Buongiorno a tutti, sono Gianandrea Baroncini, Assessore del Comune di Ravenna con delega, fra altre, all ambiente e alla protezione civile. Nel ringraziare personalmente tutti i presenti, relatori e partecipanti a questo convegno, porgo anche i saluti del Sindaco Michele de Pascale e della giunta comunale. Aver avuto la possibilità di potervi ospitare a Ravenna in questa giornata rivolta all analisi dello stato del litorale Emiliano Romagnolo, ed in particolare alla difesa della costa, assume un importanza fondamentale per il territorio ravennate che (FOTO 1) è caratterizzato da circa 37 km di costa, sui quali insistono le foci di quattro importanti fiumi, da nord verso sud il fiume Reno, il Lamone, i fiumi Uniti (Ronco e Montone) il fiume Savio, oltre alla foce del Torrente Bevano. Centralmente la costa è divisa in due dalla presenza lei moli del porto di Marina di Ravenna. Inoltre sulla costa ravennate insistono 9 località turistiche, sempre da nord verso sud, Casalborsetti, Marina Romea, Porto Corsini, Marina di Ravanna, Punta Marina, Lido Adriano, Lido di Dante Lido di Classe e ultimo a sud a confine col comune di Cervia, Lido di Savio. Questa brevissima descrizione del territorio per porre l attenzione sull alto grado di antropizzazione subito dagli anni 60 ad oggi (FOTO 2) ove l espansione urbanistica ha fatto si che si giungesse alla situazione attuale. Allora comunque non si prevedevano i processi di erosione della costa e di arretramento della linea di riva ben noti oggi (FOTO 3) anche perché tra la fine dell 800 e l inizio del 900 sulla costa, che da Volano scende giù fino a Cervia, sono prevalsi i fenomeni d avanzamento delle spiagge, con velocità particolarmente pronunciate negli anni precedenti al 1917. In seguito, intorno al 1935, questa tendenza generale si è invertita per l instaurarsi di diffusi fenomeni erosivi che hanno determinato un progressivo smantellamento degli apparati di foce dei fiumi, ed una spiccata azione rettificante del mare. Eppure, pur manomesse e private d importanti contributi, fino agli anni 40 le spiagge del ravennate presentavano un trend evolutivo sostanzialmente positivo. E solo, come detto, nell ultimo cinquantennio che nell area s instaurano rapidi e diffusi fenomeni erosivi, particolarmente intensi tra gli anni 60 e 70. Sicuramente non sono io a dover indicare le cause di questa inversione del trend, ormai condivisa da tutti gli studiosi ed individuata nella notevole riduzione di portata solida dei corsi d acqua che mettono foce nel nostro territorio, oltre all importantissima riduzione del
contributo dato dall apporto solido del Po, che tra i primi anni 50 e gli ultimi decenni del XX secolo, si è ridotta a circa un terzo. Un altro fattore antropico decisivo per la limitazione del trasporto solido, soprattutto sul fondo, va ricercato nell'attività estrattiva dai fiumi, iniziata a livelli sensibili negli anni '50 con punte massime negli anni '60. Si può a tale proposito stimare che nel solo alveo del Po sia stata asportata nel 1979 una quantità doppia di quella arrivata in media al mare nel decennio 1964-73. E sufficiente ricordare come nel periodo 1955-92 per i soli fiumi emiliano-romagnoli, escludendo quindi il Po, siano state ufficialmente concesse estrazioni d inerti dagli alvei assommanti complessivamente a circa 21 milioni di m 3. Stima questa inficiata in negativo da diversi fattori e per avere dei dati prossimi alla verità sulla quantità effettivamente asportata bisogna utilizzare un fattore moltiplicativo compreso fra 2,5 e 4. Negli ultimi decenni l evoluzione in negativo della costa è stata fortemente condizionata anche dagli accelerati incrementi dalla subsidenza antropica, particolarmente intensi dopo il 1938, in un territorio dove quella naturale è già di per sé elevata (2-3 mm/anno) come media e ancora maggiore sulla costa dove i depositi sabbiosi sono più recenti e quindi maggiormente compriumibili. Emungimenti di acqua per usi industriali e agricoli hanno causato importanti fenomeni subsidenziali nell area ravennate e le misurazioni effettuate suggeriscono che gli abbassamenti siano stati particolarmente intensi intorno agli anni 50. Negli anni successivi, pur attenuandosi, permangono tassi subsidenziali assai rilevanti: nel ventennio 1950-70 si è registrato a livello regionale un abbassamento medio di circa 50 cm. Livellazioni di precisione, effettuate lungo i 130 km del litorale regionale, hanno evidenziato abbassamenti compresi tra 5 e 50 mm/anno per il quadriennio 1984-87, con un trend in diminuzione ridotto a circa 8 mm/anno tra il 2000 e il 2006, ed ancor meno oggi, pur restando un alta velocità di abbassamento concentrata nella zona di lido di Dante. Oltre all instaurarsi di un bilancio sedimentario negativo per la diminuzione del trasporto solido dei fiumi e le perdite dovute alla subsidenza, l inserimento delle nuove opere portuali ha inciso notevolmente nell evoluzione dei litorali regionali. Queste, nell ultimo secolo, hanno frammentato e modificato la dinamica idrosedimentaria della costa. La realizzazione di nuovi moli, od il prolungamento di quelli esistenti, ha innescato, nei primi decenni del secolo scorso, processi d accrescimento delle spiagge sopraflutto ed erosione di quelle sottoflutto. Di particolar rilievo, date le loro dimensioni, sono le interferenze sulla dinamica del trasporto longitudinale di sedimenti causate dai moli di Porto Garibaldi e di Porto Corsini.
Questa breve scorsa, e scusatemi, non tecnica dell evoluzione di una costa, con tutte le complicanze che gli amministratori si trovano a gestire come eredità di scelte svolte nel passato, fanno si che la pressione antropica operata dal turismo, che comunque rimane una risorsa importantissima e irrinunciabile, deve essere attentamente valutata e considerata dal mondo accademico e scientifico, in modo tale che ci vengano date sempre maggiori indicazioni sul come e cosa fare e comportarci nelle nostre scelte future affinché (FOTO 4) queste situazioni non si ripetano più nella loro gravità. Tenendo ben conto della particolarità della mareggiata del 04/06/ febbraio 2015, caratterizzata a Ravenna da un +1,21 ml. di marea con venti di bora e onda alla boa nausicaa (Cesenatico) di oltre 6 ml., gli allagamenti subiti da 7 dei nove lidi ravennate, hanno messo a dura prova tutta l industria turistica del litorale e oggi, nonostante gli sforzi compiuti dall amministrazione comunale di Ravenna che negli ultimi due anni ha investito oltre 3,0 milioni di Euro per interventi di difesa e ripascimento, senza contare agli ingenti danni subiti sia dai privati che dalle imprese presenti sul territorio, non sono stati sufficienti a ripristinare quell equilibrio, seppure estremamente vulnerabile precedente.
Comune di Ravenna
Lido Adriano - 1965
Foce Reno 2003 Foce Reno 2015
Mareggiata del 04/06/ febbraio 2015 Lido di Savio