Legambiente e l' economia circolare : una società à che ricicla per ridurre la produzione di rifiuti e utilizzarli come risorsa



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Transcript:

ECONOMIA CIRCOLARE : recuperare risorse, creare lavoro Mercoledi 2 Aprile 2014 Via Garibaldi, Genova Palazzo Tursi e Camera di Commercio Legambiente e l' economia circolare : una società à che ricicla per ridurre la produzione di rifiuti e utilizzarli come risorsa Sono trascorsi venti anni da quando Legambiente premiò i primi Comuni Ricicloni d' Italia. un appuntamento ormai consolidato e a cui aderiscono un numero sempre maggiore di comuni, e che rappresenta un importante momento di verifica e di comunicazione degli sforzi da loro compiuti per avviare e consolidare la raccolta differenziata e più in generale un sistema integrato di gestione dei propri rifiuti. L' Italia che premiamo è un paese di 1.293 comuni virtuosi (il 16% 1/10

del totale nazionale) che nel 2012 hanno superato almeno la soglia del 65% di raccolta differenziata, e tra cui ci sono 330 comuni che abbiamo definito rifiuti free (liberi dai rifiuti) perche' gli rimane da smaltire meno di 75 chili di rifiuti indifferenziati procapite. e da questo mese riparte la sfida per il premio 2014. Primo premio sulla prevenzione dei rifiuti - Ma non ci siamo accontentati dei comuni ricicloni, e da quest'anno Legambiente, con federambiente e il patrocinio del ministero, ha promosso per la prima volta il premio sulla prevenzione dei rifiuti : rivolto a enti/aziende/scuole/ cittadini che realizzano buone pratiche per la prevenzione della produzione di rifiuti, come ad esempio : lavastoviglie, mobili a noleggio e piatti veri in occasione di sagre; recupero dei pasti non consumati in mense scolastiche e aziendali, così come degli alimentari prossimi alla scadenza nei supermercati, da distribuire nelle strutture di solidarietà come le mense della caritas; incentivi all uso dei pannolini lavabili al posto di quelli usa-egetta; installazione in uffici e comunità di distributori d acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglie; spazi in cui i singoli possono vendere o scambiare gli oggetti che non usano più invece di buttarli 2/10

via. Il cambio di marcia - I risultati conseguiti testimoniano a livello nazionale che, a partire dal decreto Ronchi del 1997 e le successive direttive europee, molte cose sono cambiate : la rivoluzione della gestione sostenibile dei rifiuti in Italia ha preso il via e ha cambiato gli stili di vita di molti cittadini. La Liguria e Genova sono rimaste invece per il momento indietro, condizionate com'erano da discariche facili e prospettive di mega inceneritori, ma le linee di indirizzo del piano industriale Amiu, presentate a gennaio e il Piano di gestione dei rifiuti adottato dalla Regione Liguria, in fase di valutazione pubblica, avviano la discussione in città con una nuova prospettiva, avendo superato la visione dell'inceneritore come soluzione per la chiusura del ciclo. A questo risultato si e' giunti anche grazie alle battaglie condotte dalle associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, sia contro l' inceneritore o impianti simili, sia a favore di una raccolta differenziata dei rifiuti, in particolare dell' umido, che i progetti pilota di Sestri Ponente e Pontedecimo del 2008 hanno certificato essere possibile anche a Genova, con il raggiungimento, in quei quartieri di 3/10

percentuali del 50-55 % di rd, ritenute dall'amministrazione fino ad allora impensabili. esperienze decisive che sono servite per far passare la percentuale media di raccolta differenziata a genova dal 12% al 32% circa, ma su cui siamo fermi ormai da troppo tempo e che rappresenta comunque un risultato che non ci soddisfa. Economia circolare - Adesso però, come annunciato dal presidente di amiu, sembra di essere in presenza di un nuovo passaggio, forse quello decisivo, che ci potrebbe portare, con il superamento dell' ipotesi inceneritore, ad un nuovo e positivo approccio nella gestione dei rifiuti, La novità è che finalmente si cambia visione e cultura cominciando a bandire la parola "rifiuto" per parlare di risorse, mettendo in discussione il paradigma dell' attuale società 'usa e getta' : e' una nuova società che ricicla allo scopo di ridurre la produzione di rifiuti e utilizzarli come risorsa, in contrapposizione all' attuale modello di produzione lineare prendi-usa-getta ad alta energia e sfruttamento di risorse naturali, dove al termine del ciclo di vita dei beni questi diventano rifiuti, l' 80% dei quali finisce ancora in discarica. Sembra finalmente prevalere in AMIU la volonta' di aderire alla 4/10

strategia per la crescita intelligente e sostenibile, che l' unione europea si era data per il 2020, con l' introduzione nel suo piano industriale dei concetti legati all' economia circolare. La nuova filiera dei materiali post-consumo - Ridurre e riciclare prima di tutto, la rivoluzione avanza creando una nuova economia. le prospettive non riguardano solo il trattamento dei materiali postconsumo ma anche il progetto di una nuova filiera industriale indispensabile per creare nuove opportunita' di lavoro preziose come non mai in questo lungo periodo di crisi. Si stanno diffondendo impianti innovativi come i digestori anaerobici per produrre compost ed energia rinnovabile. Si stanno affermando imprese che riciclano rifiuti una volta considerati non riciclabili: è il caso del rifiuto urbano residuo nelle cosiddette fabbriche dei materiali, delle plastiche miste riciclate ad esempio dalla Revet toscana o degli impianti per recuperare materia dai pannolini usa e getta. Si stanno consolidando esperienze locali sulla prevenzione quali: eco sagre, vendita di prodotti sfusi o alla spina, campagne per l'acqua di rubinetto, compostaggio domestico, tariffazione puntuale, 5/10

ecc. che cominciano a dare i primi risultati sulla minore produzione dei rifiuti. Plasmix - Attiveremo nuove azioni che mirano a sollecitare gli enti locali alla nuova frontiera del riciclaggio di rifiuti considerati fino ad oggi non riciclabili, come ad esempio i tradizionali pannolini usa e getta o le plastiche miste o plasmix. Il plasmix, un insieme eterogeneo di oggetti che in comune hanno solo la loro appartenenza al mondo dei polimeri sintetici, dovrebbe essere preferibilmente riciclato e invece finisce quasi tutto negli inceneritori, per generare elettricita' in questo momento poco conveniente. yes we can! - Uno scenario che oggi appare concretamente possibile realizzare anche in Liguria nonostante l' attuale situazione mediocre : - 582 kg di rifiuti x ab/anno contro i 504 kg a livello nazionale, - 32% di rd contro 39% a livello nazionale, - 60% dei rifiuti vanno in discarica. Nutriamo infatti grandi aspettative dal nuovo piano regionale dei rifiuti adottato dalla Regione Liguria, che dovrà indirizzare enti 6/10

locali, cittadini e operatori del settore verso una filiera industriale che, prima di tutto, valorizzi il riciclo e il riutilizzo delle materie prime post consumo. Ma visto l' attuale stato di arretratezza in cui la Liguria si trova a livello di gestione dei rifiuti, riteniamo che gli obiettivi siano molto ambiziosi e per questo e' indispensabile monitorare adeguatamente il raggiungimento degli obiettivi posti. Nonostante le ottimistiche previsioni ci sono però ancora aspetti importanti che non vanno, quali ad esempio : - la carenza di impianti per trattare l organico - troppe discariche che anestetizzano ogni sviluppo di un ciclo virtuoso dei rifiuti fondato su riciclaggio e prevenzione. - l'attuale ecotassa e' troppo bassa, occorre rimodularla facendo pagare i comuni in base al raggiungimento degli obiettivi di legge sulla differenziata o sulla produzione di rifiuto indifferenziato residuo destinando i proventi dell ecotassa solo a progetti di prevenzione e riciclaggio. - la tassazione a carico delle famiglie, che dovrebbe essere uno strumento efficace per incidere sulla produzione dei rifiuti, è ancora 7/10

iniqua e ignora il principio "chi inquina paga" Tares - Ridurre il peso della nuova tassazione rifiuti sulle famiglie. nei mesi scorsi Legambiente ha attivato una campagna in difesa dei cittadini virtuosi per pretendere che la nuova Tares sia solo puntuale nel rispetto del principio chi inquina paga, liberando il tributo sui rifiuti dalla copertura dei costi dei servizi indivisibili perche' non correlati in alcun modo alla produzione dei rifiuti e all' esigenza di responsabilizzare i comportamenti individuali applicando criteri meritocratici. Borse della spesa in plastica - La Regione Liguria si e' impegnata da qualche anno a sostenere azioni di comunicazione e controllo per il rispetto della legge nazionale 28/2012 relativa all'utilizzo dei sacchetti della spesa biodegradabili e compostabili. Nel piano gestionale dei rifiuti, ammette pero' che la diffusione di quei prodotti è risultata complessa, io direi assente, nelle categorie di vendita al dettaglio nei mercati rionali, mentre nei supermercati l'utilizzo di shoppers compostabili (normativa uni en 13432:2002) e' ormai consolidata. Si sa che i distributori di sacchetti tendono a ritardare il recepimento 8/10

della nuova legge nazionale, e per questo proponiamo : - che la regione Liguria si faccia promotrice, attraverso adeguate indicazioni inserite nel PGR, di accordi tra i comuni e le categorie del commercio per l'immediata introduzione dei sacchetti compostabili, attraverso l' eventuale adozione di forme di incentivazione e disincentivazione. - che il Comune di Genova segua il buon esempio di comuni come quello di Novara che ha fatto un' ordinanza, d'accordo con le organizzazioni di categoria del commercio, per la commercializzazione sul suo territorio di shopper solo biodegradabili e compostabili (legge 28 del 2012). CSS e recupero energetico dai rifiuti - Massimizzando il riciclaggio e le politiche di prevenzione, e non avendo grandi spazi come negli usa per utilizzare la discarica come soluzione ponte, nella fase di transizione sarà possibile utilizzare il combustibile da rifiuti (css) in parziale co-combustione nei cementifici o nelle centrali a carbone, per sostituire parte degli combustibili inquinanti utilizzati oggi (petcoke, polverino di carbone, etc.). Questa opzione andrà praticata laddove necessario per quantitativi 9/10

limitati a quello che non è altrimenti riciclabile, evitando rigidi obblighi di conferimento e optando per contratti brevi ma non può essere l'ennesima scusa per non fare bene la differenziata. La discarica e il recupero energetico devono essere le due opzioni più costose, il riciclaggio e la prevenzione quelle più economiche. La differenziata? roba da asini - In attesa di passare dalle parole alle azioni concrete nell' applicazione del nuovo piano AMIU, consigliamo intanto di estendere la modalita' di raccolta porta a porta adottata, sembra positivamente, dal comune di Montalto Ligure anche a Genova dove d' altronde molti quartieri presentano la stessa conformita' (stradine strette e ripide) del paesino della Valle Argentina! 10/10