ANTONELLA MORGA * Oggi siamo qui, come ricordava Lorenzo Mazzoli citando Luciano Lama, con l orgoglio della nostra storia, della nostra appartenenza a questa grande CGIL. Siamo qui tutti i giorni nelle città, nei posti di lavoro, tra la gente a difendere la democrazia, la legalità, l etica delle funzioni della pubblica amministrazione. Siamo qui contro il terrorismo perché è nostro nemico e noi lo abbiamo combattuto e continueremo a combatterlo con lo stesso vigore e con la stessa responsabilità di sempre. È da qui che vogliamo ripartire, perché come è stato detto cambiare si può, cambiare si deve. È per noi, per tutti noi, un dovere. Cosa chiediamo, quindi, innanzitutto a noi stessi? Cosa chiediamo alla politica, alle istituzioni e a chi rappresenta il governo? Parto da noi perché abbiamo deciso di rimettere in campo le nostre priorità, tornando a puntare sul sistema pubblico come risorsa indispensabile per lo sviluppo e l equità del nostro paese. Noi abbiamo deciso da anni di fare un opposizione strenua ed efficace contro chi voleva smantellare lo Stato sociale, contro chi voleva rendere il pubblico un fattore marginale del paese. Il governo di centro-destra aveva un idea di Stato residuale, che noi abbiamo deciso di contrastare; e con la nostra lotta e con il nostro impegno abbiamo tentato di rendere questa politica il meno devastante possibile. Ora, che cosa diciamo al governo centrale, ai governi regionali, ai Comuni e alle Province? Chiediamo di rimet- * Segretaria generale della Funzione pubblica CGIL di Puglia. 37
INTERVENTI tere al centro il valore del lavoro pubblico, perché non solo è uno dei più grandi aggregati di lavoratrici e di lavoratori, me perché è una risorsa per tutto il paese; perché sono le pubbliche amministrazioni che, attraverso i servizi pubblici, garantiscono ai cittadini i loro diritti, dalla scuola alla salute, alla sicurezza, alla legalità, alla trasparenza. Penso soprattutto a quelli che vivono nelle periferie urbane delle nostre regioni meridionali, che spesso la speranza non ce l hanno o l hanno persa. Spesso in tante regioni, in tante realtà degradate del Mezzogiorno, i servizi pubblici, il lavoro pubblico, con le scuole, con l ospedale, con i servizi rappresentano l unico presidio di presenza pubblica. Allora, è da qui che dobbiamo ripartire. Abbiamo sottoscritto un importante impegno con il governo centrale, il Memorandum per il lavoro pubblico, al quale speriamo che anche le Regioni e gli enti locali diano immediatamente il loro assenso. In quel Memorandum abbiamo indicato le nostre priorità, ma abbiamo anche detto che deve cessare questa campagna di aggressione nei nostri confronti perché non è certamente il lavoro pubblico che ostacola lo sviluppo del paese, non sono certo questi lavoratori a essere indifferenti agli obiettivi e al modo in cui vengono utilizzati i fondi comunitari. Qualche giorno fa si è tenuta a Bari un iniziativa sul modo di gestire lo sviluppo nelle città e nelle periferie; nel corso del dibattito abbiamo ascoltato i rappresentanti delle Regioni e delle istituzioni, ma anche dell università. Ebbene, questi rappresentanti, questi esperti, questi intellettuali parlavano del pubblico impiego come se fosse un problema per lo sviluppo del paese, un problema per le imprese, un problema per i cittadini. Sono anni che continuiamo a spiegare con le nostre analisi e, più ancora, con le nostre politiche che così non 38
è: che, se si è determinata una degenerazione nell ambito della pubblica amministrazione, non è certo dipeso né da chi vi lavora né da chi come il sindacato ha provato a difendere diritti, ma anche qualità, ma anche rinnovamento del lavoro pubblico. I fenomeni che Mazzoli nella sua relazione ha denunciato e che hanno determinato i processi di privatizzazione e di esternalizzazione, non li abbiamo certamente voluti noi. Sono questi infatti all origine dello scadimento che a volte ha colpito il servizio pubblico e che spesso sono serviti più a garantire gli interessi della politica che i servizi ai cittadini. Noi chiediamo un inversione di tendenza ovunque, ma in particolare nelle Regioni meridionali, perché siamo dalla parte della legalità e dei cittadini; perché vogliamo che i tanti giovani meridionali, i tanti cervelli che sono costretti a fuggire perché non trovano opportunità di lavoro nel nostro Mezzogiorno, possano invece continuare a esercitare le loro intelligenze, le loro capacità, le loro preziose competenze nel nostro paese. Ho ascoltato a Bari il professor Pietro Barcellona sostenere che c è bisogno del ricambio di una classe dirigente; anche noi pensiamo che questa sia una priorità per il Mezzogiorno, ma anche per l intero paese, per accrescerne in modo virtuoso la competitività. Alla politica che oggi è lontana dalle persone, dai giovani, dalla società, che cosa chiediamo? Coerenza, trasparenza, etica nella gestione. Abbiamo infatti bisogno che la politica riprenda a essere un fattore importante di riferimento, in grado di promuovere la partecipazione dei cittadini, come motore centrale della democrazia e della legalità. A me pare che la recente vicenda di Vicenza lo dimostri in misura significativa 39
INTERVENTI Alle istituzioni chiediamo di essere dalla parte dei cittadini, ma di essere anche insieme al sindacato tra coloro che garantiscono un esercizio efficiente, socialmente efficace della funzione pubblica. Questo è ciò che vogliamo realizzare, in particolare nel Mezzogiorno, perché crediamo che esso rappresenti davvero una potenzialità, soprattutto per quei tanti giovani che, molto spesso, nelle regioni meridionali evadono l obbligo scolastico, lavorano in nero, sono sottopagati e spesso diventano le braccia della malavita organizzata. Siamo qui per questo: per il futuro del paese, per ridare impulso alle periferie, per fare in modo che nel Mezzogiorno riparta quella stagione di grande protagonismo che, qualche anno fa, aveva conosciuto un grande risveglio, un rilancio promettente. Il nostro messaggio deve partire da qui, da Napoli, dalla Campania. Noi stiamo tentando di farlo passare anche in Puglia. È un lavoro faticoso, ma da qualche tempo cominciamo a trovare riscontri positivi anche nelle azioni delle istituzioni. Penso a quanto sta facendo la Regione Puglia su tanti temi. Tuttavia vediamo che ci sono priorità a proposito delle quali lo scarto tra le cose che si dicono e quelle che vengono percepite dalla gente rimane ancora profondo: per esempio, sui temi della salute e delle periferie. C è una strategia, c è un programma: noi dobbiamo essere in grado di rendere esigibili le cose che sosteniamo. Per ottenere questo questo risultato, dobbiamo fare fino in fondo, con la concertazione, con la partecipazione attiva, il nostro mestiere e aiutare chi ha voglia di fare buona amministrazione, buone pratiche, chi si sforza di restituire protagonismo ai cittadini, chi si impegna a per riportare lo sviluppo nelle nostre Regioni, nel pieno rispetto della legalità, vivendo pienamente un'etica del pubblico ufficio. 40
Questo è il sindacato che vogliamo, questo è il sindacato che pratichiamo tutti i giorni, questo è il sindacato della denuncia, del conflitto, ma anche il sindacato della proposta. Sarà questo il nostro modo di lavorare, sarà questo che continueremo a proporre alle istituzioni e a chi le rappresenta: ai partiti e alla società nel suo complesso. 41