettonico è rappresentato dall estensione a tutto l alzato dell imitazione della struttura a blocchi isodomi, segnando il passaggio alla fase che possiamo definire come Stile architettonico evoluto. Questa variante è uniformemente attestata nelle diverse regioni del mondo ellenistico e gli esempi databili non sembrano anteriori alla prima metà del II sec. 53. Si tratta di decorazioni che riflettono, con minime differenze, l adesione a un comune modello stilistico diffuso nel bacino del Mediterraneo, dando luogo nelle diverse regioni a varianti locali nell ambito del generale rispetto di quello che è il principio base dello Stile architettonico evoluto: tratti comuni sono l organizzazione della parete in una sequenza di ortostati, banda orizzontale e file di bugne rettangolari, il tutto ottenuto per mezzo di superfici leggermente sporgenti le une rispetto alle altre o tramite linee incise sullo strato di intonaco, spesso arricchito con elementi plasticamente lavorati nello stucco come semi-colonne, paraste, cornici e modanature 54 (Fig. 9). Il gusto decorativo più ricco e carico si esprime anche nell adozione degli stucchi policromi per imitare lastre di marmi colorati; e infine arriveranno anche gli elementi figurati, più o meno celati nelle venature del finto marmo o rappresentati in modo palese, in genere in piccoli fregi collocati tra la parte inferiore e quella superiore della parete 55. Sarà proprio questa versione più elaborata e carica dello Stile architettonico che verrà portata in Italia da artigiani e artisti attivi già nel Mediterraneo orientale, dando poi luogo alla variante che, dai numerosi esempi di Pompei, ha derivato la sua definizione più famosa. Il Primo stile pompeiano non è dunque che la versione locale, campana, dello Stile architettonico evoluto presente con caratteri analoghi in numerosi altri centri del mondo ellenistico. La sua diffusione in ambito italico si caratterizza per un elevato livello qualitativo e una notevole uniformità stilistica con gli esempi di Delo, suggerendo la possibile presenza di artigiani provenienti dal Mediterraneo orientale, che, come in altri campi della coeva cultura figurativa, portarono con sé motivi stilistici e capacità artigianale. È stato infatti già ben evidenziato il marcato aumento delle testimonianze in ambito italico a partire dal II sec., in coincidenza con l estensione del potere di Roma sul Mediterraneo orientale, il conseguente afflusso di artisti e artigiani, documentato anche dal contemporaneo sviluppo della scultura classicistica, neo-attica ecc. 56. 53 Esempi da Pergamo (Kawerau Wiegand 1930, 5-51; Böhringer Krauss 1937; Bingöl 1997), Delo (Bulard 1908; Chamonard 1924; Bruneau Ducat 2005), Sicilia (Solunto, Casa di Leda: De Vos 1975; Licata, Gela, Monte Iato, Morgantina: per tutti cfr. La Torre 2008, con un attenta proposta di inquadramento cronologico); Puglia (Monte Sannace: Montanaro 2015); Alessandria (tomba di Suk-el-Wardian, ipogeo 2 di Anfushi: Adriani 1966, 147, 192-95). Una sintesi aggiornata per altri esempi in Italia è fornita da Marcattili 2011. 54 Per esempio: Delo, Casa di Dioniso (Bulard 1908, 152-53); in Sicilia (La Torre 2008; Campagna 2008). 55 Sul fregio figurato nelle decorazioni di Stile architettonico, cfr. Seiler 2010. 56 Cfr. Marcattili 2008.

70 CHIARA TARDITI Fig. 9. Delo, Casa dei Commedianti (Bruneau Ducat 2005, fig. 23).

LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO 71 Lo schema così delineato permette di delimitare l arco di tempo in cui collocare decorazioni di questo tipo, per le quali non si possiedono elementi datanti precisi: come esempi si ripropongono qui due casi già illustrati, la datazione delle abitazioni di Priene e la ricostruzione dell interno della cella dello Hieron di Samotracia. La decorazione in Stile architettonico delle case di Priene è stata studiata a suo tempo da Wiegand, che però non ne ha indicato una datazione precisa nell ambito del periodo di vita delle abitazioni alle quali appartengono, costruite nella seconda metà del IV sec. e distrutte o seriamente danneggiate verso la metà del II 57. Le ricostruzioni proposte presentano dei rivestimenti estesi a tutta la parete e con forti analogie con quelli delle case di Delo e di Pompei (Fig. 10): proprio per questi loro caratteri rientrano pienamente nella fase dello Stile architettonico evoluto e possono essere datati alla prima metà del II sec., o comunque non prima della fine del III sec. La decorazione parietale della cella dello Hieron di Samotracia è stata ricostruita da Ph.W. Lehmann in base sia alla quantità di frammenti di intonaco e di elementi in stucco recuperati nello strato di distruzione della cella sia all aspetto della superficie dei blocchi delle pareti interne che, non rifinita, necessariamente richiedeva un rivestimento di intonaco per tutta la sua altezza 58. La ricostruzione proposta presenta una fila di ortostati neri, lisci e delineati da semplici linee incise, cui segue una banda orizzontale in intonaco nero con marmorizzazioni rosse; al di sopra la parete è interamente decorata con file di lastre di intonaco rosso e poi bianco, tutte con il bordo rientrante rispetto alla specchiatura centrale; la parete è infine conclusa con una modanatura a rilievo, sulla quale poggia un ordine di semi-colonne doriche con trabeazione (Fig. 11). La costruzione del monumento viene datata all ultimo quarto del IV sec.; interrotta dopo pochi anni, dovette essere ripresa solo un paio di secoli più tardi, come sembrano indicare un cambiamento degli elementi architettonici e la cronologia dei frammenti ceramici associati ai riempimenti di fondazione 59. In questo lungo arco di tempo, la realizzazione del rivestimento parietale non può essere datata con precisione: alla ipotesi che possa risalire alla seconda fase dei lavori la Lehmann, tenendo presente come modello di decorazione di II sec. quello offerto dalle numerose case di Delo, contrappone la mancanza a Samotracia della ricca zona ornamentale tra ortostati e zona superiore della parete, lo zoccolo disadorno, l esistenza di decorazioni in stile architettonico a Olinto già nella prima metà del IV sec. e la presenza di una finta galleria nella parte superiore dell Arsinoeion dedicato proprio a Samotracia nel 280 a.c., che dimostra come un simile accorgimento decorativo, anche se realizzato in pietra e non in intonaco, fosse possibile a Samotracia all inizio del III sec. Per tutti questi motivi la Lehmann assegna la decorazione della cella alla fase di costruzione dello Hieron, considerando probabile un suo restauro ma non un rifacimento totale nel tardo periodo ellenistico, o forse anche all inizio dell età imperiale 60. Ma numerose sono le obiezioni che si possono opporre a questa 57 Wiegand Schrader 1904, 327; Kleiner 1962. 58 Cfr. Lehmann 1969, I, 138-40. 59 Cfr. Lehmann 1969, I, 213-14; II, 74-75. 60 Cfr. Lehmann 1969, I, 142, 210-12.

72 CHIARA TARDITI Fig. 10. Priene, frammenti e ricostruzioni grafiche (Wiegand Schrader 1904, 308, 309, 311).

LA DECORAZIONE PARIETALE DI TIPO ARCHITETTONICO 73 Fig. 11. Samotracia, ricostruzione grafica dell interno dello Hieron (Lehmann 1969, tav. CVI). proposta: basandosi sempre sullo stesso confronto con le case di Delo già proposto dalla Lehmann, si può osservare, infatti, che la banda orizzontale marmorizzata al di sopra degli ortostati è ben equiparabile ai ricchi fregi orizzontali presenti nella stessa collocazione sui rivestimenti delle case di Delo e l aspetto relativamente sobrio degli ortostati può essere facilmente confrontato con diverse pareti relativamente sobrie nella stessa Delo 61. L ordine di semi-colonne dell Arsinoeion, realizzato in pietra e non in intonaco, rientra nel più ampio contesto dell utilizzo di elementi architettonici con funzione puramente ornamentale che caratterizza l architettura greca, e quella macedone in particolare, dal tardo periodo classico in poi: le colonnine in stucco nella decorazione dello Hieron, forse ispirate da quelle dell Arsinoeion, fanno comunque parte del repertorio decorativo delle pareti in Stile architettonico che, come sopra accennato, sembra svilupparsi sostanzialmente dalla fine del III sec. Ma è soprattutto il confronto con le pareti di Olinto citate dalla stessa Lehmann e con i frammenti di Stile architettonico dallo stesso santuario di Samotracia, databili tra la fine del V e la metà del IV sec., che fornisce l elemento che più si oppone alla datazione del rivestimento dello Hieron al IV sec., poiché come si è visto si tratta in tutti i casi di decorazioni nelle quali l imitazione delle strutture regolari è limitata alla sola parte inferiore della parete. Considerando la decorazione ricostruita dalla Lehmann una realizzazione del II sec., non si esclude che nella prima fase costruttiva le pareti della cella avessero già ricevuto un rivestimento in intonaco, necessario per l aspetto non rifinito dei blocchi della muratura, ma in quel caso doveva trattarsi 61 Cfr. Bulard 1908, 91-92.

74 CHIARA TARDITI di una decorazione più semplice di quella successiva e più consona alla prassi in uso nel IV sec. 5. Conclusioni Le definizioni proposte appaiono più lineari e coerenti rispetto alle incerte o ambivalenti denominazioni variamente utilizzate nella storia degli studi per indicare pareti simili o, al contrario, raggruppando con una stessa definizione decorazioni differenti non solo nell aspetto ma anche nella tecnica di realizzazione. Si possono così distinguere rivestimenti più semplici, privi di qualsiasi riferimento alla struttura architettonica di una parete ( Stile a zone ); quelli nei quali si manifesta già la volontà di imitare una struttura costruita con un basamento in blocchi regolari ( Stile architettonico iniziale ); e quelli nei quali questa imitazione si estende a tutto l alzato, integrando le file di bugnato con l imitazione di ulteriori elementi architettonici, sempre realizzati in stucco, quali paraste, cornici, semi-colonne ecc. ( Stile architettonico evoluto ); in questi ultimi, la ricchezza dell effetto decorativo viene ulteriormente accresciuta anche dall apparente ricercatezza dei materiali, imitando le venature di marmi policromi o inserendo abilmente anche fregi figurati all interno delle marmorizzazioni. Lo Stile architettonico evoluto si diffonde in tutto il mondo ellenistico, interpretato nei diversi centri con varianti locali (presenza o meno dello zoccolo; posizione degli ortostati e delle file di bugne ecc.), riconducibili alla formazione delle maestranze, alla circolazione dei modelli, al gusto e alla preferenza per un maggiore o minore effetto decorativo. Abbreviazioni bibliografiche Adamesteanu 1956 D. Adamesteanu, Scoperta di una casa a Capo Soprano, «Notizie Scavi», 81 (1956), 343-56. Adriani 1935 A. Adriani, La Nécropole de Moustafa Pascia, «Ann. du Museé greco-romain», 1933-34/1934-35. Adriani 1966 A. Adriani, Repertorio d arte dell Egitto greco-romano, I-II, Palermo 1966. Alabe 2011 F. Alabe, Vocabulaire et syntaxe de décors pariétaux hellénistiques, in La Torre Torelli 2011, 39-47. Bingöl 1997 o. Bingöl, Malerei und Mosaik der Antike in der Türkei, Mainz am Rhein 1997. Böhringer Krauss 1937 E. Böhringer F. Krauss, Altertümer von Pergamon IX. Das Temenos für den Herrscherkult, Berlin 1937. Brun 2008 J.P. Brun, Uno stile zero? Andron e decorazione pittorica anteriore al primo stile nell Insula I 5 di Pompei, in Guzzo Guidobaldi 2008, 62-70. Bruneau Ducat 2005 Ph. Bruneau J. Ducat, Guide de Délos, Athènes 2005. Bruno 1969 V.J. Bruno, Antecedents of the Pompeian First Style, «AJA», 73 (1969), 305-17.

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