DOCUMENTI: URBANISTICA - DEFINIZIONI

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DOCUMENTI: URBANISTICA - DEFINIZIONI

URBANISTICA L'urbanistica nasce come disciplina autonoma nel XIX secolo con la funzione di organizzare la crescita urbana conseguente alla rivoluzione industriale ed ai primi fenomeni di inurbamento. Nel suo sviluppo diventerà, anche attraverso l evolversi dell apparato legislativo, lo strumento di controllo del territorio per garantire, nelle trasformazioni, il rispetto di regole volte a tutelare il bene comune nel conflitto tra rendita privata ed interesse pubblico, alla ricerca di un equilibrio tra le necessità delle comunità e gli interessi dei singoli individui. L urbanistica moderna si è sviluppata a partire dallo studio delle città (modelli insediativi) e del loro funzionamento fino a comprendere tutto il territorio, per progettarne lo sviluppo in maniera organica e in modo da rendere vivibile lo spazio urbano. In passato l urbanistica si è occupata essenzialmente di progettare le nuove espansioni della città, ma oggi, in un contesto consapevole della non riproducibilità di molte risorse, la disciplina comprende anche la sua programmazione e gestione nel tempo, perde i convenzionali confini urbani per traguardare alla città diffusa (dove il limite tra città e campagna perde senso). In questa ottica tematiche come la sostenibilità (usare le risorse presenti oggi sul territorio in modo da non pregiudicarne l uso alle prossime generazioni), la pianificazione territoriale, la progettazione ambientale e quella delle infrastrutture e dei trasporti sono al centro dei progetti urbanistici a tutte le scale. Il modo di progettare e le fasi del progetto urbanistico sono oggi profondamente diverse rispetto al passato, ogni oggetto architettonico non è concepito esclusivamente dalla definizione della sua forma e della sua funzione, ma contestualizzando le singole parti che compongono la città e il territorio all'interno di relazioni riferite ad un ambito più ampio, a valutazioni di fattibilità, agli elementi storici che hanno determinato l assetto attuale del territorio, alla ricadute nei processi di coesione sociale, alle regole costitutive della forma della città. I modi di vivere nelle grandi città stanno cambiando ed evolvendo molto più velocemente rispetto al passato, i movimenti non sono più legati solo a distanze spaziali ma anche temporali (luoghi spazialmente lontani tra loro, possono essere raggiungibili più velocemente) e la vita delle popolazioni si svolge in reti di città. Con lo sviluppo delle reti infrastrutturali si ampliano i bacini di riferimento delle attività quotidiane. Attraverso il coordinamento di discipline diverse ma correlate (architettura, ingegneria, ecologia, sociologia, diritto, economia), l'urbanistica moderna è chiamata a studiare, programmare e progettare scenari passati, presenti e futuri del territorio, definendo anche le politiche, le normative tecniche e legislative, con l obiettivo di migliorare la qualità urbana e la vita della comunità. L'urbanistica, sostanzialmente una volontà politica tecnicamente assistita, soprattutto nei piani di maggiore scala, si esprime attraverso la produzione di progetti e programmi. Il piano strategico è molto più un atto di programmazione socioeconomica che un piano urbanistico (pur non tralasciando la valutazione dell aspetto territoriale), mentre il Piano Regolatore Generale (oggi diversamente articolato e denominato a seconda delle diverse leggi regionali) è essenzialmente composto da una parte strutturale (invariante) ed una operativa, nelle quali assume un aspetto determinante la parte tecnica.

Il piano strutturale fornisce il quadro delle tutele e delle strategie cui deve conformarsi ogni altra attività di pianificazione o di programmazione svolta dal Comune. In concreto, individua le condizioni necessarie per conservare le risorse e gli equilibri del territorio comunale e indica gli obiettivi di lungo periodo per il suo sviluppo e le regole essenziali per conseguirli. Sono invece strumenti di applicazione del Piano Strutturale (di cui debbono rispettarsi gli aspetti prescrittivi) il Regolamento Urbanistico, i piani attuativi e tutti i piani di settore (mobilità, traffico, commercio, sanità, ecc.). L'urbanistica, in senso lato, agisce su un territorio delineando le grandi opzioni di organizzazione dello spazio e indirizzando (avvalendosi di meccanismi analitici e partecipativi) la localizzazione e la gestione delle attività sul territorio. Riferimenti storici Aristotele cita Ippodamo da Mileto come autore della divisione regolare delle città con l applicazione di alcuni principi: strade tracciate ad angolo retto e divisione della città in isolati rettangolari ed uniformi; aree specializzate (civili e religiose) che si adattano alla griglia e non costituiscono elementi prioritari della composizione; perimetro della città adattato alla conformazione del territorio circostante; mura che non fiancheggiano i lotti ma collegano i centri di difesa con andamento irregolare. Marco Vitruvio Pollione, autore del trattato De Architectura, teorizza, rifacendosi allo schema degli accampamenti militari, la città organizzata su una griglia incentrata su due assi ortogonali ( cardo massimo, in direzione nord-sud, e decumano massimo, in direzione est-ovest), che dividono lo spazio della città in quattro parti, a loro volta divise in isolati regolari da vie parallele al cardo ed al decumano. Molte città italiane conservano tale impianto nella parte più antica. Nel corso del XVI secolo molte città di nuova fondazione vengono progettate ex novo secondo schemi geometrici ordinatori. E emblematico il caso di Palmanova in Friuli, fondata nel 1593 secondo un disegno stellare ed una organizzazione geometrica dei lotti e delle strade concepito da un equipe di ingegneri, trattatisti, esperti architetti militari, facenti capo all'ufficio Fortificazioni di Venezia, tra i quali il soprintendente generale Giulio Savorgnan,

principale progettista della città - fortezza. Anche Livorno, a seguito dell acquisizione da parte di Firenze, fu interessata da un progetto urbanistico di ampliamento dell antico villaggio medievale costruito dai pisani (visibile nell immagine in basso a destra), secondo uno schema ordinatore attribuito a Bernardo Buontalenti Dagli schemi geometrici rinascimentali, ispirati da criteri di ordine, salubrità, razionalità e, in qualche caso, riferimenti simbolici di origine mitologica o cosmica, applicati comunque in casi sporadici o limitati a pochi spazi pubblici (in genere le piazze), dobbiamo attendere la fine del XVIII secolo per riconoscere in interventi urbani un progetto più esteso di città. Georges Eugene Haussmann interviene su Parigi nel 1853 con una serie di trasformazioni di riassetto viario ed urbanistico che adeguano la struttura ancora medievale della città verso un assetto che favorisce la circolazione e la realizzazione di nuovi edifici di grande mole, prevalentemente pubblici. Risale al 1857 la prima urbanizzazione pianificata di Vienna ed è del 1859 il piano di Barcellona, progettato da Ildefonso Cerda, anche autore del primo manuale di urbanistica, la Teoria generale dell urbanizzazione. E invece del 1864 il piano di sistemazione di Firenze (capitale d Italia dal 1865 al 1870), redatto dal Poggi ed ispirato alla Parigi di Haussmann, che sostanzialmente si incentra sulla realizzazione dei viali (in sostituzione del circuito delle mura medievali) e su interventi di diradamento, con demolizione e ricostruzione di parti della città antica (ricordiamo la lapide di Piazza della Repubblica da secolare squallore a vita nuova restituita ). Il concetto di risanamento come metodologia di intervento nei centri storici, con la demolizione di tessuti urbani antichi, è proseguita nei primi anni del 900 (eclatante la demolizione del borgo per l apertura di via della Conciliazione e la demolizione di un intero quartiere per la realizzazione di via dei Fori Imperiali a Roma), con motivazioni di carattere sanitario, sociale, o per isolare edifici monumentali rispetto alle costruzioni circostanti, secondo la cultura del restauro propria dell epoca. Con legge n. 2248 del 20 marzo 1865 venivano istituite le commissioni edilizie, istituto che, con il tempo e con l evolversi delle norme urbanistiche ed edilizie, ha perso la propria originaria funzione di organo di verifica degli aspetti regolamentari, estetici ed igienico sanitari, demandati dapprima alla verifica tecnica da parte degli uffici comunali e, successivamente, alla autocertificazione del progettista. La legge n. 2359 del 25 giugno 1865 (cosiddetta Legge di Napoli ), per far fronte ad esigenze di intervento pubblico, originate dalle condizioni di degrado igienico sanitario del centro storico di Napoli e ad una epidemia ad esso conseguente, introduceva l esproprio per pubblica utilità, strumento poi ampiamente utilizzato tra le due guerre per attuare le operazioni di sventramento citate.

I piani regolatori, fino al dopoguerra, riguardano sostanzialmente il centro urbano e le sue espansioni, da cui trae origine il termine urbanistica, mentre oggi è più appropriato riferirsi alla pianificazione del territorio. Definizioni L urbanistica è la disciplina dell'uso del territorio comprensiva di tutti gli aspetti conoscitivi, normativi e gestionali riguardanti le operazioni di salvaguardia e di trasformazione del suolo nonché la protezione dell'ambiente. (art. 80, DPR 616/77) L'urbanistica può essere definita come l'arte di pianificare lo sviluppo fisico delle comunità urbane, con l'obiettivo generale di assicurare condizioni di vita e di lavoro salubri e sicure, fornendo adeguate ed efficienti forme di trasporto e promuovendo il benessere pubblico. Come scienza l'urbanistica pretende di scoprire la verità nella città sulle condizioni economiche, sociali e fisiche. Come arte cerca di ottenere un compromesso, sia economico sia sociale, nelle vie di comunicazione, nell'uso del suolo, nelle costruzioni e nelle altre strutture (Thomas Adams 1, Encyclopedia of Social Science) L'urbanistica è la scienza che studia i fenomeni urbani in tutti i loro aspetti avendo come proprio fine la pianificazione del loro sviluppo storico, sia attraverso l'interpretazione, il riordinamento, il risanamento, l'adattamento di aggregati urbani già esistenti e la disciplina della loro crescita, sia attraverso l'eventuale progettazione di nuovi aggregati, sia infine attraverso la riforma e l'organizzazione ex novo dei sistemi di raccordo degli aggregati con l'ambiente naturale. (Giovanni Astengo, Enciclopedia universale dell'arte) L urbanistica è lo studio generale delle condizioni, delle manifestazioni e delle necessità di vita e di sviluppo delle città. Il fine pratico cui tende l'urbanistica è quello di dettare le norme per l'organizzazione e il funzionamento di una vita urbana che sia a un tempo bella, sana, comoda ed economica. Tale fine pratico è raggiunto mediante il piano regolatore sostenuto da regolamenti, da leggi e da organizzazioni amministrative. È appunto attraverso il piano regolatore che l'architetto-urbanista si esprime, ricomponendo in sintesi gli elementi analizzati attraverso lo studio. L'urbanistica in generale guarda dunque all'evoluzione della città nella sua totalità, poiché la città si può considerare come un essere vivente in continua trasformazione, sottomesso a influenze che è facile studiare isolatamente, ossia analizzare, ma che non agiscono che in massa, ossia per sintesi. (Luigi Piccinato, Enciclopedia Italiana, 1938) L urbanistica è rappresentata come ciò che pone fine a un inesorabile processo di peggioramento delle condizioni della città e del territorio presi in esame e come inizio di un virtuoso processo del loro miglioramento. (Bernardo Secchi, Prima lezione di urbanistica, 2007) L'Urbanistica è la scienza che studia, pianifica e norma in modo organico e funzionale, le modifiche del territorio apportate dall'uomo mediante le costruzioni. (Giampaolo Tacconi, Lezioni di Costruzioni e Genio Rurale - Cattedra ISIS-Todi) 1 Inglese (1871 1940), pioniere della progettazione urbana e teorizzatore della città giardino (villaggi residenziali progettati unitariamente, spesso in luoghi distanti dai centri urbani). Da non confondere con Thomas Adams, religioso inglese (1583 1652) e con Thomas Adams (1818 1905), statunitense, inventore del chewing gum.