DIGITAL PHOTOGRAPHY WORKFLOW CON ADOBE PHOTOSHOP LIGHTROOM



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Transcript:

Paolo Castagnini DIGITAL PHOTOGRAPHY WORKFLOW CON ADOBE PHOTOSHOP LIGHTROOM - guida rapida -

Copyright 2007 - Paolo Castagnini ACE - Adobe Certified Expert per Photoshop

INDICE INDICE Prefazione 5 Il formato Raw e il Digital Photography Workflow Cosa sono i Files Raw 9 I vantaggi dei Files Raw 10 Le operazioni base da svolgere in un Raw Converter 15 Settaggio della Fotocamera per il Formato Raw 16 L Archivio Fotografico Digitale 19 Lightroom e il Digital Photography Workflow 21 Requisiti di Sistema ed Installazione 22 L Interfaccia Utente di Adobe Photoshop Lightroom L Interfaccia Utente (UI) 25 Importare Fotografie in Lightroom 34 Il Modulo Library Il Modulo Library 41 L Interfaccia Utente del Modulo Library 42 I Pannelli di Sinistra 45 I Pannelli di Destra 50 Il Modulo Develop Il Modulo Develop 55 L Interfaccia Utente del Modulo Develop 55 I Pannelli di Sinistra 58 I Pannelli di Destra 62

INDICE Il Modulo Slideshow Il Modulo Slideshow 75 L Interfaccia Utente del Modulo Slideshow 75 I Pannelli di Sinistra 76 I Pannelli di Destra 78 Il Modulo Print Il Modulo Print 85 L Interfaccia Utente del Modulo Print 85 I Pannelli di Sinistra 86 I Pannelli di Destra 88 Il Modulo Web Il Modulo Web 95 L Interfaccia Utente del Modulo Web 95 I Pannelli di Sinistra 96 I Pannelli di Destra 98

PREFAZIONE PREFAZIONE Dopo circa un anno di beta testing, al quale hanno partecipato più di 500.000 fotografi professionisti ed amatoriali, Adobe ha finalmente rilasciato la versione 1.0 di Adobe Photoshop Lightroom: un software pensato dai fotografi per la fotografia digitale. Lightroom è un ambiente integrato che fornisce tutti gli strumenti necessari per il digital photography workflow: - Un unica interfaccia per archiviazione, catalogazione, sviluppo digitale, ridimensionamento, stampa, creazione gallerie web e presentazioni pdf. - In fase di importazione delle immagini permette, con un interfaccia molto semplice ed intuitiva, di catalogare, rinominare, etichettare, assegnare parole chiave, aggiungere dati IPTC e molto altro. - Un unica interfaccia e gli stessi strumenti applicabili allo stesso modo per qualsiasi tipo di file immagine, raw, tiff, jpeg ecc. - Lavora esclusivamente sui metadati, lasciando inalterati i files originali (siano raw, tiff, jpeg... è indifferente) e permette di generare infinite copie virtuali con diverse versioni della stessa immagine senza duplicare fisicamente il file, con notevole risparmio di spazio sul disco fisso.

PREFAZIONE - Consente di lavorare esclusivamente sul raw, dall importazione nel database, fino alla stampa, senza la necessità di convertire in tiff, jpeg o quant altro. - Lavora in parallelo su un database fisico basato sulla posizione dei files sull hard disk e su un database virtuale con ordinamento logico basato su metadati e parole chiave, con le infinite possibilità di organizzazione, catalogazione e ricerca che ne derivano - Permette di uscire momentaneamente per elaborazioni più complesse in Photoshop (o qualsiasi altro software a scelta - non è razzista) e di rientrare per completare il workflow, senza abbandonare l ambiente di lavoro. Questo volumetto vuole essere una guida rapida per accompagnare il fotografo che vuole introdurre Lightroom nel suo flusso di lavoro e nasce dalla mia esperienza di beta-tester prima e di utente ora di questo software che non esito a definire rivoluzionario: per il fotografo digitale puro che non sente la necessità del cosiddetto foto-ritocco avanzato, tipico più della grafica che della fotografia, a mio avviso può essere lo strumento software all in one su cui basare il proprio workflow, senza bisogno di niente altro.

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW CAPITOLO 1 Il Formato RAW e il Digital Photography Workflow 7

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW COSA SONO I FILES RAW Sotto molti punti di vista, usare una tradizionale macchina fotografica a pellicola e una fotocamera digitale è la stessa cosa. Ci focalizzeremo quindi su quali sono le differenze, al fine di impostare un flusso di lavoro che abbia delle ottime basi e porti a risultati di qualità. Come sempre, una buona inquadratura e una corretta esposizione portano ad ottenere buone immagini. Questo non implica tuttavia che non si possano ottenere buone foto partendo da scatti tecnicamente mediocri; ma attenzione: per arrivare a questo occorre molto lavoro in camera oscura digitale. Il formato fotografico digitale più diffuso attualmente è il JPEG (Joint Photographic Experts Group) che ha tuttavia un forte limite qualitativo: è un formato compresso con perdita di dati. Anche a basso livello di compressione, la qualità di un immagine JPEG degrada fortemente. Inoltre il processo di generazione del JPEG nella fotocamera implica forti interventi su colore, esposizione, rumore, nitidezza che sono distruttivi, nel senso che alterano le informazioni raccolte dal sensore e quindi limitano la possibilità di interventi efficaci di post produzione. Il JPEG quindi è un formato immagine ideale per fotografie sulle quali non si intende intervenire, ma sostanzialmente inutile se si vuole ottenere il massimo dalla propria fotocamera. Per questo motivo, negli ultimi tempi, dopo il boom della fotografia digitale, molti fotografi hanno cominciato ad utilizzare i cosiddetti formati raw, cioè i files nativi generati dalla fotocamera, specifici per ogni tipo di macchina, che permettono la maggiore flessibilità in post produzione.

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW I VANTAGGI DEI FILES RAW Per comprendere cosa sono questi magici files formato RAW, è necessario capire come funzionano le fotocamere digitali. Innanzitutto il sensore è in grado di catturare solamente le informazioni relative a immagini in scala di grigi, in quanto la luce che arriva sugli elementi fotosensibili genera una corrente elettrica proporzionale alla sua luminosità che viene tradotta in una informazione digitale generalmente a 12 bit. In altre parole, ciascuna informazione luminosa catturata da ciascun elemento fotosensibile del sensore viene descritta con il numero binario 000000000000 se nulla (nero) e con il numero binario 111111111111 se massima (bianco). Fra questi due estremi ci sono 4096 gradazioni di grigio descritte da tutte le possibili combinazioni di 0 e 1 su dodici posizioni. 10

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW Come si arriva all immagine a colori partendo da questa griglia di grigi? I sensori più comuni, di tipo CCD (Charge Coupled Device) o CMOS (Complementary Metal-Oxide Semiconductor), utilizzano il metodo Bayer, sviluppato dai laboratori Kodak, che consiste in una griglia di filtri colorati, uno per ciascun elemento fotosensibile, con i tre colori del sistema RGB (Red, Green, Blue) disposti secondo una schema prestabilito. E importante notare come il 50% di questi filtri siano Verdi, il 25% Rossi e il 25% Blu Il motivo è che l occhio umano può distinguere maggiormente le gradazioni di verde rispetto al rosso e al blu è quindi si è scelto questo tipo di distribuzione. La luce che arriva sul sensore è quindi filtrata da questi colori e quindi può essere letta come un mosaico, nel quale ciascuna tessera contiene l informazione relativa ad uno dei tre colori. 11

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW Tuttavia per costruire un immagine full color è necessario avere, per ciascun elemento, anche le informazioni relative agli altri due colori. Entra in gioco a questo punto il cosiddetto algoritmo di demosaicizzazione, una procedura software che calcola i colori mancanti a partire dalle informazioni raccolte dal sensore. Il processo prende il nome di Demosaicizzazione Bayer o Interpolazione Colore. Quello che accade in pratica è che le informazioni cromatiche mancanti per ciascun pixel vengono determinate esaminando i pixel circostanti; tanto più è precisa questa stima, e quindi sofisticato l algoritmo che ne stà alla base, tanto migliore sarà la resa dei colori nell immagine finale. Poichè si tratta comunque di informazioni interpolate, nel processo di interpolazione, l algoritmo può incorrere in errori che determinano i cosiddetti artefatti che possono inficiare la qualità dell immagine digitale. 12 La tecnologia attuale ha messo a punto però sistemi sofisticati che permettono di ridurre al minimo questi errori, sia con accorgimenti hardware e software in camera, sia con lo sviluppo di software detti RAW Converters per il post trattamento dei files RAW.

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW Dunque per riassumere: - Ogni fotocamera produce un proprio tipo di dati RAW - I dati RAW sono i valori, in scala di grigio, della quantità di luce catturata dal sensore - Per produrre un immagine finita i dati RAW devono essere processati o in camera o con un RAW Converter installato su un computer Nel caso i dati RAW vengano processati direttamente dal firmware della fotocamera, il risultato è un file JPEG. Ma quali sono i limiti dei JPEGs prodotti dal firmware della fotocamera rispetto alle immagini generate da un RAW Converter? - Maggior presenza di artefatti dovuti alla compressione JPEG con perdita di dati - Sebbene le informazioni RAW siano generalmente a 12 bit, solo 8 bit sono presenti nelle informazioni del JPEG prodotto - Il processo di demosaicizzazione in camera può usare risorse hardware certamente più limitate rispetto a quelle di un normale Personal Computer - Il processo di generazione del JPEG nella fotocamera implica forti interventi su colore, esposizione, rumore, nitidezza che sono distruttivi, nel senso che alterano le informazioni raccolte dal sensore e quindi limitano la possibilità di interventi efficaci di post produzione. Il fatto che i files RAW siano costituiti essenzialmente da dati grezzi, consente di operare sull immagine con i seguenti vantaggi: - Nessuna compressione con perdita di dati - Piena disponibilità dell informazione nativa a 12 bit; il vantaggio principale consiste nel fatto che, con gli interventi di post produzione è inevitabile perdere dati, per cui se si parte da una quantità elevata di informazione è più facile ottenere un risultato finale che contiene ancora una buona quantità di dati e quindi di buona qualità - La possibilità di usare software più sofisticati per la demosaicizzazione - Tutto quello che riguarda l ottimizzazione dell immagine può essere fatto in post produzione, lasciando al controllo della 13

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW fotocamera solo sensibilità ISO, controllo del diaframma e tempi di esposizione; ciò si traduce in un maggior controllo dello scatto da parte del fotografo che deve solo preoccuparsi di settare correttamente pochi parametri - I files RAW possono essere paragonati alla pellicola impressionata, ma non ancora sviluppata, mentr i files JPEG corrispondono concettualmente a foto realizzate con una Polaroid, dove si scatta e si ottiene immediatamente l immagine, sulla quale però non è possibile nessun intervento. - I RAW Converters, oltre al JPEG, sono in grado di generare anche files di formato TIFF (Tagged Image File Format) che contengono informazione a 16 bit e sono senza perdita di dati. 14

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW LE OPERAZIONI BASE DA SVOLGERE IN UN RAW CONVERTER Tralasciando la demosaicizzazione, che è fondamentale nel processo di generazione dell immagine, ma completamente fuori dal controllo del fotografo, in quanto effettuata dal RAW Converter in maniera totalmente trasparente, secondo un suo algoritmo non modificabile, ci sono alcune operazioni di base che richiedono l intervento del fotografo per l ottimizzazione dell immagine derivante da un file RAW. - Bilanciamento del Bianco ( White Balance o WB): quando si scatta in RAW, può essere utile settare un appropriato bilanciamento del bianco già nella fotocamera, poiché questo valore verrà usato di default nel RAW Converter come punto di partenza. E comunque un punto di partenza e può essere cambiato nel RAW Converter per una più accurata resa dei colori senza perdita di qualità dell immagine - Esposizione: è forse il parametro più efficace da gestire in un RAW Converter. Agendo su questo valore è possibile recuperare sia zone sottoesposte che sovraesposizioni, naturalmente presupponendo che i pixel interessati non siano totalmente privi di informazione - Nitidezza, saturazione, contrasto: possono essere gestiti nel RAW Converter, ma in alcuni casi, di cui si parlerà più avanti, se ne può rimandare la correzione ad un successivo step, ad es. in Photoshop - Ridimensionamento dell immagine: alcuni RAW Converters offrono la possibilità di cambiare le dimensioni e la risoluzione delle immagini digitali, con algoritmi di qualità paragonabile a quelli degli strumenti analoghi di Photoshop o altri software. 15

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW SETTAGGIO DELLA FOTOCAMERA PER IL FORMATO RAW Alcune fotocamere consentono di ottenere contemporaneamente l immagine sia in formato RAW che in formato JPEG. Questa opzione comporta un maggior utilizzo della memoria disponibile e quindi non sempre conviene usarla. Tuttavia può essere utile se si ha la necessità di avere una foto disponibile immediatamente senza grandi pretese di qualità dell immagine. In un se-condo tempo si può intervenire sul RAW per ottenere l immagine definiva. Una volta settata la fotocamera per memorizzare i dati RAW, secondo le istruzioni del costruttore, forse l unica cosa che il fotografo deve saper gestire, a parte l inquadratura, per ottenere una foto di buona qualità è l esposizione, modulando i tre parametri che la influenzano: diaframma, tempi, ISO. 16 Da questo punto di vista non c è grande differenza con la fotografia tradizionale. Una buona esposizione rimane la base per un buon risultato finale. L elaborazione successiva dei files RAW consente di avere buoni risultati partendo da esposizioni non perfette, ma ciò non deve essere un motivo per trascurare questo aspetto in ripresa. Quello che ci si aspetta da una buona esposizione è essenzialmente: - Alte luci non bruciate - Zone in ombra non sottesposte - Assenza di rumore digitale nelle ombre Nelle fotocamere digitali c è uno strumento che permette di valutare la qualità di una esposizione, immediatamente dopo lo scatto: l istogramma Uno dei vantaggi della fotografia digitale, è che la foto si può vedere immediatamente nel display della fotocamera e, nelle reflex digitali o nelle compatte più evolute, è possibile visualizzare l istogramma, cioè la rappresentazione grafica dell esposizione della foto appena scattata. Si può quindi valutare immediatamente se una esposizione è corretta o se vale la pena ripetere lo scatto, ovviamente quando possibile. L istogramma rappresenta la distribuzione dei valori di grigio di ciascun pixel che compone l immagine, in una scala che va da 0 = nero a 255 = bianco.

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW Vediamo alcuni esempi di istogramma per capirne il significato: Sovraesposizione: le alte luci (sulla destra dell istogramma) sono bruciate e i loro valori sono condensati sul 255; il che significa che i pixel corrispondenti appariranno completamente bianchi nell immagine con perdita dei dettagli. In alcuni casi, se il fuori scala non coinvolge tutti e tre i canali R, G e B, con il RAW Converter sarà possibile recuperare qualche dettaglio nella foto. Esposizione corretta: tutti i pixel sono rappresentati nell istogramma all interno degli estremi e la curva si estende per tutta l ampiezza del grafico. Questa è una condizione ideale, che però si verifica in pochi casi. Generalmente la curva può essere spostata più o meno verso una delle due estremità o presentare più picchi. L importante è che tutti i valori rappresentati rientrino nel range 0-255 Sottoesposizione: in questa situazione molti pixel non contengono informazione e vengono rappresentati sul valore 0. Nella foto queste aree appariranno nere, prive di dettagli. Anche in questo caso se il fuori scala non coinvolge tutti e tre i canali R, G e B, con il RAW Converter sarà possibile recuperare qualche dettaglio nella foto. C è però un altro problema, dovuto alla caratteristica dei sensori digitali di generare disturbo nelle zone in ombra che si traduce in pixel colorati nell immagine, il cosiddetto rumore digitale. 17

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW Correggendo la sottesposizione c è il rischio di estendere questo rumore anche ai mezzi toni. Il sensore digitale, diversamente dalla pellicola, restituisce una risposta di tipo lineare in funzione della luce che arriva sulla sua superficie; poiché il sistema di esposizione delle fotocamere è basato su una scala logaritmica, ogni stop del diaframma raddoppia la quantità di luce che viene catturata dal sensore. 18 In un range tonale di 5 stops dell immagine RAW a 12 bit, ogni intervallo conterrà il doppio di informazione relativa alla luminosità rispetto al precedente. Ne consegue che in un immagine sottoesposta, ci saranno pochissime informazioni elaborabili e sarà quindi inferiore la qualità del risultato finale. L esposizione dunque è fondamentale per la qualità finale di un immagine digitale ed il parametro fondamentale da tenere sotto controllo in ripresa, sia scegliendo la più opportuna coppia tempo/diaframma, sia settando una sensibilità ISO che lo consenta. È questo uno dei plus della fotografia digitale: la possibilità di cambiare al volo la sensibilità ISO, scegliendo quella più opportuna per ogni singolo scatto. Tuttavia c è anche qui un rovescio della medaglia: alti valori ISO possono produrre maggior rumore digitale che può compromettere la qualità dell immagine. Il consiglio quindi è di lavorare ai più bassi valori ISO possibili in rapporto alla situazione in cui ci si trova a scattare.

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW L ARCHIVIO FOTOGRAFICO DIGITALE Uno dei problemi che maggiormente affliggono il fotografo che si avvicina al digitale è la gestione di grandi quantità di files immagine; se l archivio digitale non viene gestito con una certa logica, si rischia di non essere in grado, in breve tempo, di rintracciare le proprie foto e magari di perdere il proprio lavoro. Diventa importante quindi stabilire una logica con la quale archiviare i propri negativi digitali che permetta di ritrovare con relativa facilità uno scatto e nello stesso tempo sia in grado di conservare nel tempo l archivio. Sono parte integrante dell attrezzatura del fotografo digitale i dispositivi di archiviazione che devono comprendere quantomeno un lettore di memory cards per trasferire i files dalla fotocamera al computer, un hard disk esterno per le copie di back up, un masterizzatore CD/DVD. Un esempio di flusso di gestione dell archivio digitale può essere il seguente: - Trasferimento dei files dalla fotocamera al computer: per questa operazione è consigliabile l utilizzo di un card reader anziché il collegamento diretto della fotocamera al computer, più che altro per una questione di salvaguardia dell hardware della fotocamera che potrebbe risentire di eventuali sbalzi di tensione trasmessi attraverso i cavi. E consigliabile fare una copia dei files presenti nella memory card, senza cancellare gli originali, in una cartella provvisoria sull hard disk del computer e, dopo aver controllato l integrità dei files copiati, formattare la memory card con il comando apposito nella fotocamera. - Allocazione e rinomina dei files sull hard disk: I files trasferiti dalla fotocamera possono essere ora posizionati nell archivio digitale. Ciascuno può trovare il proprio sistema di organizzazione fisica dell archivio, ma si consiglia di raccogliere i files in cartelle con un ordine logico, tipo data o luogo/ circostanza di scatto. Anche in questo caso conviene prima copiare i files dalla cartella provvisoria alla posizione definitiva e solo al termine dell operazione cancellare la cartella provvisoria. Contestualmente alla copia conviene anche rinominare i files sostituendo il nome assegnato dalla fotocamera (tipicamente un anonimo numero progressivo) con un nome che permetta 19

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW di capire il contenuto del file senza doverlo aprire. Un esempio può essere una sintetica descrizione seguita da un numero progressivo: londra001, londra002 ecc., oppure compleannomamma001, compleannomamma002 ecc. Vedremo in seguito come effettuare queste operazioni in modo automatizzato. - Back up dell archivio digitale: i negativi digitali sono fragili, molto più di quello che si può pensare, e il danneggiamento o la perdita di parte dell archivio è una eventualità da tenere sempre presente. Una copia di back up su un hard disk esterno è il modo migliore per non trovarsi impreparati; si raccomanda di effettuarla sempre dopo ogni sessione di scatto, subito dopo aver trasferito i files dalla fotocamera al computer. Periodicamente poi, sarà utile, effettuare una copia dell archivio digitale anche su supporto ottico (CD o DVD) per avere un ulteriore copia di sicurezza. 20

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW LIGHTROOM E IL DIGITAL PHOTOGRAPHY WORKFLOW Adobe Photoshop Lightroom è un ambiente integrato per gestire il workflow della fotografia digitale dallo scatto in formato RAW fino all output finale, sia esso in stampa o come presentazione video o web. - Un unica interfaccia per archiviazione, catalogazione, sviluppo digitale, ridimensionamento, stampa, creazione gallerie web e presentazioni pdf. - In fase di importazione delle immagini permette, con un interfaccia molto semplice ed intuitiva, di catalogare, rinominare, etichettare, assegnare parole chiave, aggiungere dati IPTC e molto altro. - Un unica interfaccia e gli stessi strumenti applicabili allo stesso modo per qualsiasi tipo di file immagine, raw, tiff, jpeg ecc. - Lavora esclusivamente sui metadati, lasciando inalterati i files originali (siano raw, tiff, jpeg... è indifferente) e permette di generare infinite copie virtuali con diverse versioni della stessa immagine senza duplicare fisicamente il file, con notevole risparmio di spazio sul disco fisso. - Consente di lavorare esclusivamente sul raw, dall importazione nel database, fino alla stampa, senza la necessità di convertire in tiff, jpeg o quant altro. - Lavora in parallelo su un database fisico basato sulla posizione dei files sull hard disk e su un database virtuale con ordinamento logico basato su metadati e parole chiave, con le infinite possibilità di organizzazione, catalogazione e ricerca che ne derivano - Permette di uscire momentaneamente per elaborazioni più complesse in Photoshop (o qualsiasi altro software a scelta - non è razzista) e di rientrare per completare il workflow, senza abbandonare l ambiente di lavoro. 21

CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW - Permette di esportare l archivio, completo o parti a scelta, su DVD, mantenendo tutte le informazioni di elaborazione - Per il fotografo digitale puro che non sente la necessità del cosiddetto foto-ritocco avanzato, tipico più della grafica che della fotografia, a mio avviso può essere lo strumento software all in one su cui basare il proprio workflow, senza bisogno di niente altro REQUISITI DI SISTEMA ED INSTALLAZIONE Adobe Photoshop Lightroom è installabile sia su piattaforma PC che piattaforma Mac; i requisiti minimi di sistema richiesti sono i seguenti: 22 Windows Microsoft Windows XP con Service Pack 2 Processore Intel Pentium 4 768 MB di RAM (consigliato 1 GB) 1 GB di spazio disponibile su disco rigido Risoluzione schermo 1024x768 Unità CD-ROM Macintosh Mac OS X v.10.4 Processore PowerPC G4 o G5 a 1 GHz o processore Intel Core Duo 768 MB di RAM (consigliato 1 GB) 1 GB di spazio disponibile su disco rigido Risoluzione schermo 1024x768 Unità CD-ROM Adobe Photoshop Lightroom è disponibile per l acquisto on line o per il download gratuito di una versione trial funzionante per 30 giorni dal sito www.adobe.com, a partire dal 19 Febbraio 2007.

CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE CAPITOLO 2 L Interfaccia Utente di Adobe Photoshop Lightroom 23

CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE 24

CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE L INTERFACCIA UTENTE (UI) L interfaccia utente (UI User Interface) di Adobe Photoshop Lightroom, è organizzata in modo tale da presentare, a pieno schermo, tutti gli strumenti disponibili, in ciascun Modulo, disposti secondo un ordine logico, che segue un flusso di lavoro standard, che va da sinistra verso destra e dall alto verso il basso. Gli stessi Moduli del software sono disposti, in serie, secondo questa logica. Tutto quello che serve è a portata di clic e, in pratica, il classico menù a tendina nella parte alta dell interfaccia diventa sostanzialmente ininfluente per il workflow standard e spesso si finisce per dimenticarsene. L UI di Adobe Photoshop Lightroom è suddivisa in 5 parti fondamentali che si ripetono, con la stessa logica in ciascuno dei Moduli di cui si compone il software. 25

CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE 1. Il centro dell UI è occupato dal Pannello Centrale sul quale sono visualizzate le immagini sulle quali si sta lavorando. In ciascun modulo sono disponibili diverse modalità di visualizzazione che saranno descritte nei capitoli corrispondenti; a seconda del modulo in cui ci si trova, si va dalla visualizzazione a griglia, alla singola foto, alla comparazione prima/dopo ecc. 26 2. Nella parte superiore dell UI troviamo la Barra dei Menù tipica delle applicazioni Windows e Mac e la Barra di Navigazione di Adobe Photoshop Lightroom; quest ultima presenta, sulla sinistra, il Logo personalizzabile e, sulla destra, i Pulsanti di Navigazione per passare da un Modulo all altro.

CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE 3. A sinistra troviamo una serie di Pannelli che presentano comandi per operazioni di base o standardizzate (Presets) 4. A destra c è un altra serie di Pannelli per i comandi manuali, sui quali l utente può avere il massimo controllo in ogni operazione. 5. Infine la parte bassa dell UI è occupata da una striscia di immagini (Filmstrip) in miniatura che visualizza il contenuto della cartella corrente sulla quale si sta lavorando. Le Barre superiori e la Filmstrip inferiore sono uguali in ognuno dei Moduli di Adobe Photoshop Lightroom, mentre i comandi nei Pannelli Laterali variano a seconda del Modulo in cui ci si trova. La visualizzazione dell IU di Adobe Photoshop Lightroom è personalizzabile in molti dettagli: Premendo ripetutamente il tasto il tasto F si può passare dalla visualizzazione a finestra alla visualizzazione a pieno schermo e viceversa. 27

CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE Premendo più volte il tasto L si può abbassare la luminosità di tutta l UI, eccetto quella dell immagine o delle immagini attive, fino a far apparire quest ultime su schermo completamente nero, conservando però la funzionalità di tutti i comandi circostanti 28 Tutti i componenti dell UI, tranne il Pannello Centrale, possono essere nascosti cliccando sul triangolino al centro del bordo esterno di ciascun elemento. In questo modo si può liberare spazio sullo schermo per ingrandire il Pannello Centrale. Per far riapparire un elemento nascosto, e utilizzarne i comandi, è sufficiente passare con il puntatore del mouse sul triangolino di cui sopra.

CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE Tutti i Pannelli laterali possono essere collassati e riaperti cliccando sul triangolino a fianco del nome del Pannello; cliccando sul triangolino tenendo premuto il tasto Alt (Option in Mac), si attiva una visualizzazione liquida dei Pannelli, con la quale, aprendone una, automaticamente vengono collassate tutte le altre. Particolarmente utile per monitor di piccole dimensioni. L altezza della Filmstrip, e quindi le dimensioni delle miniature in essa contenute, può essere modificata a piacimento trascinando con il mouse il bordo superiore della Filmstrip stessa. 29

CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE La Barra di Navigazione di Adobe Photoshop Lightroom può essere personalizzata con un comando da menù. Selezionando nella Barra dei Menù, Edit > Identity Plate Setup si apre una finestra di dialogo, nella quale è possibile sostituire il titolo in alto a sinistra con una propria scritta o un proprio logo e anche modificare a piacimento Font e colore dei Pulsanti di navigazione sulla destra. 30 Nello stesso menù Edit è presente il comando Preferences nel quale è possibile settare diverse opzioni di default. Per ottimizzare il flusso di lavoro in Adobe Photoshop Lightroom, la prima cosa da fare è settare alcune preferenze che il software eseguirà di default. Si accede al pannello delle preferenze dal Menù: Edit > Preferences ; si apre una finestra di dialogo che presenta quattro schede:

General: in questa scheda si possono definire alcune opzioni di avvio del software: - In alto troviamo due caselle Settings che attivano rispettivamente la visualizzazione dello Splash Screen e la ricerca automatica di aggiornamenti all avvio. - Nel riquadro Default Library è possibile definire quale archivio Lightroom deve aprire all avvio (è possibile mantenere diverse Library e selezionare quella che serve di volta in volta) e, molto importante, sono presenti alcune opzioni per la ferquenza di back up dell archivio. - Il riquadro Completion Sound definisce quali avvisi acustici utilizzare come avviso quando viene completata un operazione. - Seguono alcuni pulsanti per resettare le diverse ozioni di default. CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE 31

CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE External Editors: consente di definire quali software installati sul computer utilizzare per interventi di foto-ritocco più avanzati, specificando in quale formato aprire il file (tiff, jpeg...), in quale spazio colore e con quale profondità colore (8-16 bit) 32 File Mangement: in questa scheda vengono definite le preferenze per l importazione delle immagini nella Library: - La prima opzione stabilisce se scaricare automaticamente le immagini quando viene rilevata una memory card nel lettore collegato al computer - Preview cache stabilisce la qualità delle immagini anteprima visulaizzate nella LIbrary; si consiglia di lasciare le impostazioni di default. - Metadata: attivando l opzione Automatically Write Chages in XMP, tutti gli interventi sulle foto verranno memorizzati in un file sidecar con estensione.xmp, utilizzabile anche da altri software, ad esempio Adobe Camera Raw e Adobe Bridge. - File Name Generation definisce come interpretare e/o correggere eventuali caratteri non consentiti presenti nel nome dei files da importare - Import Sequence Numbers permette di impostare un criterio di numerazione sequenziale per l ordinamento dei files da importare.

CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE Interface: personalizza colori e fonts dell Interfaccia Utente 33

CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE IMPORTARE FOTOGRAFIE IN LIGHTROOM Possiamo ora effettuare la prima operazione con Lightroom: importare nel database qualche fotografia digitale. In basso a destra sono presenti due pulsanti: Import ed Export ; premere il tasto Import 34 Si apre la tipica finestra di dialogo del sistema operativo per l apertura dei files (Windows Vista in figura), nella quale selezionare la cartella di immagini, o le singole immagini, che si vogliono importare nel database;

dopo aver dato la conferma, si apre la finestra di dialogo Import Photos (una delle poche di Adobe Photoshop Lightroom) che presenta una serie di opzioni: CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE 1. File Handling: dal menù a tendina è possibile selezionare come importare le foto nel database: Import Photos at their Current Location; mantiene i files nella cartella di origine e crea solamente un riferimento all immagine nel database. Selezionando questa opzione, se i files originali vengono spostati o cancellati, Adobe Photoshop Lightroom non sarà più in grado di gestirli. Copy Photos to a new location and Import; crea una copia dei files immagine nel database, lasciando intatti gli originali. 35

CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE Move Photos to a new location and Import; crea una copia dei files immagine nel database, cancellando gli originali. Copy Photos as Digital Negative (DNG) and Import; crea una copia dei file immagine nel database, convertendoli nel formato DNG, indipendentemente dal formato di partenza. Gli originali restano intatti. 2. Le due opzioni sotto il menù File Handling consentono di scegliere come e dove copiare le foto che si stanno importando 36 3. File Naming: consente di attribuire un nome alle foto importate, accoppiando, a scelta, ad un nome di fantasia, un numero progressivo, una data, il nome file, dati exif ecc secondo dei template personalizzabili 4. Information to apply: L opzione Develop Settings consente di importare le foto con un Preset di sviluppo predefinito; se ne parlerà diffusamente nella descrizione del Modulo Develop l opzione Metadata attribuisce a tutte le foto importate una serie di metadati definibili dall utente o memorizzati precedentemente in un Preset, selezionabile dal menù a tendina.

Selezionando New, si apre una finestra di dialogo nella quale è possibile definire tutti i metadati da inserire nel file importato. L opzione Keywords permette di attribuire parole chiave comuni a tutte le foto che si stanno importando. L attivazione della casella Render Standard-Sized Previews genera l anteprima dell immagine importata secondo i parametri impostati nelle preferenze. CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE 5. L anteprima: scorrendo il cursore sottostante alle miniature è possibile vedere il contenuto della cartella di immagini che si sta importando ed eventualmente scegliere quali foto e- scludere. Dopo avere stabilito tutti i parametri per l importazione, premere il tasto Import per avviare il processo 37

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY CAPITOLO 3 Il Modulo Library 39

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY 40

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY IL MODULO LIBRARY Il Modulo Library rappresenta un finestra sul database di Adobe Photoshop Lightroom attraverso la quale è possibile, non solo vedere, ma soprattutto gestire il suo contenuto: le fotografie digitali. Si tratta di un potente strumento di File Mangement che permette al fotografo digitale di avere sotto controllo, in un unica interfaccia, l intero archivio fotografico digitale, nel quale è possibile importare ed esportare, o eliminare, immagini, classificare e raccogliere in gruppi omogenei, assegnare parole chiave e fare ricerche, effettuare semplici interventi correttivi, visualizzare e confrontare. Il tutto indipendentemente dal formato del file: raw, dng, tiff, jpeg, psd, png, gif, qualsiasi formato immagine è supportato e gestito nello stesso modo; Adobe Photoshop Lightroom supera il concetto di formato e concentra l attenzione del fotografo su quello che è lo scopo del suo lavoro: la fotografia. 41

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY L INTERFACCIA UTENTE DEL MODULO LIBRARY Terminato il processo di importazione (se ne può seguire lo stato nell indicatore di processo in alto a sinistra), le fotografie appaiono sul Pannello Centrale come diapositive su di un piano luminoso. Le dimensioni delle miniature si possono variare selezionando l opportuna misura in basso (XS - S - M - L - XL). Le stesse miniature sono visibili nella Filmstrip; scorrendo il puntatore del mouse sulla Filmstrip la foto su cui si passa viene visualizzata anche nel Pannello Navigator in alto a sinistra. Nella parte bassa del Pannello Centrale è presente una barra con varie icone e comandi per la visulalizzazione; nell ordine da sinistra verso destra: 42 Grid View: visualizza le foto sul Pannello Centrale come una griglia di diapositive Loupe View: visualizza una sola fotografia alla volta; si può passare da una foto alla successiva o alla precedente con i tasti freccia Compare View: visualizza due fotografie alla volta Survey View: visualizza tutte insieme, adattandone le dimensioni, tutte le foto selezionate; per selezioni multiple usare i tasti Ctrl (Command) e Shift in abbinamento al clic del mouse Sort Direction: inverte l ordine di visualizzazione delle miniature sul Pannello Centrale Sort: ordina le miniature per sequenza di importazione, data di scatto o rating assegnato

Keyword Stamper: permette di assegnare parole chiave contemporaneamente a tutte le immagini selezionate CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY Rating: è possibile assegnare un punteggio, o un etichetta colorata, ad ogni immagine Rotate: ogni clic del mouse ruota la foto attiva di 90 a sx o a dx Previous/Next Selection: sposta la selezione dall immagine corrente a quella adiacente Slideshow: visualizza le fotografie come presentazione a tutto schermo Thumbnails: ridimensiona le miniature nel pannello centrale Info: visualizza il nome File della fotografia attiva Cliccando sul triangolino all estrema destra si apre un menù nel quale è possibile selezionare quali strumenti visualizzare nella barra. 43

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY In modalità Grid, ogni cella visualizza di default nella parte superiore alcune informazioni sulla foto in essa contenuta: numero progressivo, dimensioni in pixel, nome del File. Nella parte inferiore della cella sono presenti i comandi per ruotare o assegnare un punteggio. La personalizzazione delle modalità di visualizzazione può essere totale: cliccando con il tasto destro del mouse su un punto qualsiasi del Pannello Centrale e selezionando la voce View Options (oppure Ctrl/Command-J), si apre una finestra di dialogo con moltissime opzioni personalizzabili. 44

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY I PANNELLI DI SINISTRA 1. Navigator. In questo Pannello è visualizzata la fotografia attiva sul Pannello Centrale o, in alternativa, quella sulla quale è posizionato il cursore del mouse nella Filmstrip. Nella parte superiore del Pannello sono presenti quattro modalità di ingrandimento della foto nel Pannello Centrale: Fit - adatta entrambe le dimensioni dell immagine allo spazio disponibile Fill - adatta la dimensione verticale dell immagine allo spazio disponibile 1:1 - visualizza la foto a pixel reali (al 100%) 3:1 - visualizza la foto al 300% La miniatura nel Navigator rimane fissa; è possibile selezionare l area da visualizzare nel Pannello Centrale trascinando il rettangolino all interno della miniatura. Cliccando sul triangolino a sx si apre un pop up nel quale è possibile selezionare ulteriori rapporti di ingrandimento: 1:4, 1:3, 1:2, 2:1, 3:1, 4:1, 8:1, 11:1 45

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY 2. Library. Questo Pannello visualizza tutto il database di Adobe Photoshop Lightroom suddiviso in tre categorie: All Photographs mostra il numero totale di immagini nel database; cliccando su questa opzione viene visualizzato in modalità Grid tutto il contenuto del database Quick Collection è un area provvisoria del database nella quale è possibile inserire temporaneamente alcune fotografie sulle cui si sta lavorando Previous Import 46 visualizza in modalità Grid l ultima sessione di Import effettuata. 3. Find. Il Pannello permette di visualizzare solo le fotografie che soddisfano determinati criteri; è possibile la ricerca per parola chiave o per data. la casella di controllo attiva/disattiva l effetto del filtro. i menu a tendina, a destra del nome del filtro permettono di settare il range di ricerca

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY 4. Folders. Elenca le cartelle di immagini presenti nel database e il numero di files in esse contenuto. Cliccando su una cartella, vengono visualizzate tutte le fotografie in esso contenute. Cliccando sul segno + sulla destra è possibile creare una nuova cartella nella quale importare nuove fotografie. Cliccando sul meno si cancella la cartella 5. Collections. Elenca le Collections presenti nel database. Una Collection è una cartella virtuale, nella quale sono presenti riferimenti alle foto che fisicamente si trovano in un Folder. Mentre una foto può essere presente fisicamente in un solo Folder, può essere visualizzata in più Collections tramite collegamento. Cliccando sul segno + sulla destra è possibile creare una nuova Collection nella quale inserire le fotografie selezionate sul Pannello Centrale. 47

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY 6. Keyword Tags. Il Pannello Keywords Tags contiene l elenco di tutte le parole chiave assegnate alle fotografie presenti nella Library. Cliccando su una di esse verranno visualizzate tutte le immagini alle quali è associata. 48 6. Metadata Browser. Questo Pannello contiene l elenco di tutti i metadati EXIF e IPTC assegnati alle fotografie presenti nella Library. Cliccando su una di essi verranno visualizzate tutte le immagini alle quali è associato. Per esempio è possibile selezionare con un clic tutte le foto fatte con una determinata lente o scattate in determinato luogo.

7. Nella parte bassa del pannello dei Pannelli di sinistra troviamo due pulsanti: CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY Import : apre la finestra di dialogo per importare le immagini nella Library, come descritto all inizio di questo capitolo Export : apre la finestra di dialogo per salvare la foto in un nuovo file immagine con le impostazioni e le regolazioni definite in Lightroom. Da notare che il file originale non viene alterato, ma rimane intatto nella Library di Adobe Photoshop Lightroom. Nella finestra Export è possibile assegnare un nome diverso al file, selezionare la cartella nella quale salvarlo, decidere in quale formato grafico convertirlo, quale spazio colore assegnare, ridimensionarlo e definire una risoluzione di output e, infine, decidere se archiviarlo direttamente o aprirlo in Photoshop o altra applicazione. 49

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY I PANNELLI DI DESTRA 1. Histogram. Visualizza l istogramma, per i canali R G B e complessivo dell immagine attiva; mostra inoltre alcuni dati di scatto come ISO, lunghezza focale, tempo di esposizione e diaframma. 50 2. Quick Develop. Permette di effettuare alcuni interventi correttivi di base sulla fotografia attiva. Lo scopo di questo Pannello è quello di intervenire in modo approssimativo e grossolano, in quanto non consente interventi fini, ma comunque, se lo si desidera, di preparare l immagine per gli interventi più marcati e controllati del modulo Develop. Troviamo comandi per il Bilanciamento del Bianco, la regolazione dell Esposizione e il ritaglio. Sono presenti inoltre comandi per applicare gli stessi parametri a più immagini.

CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY 3. Keywording. Mostra le parole chiave associate all immagine attiva e consente di aggiungerne altre. Se più immagini sono selezionate contemporaneamente, le Keywords aggiunte saranno associate a tutte le foto attive. 4. Metadata. Mostra le i Metadati (EXIF e IPTC) associati all immagine attiva e consente di aggiungerne altri. Se più immagini sono selezionate contemporaneamente, i Metadati aggiunti saranno associati a tutte le foto attive 51

CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP CAPITOLO 4 Il Modulo Develop 53

CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP 54

Il Modulo Develop è il cuore di Adobe Photoshop Lightroom. In esso sono concentrati tutti i comandi per l ottimizzazione delle fotografie digitali con un livello di controllo pressoché totale da parte dell utente. Con i comandi del Modulo Develop si può operare su qualsiasi tipo di file immagine, raw, tiff, jpeg, nella stessa identica maniera, con lo stesso workflow e persino contemporaneamente su files di formato diverso, con risultati che fino ad ora era possibile ottenere solo operando sui files raw. Il tutto in modo semplice ed intuitivo, a volte addirittura guidato. Con il Modulo Develop di Adobe Photoshop Lightroom diventa quasi impossibile sbagliare. CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP IL MODULO DEVELOP L INTERFACCIA UTENTE DEL MODULO DEVELOP 55

CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP Cliccando sul corrispondente tasto della Barra di Navigazione, si accede al Modulo Develop di Adobe Photoshop Lightroom. L Interfaccia Utente è analoga a quella degli altri moduli, con un Pannello Centrale centrale, due pannelli di Palette laterali e la Filmstrip alla base. Dalla Filmstrip si può attivare la fotografia sulla quale si intende lavorare e, sempre cliccando sulle miniature della Filmstrip si può passare rapidamente da una foto ad un altra. Alla base del Pannello Centrale sono presenti sulla sinistra alcune icone che determinano la modalità di visualizzazione della foto: Loupe View, visualizza la foto in modo standard Before/After, visualizza le versioni prima e dopo della foto su cui si sta lavorando, con modalità diverse, selezionabili dal menù contestuale. Seguono tre strumenti di foto-ritocco: 56 Crop Overlay, attiva una maschera di ritaglio e lo strumento per ruotare la foto di un determinato angolo Cliccando sull icona Crop Overlay posta sotto il Pannello Centrale. Appare un bordo dotato di maniglie che circonda l intera foto. Se l icona lucchetto è aperta le maniglie possono essere trascinate indipendentemente; se invece è chiusa, l area di ritaglio mantiene le proporzioni definite nel menù a tendina sulla destra. Una volta definita l area di ritaglio, questa può essere spostata trascinando l immagine sottostante e ruotata ad e- sempio per raddrizzare un orizzonte storto. Questa operazione può essere fatta con il cursore presente nel riquadro oppure in modo più preciso cliccando sull icona righello e tracciando la linea da rendere orizzontale. Tutte le operazioni fatte con questi strumenti possono essere annullate con il tasto Clear.

Remove Red Eye, basta un clic per togliere l effetto occhi rossi da un ritratto. Lo strumento è dotato di due cursori per regolare il diametro della pupilla sulla quale si interviene e la tonalità. CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP Remove Spots, per togliere punti neri e macchie dalla foto o clonare parti del immagine, in modo molto semplice: è sufficiente cliccare sulla zona da sostituire e trascinarla sulla zona di origine che si vuole clonare 57

CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP I PANNELLI DI SINISTRA 1. Navigator. In questo Pannello è visualizzata la fotografia attiva sul Pannello Centrale. Nella parte superiore del Pannello sono presenti quattro modalità di ingrandimento della foto sul Pannello Centrale: 58 Fit - adatta entrambe le dimensioni dell immagine allo spazio disponibile Fill - adatta la dimensione verticale dell immagine allo spazio disponibile 1:1 - visualizza la foto a pixel reali (al 100%) 3:1 - visualizza la foto al 300% La miniatura nel Navigator rimane fissa, ed è possibile selezionare l area da visualizzare nel Pannello Centrale trascinando il rettangolino all interno della miniatura. Cliccando sul triangolino a sx si apre un pop up nel quale è possibile selezionare ulteriori rapporti di ingrandimento: 1:4, 1:3, 1:2, 2:1, 3:1, 4:1, 8:1, 11:1

2. Presets. È un elenco di settaggi predefiniti; scorrendo il cursore del mouse è possibile vederne l effetto sull anteprima nel Pannello Navigator. Cliccando su uno di questi Preset, le impostazioni corrispondenti vengono applicate all immagine attiva sul Pannello Centrale. Tutte le impostazioni rimangono comunque modificabili e personalizzabili con i Pannelli di destra. Cliccando sul segno + in alto a destra è possibile creare nuovi presets sulla base delle impostazioni dell immagine corrente. CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP I Preset disponibili di default sono: Antique Grayscale Cyanotype Direct Positive Grayscale Conversion Applicano l effetto corrispondente all immagine Tone Curve Lightroom Default Tone Curve Linear Contrast Tone Curve Medium Contrast Tone Curve Strong Contrast Applicano una curva a S all immagine; l effetto è sovrapponibile a quello delle opzioni precedenti Zero d Visualizza l immagine come catturata dal sensore, senza alcun intervento 59

CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP 3. Snapshots. Si trova sotto il Pannello Presets e consente di creare un istantanea della foto in lavorazione. Per ritornare ad uno stadio precedente, nel workflow di lavorazione, basta cliccare sulla voce corrispondente dell elenco. 60 4. History. Si trova sotto il Pannello Snapshots e contiene l elenco di tutto quello che viene fatto sulla fotografia.

5. Nella parte bassa dei Pannelli di sinistra troviamo due pulsanti: CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP Copy: permette di selezionare le impostazioni della foto corrente per poterle poi applicare ad altre foto con il pulsante successivo Paste: applica alla foto correntele impostazioni selezionate con il precedente pulsante Copy. 61

CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP I PANNELLI DI DESTRA 1. Histogram. 62 Il primo Pannello è l Istogramma che visua-lizza in forma grafica la distribuzione di luminanza nei tre canali RGB e in scala di grigi. Diversamente dall istogramma presente nel modulo Library, questo è anche uno strumento attivo in quanto permette sia di visualizzare nell immagine nel Pannello Centrale i pixel fuori scala, attivando le caselle di controllo nella parte alta del Pannello, sia di regolare punto di nero e punto di bianco trascinando con il mouse le estremita dell istogramma stesso. Inoltre passando il cursore sull istogramma vengono evidenziate le zone che sono regolabili con i cursori sottostanti nel gruppo Basic. 2. Basic. Come già detto, i comandi e gli strumenti di Adobe Photoshop Lightroom sono presentati nella sequenza standard che dovrebbe seguire un workflow efficiente ed efficace. Gli strumenti del Pannello Basic sono quindi le prime (e probabilmente le più importanti) correzioni da applicare alle immagini digitali. Il Pannello Basic si compone di tre sotto-gruppi di strumenti:

Bilanciamento del Bianco: è possibile regolare il bilanciamento del bianco mediante il classico menù a tendina con valori pre-definiti oppure agendo sui cursori Temperature e Tint, oppure campionando un grigio neutro con il contagocce. Cliccando sulla corrispondente icona e spostando il contagocce sulla foto nel Pannello Centrale, si apre una finestra di aiuto che visualizza, ingrandita, l area sottostante la punta del contagocce (5x5 px) e i valori RGB del pixel centrale. In alto sono presenti due opzioni con le quali è possibile passare dall immagine RGB ad un immagine in scala di grigi e viceversa. CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP Tone: sono disponibili i cursori Exposure e Blacks, per regolare esposizione e punto di nero. Come in Camera Raw, tenendo premuto il tasto alt mentre si spostano questi due cursori, vengono evidenziati nell immagine i pixel che vanno fuori scala, colorati secondo il canale che perde informazioni. La differenza fra i due sistemi di warning è la stessa che abbiamo in Camera Raw: nel primo caso l immagine diventa nera (o bianca nel caso del cursore Blacks) e vengono evidenziati come punti colorati (del colore del canale interessato) i pixel privi di informazione; nel secondo caso l immagine rimane full color e vengono evidenziati in rosso i pixel bruciati e in blu i neri fuori scala. In questo gruppo di strumenti sono presenti anche i cursori Recovery e Fill Light che permettono di recuperare rispettivamente alte luci e ombre. 63