Test percettivi per la valutazione del contrasto di immagini digitali

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Transcript:

Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile RICERCA DI SISTEMA ELETTRICO Test percettivi per la valutazione del contrasto di immagini digitali Alessandro Rizzi, Cristian Bonanomi, Saim Rasheed Report RdS/2011/192

TEST PERCETTIVI PER LA VALUTAZIONE DEL CONTRASTO DI IMMAGINI DIGITALI Alessandro Rizzi, Cristian Bonanomi, Saim Rasheed (Università degli Studi di Milano, Dipartimento Informatica e Comunicazione) Settembre 2011 Report Ricerca di Sistema Elettrico Accordo di Programma Ministero dello Sviluppo Economico ENEA Area: Razionalizzazione e risparmio nell uso dell energia elettrica Progetto: Studi e valutazioni sull uso razionale dell energia:tecnologie per il risparmio elettrico nell'illuminazione pubblica Responsabile Progetto: Simonetta Fumagalli, ENEA Il rapporto comprende allegati

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO DIPARTIMENTO DI INFORMATICA E COMUNICAZIONE VIA COMELICO 39 20135 MILANO ITALIA Test percettivi per la valutazione del contrasto di immagini digitali ALESSANDRO RIZZI EMAIL: ALESSANDRO.RIZZI@UNIMI.IT WWW.DTI.UNIMI.IT/rizzi

1. Introduzione In questo documento sono descritti i test percettivi realizzati per la valutazione del contrasto percepito in immagini digitali. Il contrasto è una caratteristica difficilmente definibile dell immagine, è un attributo sia fisico che percettivo. Una possibile definizione di contrasto potrebbe essere differenza nelle proprietà visive che rendono un oggetto distinguibile da un altro oggetto o dallo sfondo. Il contrasto è un fattore che influisce sulla qualità delle immagini digitali, ma anche dell ambiente reale a cui le immagini si riferiscono. In questa ricerca il contrasto viene misurato sulle immagini digitali come mezzo per poter effettuare una valutazione preliminare del contrasto nella scena reale. Esistono molti metodi per misurare il valore di contrasto (si vedano i report precedenti); in questo documento riportiamo i dati di un esperimento che cerca di mettere in relazione il contrasto percepito dagli osservatori umani con i metodi computazionali descritti nel report Studio di misure alternative per la misura dell'indice di resa cromatica e del contrasto percepito (15-04-11). 2. L esperimento Il protocollo dell esperimento è il seguente: 1) Sono state selezionate da internet 28 immagini fotografiche di dimensione 800x600 pixel (visibili in figura 1), che includono scene naturali, animali, fiori, città, automobili, scene indoor. Abbiamo deciso di non includere fotografie macro, volti, ricostruzioni al computer, scene cartoon perché non naturali o perché trattate diversamente dal nostro sistema visivo (volti). Le immagini sono tutte a colori. 2) Sono state calcolate su ognuna le misure di disponibili. 3) Le immagini scelte sono state mostrate a 10 osservatori su un monitor CRT (Sony triniton), calibrato, in una stanza buia. Agli osservatori è stato chiesto di metterle in

ordine rispetto al contrasto percepito. In un primo momento gli utenti valutavano il contrasto della singola immagine esprimendo un voto in una scala tra 1 a 100, dove 100 indica il più alto contrasto possibile. Dopodiché gli osservatori potevano confrontare le immagini successive a coppie per verificare se la classifica derivante dalla loro prima valutazione fosse corretta rispetto a tutte le immagini in esame. In caso contrario l utente aveva la possibilità di modificare il valore e cambiare l ordine. Abbiamo deciso di non dare una spiegazione del termine contrasto agli utenti, chiedendo loro di utilizzare la propria idea intuitiva come metro di confronto. È stato poi chiesto, a chi ritenesse il caso, di descrivere la propria idea di contrasto o comunque il criterio utilizzato per la valutazione delle immagini. Nella sezione seguente sono mostrati i risultati dell esperimento confrontando i test percettivi con i risultati computazionali. Im1 Im2 Im6 Im7 Im9 Im11 Im14 Im16 Im18 Im19 Im20 Im21 Im22 Im23 Im25 Im26

Im28 Im29 Im30 Im31 Im34 Im35 Im36 Im38 Im41 Im42 Im43 Im45 Figura 1: le 28 immagini utilizzate per l esperimento sul contrasto percepito. 3. Risultati Figura 2: grafico RGB Vs contrasto percepito (avg_perc)

Figura 3: grafico RGB pesato (rgbw) Vs contrasto percepito (avg_perc) In figura 2 e 3 sono plottati grafici rappresentanti le variazioni del contrasto. In arancione i dati relativi allo spazio colore RGB con gli stessi pesi sui tre canali (figura 2); e i dati relativi allo spazio RGB con i pesi differenti sui tre canali (0.2126*R, 0.7152*G e 0.0722*B) (figura 3) mentre il blu rappresenta il contrasto percepito dagli osservatori. Tutti i risultati sono scalati linearmente in un intervallo tra 0 e 100. In questi e nei seguenti grafici (riguardanti lo spazio CIELAB) abbiamo ordinato le immagini in ascissa in base al contrasto percepito (dal minore al maggiore). Si noti che il nostro interesse non riguarda tanto il valore assoluto, quanto piuttosto l andamento relativo, cioè quanto una immagine è percepita con più o meno contrasto rispetto alla successiva. Inoltre siamo interessati a confrontare questo andamento con quello calcolato dall algoritmo. La prima semplice considerazione riguarda il fatto che pesare o meno i canali RGB non porta a differenze significative. Considerazioni più interessanti derivano dal confronto tra il contrasto percepito e quello calcolato. L immagine Im20 (rappresentante i cerchi nell acqua) viene considerata dagli osservatori l immagine con contrasto più basso, in accordo col

calcolo computazionale. Le immagini Im43 e Im45 invece risultano in relazione molto diversa. L immagine Im43, rappresentante il serpente grigio, viene valutata dagli utenti come a basso contrasto, ma in realtà è ricca di dettagli (le squame, le macchie, il terreno) e quindi con un alto contrasto rispetto le alte frequenze spaziali, e quindi, gli viene assegnato un punteggio abbastanza alto dall algoritmo. L opposto accade per l altro serpente (Im45 arancione su sfondo nero), che viene percepito dall osservatore come ad alto contrasto perché chiaramente differenziabile dallo sfondo, mentre il fondo nero, costituito da basse frequenze, abbassa il punteggio algoritmico. Figure 4: Deviazioni standard calcolate sui punteggi degli osservatori (cioè su avg_perc) In figura 4 viene mostrata la deviazione standard calcolata tra gli osservatori (Std), in modo da analizzare quanto gli osservatori concordano nella percezione del contrasto di una immagine. Più bassa è la deviazione standard, più gli osservatori concordano nel trovare una certa immagine più o meno contrastata, più è alta, meno gli osservatori concordano nella valutazione. Ad esempio Im34 e Im35 avendo deviazione standard tra le più basse, sono considerate da quasi tutti gli utenti come immagini ad alto contrasto, in accordo con il contrasto calcolato. Im9 invece ha deviazione standard molto alta, cioè gli osservatori non si trovano in accordo a valutarne il contrasto, tuttavia nella media, il risultato è concorde con i calcoli. Si noti invece come le Im29, Im43 e Im45 che sono le altre tre immagini con deviazione standard piuttosto alta, siano in effetti percepite dagli osservatori in maniera diversa

da come poi vengono calcolate dall algoritmo. Questo potrebbe riflettere il fatto che gli osservatori giudicano il contrasto in base a differenti criteri, chi considerando maggiormente i dettagli e la nitidezze dell immagine, chi la saturazione, chi il contrasto globale. Di seguito riportiamo anche i grafici relative ai calcoli effettuati negli spazi CIELAB, considerando solo la luminanza L* (fig. 5), considerando tutti i canali (Fig. 6), e pesando in maniera diversa i canali: CIELAB pesato (0.5*L, 0.25*a, 0.25*b) (fig. 7). In pratica valgono le stesse considerazioni fatte per i calcoli sullo spazio RGB. Figura 5: Confronto tra contrasto percepito e contrasto calcolato nello spazio LAB considerando solo il canale L*

Figura 6: Confronto tra contrasto percepito e contrasto calcolato nello spazio LAB Figura 7: Confronto tra contrasto percepito e contrasto calcolato nello spazio LAB pesato (LAB-W)

4. Conclusioni In questo documento sono stati riportati i dati relativi ad un esperimento percettivo sul contrasto, calcolato su 28 immagini. Alle stesse immagini è stato applicato un algoritmo per calcolare il contrasto automaticamente. Abbiamo visto che i risultati percettivi e computazionali non sempre sono in accordo. Questo è dovuto anche al fatto che la definizione di contrasto è ambigua. Gli osservatori hanno un idea intuitiva di contrasto; alcuni di essi dichiarano di valutare il contrasto in maniera globale, altri di prestar attenzione ai dettagli o alla nitidezza dell immagine (e quindi gli effetti locali), altri considerano la saturazione e il numero di colori presenti. Rappresentare queste diverse concezioni di contrasto con un singolo numero risulta quantomeno difficile. Riportiamo questi dati come base per ragionare sull utilizzo di una o più metriche di contrasto per la misura dell indice di resa cromatica non più globale, a prescindere dalla scena di utilizzo dell illuminante, ma calato in una scena reale ed esaminato da un punto di vista scelto.