PER UNA CARTA DELL ANIMAZIONE

Documenti analoghi
GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, aprile

«Fare Rete in Psichiatria»

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, aprile

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

Questionario PAI Personale Scolastico

Processi di comunicazione scuola-famiglia

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA

Contatto Provincia CPI Visita congiunta CPI / SIL in azienda. sensibilizzazione e di promozione del progetto,

GLI OBIETTIVI, I CONTENUTI E LE ATTIVITÀ DEL PERCORSO FORMATIVO

Doveri della famiglia

CHE COS E L AUTO MUTUO AIUTO

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO DIDATTICO LAVORARE IN CONTINUITA

Azione Disabilità. Per raggiungere gli obiettivi enunciati si perseguiranno sue punti: Le attività previste verranno realizzate in tre fasi:

Un esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare

PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA

centro servizi per la famiglia Mediazione Familiare e Laboratori Espressivi.

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola

ORIENTARE = EDUCARE ALLE SCELTE

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal Giudice di Partenza Nazionale dal 1981

Percorsi di Educazione alla legalità per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado

La Leadership efficace

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

via Regina Elena, Civitanova Marche (MC) Tel. 0733/ Fax 0733/ IL PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA

L Assessorato alla Sanità della regione Marche ed il Coordinamento Regionale del Tribunale per la Tutela dei diritti del Malato CONVENGONO E STIPULANO

PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia

PRESENTAZIONE PROGETTO

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s.

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

CLOTILDE CAMERATA COORDINA SILVIA PAGLIA

Andrea Petromilli Ordine degli Psicologi del Veneto.

Alternanza scuola lavoro: che cosa significa

Le Attività Sociali SAN BONIFACIO Corso OPERATORI-SOCCORRITORI P.C. 02/10/2010. In emergenza

Servizio di Assistenza Domiciliare Minori (ADM)

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA

CHE FARE? - Ruolo dei medici e delle sue organizzazioni - Centralità della Formazione - Una rivoluzione culturale

CRISI DEL LAVORO LAVORATORI IN CRISI. La psicologia per il benessere delle Persone e delle Organizzazioni

PIATTAFORMA DEI VALORI DI RIFERIMENTO, DEI CRITERI PEDAGOGICI COMUNI CENTRI DI ESERCITAZIONE AI METODI DELL'EDUCAZIONE ATTIVA DEL PIEMONTE

Programma di sviluppo della partecipazione comunitaria alla definizione del PlUS 2016/2018

Area Disabilita. Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS

E nato per dare un impronta educativa/pastorale agli Oratori. Anno 2001

PROGETTO INTERCULTURALE DI RETE

IL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella

La progettazione integrata e il benessere professionale degli operatori

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

ISTITUTO COMPRENSIVO LUIGI CAPUANA MINEO PROGETTO SALUTE ED. ALL AFFETTIVITÀ ALLA SESSUALITÀ E ALLA RELAZIONE

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA

INTEGRAZIONE DELLA FIGURA OSS E INFERMIERE. Dott.ssa Flavia Fattore Unità Operativa Medicina Macerata

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2

IL CICLO DI VITA DEL PROGETTO. Elementi essenziali di progetto. Fasi e tappe Gli Approcci

PROGETTO: TEATRO FORUM

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE

03. Il Modello Gestionale per Processi

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati)

EDUCAZIONE AMBIENTALE NEI PARCHI DEL LAZIO

SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO

Domiciliarità e assistenza domiciliare

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO?

ISTITUTO COMPRENSIVO DI PETRITOLI CURRICOLO IN VERTICALE DISCIPLINA: EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA A.S. 2013/2014

Comune di Firenze - Servizi all infanzia Una collaborazione fra istituzioni per prevenire il disagio

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA

SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

Premessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE

La Carta di Ottawa per la Promozione della Salute

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

Quando la destinazione di un viaggio è la crescita

P.ROGRAMMA DI I.NTERVENTO P.ER LA P.REVENZIONE DELL I.STITUZIONALIZZAZIONE

ABITARE LA VITA Pisa 21 febbraio 2013

Milano, 9 novembre Vincenzo Saturni

Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO

MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista

Lo specifico del lavoro psicologico nell accompagnamento della coppia all adozione

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità

CHI SIAMO. BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione in ambito di valutazione, sviluppo e formazione delle risorse umane.

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete

La mediazione sociale di comunità

INDICE. Che cosa vuol dire partecipazione. La relazione tra A21 e partecipazione dei cittadini. Lo strumento che garantisce la partecipazione in A21

CARTA DEL TURISMO RESPONSABILE DI COMUNITA CONCA BARESE

dott.ssa Sofia Conterno

CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT

Sostegno e Accompagnamento Educativo

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica

Transcript:

PER UNA CARTA DELL ANIMAZIONE (documento in progress)

2 PER UNA CARTA DELL ANIMAZIONE COSA SIGNIFICA ANIMAZIONE IN CAMPO GERONTOLOGICO Etimologicamente la parola animazione deriva dal verbo animare che, secondo il vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli, vuol dire infondere l anima, dare la vita e, in senso figurato, incoraggiare, incitare, spronare, stimolare. In senso generale, l animazione in campo gerontologico può essere definita come un insieme di strumenti e tecniche utilizzate per mantenere e sviluppare la vita relazionale, sociale e culturale delle persone anziane, in sintonia con il loro vissuto. Le attività di animazione si collocano in una doppia prospettiva: a) di accompagnamento della persona nel suo percorso di vita; b) di promozione alla partecipazione, di mediazione e di mutuo aiuto della comunità. PECHE L ANIMAZIONE CON GLI ANZIANI Perché attravero tecniche approriate, è uno strumento in grado di accrescere la salute e il benessere delle persone che non possono essere pensati, come normalmente si continua a credere, ad interventi delegati alla sola sfera della sanità e dell accudienza assistenziale (di sostegno agli atti quotidiani compromessi). Perché in grado di: -ricostruire legami sociali logorati e/o di ricrearne dei nuovi; -preservare l identità delle persone incentivando la fiducia in se stesse; -mantenere e sviluppare la vita sociale e culturale delle persone; -completare il soddisfacimento dei bisogni relazionali della persona; -aiutare a lottare contro l isolamento sociale e a conservare il più a lungo possibile le capacità intellettive e psichiche e il senso del sé ; Perché è realizzata valorizzando la persona e dunque è un completamento e in sintonia con altri interventi dedicati al progetto di vita della persona stessa. Perché è un ausilio al dare senso quotidiano di ogni persona.

3 CHI E L ANIMATORE IN FRIULI VENEZIA GIULIA L animatore è un professionista riconosciuto dalla legislazione regionale del FVG (art.6, LR 6/2006) ma di cui a tutt oggi non è definito né il profilo né il livello di formazione. 1 E colui il quale, in un clima di ascolto, di scambio e dunque di piacevole coinvolgimento, cerca di tutelare l identità e l autonomia della persona anziana aiutandola a ritrovare una sua identità (se l ha persa) e a stimolare gli altri nel rispetto di tale identità. E anche un agente e un catalizzatore dei cambiamenti culturali e sociali e dunque promotore dell attenzione e della partecipazione della comunità a questi cambiamenti. L ANIMAZIONE QUALE SUPPORTO AL PROGETTO DI VITA NEL RISPETTO DELLE DIFFERENZE. Le attività di animazione hanno l obiettivo di promuovere l autonomia degli anziani coinvolti sostenendo il loro benessere esistenziale (rispettandone le affinità, le amicizie e le scelte), di rispondere ai loro bisogni identitari e relazionali facendo emergere gli eventuali bisogni latenti, di facilitare i rapporti sociali. In particolare devono: stimolare le persone a essere protagoniste della propria esistenza; essere strumento di lotta contro l isolamento, di rispetto delle libertà di scelta, delle aspirazioni e delle speranze risuscitando desideri e prospettive; proteggere i più fragili e dipendenti proponendo attività che permettano loro di mantenere il più a lungo possibile le capacità residue che ancora posseggono; facilitare gli incontri ricercando affinità, gusti comuni, in grado di agevolare le relazioni; aiutare a preservare l esistenza sociale delle persone mantenendo e promuovendo, attraverso attività appropriate, le loro risorse sociali. In altre parole l animazione deve essere parte integrante di un programma comunitario e di un progetto individuale di vita di ogni anziano, sia esso accolto in istituzioni che al proprio domicilio. 1 La definizione nasce dall esperienza avviata in Alto Friuli, dal confronto con gli operatori e dalla letteratura internazionale sull argomento

4 QUALI ATTITUDINI PER UN ANIMATORE Un buon animatore che lavora con gli anziani deve essere in grado di: creare un clima di empatia e fiducia (tra e con gli anziani e tra questi e la realtà circostante) affinché si crei un reciproco e rispettoso riconoscimento; rappresentare gli interessi e le aspirazioni degli anziani che difficilmente sono presenti nei processi comunicativi della più ampia comunità; lottare contro il ripiegamento su se stessi, l apatia, la depressione o, al contrario, contro stati di rabbia e aggressività; permettere agli anziani di stabilire rapporti con la comunità; far emergere le potenzialità dell essere anziani instaurando dinamiche che aiutino i soggetti a sentirsi attori e a sperimentare positivamente un progetto di animazione; motivare entusiasmo e adesione; far riscoprire il piacere di piacersi; promuovere una relazione equa, credibile e durevole tra il mandato professionale e istituzionale e gli anziani e viceversa; privilegiare l ascolto reciproco (senza cercare di imporsi) e l osservazione partecipata; proporre attività di animazione diversificate tenendo conto delle possibilità e delle difficoltà di ciascuno in coerenza con il progetto individuale di vita; intrattenere uno scambio quotidiano con i membri della comunità di riferimento; sapersi collocare nelle equipe assistenziali cooperando con tutti i professionisti; rendere il luogo di vita degli anziani il più accogliente possibile; essere franco nella comunicazione e disponibile all ascolto; avere il senso dell organizzazione. Tali caratteristiche dovrebbero coinvolgere anche i volontari che affiancano i professionisti nelle attività di animazione. LE COMPETENZE Un buon animatore deve conoscere la società e la comunità nella quale opera e le interconnessioni tra le dimensioni culturali che caratterizzano quella realtà. Deve inoltre aver acquisito conoscenze sulle scienze antropologiche, sociologiche in particolare: - sulle principali basi e implicazioni del processo di invecchiamento (dal punto di vista biologico, psicologico e sociale); - sugli elementi che caratterizzano le sindromi di fragilità, (psicopatologie delle persone anziane che vivono in istituto e nel territorio); - sui principali strumenti di valutazione multidimensionale gerontologica;

5 - su come gestire un gruppo e condurre le riunioni; - sulle diverse tecniche di comunicazione. Deve inoltre sapere: - lavorare in équipe; - organizzare un piano di lavoro; - elaborare un dossier di animazione personalizzato; - identificare le attuali sfide in gerontologia e la loro evoluzione. IL QUADRO CONCETTUALE DI RIFERIMENTO La carta dei diritti delle libertà della persona anziana. L analisi dei bisogni (es: H.Maslow). Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. La Costituzione italiana e la Carta dei diritti europea. LE FUNZIONI DI UN ANIMATORE mediatore intelligente tra i vari soggetti che, con diversi ruoli, sono in relazione con la persona anziana fragile (istituzione, operatori, famiglia, volontariato, comunità locale) in particolar con coloro che sono affetti da disturbi gravi di espressione e comunicazione; responsabile del progetto di animazione, della sua preparazione, avvio, applicazione, tenuto conto dei mezzi di cui dispone e dei risultati ottenuti. Ne risponde nei confronti del dirigente dell istituzione e/o del servizio territoriale nel quale opera; garante della libertà individuale, del diritto di espressione di ciascuno, nel pieno rispetto dei diritti della persona anziana e del funzionamento democratico del gruppo di animazione; aiutare i membri del gruppo ad esprimere, ed eventualmente a modificare, i propri punti di vista e, come gruppo, a prendere una decisione o a risolvere un problema che coinvolge tutti o una parte dei membri del gruppo; saper adattare le varie attività, per quanto possibile, nel rispetto e in funzione delle esigenze espresse ponendo particolare attenzione ai processi che si instaurano tra i membri del gruppo e al di fuori dello stesso; saper coinvolgere, nel progetto di animazione, i professionisti e le figure significative per l anziano. Un animatore è inoltre tenuto:

6 o - al segreto professionale, al rispetto delle confidenze ricevute ma anche a vegliare su tutti quei casi in cui si attenta ai diritti delle persone; o all obbigo deontologico di aiutare ogni membro del gruppo a trovare il ruolo e lo spazio che corrisponde alle proprie attitudini. CONDIVIDERE, COSTRUIRE UN PROGETTO DI ANIMAZIONE Un progetto di animazione è un impegno costante le cui tappe devono essere definite in stretto raccordo con i responsabili dei servizi e con l équipe professionale. Per elaborare un buon progetto di animazione è pregiudiziale: a) conoscere e rispettare la cultura, l ambiente nel quale si opera ma anche la personalità, le aspirazioni, le difficoltà dei componenti il gruppo di animazione; b) censire le risorse umane e materiali a disposizione; c) raccogliere le aspettative degli anziani (e dei loro rappresentanti) sia per le attività individuali che di gruppo al fine di costruire, in modo partecipato, un programma condiviso di animazione; d) aver ben chiari gli obiettivi che si intendono raggiungere e condividerli con i responsabili dei servizi, le équipe di assistenza, i familiari, e) socializzare al meglio le iniziative che si intendono avviare (comunicandole ai vari operatori, utilizzando manifesti da porre in bella evidenza, distribuendo volantini, etc.,); f) verificare se le finalità e le modalità ipotizzate per l animazione sono condivise dai membri del gruppo e se le stesse sono effettivamente perseguibili; g) precisare il ruolo attribuito a ciascun partecipante all attività di animazione (nelle diverse sedi dove questa viene realizzata), nella dinamica di costruzione e realizzazione della stessa; h) definire il tempo e le effettive risorse a disposizione. Solo successivamente sarà possibile predisporre un piano guida per una animazione (a corto, medio e lungo termine) in grado di realizzare e valutare gli obiettivi individuati (nelle varie fasi del percorso) ed eventualmente ricalibrare le azioni in coerenza con gli stessi. LA VALUTAZIONE Planning, griglie psico-comportamentali, dossier personalizzati e di gruppo, riunioni con gli anziani e gli operatori (medico coordinatore, personale di assistenza, rappresentanti degli ospiti e delle famiglie, volontari,..), questionari

7 di soddisfazione, rappresentano modalità e momenti di effettuazione di verifica e valutazione di quanto si sta realizzando. INFORMAZIONE/COMUNICAZIONE Una corretta informazione accresce le conoscenze e amplia le opportunità di condivisione e di partecipazione. Va dunque assicurata la trasmissione periodica dei piani di lavoro e dei percorsi intrapresi alla dirigenza, all équipe assistenziale, alle famiglie e va mantenuto un contatto costante con la comunità. Una corretta informazione infatti accresce le conoscenze e amplia le opportunità di condivisione e di partecipazione. 25.1.2013