IL PROGETTO COCIBU Coltiviamo la Cipudda Busacchinara Parte sperimentale I risultati ottenuti

Documenti analoghi
CIPOLLA: Tipologia bianca, dorata, rossa - Azienda LONGO Paolo - Racconigi CN

Lattuga gentile confronto materiali pacciamanti 2014

Filiera cipolla bianca di Pompei Individuazione del fabbisogno di azoto in funzione del biotipo e della destinazione commerciale.

Perfectpeel (Seminis) 11/04/2016 in contenitori da 160 fori

Melone prova di confronto materiali pacciamanti 2016

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > AGLIO

SAGGI DI EFFICACIA DI IDRORETENTORI OTTO OASE PER SUOLI E SUBSTRATI

PIU RESA E QUALITA PER I TUOI NOCCIOLI SOLUZIONI IRRIGUE NETAFIM PER LA COLTURA DEL NOCCIOLO

PROVA di FERTIRRIGAZIONE su POMODORO da INDUSTRIA - Anno 2008 Arsia Regione Toscana - Pavoni S.p.a. Caratteristiche della prova

Crinò Paola, Ciccotti Giovanna ENEA - Dipartimento Biotecnologie, Agroindustria e Protezione della Salute

Rete Colture Orticole Sperimentazione orticola in Lombardia LATTUGA 2013

EFFETTI INDOTTI DALLA CONCIMAZIONE ORGANICA CON VENUS (CONCIME ORGANO-MINERALE NK 12-15) SULLO SVILUPPO DEL MAIS

RADICCHIO ROSSO DI CHIOGGIA

RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE AGRONOMICA: FAVA, CIPOLLA, CAVOLFIORE

Valutazione degli effetti della concimazione eseguita con Phenix e Auxym su Cabernet Sauvignon. A cura dell UFFICIO AGRONOMICO ITALPOLLINA SPA

NORMA REGIONALE. Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Capitolo 3".

Cipolle: risultati finali di un biennio di prove varietali

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > SCALOGNO

NORMA REGIONALE. Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Capitolo 3".

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> CORIANDOLO DA SEME

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee >PISELLO PROTEICO

Relazione finale Progetto PRIN

IL SORGO DI KWS 1) IL SORGO CRESCE: COLTURA SOSTENIBILE PER COLTIVAZIONI A BASSO INPUT COLTURALE

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> CORIANDOLO DA SEME

Rapporto su Uso dell Acqua attivata nel pomodoro in terreno

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > CECE

Polito Pasqu Simone Maurizio Pennuzzi Luigi

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > CETRIOLO

NORMA REGIONALE. Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Capitolo 3".

Utilizzo di microrganismi benefici su piante caratterizzate da criticità nelle prime fasi di coltivazione

ALLEGATO 8 BOZZA DI DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

TELI SEMITRASPARENTI prova di confronto tra materiali pacciamanti 2015

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> SOIA DA SEME

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > BASILICO

La tecnica di coltivazione dell ASPARAGO in Italia. Marco_09

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > BIETOLA DA COSTE e DA FOGLIE

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > CETRIOLO

ECOFISIOLOGIA DELLA PRODUZIONE E TECNOLOGIA DI PROGRAMMAZIONE DELLA ROSA IN COLTURA SENZA SUOLO

Relazione finale: Confronto fra differenti strategie di fertirrigazione nel pomodoro da industria. Annata Az. Riccardo Bellosi (Savarna)

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > BASILICO

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

La crescita. FRI dipende: dalla superficie fogliare dall architettura fogliare

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> PREZZEMOLO DA SEME

Tab. 1 Conduzione e gestione della prova Disegno sperimentale blocchi randomizzati con 3 ripetizioni 30/03/15 in contenitori alveolati da 40 fori

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > FAGIOLO

il sorgo da biomassa e la barbabietola metanigena: il loro impiego nella digestione anaerobica

CETRIOLO SERRA 2013 INTRODUZIONE

RADICCHIO ROSSO DI CHIOGGIA 2013 INTRODUZIONE Il radicchio, a livello nazionale, ha interessato una superficie di circa di ha fino al 2011 per

DOCUMENTO TECNICO DTP 07 Patate, cipolle e carote arricchite in selenio

Protocollo 016. AXS M31 di Zambanini Silvana. Azienda Agricola GARDINI FLAVIO. bio-formulazione avanzata per l agricoltura

Cetriolo SCOPO DELLA PROVA MATERIALI E METODI. CENTRO PO DI TRAMONTANA Risultati Sperimentali 2007 nel settore orticolo

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA

U7- Unità di ricerca per lo studio dei sistemi colturali (Metaponto)

Rete Colture Orticole Sperimentazione orticola in Lombardia RADICCHIO 2012

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > MAIS DOLCE

Risultati del confronto varietale campagna Dal campo allo stabilimento 03/02/2015

Pomodori e Peperoni: grandi, colorati, saporiti e senza spaccature

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > FRAGOLA

VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLA COLTIVAZIONE DI SORGO DA BIOMASSA SULLA NUTRIZIONE AZOTATA DEL FRUMENTO

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > PREZZEMOLO

ASTRA Innovazione e Sviluppo Unità Operativa Mario Neri Imola

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > TRITICALE

Progetto ItaliaEM-DiSTA/Unibo. Report 11 Agosto 2011 Prof. Giovanni Dinelli Dott.ssa Sara Bosi Dott. Mattia Accorsi DiSTA-UNIBO

I NUMERI DELLO ZUCCHERO

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > PREZZEMOLO

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > FRAGOLA

RISULTATI RELATIVI ALL IMPIEGO DI BIO AKSXTER

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > SEDANO

Corso di orticoltura. Docente Dr. Luigi Ledda

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > FAGIOLINO

CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI SAVONA Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola "Franco Ugo" RELAZIONE FINALE

Gestione ecosostenibile delle aree verdi sportive e ornamentali. Massimo Mocioni Sabrina Verde

Celosia Dracula Celosia cristata

VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

DK SENSEI NUOVA GENETICA CON ECCEZIONALI POTENZIALITÀ PRODUTTIVE IBRIDO SEMI DWARF PIANTA BASSA E BILANCIATA PRODUZIONI STABILI ED ELEVATE

MAIS. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

LA COLTIVAZIONE DI ANEMONE, RANUNCOLO

MELANZANZA VIOLA confronto e panoramica varietale 2014 Scopo della prova Materiali e Metodi Tab. 1 Conduzione e gestione della prova

SORGO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > PEPERONE

Produrre negli ultimi anni sta diventando sempre più difficile

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

IL SERVIZIO AGROMETEOROLOGICO DELL ASSAM A SUPPORTO DELLE SCELTE AZIENDALI

PISELLO. Non è consentito l uso di materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM).

SEDANO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

Coltivazione del sorgo da biomassa nel nord Italia

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > SPINACIO

VALUTAZIONE DI TECNICHE DI COLTIVAZIONE CONSERVATIVE E CONCIMAZIONE ORGANICA LOCALIZZATA ALLA SEMINA DI CEREALI.

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> GIRASOLE DA SEME

Rete meteorologica regionale e progetto adotta una capannina.

NOTA TECNICA SULLA CONCIMAZIONE DEL FRUMENTO DURO

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato NASTRI. Interventi per lo sviluppo della pataticoltura italiana

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture orticole > CAROTA

Comune di Amatrice FRAGOLA DI AMATRICE DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

Prova di utilizzo di concimi azotati addizionati con zeoliti in risaia

Estratto da Terra e Vita n edizioni Edagricole. Italia

ORGANAZOTO FERTILIZZANTI SpA Valori ed Impegno

LA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

Transcript:

IL PROGETTO COCIBU Coltiviamo la Cipudda Busacchinara Parte sperimentale I risultati ottenuti 17

DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Il progetto Cocibu si è articolato in due fasi: la prima che ha visto una prima trasformazione del prodotto in patè presso lo stabilimento Casa Montalbano di Sambuca di Sicilia con cipolla acquistata dall azienda agricola Merendino Giuseppe; la seconda fase è iniziata a dicembre 216 dove si è avviata la vera e propria coltivazione della cipolla. Il primo passo è stato quello della ricerca del seme presso agricoltori custodi di Bisacquino, in particolare è stata contattata l azienda agricola Merendino Giuseppe il quale ci ha fornito circa 2 grammi di seme. E stato successivamente realizzato un semenzaio all aperto presso e nel successivo mese di gennaio si è effettuata la semina in vivaio presso Castronovo di Sicilia. Questo tipo di lavoro ci è servito per capire la differenza di sviluppo delle piantine dove all aperto si prendevano delle piantine appena raggiungevano lo stadio idoneo per il trapianto comportando spesso un trapianto in diversi fasi dovuto al disetaneo sviluppo delle piantine. Altro lavoro fatto è stato quello, come detto in precedenza, di preparare piantine zollate in vivaio in contenitori alveolari di polistirolo espanso. In vivaio sono state messe in atto delle razionali tecniche agronomiche (concimazione) che contribuisce significatamente all ottenimento di un materiale di propagazione d elevato valore biologico. In particolare è stata definita la quantità di elementi fertilizzanti da apportare e lo stadio biologico del in cui intervenire. Oltre la problematica dell alimentazione delle piantine, è stato ritenuto che il volume degli alveoli ha un notevole riflesso sulle rese quantitative ma soprattutto qualitative della produzione. Il diverso 18

volume di substrato per piantina com è noto, influenza il loro sviluppo a causa del diverso rapporto di crescita tra parte epigea e parte ipogea. Col presente lavoro, in vivaio, si è valutato l influenza di una diversificata fertilizzazione delle piantine nella prima fase di crescita, nonché i riflessi che il diverso volume dell alveolo hanno sugli aspetti qualitativi e quantitativi della produzione. Pertanto si è voluto valutare l effetto dell interazione concimazione x diverso volume della zolla sulla morfologia e fisiologia della pianta che si riflettono sulle rese unitarie della coltura. MATERIALI E METODI La parte sperimentale si è articolata in due fasi: la prima ha riguardato gli aspetti vivaistici, cioè vale a dire il riflesso che la diversa dimensione degli alveoli e i diversi trattamenti fertilizzanti espletano sulla qualità del materiale di propagazione; una seconda fase in pien aria dove si è valutato il diverso materiale di propagazione ottenuto, cioè vale a dire il riflesso dei trattamenti che le piantine avevano subito in vivaio, sulle rese quali-quantitative della coltura. Questa prima fase si è svolta in serra realizzata con strutture portanti metalliche e copertura in vetro. La semina è stata effettuata nella terza decade di Gennaio, utilizzando come substrato torba ammendata a ph 6, in contenitori di alveolari in polistirolo espanso. Sono state messe a confronto i seguenti lavori: A) Diversa dimensione degli alveoli: - alveoli piccoli; - alveoli grandi. B) Fertilizzazione con complesso ternario effettuato in due diversi momenti: - Stadio di frusta; - Stadio di 3-5 foglie (1 gg dal trapianto). Gli alveoli piccoli sono caratterizzati da un volume di 24,62 cm3 gli alveoli grandi di 36,3 cm3. In ciascun alveolo per garantire la presenza delle piantine, sono stati collocati 3 semi alveolo. La concimazione in vivaio è stata praticata per subirrigazione con una soluzione alla concentrazione del 6 per mille del fertilizzante previsto. Il primo intervento fertilizzante è stato praticato quando la piantina ha raggiunto lo stadio di frusta; mentre la seconda concimazione, quando l apparato radicale risultava già ben conformato e quindi la piantina era quasi pronta al trapianto in campo. 19

Il trapianto è stato realizzato in due diversi siti: in località Acqua di Plaia dell Azienda Agricola Milazzo Giuseppe con piantine provenienti dal vivaio e dove sono stati praticati i confronti; nel terreno sito in c/da Alvano Azienda Agricola Marsolo Maria trapiantando solo le piantine provenienti dal semenzaio. Il terreno su cui è stata effettuata la valutazione del diverso materiale di propagazione ottenuto in vivaio appartiene a suoli argillosi sufficientemente dotati di sostanza organica e di elementi nutritivi. Il terreno è stato preparato nella terza decade di Marzo e in occasione della seconda lavorazione è stato opportunamente letamato. Il trapianto è stato effettuato nella prima decade di Aprile. Prima del trapianto è stato realizzato un impianto di microirrigazione con manichetta forata a 3 cm. Le piantine sono state sistemate a file intervallate da vialetti di 6-8 cm e le piantine zollate distanziate 3 cm lungo la fila, anche per rispettare il foro che si trova nella manichetta forata utilizzata per l irrigazione in campo. L investimento realizzato è di circa 5-6 piante/m2. Alla coltura sono state praticate le normali tecniche agronomiche consistenti in ripetute sarchiature normali per controllare lo sviluppo delle infestanti. Un altra prova agronomica che è stata effettuata è quella dell utilizzo del telo pacciamante. E stata anche effettuata una concimazione organica allo stadio di 8-9 foglie. La raccolta è stata effettuata nei primi di luglio quando le piantine hanno evidenziato una inginocchiatura del falso fusto e le foglie hanno iniziato a perdere la capacità fotosintetizzante. Il rilievo effettuato in vivaio su un campione di 1 piantine hanno riguardato l altezza, il numero di foglie/pianta, il calibro delle piantine al colletto e la lunghezza dell apparato radicale. In campo è stato osservato il ritmo di accrescimento delle piante rilevandone altezza e numero di foglie a 6 e 8 giorni dal trapianto. Sulla produzione raccolta distinta per classi di calibro è stata determinata la resa unitaria per ettaro e il peso medio dei bulbi. Tutti i dati sono stati elaborati statisticamente e per evidenziarne la significatività statistica è stato applicato il test di Anova. 2

OSSERVAZIONE E RISULTATI Altezza delle piante al momento del trapianto La germinazione del seme nei diversi contenitori alveolari a circa 15-2 giorni dall impianto risultava completa. Quando le piantine hanno completamente evidenziato la presenza della 2 foglia, si è proceduto al diradamento lasciando una sola pianta per alveolo. Per evidenziare gli effetti delle diverse concimazioni sugli aspetti qualitativi del materiale di propagazione e sulle rese unitarie della coltura, come precedentemente descritto, è stato osservato lo sviluppo delle piantine rilevandone l altezza e il numero di foglie nonché il calibro al colletto delle plantule e la lunghezza dell apparato radicale al momento della sistemazione in campo. La concimazione, indipendentemente dalla dimensione del volume degli alveoli, ha avuto vistosi effetti sullo sviluppo in altezza delle piantine; infatti praticando 2 interventi fertilizzanti la piantina ha raggiunto uno sviluppo in altezza di 2,7 cm significatamente superiore di 2,5 cm rispetto ad 1 trattamento. Anche la dimensione degli alveoli ha avuto significativamente effetti sulla taglia delle piantine; infatti valori maggiori si sono osservati impiegando contenitori alveolari con un volume per alveolo di 36,3 cm3. Taglie statisticamente più ridotte (16,71 cm) sono state osservate impiegando contenitori alveolari con alveoli di 24,62 cm3 (alveoli piccoli). Quindi dall interazione, interventi fertilizzanti x volume degli alveoli, si evince che piantine con taglia più elevata in assoluto, (22 cm), sono state ottenute utilizzando contenitori alveolari di dimensione massima e praticando 2 interventi fertilizzanti. 21

Tab. 1 Altezza delle piantine in vivaio (cm) al momento del trapianto Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 16,71 19,66 18,19 17,87 2,7 18,97 Media interventi 17,29 19,87 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). cm Graf. 1 -Altezza delle piantine in vivaio (cm) al momento del trapianto in funzione del volume degli alveoli 22, 2 18, 16, 14, 12, 1 8, 6, 4, 2, cm 22 2 18 16 14 12 1 8 6 4 2 Graf. 2 -Altezza delle piantine in vivaio (cm) al momento del trapianto in funzione dei trattamenti fertilizzanti 22

Graf. 3 - Altezza delle piantine in vivaio (cm) al momento del trapianto. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 22 2 18 16 14 12 1 8 6 4 2 16,71 19,66 2,7 17,87 Numero di foglie /pianta al momento del trapianto Il numero di foglie/pianta al momento del trapianto è stato parzialmente influenzato sia per effetto della dimensione degli alveoli che per effetto del numero degli interventi fertilizzanti praticati in vivaio. Effettuando 2 interventi fertilizzanti, sono state rilevate 3,6 foglie/pianta non significatamente superiore rispetto ad 1 intervento fertilizzante dove sono stati rilevati 3,4 foglie/pianta. Neanche la dimensione degli alveoli ha influenzato il numero di foglie/pianta. Dall interazione interventi fertilizzanti x volume degli alveoli, si è evidenziato che piantine con numero foglie/pianta più elevato in assoluto (4 foglie/pianta), sono state ottenute utilizzando contenitori alveolari di grande dimensione e praticando 1 intervento fertilizzante. Mentre valori similari ridotti sono stati osservati utilizzando contenitori alveolari di ridotte dimensioni praticando 1 intervento fertilizzante (2 foglie/pianta). Tab. 2 Numero di foglie/pianta in vivaio al momento del trapianto Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 3,1 3,6 3,35 3,4 3,4 3,4 Media interventi 3,25 3,5 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente simili tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). 23

N.foglie 4, 3,5 Graf. 4 - Numero di foglie/pianta in vivaio al momento del trapianto in funzione del volume degli alveoli 3,35 3,4 3, 2,5 2, 1,5 1,,5 N.foglie 4 3,5 Graf. 5 -Numero di foglie/pianta in vivaio al momento del trapianto in funzione dei trattamenti fertilizzanti 3,25 3,5 3 2,5 2 1,5 1,5 24

Graf. 6 - Numero di foglie/pianta in vivaio al momento del trapianto. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1,5 3,6 3,1 3,4 3,4 Calibro delle piantine al colletto al momento del trapianto L intervento fertilizzante indipendentemente dalla dimensione del volume degli alveoli ha avuto sensibili effetti sulla dimensione del colletto delle piantine; infatti praticando 2 interventi fertilizzanti, lo sviluppo del coletto è stato di 7,2 mm rispetto ad 1 intervento fertilizzante dove lo sviluppo del colletto è stato di 6,7 mm. Anche la dimensione degli alveoli ha influenzato statisticamente il calibro del colletto. Dall interazione, interventi fertilizzanti x volume degli alveoli, si mette in evidenza che piantine con calibro più elevato in assoluto (9, mm) sono state ottenute adoperando contenitori alveolari di dimensione massima e attuando 2 interventi fertilizzanti. Tab. 3 Calibro delle piantine al colletto in vivaio (mm) al momento del trapianto Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 6 7,2 6,6 6,7 7,2 6,95 Media interventi 6,35 7,2 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). 25

mm 8, 7, Graf. 7 -Calibro delle piantine al colletto (mm) in vivaio al momento del trapianto in funzione del volume degli alveoli 6,6 6,95 6, 5, 4, 3, 2, 1, mm Graf. 8 -Calibro delle piantine al colletto (mm) in vivaio al momento del trapianto in funzione dei trattamenti fertilizzanti 8 7 6 5 4 3 2 1 6,35 7,2 26

Graf. 9 -Calibro delle piantine al colletto (mm) in vivaio al momento del trapianto. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 8 7 6 5 4 3 2 1 6 7,2 7,2 6,7 Lunghezza massima delle radici delle piantine al momento del trapianto Un parametro interessante che contribuisce a definire la qualità del materiale di propagazione ottenuto, è rappresentato dallo sviluppo assunto dell apparato radicale. Al fine di poter individuare gli effetti, sia dei diversi interventi fertilizzanti che della dimensione degli alveoli, hanno sullo sviluppo della parte ipogea della pianta, si è proceduto al lavaggio della singola zolla in modo da poter rilevare la lunghezza massima che caratterizza la singola pianta. Il volume degli alveoli ha mostrato significativi effetti sulla lunghezza massima delle radici dove negli alveoli grandi è risultato intorno ai 5,44 cm. Anche i diversi trattamenti fertilizzanti hanno avuto riflessi sullo sviluppo dell apparato radicale delle piantine. Dall osservazione della Tab. 4 si evince che uno sviluppo leggermente più ridotto lo hanno fatto osservare le piantine ottenute in alveoli piccoli e con 1 intervento fertilizzante. Dall interazione, volume degli alveoli x trattamenti fertilizzanti, si evidenziano piante con radici più lunghe in assoluto (5,9 cm) utilizzando contenitori alveolari di grande dimensione e praticando 2 interventi fertilizzanti; mentre piante con la minore lunghezza delle radici in assoluto (3, cm) si sono ottenute impiegando contenitori alveolari di piccole dimensioni e attuando 1 intervento fertilizzante. Tab. 4 Lunghezza massima delle radici piantine al momento del trapianto Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 3,89 5,31 4,6 5,18 5,69 5,44 Media interventi 4,54 5,5 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). 27

cm 6, 5, Graf. 1 - Lunghezza max (cm) delle radici delle piantine in vivaio al momento del trapianto in funzione del volume degli alveoli 4,6 5,44 4, 3, 2, 1, cm 7, 6, 5, Graf. 11 -Lunghezza max (cm) delle radici delle piantine in vivaio al momento del trapianto in funzione degli interventi fertilizzanti 4,54 5,5 4, 3, 2, 1, 28

cm Graf. 12 -Lunghezza max (cm) delle radici delle piantine in vivaio al momento del trapianto. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 7 6 5 4 3 2 1 3,89 5,31 5,18 5,69 Ritmo di accrescimento delle piante in campo a 6 e 8 giorni dal trapianto A fine Marzo in vivaio le piantine mediamente risultavano caratterizzate da un apparato radicale ben conformato e quindi si poteva già procedere al trasferimento in campo delle piantine. La sistemazione in campo è avvenuta nella prima decade di Aprile. L attecchimento delle piantine, nei vari filari, per effetto anche dei ripetuti interventi irrigui praticati è risultato abbastanza uniforme. Al fine di evidenziare gli effetti dei diversi interventi sperimentali sulla morfologia e fisiologia della pianta sono state rilevate l altezza e il numero di foglie a 6 e 8 giorni dal trapianto. La dimensione degli alveoli ha avuto vistosi riflessi sul ritmo di accrescimento delle piante per l intero ciclo colturale. Infatti si è osservato che a 6 e 8 giorni dal trapianto le piante ottenute in contenitori alveolari con alveoli della capacità di 36,3 cm 3 sono risultati caratterizzati da un ritmo di accrescimento vistosamente più accelerato rispetto alle piante ottenute nei contenitori alveolari della dimensione di 24,62 cm 3. In particolare a 6 giorni dal trapianto le piante ottenute da alveoli di grandi dimensioni evidenziavano mediamente una taglia di 45,51 cm superiore di 5 cm rispetto alla taglia conseguita con contenitori alveolari le cui celle avevano una dimensione piccola. Anche gli interventi fertilizzanti hanno mostrato differenze nello sviluppo. In particolare a 6 giorni dal trapianto, i diversi interventi fertilizzanti hanno fatto rilevare differenze statisticamente apprezzabili, dall osservazione della Tab. 5 si evince che con 2 interventi fertilizzanti le piante hanno assunto uno sviluppo sensibilmente superiore (43,89 cm); mentre una taglia leggermente inferiore di 41,86 cm è stata osservata con 1 intervento fertilizzante. Dall interazione, dimensione degli alveoli x interventi fertilizzanti (a 6 giorni dal trapianto), si evince che mediamente le piante 29

ottenute in contenitori alveolari di dimensioni maggiori e sottoposte a 2 interventi fertilizzanti, evidenziano una taglia più elevata e, in assoluto la pianta di maggiore altezza rileva un altezza di 62 cm. Mentre l altezza più ridotta in assoluto è stata osservata nelle piantine ottenute in contenitori alveolari di piccole dimensioni e praticando 1 intervento fertilizzante (31,1 cm). Per quanto riguarda la taglia delle piante a 8 giorni dal trapianto, le piante ottenute da alveoli di grandi dimensioni evidenziavano mediamente una taglia di 63,15 cm superiore di 6, cm rispetto allo sviluppo che caratterizzavano le piantine ottenute in contenitori alveolari di piccole dimensioni. Anche il diverso intervento fertilizzante ha influenzato sensibilmente il ritmo di accrescimento delle piante; infatti, si è rilevato che con 2 interventi fertilizzanti mediamente le piante hanno raggiunto un altezza di 61,1 cm, altezza superiore rispetto a quelle ottenute con 1 intervento (59,5 cm). Dall interazione, dimensione degli alveoli x interventi fertilizzanti, si osserva che le piante ottenute in contenitori alveolari con celle di massima dimensione e sottoposte a 2 interventi fertilizzanti, evidenziano una taglia più elevata in assoluto di 72, cm; mentre l altezza più ridotta in assoluto si osserva nelle piantine ottenute in contenitori alveolari di piccole dimensioni e praticando 1 intervento fertilizzante (53 cm). Tab. 5 Altezza delle piante (cm) a 6 gg dal trapianto Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 4,54 39,93 4,24 43,17 47,84 45,51 Media interventi 41,86 43,89 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). 3

cm Graf. 13 -Altezza delle piante (cm) a 6 gg dal trapianto in funzione del volume degli alveoli 5 45, 4 35, 3 25, 2 15, 1 5, 4,24 45,51 cm 5 45, 4 35, 3 25, 2 15, 1 5, Graf. 14 -Altezza delle piante (cm) a 6 gg dal trapianto in funzione degli interventi fertilizzanti 41,86 43,89 31

cm 5 45 4 35 3 25 2 15 1 5 Graf. 15 -Altezza delle piante (cm) a 6 gg dal trapianto. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 4,54 39,93 43,17 47,84 Tab. 6 Altezza delle piante (cm) a 8 gg dal trapianto Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 58,8 56,1 57,45 6,2 66,1 63,15 Media interventi 59,5 61,1 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). cm 65, 6 55, 5 45, 4 35, 3 25, 2 15, 1 5, Graf. 16 - Altezza delle piante (cm) a 8 gg dal trapianto in funzione del volume degli alveoli 63,15 57,45 32

cm 65, 6 55, 5 45, 4 35, 3 25, 2 15, 1 5, Graf. 17 -Altezza delle piante (cm) a 8 gg dal trapianto in funzione degli interventi fertilizzanti 59,5 61,1 cm 7 65 6 55 5 45 4 35 3 25 2 15 1 5 Graf. 18 -Altezza delle piante (cm) a 8 gg dal trapianto. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 58,8 6,2 56,1 66,1 Ritmo di emissione fogliare a 6 e 8 giorni dal trapianto Sia gli interventi fertilizzanti praticati in vivaio che la dimensione dell apparato radicale al momento del trapianto hanno avuto sensibili riflessi sul ritmo di emissione fogliare a 6 giorni dal trapianto avvicinandosi quasi alla parità. In particolare, in contenitori alveolari con alveolo di 33

massima dimensione, si sono ottenute mediamente piante con 7,15 foglie/pianta superiori di,25 foglie/pianta rispetto alle piante ottenute in contenitori alveolari di ridotta dimensione. All aumentare degli interventi fertilizzanti ha fatto riscontro un analogo incremento del numero medio di foglie/pianta che anche il valore è quasi uguale. In particolare si è passati da 6,95 foglie/pianta di quelle concimate una sola volta fino ad arrivare a 7,1 foglie/pianta praticando 2 interventi fertilizzanti. Pertanto dall interazione in entrambi i casi sono stati ottenuti valori molto simili tra di loro. Per quanto riguarda il numero di foglie/pianta a 8 giorni dal trapianto, in contenitori alveolari con celle di massima dimensione, si sono ottenute mediamente piante con 1,15 foglie/pianta superiore di 1,3 foglie/pianta rispetto alle piante ottenute in contenitori alveolari di ridotta dimensione. Un incremento sensibile invece del numero medio di foglie/pianta si è riscontrato all aumentare degli interventi fertilizzanti. In particolare si è passati da 9,4 foglie/pianta con un solo intervento a 9,6 foglie pianta effettuando 2 interventi fertilizzanti. Dall interazione, interventi fertilizzanti x volume degli alveoli, si evidenzia che il numero foglie/pianta più elevato (1,3 foglie/pianta) in assoluto si è avuto in contenitori alveolari grandi praticando 2 interventi fertilizzanti. Mentre una ridotta fogliosità in assoluto di 8,8 foglie/pianta ha caratterizzato la vegetazione delle piante provenienti da contenitori alveolari di ridotta dimensione e praticando un solo intervento fertilizzante. Tab. 7 Numero foglie/pianta a 6 gg dal trapianto Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 6,9 6,9 6,9 7 7,3 7,15 Media interventi 6,95 7,1 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente simili tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). 34

N.foglie 1 Graf. 19 -Numero di foglie/pianta a 6 gg dal trapianto in funzione del volume degli alveoli 8, 6, 6,9 7,15 4, 2, Nr. foglie 1 Graf. 2 -Numero foglie/pianta a 6 gg dal trapianto in funzione degli interventi fertilizzanti 8, 6,95 7,1 6, 4, 2, 35

Nr. foglie 1 Graf. 21 -Numero foglie/piante a 6 gg dal trapianto. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 8 6 6,9 6,9 7 7,3 4 2 Tab. 8 Numero foglie/pianta a 8 gg dal trapianto Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 8,8 8,9 8,85 1 1,3 1,15 Media interventi 9,4 9,6 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). N.foglie 12, 1 Graf. 22 - Numero di foglie/pianta a 8 gg dal trapianto in funzione del volume degli alveoli 8,85 1,15 8, 6, 4, 2, 36

Nr. foglie 1 Graf. 23 -Numero foglie/pianta a 8 gg dal trapianto in funzione degli interventi fertilizzanti 9,4 9,6 8, 6, 4, 2, Nr. foglie 12 1 Graf. 24 -Numero foglie/piante a 8 gg dal trapianto. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 8,8 8,9 1 1,3 8 6 4 2 37

cm 8 Graf. 25- Andamento dell'altezza delle piante in funzione del volume degli alveoli 7 6 63,15 5 45,51 57,45 4 3 2 18,97 4,24 1 18,19 Trapianto 6 gg 8 gg Graf. 26- Andamento dell'altezza delle piante in funzione degli interventi fertilizzanti 8 7 6 5 1 Intervento 2 Interventi 43,89 61,1 59,5 4 3 2 19,87 41,86 1 17,29 Trapianto 6 gg 8 gg 38

Graf. 27- Ritmo di emissione fogliare in funzione del volume degli alveoli 12 11 1 9 8 7 6 5 4 3 2 1 Alveoli piccoli 1,3 Alveoli grandi 7,15 8,9 6,9 3,4 3,35 Trapianto 6 gg 8 gg Graf. 28- Ritmo di emissione fogliare in funzione degli interventi fertilizzanti 12 11 1 9 8 7 6 5 4 3 2 1 1 Intervento 9,6 2 Interventi 9,4 7,1 6,95 3,5 3,25 Trapianto 6 gg 8 gg 39

Produzione totale di bulbi commerciabili Quando il falso fusto delle piante si è piegato su se stesso e le foglie hanno iniziato a perdere la capacità fotosintetizzante si è proceduto al raccolto estirpando le piante e lasciandole per qualche ora sul posto per favorire il prosciugamento del bulbo. Si è proceduto, quindi, al rilevamento delle produzioni. In funzione dei sesti praticati, i diversi interventi praticati in vivaio hanno avuto vistosi riflessi sia sulla resa unitaria della coltura che sugli aspetti qualitativi della produzione. All aumentare del volume degli alveoli è stato riscontrato un significativo incremento delle rese unitarie che sono oscillate da 17,72 t/ha con piante ottenute da contenitori alveolari di ridotta dimensione, a 18,88 t/ha con piante ottenute da contenitori alveolari con alveoli di grande dimensione. Anche i diversi interventi fertilizzanti praticati in vivaio hanno avuto vistosi effetti sulle rese unitarie della coltura che sono variate dalle 19,34 t/ha con piantine che in vivaio hanno subito 2 interventi fertilizzanti, alle 17,26 t/ha delle piantine che hanno subito un solo intervento fertilizzante. Le produzioni più elevate in assoluto (2,38 t/ha) si sono registrate nelle parcelle le cui piante provenivano da contenitori alveolari con alveoli di massima dimensione e che hanno subito 2 interventi fertilizzanti. Mentre la più ridotta produzione in assoluto (17,13 t/ha) è stata concretizzata nei filari le cui piante presentavano apparato radicale di ridotta dimensione e che in vivaio hanno subito 1 solo intervento fertilizzante. Tab. 9 Produzione (t/ha) totale di bulbi commerciabili Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 17,13 18,3 17,72 17,38 2,38 18,88 Media interventi 17,26 19,34 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). 4

t/ha 2 Graf. 29- Produzione totale (t/ha) dei bulbi commerciabili in funzione del volume degli alveoli 17,72 18,88 16, 12, 8, 4, t/ha 2 Graf. 3 -Produzione totale (t/ha) dei bulbi commerciabili in funzione degli interventi fertilizzanti 19,34 17,26 16, 12, 8, 4, 41

t/ha 25 2 Graf. 3 -Poduzione totale (t/ha) dei bulbi commerciabili. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 18,3 17,13 17,38 2,38 15 1 5 ASPETTI QUALITATIVI DELLA PRODUZIONE: PESO MEDIO UNITARIO DEI BULBI COMMERCIABILI Parametro interessante al fine di formulare un giudizio sugli aspetti qualitativi della produzione sono rappresentati dal peso unitario dei bulbi e dal calibro che caratterizza il materiale ottenuto. Il peso medio dei bulbi è stato notevolmente influenzato sia dalla diversa dimensione degli alveoli che dai diversi interventi fertilizzanti praticati in vivaio. Con l utilizzo dei contenitori alveolari di ridotta dimensione è stata raggiunta una pezzatura media di 425 gr; mentre utilizzando contenitori alveolari con alveolo grande stata raggiunta una pezzatura di 453 gr. Anche gli interventi fertilizzanti hanno avuto effetti statisticamente significativi sul peso medio dei bulbi commerciabili. I filari le cui piantine in vivaio hanno subito 1 solo intervento fertilizzante, hanno prodotto bulbi di modesta dimensione (414 gr); mentre con 2 interventi fertilizzanti in vivaio, il peso medio è passato a 464 gr. L interazione, volume degli alveoli x interventi fertilizzanti, ha fatto emergere il maggior peso medio dei bulbi nei filari in cui si trovano piantine provenienti da contenitori alveolari con alveolo di massima dimensione e praticando 2 interventi fertilizzanti (489 gr.). Le più modeste pezzature in assoluto 42

sono state ottenute nei filari le cui piantine provenivano da contenitori alveolari di ridotta dimensione e che in vivaio hanno subito 1 solo intervento fertilizzante (411 gr.). Tab. 1 Peso medio (gr) dei bulbi commerciabili Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 411 439 425, 417 489 453, Media interventi 414, 464, Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). gr 5 45 4 35 3 25 2 15 1 5 Graf. 31 -Peso medio dei bulbi (gr) in funzione del volume degli alveoli 425, 453, gr 5 45 4 35 3 25 2 15 1 5 Graf. 32 -Peso medio dei bulbi (gr) in funzione degli interventi fertilizzanti 414, 464, 43

gr 5 45 4 35 3 25 2 15 1 5 Graf. 33 -Peso medio dei bulbi (gr) dei bulbi commerciabili. Interazione volume degli alveoli x interventi fertilizzaznti 489 439 411 417 DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEI BULBI IN CLASSI DI QUALITÀ Dall analisi delle Tab. 15 e del Graf. 34, si evince che sia il volume delle zolle che gli interventi fertilizzanti, hanno avuto riflessi sulla biologia delle piante consentendo l ottenimento di un materiale di propagazione diversificato sotto l aspetto qualitativo. Piante caratterizzate da una zolla con un volume di cm 3 36,3 e praticando 2 interventi fertilizzanti hanno consentito l ottenimento di oltre il 5% di bulbi ascrivibili nelle classi diametriche di elevato pregio qualitativo (> di 56 mm). Col diminuire del volume degli alveoli e degli interventi fertilizzanti si osserva una riduzione della percentuale di bulbi qualitativamente pregiati, e un significativo incremento di quelli ascrivibili nelle classi diametriche di ridotta dimensione. Infatti oltre il 4% dei bulbi ottenuti da piantine realizzati in contenitori alveolari di ridotte dimensioni cm 3 24,62 e che durante la permanenza in vivaio hanno subito un solo intervento fertilizzante, sono risultati ascrivibili nelle classi diametriche < di 56 mm. 44

Tab. 11 Percentuale di bulbi con calibro < 35 mm (non presenti) Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli Media interventi Tab. 12 Percentuale di bulbi con calibro 36-55 mm Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 25 1 17,5 1 2,5 6,25 Media interventi 17,5 6,25 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). Tab. 13 Percentuale di bulbi con calibro 56-75 mm Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli 15 7,5 15 22,5 18,75 Media interventi 7,5 18,75 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). Tab. 14 Percentuale di bulbi con calibro > 75 mm (non presenti) Interventi fertilizzanti Media alveoli Dimensione alveoli Media interventi 45

Tab. 15 Distribuzione % dei bulbi in classi di qualità (effetti dell interazione interventi fertilizzanti x volume degli alveoli Interventi fertilizzanti Volume alveoli Volume alveoli piccoli grandi piccoli grandi Calibro bulbi: < 35 35-56 25 1 1 2,5 56-75 15 15 22,5 > 75 Secondo il Test di Anova i risultati ottenuti sono statisticamente diversi tra loro per P =,5 (Fischer-Snedecor 95%). 1% 9% 8% Graf. 34 - Distribuzione percentuale dei bulbi in classi di qualità (effetti dell'interazione volume degli alveoli x trattamenti fertilizzanti 7% 15 15 6% 5% 4% 3% 25 22,5 2% 1% % 1 1 2,5 piccoli grandi piccoli grandi < 35 35-56 56-75 > 75 46

CONCLUSIONI L esperienza condotta attraverso il progetto CoCiBu, ha consentito di acquisire interessanti risultati trasferibili nelle realtà applicative. La cipolla busacchinara è sicuramente un prodotto tipico la cui coltivazione è legata alla tradizione ed al territorio. Tale ortaggio può creare un indotto nell economia bisacquinese non indifferente visto anche l importante risultato ottenuto nella chiusura della filiera. Grazie a tale intervento si può finalmente offrire il prodotto in tutti i periodi dell anno riuscendo a soddisfare il palato dei consumatori più esigenti. Si è lavorato molto nella promozione per stimolare l interesse da parte dei consumatori, attraverso varie forme: oltre la promozione realizzata con vari step divulgativi sono stati creati un sito internet (www.alliumwork.it), un app per dispositivi con sistema Android e una pagina Facebook. Anche i risultati sperimentali condotti sono stati interessanti: l apporto di elementi fertilizzanti nei primi stadi di sviluppo della pianta, nonché il diverso volume degli alveoli che hanno ospitato le piantine di cipolla dalla fase germinativa del seme al momento del trapianto hanno influenzato vistosamente la morfologia e la fisiologia delle piante. Il più elevato valore biologico, definito dalla maggiore altezza e quindi dalla più elevata capacità fotosintetizzante, caratterizza le piantine ottenute in alveoli di più elevato volume rispetto a quelli di più ridotte dimensioni ed ha impresso alla coltura ritmi di sviluppo più intensi con vistosi effetti sulle rese unitarie. Anche gli interventi fertilizzanti interagendo con il volume della zolla che caratterizza la parte ipogea della pianta ha ulteriormente influenzato la potenzialità produttiva della liliacea. Infatti sono stati realizzate rese superiori alle 2 t/ha caratterizzate da bulbi con un peso unitario di 58 gr. ascrivibili per il 52% alla più elevata classe diametrica > 56 mm. Da quanto sopra, si evidenza la grande importanza delle tecniche agronomiche, che consentono dove è possibile, mettere in atto accorgimenti già alle prime fasi di crescita al fine di ottenere piantine di elevato pregio qualitativo con significativi riflessi sulle rese unitarie in campo. La cipolla busacchinara risulta essere un bulbo su cui puntare: bassa pungenza, ridotto fattore lacrimale, ottima croccantezza, nonché buona conformazione morfologica, contraddistinguono le caratteristiche che rendono l ecotipo già accetto sul mercato locale ma che potrebbe anche espandersi sui mercati nazionali ed internazionali. Tuttavia, in questi ultimi decenni, l introduzione di varietà, provenienti da altri ambienti ha innescato un processo di erosione genetica, facendo perdere all ecotipo le originali qualità specifiche, con la comparsa di alterazioni bio-morfologiche (ridotta conservabilità, alterazione della 47

vestitura, colorazione anomala delle guaine esterne, ecc.). Da qui l improcrastinabilità di arginare l evoluzione del processo di erosione genetica. L Associazione Allium Work, con il presente lavoro ha avviato un iter volto alla tutela, conservazione e trasformazione della cipolla Busacchinara. È da ritenere che esistono ottime possibilità per una significativa espansione della coltura nell'ambiente di Bisacquino, espansione che oltre ad avere positivi riflessi sull'economia agricola del territorio e sulla commercializzazione del prodotto verrebbe ad innescare importanti effetti su tutto l'indotto che gravita attorno alla cipolla: mano d'opera, attività vivaistica, commercializzazione di prodotti per la conduzione della coltura (fertilizzanti, impianti irrigui, ecc) oltre all'attivazione di centri per la selezione, confezionamento, trasformazione (patè di cipolla) e commercializzazione. 48